“Paese canaglia”

“Paese canaglia”
di André Vltchek
(già pubblicato il 20 agosto 2018 su reseauinternational.net e il 28 agosto su comedonchisciotte.org)

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Uomini canaglia. Foto Lorenzo Merlo

Avete già preso in considerazione la possibilità che tutto quello che i media occidentali vi hanno detto su come va il mondo, non sia che menzogna e pura invenzione?

Io sono sicuro che voi l’abbiate fatto, perlomeno in questi ultimi tempi, nei quali la follia della propaganda occidentale diventa talmente chiara ed evidente. Ma quanto è vasto l’indottrinamento al quale siete stati sottoposti?

Se voi vivete in Europa o in America del Nord, fino a che punto siete stati avvelenati dalle menzogne in merito a Cuba ed al Venezuela, in merito a Russia e Cina, Corea del Nord e – senza dubbio – in merito all’Iran?

Ritenete di essere ancora recuperabili?

Se voi poteste vedere la verità, e confrontarvi con la realtà, sareste ancora capaci di riconoscerla, o la percepireste come propaganda e menzogna?

Io ho appena lasciato Teheran, città con una storia e una cultura formidabili, debordante di musei, di teatri, di parchi meravigliosamente mantenuti e cosparsi di sculture di arte moderna. È una città con trasporti pubblici moderni ed interamente sovvenzionati, composti di una metropolitana altamente tecnologica, autobus ecologici e treni che collegano le periferie. Una città con grandi alberi, angoli tranquilli, caffè eleganti e persone estremamente educate e amabili.

Un bel paesaggio urbano di Teheran.

Una città che potrebbe facilmente rientrare fra le dieci più importanti del pianeta, se non fosse la capitale di un paese che l’Occidente tenta di distruggere, inizialmente con sanzioni draconiane e ingiuste e poi chi sa, anche con un’invasione militare.

Che cosa conoscono la maggior parte degli Occidentali in merito all’Iran: che cosa è stato loro detto? Io ritengo che l’immagine che i mass media vogliono lanciare sia quella de “l’Iran – un paese musulmano radicale, una sorta di Arabia Saudita Sciita”, o forse, anche peggio.

Molto peggio, poiché l’Arabia Saudita, l’alleato arabo più vicino a Londra e a Washington, non può essere toccato in Occidente, a prescindere dal terrorismo e dalla barbarie che diffonde nel mondo intero.

Quelli che conoscono sia Jeddah che Teheran riderebbero di tale raffronto. L’Arabia Saudita e la sua semicolonia BahreÏn, malgrado le loro ricchezze petrolifere, sono tra le società meno clementi del pianeta, in esse la miseria si affianca alla disgustosa ostentazione della ricchezza più estrema.

L’Iran è un paese intrinsecamente socialista. È internazionalista, completamente solidale con i diversi paesi oppressi ed in lotta sul nostro pianeta. Non parlo solamente della Siria, dello Yemen o della Palestina; parlo di Cuba e del Venezuela, fra molti altri. Voi non lo sapevate? Non è sorprendente: non si ritiene che voi sappiate! Ci si aspetta anche che voi restiate nell’ignoranza per quanto riguarda il sistema sociale iraniano, chiaramente socialista. Educazione e cure mediche gratuite, trasporti pubblici e cultura largamente sovvenzionati, immensi spazi pubblici e, in una certa misura, un governo forte e, almeno in parte, una pianificazione centralizzata.

Malgrado queste sanzioni assolutamente ingiuste e terribili che gli sono state imposte, con qualche interruzione, da Washington e i suoi alleati, l’Iran fa tutto il possibile per prendersi cura del suo popolo. E, malgrado le terribili prove che gli Iraniani subiscono, essi non ricorrono al furto e all’inganno. Il tasso di cambio è sprofondato dopo che Washington ha imposto un’altra serie di sanzioni aberranti, provocando malcontento e anche manifestazioni. Ma la maggior parte degli Iraniani sa chi è il vero colpevole, e non è un segreto per nessuno come la cosiddetta opposizione sia spesso finanziata dall’Occidente.

La maggior parte dei visitatori non comprende niente a proposito della moneta locale o del tasso di cambio. Io non faccio eccezione. Porgo semplicemente il mio portafoglio ai guidatori di taxi o ai facchini, e loro non prendono che quanto è dovuto. Ho verificato con i miei colleghi iraniani: e l’importo che viene prelevato è sempre quello corretto.

Un iraniano che si diverte.

Gli Iraniani non ostentano una “fierezza arrogante”, ma dimostrano una fierezza determinata, opportuna e patriottica, propria di una nazione avente migliaia di anni di grande cultura che sa perfettamente di essere dal lato giusto della storia.

Vi è stato detto “Fino a che punto l’Iran è religioso”; sono sicuro che è così. Ma contrariamente all’Arabia Saudita o all’Indonesia, qui non vi si sbatte in faccia la religione; né la si sventola come se fosse una bandiera. In Iran, la religione è qualcosa di privato, di profondo, che viene espresso in maniera umile e senza clamore. Mentre le moschee di Jakarta diffondono quotidianamente e per delle ore intere utilizzando potenti altoparlanti, mentre delle persone sono ancora oggi sbattute in galera solamente per aver criticato questa brutale imposizione della religione al grande pubblico, a Teheran ho a stento percepito l’Adhan (appello alla preghiera). La maggior parte delle donne di Teheran copre i suoi capelli solo in maniera simbolica per un terzo o anche un quarto, il che gli permette di mantenere scoperta la buona parte della capigliatura.

Ma l’Occidente non infliggerebbe mai delle sanzioni all’Indonesia né la contrarierebbe in alcun modo, per quanto brutale possa essere con la propria popolazione. Washington, Londra e Canberra hanno già mandato in rovina la corrente socialista in Indonesia in seguito al colpo di Stato orchestrato dagli Stati Uniti nel 1965. Jakarta ha adesso una società docile, turbo-capitalista, anticomunista, che ama le buffonate e i merdosi divertimenti occidentali. Non c’è più niente di pubblico. Le élites hanno interamente saccheggiato il paese in nome dell’Occidente. Le religioni in Indonesia sono utilizzate a sostegno del regime fascista pro-occidentale.

L’Iran è tutto il contrario: la sua interpretazione della religione è “tradizionale”, come lo era in diverse parti del mondo prima del sopravvento dell’Occidente. E’ socialista, misericordioso, spirituale e sì – internazionalista.

Contrariamente a luoghi come Jeddah o Jakarta, nei quali il massimo della vita culturale è andare a mangiar fuori (e spesso la sola opzione per godere della vita cittadina), Teheran offre proiezioni cinematografiche d’autore e d’essai di alta qualità (i film iraniani sono fra i più grandi ed intellettualmente rilevanti a livello mondiale), musei e gallerie di prima classe, vasti spazi pubblici, se non un gran numero di installazioni sportive e di attrazioni pubbliche, ivi compresi dei parchi magnificamente curati.

Torre Milad a Teheran.

Volete aggrapparvi ad una corda e sorvolare una vallata presso una delle più grandi teleferiche al mondo? Potete facilmente farlo a Teheran. Volete vedere una serie di film cinesi d’autore? Potete farlo nel magnifico palazzo chiamato Museo del Cinema. O forse siete tentati da Chechov o una rappresentazione teatrale tratta da Tennessee Williams, se capite un po’ il farsi? Perché no?

Certamente, potete rimanere bloccati in un ingorgo terribile del traffico, se siete innamorati della vostra vettura, come fareste a Riyadh o a Jakarta, ma in questo caso potete attraversare la città in tutta comodità e a basso presso, a bordo di una metropolitana super moderna. Potete passeggiare su dei bei marciapiedi, sotto grandi alberi che in certi punti premono su apposite ringhiere che delimitano i tratti pedonali.

Che cosa vi si deve dire ancora? Che non potete guardare una donna negli occhi o sarete lapidati a morte? A Teheran, dappertutto ci sono coppie che si tengono per la mano e delle ragazze contrariate schiaffeggiano gli uomini, per gioco e qualche volta anche seriamente.

Ma voi lo credereste, se lo poteste vedere? Oppure è troppo tardi, avete raggiunto il punto di non ritorno?

Un giorno, un autista che mi accompagnava dal mio hotel allo studio televisivo Press tv, ha esclamato disperando della causa

“Gli Europei che vengono qui, anche per la prima volta: non vogliono conoscere. Anche se vengono in Iran per la prima volta, atterrano all’aeroporto, montano nella mia vettura e cominciano a straparlare: mi spiegano il mio proprio paese! E poi, arrivano tutti con la stessa storia, la stessa visione critica sull’Iran. Non c’è varietà! Come possono qualificarsi come provenienti da paesi democratici quando pensano tutti alla stessa maniera?”

Danzatori tradizionali.

A Teheran, la diversità di opinione è assolutamente evidente. Con i miei colleghi e compagni discutiamo di tutto, dalla guerra in Yugoslavia, all’America Latina e, certamente, all’Iran stesso. Vogliono saperne di più sulla Russia e sulla Cina. Apprezzo quello che vedo e che sento- quando le persone sono curiose e rispettose delle altre culture, è sempre un buon inizio!

L’Iran è stremato e sofferente, ma rimane un paese forte. Non tutti approvano la politica governativa (ma in molti appoggiano il Governo), però tutti sono determinati a combattere e difendere il proprio paese, se viene attaccato militarmente o con altri mezzi.

Un bambino e la sua mamma durante un concerto a Teheran.

Ogni volta che vengo qui, ho questa irrefrenabile voglia di urlare ai miei lettori: venite e guardate! L’Iran non è perfetto ma è reale – qui la vita e le persone sono reali. Grazie alla loro cultura e alla loro storia, sanno come distinguere le pietre preziose dalla ferraglia, i pensieri nitidi dalla propaganda, il capitalismo mortale e a buon mercato dalle grandi lotte per un mondo che sia migliore. Se non mi credete, guardate i loro film, un capolavoro dopo l’altro.

È forse questa la ragione per la quale l’Occidente vuole rovinare e poi distruggere totalmente questo paese. Per l’Occidente, questo paese è “pericoloso”. L’Iran è pericoloso, e perfino mortale per l’ordinamento imperialista del mondo così come lo è la Cina, come lo sono Cuba, il Venezuela, la Siria e la Bolivia.

Dirò anche che rovinare l’Iran non sarà facile: potrebbe anche rivelarsi impossibile. I suoi abitanti sono troppo intelligenti, determinati e forti. L’Iran non è solo, ha molti compagni ed amici. Ed anche i suoi vicini – la Turchia ed il Pakistan – stanno cambiando rapidamente la loro direzione, allontanandosi dall’Occidente.

Non mi dovete credere sulla parola. Venite solo a vedere. Ma senza predicare: ponete delle domande e poi se ne avete voglia, sedetevi, ascoltate e imparate! Questo paese ha più di 7000 anni di storia straordinaria. Invece di bombardare, leggete i suoi poeti, guardate i suoi film, ed imparate dalla sua posizione internazionalista! Soltanto allora potrete decidere se l’Iran è veramente vostro nemico o piuttosto un buon compagno ed amico.

 

André Vltchek è filosofo, romanziere, cineasta e giornalista di investigazione. Ha seguito guerre e conflitti in decine di paesi. Risiede attualmente in Asia e in Medio Oriente, continuando a lavorare nel mondo intero. Può essere contattato sul suo sito web e su Twitter.

 

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“Paese canaglia” ultima modifica: 2018-09-21T04:55:33+02:00 da Totem&Tabù

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10 pensieri su ““Paese canaglia””

  1. Caro Fabio, qualche volta riesci a essere persino simpatico e apprezzo sinceramente il tuo sforzo di “tranquillizzazione”

    Se rileggi quello che ho scritto qui, non mi pare proprio di aver usato il “ditino alzato”…e a essere sinceri, sei un po’ finito nel mazzo dei due pirla che ti hanno preceduto; però anche tu con la tua nota te le sei andate a cercare.

    In fondo cosa ha scritto l’impronunciabile Vltchek (che ignoro chi sia)? Guardate che gli iraniani non sono mostri assetati di sangue, alieni incomprensibili o ignobili subumani come ce li dipingono e vorrebbero  credessimo , ma anzi appartengono a una società e a una storia millenarie, affascinanti e degne di essere conosciute, che sta cercando una sua via. Di sicuro Vltchek ne è rimasto affascinato!

    Io mi sono limitato a dire che, per quel poco che ho potuto vedere, l’Iran è un gran bel posto, abitato da gente estremamente civile e cordiale. Molto meglio dell’Arabia Saudita, per dire, ma secondo me anche della Turchia

     

  2. Sí, Matteo, hai ragione.

    E sai perché ho sbagliato? Perché quando qualcuno scrive o dice che appartengo alla categoria degli stupidi o, molto peggio, a quella di chi è in malafede, allora, pur avendo un carattere mite, io mi inferocisco (è una delle pochissime occasioni in cui capita; un altro caso è quando mi imbatto in incommensurabili idiozie o falsità, e qui non sto riferendomi a te).

    E se mi inferocisco perdo il lume della ragione. E, se perdo il lume della ragione, mi viene voglia di sparare per l’offesa (sto scherzando…).

    Tutto sommato, è meglio che tu continui a presentarti solo con il nome. Non si sa mai (sto ancora scherzando).

    Accetta un consiglio (in buona fede, cioè senza malizia): non salire in cattedra col ditino alzato. Ti renderai piú simpatico e potrai predisporre meglio il tuo interlocutore ad ascoltare le tue ragioni e a rifletterci sopra.

    Saluti (normali, non feroci).

  3. No Fabio: se perché si avveri A devono essere presenti le qualità B e C, per non avere A basta che manchi B o C.

    In altre parole: o stupidi o in malafede.

  4. Un po’ di studio della storia delle religioni e delle civiltà non farebbe poi male.
    Leggere qualche libro non fa mai male.
    Le menti povere o deboli dovrebbero leggere libri di studiosi e non riviste di attori.
    Ma con molti tipi di attori ci si diverte!

  5. O voi che osate criticare il Verbo, il buon Matteo vi ha appena detto, da “sincero democratico”, che siete stupidi e in malafede.

  6. In effetti questo articolo sembra proprio scritto per scuotere le certezze di quelli che hanno appena risposto qui, o lameno installare il germe del dubbio.

    Ma è impossibile: presuppone buonafede e intelligenza.

    Io sono stato in Iran, in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi, brevemente e per lavoro. Non pretendo di conoscerli bene, ma non ho dubbi: in iran potrei anche viverci, altrove manco legato.

    Però c’è gente che va a fare le vacanze a Dubai: ci sono anche le piste da sci!

  7. Mi diverte sempre moltissimo leggere “roba” di persone di formazione cristiana che esaltano le società di cultura mussulmana.
    Leggendo i loro superficialissimi scritti mi appare evidente la totale ignoranza di ciò che è il messaggio del Corano e l’obbedienza richiesta
    … poi bisogna sempre sperare che l’uomo si evolva impegnandosi ad imparare, ma ne dubito sempre di più, visto anche lo scritto qui sopra.

  8. La tracotanza e l’insolenza di tale Vtlchek sono insopportabili.

    Gli chiedo: in Iran c’è libertà di parola? libertà di stampa? libertà di associazione? partiti liberi?

    Lui non ne fa menzione: sorvola. Evidentemente, dopo averci apostrofati come mentecatti, è piú interessato a elogiare i caffè di Teheran a discapito della libertà di parola. Questo tizio sí che ragiona col cervello, e non come noi che lo facciamo “di pancia” (come ora piace dire ai radical chic quando non sanno argomentare).

    In piú blatera che saremmo stati avvelenati dalle menzogne riguardo al Venezuela (!), a Cuba (!), alla Cina (!), alla Corea del Nord! Incredibile.

    … … …

    NOTA

    «Totem e Tabù» ospita quasi sempre articoli che si rifanno alla stessa ideologia (invece Massimo Fini, da indipendente, da decenni sproloquia aberrazioni contro l’Occidente affinché poi si parli di lui). Il fondo è stato toccato con questo articolo. Ma si può peggiorare: a quando qualche bell’intervento sulle scie chimiche o sull’uomo che non è mai andato sulla Luna?

  9. Meno male che ogni tanto arriva qualche possessore della verità che ci spiega che fino ad ora eravamo ciechi e sordi di fronte al mondo. Ah, poveri noi preda di un complotto globale che ci descrive malignamente paradisi dell’umanità. Per fortuna abbiamo l’ occasione di svegliarci con questi bellissimi contributi. Fatti da chi vive sul posto è probabilmente guarda solo per terra. Perché se alzasse lo sguardo vedrebbe gente impiccata alle gru  nelle piazze. Apostati che si sono permessi di credere in in altro Dio.

  10. Ancora esaltazioni di dittature? Blognagog o viva le dittature? Tutto ciò che è contro l’occidente vi va bene. Non è voler sentire un’altra campana è voler negare l’evidenza. Siete diventati amici dei terroristi, va bene che molti che scrivono qui lo sono…vedi il sig, Matteo o il sig.Lusa ( se quello è il nome). Non hanno neanche il coraggio di mettere nome e cognome. Io ci metto la faccia loro sono codardi. Poi questo articolo accenna al falso sul Venezuela, cosa vuol dire che Maduro è il campione delle libertà? Se lo scribacchino di questo panegirico ama così tanto l’Iran, lasci l’odiato e vituperato occidente e vada a vivere in Iran, patria della libertà, paradiso per le donne e per la libertà di costumi!!!!!!Quando pubblichere un articolo che fa risaltare la libertà del mondo occidentale o vi sentite prigionieri? se si potete andarvene, nessuno piangerà o protesterà per voi. Vediamo se pubblicherete questa mia.

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