Montagna: limiti e libertà

Qui di seguito è la brillante introduzione di Diego Cason al Convegno Montagna: limiti e libertà, tenuto a Belluno il 15 ottobre 2022 in occasione di Oltre le Vette 2022.

Montagna: limiti e libertà
di Diego Cason

8
Montagna: limiti e libertà ultima modifica: 2023-03-13T05:12:00+01:00 da GognaBlog

49 pensieri su “Montagna: limiti e libertà”

  1. 49
    antoniomereu says:

    Ok mi fido!come mi fido delle centinaia di maestri di sci,  guide alpine e albergatori che seriamente e serenamente fanno il loro lavoro garantendolo anche ai pastorelli rimasti…una possibilità che diversamente  per problemi di numeri e prativi sarebbe impossibile. E che personalmente conosco per lavoro.Un conto è fare teorie e convegni un conto è vivere in montagna e oggi senza aneddotica del passato buona per il bar.
    Consiglio di trasferirsi in una di quelle bellissime e amene località citate da lei anche per una vicinanza…😏il Nepal effettivamente è distantino.
     
     
     
     
     

  2. 48
    Carlo says:

    Guardi Sign. antoniomereu, Lei mi ha invitato a Pieve. Io le assicuro che non serve andare in Nepal. La confinante Slovenja è la nazione a maggior naturalità d’Europa, e le assicuro che i montanari, lì, mandano i figli all’università e i turisti mordi e fuggi a quel paese. La confinante Carinzia von la sua Gaital (la valle più naturale d’Europa) con il suv vanno a vienna a guardare i cittadini dall’alto in basso. Persino il confinante Friuli ha i suoi bei montanari che vivono con dignità estrema senza rincorrere il benessere del piano. Le ripeto, abbia più fiducia nei suoi conterranei che han fatto di Venezia la Serenessima per oltre 3 secoli. Esiste ancora quella sapienza da montanaro si fidi. 

  3. 47
    antoniomereu says:

    “Quelli chiamati montanari”…una Sua frase sig. Anonimu chiarisce quanta stima ha Lei nei miei corregionali delle terre oblique…della mia non stia a preoccuparsene troppo e stia tranquillo a sognare il passato .La montagna che anela Lei nemmeno in Nepal la trova più, se ne faccia una ragione.
    A proposito…. spopolamento e denatalità sono due cose simili ma molto differenti.
    Sanj
     

  4. 46
    Carlo says:

    Stia tranquillo Sign. antoniomeru, lo spopolamento del bellunese non le permetterà la visione da Lei cosi ben descritta. Le ripeto, stimi di più i suoi corregionali, molti sono gli esempi di turismo dolce ben integrato nell’ambiente montano. 

  5. 45
    antoniomereu says:

    ….”inevitabilmente, si snatura la condizione di vita di quelli chiamati montanari, più sobrie e legate alla natura anche per il reddito” …mi fai venire in mente una riserva indiana con bucolici montanari fermi nel tempo con le brache alla zuava magari appena usciti da stalla a bersi n’ombra  o peggio uno zoo dove chi vive in piano guarda le povere ma autentiche scimmiette  a cui dare le noccioline…passando in colonna nella lussuosa auto da pianura anelando di tornare presto per un altra avventura  da cui anelare di tornare presto verso casa in autostrada…
     

  6. 44
    Carlo says:

    43, posso provarci io: quando si vende una vacca per acquistare una macchina per fare occhiali mi pare si tenda a trovare reditto al di fuori del monte che si abita.
    Quando si vende un pascolo per costruire un albergo mi pare si tenda a trovare reditto svendendo il monte che si abita.
    Quando si lascia l’allevamento per entrare a lavorare nella fabbrica mi pare si travisi la realtà in cui si vive.

  7. 43

    11) Noto che molti che vivono nei paesi di montagna anelano a condizioni di reddito e comodità tipiche di chi vive in pianura.
     
    Continuo a non capire.
    Vista l’incapacità di spiegarsi dell’autore del commento 11, qualcuno potrebbe spiegarmi cosa significa? Grazie.

  8. 42
    Stefano says:

    Super condivisibile anche Luciano…

  9. 41
    Stefano says:

    “Ines, mi dispiace deluderti ma il rischio fa parte integrante della vita e sarebbe una follia continuare a vietare certe aree perché magari può cadere un sasso. 
    Direi che di divieti ne stiamo collezionando abbastanza!!!”
     
    Quando leggo Grazia provo gioia e speranza (non il ministro)….Si… ebbene c’è ancora gente che sa discernere le cose. 
    Quando sento parlare di Sicurezza….. tipo… .voglio andare in montagna … ma in sicurezza eh!!.. capisco che la persona oramai è stata rincitrullita dalla bambagia di cui parlava tanto mio padre. La bambagia fa diventare stupidi mi diceva…
    Aveva ragione da vendere. 
    Oramai sono immerso in un branco di cagasotto… come se i nostri avi, i nostri nonni, i nostri genitori che hanno avuto una vita non agiata avessero tutte le comodita’ e tutele di questo mondo. Eppure siamo qui perchè loro hanno VISSUTO. 
    Essi hanno combattuto sulle montagne ….hanno affrontato malattie, miseria, etc…. fatto lavori su case, etc. ma credete che avessero le misure di sicurezza che abbiamo oggi? 
    no… ovvvio si cerca di limitare il rischio di morte, ma non si puo’ non vivere o fare delle cerimonie infinite per la paura ipotetica che accada un avvenimento avverso…
    Vado in montagna, posso avere tutte le cure che voglio ma puo’ cadermi un sasso… muoio? si .. .amen. Ma almeno ho VISSUTO. 
    Poi purtroppo devo dare ragione al commento 1. Finalmente decente, sintetico, ben descritto e purtroppo mi sa profetico. 
    Cmq la montagna per me è un elemento cardine della mia esistenza. Me la togli, non ha senso vegetare in quella merda puzzolente che si chiama citta’ in mezzo ad orde di cagasotto viziati … a me possono mettere tutti i divieti che vogliono li contestero’ tutti e con tutti i mezzi possibili :-). 

  10. 40
    Riva Guido says:

    Io faccio quello che mi pare e piace ovunque, di giorno e di notte, sempre. Se non va bene, dovete essere voi a dirmelo gentilmente a parole, e non appendendo avvisi qua e là, che poi uno, se li vede, è costretto a leggerli e magari non si capisce neanche cosa c’è scritto.

  11. 39
    antoniomereu says:

    Sig Carlo(anonimo)dispiace avvitare i commenti sui commenti…ho solo citato lei e il suo eddoto aneddoto sul pastore cadorino superencomiabile per coraggio e ritorno a ritmi passati per presentare a chi legge magari distante 200 º 1000 km  dal Cadore un po di ragioni storiche fuori dai personalismi e dai commenti stereo…dove vede una distimia in quel mio scritto è mistero.
    Se verrà a respirare e calpestare un po di sano Cadore in quel di Pieve è il benvenuto. 
     
     

  12. 38
    Carlo says:

    35 mi pare Lei abbia ben poca stima nei cadorini! Quelle opportunità che Lei cita son si state messe a disposizione da governo nazionale e poi regionale ed alla fine comunale….ma erano, appunto, opportunità. La scelta di seguirle e perseguirle invocando addirittura autonomia per poter meglio dis-fare senza controllo è stata dei cadorini….non tutti.
    Suvvia Sign. antoniomereu, non consideri tutti i montanari delle pecore che seguono il pastore di turno!! Molti si sono avveduti, come riferito dal pastore da me citato, ma ormai è tardi, il mestiere perso…la proprietà molte volte persa….e lo sanno e lo sapevano. Smettiamola di dar la colpa alla politica e prendiamoci le nostre….in fondo nei consigli comunali siedono gli stessi allevatori diventati albergatori, impiantisti

  13. 37
    Luciano Regattin says:

    20. Tornando al tema del limite, mi spiace deludere le tue aspettative, ma il CAI dovrebbe  modificare profondamente mentalità per poter assolvere a questo fondamentale compito. Ti ricordo che ha realizzato la maggior parte delle ferrate, costruite per aggirare il limite dell’approccio ad un escursionismo che sconfina in un alpinismo elementare e permettere quindi a tutti di poter salire dappertutto indifferentemente dalla morfologia della montagna. E con ciò creando quella mentalità, ormai ben radicata nell’escursionista, che garantisce il diritto di poter salire ovunque. Nella mia regione quasi tutte le cime che avevano una via normale di primo o secondo grado sono state attrezzate dal CAI con funi e fittoni. Non c’è proprio un atteggiamento di fondo che vada in quella direzione da te auspicata. L’importante per il CAI è compilare tessere.

  14. 36
    Matteo says:

    “La natura senza l’uomo non esisterebbe” [h.13.26]
    “Il nostro piccolo globo, come ha visto la fine di molte specie, forse vedrà con una certa indifferenza anche la fine della nostra” [h.13.56]
     
    Ratman, vista la coerenza interna, ma in quanti siete?
     
     

  15. 35
    antoniomereu says:

    #11 Carlo,forse quel contadino cadorino era (o peggio lo è ancora oggi)all oscuro dei piani del Veneto cattolico democristiano che nei piani post Vajont in pieno boom economico ha tra virgolette sacrificato quei territori dell’alto Bellunese chiamati Cadore relegandoli a serie B turistica  rispetto ai confinanti Sappadino e Ampezzano, anche per sempre presenti loro velleità secessionistiche da tenere sopite…e rispondendo cosi all allora  crescente domanda di mano d’ opera in loco dei vari Tabacchi e Marcolin etc etc ,ex mungitori e figli di falciatori si sono cosi trasformati in occhialai con qualche  scheo in più del passato.Delocalizzazione in Cina ,Romania e spopolamento del Cadore e impoverimento del territorio  sono conseguenze politiche di quelle scelte passate e non delle scelte dirette dei singoli montanari.
     

  16. 34
    Ratman says:

    Ines, in verità spiacente è un approccio tra l’isterico e l’ideologico – il suo – che cercando un certo compenso al proprio disagio esistenziale non tiene in debito conto il fatto che la cosiddetta natura – ovvero l’insieme degli eventi cosmici, fisici chimici che hanno dato origine alla vita contempla anche la presenza dell’uomo.
    Molti idioti pensano che l’uomo sia una sorte di ospite del pianeta gaja, ma non è proprio così – anche se forse non ne è il fine ultimo.
    Il nostro piccolo globo, come ha visto la fine di molte specie, forse vedrà con una certa indifferenza anche la fine della nostra, cosa che molti minus abens si auspicano e non si sa perchè.

  17. 33
    Matteo says:

    “La natura senza l’uomo non esisterebbe” è in lizza per il premio cazzata dell’anno!

  18. 32
    Ines Millesimi says:

    Sulla fesseria del commento 31) ho capito che ormai il livello è sceso troppo in basso e non lo trovo più degno di interesse. Spiace.

  19. 31
    Ratman says:

    Ines, non gridi.
    La natura senza l’uomo non esisterebbe. 

  20. 30
    Ines Millesimi says:

    PRECISIAMO e ribadisco. ANIMALI, PIANTE, HABITAT (quindi Ecosistemi) A RISCHIO ESTINZIONE NELLE AREE NATURALI PROTETTE. L’alpinista e il trekker non lo è.

  21. 29
    Matteo says:

    “mi auguro che la persona con la quale condividi l’esistenza, se ne hai una, sappia che la tieni in conto di un cane”
    …e questo che cosa c’entra con il prezzo del pesce?
    Ma sopratutto, perché dovrebbe essere preoccupata di come considero un cane, se per me è dio?  

  22. 28
    Ratman says:

    Matteo, mi auguro che la persona con la quale condividi l’esistenza, se ne hai una, sappia che la tieni in conto di un cane.
    a questo punto spero per te che sia un cane

  23. 27
    Matteo says:

    Tu non sai, al massimo supponi la mia comprensione.
    Io so che tu sbagli a riguardo.
     
    Tu supponi che ci sia qualcosa di “creato” e dal tuo antropocentrismo ne derivi una gerarchia.

  24. 26
    Ratman says:

    Matteo
    Il tuo nick dovrebbe farti riflettere più attentamente sulla gerarchia del creato – ma già so di aver detto qualcosa fuori dalla tua comprensione.
    Per quanto riguarda odio/amore esseri umani/animali  dovresti leggerti   gli interventi degli animalisti fanatici sui blog o sui social dove si farnetica questioni di animali

  25. 25
    Matteo says:

    …invece io non ho mai sentito la mancanza dei cretini…

  26. 24
    Cla says:

    Ooooohhh come mi mancavano:
    I radical chic, i politically correct… I CAGADUBBI!!! 

  27. 23
    Matteo says:

    “Perchè un animale deve valere di più di un essere umano
    Visto il tuo nick, io proporrei invece la domanda opposta: perché un animale deve valere meno di un essere umano?
    La domanda retorica che poni invece  “chi si pone il problema dei diritti degli animali in genere ha in odio i suoi simili umani”
    ti porta a un’assunzione che definirei crovelliana, cioé ideologica, gratuita e priva di fondamento!
     

  28. 22
    Ratman says:

    Questa appassionante discussione su limiti,  libertà e desideri individuali sembra un poco in controtendenza con lo spirito del tempo secondo il quale qualsiasi desiderio ha la dignità di diventare diritto e conseguentemente espressione di libertà.
    In nome di cosa limitare il desiderio/diritto di andare in montagna come si vuole in una società che parla senza vergogna di diritti degli animali?
    Perchè un animale deve valere di più di un essere umano?
    La domanda è ovviamente retorica: chi si pone il problema dei diritti degli animali in genere ha in odio i suoi simili umani: li odia perchè affollano i panorami che per il suo desiderio dovrebbero essere sgombri, etcetc.
     
     

  29. 21
    Carlo Crovella says:

    @17 Ognuno ha i sui passatempi. Tu esprimi la tua scarsa apertura mentale contando le battute dei miei testi, io investo i miei intervalli di tempo, fra un impegno di lavoro e l’altro della giornata, a scrivere di montagna. A me piace di più scrivere, a te piace di più far di conto. Se è legittimo il tuo passatempo, è altrettanto legittimo il mio.

  30. 20
    Ines Millesimi says:

    Il tema è “caldo” stando al numero dei pensieri, quindi è sentito davvero. Sono contraria ai divieti per cultura e formazione anche se sono convinta che fino all’adolescenza i “no aiutano a crescere”, certamente qualche volta e a ragion veduta. In alcuni casi registro con fastidio l’atteggiamento puberale e pulsionale tra escursionisti e alpinisti che si vantano nel raccontare “c’era il divieto (per me inutile), l’ho raggirato e l’ho sfidato, sono qui e sono felice della mia impresa”. Non vorrei entrare nel merito dei diversi tipi di divieti in montagna facendo distinguo, alcuni eccessivi e preconcetti (anche per evitare di fare manutenzione/bonifica di aree, strade e pareti perché costa). Una cosa è la regolamentazione globale del territorio per alcuni mesi  in base a una scaletta di priorità (per es. quella ecologica, come nel caso della nidificazione di alcuni animali nelle aree naturali protette perché il passaggio dell’uomo crea disturbo e non si accoppiano più, saltano la stagione). Altra cosa è il divieto per frequentare la montagna con PIU’ sicurezza (è oggettivo che la sicurezza assoluta in montagna non esiste, i rischi ce li accolliamo, ma sono contenta se il bollettino valanghe mi dia il marcato del giorno se voglio intraprendere una salita). A questo proposito vi ricorderete il caso tragico del ghiacciaio della Marmolada, con persone che si avventuravano per il selfie nonostante il dramma in corso. In questo caso parlerei di pulsioni puberali. E ben venga un cartello STOP!
    I Direttori dei Parchi sono in allerta perché se cade una pietra sul sentiero nel parco e il malcapitato muore, e la famiglia fa denuncia, loro sono i primi ad essere indagati, con processi lunghi, costosi e drammatici per i protagonisti (accusato e accusatore). Ritorno a dire che secondo me è importante un processo di maturazione e consapevolezza sulla necessità del limite, in senso positivo, come diffusione del concetto di autoresponsabilità. E il CAI può farsi portavoce nel XXI secolo di questa voce nelle forme dovute. Sembra che al Sapiens sia tutto possibile, tutto raggiungibile, tutto consumabile “perché gli va”. Mai un passo indietro, per la mia libertà del momento.
    Infine, laddove ci sono gli stupidi di turno, per la mia sicurezza vorrei vedere quel divieto di evidenza pubblica per tornare indietro cantando. Magari se su quel cartello che stabilisce un limite invalicabile e stabilisce un confine tra la mia momentanea libertà  di circolazione e l’uso di quell’ambiente, gradirei anche un “meme” che mi ricorda  – in agguato – un pericolo oggettivo. Il famoso “battito d’ali di una farfalla”, una piccola azione che può contribuire a generare grandi cambiamenti..

  31. 19
    Fabio Bertoncelli says:

    @ 18
     
    Hai ragione. Non dovrebbe essere permesso.

  32. 18
    giulio says:

    Si sa che le discussioni in coda a un blog possono sollecitare il peggio di ognuno di noi, ma trovo le ultime due righe del post 15, esposte pubblicamente e quindi in astratto leggibili anche dai diretti interessati (è già successo in questo stesso blog) assolutamente indecenti.

  33. 17
    Matteo says:

    Crovella, avrai anche letto Tolstoj e Proust, ma di certo la tua mente non ne ha risentito affatto: contare le tue inutili parole è una misura oggettiva (anche se capisco che tu abbia difficoltà con un concetto così difficile), che ben evidenzia la tua occupazione del blog, quanto siano inutili e sprecate  e mi costa molto meno tempo e sofferenza che ribattere.
     come “misura oggettiva”

  34. 16
    Carlo Crovella says:

    @14 Non mi interessa gettare benzina sul fuoco. Tuttavia preciso che ogni intervento (o sommatoria di interventi) va circonstanziato nel contesto del suo specifico dibattito. Il resto è figlio di preferenze individuali, ma le tue sono assai discutibili tanto quanto (se non di più di) quelle altrui. Circa la lunghezza dei testi, ti segnalo che Guerra e Pace (nell’edizione che posseggo io) è “lungo” 1.000 pagine (mille pagine!), per non parlare della Ricerca del tempo perduto di Proust, che (sempre nell’edizione in mio possesso) copre ben nove volumi, con una media di circa 250 pagine l’uno per un totale di poco meno di 2.500 pagine. Se tu impiegassi il tuo tempo a leggere testi come questi (o altri equivalenti) avresti elementi più efficaci per ampliare la tua mente rispetto alla scelta idiota di contare il numero di battute degli interventi altrui.

  35. 15
    Cla says:

    Enri 8:
    Ma CHI e COSA vuoi educare????
    La famiglia dovrebbe essere il primo posto dove si educa, la scuola la seconda.
    Leggo:
    ” Insegnante prende lo smartphone a un bambino di 8 anni perchè lo usa nelle ore di lezione, il papà del babino denuncia l’insegnante.”
    CHI E COSA VUOI EDUCARE?????
    La migliore educazione è: ” fai una cazzata , cadi, muori.”
    Da non confondere con: ” non ti vaccini,ti ammali, muori” che invece non funziona!!!
    E mi ride anche il culo, altro che “il dolore che ha generato questo evento.”
    La morosa se ne troverà uno nuovo.

  36. 14
    Matteo says:

    Benché contrario al fast food, come vestale dico che un solo intervento di 349 parole, ben argomentato, chiaro e senza ripetizioni, sia una cosa ben differente da quattro interventi (su un totale di 12) di 2548 parole e perlopiù composti di farraginose subordinate, ripetizioni con inutili divagazioni su CAI, scuole, impostazioni ideologiche e mitizzazione di esperienze personali

  37. 13
    Ratman says:

    L’articolo pone il problema di un’etica “allargata”, cioè quello della riflessione su un sistema di valori che non riguardi solo soggetti che possano discuterli condividerli  su posizioni paritarie, ma anche soggetti “altri”, soggetti passivi – la natura-  considerati come parte integrante del mondo allargato – cioè non solo più umano – che l’etica dovrebbe vedere  come fine dell’azione umana.
    Ovviamente, nello spirito dei tempi, si indugia un poco nel catastrofismo penitenziale: l’uomo desiderante irrazionale tende a distruggere tutto. E’ necessaria una rinascita spirituale, una purificazione, una purga dell’umanità che riporti tutto il candore della natura al suo stato originario.
    Ma chi da e chi prende la purga?
     

  38. 12
    Alberto Benassi says:

    Una frase di un pastore cadorino riguardo i suoi conterranei : hanno venduto la vacca per comprare la macchinetta per fare occhiali….ora che gli occhiali li fanno in fabbrica , con la macchinetta non compri la vacca e se ci riesci non sai più come di munge.  

     
    quando vendi l’anima al diavolo, perchè quello che hai non ti sembra abbastanza,  prima a poi verrà a chiederti il conto.

  39. 11
    Carlo says:

    Noto che molti che vivono nei paesi di montagna anelano a condizioni di reddito e comodità tipiche di chi vive in pianura. Pensi a quei paesi del cadore, a cortina, arabba, corvara: centri commerciali, vie dello struscio. Per arrivare a ciò, inevitabilmente, si snatura la condizione di vita di quelli chiamati montanari, più sobrie e legate alla natura anche per il reddito. Per forza di cose il contadino diventa imprenditore, l’allevatore investe in impianti di risalita, i figli maestri di sci …..e guide alpine, la casa diventa albergo e via dicendo sino all’apoteosi di cortina. Il futuro lo si è già visto con terme di vetriolo, recoaro e molte altre zone dove, passata la moda, chi non ha più fatto il montanari non torna a farlo perché rinunciare è stato difficile. Una frase di un pastore cadorino riguardo i suoi conterranei : hanno venduto la vacca per comprare la macchinetta per fare occhiali….ora che gli occhiali li fanno in fabbrica , con la macchinetta non compri la vacca e se ci riesci non sai più come di munge.  

  40. 10

    2) anonimo.
    Ma temo che sia una battaglia contro i mulini, troppo interessi economici da parte di chi in montagna ci vive e pretende un tenore di vita al pari del piano.
     
    Questa non la capisco proprio. Ce la potresti spiegare?

  41. 9
    Carlo Crovella says:

    @ Enri. Musica per le mie orecchie. Se si diffonde la mentalità da te esposta, ecco quello è il modo per evitare i futuri divieti. Senno’ sarà vietato tutto. In compenso potremo sciare negli skidrome, arrampicare solo indoor, forse anche fare MTB in grosse palestre artificiali, controllate e securizzate.
     
    Sono curioso di verificare se ora le vestali del fast food a te faranno una scenatina perché hai scritto “tante righe”.
     
    Buona notte.

  42. 8
    Enri says:

    Ieri è’ morto un giovane sul sentiero delle Catene fra San Rocco e San Frutuoso di Camogli. Tralasciando per un attimo il dolore che ha generato questo evento, mi concentro su quello che l’Ente Parco vuol fare: per poter accedere a tale sentiero dovrà’ essere compilato un modulo da cui non si sa bene chi e come potrà’ decidere se il compilante il modulo ha il profilo giusto per percorrere il sentiero. Spero che qualcuno dell’Ente Parco legga questo mio commento e mi smentisca perché’ proposte così insensate spero siano solo frutto di errate ricostruzioni giornalistiche. Per chi non lo sapesse il sentiero in oggetto, oltre ad essere uno dei più belli perlomeno in Italia, ha solo un breve tratto un po’ esposto, comunque largo almeno qualche metro presso cui sono state sistemate catene come corrimano. Non serve tenersi.
    Vietare non serve a nulla, non serve a nulla burocratizzare l’accesso alla montagna. Serve educare, insegnare, avvertire ma non vietare. Rendiamo la montagna meno accessibile e vedrete che anche gli incidenti diminuiranno. Abbiamo sempre incidenti per dei pazzi che regolarmente fanno gli splendidi fuori pista senza nemmeno chiedersi se è’ pericoloso o meno. Ecco via lo ski-lift, via la seggiovia di lì’ e vedrete che di gente in certi luoghi ce ne sarà’ sempre meno. A Chamonix continuano a vietare la salita per il pericolo delle pietre sotto il Gouter, vietato bivaccare si dorme solo al rifugio, vietato bivaccare in cima al Bianco. Tutto vietato. Hanno mai pensato di levare il Rifugio del Gouter in modo che la gente che sale sarebbe almeno la decima parte o forse la centesima di quanti salgono ora?
    In sintesi: non si può’ continuare ad avvicinare la montagna alla gente, con mille agevolazioni ed attrattive e contemporaneamente spargere divieti qua e là’, con il finto fine della sicurezza. La montagna non è’ un luogo sicuro altrimenti si chiamerebbe pianura. E imparare a frequentarla con cognizione e’ il fondamento stesso dell’alpinismo. Ma non lo si impara leggendo le ordinanze. Lo si impara se sei appassionato ed hai voglia di imparare da chi ha più esperienza. 
     
     

  43. 7
    Grazia Pitruzzella says:

    Ines, mi dispiace deluderti ma il rischio fa parte integrante della vita e sarebbe una follia continuare a vietare certe aree perché magari può cadere un sasso. 
    Direi che di divieti ne stiamo collezionando abbastanza!

  44. 6
    Carlo says:

    Mi scusi, ma se ci sono tutti i limiti r i divieti da Lei elencati all’inizio come posso sviluppare un’educazione al limite cosciente?
    Temo che finché non si toglieranno tutte le agevolazioni per salire al monte (rifugi gourmet, alberghi 5 stelle nei paesi, valorizzazioni, ferrate, corsi cai, strade e funivie) non potremo far altro che delinquere ai divieti per trovare il limite.
     

  45. 5
    Ines Millesimi says:

    Libertà di circolazione in montagna. La chiedono tutti a gran voce, fermo restando che vengano  salvaguardati di pari grado i diritti della biodiversità (regolamentazioni stringenti dei parchi per proteggere le specie a rischio) e il bisogno di frequentazione con più sicurezza (regolamentazioni nel vietare il passaggio antropico in aree a rischio: valanga, crolli, sentieri impervi che hanno subito un’accelerazione distruttiva per agenti naturali, ecc). Che ci piaccia o no. 
    Altra cosa è il concetto di limite come cultura personale, come atteggiamento ecologico condiviso. Il CAI e gli stessi brand delle aziende che fanno profitti e imprenditoria nel mondo della montagna potrebbero cominciare a lanciare messaggi nuovi. Molti giovani (senza soldi, precari, ma sempre biologicamente giovani che acchiappano sogni) attualmente li capirebbero di più e meglio delle precedenti generazioni no limits.  Le abitudini dei giovani che vanno in montagna stanno andando verso il togliere, il consumare meno, perché queste sono le loro abitudini se desiderano l’indipendenza economica dalla famiglia e l’indipendenza dai poteri che hanno costruito questo sistema sociale. Che ci piaccia o no. Secondo me, bisogna far circolare questi pensieri con la speranza che da scelte più o meno condizionate diventino sempre più rivendicazione di uno stile del vivere.

  46. 4
    Cla says:

    Dimenticavo:
    I punti di ricarica per le E(ndy)byke, I miniscavatori che fanno i tracciati per le jolette. 

  47. 3
    Cla says:

    Tranquillo Crovella: tra nuove strade che salgono ognidove e mezzi motorizzati che possono circolare liberamente, aerei turistici, aerei per corsi di pilotaggio, elicotteri da lavoro, elicotteri da soccorso, cantieri in alta quota, antenne 5G, panchine giganti e gli immancabili droni ( che chissà perché fa rima con rompicoglioni), verremo scremati noi 60enni, perché ci toglieranno lavoglia di andarci in montagna, senza bisogno di nessun patentino, sarà più tranquillo stare a casa sul divano o sulla cyclette. Nemmeno camminando 10 ore e fare 15 tiri di corda troverai un posto tranquillo e incontaminato, nemmeno il Cominetti in Patagonia. 

  48. 2
    Carlo says:

    Non si può che essere d’accordo con Lei. Ma temo che sia una battaglia contro i mulini, troppo interessi economici da parte di chi in montagna ci vive e pretende un tenore di vita al pari del piano. Troppo voti elettorali a che i politici rischino di perderli. 
    In fondo sarebbe semplice, rifugi spartani e soccorsi non garantiti ….montagne deserte come si bei tempi del covid!!

  49. 1
    Carlo Crovella says:

    Troppa gente che va in montagna. In particolare tantissima che ci va senza intelligenza. Se non ci convinciamo che occorre scremare, sia quantitativamente che – soprattutto – qualitativamente (=via i cannibali), non usciremo da questa tenaglia, che sarà un abbraccio mortale per tutti.

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