Metamorfosi
Presentazione del film di Gerhard Wiedemann
La Valle del Sarca presenta caratteristiche particolari per quanto riguarda lo sviluppo dei percorsi di arrampicata: tra queste, una delle più intense e necessarie, anche se non proprio desiderate, investe il cosiddetto “giardinaggio”, che molto spesso qui è più simile a un “lavoro forestale”. Anni fa era stata aperta una via, la Polemica, che per sottolineare l’inutilità di questo genere di critiche non fu affatto “pulita” e fu lasciata proprio come la trovarono i primi salitori.
Uno dei più attivi sviluppatori di vie d’arrampicata nelle Alpi è stato convinto a realizzare un filmato che mostra le possibilità di questa valle, ivi compresi le bellezze e i requisiti di conservazione della natura. Il grande entusiasmo richiesto e le ore di lavoro necessarie sono coerenti con la scelta dei materiali giusti e con le modalità della “costruzione” delle vie.
Il filmato mostra Florian Kluckner e Günther Kuen durante la prima salita della via Metamorfosi e con essa la trasformazione di un tipico terreno roccioso di Arco, in parte invaso da vegetazione, che diventa nuova via di arrampicata. Vengono discussi argomenti come la pulizia della roccia, la posa degli spit, l’individuazione dei punti in cui il terreno è particolarmente fragile e la scelta delle soste, in modo che un arrampicatore che lo ripete possa farsi un’idea della creazione dell’itinerario e del concetto che sta dietro a una creazione. Il filmato è completato da un’intervista a Florian in cui si approfondisce il “perché si fa questo”, la filosofia che c’è dietro e la domanda se questa attività sia complementare alla professione di “arrampicatore”, soprattutto se questa attività sia complementare alla professione della guida alpina Florian Kluckner.
9
Servus Florian!
Ciao Florian, è proprio vero che a far del bene si viene considerati pazzi. Sulle tue vie della valle del Sarca mi sono sempre divertito. Grazie.
“Ho sempre pensato che dietro l’opera…si celino anche squilibri mentali.”
Sono quasi certo che dietro qualunque alpinisto o, peggio, arrampicatore si celi un certo squilibrio mentale… 🙂
Inoltre ci andrei piano con interventi radicali di taglio piante e cancellazione dei licheni con spazzole di ferro dalla roccia. Non so se tutti… sono d’accordo.
Le minacce di divieti sono in agguato.
Vero, ma il problema è la tendenza verso una sportivazione/turistica dilagante.
L’arrampicata è diventata “anche” diporto per cui mi sembra giusto che le vie, soprattutto i monotiri in falesia a, diventino assimilabili a strutture sportive a cielo aperto.
Si chiama LUNA PARK.
Ora ci manca il certificato di collaudo e la dichiarazione di conformità.
Ho sempre pensato che dietro l’opera, per certi versi meritoria, di certi attrezzatori compulsivi, si celino anche squilibri mentali.
Mi chiedo: ma c’è davvero bisogno di altre vie, di disboscamento, di spit, di tagli?