La distinzione fra ebraismo e stato d’Israele, che fino a ieri ci era potuta parere preziosa acquisizione contro i fanatismi, è stata rimessa in forse dall’assenso o dal silenzio della Diaspora. Una grande donna ebrea cristiana, Simone Weil, ha ricordato che la spada ferisce da due parti. Anche da più di due, si può aggiungere.
Il manifesto ha pubblicato questo testo la prima volta il 24 maggio 1989, una seconda volta il 18 gennaio 2009 e una terza il 4 novembre 2023. I problemi e le domande che pone restano ancora oggi aperti e immutati. Semmai «solo» aggravati.
Lettera agli ebrei italiani
di Franco Lattes Fortini
(pubblicato su ilmanifesto.it il 4 novembre 2023)
Ogni giorno siamo informati della repressione israeliana contro la popolazione palestinese. E ogni giorno più distratti dal suo significato, come vuole chi la guida.
Cresce ogni giorno un assedio che insieme alle vite, alla cultura, le abitazioni, le piantagioni e la memoria di quel popolo e – nel medesimo tempo – distrugge o deforma l’onore di Israele.
In uno spazio che è quello di una nostra regione, alle centinaia di uccisi, migliaia di feriti, decine di migliaia di imprigionati – e al quotidiano sfruttamento della forza-lavoro palestinese, settanta o centomila uomini – corrispondono decine di migliaia di giovani militari e coloni israeliani che per tuttala loro vita, notte dopo giorno, con mogli, i figli e amici, dovranno rimuovere quanto hanno fatto o lasciato fare.
Anzi saranno indotti a giustificarlo. E potranno farlo solo in nome di qualche cinismo real-politico e di qualche delirio nazionale o mistico, diverso da quelli che hanno coperto di ossari e monumenti l’Europa solo perché è dispiegato nei luoghi della vita d’ogni giorno e con la manifesta complicità dei più.
Per ogni donna palestinese arrestata, ragazzo ucciso o padre percosso e umiliato, ci sono una donna, un ragazzo, un padre israeliano che dovranno dire di non aver saputo oppure, come già fanno, chiedere con abominevole augurio che quel sangue ricada sui propri discendenti. Mangiano e bevono fin d’ora un cibo contaminato e fingono di non saperlo. Su questo, nei libri dei loro e nostri profeti stanno scritte parole che non sta me ricordare.
Quell’assedio può vincere. Anche le legioni di Tito vinsero. Quando dalle mani dei palestinesi le pietre cadessero e – come auspicano i “falchi” di Israele – fra provocazione e disperazione, i palestinesi avversari della politica di distensione dell’Olp, prendessero le armi, allora la strapotenza militare israeliana si dispiegherebbe fra gli applausi di una parte dell’opinione internazionale e il silenzio impotente di odio di un’altra parte, tanto più grande.
Il popolo della memoria non dovrebbe disprezzare gli altri popoli fino a crederli incapaci di ricordare per sempre.
Gli ebrei della Diaspora sanno e sentono che un nuovo e bestiale antisemitismo è cresciuto e va rafforzandosi di giorno in giorno fra coloro che dalla violenza della politica israeliana (unita alla potente macchina ideologica della sua propaganda, che la Diaspora amplifica) si sentono stoltamente autorizzati a deridere i sentimenti di eguaglianza e le persuasioni di fraternità.
Per i nuovi antisemiti gli ebrei della Diaspora non sono che agenti dello stato di Israele. E questo è anche l’esito di un ventennio di politica israeliana.
L’uso che questa ha fatto della Diaspora ha rovesciato, almeno in Italia, il rapporto fra sostenitori e avversari di tale politica, in confronto al 1967. Credevano di essere più protetti e sono più esposti alla diffidenza e alla ostilità.
Onoriamo dunque chi resiste nella ragione e continua a distinguere fra politica israeliana e ebraismo. Va detto anzi che proprio la tradizione della sinistra italiana (da alcuni filoisraeliani sconsideratamente accusata di fomentare sentimenti razzisti) è quella che nei nostri anni ha più aiutato, quella distinzione, a mantenerla.
Sono molti a saper distinguere e anch’io ero di quelli.
Ma ogni giorno di più mi chiedo: come sono possibili tanto silenzio o non poche parole equivoche fra gli ebrei italiani e fra gli amici degli ebrei italiani?
Coloro che ebrei o amici degli ebrei – pochi o molti, noti o oscuri, non importa – credono che la coscienza e la verità siano più importanti della fedeltà e della tradizione, anzi che queste senza di quelle imputridiscano, ebbene parlino finché sono in tempo, parlino con chiarezza, scelgano una parte, portino un segno.
Abbiano il coraggio di bagnare lo stipite delle loro porte col sangue dei palestinesi, sperando che nella notte l’Angelo non lo riconosca; o invece trovino la forza di rifiutare complicità a chi quotidianamente ne bagna la terra, che contro di lui grida.
Né mentiscano a se stessi, come fanno, parificando le stragi del terrorismo a quelle di un esercito inquadrato e disciplinato. I loro figli sapranno e giudicheranno.
E se ora mi si chiedesse con quale diritto e in nome di quale mandato mi permetto di rivolgere queste domande, non risponderò che lo faccio per rendere testimonianza della mia esistenza o del cognome di mio padre e della sua discendenza da ebrei. Perché credo che il significato e il valore degli uomini stia in quello che essi fanno da sé medesimi a partire dal proprio codice genetico e storico, non in quel che con esso hanno ricevuto in destino.
Mai come su questo punto – che rifiuta ogni «voce del sangue» e ogni valore al passato ove non siano fatti, prima, spirito e presente; sì che partire da questi siano giudicati – credo di sentirmi lontano da un punto capitale dell’ebraismo o da quel che pare esserne manifestazione corrente.
In modo affatto diverso da quello di tanti recenti, e magari improvvisati, amici degli ebrei e dell’ebraismo, scrivo queste parole a una estremità di sconforto e speranza perché sono persuaso che il conflitto di Israele e di Palestina sembra solo, ma non è, identificabile a quei tanti conflitti per l’indipendenza e la libertà nazionali che il nostro secolo conosce fin troppo bene.
Sembra che Israele sia e agisca oggi come una nazione o come il braccio armato di una nazione, come la Francia agì in Algeria, gli Stati uniti in Vietnam o l’Unione Sovietica in Ungheria o in Afghanistan. Ma, come la Francia era pur stata, per il nostro teatro interiore, il popolo di Valmy e gli Americani quelli del 1775 e i sovietici quelli del 1917, così gli ebrei, ben prima che soldati di Sharon, erano i latori di una parte dei nostri vasi sacri, una parte angosciosa e ardente della nostra intelligenza, delle nostre parole e volontà.
Non rammento quale sionista si era augurato che quella eccezionalità scomparisse e lo stato di Israele avesse, come ogni altro, i suoi ladri e le sue prostitute. Ora li ha e sono affari suoi. Ma il suo Libro è da sempre anche il nostro, e così gli innumerevoli vivi e morti libri che ne sono discesi.
È solo paradossale retorica dire che ogni bandiera israeliana da nuovi occupanti innalzata a ingiuria e trionfo sui tetti di un edificio da cui abbiano, con moneta o minaccia, sloggiato arabi o palestinesi della città vecchia di Gerusalemme, tocca alla interpretazione e alla vita di un verso di Dante o al senso di una cadenza di Brahms?
La distinzione fra ebraismo e stato d’Israele, che fino a ieri ci era potuta parere una preziosa acquisizione contro i fanatismi, è stata rimessa in forse proprio dall’assenso o dal silenzio della Diaspora. E ci ha permesso di vedere meglio perché non sia possibile considerare quel che avviene alle porte di Gerusalemme come qualcosa che rientra solo nella sfera dei conflitti politico-militari e dello scontro di interessi e di poteri.
Per una sua parte almeno, quel conflitto mette a repentaglio qualcosa che è dentro di noi.
Ogni casa che gli israeliani distruggono, ogni vita che quotidianamente uccidono e persino ogni giorno di scuola che fanno perdere ai ragazzi di Palestina, va perduta una parte dell’immenso deposito di verità e di sapienza che, nella e per la cultura d’Occidente, è stato accumulato dalle generazioni della Diaspora, dalla sventura gloriosa o nefanda dei ghetti e attraverso la ferocia delle persecuzioni antiche e recenti.
Una grande donna ebrea cristiana, Simone Weil, ha ricordato che la spada ferisce da due parti. Anche da più di due, oso aggiungere.
Ogni giorno di guerra contro i palestinesi, ossia di falsa coscienza per gli israeliani, a sparire o a umiliarsi inavvertiti sono un edificio, una memoria, una pergamena, un sentimento, un verso, una modanatura della nostra vita e patria.
Un poeta ha parlato del proscritto e del suo sguardo «che danna un popolo intero intorno ad un patibolo»: ecco, intorno ai ghetti di Gaza e Cisgiordania ogni giorno Israele rischia una condanna ben più grave di quelle dell’Onu, un processo che si aprirà ma al suo interno, fra sé e sé, se non vorrà ubriacarsi come già fece Babilonia.
La nostra vita non è solo diminuita dal sangue e dalla disperazione palestinese; lo è, ripeto, dalla dissipazione che Israele viene facendo di un tesoro comune.
Non c’è laggiù università o istituto di ricerca, non biblioteca o museo, non auditorio o luogo di studio e di preghiera capaci di compensare l’accumulo di mala coscienza e di colpe rimosse che la pratica della sopraffazione induce nella vita e nella educazione degli israeliani.
E anche in quella degli ebrei della Diaspora e dei loro amici. Uno dei quali sono io.
Se ogni loro parola toglie una cartuccia dai mitra dei soldati dello Tsahal, un’altra ne toglie anche a quelli, ora celati, dei palestinesi.
Parlino, dunque.
13
I tuoi “intellettuali di sinistra” non hanno da dire nulla su questo?
11 aprile 2024
Israele ha colpito un convoglio dell’UNICEF che trasportava aiuti umanitari a Gaza nord
Tess Ingram, portavoce dell’UNICEF: “I colpi provenivano da un checkpoint israeliano. Siamo stati colpito dai proiettili e siamo stati davvero fortunati. La sicurezza non è garantita nemmeno quando adottiamo tutte le misure necessarie”.
…dopo che settimana scorsa avevano ASSASSINATO con tre droni sette operatori umanitari della World Central Kitchen…
Naturalmente il problema per loro sono tre Senati accademici su 97… INTELLETTUALI MA A DOPPIO STANDARD….
DOMANDA A CROVELLA: Dove erano Ricolfi, Bachelet, Violante (che tanto sono sempre tre) quando nel 2022 sono state interrotte tutte le collaborazioni con le Università russe?
Si, Placido e anche la Shoah stando a Crovella. Magari però qualcuno dei suoi amichetti ebrei ha il nonno con un numero sul braccia e la pensa un po’ diversamente…
Accidenti! L’antisemitismo c’ha la data di scadenza come il latte!
Meno male che c’è Rocvella ad aprirci gli occhi.
A memoria: Itzhak Rabin, primo ministro israeliano, assassinato da un colono estremista e sionista di destra, perché aveva sottoscritto gli Accordi di Oslo coi palestinesi (Arafat) e odiato dalla destra nazionalista e conservatrice e dai leader de Likud che vedevano negli Accordi il primo passo per dover abbandonare ii territori occupati. La stessa destra conservatrice e lo stesso Likud che sono al potere oggi. Fatti un pensierino…
RAGIONEVOLMENTE per chi? Per te? Pubblica un qualcosa di UFFICIALE dove ci sia scritto che questa è la soluzione. Non una tua elucubrazione o deduzione, qualcosa che lo dica ESPRESSAMENTE e che provenga da una AUTORITA’ ISRAELIANA RICONOSCIUTA.
Mezza verità sta nel Ministro della sicurezza nazionale israeliano Beng-Vir: “Se Netanyahu non attacca a Rafah, lo mettiamo fuori dal Governo)
Quanto all’essere obsoleto l’Olocausto meglio che lo tieni per te e non lo dici ai tuoi amici ebrei. Quanto alla signora Bruck, è ebrea e visto che gli ebrei si parlano (Crovella dixit) ne sa sicuramente più di Ricolfi Violante Bachelet e pure Crovella. A differenza dei precedenti lei ha un metro di giudizio sull’antisemitismo che voi manco vi sognate…
Parafrasando il titolo dell’articolo principale, più che una “Lettera agli ebrei italiani”, bisogna scrivere una “Lettera alla sinistra italiana, specie se woke”. Più manifesta a sostengo dei palestinesi e più danni fa a questi ultimi, l’ho già detto. Bisogna invece smetterla di attaccare sia gli israeliani in senso stretto che gli ebri in un’accezione più ampia, per alleggerire il clima emotivo mondiale sul tema M.O., affniché la comunità internazionale (USA in primis ecc) concretizzi una soluzione tecnica strutturale, che ragionevolmente non può che essere spostare i palestinesi.
Mi pare che qui occorra un
DISCLAIMER
Il precedente intervento #576 è da considerarsi come pesantemente ironico e provocatoriamente sarcastico nella sua parte centrale.
Per una corretta interpretazione del pensiero dell’autore e del significato dei termini usati si rimanda al Dizionario dell’Italiano Treccani o anche a: https://www.treccani.it/enciclopedia/elenco-opere/Vocabolario_on_line/
A parte che non tutti i commentatori ammettono di “aver capito e metabolizzato” l’esistenza del razzismo della sinistra e dei woke, mi pare di aver riportato ampi stralci (sia di ebrei che di non ebrei, fra cui Luca Ricolfi e Luciano Violante, acclarati esponenti della sinistra lucida e onesta intellettualmente) di chi, oltre al sottoscritto, afferma che le manifestazioni ed episodi Pro Palestina siano espressione di antisemitismo conclamato, cioè razzismo (testuale!) e quindi di “fascismo degli antifascisti”. Se non cambiamo radicalmente questo approccio completamente sbagliato, non si rivolverà MAI il problema israelo-palestinese
L’unica cosa chiara (drammaticamente chiara) è quanto tu non riesca nemmeno a prendere in considerazione un qualunque appunto o obbiezione (o quello che tu anche solo recepisci come obbiezione) a quello che scrivi e che ritieni di essere l’unica verità assoluta.
Abbiamo capito: gli ebrei sono un’entità monolitica, portatori di qualità eccezionali che superano il livello del resto dell’umanità, graniticamente sostenitori di Israele a prescindere da qualunque nefandezza essa possa compiere (anzi sono certi che Israele non può che essere sempre dalla parte della ragione).
Quindi inimicarseli significa essere destinati a soccombere se non addirittura a perire o scomparire dalla scena.
Chi non è d’accordo è antisemita, odia l’occidente ed è un razzista e nazista di sinistra.
Ho riassunto correttamente? Dimenticato nulla?
Visto che abbiamo capito, adesso potresti smetterla con ‘sti interventi monocordi e ripetitivi?
Avete una concezione datatissima dell’antisemitismo, e per questo oggi sbagliata. Roba da quasi 100 anni fa, ai tempi appunto della Shoah. Testimonianze di personaggi che hanno vissuto quel periodo, per quanto rispettabilissime, appartengono al passato. Il quadro è diametralmente cambiato: l’antisemitismo di oggi è fuso con l’antisionismo (che allora sostanzialmente non esisteva), anzi deriva dall’antisionismo ed è alimentato dal mondo islamico. Ma il fenomeno, come più volte spiegato, trova appoggio in Occidente in quella cosiddetta cultura woke, che si schiera con i palestinesi non per amore specifico a favore dei palestinesi, ma per astio verso l’Occidente, che (nel dualismo-israelo-palestinese) è rappresentato da Israele. Da lì la reazione degli ebrei residenti in Europa, che si sentono “traditi”, pugnalati alle spalle, da alcuni loro concittadini (quelli di sinistra e/o “woke”). Se NON è chiaro questo nuovo quadro in essere, si tranciato giudizi che, oggi, non hanno fondamento.
E per tua conoscenza, la signora Bruck porta su un braccio il numero 11152. Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen.
Nessuno dei tuoi citati era ancora nato, per cui la signora ha molta più conoscenza dell’antisemitismo…
549 CROVELLA. Per mettere fine ai tuoi ebrei italiani incazzati, amichetti o no, oggi l’ebrea Edith Bruck, vatti a vedere chi è se non lo sai, ha detto chiaro e tondo: “Netanyahu è responsabile del ritorno dell’antisemitismo”.
La signora vale 1000 Ricolfi o Bachelet o Violante essendo ebrea prima di tutto, e poi storica, poetessa, scrittrice, regista, traduttrice, testimone diretta della Shoah in Ungheria. Anche Di Segni dovrebbe inchinarsi davanti a lei…
“lo spostamento (=deportazione)…eviterà il loro sterminio da parte degli israeliani e, contemporaneamente, alleggerirà questo pesante clima antisemita “
Certo che con sostenitori intelligenti e lungimiranti come te, cosa se ne fa Israele dei nemici antisionisti!
Continuate, continuate… nella vostra babbeaccine woke. Non fate altro che esasperare il clima che si indirizzerà sempre più verso lo spostamento (=deportazione) dei palestinesi. Perché tale soluzione sarà la preferita, in quanto salverà capra e cavoli: eviterà il loro sterminio da parte degli israeliani e, contemporaneamente, alleggerirà questo pesante clima antisemita che grava un po’ in tutto il mondo.
Expo al #566:
Immagino sia una risposta al mio #564: spiacente, ma posso rispondere solo del mio equilibrio e della mia coerenza, non dell’equilibrio e della coerenza di qualcun altro.
Concederai che al #564 (così come al #563, #557, …) replico a quello che tu e/o Rovella avete scritto e sostenuto, non a quanto scritto/fatto/detto da qualcun altro di cui non potete rispondere.
Detto questo, rimane comunque un fatto che proteste, legittime e motivate, contro lo stato di Israele si siano verificate anche ben prima del 7 Ottobre.
518 – FINO alla rivoluzione russa. Prima era solo una “forma” culturale (neppure “politica” sponsorizzata dall’Impero austro-ungarico contro l’Impero zarista…
DOMANDA AI GENI DELLA GEOPOLITICA.
Alcuni terroristi tagiki uccidono in un attentato vicino a Mosca circa 140 persone. La Russia, come Israele, sarebbe stata “autorizzata” a bombardare Dushanbe e nessuno avrebbe potuto protestare perché era un suo “diritto”?
Israele si inventa grazie alla Bibbia di essere il popolo eletto e di avere DIRITTO a tutta la terra che sta lì intorno, cacciando (nell’ipotesi più “morbida”) chiunque lui stesso decida. Dunque, siccome di Ucraina NON C’E’ TRACCIA STORICA come Stato alla rivoluzione russa, di conseguenza Polonia, Russia, Ungheria hanno il diritto di ri-prendersi le terre che erano loro in origine?
@ 565
Come e’ intervenuto l’occidente per impedire il genocidio ruandese in cui morirono trenta volte piu’ persone ?
Chi si mobilito’ bloccando le universita’ e le collaborazioni con chi era coinvolto nella guerra ?
Il conflitto Israele – Palestina non sara’ iniziato il 7 Ottobre 2023 , ma vedere gente che dopo un efferato assalto terrorista in cui muoiono circa mille civili , si precipita a difendere le ragioni degli assassini che da due anni progettavano di scannare mille civili , cercando di ribaltare la colpa su Israele che non l’aveva previsto per colpa sua , come equilibrio e coerenza fa un po’ ridere.
549 CROVELLA. Per mettere fine ai tuoi ebrei italiani incazzati, amichetti o no, oggi l’ebrea Edith Bruck, vatti a vedere chi è se non lo sai, ha detto chiaro e tondo: “Netanyahu è responsabile del ritorno dell’antisemitismo”.
Hai dimenticato il Ruanda, 800.000/1.000.000 di morti grazie alle becere politiche coloniali prima tedesche poi belghe…
Faccio sommessamente notare che il conflitto non è iniziato il 7 Ottobre.
PS
forno??
Mah… io sono l’ultimo delle capre, ma dire “non hai protestato per X, quindi statte zitto (come si dice a Torino) e non protestare nemmeno per Y, che altrimenti vuol dire che sei in malafede”, non mi sembra un gran argomento.
Comunque, contenti voi, fate pure.
Si è mai visto uno schioppo ad avancarica venduto alla Cina?
Si son mai visti politici precipitarsi a esprimere sostegno totale alla Cina o quantomeno a fornirle a ogni piè sospinto scusanti condannando gli Uiguri per le loro azioni o affermazioni al suo diritto alla difesa.
“C.D.D.” = *azzo Dici Deficiente è il significato dell’acronimo
Si è mai vista UNA SOLA azione di protesta di studenti italiani a favore degli uiguri?
Si è mai visto UN SOLO Senato accademico italiano che ha boicottato le collaborazioni con la Cina (cioè la nazione che perseguita gli uiguri)?
Da odierna La Stampa
Napoli come Torino, gli studenti occupano l’Università Federico II: “No a progetti con Israele”
L’Ateneo napoletano si mobilita definendo «genocidio» l’azione di Tel Aviv nella Striscia. A Firenze lettera appello di 200 docenti per non aderire al bando Maeci
C.D.D.
Se i 30.000 morti non avessero coinvolto la “turbocapitalista” Israele e i “poveri proletari” palestinesi , a quest’ ora ne parlerebbe solo il Papa , i collettivi universitari non abbaierebbero , e della guerra conosceremmo gli stessi dettagli che conosciamo della guerra fra Ucraina e Donbass.
E’ pacificamente accettato che in Rwanda Tutsi ed Urdu siano etnie contrapposte in una faida da prima del 1800.
Il governo socialista di Mitterand ebbe un discusso ruolo , non certo determinante , nel genocidio appoggiando una parte in guerra contro l’altra.
Il capitalismo, ovviamente , c’entra nulla perche’ Mitterand era socialista e a Macron non sembra vero oggi di criticare il suo operato.
A conti fatti l’occidente si disinteresso’ completamente di un genocidio di una decina di volte superiore a quello di Ucraina + Medio oriente : nessun contendente era un “cattivo” ufficiale e nessuno era un “buono” da difendere dai capitalisti , le universita’ non furono occupate e non ci fu grande mobilitazione:, una guerra fra balabiott.
Qui qualche notizia sul tipo di coinvolgimento della Francia.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ruolo_della_Francia_nel_genocidio_del_Ruanda
Wui c’e’ uno schema.
che c’è da dimostrare? Da ottobre 2023 a oggi le maniefstazioni di piazza PRO Palestina sono state, solo in italia, 1100, fore qualcosina di più. I vari cortesi e le “pressioni” sugli atenei da parte degli studenti dei centri sociali “Cambiare rotta” non si limitano al solo caso torinese… avete mai visto simile spiegamento di forze per gli uiguiri e/o per i rohingya? Anche solo per la guerra civile nello Yemen, che pare aver fatto più di 400.000 vittime? Gli Houti sono balzati alla ribalta mediatica solo dopo aver iniziato a bombardare le navi commerciali occidentali e/o gli israeliani.
Come mai questa differenza? certo, in linea di principio ci possono esser tante cause per il particolare atteggiamento degli occidentali woke a tutele dei palestinesi. Si dice, per es, la sproporzione fra 1200 morti del 7 ottobre e i 32.000 morti a gaza. Certo, tutto fondato, ma non è solo quello. infatti l’ergersi a difesa dei palestinesi è arrivato quasi subito, le prime manifestazioni di piazza in Italia sono state fatte che Israele forno non aveva ancora iniziato a bombardare, oppure che era proprio agli inizi. Insomma è autoesplicativo che ci sia un astio prevenuto verso Israele. io lo lego al fatto che, in quel particolare dualismo Israele sia la parte che rappresenta l’occidente. I woke portano cos’ all’eccesso la loro visione che ogni caso che sia “occidentale” è per forza sbagliata e sta dalla parte del torto… A prescindere, come diceva Totò
Corvella #549:
Dimostrare, prego.
Altrimenti sono solo (ad essere gentili) chiacchiere.
“non ve ne frega un beato cazzo , perchè non c’è un “capitalista” da colpire”
No, infatti…ti ho appena finito di dire che un paese alquanto capitalista si è assunto la responsabilità politica (per la prima volta nella storia, onore a loro) della vicenda. Ma di certo nessuno avrebbe mai potuto pensarlo all’epoca
Sei proprio un fine pensatore…
Sisi , Macron… :-)Adesso sono morte 1/30 delle persone e c’è un clamore mediatico 1000 volte superiore.In realtà di una durissima e fratricida guerra fra poveri non ve ne frega un beato cazzo , perchè non c’è un “capitalista” da colpire nel Vs. elementare schema mentale.Ma a lavare la testa all’asino si perde solo tempo e sapone…
P.S.: era in Ruanda e quanto alla possibile politicizzazione vatti a leggere le dichiarazioni di Macron…anche ignorante
Il tema in realtà è chi se sta zitto sembra un normale imbecille, ma si ostina a intervenire.
Nel periodo 1992/1995 nel centrafrica sono morte 1.000.000 di persone nella faida fra Tutsi e Urdu , ma la cosa era meno politicizzabile.
Alcuni terroristi pesantemente armati fanno irruzione in un rave party nel deserto falciando a mitragliate qualche centinaio di ragazzi e ragazze , inclusi quelli che si sono rinchiusi nei bagni o che si sono finti morti : 250 morti civili israeliani.Qualche mese dopo l’esercito israeliano entra negli ospedali palestinesi dove si sono asserragliati i terroristi armati e i loro vertici uccidendo 1000 persone fra terroristi ( non si sà quanti , in Palestina Hamas è il primo partito con il 70 % dei voti ) , e civili palestinesi.In Italia nella perpetua polemica politica/calcistica qualcuno osserva sprezzantemente che gli israeliani avrebbero dovuto limitarsi ad uccidere 1000 palestinesi , non importa se terroristi o meno , così i conti sarebbero stati pari.Nella mia nuvoletta la penso come gli israeliani : il tema non è l’ennesima rappresaglia , è distruggere un organizzazione terrorista che si riorganizzerà e tornerà a colpire fra qualche mese ( come del resto l’Isis ).Solo questo è utile , altrimenti tanto vale non muoversi neanche.
“la sinistra europea, specie italiana, si è scalmanata a dismisura per la situazione dei palestinesi, mentre non ha battuto ciglio sugli altri “genocidi””
Esattamente come la destra italiana si è scalmanata sulle foibe ma latita su Marzabotto, e quindi?
Ma, a parte che le dimensioni dell’oppressione e delle stragi degli uiguri (ma anche dei rohingya) non sono assolutamente paragonabili a quanto sta avvenendo a Gaza, mi pare che tu faccia affermazioni decisamente false riguardo alla reazione della sinistra sulle questioni e perdipiù tu sia piuttosto approssimato sulla posizione della Birmania, che non è certo “comunista”.
Diciamo che la tua analisi sul filopalestinismo come antioccidentalismo ha la stessa valenza di filopalestinismo come espressione di antisemitismo: una corazzata Kotiomkin!
anche in tal cosa, a maggior ragione essendo giunti a 550 commenti, lascio le mie considerazioni ad alcuni articoli che spero Gogna sia disponibile a pubblicare. Qui mi focalizzo solo su un punto: la sinistra europea, specie italiana, si è scalmanata a dismisura per la situazione dei palestinesi, mentre non ha battuto ciglio sugli altri “genocidi” (intesi in senso lato) in giro per il mondo. Me ne vengono in mente due: quello a danno degli uiguri nel nord est della Cina e quello dei rohingya in Birmania. io ne deduco un’osservazione interessante: coerentemente con la cultura “eoke” che sta ammorbando la sinistra in tutto l’Occidente, ma in particolare in Europa, ci si schiera per i palestinesi non solo e non tanto per i palestinesi in sé, ma soprattutto perché la loro controparte (gli israeliani) sono marcata espressione dell’occidente. Negli altri due casi citati, Cina e Birmania non ispirano altrettanto astio (all’interno sinistra italiana) perché non “sono” Occidente, mentre Israele è indiscutibilmente “occidentale”. Quindi, a parità di criticità sul piano umano, la variabile dominante (in tipico stile “woke”) sul tema palestinesi è principalmente l’astio che alcuni occidentali (sinistrorsi e woke) provano verso l’Occidente. E questo è forse la cause per cui gli ebrei residenti in Occidente (in (Europa nello specifico) sono particolarmente sensibili agli attacchi della sinistra a Israele.
Six months in, the war in Gaza has dramatically shifted – and Israel is running out of road
Breve estratto:
Io sono d’accordo con il rabbino Arbib, solo manca di porsi e quindi di rispondere alla domanda fondamentale: “perché le cose sono cambiate e dalla solidarietà di è passati all’antisemitismo?”
Eppure la risposta è chiara e semplice: perché dopo il 7 ottobre con 1100 morti e 200 rapiti [terribile e orrendo] c’è stato il 26 ottobre con 33000 morti [quasi 30 volte peggio] e che Israele non è l’unico stato che combatte per la propria sopravvivenza, anche se forse è il più violento!
“È un dovere ricordare perché c’è stato un inizio di grande solidarietà dopo gli attacchi del 7 ottobre e dopo col tempo le cose sono state dimenticate. Soprattutto è importante ricordare dopo che abbiamo assistito a un’ondata di antisemitismo a seguito del 7 ottobre. [Il Sole 24 Ore]
è un antisemitismo che ha l’obiettivo di essere buono, si tratta cioè di persone che pensano di difendere gli oppressi e combattere per il bene – ha concluso -. Questa forse è una cosa da chiarire perché l’antisemitismo è sbagliato [ANSA]
Qui è successo qualcosa di terribile. Possibile che non provochi emozione? Questa è una cosa che mi impressiona. Così come mi impressiona quello che succede con gli ostaggi, persone prese dalle loro case e rapite. … Stiamo vivendo un periodo estremamente difficile, forse il periodo peggiore della storia ebraica dopo la seconda guerra mondiale, sicuramente il peggiore che io abbia vissuto [Il Giorno]
Crovella, ma sei scemo o fai apposta? PRETENDERE? E chi pretende nulla da 30.000 italiani di religione ebraica? Starnazzino finché vogliono. Però attento: a furia di gridare al lupo al lupo… E poi: gli studenti HANNO COSTRETTO cosa? Erano armati? Violenti? Dalle testimonianze non sembrerebbe. La signora Terracina era là, a differenza di tutti quelli che straparlano: lei non ha sentito o visto queste violenze. Stai, state affermando che i Senati Accademici di un paio di Università italiane su 97 (ovverosia 23 docenti a Senato) in Italia sono dei pusillanimi, paurosi, vigliacchi? Bene, ma se voi siete scribacchini da PC e quelli stanno lì, un motivo ci sarà. Siate almeno un po’ umili… Strano che citi Violante, un ex-giudice ex-comunista che di Berlusconi diceva che era un pericolo per la democrazia…
E daje, siete proprio di coccio! Continuate a PRETENDERE che gli ebrei italiani SCONFESSINO Israele: è questo l’errore metodologico. I 100.000 israeliani ieri in piazza, NON sono contro Israele ma contro Netanyahu. Le due cose NON coincidono e, una volta di mezzo tolto Netanyauh, vedrete che la politica israeliana NON cambierà strutturalmente. In ogni caso 100.000 persone in piazza (che sono tante a vederle) rappresentano “solo” l’1% dei circa 10 milioni di cittadini israeliani: un’inezia…
Per cui chi attacca Israele attacca gli ebrei europei (italiani nello specifico), così almeno percepiscono gli ebrei. E più attaccate Israele e più ferite e vi inimicate gli ebrei. Ho riportato una sfilza di prese di posizioni in tal senso e non sono dichiarazioni di ebrei qualsiasi, cioè “individui isolati”, ma prese di posizioni di ebrei che occupano ruoli rappresentativi (Presidenti di Comunità ebraiche o rabbini capi…): le loro opinioni possono esser intese come opinioni rappresentative della grande comunità ebraica italiana.
Non basta Luca Ricolfi come esempio di intellettuale italiano di sinistra ma lucido e dotato di estrema onesta intellettuale? Bene ECCO UN ALTRO ESEMPIO DI UN ITALIANO DI SINISTRA, CHE NON LE HAI MANDATE A DIRE AI SUOI “COMPAGNI” E MENO CHE MAI LO FA ORA
Luciano Violante (ex Presidente della Camera): «L’azione contro Israele negli atenei è sconfinata nell’antisemitismo»
Parliamo del sentiment (?) di questi bambini:
https://aje.io/2pcovu
SE VOLETE DAVVERO CAPIRE IL SENTIMET DEGLI EBREI ITALIANI
“La strage del 7 ottobre è già stata dimenticata. Dopo la solidarietà è rimasto l’antisemitismo”
Estratto dall’intervista al rabbino capo di Milano, da Il Giornale
Cosa pensa di quel che accade nelle università? «Minoranze, credo, che però impongono le loro idee. Inaccettabile. Ci sono sempre state, intendiamoci, ma il problema sta nella mancata reazione».
E la politica? «Ho l’impressione che soffra degli stessi difetti di parte dell’opinione pubblica: una certa superficialità nell’affrontare la questione del Medioriente, la scarsa capacità di capire problemi drammatici, riducendoli a slogan».
Anche Israele è nel momento più difficile «È un passaggio molto critico. Una guerra drammatica, una situazione difficile e non sempre sottolineata: Israele lotta per sopravvivere, con nemici che hanno il dichiarato obiettivo di distruggerlo. Io conto che venga fuori da tutto questo. Con la sicurezza e la pace
540 EXPO. Commetti un grosso errore. Io non ho detto che c’è di meglio, sei tu che hai etichettato il Mossad così. Io semplicemente ho sottolineato il fatto INCONTROVERTIBILE che il Mossad non si è accorto di una azione che è stata pianificata da Hamas per due anni prima che avvenisse. Una bella debacle per un servizio che si reputava il migliore del mondo. Tutto qui.
@537
Marco Vegetti
Attendo di sapere dagli informatissimi :”agenti segreti” del forum quali siano i migliori servizi segreti del mondo.
Buona notte
Marco, non sfidare Expo sennò ci toccherà leggere commenti a tuo nome inneggianti alla Spada Fiammeggiante dell’Asilo Mariuccia seguiti dalle tue smentite…
Placido! La Bibbia ebraica! Solo quella “logica” esiste. La Bibbia e la fandonia del popolo eletto…
521, EXPO. Ma tu le tue fonti quali sono? The Guardian è uno dei più importanti giornali inglesi, secondo dietro al Times. I tabloid sono ben altri. Il Mossad ? Quel super servizio segreto che non si è accorto dei preparativi (si parla di due anni!) di Hamas per il 7 ottobre? Ma scrivi barzellette per La Settimana enigmistica?
511 Crovella. Se però dovesse succedere quello che NON dicevi tu, sarai così loquace e onesto da dire : Ok, ho cazzato tutto. Le mie erano illazioni. Scusate, ho sbagliato”? Io ci credo poco. Troverai, come sempre, qualche motivo per svicolare e far finta di nulla… Magari parlando di brogli o di influenza russa 😀
L’originale dell’inchiesta sull’uso, da parte dell’esercito israeliano, del sistema di IA “Lavender” per individuare possibili “bersagli” da bombardare: ‘Lavender’: The AI machine directing Israel’s bombing spree in Gaza
Altro articolo fazioso, “woke”, disonesto e basato su “fisime mentali”:
Un cittadino di Gaza fa causa al governo italiano per la sua “complicità” con Israele
Purtroppo mi tocca ammettere di aver fatto una cazzata, in preda alla frustrazione e alla discussione ho scritto il commento 525 firmandomi come Matteo, il che oltre a essere abbastanza stupido è anche motlo scorretto.
Me ne scuso
Questo è quanto dovrebbe scrivere Expo, ma non l’ha fatto.
L’ho fatto io, Matteo (quello vero), per lui per dimostrare quanto sia facile farlo (con qualunque nome) e che lo si può fare tutti senza difficoltà.
Io me ne sono sempre astenuto per rispetto al Capo e perché penso che sia un ottimo modo per sputtanare questo blog . Credo e spero che la maggioranza pensa e agisca come me
Una Università in cui qualsiasi pirla bypassa gli organi democratici rappresentativi , cancella il diritto di opinione e impone una linea imposta da quattro pirla è già fascismo.
Ai tempi del Fascismo funzionava così. Gli facevano passare la voglia.
Di fronte all’incursione ancorché non violenta nei modi, degli studenti nella riunione del Senato Acc di Torino, un “vero” rettore come Dio comanda, avrebbe chiamato i carabinieri e li avrebbe fatti sloggiare.Esatto
Università italiane: bene che tengano in vita qualsiasi collaborazione con qualsiasi parnter, ma NON è compito delle Università esprimere delle posizioni “politiche”. A quello ci pensa il Governo o il Parlamento. La cosa detestabile, infine, sono i Senati accademici e i Rettori che si piegano a 90 rispetto alle pretese degli studenti (in questo caso di sinistra, ma il principio vale in assoluto). Di fronte all’incursione ancorché non violenta nei modi, degli studenti nella riunione del Senato Acc di Torino, un “vero” rettore come Dio comanda, avrebbe chiamato i carabinieri e li avrebbe fatti sloggiare. L’autorevolezza scientifica e l’indipendenza ideologico-politica degli atenei si vedono fin dal “polso” dei loro timonieri.
Io NON sono un sostenitore di Nethanyauh e, a prescindere dalle sue ultime azioni (ormai bombarda a casaccio, vedi Damasco), dopo 10 anni di governo e forse più, ha fatto il suo tempo. Bene quindi che Israele vada ad elezioni. Il Likud presenterà un altro candidato (chi non so). Possibile che vinca Gantz, che ha più carisma internazionale e ha già esperienze di governo. Ma non illudetevi che Israele ora. Diciamo che Gantz sarà più furbo e anziché bombardare a casaccio, inimicandosi la comunità internazionale, farà accorsi e stringerà collaborazioni, ma vedrete che l’obiettivo di Israele resta “liberarsi” dei palestinesi. Il tema Hamas (mescolata ai palestinesi o indenitificabile) è collaterale. Certo è un’aggravante in più, ma non è “il” tema cardine. Israele vuole risolvere una volta per tutte il “problema palestinesi”, non solo il problema terrorismo.
Crovella #516:
Logica? Quale logica?
E soprattutto in base a quali principi/normative?
Forse la legge del più forte?
“Faccio fatica a rispondere nel merito , scrivere due monate o attacchi personali e’ piu’ semplice.
L’ho imparato all’Asilo Mariuccia.”
Questo è ovviamente un altro Matteo che pensa di fare lo spiritoso…
Faccio fatica a rispondere nel merito , scrivere due monate o attacchi personali e’ piu’ semplice.
L’ho imparato all’Asilo Mariuccia.
@516 Crovella
Nemmeno i loro parenti piu’ stretti vogliono i palestinesi : facendo un parallelo centinaia di migliaia di ucraini sono espatriati in Polonia , Germania e altri stati europei confinanti , e sono stati accolti relativamente bene perche’ facilmente integrabili.
Provate a parlare con Egitto , Libano , Giordania o Siria di beccarsi dei palestinesi…( ? ) vedete che cosa vi rispondono.
Scusatemi, ho postato due pirlate per il solo gusto di provocare. Ritiro tutto.
Francia , Germania , Belgio , UK , e pure Russia.
@ 519
Hamas mescolato con la popolazione : il Guardian dice che e’ facilissimo beccarli.
Tutto bellissimo e surreale : un tabloid del Regno Unito ,stato che non riesce a beccare nemmeno i clandestini che attraversano la manica , da’ “autorevoli” consigli antiterrorismo ai migliori servizii segreti e di intelligence del mondo contro una tipologia di terrorismo mimetico che ha allegramente sforacchiato negli ultimi anni le difese di Francia , Germania e Belgio.
Come al solito chi sa fa’ , chi non sa’ insegna..
@ 519
Uso della ricerca scientifica per fini militari.
Oggi , in occasione di due ridicole “Mozioni di sfiducia” , un tizio di FDI ha detto una cosa che condivido dal midollo : cioe che’ la sinistra e’ usa applicare sempre due pesi e due misure : una misura per gli “amici” e una per i “nemici”.
In particolare basta un ‘indagine nata sulla base di un “esposto” di un parlamentare e un ministro in cerica si dovrebbe dimettere ( se e’ nemico ) , oppure restare in carica ( se e’ “amico” ).
Veniamo al punto : dopo 3 anni di Covid 19 fuoriuscito da un laboratorio cinese qualcuno di Voi ha chiesto di bloccare le collaborazioni universitarie con la Cina ?
Non mi sembra.
Eppure le tecnologie di “guerra batteriologica” fruiscono pacificamente delle collaborazioni con la ricerca universitaria italiana senza che nessuno dica: “beh”.
E il Covid 19 non lo hanno mica costruito per insaporire il brodo…
Crovella, dopo una galoppata di oltre 500 commenti, dei quali quasi 200 recano la tua firma, e chissà quanti la mia (gulp), siamo arrivati forse ad elaborare un paio di punti di possibile convergenza:
1) Le università italiane devono essere aperte alla collaborazione scientifica, ma non esimersi dall’affrontare, democraticamente, la discriminante dell’uso potenzialmente aggressivo/criminale della stessa.
2) La partnership con Israele e il suo popolo è un valore di primaria importanza per l’Italia, così come lo sono gli “anticorpi” ad ogni forma di antisemitismo, soprattutto se considerato che le leggi razziali, nel nostro paese, furono emanate da una dittatura che conta tuttora molti nostalgici, anche tra gli esponenti di partiti oggi al governo.
Ti invito infine a rivedere l’affermazione
alla luce di quanto riportato dal Guardian, nell’articolo segnalato al 482. Non sarebbe per niente impossibile, ma a quanto pare a qualcuno non interessa farlo.
Come già detto io sono tendenzialmente abbastanza d’accordo con la posizione della Bicocca, però l’affermazione:
“l’Università di Milano-Bicocca dialoga con istituzioni scientifiche israeliane e palestinesi”
pare un po’ infelice e suona al limite del buon gusto…
ECCO COME SI DEVONO COMPORATE LE UNIVERSITA’ ITALIANE
La Bicocca boccia il boicottaggio delle università israeliane: “Diplomazia scientifica”. Gli studenti provano a occupare i rettorato
da Il Fatto Quotidiano
Il Senato Accademico dell’Università di Bicocca di Milano boccia il boicottaggio nei confronti delle università israeliane. Una richiesta che arrivava dagli studenti di Cambiare Rotta che questo pomeriggio hanno manifestato dentro e fuori dall’ateneo durante la riunione dei senatori accademici … alla fine (post confronto università-studenti, NdR) si stila un documento condiviso in cui si afferma: “l’Università di Milano-Bicocca dialoga con istituzioni scientifiche israeliane e palestinesi ritenendo prioritario mantenere i rapporti con il mondo scientifico e accademico, utilizzando lo strumento della diplomazia scientifica quale sostegno al processo di pace, anche partendo dalle collaborazioni con i colleghi e le colleghe israeliani e palestinesi” … Una scelta che era stata già messa nera su bianco in un documento votato nel 2021, come ricorda il prorettore alla ricerca Guido Cavalletti che aggiunge: “Lo stop agli accordi con Israele non è la via giusta”. Una posizione che non soddisfa gli studenti che provano a raggiungere il Rettorato chiedendo un incontro pubblico con la rettrice. NOTA: il successivo incontro degli studenti con la rettrice non sembra aver modificato la posizione ufficiale dell’ateneo.
Genoaria La logica dice che spazi stretti e due popolazioni entrambe in vistosa crescita demografica non lasciano altra alternativa che lo spostamento dei palestinesi. L’obiettivo primario degli israeliani (condiviso emotivamente dagli ebrei europei, che spesso sono genitori e nonni di residenti in Israele) è certo risolvere il problema terrorismo, cioè Hamas, ma, poiché Hamas è mescolato con la popolazione civile, è impossibile isolare e poi uccidere i 40.000 miliziani di Hamas. O si sterminano tutti i palestinesi di Gaza o li si sposta lontano. il discorso è più articolato e riguarda anche Hezbolla e il Libano, nonché i palestinesi della Cisgiordania: mancanza di tempo e limiti alle batture rendono impossibile spiegare più in profondità. Ciao!
Dall’intervista ad Assaf Gavron (Il Giorno di oggi): “Da entrambe le parti c’è sfiducia reciproca, la gente ha paura, così appoggia soluzioni radicali”. Netanyahu e Hamas sono due opposti estremismi che si autoalimentano. Se Israele non fosse guidato da un estremista guerrafondaio, non ci sarebbe neanche da discutere sull’opportunità di finanziare progetti congiunti di ricerca in qualsivoglia tecnologia, comprese quelle utilizzabili dagli eserciti per protocolli di difesa.
Crovella, quali obiettivi strategici? L’unico obiettivo condiviso da tutti gli israeliani è (giustamente!) la sconfitta di Hamas. Ma i più hanno capito – e sempre saputo – che Netanyahu non sarà mai in grado di sconfiggere Hamas. Certo che hanno fiducia nell’esercito, il cui disorientamento – probabilmente non hai letto l’articolo del Guardian segnalato ieri da Placido – significa per l’appunto che in questo momento non c’è nessuna strategia. Ma quali obiettivi strategici! Quella roba che continui a scrivere, la strategia dello “spostamento” – tradotto: deportazione, cioè un crimine ignominioso – a questo punto non la sostiene apertamente più nessuno, neanche tra i più bifolchi degli estremisti (forse Trump, ma Trump è un idiota). Torna pure a concentrarti sulle polemiche da salotto tra Luca Ricolfi e il rettore – antisemita 🙂 – di UniTorino.
Yawn.
“polemiche pretestuose per tacitare la libera espressione di contenuti che infastidiscono, proprio perché “veri”
Come al solito tendi a una semplificazione ideologica, questa si pretestuosa: ci sono numerosi motivi diversi dall’essere “veri” per cui dei contenuti risultano fastidiosi e si cerchi perciò di tacitarli.
Per esempio “stupidi”, “razzisti”, “falsi”, “pericolosi” sono ancora più validi.
Giusto per non giustificare il tuo sillogismo “fastidioso”=”vero”
Per tornare a bomba, se si è riusciti a far barcollare un governo incrollabile perdipiù nel bel mezzo di una guerra, beh allora è proprio il caso di continuare il “bombardamento di parole” (così temuto dai campioni dello status quo) per cercare di porre fine all’ingiusta mattanza!
COMMENTO C.C.: Sono contento che Israele possa andare davvero a nuove elezioni, così si chiarisce l’”equivoco Netanyauh”. Tale equivoco fornisce un elemento ai detrattori di Israele: infatti essi sostengono che Netanyauh IMPONE la sua politica militare a Israele e questa NON sa ribellarsi. Non è così, può darsi che non proprio tutti gli israeliani (e, a monte, gli ebrei europei) condividano le modalità attuate da Netanyah, ma sicuramente la maggioranza dei cittadini condivide gli obiettivi strategici (come da % riportate nell’articolo sottostante). Bene, dunque, che si vada a nuove elezioni. Se, tolto di torno Netanyauh, cambierà davvero l’obiettivo strategico (=risolvere una volta per tutte il problema dei palestinesi, presumibilmente spostandoli), allora hanno ragione quelli della linea opposta alla mia. Se invece, tolto Netanyahu, il nuovo governo israeliano (che sia di destra o di sinistra, poco rileva) proseguirà verso lo stesso obiettivo (già citato), allora ho ragione io, ovvero che non è Netanyauh che impone la sua politica a Israele, ma che è la maggioranza degli israeliani che esige quella particolare politica. E di conseguenza si posizionano gli ebrei europei.
Bibi perde consensi, la guerra no
Da Il Giornale (ah, già, è il quotidiano dei fascisti…)
«Elezioni a settembre, a circa un anno dal conflitto». Le chiede per la prima volta Benny Gantz, il leader di «Unità nazionale» entrato nel Gabinetto di guerra israeliano dopo il 7 ottobre e che secondo i sondaggi sarebbe il sostituto ideale di Benjamin Netanyahu. L’uscita dell’ex leader dell’opposizione, che sostiene di averne parlato con il premier, è la prova di come stia crescendo l’insofferenza nei confronti del primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre resta invece altissima la fiducia nell’Esercito.
Che le proteste (dei cittadini israeliani, NdR) siano contro il premier e non contro il conflitto per sconfiggere Hamas lo hanno rilevato ormai diversi sondaggi, tra cui una serie condotti a metà marzo dall’Istituto per la democrazia israeliana. Il 75% degli israeliani è a favore anche di uno degli scenari considerati fra i peggiori dalla comunità internazionale: l’invasione di terra della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. La fiducia nelle Forze Armate israeliane, che stanno conducendo il conflitto sul terreno, raggiunge picchi dell’86,5%.
Buon per te: a giudicare dagli esempi che hai fatto al #504 sembrava proprio il contrario.
?!?
Se hai qualcosa dire, a me o a “quell’altro mio amichetto che mi apprezza tanto”, chiunque sia, dilla esplicitamente… altrimenti questo è solo “inchiostro” sprecato.
Dove comunque vigono delle regole.
Tranquillo, ho capito da solo i dati tecnico-giuridici del problema., non bisogna mica esser “preparati” come quell’altro tuo amichetto che ti apprezza tanto (l’ho ha scritto esplicitamente). Dico che, oggi uno, domani un altro, sono tanti quelli che fanno i “fini” su questioni metodologiche (nel senso più ampio del termine), mentre siamo in un contesto informale… è palese che la comune molla sottostante a tutte queste obiezioni sia solo quella di fare polemiche pretestuose per tacitare la libera espressione di contenuti che infastidiscono, proprio perché “veri”
“@500 mi aspettavo una obiezione sul tema, ho la riposta pronta”
Guarda che sei tu che non rispondi…
e poi su che tema ti aspettavi risposta?
“come vi siete persi i piccoli artigiani, operai, semplici impiegati ecc di via Padova”
Alle tue illazioni infondate, c’è poco da rispondere: basta andare a vedere come ha votato (da sempre) i municipi 2 e 3 di Milano per capire quanto tu li conosca a e quanto valga la tua analisi politica…un po’ come tutte le tue analisi d’altra parte
Corvella al #504: non hai capito un H (come si dice a Torino).
Il problema eventualmente si porrebbe se X non avesse mai divulgato, ad esempio, la sua professione (ma vale per qualsiasi altro dato personale) e bel bello arrivasse Y, che la conosce, e la spiattellasse in pubblico senza il consenso di X.
Il problema ovviamente non si pone se fosse X ad aver spiattellato motu proprio i fatti suoi ed Y li avesse ripresi.
@500 mi aspettavo una obiezione sul tema, ho la riposta pronta, vedrai che sarà interessante, ma ti lascio a bagno maria per un po’, anche perché c’è il solito fenomeno che frigna (chissà cosa intende costui per “conversazione”? gente che si pone una domanda, lascia passare tre ora, poi l’altro risponde, poi altre tre ore di silenzio, poi la controrisposta… ma che “conversazione” è mai questa? non lo era neppure decenni fa, meno che mai oggi nella società “istantanea” dominata dalla tempistica di Wsthsup!). A più tardi
Ma sul punto balsamo, chiarito che si tratta di un equivoco, mi pare che la facciate troppo ufficiale. Siamo in un blog, non in una assemblea plenaria dell’ONU, quante battute si fanno e nessuno si preoccupa di tutto l’ambaradan giuridico che le soverchia. Ricordo che uno dei commentatori strutturali una volta raccontò che durante il lockdown aveva sfruttato l’occasione epr piacevoli intrattenimenti con vicine di casa… non sono scandalizzato 8anche se non è mio costume comportarmi in tale modo), ma se uno ora riprende quella “informazione” finisce in tribunale??? Al tempo tuti risero della serie “eh bravo, dai…” (manata sulla spalla)… e ora, a riprnderla, si finirebbe denunciati? boh, come al solito c’è un doppio pesismo, che tra l’altro è tipico di una certa ampia posizione culturale: quella del liberi tutti che però è “liberi” quando fa comodo e invece è “non liberi” quando non fa comodo… bah, cmq il problema con Balsamo non esiste proprio in termini oggettivi. Non vedo come posa esser offensivo se uno mi considerasse “primario ospedaliero”. certo, per correttezza gli preciserei che non lo sono, ma non è definizione offensiva.
Spero mi perdonerete, ma non posso fare a meno di consigliare la lettura di questo articolo evidentemente affetto da “disonestà intellettuale”, ciecamente asservito all’ “ideologia woke”, infarcito di “discorsi a tavolino” e “fisime mentali” (per non parlare della fonte dalla quale l’articolo è tratto):
Gaza, Ovadia: “Qui starnazzano di antisemitismo che non c’entra nulla. Quello commesso da Israele è etnocidio con carattere genocidiario”
Sull’ “interessantissima questione” faccio comunque sommessamente notare che i dati personali di una persona (come ad es. la professione) possono essere divulgati a terzi (il che include il renderli pubblici) solo col consenso del titolare.
In questo caso specifico, visto l’equivoco, c’è solo da riderci sopra, ma vale la pena ricordarselo.
@495
“[…] chi tace acconsente”
Ma nemmeno per sogno!
Secondo la tua logica, se io scrivessi in un commento che Crovella è un balengo e tu non rispondessi, dovrei presumere che sei d’accordo con me ?
Ma ti pare ?
Quindi, posto che sia vero che qualcuno in passato mi abbia definito “strutturato ospedaliero” (francamente non ricordo), non esiste alcun obbligo da parte mia, di nessun genere, di leggere tutti i commenti altrui o di rispondervi per correggere eventuali inesattezze (ovvero: leggo e rispondo se ne ho voglia).
E se qualcuno (ad esempio tu 🙂 ) lo ha inferito da età (?) e competenza espressa, è un viaggio suo e solo suo (si può essere competenti su certi argomenti anche senza essere “strutturati”, per fortuna).
E con questo considererei chiusa l’interessantissima questione della professione di Giuseppe Balsamo.
O, per dirla in altre parole: bona lè, riga! 🙂