Il Nuovo Bidecalogo del CAI, approvato a Torino il 26 maggio 2013, dedica il Punto 17 alla speleologia e al torrentismo. Potete consultare il documento finale e la presentazione del past-president Annibale Salsa, i due documenti sui quali ho lavorato per esprimere un mio parere sul Punto 17.
Punto 17 (speleologia e torrentismo)
Questa volta il breve enunciato del Punto 17 è ineccepibile, almeno per ciò che riguarda le grotte. Giusta la denuncia che “molti ambienti ipogei hanno subito profonde trasformazioni per valorizzazioni di carattere turistico“. Giustissimo ricordare, tra le altre cose, che “L’ambiente ipogeo è strettamente in relazione al ciclo dell’acqua e costituisce spesso da secoli fonte di approvvigionamento idrico per intere comunità“.
Grotta di Nettuno (Capo Caccia), Sardegna
E andava anche detto che “Purtroppo l’impatto sull’ambiente ipogeo, causato da attività umane, a cominciare dagli speleologi stessi e/o da frequentatori occasionali, nonché da cattive abitudini (utilizzo di forre, doline, cavità, quali discariche di reflui e solidi) è risultato spesso devastante“.
Nella parte propositiva del Punto 17 del Bidecalogo è affermato con sufficiente chiarezza e fermezza che “Il CAI manifesta la propria contrarietà allo sfruttamento turistico delle cavità, con la creazione di itinerari attrezzati per la frequentazione di non speleologi, di zone illuminate artificialmente per favorire la visita, ecc.“.
Ma mentre si ribadisce il costante impegno del CAI per fare in modo che la frequentazione degli speleologi sia il più possibile corretta e il meno possibile impattante, non è con altrettanto vigore che si difende il mondo sotterraneo dalle aggressioni di altro tipo (soprattutto ci vengono in mente quelle dei lavori di cava): aggressioni che non “alterano” bensì distruggono, e aggressioni che in nessun modo tengono conto della rete idrica.
Nulla da eccepire sugli impegni enunciati, specie questo: “sostenere il libero accesso al mondo ipogeo, nel pieno rispetto della legislazione e/o di ordinanze specifiche vigenti“.
Un’importante osservazione: nel titolo si parla di torrentismo. Ma poi, nel testo, non v’è più alcun riferimento a questa attività. Questo spiace perché oggi il torrentismo, o canyoning che dir si voglia, è una parte importante delle attività outdoor: qualche riga occorreva dedicargliela, lo sanno bene quelle guide alpine che vi si sono specializzate e il buon numero di abusivi che nel frattempo sono spuntati dal nulla.
Canyoning, Daxa Bach, Kaisergebirge
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