Pan deng zhe
E’ il titolo originale di The climbers, il film del regista di Hong Kong Daniel Lee appena approdato (30 settembre 2019) nei cinema IMAX di Cina, Stati Uniti e Gran Bretagna.
The Climbers in 125’ di proiezione racconta una storia vera. Quella di Wang Fuzhou, Qu Yinhua e Gongbu, componenti del team cinese che realizzò la prima salita dell’Everest dal versante settentrionale, in data 20 maggio 1960.

I tre alpinisti, che avevano lasciato in vetta una statuetta raffigurante il rivoluzionario comunista Mao Tse-tung, mentre tornavano al campo base operarono un formidabile salvataggio del quarto membro della cordata di punta che era stato costretto a fermarsi lungo il percorso.
A dispetto della collegialità che caratterizzava le imprese alpinistiche del mondo social-comunista, Wang Fuzhou emerse come la vera anima della storica impresa.

Fuzhou era nato nel 1935 a Henan, nel distretto di Xihua. Laureatosi in geologia all’università di Pechino, già nello stesso anno (1958) si distinse salendo il Pik Lenin 7134 m (Ibn Sina Peak); l’anno dopo fu la volta del Muztagh Ata 7509 m. Dopo la grande vittoria sul versante nord del’Everest, ebbe modo di distinguersi ancora nel 1964 salendo in prima ascensione l’ultimo degli Ottomila ancora inviolato, il Shishapangma 8027 m. Wang Fuzhou morì a Pechino il 18 luglio 2015.

Il film che narra le vicende, per la verità assai poco note in occidente, di questa grande spedizione, è stato prodotto da Tsui Hark e Zhong-lun Ren (Shanghai Film Group) con la sceneggiatura di A Lai e Daniel Lee. Lo stesso Lee, conosciuto anche con il suo nome cantonese Yan-Kong Lee, ne è il regista.
Wang Fuzhou è interpretato dal famoso attore Jackie Chan: il resto del cast vede recitare Wu Jing, Ziyi Zhang, Boran Jing, Zhang Yi e altri.


Già lo scorso marzo 2019 era stato dato l’annuncio che l’uscita del film era prevista per il 1° ottobre 2019, in concomitanza dunque con il settantesimo anniversario della proclamazione della Repubblica popolare cinese. Per mesi però se ne è conosciuto solo il titolo e gli attori. Neppure il trailer, disponibile su Youtube dal mese di luglio, ma rigorosamente in cinese, non era risultato di grande aiuto, se non per riconoscere la grande qualità delle riprese e delle ricostruzioni in altissima quota.


Finalmente i sottotitoli in inglese del nuovo trailer, diffuso online il 23 settembre 2019, ci hanno fornito il mezzo per immaginare meglio cosa ci troveremo di fronte quando il film approderà nelle sale italiane (ci auguriamo quanto prima). Freddo, valanghe, vento violentissimo, ansia da attesa al campo base non sembrano mancare.
The Climbers è stato realizzato con grande sforzo produttivo e il trailer qui sopra lo testimonia. Da qui anche la decisione delle “prime” nelle sale Imax dagli schermi grandi e iperdefiniti. Saranno spontanei i paragoni con il celebre Everest, il film del 2015 di Baltasar Kormakur, la discussa pellicola che riprende il libro Aria Sottile di Jon Krakauer, dedicato alla tragedia sull’Everest del 1996. Paragoni un po’ oziosi se consideriamo la filmografia cinese, così diversa dalla nostra. Sarà invece curioso e stimolante imparare qualcosa di più su un modo di andare in montagna così diverso dal nostro.

Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Non bisogna dimenticare che quella era una spedizione di Stato, destinata a glorificare il regime di Mao. Non è certo escluso che gli alpinisti siano stati indottrinati per affrontarla come una vera e propria guerra, disposti quindi a correre rischi personali al di là dell’istinto di conservazione, pur di riuscire nell’intento e di non tornare a mani vuote. Come dimostrerebbe il fatto che arrivarono in vetta in piena notte (un’autentica follia).
Mi ricordo di avere letto che Chris Bonington era stato in Cina a intervistare qualcuno molto importante per la spedizione del 1960 e che tornò dicendo che non c’erano più dubbi che alcuni cinesi erano stati in cima all’Everest quel’anno. Il secondo gradino, sempre secondo le mie letture, venne risolto con una piramide umana composta da tre persone.
Cosa si sa dell’alpinismo cinese antecedente al 1960?
Difficilissimo a dirsi. Il second step era un ostacolo formidabile, ma non insuperabile. D’altronde gli stessi dubbi ci furono anche nel 1975. E non credo che in soli quindici anni la tecnica alpinista cinese si fosse molto evoluta. Ma il tripode smentì tutti…
Non credo ci siano arrivati nel 60, erano ancora troppo indietro nella formazione alpinistica sia tecnica che mentale per salire così in alto.
Tuttoggi mi sembrano poco interessati.
Ma dovevano farlo e sopratutto dirlo, ora lo confermano con un film all’americana, che per me conferma la mia opinione.
Secondo il resoconto ufficiale cinese del 1960, la cordata di punta, in difficoltà sul Secondo Gradino, tenne una riunione di “comitato politico” a oltre ottomila metri. Fu solo grazie alla saggezza del presidente Mao – che evidentemente si faceva sentire anche lassù – che i nostri arrivarono in vetta. Però era notte e così non poterono scattare fotografie.
Dopo Cesare Maestri al Cerro Torre nel 1959 abbiamo i cinesi all’Everest nel 1960: da crederci sulla fiducia.
Sì, infatti. Era quello che ricordavo anche io. I cinesi del 1960 portarono a termine la via Mallory-Irvine, vincendo il secondo gradino (o second step). Se non sbaglio la via fu ripetuta, sempre dai cinesi, nel 1975. Quando posero sulla vetta il famoso tripode
I cinesi nel 1960 salirono esattamente per l’itinerario tentato da Mallory, Irvine e gli altri inglesi.
I cinesi non salirono da Rongbuk, Colle Nord etc.? Come gli inglesi dal 1921 al 1924?
Credo che Mallory e Irwine salirono dal versante nord est (Kangsung) e non da quello dei cinesi…
La prima, misteriosa, ascensione lungo la via storica tentata nel 1924 da Mallory e Irvine. Se non ricordo male Walt Unsworth, nel suo fondamentale libro sull’Everest, definisce la relazione ufficiale come una delle più enigmatiche della Storia dell’alpinismo.