Presentato l’evento che aprirà il calendario della velocità dello sci. Due discese maschili e due femminili sullo sfondo della Gran Becca. Ghedina: “Quasi quasi torno a gareggiare”.
Inoltre, con orgoglio, la Cervino spa comunica di aver appena chiuso il suo bilancio 2022 con il miglior utile della sua storia. Chi approfittasse della penuria di neve per gioire della possibile chiusura di molti impianti invernali sarebbe meglio rivedesse le sue posizioni. La realtà supera sempre le nostre ipotesi e l’ottimismo che scaturisce da questo genere di conti economici è la molla più pericolosa per l’ambiente intatto che fa gola agli insensibili.
Matterhorn-Cervino Speed Opening
di Chiara Todesco
(pubblicato su lastampa.it/montagna il 14 luglio 2022)
Lo sci ha bisogno di spettacolo e lo spettacolo è arrivato. A Cervinia è stata presentata la “Matterhorn Cervino Speed Opening”, la prima gara transfrontaliera inserita nel calendario di Coppa del Mondo di sci. Italia e Svizzera sono al lavoro per regalare al pubblico una manifestazione nuova e unica in uno scenario spettacolare. All’ombra del Cervino il 29/30 ottobre 2022 e il 5/6 novembre 2022 andranno in scena due discese libere maschili e due femminili, tappe di apertura della stagione delle discipline di velocità.
Il terreno di gara, la pista Gran Becca, parte dalla Gobba di Rollin, sul ghiacciaio Plateau Rosa in Svizzera a 3720 metri, e arriva ai Laghi Cime Bianche 2835 m per una lunghezza totale di 3.7 km, un dislivello di 885 metri e una pendenza massima del 60%. Un tracciato tecnico, impegnativo ed emozionante dove si arrivano a toccare i 135 km/h, con ampi curvoni, gobbe e salti che piacciono tanto anche al nostro campione Kristian Ghedina. «Ha tutte le caratteristiche per essere una pista spettacolare, e vedendo quei tre bei salti mi vien voglia di rimettere gli sci ai piedi e tornare a gareggiare, perché potrei dire la mia», ha riso il Ghedo, seduto al tavolo di rappresentanza assieme a un altro grande dello sci, Pirmin Zurbriggen, ambasciatore della manifestazione.
La metà della pista che si snoda sul ghiacciaio è già pronta, per il resto in parte verrà preparata nelle prossime settimane mentre per la parte bassa del tracciato serviranno nevicate entro metà ottobre e almeno tre-quattro notti fredde per poter preparare al meglio il fondo. Gli organizzatori sono comunque fiduciosi: «Siamo sicuri che gli appuntamenti della prima edizione della Matterhorn Cervino Speed Opening possano regolarmente svolgersi secondo i piani previsti – ha detto Franz Julen, presidente del Comitato Organizzatore –consci del fatto che negli sport outdoor la natura e il meteo hanno comunque l’ultima parola». Nel frattempo si lavora sodo per realizzare tutto al meglio: «Voglio fare un plauso alle persone che stanno lavorando – ha dichiarato il presidente FISI Flavio Roda – E come federazione ci aspettiamo che i nostri ragazzi facciano bene».
Tante sono le sorprese e le novità di questa pista. Per dirne una: il cancelletto di partenza è a energia solare. Sarà infatti ospitato in un guscio leggero e pneumatico, prodotto senza l’utilizzo di combustibili fossili: una struttura temporanea «effimera», dotata di impianto fotovoltaico, che potrà essere montata e smontata in poche ore.
«Questa manifestazione è un sogno che si avvera – ha sottolineato il sindaco di Valtournenche, Jean-Antoine Maquignaz – ed è anche un volano per il turismo di Cervinia e di tutta la nostra valle». Di sicuro i biglietti andranno a ruba: il numero massimo di spettatori è stato limitato a 6000 persone a gara, di cui 1000 previste sulle tribune e 5000 lungo il percorso. Dal parterre di arrivo gli spettatori potranno vedere i due terzi della discesa, compreso l’attraversamento del confine. I posti saranno disponibili in prevendita online sul sito speedopening.com con prezzi da 30 a 60 €.
Il commento
di Carlo Crovella
Siamo appena reduci dalla tragedia della Marmolada, con il suo strascico di polemiche sul rischio chiusura delle montagne, e che fa l’uomo? Organizza una bella kermesse di “sci spettacolo” sui ghiacciai fra Italia e Svizzera. Non sarà questo evento da solo a determinare eventuali nuovi crolli, ma, finché non usciamo dalla logica consumistica, non aspettiamoci modifiche del quadro generale, né del tema “rischio chiusure”: le chiusure (totali o parziali, a gettone o tramite acquisizione di una specifica patente…) le possiamo evitare con un nostro “sano” comportamento a priori. Questo a sua volta deve comprendere (oltre al corretto modo di approcciare e muoversi in montagna come singoli alpinisti) la preclusione di ogni sfruttamento della montagna per kermesse consumistiche, che non hanno un senso logico, se non quello del giro di dinero. Senza voler addossare alcuna colpa all’articolista (che scrive ciò che propone la realtà attuale), possiamo però dire che il “marcio” si sintetizza tutto nella prima frase di questo articolo: “Lo sci ha bisogno di spettacolo e lo spettacolo è arrivato”. Falso. Il vero spettacolo di cui la montagna (con sci o senza sci) ha bisogno è l’alternarsi di albe e tramonti immersi nel più totale silenzio della Natura. Torniamo ad apprezzare i veri valori della Montagna e nessuno ci precluderà l’accesso ai monti.
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ll bilancio della società Cervino spa, al 31 maggio 2022, si chiude con un utile d’esercizio pari a poco meno di 22,6 milioni di euro, a fronte di ricavi tipici per 31,4 milioni, contando anche i “ristori Covid”, pari a 12,9 milioni. Da sabato 1° ottobre – meteo permettendo – sarà possibile sciare sul ghiacciaio, sul versante svizzero.
La Cervino spa chiude il bilancio con il miglior utile di sempre
a cura della Redazione di aostasera.it
(pubblicato su aostasera.it il 28 settembre 2022)
Il bilancio della società, al 31 maggio 2022, si chiude con un utile d’esercizio pari a poco meno di 22,6 milioni di euro, a fronte di ricavi tipici per 31,4 milioni di euro. Risultato – si legge in una nota – condizionato dalla contabilizzazione in questo esercizio dei cosiddetti “ristori Covid”, pari a 12,9 milioni di euro, posta che “non era stata imputata nel bilancio 2021, che ha chiuso con una perdita di 10,3 milioni di euro, in quanto è risultata certa soltanto alla fine del mese di dicembre 2021”.
Al netto dei contributi, quindi, il bilancio al 31 maggio 2022 chiude con un utile d’esercizio di 9,7 milioni di euro, miglior risultato di sempre nella storia di Cervino spa. Anzi, “se fosse stato possibile imputare i cosiddetti ‘ristori Covid’ – spiega la società – al precedente esercizio, la perdita di 10,3 milioni di euro registrata nel bilancio al 31 maggio 2021 sarebbe risultata invece essere un utile di 2,6 milioni di euro”.
“Il risultato conseguito nell’esercizio 2022, che rappresenta il miglior risultato di sempre per Cervino Spa, è sicuramente una grande soddisfazione per me e per tutto il team aziendale”, commenta l’Amministratore delegato Herbert Tovagliari.
“Non posso non pensare all’enorme incertezza che ha caratterizzato l’avvio della scorsa stagione invernale e a quel fatidico 16 ottobre 2021, con gli accessi contingentati e il controllo dei Green Pass. Tutti i riflettori erano puntati su Cervinia: grazie a un ottimo lavoro di squadra e alla meticolosa preparazione di ogni minimo dettaglio, ci siamo fatti trovare preparati e tutto è andato per il meglio. L’importante lavoro volto all’ottimizzazione dell’azienda ha dato i suoi risultati e oggi ci troviamo ad approvare un bilancio molto positivo. Sarà essenziale che questi livelli di redditività vengano mantenuti il più possibile negli esercizi futuri, in modo tale da consentire a Cervino spa di dare corso al piano di investimenti che, nel breve-medio termine, cambierà sensibilmente l’offerta dei comprensori gestiti dalla società, soprattutto quello di Breuil-Cervinia e Valtournenche”.
“Questo bilancio positivo è un segnale importante per la società, la località e per il settore impianti a fune – commenta Luigi Bertschy, assessore allo Sviluppo economico – Esso chiude una fase difficile e complicata per lo sci dovuta in particolare alla pandemia, e dall’altra dà avvio a una stagione che vuole essere un’occasione per consolidare il rilancio, a partire dall’appuntamento della Coppa del Mondo Cervinia-Zermatt”.
Secondo Bertschy “in questi anni la società Cervino spa ha saputo riposizionarsi, rafforzare la propria immagine dopo le difficoltà incontrate all’inizio della stagione 2020/21 e mettere a segno numeri importanti a livello di bilancio. Di questo ringrazio il presidente Herbert Tovagliari e tutto il Consiglio di amministrazione. Certo le preoccupazioni non mancano, prime fra tutte quelle connesse all’aumento dei costi energetici, ma la società, forte del bilancio appena approvato, avrà le risorse necessarie per nuovi investimenti e per aumentare la competitività di Cervinia e della Valle d’Aosta”.
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@24: Esatto. Pubblicizzato. In senso negativo. Per parte mia evitero’ accuratamente di recarmi nella Vallee’ ….
Saluti.
Ms
Ho visto per un mese ruspe portare neve da una parte all’altra del ghiacciaio, posa di reti e tutto per una manifestazione che avrebbe dovuto portare pubblico a quasi 3000 metri. Ho letto che si e’ pensato di portare gli atleti ai cancelletti di partenza con elicottero per non far fare loro un’ora di impianti…
Roba da pazzi. Quel povero ghiacciaio martoriato per due mesi, per niente alla fine, dopo un’estate in cui ha patito l’inferno per il caldo.
Non ci siamo. Ho letto comunque che c’era soddisfazione fra gli organizzatori perche’ comunque il nome Valle d’Aosta era stato pubblicizzato. Roba da matti.
Sono convinto che fra una decina di giorni nevichera’ forte…la natura si prendera’ sempre gioco di noi e, da un lato, mi viene da dire meno male.
Concordo.. è come spararsi su una gamba perchè ci si è posata una zanzara…
@ 21
https://www.montagna.tv/209068/cervinia-zermatt-manca-le-neve-e-piove-a-3000-metri-cancellate-le-gare-di-coppa-del-mondo-sci/
Se si è giunti al punto di sperare nei cambiamenti climatici per preservare le montagne dalle devastazioni dell’uomo, significa che siamo messi male.
Non ho seguito la vicenda… è stata annullata?
Alla fine ci ha pensato la natura ed il meteo….
Bella quella del cancelletto ad energia solare ….Ma in compenso ci sono grossi escavatori che lavorano sul ghiacciaiospostano neve , spianano, riempiono crepacci . ( che sono grandi quest’anno ) .Si puo’ vedere il lavoro che hanno fatto sulla webcam di Plateau Rosà e non hanno ancora finito ….
Mah, non saprei, ma temo che sia inutile credere che organizzatori, atleti, sponsor, albergatori, comuni e altri “portatori di interessi” possano arrivare alla rinuncia. Di sicuro se nessuno, ma proprio nessuno, andasse a vederle di sicuro certi eventi cosi impattanti per l’ambiente non verrebbero più fatte. Dovremmo essere noi, dal basso, a predicare ed eseguire il boicottaggio …o attendere che dia Gea a darci la lezione che verrà spiegata da una nuova stirpe di homo !!
Un modello consumistico che, ancora, va per la maggiore. La montagna è solo uno sfondo buono per le foto “con un meteo fotonico”. Per il resto solo prestazioni, attrezzatura al top, comfort e denaro che gira e che, probabilmente, ricade un poco su tutti i beneficiari. Per il resto qualche pannello solare e grosse auto hybrid per dare un tocco di “green”. Potremmo dire “una montagna ad uso e consumo di uno sport”. Se è quando arriveranno “restrizioni” saranno poi per tutti gli altri che già ora, magari, tentano un approccio ai monti più consapevole.
Il comprensorio sciistico di Cervinia ha beneficiato della presenza di neve in una stagione critica per tutte le altre stazioni piemontesi e valdostane, e questo può spiegare il bilancio positivo dell’esercizio finanziario 2021. Persino il sottoscritto ha pagato il biglietto per una tratta della funivia (Cervinia-Plain Maison) onde ridurre un po’ il dislivello dell’itinerario sci alpinistico al colle del Furggen, uno dei pochi praticabili con le condizioni di innevamento presenti in quella primavera: sono quindi anch’io corresponsabile del segno positivo dei conti. Ci sarebbe però da chiedersi come mai i “ristori Covid” abbiano consentito di superare abbondantemente il pareggio di bilancio.
Ma trovo più interessante una riflessione sull’affermazione di Crovella riguardante i “veri valori della montagna” (silenzio, albe, tramonti”) a cui il sentire comune di molti che scrivono su questo blog o lo leggono, potrebbe aggiungere la natura (quasi) incontaminata, l’armonia dei villaggi e degli altri segni lasciati dagli abitanti ormai dileguatisi per sfuggire alla miseria, lo spazio selvaggio in cui esercitare facoltà psicofisiche altrimenti inerti ecc. Ma. La definizione di “valore” in termini assoluti è un terreno scivoloso, su cui si sono arrovellate tutte le grandi mente pensanti, dai Sofisti greci agli edonisti dei nostri tempi, senza peraltro arrivare ad una opinione condivisa. Per qualcuno (probabilmente la maggior parte delle persone) silenzi, albe e tramonti sono eventi insignificanti o persino opprimenti, mentre voci, suoni ad alto volume, luci artificiali, folle, forniscono loro un’iniezione di endorfine e benessere. Si dirà: ” E’ una questione culturale!” Appunto! E quindi non si può parlare di “valori assoluti” ma solo di “valori relativi”, non definibili a priori. Se la misura del valore è data dal “benessere delle creature coscienti” , come dice lo statunitense Sam Harris, per decidere ciò che sia giusto fare o non fare, qui o altrove, bisognerebbe allargare un po’ l’orizzonte e la platea di chi beneficia di un dato intervento e di chi ne subisce un danno, diretto o indiretto, anche posticipato. Non basta dunque che a un manipolo di camminatori piaccia sudare immersi nella montagna selvaggia, ma occorre porsi la domanda se le nostre azioni non compromettano la possibilità delle generazioni future di scegliere tra più opzioni. La distruzione quasi totale degli ambienti costieri italiani operata negli ultimi secoli e la scomparsa dei ghiacciai in montagna ( e di conseguenza della desertificazione progressiva dei territori collinari e pianeggianti a valle) dovrebbe rendere sempre più evidente, anche ai più fanatici adepti dei circhi Barnum in montagna, delle correlazioni tra un intervento sul territorio e le sue conseguenze anche a medio e lungo termine e che la necessità di un “limite” si impone non tanto perché qualcuno sostiene che ci siano valori assoluti o culturali aprioristici, ma perché la nostra esistenza è in grave pericolo. In fondo possiamo ancora goderci silenzi, albe e tramonti in decine e centinaia di valli alpine e quasi ovunque sull’Apennino, lontano da Cervinia, ma sono l’acqua, l’aria e la terra coltivabile che stanno scomparendo anno dopo anno.
In Valle d’Aosta siamo abituati alla spettacolarizzazione della Montagna: c’è anche la “Champions League” delle mucche Italia/Svizzera… Mah! Magari la finale 2023 sarà sotto o sopra la Gran Becca 🙂 “Mattherorn-Cervino Batailles des Reines” con ricovero “campionesse” ad energia solare e fieno “superfood”
Scherzi a parte, la situazione è sempre più triste. Speriamo che “Salviamo le Cime Bianche” smuova un po’ la coscienza di tutti.
Pirlotti…e pirlo8!
Il circo biancobarnum al completo …piste,tendoni,cannoni e pajazzi…
Ci sara’ ben un motivo se la coppa del mondo di sci alpino viene anche definita “circo bianco”!
Seguo molto da vicino lo sci agonistico, che considero essere sport bellissimo e spettacolare. Ma scrivere che “lo sci ha bisogno di spettacolo” è stupido, o forse il sottinteso è che dietro al fatto sportivo vi sia un’industria in crisi, e comunque anche l’evento sportivo, e insieme ad esso tutta la struttura delle gare e delle federazioni, sono ormai dentro un circolo vizioso con costi assurdi, insostenibili: una cosa che non può funzionare, una cosa destinata al fallimento. E non sarà la corsa alla spettacolarizzazione – ma perché non farne anche un reality, come la Formula 1 – a salvare baracca e burattini. Così come non saranno i finanziamenti europei, elargiti stoltamente per la costruzione di nuove infrastrutture, a salvare il turismo invernale di montagna dalla decadenza oramai imminente.
(commento n. 8 ad opera di troll malefico e sgrammaticato che si qualifica come “a”)
L’ideologia ambientalista non esiste: esistono l’ambiente e le aggressioni che l’ambiente, costantemente, subisce. Qui è come per i concerti di quel trombone di Jovanotti: semplicemente, non sono cose da farsi all’interno di contesti naturali fragili. E fine del discorso. Poi (come già scritto, peraltro, su questo blog in occasione della polemica sul Jova-trombone-tour) è in queste occasioni che una certa parte politica, con i suoi rappresentanti freschi d’elezione, dovrebbe farsi sentire.
Osservazione corretta (Matteo, n. 5). Piuttosto sarebbe un’opportunità per manifestare dissenso, per organizzazioni politiche o ambientaliste (come detto sopra).
PS: spero che la giornalista questa volta sia stata avvertita, così se vuole può intervenire: la sua frase sullo sci che “ha bisogno di spettacolo” è particolarmente infelice.
In tutta sincerità Enri, mi interesserebbe veramente poco se crollasse.
E mi commuoverebbe anche di meno…circa quanto mi commuoverei alla morte di un pilota di F1, un broker di Wall Steet, un mafioso.
O anche a.
Ma dai: Enri, Matteo, Benassi, Silvestri, state zitti! Lasciate parlare asay n°8 che dal suo trono di marmellata dispensa cultura e tolleranza, strafogandosi di dosi, di Amazon e microchip.
Si purtroppo sarà un grande successo, per gli intossicati di maxieventi, come i Jova Beach, i Modena Park, i gran premi di F1, i motoraduni, i CL raduni, i gender pride.
Tutta roba da boicottare da noi alpinistoidi e alpinistoici.
Carissimo al commento 8, potresti almeno avere il coraggio di qualificarti con nome e cognome? Così anche gli altri lettori del blog lo sanno …..
Saluti.
MS
Commento n,6- Rivela la sua bassezza e l’infima livello a cui giunge l’ideologia ambientalista. Siete veramnte patetici nel vostro odiom, fino ad augurarwe il male quando la rovina della montagna siete, quattro pirlotti che si credono gli unici padroni della montagna. PATETICI E SQUALLIDI.
Sarà un grande successo eper lo sci agonistico e per il turismo.
nel 2022 si chiude il bilancio del 2021
Matteo, non posso augurarmi che crolli il seracco della Gobba di Rollin sotto cui passerà la parte alta della pista. Questo il senso del mio commento, se no ci sarebbero altri morti. Per il resto mi auguro che non ci vada nessuno , che sia un fallimento totale dal punto di vista commerciale (ma tempo che non sarà cosi).
“Immagino abbiano fatto tutte le dovute valutazioni di sicurezza. …Con questo faccio i miei migliori auguri che tutto vada bene per quanto alla sicurezza. “
Enri, ma perché? Io spero invece spero proprio di no…
Detto questo, non ci capisco niente di bilanci, ma non ho capito bene i numeri: il 31 maggio 2022 la società che bilancio chiude, 2021 o 2022? Quale anno è in passivo di 10.2 milioni?
E comunque di fronte a un passivo di 10.3 milioni lo stato paga 12.9 milioni di ristori mentre in finanziari diminuisce i finanziamenti per sanità e squola?! Ekekuazzo!
Davanti a queste cose non si capisce cosa possa mai evitare “il “sano” comportamento a priori” di quattro stronzi di alpinistoidi…
mi vien da ridere.
Spianano il ghiacciaio, ma in compenso il cancelletto è ad energia solare.
Il mio pensiero l’ho gia’ espresso in altro articolo. Immagino abbiano fatto tutte le dovute valutazioni di sicurezza. Certo ottobre non e’ agosto e quindi immagino che tutto sia sicuro. Anche se torniamo sempre li’, dovremmo evitare di “stuzzicare” l’ambiente in questo modo, sapendo che ultimamente vari eventi negativi si sono verificati anche se definiti poi imprevedibili. Viviamo un momento in cui la capacita’ di previsione umana e’ piu ridottta: non ho dati per dire questo ma tutte le volte che si sono determinate certe situazioni recenti ( marmolada, terremoto a genova di settimana scorsa) erano eventi dichiarati non probabili. Con questo faccio i miei migliori auguri che tutto vada bene per quanto alla sicurezza. Per il resto, una grande tristezza, di questo passo rovineremo tutto. Del resto se pensate cosa potrebbe essere il Breuil con case e villette ben costruite….
saluti
Evento outdoor perfettamente in linea con l’evento indoor 20 novembre – 18 dicembre. Visto da Ginevra lo inquadro perfettamente: l’italo svizzero di Briga ora residente in Qatar ha deciso questo secondo evento.
A Ginevra si sta organizzando il boiccotaggio della fanzone che dovrebbe accogliere, a pagamento, con maxi schermo e ammenicoli vari, il pubblico intossicato dai maxieventi.
“Senza voler addossare alcuna colpa all’articolista (che scrive ciò che propone la realtà attuale), possiamo però dire che il “marcio” si sintetizza tutto nella prima frase di questo articolo: “Lo sci ha bisogno di spettacolo e lo spettacolo è arrivato”. Falso. Il vero spettacolo di cui la montagna (con sci o senza sci) ha bisogno è l’alternarsi di albe e tramonti immersi nel più totale silenzio della Natura. Torniamo ad apprezzare i veri valori della Montagna e nessuno ci precluderà l’accesso ai monti.”
Concordo al 200%. Nessuna aggiunta.
Saluti.
MS