Sette cose che voglio che mio figlio sappia del porno
di Harriet Pawson
(pubblicato su everydayfeminism.com il 12 febbraio 2014)
Originariamente pubblicato su Mamamia.com.au , il più grande sito web indipendente per donne in Australia, e pubblicato qui con il loro permesso.
Everydayfeminism.com annota: “Vogliamo essere chiari sul fatto che non tutta la pornografia rientra in questa critica. Riteniamo che questa lettera aperta sia diretta verso l’industria della pornografia tradizionale”.
Caro figlio,
So che questa non è una conversazione che un ragazzo vuole avere con sua madre a qualsiasi età, quindi sarò io a tirartici dentro.
Scrivendoti questa lettera, ti risparmierò di avere una conversazione faccia a faccia con me sul sesso. O più specificamente, sul porno. Ma è comunque una conversazione.
Perché fallirei nel mio dovere di genitore, guida e donna se non condividessi con te le seguenti informazioni: informazioni che hanno il potere di influenzare notevolmente la tua futura vita sessuale. E i tuoi rapporti.
Quindi ascolta attentamente, perché è importante.
Prima di tutto, so che hai guardato il porno. Probabilmente molto. All’inizio mi sono ribellata. Nessuno vuole immaginare il proprio figliolo che guarda estranei fare sesso spinto.
Ma ho accettato che il mondo è diverso adesso e dal momento in cui ti abbiamo dato accesso a uno smartphone e al tuo computer, era inevitabile che tu vedessi il porno.
Questo mi rattristisce, ma non per il motivo che potresti pensare.
Non c’è niente di sbagliato nel sesso e non c’è niente di sbagliato nell’essere interessati a questo. Per me, questa non è una questione morale.
Sono arrabbiata perché penso che guardare il porno abbia il potenziale per influenzare le tue esperienze sessuali in modo davvero negativo.
E non sono solo io. E’ un fatto provato. Gli uomini che guardano molto porno hanno difficoltà a godersi il sesso reale con donne vere.
E non voglio che tu sia quel ragazzo – non per te stesso e non per le tue partner.
Spero davvero che tu e la tua generazione possiate essere liberi di intraprendere le vostre vite sessuali senza tutte quelle immagini hardcore, senz’anima e sessiste.
Vorrei che tutti abbiate la possibilità di esplorarlo dal vivo, con tutte le sorprese, i brividi e persino le polluzioni. Senza aspettative o preconcetti.
Come era una volta, ai vecchi tempi. Per noi il sesso è stata un’esperienza meravigliosa, a volte imbarazzante, di scoperta. Un sacco di agitazione, un continuo rimescolio da risolvere solo andando avanti.
Oggi però, quando tu e i tuoi amici fate sesso, avrete quasi sicuramente visto centinaia di ore di star del porno che lo facevano in tanti modi diversi e strani.
Questo sarà il tuo sottofondo mentale mentre esplori la tua stessa sessualità, ed è davvero una sfiga.
Capisco che il genio del porno non può essere rimesso nella bottiglia. La tua generazione è un prodotto del nostro tempo e sei in questa barca. Immagino che tutti voi ve ne accorgerete.
Tuttavia, ci sono alcune cose importanti che devi sapere. Non penso che nessun altro ti dirà queste cose, quindi eccole qui. Ricordale.
1. Il porno non è vero sesso
La maggior parte di ciò che vedi online è il sesso prodotto commercialmente. Queste sono persone che fanno sesso per soldi.
È il loro lavoro. Proprio come i modelli delle pubblicità non sono rappresentativi di come appaiono le persone normali, o come il video-gioco non è rappresentativo della guerra reale, così il porno non è la stessa cosa del sesso.
2. Non confrontarti con gli uomini che vedi nel porno
I pornoattori sono scelti per i loro peni giganti e la loro capacità di mantenere le erezioni per molto tempo. A volte usano droghe come il Viagra per farlo. Altre volte, il video viene modificato per farlo sembrare una sessione di sesso continuo quando non lo è.
Di solito sono anche sempre glabri e senza peli pubici. Questo è per lo scopo esplicito dei primi piani, non perché le donne preferiscano gli uomini senza peli.
3. Non confrontare la tua partner con le donne che vedi nel porno
Questo può sembrare ovvio, ma devo precisarlo. In dettaglio.
Le pornostar femminili di solito hanno tette finte che sono più grandi e più rotonde del loro tipo di corpo naturale e che puntano al soffitto indipendentemente dalla posizione in cui si trovano. Le tette normali non sono così e non si comportano a quel modo.
Spesso, le attrici porno hanno anche subito un intervento chirurgico alle loro vagine per farle sembrare più “lisce”. E’ chirurgia vaginale. Esiste.
Quindi le vagine che vedi nel porno sembrano molto diverse da quelle della vita reale.
Ci sono molti altri tipi di cose che le attrici porno fanno per alterare l’aspetto dei loro genitali, tutto, dal taglio dei peli pubici allo sbiancamento dei loro ani.
Sì, lo so. Non vuoi davvero discutere di sbiancamento anale con tua madre, ma eccoci qui, ed è per il tuo bene.
Devi sapere che non c’è nulla di remotamente naturale nei corpi che vedi nella maggior parte del porno.
4. Le donne nel porno lo stanno fingendo
Le attrici porno sono pagate per sembrare che godano ad ogni momento. E non importa quanto in realtà sia scomodo, imbarazzante, imbarazzante o doloroso.
Queste donne sono pagate per simulare l’orgasmo anche quando vengono degradate o maltrattate. Anche quando sono soggette a violenza. Più è umiliante e pericoloso, più vengono pagate. Pensaci un attimo.
Se devi pagare qualcuno in più per fare qualcosa, è perché non vuole farlo olo fa malvolentieri.
Ecco perché non devi mai pensare che le risposte femminili che vedi nel porno siano in alcun modo indicative del modo in cui le donne reali risponderanno ai tuoi approcci.
5. Tu non vuoi una partner che finga di godere
Le donne vere impiegheranno molto più tempo a riscaldarsi rispetto alle donne che vedi nel porno, pagate per essere teatrali e il cui “piacere” è quasi sempre recitato.
6. Il sesso porno non è indicativo del gusto femminile tradizionale
All’interno di una relazione sessuale amorevole e consensuale, non ci sono diritti o torti. Interessi diversi per gente diversa.
Ma ci sono alcune cose che il porno ritrae piacevoli per tutte le donne quando in realtà molte donne non ci convivono affatto bene. Venire loro in faccia è una. Il sesso anale è un’altra.
Sapevi che le pornostar hanno compenso doppio quando fanno sesso anale? Vedi tu.
E ricorda quello che ho detto sulle donne pagate di più per determinati tipi di sesso – significa che le pornostar hanno bisogno di ulteriori incentivi.
Lo stesso vale per sculacciate, stiramento di capelli o qualsiasi tipo di trattamento rude e rozzo. Solo perché l’hai visto nel porno, non dare per scontato che valga nella vita reale. Chiedi sempre prima.
Non commettere mai l’errore di pensare che a una ragazza piaccia qualcosa solo perché l’hai vista nel porno o perché è piaciuta all’ultima ragazza con cui sei stato.
7. Il porno è fatto da uomini per uomini
Ciò significa che ciò che vedi è di solito ciò che gli uomini vogliono fare, non ciò che piace alle donne.
È quasi impossibile parlare in assoluto qui, perché i gusti sessuali sono altamente individuali, ma confrontiamo il porno con il cibo.
Ci sono alcuni alimenti che hanno una base di fan limitata – diciamo, la cervella o i cavoletti di Bruxelles.
Certo, ci sono alcune persone cui piace veramente mangiare quei cibi (e questa va benissimo, buon per loro! Nessun giudizio!), ma queste persone non sono indicative della maggioranza tradizionale.
Ora immagina se ogni programma di cucina in TV presentasse questi due ingredienti in ogni puntata. Sarebbe strano, vero?
Ma se hai visto molti show di cucina, potresti essere facilmente ingannato nel credere che tutti adorino la cervella e i cavoletti di Bruxelles. TUTTI. SEMPRE.
E invece non lo fanno. E’ il porno che è così.
Quando sesso anale, doppia e tripla penetrazione o il venire sui volti delle donne diventa standard nella maggior parte dei porno, potresti facilmente essere indotto a pensare che ad ogni donna piacciano tanto queste cose. Ma va!
Pensa a loro come alla cervella e ai cavoletti di Bruxelles del sesso. Un gusto particolare. Amato da alcuni, ma detestato da molti.
Quindi chiedi sempre ai tuoi ospiti prima di provare a servir loro quei cibi.
A questo punto, penso di averti probabilmente dato abbastanza da pensare. Ora voglio che condividi questa lettera con i tuoi amici. Mettila su Facebook.
Oh, e quando ti ho detto che stavo scrivendo questa lettera, mi hai chiesto se potevo includere un video alla fine. Quindi eccolo qui. (Attenzione: è piuttosto “forte”…)
Con amore, mamma.
Concordo con Cominetti e sopratutto Pasini nelle sue osservazioni.
Lo scritto lo conoscevo già in quanto abbastanza datato e sbeffeggiato ampiamente, scritto per altro da una Australiana, continente iper moralista, probabilmente a causa di un retaggio da colonia penale che li opprime ancora oggi.
Ancora fino a qualche anno fa (non so se tutt’ora ancora valido) entrando in Australia dovevi dichiarare se avevi con te materiale pornografico e preferenze sessuali, includendo nel materiale pornografico anche il filmino un po’ osé con tua moglie che conservavi nella memoria del telefonino. Se non dichiaravi e t peccavano finivi in gattabuia.
Per il resto come al solito si tende a confondere uso con abuso. Se ogni tanto in gioventù o anche in eta matura ti sei guardato un pornazzo non è nulla di che. Se invero passi le tue giornate al PC tralasciando tutto il resto su siti come Porn Hub soffri di una patologia.
Insomma c’è una bella differenza fra giocarsi una tantum una schedina in tabaccheria e dilapidare stipendio e risparmi.
Anzi a pensarci bene, c’è anche una bella differenza fra godersi qualche bella giornata in montagna o tralasciare famiglia, lavoro e affetti per la montagna. Pure questa è una bella patologia. Tanto per accontentare chi ha scritto cosa c’entra questo articolo con un blog di montagna.
P.s. Per chi ha passato gli ‘anta. Meglio Moana di Cicciolina, che Valentina Nappi se la pappa a colazione. 😉
Nostalgia canaglia, cantavano Al Bano e Romina. A 60 anni tutto quello che concettualmente si collega agli anni adolescenziali, a prescindere dal fatto che riguardi o meno l’effettiva esperienza personale, acquista un sapore di qualcosa di “perduto”. Diventa la prova che sono trascorsi gli anni, molti anni purtroppo (nessuna psicosi sessuale per quanto mi riguarda, vita moto tradizionale: sposato da 30 anni senza soluzioni di continuità…).
Cominetti, niente di personale per carità. La sessualità personale qui non c’entra. Proprio i drammatici fatti che abbiamo letto sui giornali in questi giorni ci inducono al massimo rispetto e discrezione sugli orientamenti di ciascuno. È che stavo faccendo il giro di corsa dello “Zuccone” Campelli. Mi sono fermato a bere, ho tirato fuori il telefono e non so per quale strana connesione mi sono venuti in mente certi interventi sul blog. Chissà? Strane cose succedono a noi tapascioni quando siamo stanchi. Con simpatia.
Meno male che l’abbiam buttata in vacca!
Questa lettera della mamma alla figlia sul porno con i sette punti (strano che non abbia fatto un classico decalogo), mi è sembrata una gran cazzata fin da quando l’ho letta. Ciao
Grande!
Anch’io da milite venni trascinato a vedere un pornazzo e fu veramente imbarazzante perché ero l’unico in divisa. Porca vacca, l’unica volta che sono uscito in divisa mi han portato a vedere un porno. Che figura di merda!!
Mmmh, Cicciolina: troppo magra, ognuno ha i suoi gusti semmai Sofia Loren, il pornazzo tra amici: mai successo. Anzi ti dirò di più. Nel 1982 facevo il militare ad Aosta e una sera ero di ronda con un sottufficiale che mi portò immediatamente in un cinema a luci rosse per controllare, secondo lui ma dovevo obbedire, se vi fossero dei nostri colleghi ed entrammo di diritto perché con funzioni di polizia militare. Camminavamo tra le file di poltrone guardando gli astanti mentre sullo schermo si svolgeva un’ammucchiata o qualcosa di simile. Giuro che la situazione fu per me imbarazzante perché quegli spettatori mi facevano pena. Non lo trovai divertente ma molto triste. Cosa devo dirti?
Oltretutto avevo allora una fidanzata (per i gusti miei) bellissima che mi veniva spesso a trovare affittando una camera vicino alla caserma. Non aggiungo altro.
Marcello, sei proprio un orso delle caverne.
Che il tuo carattere rude da uomo Denim derivi proprio dal non aver condiviso un bel pornazzo con gli amici? Dal non esserti masturbato con le immagini di Cicciolina?
Scherzi a parte, piacere di risentirti. Temevo ti fossi veramente ritirato dal blog, che senza di te sarebbe risultato insipido.
Pasini, a 60 anni, se me lo consenti, quando guardo indietro nella vita vedo tutti gli errori e le cose giuste che si sono avvicendate. Dubbi, domande e questioni tutt’altro che granitiche ne ho eccome, ma sicuramente, in questo caso non riguardano il sesso. Visto che è l’argomento dell’articolo. Non è che quando uno commenta una cosa qui mette in piazza tutto di sé. Non mi faccio una colpa di certo se ho da molto tempo vissuto la mia sessualità con serenità, cerco semmai di trasmetterlo ai miei figli perché mi sembra una bella cosa e che gli faccia bene.
Non considero il resto dell’umanità come una massa di pipparoli ma quando sento il sesso trattato come un reperto archeologico cerco di essere dissacrante perché mi sembra incoraggiante. Invece vedo che genera ancor più disappunto e problemi. Chiedo scusa.
Come già precisato da Guy Debord, ne La Società della Spettacolo siamo merci e consumatori che hanno perduto la distinzione tra vita e spettacolo.
L’abbiamo perduta in modo apparentemente indolore.
Lo spettacolo ha sostituito la vita. Ora guardiamo spettacoli pensando siano la vita.
Lo spirito di noi stessi è dimenticato per un’attenzione permanentemente posata sui momenti necessari al controllo sistemico.
L’arroganza sostituisce di buon grado la disponibilità e così per tutte le coppie di vizi-virtù.
La misura d’uomo è perduta, svenduta per una manciata di benesseri obsoleti.
È stata sostituita da quella della tecnologia, in tutte le forme in cui essa si esprime.
Dunque, distinguere verità e finzione è cosa banale dal divano.
Lo è meno nell’alienazione, nella compulsività, nella competizione, nella viziata ricerca di autostima, nella cieca ricerca disorganica, stocastica di una via di liberazione dalla crescente alienazione.
Sorry, Cominetti. Cominelli era un antico compagno d’arme che però la pensava anche lui cosi.
Cominelli, invidio con sincerità la tua granitica convinzione di essere sempre dalla parte giusta, piu o meno su tutto e che gli altri sono una manica di pipparoli inutilmente problematici rispetto alla tua maschia animalità. Io mi faccio invece sempre un sacco di domande e di dubbi (pippe dunque). La prossima vita voglio cambiare schieramento. Devo assolutamente ricordarmelo e fare domanda in tempo. Me lo scrivo su un post-it.
Ho sempre pensato che la maggior parte delle persone viva il sesso molto male e con un sacco di problemi. L’esistenza del porno stessa ne è la prova lampante e personalmente l’ho sempre trovato come una cosa ridicola e assurda.
Quando poi sento o leggo di “esperti” che ne trattano, le mie convinzioni si rafforzano verso il pensare che anche questi vivono il loro sesso, e quindi lo propongono ai loro ascoltatori, in forme problematiche e assai poco naturali.
Sono scoppiato a ridere immaginandomi Crovella con gli occhiali scuri che va in edicola a comprarsi i giornaletti porno (ma ve lo vedete!!?? Cosa direbbero i suoi mitici allievi dei corsi Cai?) e oggi lo ricorda con nostalgia… Voglio sperare che sia legato al ricordare la gioventù più che il fatto in sé. Altrimenti facendo un po’ di psicologia spicciola, mi spiegherei tante cose strane apparse su questo blog. Ci sarebbe da preoccuparsi.
Ma non è di questo che volevo parlare, bensì del sesso come argomento segreto e nascosto che in troppi vivono e hanno vissuto fin da piccoli. Siamo animali e il sesso fa parte della nostra esistenza come mangiare dormire e defecare. Se non lo si vive così fin da piccoli (sarà che nella mia famiglia è successo proprio così e con la massima naturalezza), rappresenterà nella vita adulta uno scoglio con cui misurarsi costantemente e che condizionerà TUTTO.
Le fantasie e le perversioni che l’esistenza del porno stessa catalizza su di sé, altro non sono che la risposta del mercato alla richiesta di un pubblico enorme carico dei problemi di cui sopra.
Spesso si confonde il desiderio con la fantasia ma se la cosa si vive in maniera naturale (quindi rilassata) la fantasia scompare a favore di un atteggiamento totalmente animalesco e quindi mai perverso ma semmai equilibrato.Sarò fortunato, ma ogni volta che sento qualcuno trattare di sesso ho questa sensazione di essere dalla parte giusta, perché ho sempre vissuto questo importante aspetto della vita con leggerezza, divertimento e coscienza del fatto che serve a non fare estinguere la nostra razza. Grazie vita.
Che nostalgia quando si comperavano Le Ore in edicola indossando gli occhiali scuri (pensando ingenuamente di non farsi riconoscere) e poi si trasportava il giornaletto nascosto sotto al cappotto… Era tutto molto più “romantico”, più genuino, più vero… oggi tutto è un supermarket che svilisce tutto. All’opposto siamo diventati dei servi del politically correct. Se una 35enne seduce un 15enne (Livorno direi un anno e mezzo fa circa), dibattiti e dibattiti se si trattava di “violenza sessuale”. E’ un reato, non ci piove, perché così dice il codice con i minori, ma figuriamoci se un 15enne, travolto fra le spire di una nave scuola, subisce irreversibili “traumi” psicologici… In quei dibattiti c’era una psicologa donna che si accalorò moltissimo in TV sul tema: ragionando così, sono le stesse mamme di oggi che tirano su uomini sbandati e fragili.
Quello del porno e della sua pervasività è un ottimo argomento, perché decisamente onnicomprensivo in questa civiltà.
Personalmente non credo che un ano sbiancato o i finti gemiti una vagina stirata possano deviare più di tanto la sessualità maschile.
Quello che vedo di pericoloso è il porno “normale” modello Diletta Leotta o Madre Natura di Bonolis/Laurenti che è modello di aspettative assolutamente irreali, irraggiungibili e perciò frustranti e quindi generatore di schiavitù. E non tanto e non solo nei maschi, anzi: non so se ci avete fatto caso, ma con lo sdoganamento del porno, la libertà sessuale, con tutta la presunta “libertà” non si vede più un seno nudo in spiaggia…mica un bel segno di accettazione e consapevolezza di sé.
Non deve essere la madre a spiegare al figlio maschio la sessualità femminile, come non deve essere il padre a spiegare la sessualità maschile alla figlia. La scoperta del mondo è un rischio che ognuno deve correre da solo, superando le tendenze iperprotettive possessive, oserei dre inconsciamente incestuose del genitore. Dal libro di Laura Pigozzi “Per i nostri ragazzi la sessualità è ancora quella spinta pulsionale che fornisce l’energia per esplorare il fuori? La pubertà, con la scoperta della pulsione sessuale, è il momento in cui il corpo del figlio si sottrae alla presa del familiare, la frontiera in cui, da corpo in balìa e sottoposto alla cura della madre, diventa corpo soggettivo: questo passaggio c’è ancora? E quando si produce, possiamo dire che sia un vero passaggio di soggettivazione, dal momento che i figli tendono oggi a raccontarci tutto, persino le loro esperienze più intime? C’è chi arriva a lasciare il proprio letto ai figli e ai loro compagni, con l’idea che sia più sicuro, piuttosto che permettere che “vadano a farlo” chissà dove. Con questo atto si elimina la dimensione di rischio che ogni crescita comporta: un letto condiviso coi genitori non è solo metafora di qualcosa che non dovrebbe essere condiviso ma, in più, vi è in esso un reale, una materialità di odori e umori – o sensazioni impalpabili di quelle tracce – che un veloce cambio di lenzuola di certo non volatilizza. I figli restano impigliati in una trappola endogamica anche in quello che dovrebbe essere l’atto più intimo e privato, e che ancora richiede una esogamia assoluta e necessaria: il partner, sin dall’inizio della civiltà, è scelto fuori dal clan familiare. Dunque, ogni atto che rende lo straniero “troppo” familiare, che non ne celebra la differenza, infrange quella regola umana – istituita perché umanizzante – che sancisce l’unione fuori dal clan, con lo straniero, appunto, e che viene posta all’inizio di ogni società, nel passaggio cruciale tra natura e cultura.”
Per Antonio Arioti, commento n. 20. Secondo me colpisci il cuore del problema nel momento in cui denunci l’assenza del padre.
Una buona lettura a questo proposito è “Quel che resta del padre” di Massimo Recalcati. Davvero illuminante.
per Arioti. Cerca in internet “ il Plusmaterno” termine coniato da Laura Pigozzi. “Mio figlio mi adora”titolo di uno dei suoi libri. Spiega molte cose anche sulle basi della cultura securitaria e sul “mammo”. Ed è una donna. Ciao.
La cosa che invece mi colpisce, aldilà dei ragionamenti di Lorenzo sul Sistema (che poi un giorno lo dovremo identificare sto’ Sistema), e mi fa riflettere è l’assenza del padre.
Se la lettera al figlio l’avessero scritta entrambi i genitori (presupponendo una coppia etero) la percezione sarebbe stata diversa.
In sé per sé non trovo nulla di strano che la madre si faccia carico di spiegare determinate cose al figlio ma il fatto che sia solo lei a farlo mi fa pensare che stia svolgendo un ruolo doppio, anche per conto di un padre che non si capisce bene, fondamentalmente perché non lo sappiamo, se sia d’accordo o meno, se sia presente o assente, se abbia un ruolo attivo o meno nell’educazione del figlio.
Non che sia sbagliato l’intervento della madre, anzi, ma vivendo lei stessa una sessualità diversa non può essere pienamente conscia dei bisogni del figlio, bisogni di cui invece il padre è pienamente consapevole (o almeno dovrebbe).
In poche parole, se da un lato l’educazione sessuale di una madre è importante per far conoscere come percepiscono la questione le donne dall’altro si corre il rischio di colpevolizzare eccessivamente una pratica che, se non portata all’eccesso, non solo non produce effetti negativi ma può essere addirittura propedeutica.
Prima della legge Merlini quanti uomini hanno fatto le loro esperienze nei bordelli? Altro che porno.
Una volta ho letto un interessante commento di una donna la quale sosteneva che i migliori a letto sono gli uomini che da giovani passavano per imbranati e questo perché si erano dovuti impegnare a capire cosa si deve fare con una donna.
L’obiezione può essere quella che con la pornografia non lo impari in quanto la stessa conferisce un’immagine distorta della realtà ma anche questo non è del tutto vero perché su internet si trova di tutto, dall’amplesso estremo a quello assolutamente normale di quella che potrebbe essere la vicina di casa.
Il concetto è che uomini e donne sono diversi e hanno bisogni diversi, quindi giusto parlarne e confrontarsi ma ripeto, l’assenza della figura paterna mi lascia un senso di vuoto ed è un vuoto che la sola madre non può colmare.
Comunque caro Professore il tema interessante qui, anche per lei come “guida” di anime e corpi, non è il porno ma il problema rischio/sicurezza/ controllo/ protezione nella formazione delle nuove generazioni. Un tema che come abbiamo visto in precedenza troviamo anche nell’educazione ad andare per monti. Gute Nacht.
Le ragazze non guardano il porno confezionato per gli uomini. I dati lo dimostrano. Il porno per donne è un prodotto di nicchia, mi dicono persone informate sui fatti. Guardano la televisione e i modelli di donne presentati dai media, che sono molto più porno dei porno,che almeno dichiarano con onestà la loro natura. Il loro modello non è Valentina Nappi ma i soggetti “normali”alla Diletta Leotta et alia. Questo ha un potere corruttivo e distorcente ben superiore a quello del pippificio classico in versione contemporanea.
Le ragazzine che a 18 anni si fanno regalare DAI GENITORI l’intervento al seno per farselo più grosso, dove le mettiamo? Non è che quest’ultime scimmiottino un certo modo di porsi di certe femmine visto da qualche parte?
Però come tu ben sai le immagini pornografiche hanno una tradizione millenaria, soprattutto in oriente e rappresentano non la realtà ma le fantasie erotiche, sopratutto maschili. Le mamme australiane sono preoccupate che i loro figlioletti pensino che quella sia la realtà e che si comportino di conseguenza con le ragazze. Questa è una preoccupazione esagerata, a mio parere. Il cinema, di ogni tipo, non rappresenta la realtà, altrimenti sarebbe un documentario. Le persone nella grande maggioranza lo sanno bene, compresi i ragazzi e sanno distinguere. Poi ci possono essere delle eccezioni, ma non sono la regola. I ragazzi sanno bene che quei falli, quei seni sono irreali, come sono irreali altre cose che vedono nei film e nella relazione con le ragazze sono ben lontani dal pensare che certe fantasie siano realizzabili, credo che i primi in imbarazzo sarebbero loro, imbranati e confusi come sono a quell’età. Penso si debba avere un po’ più di fiducia nell’intelligenza dei piccoli ometti che stanno crescendo, soprattutto se si è fatto un buon lavoro educativo di base sulle differenze tra mondo esterno e mondo esterno, tra realtà autentica e apparenza e sui rapporti tra pulsioni individuali e costizioni della vita reale, non solo relativamente agli affari di sesso ma anche alla via chimica alla felicità. Un po’ come dici tu c’è a monte un tema educativo più generale. Poi non sarano un po’ di scene zozze ad essere un gran problema.
In quanto metafora dello scambio di un modello etico con la realtà estetica delle persone.
Ok Lorenzo. Capisco il tuo punto di vista e ne intravvedo le radici. Ma come mai queste riflessioni ti sono state stimolate dal tema delle preoccupazioni di alcune mamme circa la diffusione del porno tra gli adolescenti maschi?
L’imprinting è determinante.
Nascere in queste consuetudini ce le fa scambiare per definitiva realtà.
Questa, sebbene occultamente, è pregna di un senso di superiorità dal quale tutti i pesci e tutte le oche prendono nutrimento.
Così si generano le graduatorie e i giudizi.
Un muro elevato e difeso per impedire accessi disturbanti e mantenere se stessi.
Ovvero quelli che scambiano il Sistema come l’indiscutibile deus ex machina della realtà.
O anche, quelli che hanno costretto l’inifinito che sono entro le dette consuetudini.
Non avere consapevolezza della transitorietà e dell’arbitrarietà di ciò che viviamo come immanente, impedisce a oche e pesci di riconoscere il duraturo.
Di mollare gli ormeggi e prendere il largo verso la vita autentica.
Lorenzo, percepisco che vuoi dirci qualcosa di interessante. La mia parte più riflessiva e ponderata mette a tacere il lato biricchino e superficiale e si impegna ma da sola non ci arriva. Per favore dammi una dritta esegetica altrimenti non riesco a interagire. Grazie.
Poi chiesero alle oche dove fosse la loro madre.
“Eccola, è qui”. Risposero indicando lo scienziato Konrad.
Danni collaterali dell’allenamento, come la mia tendinite rotulea, che tuttavia non ne inficiano il valore ai fini della prestazione sul campo. Accidenti Riva tentatore…Stryd si è incazzata e continua a lampeggiare, .mi sono fermato e sono finito fuori zona non rispettando la tabella. Basta. Devo darci dentro.
Però poi ha dovuto mettere gli occhiali!
Alberto Benassi, giuro che ho cercato di resistere con tutte le mie forze, ma non ce la faccio a non fare questa citazione sperando che passi. Poi giuro che smetto e vado a provare un nuovo giocattolo, Stryd (comprato per colpa di questo blog). L’imperatrice dice all’ussaro impersonato da Woody Allen “Come sei bravo! Ma dove hai imparato?”. Woody risponde “ Maesta’ , per dire la verità mi sono sempre molto allenato da solo”. Eccomi Stryde…arrivo.
Raffaele. Tutto è collegato, anche se non sembra. Qui stiamo parlando, su un altro tema, dell’accettazione del rischio e della deriva sicuritaria di cui abbiamo discusso a proposito della montagna. È un tema della cultura odierna che si manifesta in campi diversi.
Caro Fabio, cerco di difendere l’educazione “virile” dei nipoti maschi dagli eccessi protettivi dell’amore materno. Mia madre, con la semplice e solida pazienza delle donne della guerra, ha sempre avuto un grande rispetto della mia vita privata di piccolo ometto, anche da ragazzino. Mi ha lasciato commettere gli errori che mi hanno fatto crescere, guardando le cose da fuori e intervenendo solo nei momenti dove poteva davvero esserci un rischio grave. Le saro’ per sempre grato.
The Dark Side of the….Pasini.
Chiesero a un pesce cosa pensasse dell’acqua. “Acqua?” Disse. “Quale acqua?” Concluse.
Roberto, alla tua età, parlare di queste cose!
Mi meraviglio di te! 😉😉😉
Ma non e’ un blog di montagna?
Tutto bello. Analisi accurata del porno. Tutto giusto e politicanente corretto. Ma che palle! Queste madri moderne iperprotettive e invasive si vogliono intrufolare con i loro intenti pedagogici anche in una fase cruciale della crescita del giovane maschio che precede le prime esperienze con l’altro sesso. Fase che non conoscono per esperienza diretta perché per le ragazze è diverso. Ci siamo passati tutti usando gli stimoli che l’epoca di volta in volta forniva, dalle foto ai giornaletti e poi siamo passati dalle fantasie al mondo reale. E poi, parliamoci francamente, mantenere la capacità di avere un po’ di fantasia aiuta anche da adulti e non è opposta ad una sana e vivace sessualità di coppia. Quindi lasciateli un po’ in pace i vostri maschietti quando si appartano nella loro cameretta e accettate il rischio. Ci sono rischi ben maggiori a quell’età di perdere la retta via.
Molti bambini e ragazzi hanno visto i video del Sistema.
Ora lo credono vero.
Con esso soddisfano le loro convinzioni e la loro morale.
Tramite esso giudicano e si sentono possessori del vero.
Non hanno avuto una madre che gli ha detto che era pornografia.