Natale in Tirolo
I primi presepi in Tirolo risalgono al XVII secolo e furono allestiti nelle chiese di Innsbruck e della vicina Hall. Nel periodo dell’Illuminismo i presepi furono banditi dalle chiese, e per questo motivo, realizzati in seguito nelle case di città e in quelle dei contadini. Il più antico presepio privato di quell’epoca è del contadino Maxenbauern di Thaur, il «paese dei presepi» vicino a Hall noto grazie agli intagliatori Giner. Fino al XIX secolo il presepio fu specchio della vita tirolese, anche se talvolta in presenza di alcuni motivi orientali con ambientazione in Palestina. Dopo le guerre mondiali molti presepi rischiarono di sparire. L’allora direttore del Museo d’Arte Popolare di Innsbruck fiutando questo pericolo adibì un’ala alla raccolta dei presepi più preziosi. Oggi il museo mostra un centinaio di presepi di ogni misura e stile. Il Krippeleschaun (guardare il presepio) è una bella tradizione sopravvissuta in molte fattorie dei paesi intorno a Hall dove vengono allestiti presepi di pazienza e maestria, da esibire con orgoglio a vicini ed ospiti. L’invito a visitarli è rivolto anche ai turisti, ma è necessario informarsi per avere le coordinate e l’appuntamento per certi luoghi sperduti. Naturalmente anche nelle chiese di tutte le località tirolesi vengono preparati i presepi e molti villaggi ne organizzano l’esposizione. Famoso è il grande presepio meccanico di Landeck, come quello di ghiaccio a misura d’uomo a Gurgl, nell’Ötztal, realizzato dalla famosa scuola d’intaglio di legno di Elbigenalp in Tirolo. Igls, vicino a Innsbruck, organizza un presepio vivente chiamato Bergweihnacht (Natale di montagna).
Maschere di Krampus
Alla vigilia di San Nicola, il 5 dicembre, in Tirolo si usa fare piccoli doni ai bambini, soprattutto dolci nascosti nelle calze. In varie località «Sankt Nikolaus», vestito da vescovo, fa il suo ingresso nel centro storico seguito dalla banda e portando un enorme sacco pieno di regali da distribuire ai bambini. Il santo è accompagnato dai Krampus, diavoletti con catene e bacchette che fanno «paura» ai bimbi discoli (in altri casi, invece, sono diavoli che spaventano le belle ragazze). È nota la sfilata di San Nicola nel centro di Innsbruck dove Nikolaus e Krampus sono accompagnati da uno «stuolo di angeli».
Nell’Osttirol (Tirolo Orientale), la regione che meglio ha saputo conservare tutti i suoi antichi comportamenti collettivi, è ancora viva nella sua forma originaria una tradizione legata ai Krampus. In particolare a Matrei, nella zona degli Hohe Tauern del sud, sono conosciuti i cosiddetti Klaubauftage, i giorni dei Klaubauf o Kleibeife che derivano con molta probabilità da credenze popolari negli spiriti vaganti nel periodo tra Natale e l’Epifania. Sorprendentemente tali tradizioni sono simili alle usanze carnevalesche: i diavoletti portano artistiche maschere in legno o metallo, pelli di pecora, collari e grosse cinte di cuoio dai quali pendono campanelli e campanellacci fino ad un peso di 30 kg.
Durante il periodo natalizio, nei centri storici di molte località vengono organizzati mercatini che offrono dolci e oggetti tradizionali. Particolarmente conosciuto il mercatino di Innsbruck. Sulla piazza centrale davanti al Tettuccio d’Oro viene allestito un enorme albero di Natale con ai piedi un presepe intagliato in legno. Dalla piazzetta fino al fiume Inn si può passeggiare tra tradizionali bancarelle assaporando profumi e sapori d’altri tempi. Il mercatino resta aperto per tutto l’Avvento e oltre, e si ripetono le varie manifestazioni letterarie e musicali. Ogni giorno ad un’ora precisa si esibiscono i suonatori della torre con le trombe. Un secondo mercatino è allestito sulla Landhausplatz. Per il periodo natalizio vengono offerte anche visite guidate speciali al museo delle campane, ai presepi nel museo dell’Arte Popolare e presso i contadini, per conoscere le usanze tradizionali.
Innsbruck, piazza del Tettuccio d’Oro (Goldenes Dachl) e albero natalizio
Anche a Lienz (Osttirol), dove la Liebburg si trasforma in un gigantesco calendario d’avvento, viene allestito per tutto il periodo un bellissimo mercato di Natale sulla piazza antistante. La magia natalizia avvolge anche la fortezza di Kufstein per tutto il mese di dicembre con mercatini che hanno luogo ogni fine settimana. La navigazione sul fiume Inn con il battello Sankt Nikolaus è attiva anche durante i weekend dell’Avvento. Going nelle Alpi di Kitzbühel continua la tradizione dei mercati di artigianato artistico, dedicandone uno al Natale e molte sono le località anche piccole che organizzano mostre e mercatini.
L’Anklöpfln (bussare) è una tradizione che ricorda il peregrinare di Maria e Giuseppe alla ricerca di un rifugio. Gruppi di «pastori» girano di fattoria in fattoria, bussano, cantano e vengono accolti con grappa e dolci tradizionali: una tradizione ancora molto viva nella Zillertal e nella bassa valle dell’Inn. Il noto albergo Stanglwirt è un punto di riferimento in tutto il Tirolo per il suo impegno nella conservazione delle tradizioni autentiche.
Bergweihnacht, Notte dell’Avvento
L’usanza dell’albero di Natale in Tirolo non è molto antica: il primo fu allestito nel 1890 nella scuola di Ischgl nella valle di Paznaun, poi la nuova idea conquistò velocemente tutta la regione. La particolarità degli alberi natalizi tirolesi è costituita dagli addobbi fatti principalmente a mano (stelle di paglia, pigne dorate e ornate di nastrini, angioletti, dolci, ecc). I profumi che si sprigionano dall’albero sono intensi: c’è l’odore del pino perché si usano solo pini o abeti veri e di cera d’api perché non ci sono «lampadine» ma autentiche candele di cera. I pini sono senza radici (col benestare degli ambientalisti, perché provengono dallo sfoltimento autorizzato del bosco oppure da allevamenti esteri: i controlli sono rigidissimi). L’albero viene preparato soltanto alla vigilia di Natale, il 24 dicembre. La sera, quando fa buio e tutte le candele sono accese, arriva il Christkind (Bambin Gesù) che porta regali a tutti. È risaputo che l’Austria è famosa per i suoi dolci, quindi anche il Tirolo. E le tradizioni natalizie contemplano soprattutto la preparazione di biscotti dai mille gusti. Nascono così delizie come i cornetti di vaniglia, i baci di cocco, le stelle al rum o alla cannella, i cuoricini di mandorle, il dolce della vita, ecc. che evocano nostalgici momenti dell’Avvento. Altri dolci, inizialmente nati come dolci natalizi, sono oggi dolci particolari quali per esempio la Prügeltorte di Brandenberg o il Blattlstock, una specialità del Tirolo Orientale. Ma il dolce natalizio più comune in tutto il Tirolo è lo Zelten, una specie di panforte poco dolce, fatto di frutta secca (fichi, pere, uva, mandorle, nocciole), arancini, cannella, chiodi di garofano e pasta di pane. Gli ingredienti variano però a seconda delle usanze locali nelle diverse vallate. In Tirolo non si conosce la Befana, ma il 6 di gennaio in ogni località girano i «Re Magi»: gruppi di ragazzi che portano con loro una grande stella e cantano ad ogni porta per raccogliere soldi destinati alle missioni.
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Queste manifestazioni, che abbiano uno sfondo religioso o no, ma quasi sempre ce l’hanno, sono giunte fino a noi attraversando secoli e secoli e sono oggi un museo vivente delle nostre antiche tradizioni. Perderle oggi che ne abbiamo compreso l’importanza sarebbe rinnegare le nostre origini.
Sta agli altri avere rispetto per le nostre usanze e noi ovviamente dobbiamo avere rispetto per le loro.
Non si può pretendere che Natale diventi una festa condivisa da tutte le religioni ma che le altre religioni ne abbiano rispetto questo sì. Ma è difficile quando nemmeno noi, diretti interessati, siamo in grado di protrarre e di salvaguardare tradizioni centenarie, ormai nascoste dal consumismo sfrenato o bloccate in nome di un non meglio identificato “rispetto per l’altro”. Il rispetto per l’altro (e per le sue tradizioni e la sua cultura), oltrechè dover essere reciproco è proprio parte della tradizione cristiana.
Buon Natale a grassi e magri,
buon Natale a belli e brutti,
buon Natale proprio a tutti!
Io sono agnostico (purtroppo). Beato chi ha fede.
Però concordo totalmente con quanto scritto da Paolo.
Sono d’accordo con Paolo al 100%
Le tradizioni cristiane fanno parte del nostro DNA e sono parte di noi e della nostra cultura, conserviamole per i posteri.