Morire per l’ONU

Morire per l’ONU
di Raniero La Valle (Costituente Terra)
(newsletter n. 138 dell’8 novembre 2023)

L’interpretazione ufficiale americana dei rapporti internazionali come di una “competizione strategica” per il dominio mondiale, la determinazione degli Stati Uniti a vincerla debellando tanto per cominciare la Russia e la Cina, il “fai da te” di Putin mediante la guerra per mettere in sicurezza i confini con l’Ucraina, la prima reazione di Zelensky che ha chiesto lo scioglimento dell’ONU, la perversa azione terroristica di Hamas del 7 ottobre e la vendetta dello Stato d’Israele contro tutta la popolazione  palestinese e l’intero territorio di Gaza, hanno fatto a pezzi l’ordine internazionale, esacerbando la “guerra mondiale a pezzi” già denunciata dal Papa. 

La prima e più importante vittima di questa catastrofe è l’ONU, la cui demolizione rovescia il corso storico che sembrava potesse essere condotto addirittura fino a una Costituzione della Terra o a un costituzionalismo mondiale. L’impotenza in cui l’ONU è precipitata, nonostante la buona volontà del suo segretario generale, è stata addebitata alla paralisi del Consiglio di Sicurezza. L’ultima esplosione della crisi si è avuta con lo scontro tra il governo di Israele e il segretario generale, per tre verità enunciate da quest’ultimo, che Israele non può ammettere e che sono generalmente occultate. 

Gaza

La prima verità è stata detta da António Guterres nella riunione del Consiglio di Sicurezza del 24 ottobre. Egli ha condannato chiaramente gli “atti di terrore indiscriminato compiuti di Hamas, che niente può giustificare”. Ma ha aggiunto.: “È importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono avvenuti nel vuoto. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione. Hanno visto la loro terra costantemente divorata dagli insediamenti e tormentata dalla violenza; la loro economia soffocata; la loro gente sfollata e le loro case demolite. Le speranze di una soluzione politica alla loro situazione sono svanite”. Per questa ovvia constatazione l’ambasciatore israeliano all’ONU ha chiesto che Guterres si dimettesse “immediately”, immediatamente.

La seconda verità il segretario dell’ONU l’ha denunciata il 20 ottobre al valico di Rafah: “È impossibile essere qui e non avere il cuore spezzato. Dietro queste mura abbiamo due milioni di persone che soffrono enormemente. Che non hanno acqua, né cibo, né medicine, né carburante. E che sono sotto il fuoco e hanno bisogno di tutto per sopravvivere”.

La terza verità l’ha gridata in un appello umanitario lanciato al mondo il 4 novembre scorso in cui ha chiesto di “aiutare 2,7 milioni di persone, ovvero l’intera popolazione della Striscia di Gaza e mezzo milione di palestinesi in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est”: “Gaza sta diventando un cimitero per i bambini – ha detto – In quattro settimane sono stati uccisi più giornalisti che in qualsiasi conflitto in almeno tre decenni.  E sono stati uccisi più operatori umanitari delle Nazioni Unite che in qualsiasi periodo paragonabile nella storia della nostra organizzazione”. A questo appello il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen ha reagito dicendo: “Si vergogni!” (“Shame on you”); e il giorno dopo il ministro Amichal Eliahu ha detto che per Gaza ci vorrebbe la bomba atomica.

Contro gli orrori denunciati da queste tre verità, si possono citare tre verità opposte enunciate da tre grandi testimoni dell’ebraismo contemporaneo, che non si capisce perché non debbano essere ascoltati come lo erano i grandi Profeti di Israele e la Torah su cui l’ebraismo è fondato. 

António Guterres

La prima verità è che lo Stato di Israele non può appellarsi alla immane tragedia della Shoà per giustificare qualsiasi crimine di guerra, conquista o rappresaglia come “difesa” per impedire che essa possa ripetersi. Sarebbe “una catastrofe”, come scrisse Yehuda Elkana, filosofo della scienza e professore della Università ebraica di Gerusalemme:  «Due nazioni, emerse dalle ceneri di Auschwitz: una minoranza che afferma che “questo non deve accadere mai più” e una maggioranza spaventata e tormentata che dice “questo non deve accaderci mai più.” É evidente che, se queste sono le uniche lezioni possibili, io ho sempre creduto nella prima e considerato l’altra una catastrofe».

La seconda verità dice che tutti gli esseri umani, di qualunque etnia, devono essere non decimati, ma amati. Lo spiegò il rabbino Arthur Green di Boston rievocando una controversia tra i due famosi rabbini Akiva e Ben Azzai su quale fosse il principio fondamentale della Torah. Il primo disse che era il precetto di amare il prossimo come se stessi. Ma chi è il prossimo? Gli altri Ebrei? Il secondo perciò disse che il principio ancora più grande sta nella Genesi, per la quale tutti gli esseri umani sono creati ad immagine di Dio, e che «ogni forma del giudaismo che se ne allontani è “una deformazione della religione”» e «la lotta contro l’esclusivismo» (lo Stato d’Israele sopra tutto) è «la grande sfida dell’ebraismo oggi».

La terza verità è che non si dovrebbe far penetrare l’Olocausto, come determinante di ogni comportamento, nella coscienza ebraica fin da bambini. Lo ha scritto su “Haaretz” ancora Yehuda Elkana: «Cosa dovrebbe fare un bambino con queste memorie? Molte delle fotografie di questi orrori vengono interpretate come un appello all’odio. “Zechor!” può facilmente essere inteso come un appello all’odio cieco e continuato”.  

E lo ha scritto anche, in Italia, Bruno Segre (“Che razza di ebreo sono io”): «Se il ricordo dell’orrore non si salda a un’interrogazione lucida circa il nostro orrido presente, e non suggerisce ai giovani l’idea di un futuro meno indecente del passato che abbiamo dietro le spalle, la rituale invocazione “ciò non deve accadere mai più” cade nel vuoto, non serve a nulla. Trasmettere la memoria della Shoah, a settant’anni di distanza, ha un senso soltanto se riusciamo a educare le giovani generazioni a leggere la storia e a comprenderne criticamente la complessità, inducendole a mostrarsi pronte, in ogni evenienza, a prevenire e a impedire derive distruttive e criminali. Affinché la Giornata della memoria “funzioni” e significhi qualcosa per i nostri giovani, occorre che favorisca in loro la progettazione di un avvenire vivibile, da condividere fraternamente con tutti i figli degli uomini».

Dunque c’è un’alternativa per la convivenza di ambedue i popoli, con le loro religioni e tradizioni, e una speranza di pace, passando attraverso una trasformazione dello Stato d’Israele in una vera democrazia del Medio Oriente.

E quanto all’ONU, è vero che il diritto di veto paralizza il Consiglio di Sicurezza, ma è anche vero che quando esso non è stato esercitato l’ONU ha promosso la guerra alla Jugoslavia, mentre è giusto che i Paesi più fortunati sul piano economico e più forti sul piano politico si prendano la responsabilità e garantiscano la pace nel mondo, per dovere di umanità e non solo perché hanno vinto la seconda guerra mondiale. Altrimenti centinaia di migliaia di persone moriranno per l’impotenza dell’ONU, ma molti altri sentiranno il dovere di lottare fino a dare la vita perché essa sia resa capace di operare per la salvezza della Terra e di tutti i suoi abitanti, fino a morire per essa.

6
Morire per l’ONU ultima modifica: 2023-11-19T04:10:00+01:00 da GognaBlog

11 pensieri su “Morire per l’ONU”

  1. https://www.radiomarconi.info/news/natale-di-guerra-in-terra-santa-39561.html
    I morti a Gaza sono ormai più di 20000 … 20 (non 10!) occhi per un occhio e 20 (non 10!) denti per un dente! E quelli ancora vivi ridotti letteralmente alla fame!
    Le uniche falde potabili e di acqua dolce a Gaza sono costiere … immettere acqua di mare nei cunicoli scavati da Hamas significa buttare acqua di mare nelle poche falde potabili e creare un danno ambientale irreversibile!
    Siamo alla FOLLIA PIU’ TOTALE!
    Ci vuole una nuova ONU per fermare questi folli, ci vuole quella Costituzione della Terra descritta da Ferrajoli nel suo libro ‘La costituzione della Terra’ con poteri esecutivi immediati nei confronti degli Stati Sovrani contro tragedie di questo tipo.
    Per questa gente, dall’una e dall’altra parte, ma in questo caso soprattutto contro la reazione spropositata degli israeliani non basta la sedia elettrica per i responsabili, sarebbe troppo comodo! Questi governanti vanno spediti in lavoro coatto vita natural durante a ripristinare i danni arrecati. Sono comunque ben conscio che per ricostruire una civile convivenza dopo quanto accaduto non basteranno due generazioni.
    Saluti e per quanto possibile buon anno … 
    Massimo Silvestri

  2. Il problema dell’ONU è che qualcuno come Raniero La Valle possa scrivere cose come “è giusto che i Paesi più fortunati sul piano economico e più forti sul piano politico si prendano la responsabilità e garantiscano la pace nel mondo” perché questo in realtà si chiama semplicemente colonialismo e sarebbe la peggior fondazione possibile per l’ONU.
     
    Anche perché subito dopo arriva chi lo declina in noi e loro, occidente e suoi nemici, buoni e cattivi, peraltro scrivendo pure fesserie (basate sull’ignoranza, credo) come “soldati, QUASI SEMPRE occidentali” visto che le truppe nelle missioni di peacekeeping sono per la stragrande maggioranza di paesi del terzo mondi!

  3. (ANSA) – ROMA, 05 DIC – La situazione nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra è “apocalittica’: i civili sono costretti a fare “una scelta impossibile dopo l’altra” in un territorio dove “nessuno luogo è sicuro” e “nessuno è al sicuro”. Lo scrive su X il sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari umanitari, Martin Griffiths. “Ogni volta che pensiamo che le cose non possano diventare più apocalittiche a Gaza, lo diventano. Alle persone viene ordinato di spostarsi di nuovo, con poco con cui sopravvivere, costrette a fare una scelta impossibile dopo l’altra”, si legge nel messaggio. “Nessun luogo sicuro è sicuro a Gaza. Né gli ospedali, né i rifugi, né i campi profughi – prosegue l’alto funzionario delle Nazioni Unite -. Nessuno è al sicuro. Né i bambini, né gli operatori sanitari, né gli (operatori) umanitari”. “Tale palese disprezzo per l’umanità fondamentale deve finire – conclude Griffiths -. I combattimenti devono cessare”. (ANSA).
    Agenzia ANSA di stamattina. Senza commenti, proprio non ce n’è bisogno ….
    Massimo Silvestri
    PS: altro che ‘vergogna’ a Gutierres …. mi sto mettendo strisce di scotch sulla bocca …. ancora saluti.

  4. ‘Occhio per occhio, dente per dente’ … or si sta assistendo a ’10 occhi per un occhio, 10 denti per un dente’ in cui almeno 8 sono di donne e bambini, civili che con Hamas non hanno nulla a che fare …
    I palestinesi non mi sono mai stato simpatici … anzi ho sempre ammirato quanto gli israeliani sono riusciti a fare in Israele … ma con la scusa della shoah si stanno ora macchiando di colpe maggiori di quelle di Hamas.
    E’ nel DNA del popolo ebraico far fuori chi c’era prima di loro. Già nell’antico testamento si parla di uccisioni di massa di popoli confinanti che si opponevano all’ingresso nelle loro terre. 5000 anni di lotta. E non è ancora finita. In barba all’ONU.
    Saluti.
    Massimo Silvestri
    PS: quelli di Hamas sono peggio degli israeliani, anche perchè hanno usato i civili per proteggersi ed hanno ammazzato civili dell’altro fronte.  Questo vorrei fosse chiaro. Ma il 75% della gente di Gaza non è Hamas. Nulla giustifica ciò che Israele sta facendo ora a Gaza, proprio perchè ci si aspetta un grado di civiltà maggiore di quello di Hamas. Ed invece sta accadendo proprio il contrario. E questo è di una gravità inconcepibile.

  5. PS – Ostaggi. Chiedi a Netanyahu perché non vuole incontrare una delegazione dei familiari dei rapiti… Forse perché non gliene frega niente, essendo il suo scopo nen altro e a qualsiasi costo?

  6. Sulle stragi di Hamas, leggiti magari Haaretz di questi giorni… Sulle stragi israeliane di questi giorni, nulla da dire? Ospedali, scuole, anche dell’ONU, moschee. Bambini, donne e anziani le vittime principali. Gaza, che ti ricordo è un ghetto circondato da mura, costruito da coloro che dei ghetti dovrebbero avere memoria… Israele parla di 1200 morti dal 7 ottobre. I palestinesi invece sono 12.300, di cui almeno 5000 bambini e 3300 donne. Quelli che sono sotto le macerie non si sa quanti siano… Quanti sono i combattenti/terroristi di Hamas uccisi? 

  7. L’ONU è sempre stata filo palestinese, in modo molto molto discutibile. Da ebrea, sionista convinta, non approvo il governo israeliano attuale e gradirei una soluzione pacifica senza radicalizzazioni (so di cosa parlo, è la mia realtà); cerco di ragionare con la testa e non con la pancia . Ma mi auguro che lo facciano anche gli altri.
    Con Israele esiste il double standard , due pesi due misure. Su questo non ci piove. E adesso noi israeliti (benché non israeliani) siamo ovunque sottotiro, anche solo verbale!
    Mi domando: i pacifisti imploravano  Zelensky di arrendersi perché “non avrebbe mai vinto e avrebbe condannato a morte migliaia di ucraini “.
    Adesso nessuno che chieda a quei bastardi di hamas di fare lo stesso? Che si arrendano, tanto non vincono di certo, e liberino finalmente i palestinesi  dalla feccia quale sono. I primi a non avere a cuore i palestinesi sono loro. 
    È davvero difficile al momento dire che cosa farebbe o avrebbe fatto dopo una strage come quella del 7/10….a parlare o scrivere son capaci tutti, ma poi si deve agire. 
    E ricordo che l’ONU non menziona mai o quasi mai il problema degli ostaggi….come se fossero già dimenticati o meno importanti.
     
     

  8. Ricordo che Hamas è andato al potere con il 25% dei voti dei palestinesi della striscia.
    Quanto all’Onu farebbe bene occuparsi, come faceva un tempo, del sovraffollamento del pianeta, evitando che il suo segretario dica al riguardo   delle emerite stronzate.

  9. Spiegatemi invece qual è l’obiettivo di Hamas, di Hezbollah e di tutti gli Stati arabi che dal 1948 hanno fatto guerra contro Israele.
     

  10. Io credo che, a suo tempo, l’ONU sia davvero stata creata in buona fede con l’obiettivo di essere l’istituzione che si preoccupasse della pace nel mondo. Anche gli USA la pensavano così, ma, guarda caso, hanno fatto il bel gesto di ospitarne la sede nel cosiddetto Palazzo di Vetro a New York, cioè in casa degli americani, sperando così di averla sotto gli artigli…
     
    Il punto è che, nel corso dei decenni, l’ONU è diventata la cassa di risonanza di quello che un tempo si chiamava il Terzo Mondo e che oggi occorre chiamare invece il “Mondo Non Occidentale”. Tale categoria, infatti, oggi comprende sia i paesi che ormai sono molto industrializzati ed evoluti (Cina, India, e anche Russia, seppur per la Russia occorrerebbe fare un discorso a se stante…) e inoltre comprende anche il “vero” Terzo Mondo, in particolare quell’area che, in geopolitica, si chiama Il “Grande Sud Islamico”. Si tratta di quell’area che, dall’Asia centrale islamica (Afghanistan, Pakistan…), passa per il Medio Oriente  e poi corre lungo tutte le coste africane del Mediterraneo (Maghreb) e, saltando sotto al Sahara, coinvolge il Sahel, dove cambia la natura etnica delle popolazioni (non sono più arabi), ma il comun denominatore che li lega tutti è l’islam. A tutto questo mondo islamico si collegano sia le propaggini degli individui trasferitisi in Occidente (in particolare in Europa: Francia e Belgio su tutti), sia il resto del mondo non occidentale che, non essendo sviluppato e ricco come l’Occidente, “protesta” per definizione contro l’Occidente.
     
    Orbene: l’ONU è ormai diventata (ma non da ieri mattina: il processo è iniziato  almeno 30-40 anni fa) una specie di assemblea di condominio dove, su 190 paesi presenti, gli Occidentali o pseudo tali saranno al massimo 30-35. Quindi, per un puro fattore numerico, l’opinione dell’Onu è ANTI Occidentale per definizione e il Segretario in carica non è altro che l’Amministratore di condominio che esprime l’orientamento prevalente nella sottostante assemblea condominiale. Quindi un orientamento che, salvo rarissime eccezioni, è costantemente anti occidentale.
     
    Come può l’Occidente difendersi dalle prese di posizioni dell’ONU, che, per il soprastante meccanismo, sono per lo più ANTI OCCIDENTALI? 
     
    DELEGITTIMANDO L’ONU, che è ormai ridotta a una barzelletta, aria fritta, senza nessun effettivo potere di incidere sulla realtà dei fatti. Le risoluzioni dell’ONU sono parole al vento, nessuno le sta a sentire e l’ONU è solo più un caravanserraglio che distribuisce stipendi a vanvera.
     
    A volte, col il paravento ipocrita dell’elmetto blu (i cosiddetti “Caschi Blu”), vengono mandati soldati, QUASI SEMPRE occidentali, in aree burrascose e lì si registrano anche dei morti (a puro titolo di esempio, cito gli italiani di Nasiriya). Morti occidentali che, paradossalmente, sono inviati da un’organizzazione che ormai NON è più occidentale, ma addirittura anti occidentale!

  11. E’ proprio vero: l’obiettivo di Israele non e’ Hamas. E’ l’ONU.
    E’ notizia di oggi di 80 morti a Gaza per attacco ad una scuola gestita dall’ONU e piena di rifugiati.
    Senza ulteriori commenti.
    Saluti.
    Ms

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.