L’illusione di avere l’Olimpiade “di” e “per” Cortina
di Enrico Lacedelli
(pubblicato su vocidicortina.it il 16 marzo 2023)
Il 24 giugno 2019 io non ero tra coloro (tanti? pochi?) che in piazza Dibona, ai piedi del campanile, hanno gioito per l’assegnazione a Cortina delle Olimpiadi invernali 2026. In verità, il mio non era un aprioristico diniego, bensì il desiderio, che sentivo però come illusorio, di avere l’Olimpiade “di” e “per” Cortina.
Per prima cosa il mio auspicio era verso un’Olimpiade della conoscenza e della verità, che consentisse a tutti, ma proprio a tutti, e in primis ai residenti, di vedere e capire oltre le apparenze, avendo accesso ad un sistema di informazioni, per l’appunto, “tra(n)s-parente”: mi immaginavo un grande portale o sito internet in continuo aggiornamento, in cui fossero riuniti in modo strutturato e facilmente accessibile gli atti e le delibere, in cui raccogliere la rassegna stampa e multimediale dei vari interventi, sia quelli favorevoli che contrari…
Essere degli “olimpionici” dell’informazione avrebbe portato molti vantaggi aggiunti. A cominciare da una più attiva, viva e costruttiva partecipazione e discussione pubblica, senza polarizzazioni, spaccature e schieramenti preconcetti. Avrebbe dato inoltre agli amministratori, ognuno al proprio livello, la forza e la serenità di operare alla luce del sole, sicuri che non ci fosse nulla da nascondere; parimenti avrebbe impedito, o almeno ostacolato, gli altisonanti ma infondati proclami di persone di spicco, che, soprattutto in Italia, sono sempre più solite fare ricorso ad affermazioni infondate, vaghe e non veritiere o a slogan (sostenibilità, legacy, masterplan, road map, vision…). Infine avrebbe potuto aiutare a combattere la corruzione e il mondo sommerso del malaffare e delle infiltrazioni mafiose e camorristiche.
In secondo luogo avrei voluto un’Olimpiade delle infrastrutture e delle reti, poggiante su un voluminoso fascicolo, realizzato dall’amministrazione comunale e da essa fortemente voluto e perseguito, di richieste e di progetti il più possibile dettagliati con relative tempistiche, volti a risolvere gli atavici problemi di un piccolo paese di montagna come Cortina.
Avrei ad esempio desiderato la creazione di una vera e propria rete fognaria efficiente, tramite il potenziamento di quella attuale, e a cui potessero collegarsi tutte, ripeto tutte, le abitazioni poste su entrambi i versanti della vallata.
Avrei voluto anche una rete internet potente, in cui non restassero aree del paese scoperte e che non risentisse delle strozzature tipiche di certi periodi dell’alta stagione o durante i grandi eventi.
Mi sarebbe pure piaciuto che venisse migliorata la rete stradale con vari piccoli interventi, non certo opere ciclopiche e distruttive. Per citare alcuni esempi: il malandato ponte di Cadin; il bypass di Zuel; un eventuale allargamento della strada lungo Boite per deviare i camion dal centro senza però incrementarne l’afflusso nella vallata; ampi parcheggi in fondovalle, che fossero però solo e unicamente parcheggi e non degli “zuccherini” per costruire nuovi impianti di risalita o per avviare delle speculazioni edilizie; piccoli parcheggi, anche a pagamento, all’imbocco dei sentieri più trafficati; ….
Oltre a mettere in cantiere opere di supporto, quali la piscina e il centro per il curling, mi sarebbe infine piaciuto che per ospitare gli atleti si fosse puntato soprattutto alla risistemazione della rete di edifici in disuso, preferibilmente quelli di proprietà comunale (ex casa per anziani, caseggiati in zona stazione e quello prospiciente la ex Piazza del mercato…). Tali edifici avrebbero potuto poi essere assegnati a prezzo calmierato ai residenti, soprattutto ai giovani, per contrastare così il progressivo e pericolosissimo calo demografico, che, come qualcuno ha già scritto, temo subirà un’impennata proprio a causa delle Olimpiadi e dell’aumento del costo delle affittanze.
Dimenticavo di parlare della necessità di utilizzare risorse anche per il potenziamento e per una migliore efficienza dell’apparato amministrativo comunale e degli enti partecipati, e cioè di quella “rete” di dipendenti pubblici indispensabile non solo per affrontare l’ingente mole di lavoro dei grandi eventi, ma anche per la vita di una località turistica complessa come quella di Cortina.
Da ultimo, ma non certo per importanza, avrei voluto che la “mia” Olimpiade fosse all’insegna del rispetto per il paesaggio e l’ambiente, un’Olimpiade per Cortina e non viceversa, e cioè non che Cortina servisse – o venisse asservita, sic – alle olimpiadi.
In conclusione il mio “sogno olimpico”, stando almeno ai recenti accadimenti, mi sembra configurarsi – ahimè – come un’occasione perduta, caratterizzata da grandi demolizioni, ciclopici inutili e dannosi trafori e valli di protezione, cantieri che permarranno ben oltre le scadenze, smart roads, spreco di denaro pubblico, improvvisazione, nascondimenti, prevaricazioni, minacce di espropri, rimpallo di responsabilità, …
“Povera Cortina”, come direbbe Franco Battiato.
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Caro Enrico, Cortina ha bisogno di cittadini come Te, purtroppo gli ambienti della politica e degli affari non sono ancora pronti per persone oneste, con una visione consapevole del futuro che ci attende.
“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci” Gandhi
Le Olimpiadi sono un evento mediatico e Cortina è solo la vergine sacrificata al business.
Il ripopolamento delle montagne? Anche la costruzione delle Olimpiadi, come succede per i fondi europei del pnrr, rivela un problema fondamentale: l’incapacità della burocrazia locale nella gestione dei grandi eventi. A parte il necessario e salutare rifiuto delle Olimpiadi e delle grandi opere, non vedo altre soluzioni: si tratta di procedere velocemente alla fusione dei piccoli comuni nello stesso interesse degli indigeni. Piuttosto che coltivare l’illusione dell’autosufficienza per difendersi dalle mafie nazionali bisogna impedire alle clientele locali di inquinare l’ambiente e devastare il paesaggio.
La montagna per rinascere non ha bisogno di fastosi costosi eventi una tantum, ma di una cosciente visione di ripopolamento stabile.
Purtroppo è vero che il sipario che si apre ai nostri occhi è sempre lo stesso, anzi a me sembra sempre più distruttivo e, al contempo, surreale e fuori dal tempo.
Ringrazio Enrico che ha ancora energia per alimentare i propri sogni e l’immagine di un mondo che, prima o poi, sarà.
Ma la GRANDE Sofia Goggia cosa dice?
GRANDE sciatrice, ora anche personaggio televisivo e di gossip.
Di certo che una campionessa che arriva a 30 anni senza nessuno che se la fili e per disperazione si mette con il ” mente sapendo di Mentana” cosa dobbiamo aspettarci una presa di posizione ambientalista?
Sono gli atletiche dovrebbero opporsi al loro uso per fare affari e disastri, ma è chiaro, tra il fare la campionessa di sci o la cassiera del supermercato la scelta è scontata!
Sign. antoniomereu, Utopia esiste! Recenti scavi archeologici nei pressi di Cima Gogna lo confermano. Conferenze di unipd fatte recentemente ne hanno dato prove documentali
Non sono affatto sicuro che le gli abitanti siano vessati dall’alto. Grida di giubilo in piazza a Cortina erano gran parte cortinesi e cadorine. La vicenda di Sappada è ulteriore prova che i “”locali”” hanno troppi interessi economici per non avere colpe. Ovviamente non tutti, forse nemmeno la maggioranza, ma quelli che hanno in mano i “schei”vogliono che diventino “danè”. Il rais pifferaio ha molti chirichetti
Tutto prevedibile. Lo schema è sempre lo stesso: grande evento-grandi opere-grandi contractor. Il territorio ed i suoi abitanti sono solo spettatori o al massimo vittime a parte chi riesce a raccogliere qualche briciola del malloppo.
Più che ad Olimpía le sue riflessioni paiono ispirate ad Utopía (tutte assolutamente comunque condivisibili e assolutamente realizzabili)una capitale che ancora non esiste, peccato manchino dentro al comitato Olimpico persone vicine alla realtà in generale ma sopratutto Ampezzana come è Lei sig. Enrico.
Saluti
Stando all’intervista a Zaia al vinitali in cui afferma che il veneto non ha bisogno di nessuno….le sue speranze, Sign. Crovella, temo verranno deluse
Come residente in Milano non sono stato certo tra quelli che hanno festeggiato scompostamente come il sindaco Sala all’assegnazione delle olimpiadi, perché avevo e ho ben presente l’esempio nefasto di cementificazione, corruzione, appalti “farlocchi” e le varie conseguenze di Expo….diciamo che ho tirato in ballo diversi e svariati santi e deità.
Come frequentatore pluridecennale d’Ampezzo poi ho rincarato la dose, conscio che se qualcuno pretende di fare le “olimpiadi della sostenibilità” collegando due posti distanti 400 km delle peggiori e più trafficate strade, il suo fine probabilmente è ben differente.
Purtroppo caro Enrico il pifferaio di Hamelin è molto bravo (e i topi molto, molto stupidi!)
Per fortuna di Milano-Cortina, pare che, per il pattinaggio di velocità, ripristineranno il palazzetto torinese detto L’Oval, dove si gareggiò per l’edizione 2006. Sulla pista da bob non è ancora chiarissimo se si spenderanno decine di milioni di euro a Cortina (per rifare quella del 1956) o a Cesana (edizione 2006, esposta completamente al sole: il ghiaccio fonde a vista d’occhio). Valutare di utilizzare la storica pista di Innsbruck, disponibile praticamente a costo zero… figurati e come farebbero a spargere i miliardi fra i nostri palazzinari?
Pia illusione, già prevedibile dal nome Milano-Cortina, ovvero trasformare un paesino di montagna in una metropoli di fondovalle. Direi che ci stanno riuscendo con una buona mano da parte dei suoi abitanti.