Pandemia di disinformazione e di ignoranza epidemiologica

Pandemia di disinformazione e di ignoranza epidemiologica
(CORONAVIRUS 32)
di Geri Steve
(scritto il 15 novembre 2020)

Siamo in una pandemia di disinformazione e di ignoranza epidemiologica.
Molti governi, fra cui il nostro, dichiarano di imporre coprifuoco, reclusioni, soppressione di attività, di spettacoli e perfino di scuole per “controllare la diffusione dei casi”, per “abbassare la curva epidemica dei contagi”, perché “adesso c’è una impennata dei contagi, un picco”. Questi obiettivi ci appaiono validi e condivisibili, e invece sono frasi confuse e insensate che nascondono il fatto che dei numeri veri sui portatori e sui contagi si sa e si continuerà a sapere quasi niente.

La peste nel Trionfo della morte di Pieter Bruegel il Vecchio

Le affermazioni sulla crescita dei contagi allarmano e spaventano chi ci crede – dacci oggi il nostro panico quotidiano! – mentre chi, giustamente, non ci crede e sente di essere truffato, per reazione, spesso pensa anche negazionisticamente che addirittura l’epidemia non esista, che sia tutto e solo un complotto per controllarci meglio e, con l’aiuto della paura così indotta, assumere pieni poteri dittatoriali.

Di fatto la gente muore di CoViD-19, in diversi ospedali ci sono autoambulanze in coda da ore o perfino da giorni che non riescono a “consegnare” i loro malati CoViD-19 perché in certi ospedali mancano i posti, perfino le barelle. I famosi, declamati, tracciamenti hanno funzionato soltanto a Vo’ euganeo quando e dove i portatori erano quattro gatti e i morti due, poi sono stati fatica e quarantene sprecate; c’è chi dichiara che la situazione andrà presto fuori controllo, chi dice che lo è già adesso e che sarà una catastrofe, chi rassicura perché sono in arrivo miracolosi vaccini che risolveranno tutto.

La domanda è: ma come stanno davvero le cose? Come andremo a finire?
La risposta, se non proprio angosciante, è perlomeno deludente:
non lo sappiamo e non lo potremo sapere perché non vengono raccolti e diffusi i necessari dati epidemiologici per monitorare e valutare la situazione; i dati con cui ci inondano non dicono niente di interessante, le nostre istituzioni sanitarie sono dirette da 21 regioni che agiscono ciascuna con grande opacità e confusione perché non sanno fare di meglio e perché hanno tanto da nascondere sul loro impiego dei soldi, mentre la ricerca scientifica ci deve ancora chiarire molto: ci sono tante cose importanti di questa nuova malattia che noi non sappiamo.

Come ripetuto diverse volte, per capirci qualcosa ci vorrebbero dei dati epidemiologici che invece mancano e che tuttora non si rilevano. In Italia è stata tardivamente annunciata una grande rilevazione epidemiologica che poi è stata condotta ancor più tardivamente, i rilievi sono stati affidati alle inefficientissime istituzioni regionali, è stata un inutile e penoso fallimento e, invece di reagire programmando meglio quelle successive, si è rinunciato del tutto a rilevare alcunché. Vengono spacciati per dati epidemiologici dei dati sostanzialmente amministrativi su tamponi positivi, ricoveri, terapie intensive, morti. I dati sui morti soffrono di molte imprecisioni (ricordiamoci i tanti morti in casa senza alcuna diagnosi) e solo in rarissimi casi ce li pubblicano disaggregati per province, comuni, età e malattie pregresse; ma malgrado tutto ciò sono gli unici dati che ci dicono qualcosa (pur imprecisa) sull’andamento della epidemia di CoViD-19 e, con il loro inevitabile ritardo, ci dicono chiaramente che la situazione è seria.

Non si può dire che sia in atto una tragedia, come invece la è stata davvero un secolo fa l’epidemia della “influenza spagnola”, che in un paio di anni ha ucciso decine di milioni di persone, forse cento, su una popolazione mondiale che allora era un quarto di quella odierna.

E’ vero però che la CoViD-19 non ne sta uccidendo poche: ha già superato il suo primo milione di morti ufficiali a cui si dovrebbero aggiungere le tante morti non censite nel terzo mondo e le tante altre morti censurate in Cina, Nord Corea, Iran, e chissà dove altro.

Ogni tanto si levano proteste per la mancanza di dati, voci che vengono prontamente sommerse da valanghe di dati inutili che vengono truffaldinamente spacciati come “i numeri dei contagi” o dei “nuovi contagi” o dei “casi”. Si tratta di vere e proprie truffe che disorientano la brava gente a cui sembra impossibile che telegiornali, giornali ed esperti facciano e ripetano ogni giorno affermazioni false e infondate.

Fra queste voci di protesta vi cito quella, il mese scora, in una lettera al direttore Corsera, di Alleva e Zuliani, due ex presidenti dell’ISTAT che affermano: LA LOTTA AL VIRUS HA BISOGNO DEI DATI, cioè “dei veri numeri della pandemia in corso” di cui invece siamo privi. Qui:

https://www.corriere.it/opinioni/20_ottobre_17/10-culturadocumentogcorriere-web-sezioni-a6863426-10b2-11eb-bf58-6564bb782bca.shtml?refresh_ce

potete leggere come loro denunciano, in Italia, la totale assenza di rilevazioni periodiche nelle diverse zone, necessarie per monitorare la diffusione del virus SARS-CoV2.

Non è una inefficienza solo italiana: pare siano pochissimi i paesi in cui si fanno periodicamente di queste indagini: Gran Bretagna, Germania, Svizzera e forse pochi altri.

Qui a Milano stiamo esagerando…

La sempre più indecente OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) non raccomanda a tutte le nazioni di fare rilevazioni e di farle secondo criteri standard in modo che siano confrontabili da paese a paese.

La circolazione del betacoronavirus SARS-CoV2 e la pandemia di CoViD-19 sono eventi indiscutibilmente globali ma, nel migliore dei casi, li si studia rilevando dati soltanto a livello locale e soltanto se c’è qualche -rarissima- istituzione con dirigenza di buona volontà, un po’ di intelligenza e volontà di programmare una risposta, almeno a livello locale.

Invece il generalizzato strombazzamento truffaldino, sia a livelli istituzionali che mediatici, di numeri che assolutamente non rappresentano ciò che si afferma, oltre che non ostacolare l’epidemia in corso, sta creando una pandemia di disinformazione, confusione e ignoranza statistica e epidemiologica.

C’è anche una pandemia di confusione e ignoranza terminologica: quando leggiamo che un tal personaggio “ha il covid” si deve intendere che è malato di CoViD-19 o che è soltanto portatore del SARS-CoV2? O credere che queste due diversisime situazioni sarebbero la stessa cosa?

In medicina si definisce “caso di malattia”, normalmente detto soltanto “caso”, il caso di una malattia clinicamente confermata; talvolta si precisa se la diagnosi è anche confermata da immagini, biopsie, analisi di laboratorio o altri test.

La definizione era chiarissima, ma per la CoViD-19 l’OMS ha pensato bene di modificarla in modo demenziale, se non delinquenziale.

Qui: https://www.who.int/publications/i/item/WHO-2019-nCoV-Surveillance_Case_Definition-2020.1

potete leggere le consuete prescrizionizioni in base alle quali definire la malattia come sospetta o probabile, ma in fondo c’è la novità: l’OMS sostiene che la malattia CoViD-19 sarebbe confermata da un tampone positivo anche se invece il soggetto è perfettamente sano!

Confirmed COVID19 case: CA person with laboratory confirmation of COVID-19 infection, irrespective of clinical signs and symptoms.

In parole chiare: un tampone positivo è soltanto un evento diagnostico, cioè una diagnosi di laboratorio in cui si afferma che il soggetto sarebbe portatore, cioè infetto, del coronavirus SARS-CoV2.

Scrivo “sarebbe” perché, come per tutti i test, non dobbiamo dimenticarci che esistono i falsi positivi, qui particolarmente rilevanti perché la PCR riproduce anche frammenti virali e virus inattivi; è un problema, ma non è questo il grosso problema.

Il punto grave è che, ammesso che il soggetto sia davvero infetto, è del tutto falso affermare che necessariamente il soggetto sia malato di CoViD-19, anzi: risulta invece che più del 90% degli infetti è portatore sano! Quindi è del tutto falso e disinformativo chiamare “casi” di malattia le diagnosi di infezione, come invece si strombazza dappertutto: si tratta di una autentica e diffusa truffa mediatica.

Lo affermo da molto tempo, ma non credo di averlo scoperto io, perché da tempo lo affermano anche altri. Come esempio vi cito qui il virologo italo-americano Guido Silvestri che nel suo libro Ricominciare dalla scienza a pag 143 scrive di un punto (fattogli notare dal virologo milanese M. Clementi) di massima confusione: quando i bollettini della protezione civile parlano di “nuovi contagi” in realtà parlano di “nuove diagnosi”, cioè di persone che per la prima volta sono state trovate positive al tampone. Persone quasi tutte asintomatiche… che potrebbero essere positive perché hanno frammenti di virus come suggerisce lo studio… Non sarebbe ora di usare una terminologia più corretta e che spaventi di meno?

Silvestri e Clementi sono molto generosi e diplomatici: loro parlano di “massima confusione” e non di “truffa” e per poterlo fare devono tacere che in molti siti, a cominciare da quello della prestigiosa John Hopkins University, neanche li chiamano “nuovi contagi”, ma addiruttura “nuovi casi” di malattia CoViD-19 e che questa fessereria la fanno con la benedizione dell’OMS!

A costo di essere noioso, vi ricordo che questi “nuovi contagi” vengono poi truffaldinamente presentati come indicatori della numerosità di tutti i portatori, o infetti, il che è del tutto falso. Il loro numero dipende dalla tipologia degli esaminati (casuali o sospetti, giovani o anziani, in salute o no, di un luogo o di un altro) e soprattutto dal numero di tamponi effettuati: meno o più ne cerco, meno o più ne trovo. Come già scritto, il rapporto tamponi positivi/totale, che adesso in Italia oscilla fra il 15 e il 20%, porterebbe ad una stima eccessiva degli attuali portatori: una decina di milioni su 60 milioni di italiani. Saranno invece certamente meno, ma se i veri portatori fossero “soltanto” 3-4 milioni sarebbero circa 100 volte più di quei “nuovi contagi” strombazzati giornalmente da bollettini, tv e giornali. Ed è su quei numeri del tutto irrealistici dei “nuovi contagi” che vengono poi elaborati gli inattendibili indici Rt, le curve dei contagi e dei guariti.

Ripeto che il fatto che quei numeri valgono niente è un segreto di Pulcinella.

Io ho più volte denunciato il fatto che da mesi la J. Hopkins Univerity bombarda il mondo intero con quei numeri terroristici di “casi” che invece non sono né i malati né i portatori infetti. Ma se su quel sito si guardano quelle noticine che nessuno mai legge, si scopre che anche loro lo sanno perfettamente:

  1. The number of actual cases. We need to know the number of actual cases (not merely the reported ones, which are typically only a small portion of the actual ones) that have already had an outcome (positive or negative: recovery or death), not the current cases that still have to resolve (the case sample shall contain zero active cases and include only “closed” cases).
  2. The number of actual deaths related to the closed cases examined above.

Considering that a large number of cases are asymptomatic (or present with very mild symptoms) and that testing has not been performed on the entire population, only a fraction of the SARS-CoV-2 infected population is detected, confirmed through a laboratory test, and officially reported as a COVID-19 case. The number of actual cases is therefore estimated to be at several multiples above the number of reported cases. The number of deaths also tends to be underestimated, as some patients are not hospitalized and not tested.

If we base our calculation (deaths / cases) on the number of reported cases (rather than on the actual ones), we will greatly overestimate the fatality rate.

In parole poverissime: quei numeri di “casi” che loro riportano sono solo una piccolissima parte (un centesimo?) dei veri portatori, portatori che poi per la gran maggioranza sono sani, quindi noi ignoriamo del tutto sia il vero (actual) numero di portatori sia il vero numero dei malati, che invece la J.H.U. candidamente afferma che “abbiamo bisogno (we need) di conoscere”. Se poi ci passasse per la testa di calcolare la letalità della CoViD-19 a partire dai loro numeri, loro stessi dicono che faremmo enormi errori di sovrastima.

Lo scrivono in modo che non lo si noti, comunque lo dicono anche loro.

Ho sentito alcuni dirmi: ho capito che quei numeri di nuovi o vecchi contagi sono balle inattendibili, perciò non do loro nessuna importanza. Però guardo con preoccupazione i numeri dei ricoverati in terapia intensiva, perché quelli sì che sono indicativi della gravità della situazione.

Invece è falso, o meglio: sono certamente numeri indicativi della gravità di sovraccarico degli ospedali e di chi ci lavora, ma che lì la situazione sia drammatica purtroppo lo sapevamo già.

E’ del tutto falso che quei numeri siano indicativi della gravità di diffusione e di intensità dall’epidemia di CoViD-19, perché si tratta soltanto di numeri su eventi amministrativi che vengono raccolti e riportati senza le necessarie informazioni epidemiologicamente rilevanti per comprenderne le implicazioni.

Vi risparmio una lezione su come si dovrebbero invece raccogliere e presentare i dati per capirci qualcosa: mi limito a farvi qualche esempio di ciò che quei numeri non ci dicono:

– Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (o anche dei ricoveri) è basso. E’ una buona notizia?

No, se fosse basso perché tanti ricoverati muoiono in poco tempo.

– Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (o anche dei ricoveri) è alto. E’ una cattiva notizia?

No, è invece ottima se le degenze fossero lunghe perché anche i malati più gravi guariscono.

– Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (o anche dei ricoveri) è stabile. E’ una buona o una cattiva notizia?

E chi lo può dire? Non conosciamo i flussi, cioè se entrano ed escono poche o tante persone, ma soprattutto non sappiamo se escono guarite o morte.

C’è da ridere o da piangere? Per farvi ridere o piangere ancor di più vi aggiungo anche che quei dati sono pure “statisticamente sporchi”.

Che vuol dire? Innanzitutto vuol dire che quelli non sono (come invece viene fatto credere) i dati dei ricoverati in terapia intensiva perché malati di CoViD-19, ma sono invece i dati di tutti quelli lì ricoverati, anche per le altre patologie: traumi, ictus, infarti, intossicazioni, neoplasie, altre infezioni…

A ciò andrebbe pure aggiunto che, per diversi motivi, esiste spesso un eccesso di ricoveri in terapie intensive; innanzitutto perché le cliniche convenzionate ci lucrano ricoverandoci inutilmente i malati terminali, poi perché risulterebbe che ci ricoverino anche i soggetti operati destinati comunque a morire a breve (ad esempio per un cancro troppo invasivo o per un trauma troppo devastante) perché così si evita di peggiorare sia la statistica personale del chirurgo che quella dell’ospedale sugli interventi chirurgici non riusciti: così facendo statisticamente non risulteranno morti in chirurgia.

A leggere di queste cose viene il legittimo sospetto che io sia un ipercritico paranoico mentre i dati che giornalmente ci propinano siano invece dati puliti e accuratamente vagliati da bravi statistici. Avrei tanti e ottimi argomenti per ribadire queste mie valutazioni, ma sarebbero argomentazioni lunghe, pignole e complesse che vi risparmio; vi presento perciò un semplicissimo esempio tratto dalla valanga di dati pseudostatistici che ci disinforma sull’epidemia, rilanciata da RAINEWS.

Eccovi un bel grafico di “decessi per fasce di età in Italia” incluso fra i “dati CoViD-19 in Italia”.

Tralasciamo il fatto che non si precisa la causa di decesso: in un contesto di CoViD-19 sarebbe una imprecisione quasi accettabile perché la si sottintende; ma io non ci giurerei che sia così.

Guardatelo. Immagino che a chiunque salti all’occhio una stranezza: i decessi aumentano all’aumentare dell’età, come è logico aspettarsi, fino a che, sorprendentemente, diminuiscono.

Quale potrebbe essere la spiegazione? che gli ultranovantenni siano più sani e più robusti dei settantenni e ottantenni? Lo si può davvero credere?

In un quadro di disinformazione demenziale invece la spiegazione è semplice: l’imbecille che ce lo ha propinato ha ripreso un istogramma che non è normalizzato relativamente alla distribuzione per fasce d’età, quindi gli ultranovantenni, pur essendo quelli che muoiono proprio tutti, muoiono di meno semplicemente perché sono pochi. E infatti nell’istogramma si leggono le percentuali delle morti in quelle fasce di età rispetto a tutte le morti che, giustamente, sommano a 100.

E allora, non abbiamo proprio modo di valutare la situazione e l’andamento dell’epidemia?

Sostanzialmente no, questo tsunami disinformativo serve proprio a nasconderci che ci mancano i dati epidemiologici e le conoscenze scientifiche, ma il buon senso ci può aiutare.

E’ vero che tutti noi rischiamo di morire di CoViD-19, ma mi sembra che ormai per alcuni il rischio vero sia quello di morire di paura.

Ognuno ha il diritto di avere sue valutazioni su quanto sia importante evitare di morire prematuramente per questa epidemia, ma alcune considerazioni possono portare a valutazioni condivise.

Innanzitutto che nessuno di noi è immortale e che la qualità della vita che ci resta è importante: vale la pena di sacrificarla per la speranza (giustificata o meno) di vivere più a lungo? Non è un suicidio rinunciare alle relazioni, agli affetti, alle esperienze, a godersi i piaceri della vita?

Non è un delitto imporre quarantene ai pochissimi di cui si sa che hanno frequentato un portatore quando questa è invece la situazione di quasi tutta la popolazione perché da tempo la CoViD-19 è endemica?

Non è un delitto e un suicidio collettivo bloccare ogni attività redditizia che consenta un accettabile livello di vita e distruggere le imprese economiche? Non è soltanto una questione di PIL e di indici di borsa: molti hanno puntato tutto sul successo della loro vita professionale o imprenditoriale, la rovina non sarebbe soltanto una perdita economica ma il fallimento di una vita. Ed è accettabile che chi guadagnava onestamente o inevitabilmente in nero il necessario per vivere debba finire sotto la soglia di sopravvivenza?

Siamo, con qualche eccezione, animali sociali. Su tutti questi argomenti non si può decidere da soli. Se io non evito un contagio invado prepotentemente il desiderio di un altro di proteggersi. Se io voglio la reclusione per tutti invado prepotentemente il diritto di altri di vivere la loro vita e realizzare i loro progetti.

Se vogliamo arrivare a delle mediazioni bisogna aver modo di poterne discutere senza pregiudizi ideologici, sapendo comprendere il punto di vista e degli altri e con un certo ottimismo, che può derivare soltanto da una società solidale e dalla fiducia che le nostre istituzioni possano migliorare e studiare per capire cosa fare. Stare chiusi in casa a subire il pensiero unico dei mass media non è una buona situazione per confrontarsi e comprendere gli altri.

C’è chi sostiene che gli altri siano egoisti e pensino solo a se. L’abnegazione dei sanitari che si sono trovati in prima fila ad assistere chi era malato ha invece dimostrato che sensibilità, disponibilità e solidarietà sono molto presenti nella società. Purtroppo nelle autoreferenziali dirigenze lo sono molto meno, ma sono cose che si possono cambiare. A cominciare da quelle dirigenze politiche e mediatiche che si prestano a sciacallaggi politici per salire loro al potere.

Purtroppo la ricerca scientifica è stata depotenziata di finanziamenti pubblici diretti mentre quelli (pubblici e privati) condizionati dall’industria farmaceutica la hanno indirizzata prevalentemente là dove c’è prospettiva di lucro: i vaccini e i farmaci costosi, tipo gli anticorpi monoclonali.

Invece l’obiettivo principale della scienza dovrebbe essere quello di fare chiarezza su ciò che già si sa e di capire quel che non si sa.

Il coronavirus SARS-CoV2 è particolarmente contagioso, ma può infettare tante persone senza fare danno. Risulta che in Europa (e particolarmente in Lombardia) circolasse già l’anno scorso senza che ce ne si accorgesse o quasi: https://www.scienzainrete.it/articolo/nuovo-studio-rivela-sars-cov2-giro-litalia-dallestate-2019/luca-carra/2020-11-14

Noi non sappiamo perché improvvisamente la malattia CoViD-19 ammala e uccide. Probabilmente alcuni fattori ignoti (fra cui certamente la carica virale) raggiungono una certa soglia critica catastrofica; allora si scatena la malattia e arrivano i morti.

Abbiamo bisogno di sapere molto di più sui portatori sani, se tutti sviluppano tanti anticorpi o se altri non ne sviluppano per niente; abbiamo urgente bisogno di capire chi siano gli individui superdiffusori per evitare di quarantenare inutilmente i tantissimi portatori poco o niente diffusori; le diverse ipotesi genetiche restano ancora in attesa di conferme.

Abbiamo urgente bisogno di capire quali davvero siano gli eventi pubblici superdiffusori.

C’è molto da capire sui contagi. Sappiamo che il caldo secco inattiva rapidamente nell’aria i coronavirus aderenti alle cellule disseccate e quindi rallenta i contagi, sappiamo che il clima influisce, che le affezioni respiratorie invernali ne favoriscono altre, ma anche che non ci sono spiegazioni climatiche semplici: nelle americhe l’epidemia ha galoppato contemporaneamente nei due emisferi, dove era inverno come dove era estate.

Abbiamo bisogno di poter quantificare le cariche virali e l’efficacia delle protezioni individuali (mascherine, visiere, pulizia, disinfezioni) e delle protezioni sociali (areazione, divieti, distanziamenti), abbiamo bisogno di sapere come dosarle, ad esempio massimizzarle nei trasporti collettivi: finestrini aperti, visiere, mascherine altamente protettive…

C’è ancora molto da capire sui complessi rapporti fra il nostro sistema immunitario e i virus, e in particolare con questo coronavirus.

Sarà vero che tanto più reagiscono i nostri anticorpi tanto più reagisce il SARS-CoV2 moltiplicandosi il più possibile?

Sarà vero che chi muore di CoViD-19 non viene ucciso direttamente dal SARS-CoV2 ma dalla tempesta di citochine provocata dal nostro sistema immunitario?

Adesso ci sarà anche molto da studiare e capire sulle immunità relative ai tanti, diversi vaccini che fortunatamente sono in arrivo, ma di cui ancora ignoriamo le loro efficacie e le loro durate, per non citare i loro possibili, diversi, effetti collaterali. Difficile immaginarsi che saranno studi semplici e brevi, privi di interessatissime interferenze.

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Pandemia di disinformazione e di ignoranza epidemiologica ultima modifica: 2020-11-17T04:31:43+01:00 da GognaBlog

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193 pensieri su “Pandemia di disinformazione e di ignoranza epidemiologica”

  1. “Una serie di grida di dolore sui mali del mondo e sulla cattiveria dei regnanti, sempre più cupa, angosciosa e angosciante, illuminata a tratti da sogni di rivolta, di redenzione, di palingenesi illusoria, rancorosa, senza gioia e piena di rimpianti per un’isola che non c’è e non c’è mai stata. La Redazione dovrebbe anche farsi una domanda: coma mai il dibattito da inizio d’anno si è inaridito da questa parte mentre fiorisce sempre ricco e vivace in Gogna Blog (basta guardare i numeri)? Fatevi una domanda e datevi una risposta diceva quel tale e poi ognuno è arbitro del suo destino. Saluti”.
     
    Un urlo in più per l’intolleranza dei benpensati, ma contemporaneamente una voce per seguire il filo rosso, spesso occultato, dell’opera dei “reganti”.
    Dimenticavo. Qui c’è molto pane per i denti a cui piace il dito e non tollera la luna.
    https://odysee.com/rtl-Primario-dichiara-pazienti-uccisi-in-tutta-Italia-e-la-radio-lo-ferma:0?r=AQ1MDaUhrbiP79brWvcYAR9fvuhfB92k

  2. L’assoluto, se ben intendo cosa proponi, è ciò che sta oltre la forma e la storia. Riguarda il simbolo, genera identicità, interrompe le differenze. Lo si riconosce anche osservando l’arbitrarietà delle posizioni che abbiamo nella vita e che nella vita cambiamo, ovvero quelle sulle quali noi e gli uomini, camminano come sui sassi di un torrente per attraversarlo. Quindi riconscendo l’arbitrarietò dell’io, la sua struttura e i vincoli che ci impone. Lo si assume gettando la maschera dell’impotanza personale.
    Libertà dal conosciuto allude a quell’emancipazione.
     
    Ribaltare nel senso che la scienza – Pnei esclusa – non ha finora ritenuto di doversi occupare dell’uomo o della regione delle patologie. Si è limitata ad intervenire per sopprimere il dolore che le accompagna.
    Nel frattempo molti ciarlatani sono sul pezzo da millenni.
     
    Certo, la malattia vissuta vittimisticamente genera un incremento di malessere, diversamente la medesima vissuta nell’accettazione non solo ne riduce il malessere, ma può partecipare alla sua estinzione.
    La vittima uccide la creatività. Proprio quello che serve per interpretare al meglio la roccia e scoprire come combinare spinte e trazione al fine di stare o andare oltre.

  3. Ecco Lorenzo è qui che non ti seguo più.
     
    “Per questo la terapia preventiva è l’accettazione, in quanto tende a non creare interruzioni energetiche, tende a generare serenità.”
    Preventivo, d’accordo, tende a generare, d’accordo. Assoluto, sempre, unico non sono più d’accordo
    Se la valenza degli stati intimi è via via riconosciuta è ancora sideralmente lontana dall’essere impugnata per ribaltare tutta la medicina meccanicista, determinista, protocollista.Non solo. È via via riconosciuta ma non considerata una forte causa delle patologie.
    Considerare qualcosa causa di patologie non significa affatto ribaltare la medicina meccanicista, perché ci sono anche tutte le altre cause (e talvolta sono più importanti
     
    “L’assunzione di responsabilità è una chiave del segreto del benessere.”
    Il nostro benessere non è assolutamente garanzia di mancanza di malattie, e sono assolutamente certo che l’insorgere di patologie non sia nostra totale responsabilità, anzi: alla fine sono morti sia il Budda che il Cristo…
     
     

  4. Giuseppe il vincolo della dimostrazione riguarda la vita amministrativa.
    Non interessa, non esiste nella vita creativa.
    Quell’influenza degli stati d’animo è tossica in quanto crea interruzioni al flusso energetico nel quale nuotiamo, [ampiamente perturbati anche dai campi di forza, con i quali il nostro essere fa i conti per mantenersi in vita]. I relativi nodi, tanto più sono forti o persistenti, tanto più tendono a determinare le nostre condizioni di vita. fino alla creazione endogena di malesseri fisici e patologie anche gravi.
    Per questo la terapia preventiva è l’accettazione, in quanto tende a non creare interruzioni energetiche, tende a generare serenità.
    Se la valenza degli stati intimi è via via riconosciuta è ancora sideralmente lontana dall’essere impugnata per ribaltare tutta la medicina meccanicista, determinista, protocollista.
    Non solo. È via via riconosciuta ma non considerata una forte causa delle patologie. Tant’è che in psicoterapia (non tutta) siamo ancora all’interpretazione dei sogni quando si tratterebbe soltanto di provocare le consapevezze della nostra totale responsabilità della creazione di patologie.
    L’assunzione di responsabilità è una chiave del segreto del benessere.

  5. Giuseppe mi sa che stiamo dicendo la medesima cosa.
    La boutade sul 95% mi era sfuggita, ma mi è sembrato di capire che dicesse qualcosa del tipo se nel mio comune era bianco e a Conegliano nero (o tra Bergamo e Brescia, per dire), la prima cosa da fare è trovare che differenze ci sono tra le due situazioni, non urlare il numero di morti della situazione nera e magari proiettarla sull’universo mondo. Perché allora significa che lo scopo è quello di usare il terrore per altri fini.
     
    Cosa che nel mio piccolo sto ripetendo ad nauseam da un bel po’.
    Solito disclaimer: non ho detto che il Covid è una semplice influenza, né che non esiste e tantomeno che non causa morti ecc. In generale non ho detto nulla di tutto ciò che non ho scritto.

  6. Matteo,
    ho messo in evidenza alcune asserzioni del dottore che mi paiono discutibili (nel senso che, a mio parere, possono essere oggetto di discussione – prescindendo dall’essere d’accordo oppure no).
    Ad esempio i positivi asintomatici (intesi come l’insieme di coloro che, risultati positivi al tampone, non sviluppano sintomi riferibili alla COVID-19 fino alla negativizzazione) : dai bollettini dell’ISS mi pare di capire che la percentuale di questi sia abbastanza stabilizzata intorno al 55% (analizzare dati dentro a un pdf è davvero comodo 🙂 ).
    Non il 95% affermato dal dottore (e non solo da lui).
    Perchè ? Diamo una interpretazione diversa ai dati ? Il dottore dispone di dati diversi da quelli pubblicati dall’ISS ?
     
    Riguardo a Conegliano, per dare una misura di pericolosità del virus il dottore prende ad esempio il proprio Comune, dove i decessi quest’anno sono inferiori a quelli dell’anno scorso. A me vien l’idea di un classico cherry-picking (magari involontario – parla della realtà che conosce – sebbene, andando a vedere i dati ISTAT, alla fine della prima ondata la situazione in quel Comune era esattamente e significativamente all’opposto, quindi qualche dubbio mi viene).
    Un preconcetto facilmente smontabile con l’esempio Conegliano (altro cherry-picking, questo da parte mia 🙂 ).
    Il mio invito è quello di non fermarsi ai dati che confermano le nostre ipotesi, ma di cercare (e provare a smontare) quelli che le smentiscono.
     
     
    La teoria unificata dei campi di Merlo è affascinante.
    Tuttavia, stante l’indubbia tossicità del campo di forza moglie (e del campo Giggino 🙂 ), quelli elettromagnetici mi pare che rientrino nell’ambito del misurabile e, con essi, dovrebbero rientrarvi anche i relativi effetti.
     
    P.S. Che gli stati d’animo influenzino, anche profondamente, lo stato fisico di una persona è difficile da negare: chi ha provato (ad esempio) rabbia o paura almeno una volta, lo sa.
    E mi pare che lo sappia bene anche la c.d. scienza meccanicista (tuttavia sarebbe meglio chiarire cosa si intende per scienza meccanicista o scienza magica, dato che le suddette relazioni mi sembrano tutt’ora ben integrate all’interno, ad esempio, delle neuroscienze, della psicosomatica, della psichiatria).
    Però da qui a dimostrare che una polmonite bilaterale si sviluppa a causa di una diagnosi di positività ce ne passa…

  7. Il senso di prostrazione per un’umiliazione, per un tradimento, per un senso di colpa nessuna scienza meccanicista lo potrà misurare.
    Nessuna scienza meccanicista potrà sostenere la relazione tra lo stato intimo e la malattia generata, o la morte della persona.
    Solo la PNEI e le scienze cosiddette magiche lo sanno riconoscere.

  8. @Giuseppe Balsamo: “Alcune affermazioni asserite nel video dal dottore sindaco sono interessanti, altre (mi) solleticano il senso critico “
    E ciò è bene. E mi pare proprio quello che chiede avvenga il dottore in questione
    “Suggerirei al dottore di estendere lo sguardo oltre i confini del proprio Comune (a Conegliano, ad esempio, la situazione dei decessi – dati al primo settembre – è opposta, quindi ?), di evitare di confondere gli asintomatici con coloro che non hanno necessità di ricovero ospedaliero”
    Bé, gli asintomatici sono un sottoinsieme di coloro che non necessitano di ricovero; presi insieme contribuiscono al numero che definisce la pericolosità della malattia.
    Quanto alla situazione di Conegliano, non è lui che debba prenderla in considerazione…ma sopratutto prendere in considerazione solo Conegliano (o Alzano) ma non tutto il resto è fallace. E basare tutta la comunicazione solo su Conegliano (o Alzano) è un falso ideologico, come sottolinea Geri.
     
    Circa i campi citati da Merlo, credo anch’io che tutti abbiano un  qual certa influenza sul nostro stato di benessere (mogli comprese!) e quindi sulla nostra salute, ma mi limiterei a quelle la cui influenza è misurabile. Non per scientismo, quanto per praticità.
    Intendo dire che di certo anche il campo 3G può essere pernicioso: per esempio il campo “Giggino” a me pare nefando per il mix di incompetenza, incapacità e voglia di potere, però è dura da quantificare!

  9. I campi di forza riguardano tutti i campi che compiono un’azione su di noi. Non solo solo fisici, o meglio, solo quelli che la scienza misura e quindi tutti credono siano a soli ad esistere. Le ideologie sono un campo di forza, le mode, la moglie. Bateson li chiama mente; Lacan, linguaggio; Faucault, discorso, ecc. Ogni relazione, consapevole e incosapevole, genera un campo di forza.
    Certo suscettibiltà e dose sono i riferimenti del gergo scientifico meccanicistico.
    L’accettabilità della dose è personale e del momento: nessun protocollo può contenere la natura.
    Il beneficio evolutivo è massimo quando si è consapoli del campo stesso.
    La questione non è limitata al G5, è estesa a tutta la rete atmosferica e terreste e non solo elettromagnetica appunto.
    La prodduzione di tossine necessarie alla creazione di malattie ha la sua consistente percentuale nei sentimenti, nelle emozioni, che l’individuale lettura del mondo impone a chiunque.

  10. Alcune affermazioni asserite nel video dal dottore sindaco sono interessanti, altre (mi) solleticano il senso critico 🙂
    Suggerirei al dottore di estendere lo sguardo oltre i confini del proprio Comune (a Conegliano, ad esempio, la situazione dei decessi – dati al primo settembre – è opposta, quindi ?), di evitare di confondere gli asintomatici con coloro che non hanno necessità di ricovero ospedaliero (vedi bollettini ISS), di leggersi i rapporti (ancora dell’ISS) sulle cause di morte dei deceduti positivi al SARS-COV-2 e, infine, leggersi la scheda dell’AIFA sull’idrossiclorochina come terapia/prevenzione per la COVID-19 (e documentazione allegata al relativo razionale – qualcosina in più dell’articolo farlocco di Lancet).
     
     
    @173 L’affermazione di tossicità dei campi di forza (suppongo si intendano i campi elettromagnetici), credo sia un punto interessante da cui partire.
    Averla posta in relazione a distanza, frequenza e stato della persona (che interpreto come suscettibilità della medesima), mi pare sottenda al concetto di dose.
    Mi chiedo, quindi, se essi (i campi) siano considerati tossici in quanto tali, oppure esista una dose accettabile (con accettabile inteso nel senso di rapporto rischio/beneficio).
    E, nel caso, quali siano i criteri per determinarla (l’eventuale “dose accettabile“).
    Mi rimane, comunque, l’interrogativo sul perchè tanta preoccupazione (e proteste) per il 5G e non altrettanto per il 4G.

  11. C’e’ del vero. Il processo del tuo modo di conoscere appartiene solo a te. Eppure in questi interventi offri la condivisione di alcune conoscenze. Ne fai, appunto, proselitismo. O semplicemente ne proponi la discussione. E’ in queste circostanze che io commento.
    La struttura delle cellule, probabilmente l’hai letta nei sussidiari, e ci hai creduto.

  12. C’è un universo di equivoci nelle poche righe che elenchi.
    Non ho le doti per sbrogliarlo. Ne lo desidero.
    Il proselitismo appartiene a chi ha qualcosa da difendere.
    L’evoluzione è individuale.
    Se non hai il movente per avviarla, non parte.
    Del resto è cosa comune credere a quello che c’è scritto sui sussidiari.

  13. Lorenzo. Forse dovrei risponderti ricordandoti la canottiera di lana. Ma se ritieni che i tuoi concetti siano giusti ed espressi correttamente, perche’ reagisci con risentimento? Saro’ io a non cogliere, non capire.
    Quello che io rilevo e’ un modo di informarsi ‘a la carte’ in cui si decide di credere alle teorie che piu’ ci piacciono, e ad esse non si richiede neppure che siano credibili e dimostrabili ( ma poi dimostrabili come, se neppure si crede al metodo scientifico ? ), l’importante che siano ‘contro il sistema’.  Ma e’ un metodo intrinsecamente incoerente. Sulla base di quali conoscenze tu puoi affermare che le cellule sono costituite da “microparticelle”? Di quali “campi di forza” parli? Ci sono delle basi scientifiche alle quali credi ed aderisci? Altrimenti, per me, non ci dovrebbe essere alcun problema ad abbracciare pure l’ipotesi della terra piatta.

  14. Beh, ma se  “le micronde tendono a interferire con le orbite delle microparticelle cellulari” , se “tutti i campi di forza sono considerati tossici”, se “gli elementi metallici nel corpo perturbano il flusso energetico”, a questo punto, non viene anche il dubbio che, effettivamente, la terra non sia rotonda?
     
    Le micronde tendono a interferire con le orbire delle microparticelle cellulari
    elementi metallici nel corpo in quando perturbatori del flusso energetico

  15. Non si riesce a stare dietro a tutto. Tuttavia come saprai c’è molta letteratura alternativa disponibile. Chi non se ne è occupato direttamente per alcuni testi potrebbe trovasi in imbarazzo in quanto apparentemente esoterici o per richiami e legami che inizialmente sembrano azzardati. Col tempo anche i segreti diventano banalità se la domada-guida è: in che termini è vero? Allora tutte le biografie del mondo si rivelano. 

  16. @merlo anch’io non sono un fautore del 5g, tutt’altro: non sono un terrapiattista e tuttavia mi interrogo da anni su quanto il bagno perenne di wifi, campi magnetici e altre amenità che ogni giorno ci circondano incidano sulla nostra dimensione corporea…
    Una ventina di anni fa, appena operato di una faccenda assai poco simpatica, non volevo neanche più la radiosveglia sul comodino :o) 
    la direzione che si intravede in mezzo alla massa di informazioni incongruenti che ci propinano ogni giorno non è per nulla confortante e suona molto come un rivolgimento epocale, anche se non combattuto con i fucili.

  17. Tutti i tipi di campi di forza sono considerati tossici, proporzionalmente alla distanza e alla frequenza e allo stato della persona. Similmente anche gli elementi metallici nel corpo in quando perturbatori del flusso energetico. 

  18. Se ben ricordo, a inizio pandemia il dott. Oliviero teorizzava che lo sviluppo della polomonite bilaterale fosse una conseguenza della diagnosi di positività al virus SARS-COV-2, come paura della morte sviluppata da parte del paziente nell’apprendere della positività e somatizzata su un organo bersaglio (il polmone).
    Non mi risulta l’esistenza di studi randomizzati in doppio cieco volti a confermare (o smentire) questa teoria 🙂 .
     
    Il medesimo soggetto teorizzava inoltre una correlazione fra la COVID-19 e il 5G, data la presenza di quest’ultimo nelle zone di maggior diffusione della malattia in Italia (e a Whuan in Cina).
    Pare, tuttavia, che in seguito la pandemia si sia sviluppata ugualmente anche in zone (in Italia e nel mondo) dove la tecnologia 5G è del tutto assente.
     
    Per quanto riguarda il 5G, mi risulta che utilizzerà tre bande di frequenza ma non ho capito bene quali di queste dovrebbero essere quelle più preoccupanti.
    Due sono già utilizzate da tempo (canali TV – ora digitale terrestre – e 4G, anche se il 4G usa frequenze un poco più basse di quelle allocate al 5G), ma non mi pare vi siano analoghe proteste o preoccupazioni nè sul digitale terrestre nè sul 4G (da tempo di uso comune).
    Nello specifico, i timori sul 5G sono quindi legati all’utilizzo (relativamente nuovo) della banda a frequenza più alta (26GHz) ?
    O a che altro ?

  19. Certo, si può sempre sbandare. Chi vuole vedere la direzione di fondo è in esplorazione, chi no, è in negazione.
    Personalmente condivido le preoccupazione sul 5G, indipendentemente da quanto abbia detto il doctor. Che non ricordo.
    Le micronde tendono a interferire con le orbire delle microparticelle cellulari le cui conseguenze saranno scoperte poi. Dai soliti ciarlatani naturalmente. Poi arriva la scienza e si prende il piatto. Almeno così credono gli scientisti.

  20. @merlo link un pò forti (specie il medico che ho trovato interessante sin quanto non si lancia sul 5g), ma che qualche riflessione la impongono.
     

  21. Verissimo Alberto. C’erano tutti gli ingredienti adatti all’ambiente: un misto tra San Gennaro e Gomorra spalmati su una base di genialità, destrezza  e fantasia latine. Maradona è un mito Terzomondista di riscatto e dannazione, ben diverso da un Beckham o un Totti, miti urbani, nella versione globalista e metro-sexual il primo, nazional popolare il secondo, pater familias post-moderno. 

  22. Senza voler in alcun modo sminuire la figura di Maradona, avrete sicuramente notato come i media hanno costruito il mito del povero/geniale/buono/maledetto/precocemente scomparso.

    vero i media ci mettono molto del suo. Creano e distruggono.
    Ma  prima dei media  il mito di Maradona, magari ingenuamente,   l’hanno creato i quartieri popolari di Napoli.

  23. A prima vista parlando di Maradona sembra che la discussione sia davvero finita molto “fuori via” rispetto allo stimolo originario di Steve. In realtà non è così. Geri parlava nel suo articolo di come i media costruiscono la realtà partendo da alcuni frammenti di verità. Senza voler in alcun modo sminuire la figura di Maradona, avrete sicuramente notato come i media hanno costruito il mito del povero/geniale/buono/maledetto/precocemente scomparso. Ne avevamo parlato anche a proposito dei miti dell’alpinismo e della loro diversa natura. Tutti gli ingredienti, partendo da frammenti di verità e aneddoti vari, vengono mescolati per fornire una storia esemplare che fa scattare i sentimenti di un largo pubblico. Per comparazione, se vi capita, guardate anche il fim su Totti. Anche lì viene creato un mito, ma partendo da elementi totalmente diversi che vanno a comporre una figura di eroe popolare, ma perfettamente integrato e non ribelle. È sempre difficile, come ci accade anche in queste discussioni sulla Pandemia, riuscire a cogliere qualcosa che si avvicini alla verità, dietro questa cortina di narrazioni che quotidianamente ci bombardano. Forse bisognerebbe staccare la spina per un po’ e allontanarsi dal rumore della cronaca e oggi anche dei social.  Un po’ come invita a fare la serie geniale degli spot tedeschi su Covid, ambientati nel futuro. Questa operazione mentale riesce tuttavia più facile agli storici nel silenzio degli archivi e delle biblioteche che non ai contemporanei, immersi nel gran frullatore delle emozioni. 

  24. Guido mica ho scritto che è stato un esempio da seguire.
    Ho detto che con tutti i sui difetti, errori, limiti e contraddizioni,  per tanti ha rappresentato un sogno, un riscatto.
    Comunque ce ne sono tanti che usano la testa di cui è bene diffidare. Questi che usano la testa sono subdoli e dotati di un’intelligenza malefica quindi  anche molto più pericolosi.

  25. @160 Giacomo
    Non è che si finisca di parlare di Crovella è che Crovella finisce per parlare, o meglio sparlare, indistintamente di tutti gli interlocutori (identificati con quel maledetto “voi”) e questo genera inevitabili attriti.
    Onestamente, non conoscendolo di persona, non posso sindacare sullo spirito col quale interviene, magari lo fa scherzosamente, magari si fa pure delle gran risate a vedere la gente che s’incazza o che quantomeno s’infastidisce.
    Personalmente trovo i suoi interventi interessanti, almeno fino a quando non parte per la tangente diventando prolisso e ripetitivo. A volte mi faccio delle gran risate, altre volte mi girano e quando la mena troppo per le lunghe smetto di leggerlo.
    Sicuramente, a modo suo, è un personaggio.

  26. Stasera tutti i notiziari parlano della morte improvvisa di Maradona. Gli allarmismi consueti sul virus, stasera sembrano scomparsi. Un po’ di respiro…Comunque anche per un ignorante del futbol (come preferisco chiamare il calcio), Maradona è stato il più grande. Un personaggio spontaneo e maledetto. Grande Boca y sus xeneizes! Fine pausa.

    Maradona genio e sregolatezza. Sarà stato più grande lui o Pelè? Non è questo l’importante.
    L’importante è che Maradona  ha rappresentanto una forma di riscatto per una nazione, l’Argentina e per una città Napoli.  Una nazione e una città  piene di contraddizioni come lui.
    Agli inglesi quel gol fatto di mano è stata una bella beffa!! Come racconta lui: è stato come sfilare di tasca ad un inglese il portafoglio.
    Ieri sera Napoli è scesa per strada in barba ai DPCM  per manifestare il loro affetto a chi gli ha permesso di sognare.
    Che faranno  adesso Conte e il governatore sceriffo…puniranno  i napoletani per violata consegna? Per la loro umanità?
    A Crovella l’ardua sentenza.

  27. Se si finisce (spesso ) a parlare di Crovella anziche’ con Crovella, sara’ anche a causa del suo carattere, ma forse anche per il carattere dell’interlocutore. Un modo ovvio per evitare che accada e’ restare nel merito, sempre che si sia interessati al confronto con lui. Altrimenti si possono evitare con cura i suoi interventi. Opzione che mi e’ capitato di prendere diverse volte. Ma poi perche’ prendersela tanto?

  28. Per quanto riguarda Sgarbi, ho semplicemente riportato una sua affermazione in TV, conscio (io) di tutte le imprecisioni che tale affermazione comporta. Sottolineo quando beceri sono i negazionisti che si esprimono pubblicamente. Ciao!

  29. @155 ripeto cose che mi è già toccato scrivere, ma spero di esser chiaro. A parte tutto il discorso sulla libertà di espressione ai sensi dell’art. 21 della Costituzione, c’è un altro tema: io sono così da quando sono nato e procedo sempre nello stesso modo, senza guardare in faccia a nessuno. Non è un caso se, non solo in campo professionale, mi hanno dato soprannomi come Caterpillar, Panzer division, Generale Patton, addirittura Tienammen… Sarà anche sbagliatissimo, ma alla fine, proprio per queste mei caratteristiche così marcate, ci sono state decine di aziende clienti che mi hanno assoldato con l’incarico di condurre, per conto loro, complicate trattative societarie e/o sindacali ed anche rognose cause legali (come coordinatore di avvocati legittimati a rappresentare le parti: ecco da dove giunge la mia pluridecennale affinità col diritto, cui si aggiunge il fatto che mia figlia è del vs ambiente professionale a tuti gli effetti e, a casa, ci capita spesso di dialogare su temi giuridico-costituzionali – intesi come casi accademici – perché per entrambi è un interesse culturale prima ancora che lavorativo: anziché parlare di sport o di uncinetto, parliamo di diritto). Per tutti questi motivi, non rimpiango assolutamente come sono fatto. Parallelamente va precisato che la mia attività, sia professionale che a livello di interessi personali, è estremamente diversificata e, praticamente da 40 anni in qua, questo mi ha portato quotidianamente ad occuparmi in modo trasversale di tutta la realtà, per cui, professionalmente, più volte al giorno salto dal tema vaccini a quello giuridico, dalla politica all’attualità internazionale e così via. Non pensare di essere il primo individuo nella storia dell’umanità che mi trova detestabile. Metto in conto di non esser simpatico, ma è il prezzo che occorre pagare per poter essere così e quindi, da quando avevo 15 anni circa, ho deciso hegelianamente di pagare questo prezzo, conscio di quello che comporta. Chi è veramente convinto delle proprie posizioni, non ha timore di confrontarsi quotidianamente. Buona giornata!

  30. “Sicuramente, ma così ha dichiarato lui in persona ieri sera in TV (sottintendendo che lo avrebbe fatto presentare negli adeguati modi)”
    Crovella la tua impudenza è davvero incredibile. Sei onnisciente, pontifichi su  qualunque cosa (quasi sempre a sproposito), conosci tutto, dai virus, ai vaccini, al futuro, sociale, economico, pandemico e governativo.
    Quando ti spingi nel campo del diritto, che hai più volte affermato essere contiguo alla tua attività professionale, affermi una castroneria dietro l’atra e quando te lo fanno notare continui dritto per la tua strada, svicolando, senza mai prendere atto delle misere figure a cui ti esponi oppure calci la palla in tribuna e la butti in caciara, partendo con i tuoi infiniti e tautologici sproloqui, con cui sei riuscito a mandare in malora  anche questa discussione.
    Sicuramente un corno: la corte costituzionale giudica solo sulle leggi e sugli atti aventi forza di legge, quindi non sui dpcm  che tali non sono. Inoltre il cittadino non si può alzare una mattina e fare ricorso alla corte costituzionale, poiché l’ordinanza di rimessione può arrivare solo  da un giudice che dubita della legittimità costituzionale di una legge che è chiamato ad applicare.
    https://blog.openpolis.it/la-corte-costituzionale-come-funziona-e-su-cosa-decide-intema-n-12
    Questo è uno dei motivi principali (ma non il solo) per cui non intervengo più su questo sito, perché ogni confronto serio (e questo sulle riflessioni di Geri poteva esserlo) è destinato  finire triturato fra  le tue banalità (così ho risposto  anche a PAsini che qualche post fa mi invitava ad intervenire più spesso). 
     
     

  31. Stasera tutti i notiziari parlano della morte improvvisa di Maradona. Gli allarmismi consueti sul virus, stasera sembrano scomparsi. Un po’ di respiro…
    Comunque anche per un ignorante del futbol (come preferisco chiamare il calcio), Maradona è stato il più grande. Un personaggio spontaneo e maledetto. Grande Boca y sus xeneizes! Fine pausa.

  32. Sicuramente, ma così ha dichiarato lui in persona ieri sera in TV (sottintendendo che lo avrebbe fatto presentare negli adeguati modi). Anche questo è significativo di quanto siano fuffa le  posizioni dei negazionisti. Tanto non è Sgarbi che varerà il prossimo DPCM sul Natale, ma il governo: per cui i movimenti o meno sul fine anno non li definisce lui ma le autorità. Ciao!

  33. Hey costituzionalista, dovresti sapere che Sgarbi non può presentare proprio nulla alla Corte Costituzionale.
     
    E questo credo sia abbastanza indicativo…

  34. La metafora di Dino M su economia e cavallo è fondatissima. Tuttavia segnalo che ieri sera in TV (La7) Paolo Mieli ha detto: “è stupido contrapporre il rischio di morire di covid al rischio di morire di fame. Il rischio vero è che, se allentiamo di nuovo, nei prossimi mesi si morirà sia di covid che di fame.” Io dico: “obiettivo prioritario è puntare a ri-arire stabilmente le scuole ordinarie, anche a costo di tener chiuse le scuole di sci” (guardate che amici che fanno i maestri di sci ne ho a dozzina, ma la crudeltà del momento questo fa concludere). Il tema chiave è come trovare i soldi per i ristori. Non saranno i soldi dei Recovery fund, perché quelli (che intanto per ora sono messi in discussione da Polonia, Ungheria e Paesi frugali) arriveranno – se va bene – nell’autunno 2021, cioè fra un anno. Di tratterà – e questo è certo – di una tranche del 10%, pari a 20-22 mld, e non di un unico versamento di 209 (che sono il totale pluriennale). Inoltre questi soldi, ammesso che arrivino, saranno rigidamente canalizzati sui progetti infrastrutturali e non sono cioè risorse finanziarie nelle libere disponibilità del governo, che le può utilizzare come vuole, esempio ristorando le attività chiuse. Sono quindi soldi che finiscono a chi prenderà gli appalti delle opere approvate dalla EU e, solo in un secondo momento (attraverso il pagamento degli stipendi ai dipendenti di tali imprese), entreranno nel circolo dell’economia, alimentando i consumi finali. Contare per questo almeno metà 2022. Chiudo con un’annotazione di costume: ho sentito al volo che Vittorio Sgarbi, “negazionista” convinto, ha depositato un esposto alla Corte Costituzionale su alcuni (non so quali ) dei DPCM. Almeno lui si è mosso in modo concreto e nella sede opportuna (anche se io ritengo completamente sbagliata la sua posizione). Sono curioso di vedere come andrà a finire. Ammesso che arrivi una sentenza avversa agli atti, conoscendo i tempi tecnici questa potrebbe giungere quando magari il governo oggi in carica sarà già nel dimenticatoio, chissà…

  35. Per noi vecchiotti l’ipotesi di Crovella, forse, potrebbe anche andare bene. Potremmo cavarcela con qualche euro di patrimoniale ed è certo la cosa più semplice da fare: si chiude tutto fino a fine anno e amen.
    Per i nostri giovani e per il loro futuro non va bene. Forse arriveranno un bel po’ di soldi ( a debito) da spendere ma, come si sa, i soldi vanno impiegati bene altrimenti non rendono e non si possono restituire. Un economista poi diceva che l’economia è come un cavallo; se tiri le briglia sicuramente si ferma ma se le molli non è detto che il cavallo ricominci a galoppare. 

  36. @147 Ripensando alla faccenda dei nomi, non c’è dubbio che quello che passa il convento, oggi come oggi, non può essere minimamente confrontato con le qualità del passato. Tuttavia io mi chiedo: i ministri avranno anche preso farfalle l’estate scorsa, ma dov’erano gli apparati ministeriali? Nei ministeri ci sono infinite task Force, tra l’altro costosissime, di dirigenti che esistono a prescindere dal governo in carica. E mai possibile che, l’estate scorsa, nessun dirigente o consulente abbia tirato per la giacchetta il rispettivo ministro, dicendogli cosa dovesse fare? Questo è incredibile! Chiaro che, avendo ceduto alle pressioni degli operatori turistici estivi, ora siamo nella “m”: lo capiva aanchdun bambino. E’ inutile, ora come ora, interrogarsi sulla legittimità o meno delle restrizioni: l’unica cosa da fare è incontrare meno persone possibile per non fare da ponte al virus. Analogamente per le prossime vacanze natalizie: l’ideale sarebbe tener chiuso tutto e dare adeguati ristori. Però, a differenza della Germania, non abbiamo risorse finanziarie per farlo. Allora dobbiamo decidere: o si autorizza il clima vacanziero, ma si pagherà in termini di severa terza ondata a febbraio-marzo, oppure accettiamo tutti dei sacrifici per tutelare non solo la nostra prossima salute ma anche il trend normale di vita dei mesi successivi. Infatti se, per colpa di un eventuale “liberi tutti” a fine anno, dovesse esserci una critica terza ondata a febbraio-,marzo, patiremo non solo in termini di ulteriori restrizioni individuali, ma in assoluto. Per esempio in tale scenario critico, le scuole probabilmente resteranno chiuse anche in futuro, il che significa che a quel punto si perderà gran parte dell’anno scolastico, per non dire tutto l’anno. Ne vale la pena? Io dico di no. concludo sottolineando che tutto ciò non c’entra nulla né con la fondatezza o meno dei dati diffusi, né con la legittimità o meno degli atti politici e neppure con le capacita’ individuali dei ministri.  Morale: dotarsi di mutande di latta ed elmetto da Sturmruppen e aspettare il 2022.

  37. Ha ragione Pasini, ma adesso abbiamo la squadra che c’è. Dobbiamo fare il fuoco con la legna che abbiamo a disposizione. È legna bagnata. Ma quali alternative avremmo? Salvini? Trump? Dio ce ne scampi. Io critico aspramente il Governo in carica, come fa appunto Crosetto (quasi omonimo oltre che conterraneo), ma sulla stasi operativa dei ministri nei mesi estivi. Si dovevano organizzare per affrontare la seconda ondata: più posti sanitari, più trasporti, meglio la scuola ecc. Non è stato fatto praticamente nulla. Questo è il vero peccato del governo, conseguenza di incapacità organizzativa. Ora siamo qui immersi nel guano fino alle labbra: possiamo solo dire “non fate l’onda, non fate l’onda”. Inutile frignare sugli spostamenti, specie se voluttuari. Anche dietro le discoteche estive (non solo sarde) e le altre connesse attività ci sono migliaia di lavoratori, ma la briglia sciolta dello scorso agosto la paghiamo proprio in questi giorni. Lo ha appena detto il Prof. Locatelli nella conferenza stampa. Buona serata!

  38. Tamburini fa una valutazione condivisibile dei mancati risultati in alcune aree chiave. Sui risultati di una squadra incide il colore della maglia ma anche il livello dei giocatori. Alcuni nomi del primo governo Prodi: Ciampi, Dini, Napolitano, Bersani, Veltroni, Luigi Berlinguer, Andreatta, Bindi, Treu, Visco, Flick….forse il confronto può spiegare qualcosa, considerata pure la difficoltà del compito.

  39. Antonio, nella mia vita mi sono sempre occupato d’altro e adesso (finalmente) mi occupo solo di appigli, appoggi e corde. Non so di che tipo sia. Cerca gli antigeni. Il test ti dice se sei infetto o se sei stato infettato. E’ davvero una questione di pochi minuti.Mi hanno detto che è più “sbilanciato” sui falsi positivi che sui falsi negativi, quindi l’esito è “conservativo”. Nel passato ho collaborato con biologi ( io mi occupavo solo della parte finanziaria del progetto). I test antigenici hanno una precisione minore ( i biologi mi facevano l’esempio: i test ti dice se il sig. Rossi è in casa o meno. Però non suonano il campanello, ma guardano se fuori casa è parcheggiata o meno l’auto del Sig, Rossi) e comunque la rapidità del risultato è sempre indirettamente proporzionale alla precisione. Tuttavia mai inferiore la 65-70% .  

  40. Ho fatto il test rapido. Goccia di sangue e risultato. 10 minuti e una difficoltà d’esecuzione pari a zero. Non comprendo il motivo per cui non si faccia rapidamente uno screening esteso.

  41. dietro le attività “VOLUTTUARIE” di cui, si dice, si può fare a meno.
    Ti ricordo che ci sono migliaia di persone che ci lavorano e vivono e non dire ci sopravvivono.
    Crosetto presta il fianco alla Meloni. Un pò fascistoncello…???
     

  42. Malagodi? Passato remoto, ma in effetti appartiene più o meno alla stessa area. L’esponente attuale cui mi sento più affine è Guido Crosetto, tra l’altro mio conterraneo (lui cuneese). Vicevera sono distantissimo dalla destra godereccia e spendacciona, alla Briatore, e anche da quella cazzara alla Salvini.
     
    Criticare il governo? Legittimo, chi ve lo ha mai impedito. Vi critico su un altro risvolto: continuate a impantanarvi sul tema che questo governo “cattivone” e antidemocratico non vi fa andare in giro (tra l’altro per finalità voluttuarie come arrampicare o sciare), quando i “veri” problemi sul tavolo sono ben altri. Chi si proclama (o assume implicitamente) posizioni ideologiche di sinistra dovrebbe essere estremamente sensibile, in questo frangente, alla sofferenza (sanitaria o economica) delle fasce fragili della società e non preoccuparsi, in cima a tutto, alla propria individualistica esigenza di potersi muovere. 

  43. purtroppo non c’è in giro un leader della destra liberal-democratica, un Luigi Einaudi per capirci. Però potrei candidarmi io, chissà…

    forse ho capito sei un tipo alla Malagodi.
    sarai anche in liberale, ma questo non ti salva dal fare continue accuse del tutto ingiuste per non dire CALUNNIOSE.
    Te l’ho già detto altre volte, ma evidentemente ti fa comodo far finta di essere sordo e tirare vanti con le tue accuse:   fare critiche a chi ci governa e decide, non vuol dire non riconoscere il problema.
    Ma te continui con la tua opere demolitrice contro chi si fa domande e cerca di vedere oltre. Contro chi cerca di comportarsi da cittadino e non da suddito.

  44. Purtroppo non c’è in giro un leader della destra liberal-democratica, un Luigi Einaudi per capirci. Però potrei candidarmi io, chissà…
     
    Che l’asse parlamentare dell’attuale governo sia il più spostato a sinistra nella storia della repubblica è risultanza storica indiscutibile.
     
    E’ proprio in quel voler parlare solo per se stessi che si annida l’egoismo individualista che è l’anti sinistra per eccellenza. Questo egoismo individualista, che vi acceca anche di fronte alla tragedia in corso di svolgimento, è il vero cancro della attuale società. Almeno avere un senso del dover civico e capire che il “piccolo” sacrificio di non muoversi in assoluta libertà serve per aiutare i nostri concittadini nelle fasce deboli (sanitarie e/o economiche). C’è gente che muore, in ospedale o di fame, e l’unica vostra spasmodica ossessione è verificare la legittimità dei dati per poter sbugiardare la legittimità dei DPCM… Incredibile la grettezza d’animo che dimostrate: vii sareste meritati un governo Trump. Ringraziamo il cielo che abbiamo invece questo bistrattato governo che attacca la Costituzione a ogni pié sospinto, almeno salva la baracca…

  45. Crovella ma da esponente della destra storica quale ti dichiari.
    Chi è il tuo leader?
    Salvini? non credo
    Meloni ? non credo
    Almirante?…..
    Benito?…..

  46. Io scrivo per me, non per altri: non c’è alcun noi e quindi nemmeno un voi.
    Non ho mai lanciato accuse di cospirazione contro chichessia, né ho tampoco accusato questo governo di fascismo (con o senza virgolette)
    Già che ci siamo: credere che questo sia il governo più a sinistra della storia della repubblica è risibile e la patrimoniale non è un prelievo forzoso nelle tasche dei cittadini più di qualsiasi altra tassa (e meno ingiusto di altre, peraltro)
     
    E come già scritto altrove, un vecchio esponente della destra storica prima di scrivere dovrebbe imparare a leggere (come tanti esponenti della destra, storica o meno, peraltro), altrimenti arriva solo a dimostrare di non essere attrezzato per comprendere.

  47. Se davvero fosse agile smontare il castello degli atti governativi emessi da marzo a oggi, tutti si sarebbero già buttati a pesce per farlo. Invece da marzo sono statui emessi 15 DPCM  e nessuno di guarda bene dall’affossarli. O non è facile farlo tecnicamente, oppure ci sono tali vischiosità “politico-iostituzionali”, a cominciare dal Quirinale, per cui è inutile mettercisi…
     
    Cmq, ieri sera facevo questa considerazione. Giorni fa, in un altro dibattito, ho paragonato il sipparietto “Pasini-Cominetti professore” al teatro dell’assurdo, perché si parlavano come estranei, pur sapendo benissimo tutti noi chi stava parlando in quel momento. Ecco. in termini di teatro dell’assurdo, quel siparietto  è una barzelletta rispetto alle vostre posizioni su questo tema. Molti di voi si dichiarano di sinistra o, dalle loro parole, emerge chiaramente che appartengono a quello schieramento di pensiero. Ciò nonostante (ad eccezione di Pasini, su posizioni moderate) lanciate accuse di cospirare contro la democrazia al governo in carica, che però è il governo più a sinistra della storia della Repubblica! Il tutto perché tale governo “fascista” si permette di non consentirvi di andare ad arrampicare o a sciare! E lo fa per evitare che il contagio, allargandosi, vada a coinvolgere individui di fasce fragili della società, o sotto il profilo sanitario o sotto quello economico. Accidentaccio, che bastardo fascista che è il Ministro Speranza: si riconosce a vista d’occhio che appartiene al partito più a sinistra del PD! Se fosse davvero di sinistra, quel ministro, non si preoccuperebbe di tutelare innanzi tutto il diritto alla salute e il diritto al lavoro per i cittadini più fragili, ma si preoccuperebbe di assicurare la libertà di spostamento di chi vuole arrampicare/sciare senza che nessuno gli scassi i cabbasisi… Insomma si porrebbe sulle stesse posizione di Briatore, di Salvini, della Santaché… Accipicchia, ma ci deve pensare un vecchio esponente della destra storica come me a ricordarvi cosa vuol dire essere davvero di sinistra??? Che nostalgia per i veri comunisti duri e puri di una volta!
    Intanto notizia di ieri, il CENSIS ha certificato l’impoverimento della popolazione italiana. Non che ci volesse il Censis per capirlo, ma è una fonte ufficiale. Poiché i Recovery Fund sono al momento impantanati e l’emissione a getto continuo di nuovi BTP non potrà durare all’infinito, ecco che da una decina di gg si infittiscono le voci di patrimoniale, cioè di prelievo forzoso a carico dei cittadini. Ieri ne ha parlato un sottosegretario all’Economia… Ebbene immaginate un quadro in cui da un lato, per fugare da ogni dubbio di legittimità vengono completamente aboliti i DPCM, ma dall’altro vi piazzano sul groppone una patrimoniale da paura. Mi godrò la scena a sentirvi frignare, rimpiangendo quando le limitazioni erano “solo” in termini prettamente di spostamento…
     

  48. “Io sono sempre più convinto che i dati, se sono davvero manipolati, lo sono in direzione opposta a quella indicata da noi.”
    Potresti anche avere ragione (e spero proprio di no!), ma in tal caso ancora di più voglio conoscerli e non voglio che un qualunque governo si arroghi il diritto di decidere cosa è bene per me senza che io ne sia informato: non voglio essere trattato come nemmeno un minore sotto tutela!

  49. Crovella dice: Ovvero i dati “veri” (quelli in mano al CTS) dipingono una situazione molto più grave e per non diffondere panico e depressione, le autorità ne diffondono una versione edulcorata.
    Se fosse così allora non bastano le mutande di latta, ma ci vogliono i mutandoni di ferro.

  50. Per Crovella. Su questo punto penso tu abbia ragione. Anch’io ho la sensazione che i dati sulle capacità di tenuta del sistema sanitario e sulla situazione economica (in particolare i fabbisogni di cassa dello Stato) siano peggiori di quanto viene comunicato, altrimenti l’orientamento alla vendita della fontana di Trevi prevarrebbe senza ritegno, come è successo prima dell’estate  con la leggenda dell’eccellenza italiana ( vedi libricino di Speranza subito ritirato, che delusione caro compagno Speranza ! ). Ci sono probabilmente un sacco di crepacci coperti da un sottile strato di neve fresca che potrebbe sciogliersi o non tenere se il peso di chi attraversa è troppo elevato. Dipende da quando arriva il 7 Cavalleria ( o la Provvidenza mariana, secondo Radio Maria) e se la sua carica funziona o è solo un suono acuto di tromba finalizzato a coprire il rumore dei crolli. 

  51. È indiscutibile diritto di qualsiasi cittadino rivolgersi all’autorità giudiziaria. Sta di fatto che, da marzo in poi, sono stati emessi 13 o 15 DPCM (non ricordo con precisione) e nessuno si è veramente mosso in tale direzione. Perche’ non inizia Ginesi? Magari passa alla storia  come colui che avrà salvato la bistrattata democrazia italiana (da un governo centro-sinistra!). Vedremo come andrà a finire. Ma anche in tal caso il punto nodale non verte sulla fondatezza o meno dei dati scientifici, bensì sull’uso politico che di tali dati si fa. Io sono sempre più convinto che i dati, se sono davvero manipolati, lo sono in direzione opposta a quella indicata da noi. Ovvero i dati “veri” (quelli in mano al CTS) dipingono una situazione molto più grave e per non diffondere panico e depressione, le autorità ne diffondono una versione edulcorata.

  52. MG. Grazie del chiarimento. Li punirò tenendo la corda lasca sul difficile quando finalmente riprenderemo ad arrampicare. In realtà hanno messo insieme considerazioni critiche sull’impianto tecnico della sentenza, come dici anche tu, e un certo snobbismo gerarchico nei confronti del povero giudice di Pace. Ogni categoria professionale ha i suoi vezzi e difetti, in particolare quanda parla appunto al bar davanti ad una birra dopo una salita. Chi è senza peccato…….Intervieni più spesso. Il contributo della tua competenza su questi temi è sempre un confronto interessante, che lo si condivida o meno.

  53. la sentenza dei giudici di pace vale come una qualunque sentenza, anche se è un magistrato bistrattato (spesso a ragione). 
    Non potrebbe essere di altra autorità visto che in primo grado è funzionalmente competente a conoscere delle opposizioni a sanzioni amministrative, vedremo le eventuali impugnazioni. 
    La sentenza a mio avviso non brilla sotto il profilo strettamente tecnico, ma contiene alcuni assunti degni di nota. che poi i tuoi amichetti veicolino tesi da bar sport sulla potenza dell’avvocatura dello spor mi pare dato abbastanza trascurabile. 
    Che l’intero impianto normativo adottato da questo governo per far fronte all’emergenza  abbia rilevanti limiti sotto il profilo del diritto (non solo costituzionale) mi pare tesi condivisa da autorevolissimi studiosi, a partire dall’utilizzo indiscriminato del dpcm per arrivare alla discutibile formulazione  di taluni precetti.
    dico solo che mi pare bizzarro sostenere che la costituzione dica quel che afferma Crovella e che sia un ombrello buono per qualunque nefandezza normativa e che in ogni caso che il cittadino  si interroghi sulle ragioni che sostengono determinate   scelte mi pare solo un sintomo di salubrità del tessuto sociale 

  54.  
    E’ per questo che fanno pochi controlli 🙂
    Roma, vigili fanno sesso nell’auto di servizio ma lasciano la radio accesa: aperta un’inchiesta
    Lʼaudio della notte di passione ha fatto ben presto il giro tra i colleghi, finendo poi sulla scrivania del comandante generale della polizia municipale della Capitale
    Due vigili urbani di Roma sono finiti al centro di un’inchiesta per aver fatto sesso nell’auto di servizio durante il turno di notte. La coppia, lui di circa 50 anni e lei di circa 40 in forze al XV gruppo (zona Cassia), era stata assegnata al pattugliamento del campo rom in via di Tor di Quinto. Arrivati sul posto, i due si sono però dimenticati del lavoro e si sono lasciati andare a una notte di passione, commettendo un grave errore.
    Come riporta Leggo.it, la radio dell’auto, lasciata accesa per sbaglio, ha registrato quel momento intimo, parole infuocate comprese. Diversi colleghi hanno così potuto ascoltare le bollenti effusioni. Tra questi, anche il comandante generale della polizia municipale della Capitale Stefano Napoli, che ha quindi aperto un’inchiesta.

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  55. “Mi è stato detto che una sentenza del giudice di Pace “
     
    …e un’altra speranza che se ne va…

  56. MG. Premesso che anch’io non appartengo al partito delle deleghe in bianco, avevo visto la sentenza e mi ero informati presso i miei amichetti e compari di montagna, uomini di legge, da entrambi i lati del tribunale e non parlo certo di reazionari. Mi è stato detto che una sentenza del giudice di Pace conta come il due di picche e che se l’Avvocatura fa ricorso in aula non regge nesnche 10 minuti. Mi hanno detto una balla? Dimmelo così li bacchetto.

  57. Caro MG, questo tuo intervento si che è interessante…e quindi cosa succede adesso?
    E’ per questo che i controlli, pare, sono così morbidi, al limite dell’assenza, a ‘sto giro?

  58. sul fatto che sia tutto costituzionalmente legittimo, a parte le tesi autarchiche del costituzionalista Crovella, pare vi siano autorevoli pareri discordi (altalex è un sito serio di diritto e la sentenza di quel giudice di pace è assai ben motivata).
    https://www.altalex.com/documents/news/2020/08/05/covid-19-giudice-di-pace-frosinone-annulla-multa-per-violazione-lockdown
    prima di far passare le proprie opinioni come il verbo e lanciarsi in ardite ricostruzioni di diritto costituzionale non guasterebbe documentarsi (visto che Crovella è quello che a marzo lanciava anatemi quando io scrivevo che quelle sanzioni erano illegittime)
    in ogni caso, anche se fosse legittima la dichiarazione di emergenza, rimane comunque un dovere dell’autorità emettere  provvedimenti che abbiano base sostanziale e giuridica  e un diritto dei cittadini valutarne la congruità e legittimità, se del caso sottoponendoli al vaglio dell’autorità giudiziaria e non solo delle urne. 
    Giusto per non dimenticarsi i principi  cardine di una democrazia, in questo paese evaporata da parecchi anni e rimasta come mera cornice formale, svuotata di ogni contento sostanziale.
     
    sotto questo profilo trovo l’articolo un buon scossone alle coscienze, condivisibili o meno che siano tutti  i suoi passaggi  

  59. Certamente le decisioni sono politiche. È però sano che le scelte vengano messe in discussione, in modo civile e pacato,non quotidianamente ma neppure ogni quattro anni.Anche al leader più illuminato capita che si spenga la luce ogni tanto. In una comunità sana chi gestisce il potere deve ascoltare il feedfack di chi lo ha delegato, se viene da persone integre e costruttive. Poi si assumerà le sue responsabilità. Vi ricordate la discussione di qualche tempo fa sul “Leading Up” a proposito di Aria sottile ? Il rimpianto di Krachauer di non essere stato sufficientemente assertivo nel far presente a chi guidava che forse si stava sbagliando? È un crinale sottile ma va affrontato in modo maturo da entrambe le parti.

  60. Intendo che, a parità di dati oggettivi, le decisioni politiche risentono della volontà in un senso o nell’altro di chi deve prendere le decisioni stesse. Per es un eventuale governo Salvini avrebbe tenuto tutto aperto (almeno così dice il suddetto). Per cui la prossima volta potete votare per Salvini e alla prossima pandemia avrete tutto aperto. Però vi prendete il governo Salvini nel bene e nel male: non potete dire di Salvini mi prendo il fatto che tenga tutto aperto, ma rifiuto per es la sua politica sull’immigrazione. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Pur militando in un partito dellattuale opposizione parlamentare, io sono contento che, di fronte alla crisi pandemica, abbiamo questo governo, nonostante gli errori che ha commesso (es perdere tempo nei 4 mesi estivi e farci arrivare totalmente impreparati alla seconda ondata). Ciao!

  61. Non mi azzardo ad interpretare il pensiero di Crovella, ma se intende dire che: “in assenza di certezze scientifiche, la politica prende comunque delle decisioni finali”, e’ certo condivisibile. Riguardo alla chiusura parziale della scuola, ci deve essere stato un input “tecnico” che ne abbia suggerito la necessita’, o perlomeno che ne abbia proposto dei presunti benefici. Dopo di che, sta effettivamente alla politica di “rischiare” una decisione per perseguire uno scopo, accettandone eventualmente le conseguenze negative. 
    Una volta che i tecnici individuano e presentano le aree di contagio, diventa quindi molto “politico” scegliere come e cosa limitare…

  62. “perché le decisioni sono politiche e non scientifiche”
    Questo è semplicemente geniale!
    Se le decisioni che riguardano una malattia sono politiche, allora propongo un referendum che dichiari che la malattia non esiste, lo vinciamo e siamo a posto.
     
    Anzi già che ci siamo facciamo una legge che proibisca la morte e risolviamo i mali alla radice…
     
    E quanto alla conoscenza della costituzione, dodici righe di Pasini ne dimostrano una quantità molto maggiore.

  63. Non escludo che, in termini scientifici, chiudere le scuole possa anche essere stat una misura sbagliata, ma non è questo il punto, perché le decisioni sono politiche e non scientifiche. Lo stesso varrà se non fanno riaprire gli impianti sciistici: non è che ci sono evidenze scientifiche che sia bene o male sciare, è una scelta “politica” delle autorità in carica.
    I decreti sono assolutamente legittimi, quindi non possono essere attaccati. Nel contenuto, aspettate a scadenze a voterete come riterrete più opportuno.
     
    Il punto nodale deriva dalla scarsissima conoscenza della Costituzione, male endemico non solo dei lettori di questo blog, ma dei cittadini italiani nel complesso. La Costituzione dovrebbe essere profondamente studiata (e non solo letta…) a livello di scuole medie, perché contiene le regole (giuste, sbagliate, migliorabili… è irrilevante: quelle sono) nel nostro vivere comune. L’accenno di Govi alla “mia” concezione politica è errato, perché non si tratta della “mia” concezione, ma delle regole contenute nella stessa Costituzione.
    L’art 1, secondo comma della Costituzione afferma: La sovranità appartiene al popola che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
     
    Il nostro modello democratico è rappresentativo e non diretto. Il popolo vota alle elezioni, ma poi, ai sensi della Costituzione stessa, è marginalizzato rispetto all’agire politico. Sono previste piccole aree di azione popolare: la presentazione popolare di progetti di legge, la votazione confirmatoria ai referendum sulle modifiche costituzionali, ecc. Poca cosa. Il resto viene svolto esclusivamente dalle istituzioni che sono ben identificate – nei loro poteri – dalla Costituzione, la quale ha provveduto anche al sistema di controllo reciproco, i famosi “pesi e contrappesi”. Lì sta il controllo politico degli atti, non nel consenso popolare giorno per giorno. Il Governo può essere sfiduciato dal Parlamento, non dai singoli cittadini.
    Al popolo resta il diritto, nelle successive elezioni, di non votare per i candidati che non sono piaciuti. Speranza/Azzolina/Conte non vi soddisfano perché, nello specifico, hanno chiuso le scuole? Nel breve gli atti sono al di sopra di ogni sospetto di illeggitimità, quindi sono inattaccabili. A scadenza saprete come comportarvi: se riconfermate gli stessi personaggi, avrete presumibilmente lo stesso contenuto delle future decisioni politiche.
     
    Come potete verificare, la natura dei dati (se “veri”, se “falsi”, se utilizzati in modo “truffaldino” ecc) è del tutto estranea al tema politico.
     

  64. Interessante Giacomo, ma parziale.
    Il confronto primo e naturale che viene in mente per valutare la mortalità di qualcosa che prima non c’era e adesso c’è, è paragonare quello che succede quest’anno con quello che è successo negli anni precedenti e verificare la differenza.
    E’ ovviamente un’analisi parziale, ma indicativa della gravità reale della situazione de facto. C’è? Non c’è? E’ stato fatta? Dove lo trovo?
    ISTAT e ist. Sup. Sanità dovrebbero essere li per quello. Infatti l’ultima volta che ho guardato, l’andamento della mortalità per gli anni dal 2015 al 2019 c’era
     Poi va valutata la pericolosità futura o potenziale e qui entrano l’utilità dei dati dettagliati di età e patologie preesistenti (non pregresse): se morissero solo gli ultra novantenni con 3 patologie gravi…beh, umanamente spiace, ma socialmente è piuttosto differente che se morissero i dodicenni con gli occhi marroni! 
    NOTA BENE: non ho detto che muoiono solo gli ultranovantenni con tre patologie e non ho detto che li voglio vedere tutti morti
     
    Circa le restrizioni, se le si considera automatiche e obbligate si sbaglia in partenza. Vale l’esempio già fatto: in Francia stanno circa come noi, non possono circolare ma le scuole sono aperte, in Germania stanno meglio di noi, possono circolare e le scuole sono aperte. E quindi? Chiudere le scuole parrebbe proprio non avere influenza e magari si potrebbe esplorare qualche altra direzione.
    Ma se passa la visione crovellica, se tutti sono adeguatamente spaventati e se “non si può fare altro”, allora non si farà altro (probabilmente continuando a sbagliare…)

  65. La tesi su cui batto sia qui che in altri dibattiti, più strettamente politici, è che le decisioni sulle restrizioni non sono “scientifiche” ma “politiche”.
    A parità (più o meno) di situazione tecnica, le autorità tedesche hanno preso decisioni di un certo tipo, quelle italiane di un altro tipo, se non addirittura opposte (vedi gestione scuole). non c’è fondamento scientifico in tale decisioni, c’è una natura politica degli atti. Non vi vanno le decisioni assunte dalle autorità italiane? Bene, traferitevi in Germania. Se invece state in Italia, aspettate il fine mandato e votate per altri politici.
    Guardate che io non sono un sostenitore dell’attuale maggioranza governativa, anzi appartengo al campo avverso, per cui avrei tutto da guadagnare dai mugugni popolari contro il governo. Tuttavia in questa fase molto critica questo è il governo che abbiamo ed è meglio tenerselo, senza metterlo in croce ogni giorno a chiedergli che faccia corrispondere le restrizioni o gli allentamenti con l’andamento dei dati scientifici. C’è una crisi sanitaria e socio-economica che durerà ancora molto tempo, a naso un annetto come minimo. Bisogna mettersi il cuore in pace e far passare “‘a nuttata“. Poi ognuno valuterà se il comportamento delle autorità gli è piaciuto o meno e prenderà le decisioni di conseguenza. Se auspicate nell’immediato un nuovo governo (il cui rischio è sempre molto concreto), perché ritenete che l’attuale prenda decisioni in modo “opaco”, attenzione che tale nuovo governo non potrà che essere ancora più severo e rigido, proprio perché varato in un contesto di criticità non altrimenti gestibile se non con il pugno duro. Paradossalmente un governo di quel tipo sarà la conseguenza di pressioni tedesche sull’Italia (i motivi li ho già spiegati più volte, non mi ripeto), un po’ come fu il governo Monti nel 2011.

  66. Carlo nel suo estremismo retorico ogni tanto sembra dimenticare che i fondamenti di una democrazia liberale capitalistica sono tre: il diritto di voto a tutti, il diritto di proprietà e la “rule of law”. Quest’ultimo principio significa non solo che tutti sono sottoposti alla regola della legge, ma che l’esercizio del potere deve rispondere ad un sistema definito di regole, tra cui la trasparenza degli atti. Una trasparenza ragionevole ovviamente, parametrata agli inevitabili condizionamenti collegati all’efficacia dell’azione e alla gestione delle sue conseguenze sulla popolazione. Qui si colloca il pericolo dell’arbitrio e della manipolazione. Solo una società civile forte e matura, che incalza e controlla chi governa può contrastare il pericolo di abusi in nome della ‘necessità”. Poi ovviamente ci sono democrazie liberali di serie A, B e C e cicli di vita altalenanti  delle diverse società civili, con periodi più oscuri e torbidi e periodi più maturi e lucidi. Dove siamo noi ? Bella domanda, come si dice. 

  67.  Non preoccuparti della mia serenità
    Quelli io non ho mai chiesto di giustificare giorno per giorno, ma il fatto  che comunicano giorno per giorno dei numeri chiamandoli “dati” ( e che guardi distrattamente) e che sono più propriamente “fake”, come ampiamente dimostrato da Steve. Nascondendo, mascherando, obnubilando, non comunicando (forse addirittura non raccogliendo neppure) quelli che invece dovrebbero essere comunicati.
    Il che è foriero di pessime cose e decisioni peggiori…già prese peraltro, come la scuola o l’ospedale in fiera.
    Aldilà della diatriba suddito cittadino, è un insulto alla mia intelligenza.
    Ma non pretendo che tu capisca
     

  68. L’ultimo intervento di Matteo ha il merito di avere esplicitato in modo piu’ chiaro ( per me ) i suoi dubbi e soprattutto aver focalizzato in punti piu’ precisi la sua protesta verso l’operato del governo, piu’ generica in altri suoi interventi. 
     
    I miei commenti ( spiegazioni ovviamente non ne ho ):
     
    – Muoiono poche persone. Suppongo intendi “poche” rispetto alla mortalita’ media dovuta a malattie respiratorie stagionali.  Eppure i dati devono essere disponibili. Non credo per nulla siano secretati, al massimo per me c’e’ da non-escludere che siano un po’ limati al ribasso ( accusa per esempio ripetuta dalla stampa spagnola verso il loro governo ).  Sono certo confusi, ma piu’ per disorganizzazione e mal-gestione che per malafede. La critica comunque ci sta. Ma se ci pensi la loro utilita’ e’ limitata, in quanto mancano i corrispondenti dati degli effetti ipotetici senza restrizioni. Bisognerebbe considerare il rapporto morti/contagiati, ma anche quello ad un certo punto dipendera’ dal numero totale di contagiati, quando le strutture sanitarie esplodono.  E il numero vero dei contagiati, come ben sappiamo, e’ ignoto. In Adige potrebbero cominciare ad avere le idee piu’ chiare. 
     
    -Stesso discorso vale per le informazioni dettagliate su eta’, patologie pregresse. Informazioni sicuramente interessanti ed importanti – non colgo il perche’ debbano essere TANTO rilevanti per le azioni da intraprendere.
     
    – Certo il problema e’ primariamente la crisi del sistema sanitario. Tu lo definisci indebolito e sottofinanziato per lunghi anni, certamente vero. D’altra parte le nostre possibilita’ economiche sono quelle che sono… Per certi versi visto il nostro debito pubblico monstre ci e’ andata ancora bene.
     
    – La chiusura della scuola e’ un provvedimento eccessivo? Probabilmente si.  D’altra parte il modello francese e’ applicato in modo uniforme in tutto il paese. Per me difficile opinare a questo livello…
     
    Al netto di “fobie di sudditanza”, io non credo ci sia spazio per soluzioni tanto differenti. Ma certo il desiderio di trasparenza e’ legittimo e anzi doveroso, Crovella vede la democrazia come una “dittatura elettiva a scadenza”

  69. Proprio da posizioni cocciute come la tua, mi sono convinto che il vero nocciolo del problema sia di natura “costituzionale” e non “scientifica”. In Italia si conosce poco, per non dire niente, la Costituzione ed è un male: è come pensare di giocare al calcio senza conoscerne il regolamento.
    Per esempio tu confondi il legittimo diritto di manifestare la propria opinione, anche di tipo critico, con l’implicita (e infondata, costituzionalmente parlando) esigenza individuale che le autorità, sia politiche che scientifiche, stiano lì a giustificare le loro decisioni, quasi giorno per giorno, con la corrispondenza a dati “oggettivi”. Non solo su questo blog, ma è atteggiamento diffuso nel dibattito generale (se accendi un qualsiasi talk show, lo puoi verificare) che chi è insofferente per le restrizioni ricerca l’infondatezza scientifica dei dati per testimoniare che le decisioni delle autorità sono minate alla base. Quand’anche i dati fossero “truffaldini”, ho già dimostrato che le decisioni sono costituzionalmente legittime, per cui sono inattaccabili (infatti nessuno le sta attaccando nelle opportune sedi, tipo ricorso alla Corte Costituzionale ecc). Per cui è inutile menarsela se i dati sono scientificamente fondati o meno, il nocciolo della questione è che, chi attacca i dati, in genere NON conosce bene la Costituzione e le regole del nostro ordinamento politico-istituzionale.
     
    Inoltre l’impostazione “leninista”, come definita da Pasini, è la migliore in termini di efficacia gestionale, in particolare per la soluzione di problemi di gravità eccezionale: non si può pensare che ci sia un clima da “assemblea condominiale permanente fra 60 milioni di cittadini” dove tutti, competenti e incompetenti, berciano come oche. Ma che decisioni si potrebbero prendere in un clima del genere?
    Sfugge ai più che ciò che distingue un modello democratico da un modello autoritario NON è il fatto che nel modello democratico si prendano decisioni tutti insieme (stile assemblea condominiale). Anche nel modello democratico si delegano le decisioni. La differenza è che nella dittatura non c’è scadenza di mandato, in un modello democratico ci sono le elezioni periodiche che rappresentano il momento in cui i cittadini possono valutare o meno l’operato delle autorità.
    Le autorità, regolarmente insediate, decidono in modo indipendente dal consenso quotidiano dei cittadini ed è meglio così, anzi è assolutamente meglio che i dati “veri” siano in possesso di pochi/pochissimi individui (CTS ecc), visto che si tratta di dati molto delicati e molto sensibili. A fine mandato, i cittadini valuteranno se l’agire delle autorità è stato o meno di loro gradimento. In quell’occasione anche tu potrai far valere i tuoi diritti democratici, continuare a parlare prima è inutile, è solo berciare a vanvera.
    Se non ti riconosci nell’approccio “mettiamoci il cuore in pace”, fai pure, ci mancherebbe: il mio è solo un consiglio da vecchio saggio. Io non guardo neppure i dati, se non distrattamente, e credo di essere molto più libero di te. Sono infatti “libero” dalla morbosa fobia che tu hai nel sentirti un “suddito”, solo perché i dati non ti soddisfano pienamente. Alla fin fine stai peggio tu di me, perché ti angusti giorno per giorno, arrovellandoti sui dati (se “veri” o meno), il tutto inutilmente perché tanto di fronte a DPCM costituzionalmente inattaccabili, tocca a tutti adeguarsi. 
     
    Se proprio non ti va giù il modello costituzionale in cui viviamo (che è il modello della Costituzione in essere dal 1948, non l’ho inventato io), devi agire non nel vivisezionare i dati, ma al limite su altri terreni, quelli politico-costituzionali. Fai dei ricorsi alla Corte Costituzionale, fai appelli per sensibilizzare i parlamentari, fai petizioni pubbliche per cambiare le autorità (cioè far cadere il governo o la maggioranza) e/o per cambiare la Costituzione ecc ecc ecc.
     
    Gli strumenti costituzionali ci sono, basta utilizzarli. Sono “faticosi” e “costosi” da utilizzare, ma ci sono. Menarla sui dati non porterà mai a nessun cambiamento oggettivo. Per esempio gli ultimi dati diffusi (per quel poco che li ascolto al TG serale) sono in leggero miglioramento rispetto a 7-10 gg fa. Ma l’impostazione politico-governativa non cambia. Se hai letto i giornali di stamattina, avrai verificato che il prossimo e imminente DPCM “guiderà” i nostri comportamenti durante le feste di fine anno: si parla ovunque di un Natale “sobrio”, con l’obiettivo di minimizzare gli incontri di persona (per gli appassionati sciatori sembra che si profili il divieto di sciare… almeno con gli impianti). Se ti metti il cuore in pace, vivrai più sereno, sennò continuerai a farti il sangue marcio nel vivisezionare i dati, ma tanto le decisioni politiche non risentiranno minimamente dei tuoi pensieri. Ciao!

  70. Personalmente accanto alla confusione/opacità delle informazioni, il fatto che non smette di indignarmi nel nostro stile di governo della cosa pubblica (putroppo spesso adottato anche da chi appartiene al mio stesso orientamento politico/culturale) è la pratica dei “vizi privati & pubbliche virtù”. Durante questo week-end ho avuto varie conferme dirette (almeno per quanto riguarda Lombardia e Liguria) che le restrizioni alla mobilità sono più formali che reali. In pratica non ci sono controlli. Anche un giornalista del Secolo XIX ha fatto una prova andando su e giù da Genova a Milano e poi ci ha scritto sopra un pezzo e ha fatto pure un video. In pratica non ci sono controlli. Io stesso ho constatato che qui in Liguria non ci sono controlli alla mobilità intercomunale anche nei giorni di festa, nei quali i motivi di necessità reale calano. Insomma il comportamento classico: grida manzoniane severissime e aggiustamenti privati, salvo poi rimanere stritolati dal meccanismo sanzionatorio se si è ingenui, indifesi o sfigati, come il trail runner bergamasco il cui compagno, atleta esperto,  è morto scivolando su una cresta orobica fuori comune che si è beccato anche una multa da 400 €. Capisco che ormai è un modo di vivere, assimilato dalla nostra cultura, ma fino a quando mi rimarrà energia, non la smetterò di protestare e di oppormi a questo andazzo perché mi pare uno dei fattori che alimentano la nostra decadenza. Buona settimana. 

  71. Carlo come spesso ti capita mescoli ambiti diversi che nulla c’entrano per giustificare le tue posizioni .
    Stiamo discutendo sul blog e poco c’entra un preteso dibattito nazionale.
    Stiamo parlando di un articolo che accusa le autorità in genere (non tanto e non specificatamente il governo: il CTS pare molto più coinvolto)  di usare dati “truffaldini” e fuorvianti, che aumentano nebbia, confusione e sembrano tesi a generare preoccupazioni, se non panico, ben poco giustificati.
    La costituzione c’entra molto poco.
    La politica e l’etica molto di più.
    Poi ci infili, surretiziamente, una tua opinione “la gente “critica” i dati perché è insofferente verso le restrizioni” volendo intendere che questa critica sia improduttiva, improvvida e financo illecita.
    Infine arrivi all’affermazione retorica “il governo NON deve dare altre giustificazioni, meno che mai quotidianamente ai ciascun singolo cittadino”, cosa che nessuno ha mai chiesto o preteso.
    In realtà i cittadini hanno il diritto (e il dovere) di sottoporre a critica costantemente l’operato del governo e delle autorità in genere e di parlarne e dibatterne liberamente. Questa è politica, è etica, è l’essenza della democrazia, altrimenti si è sudditi, non cittadini.
    L’ho accennato altrove e lo ribadisco, per me i punti principali sono:
    –        E’ vero o non è vero che muoiono poche persone, per lo più già gravemente malate? Non lo so, perché i dati sono pochi, confusi e mal comunicati. Ma lo sospetto
    –        E’ vero o non è vero che sotto i sessant’anni non muore (statisticamente) nessuno? E i pochi chi muoiono sono sani o già malati? Quanti sono e quanto sono malati? Non lo so perché nessuno l’ha mai scritto e temo non abbiano nemmeno raccolto i dati a riguardo. E questo è molto grave, perché evidentemente di primaria importanza per definire correttamente il pericolo e le azioni da intraprendere
    –        E’ vero o non è vero che la crisi è essenzialmente del sistema sanitario, perché è stato indebolito, impoverito e sottofinanziato per lunghi e lunghi anni?
     
    Come già detto, se lo stato di emergenza c’è perché muoiono i vecchi è semplicemente assurdo chiudere le scuole: e infatti la Germania (che se la cava meglio di noi) e la Francia (che è messa più o meno come noi) non le hanno mai chiuse. Provando così, by-the-way, che la cosa non ha alcuna influenza sull’andamento della pandemia.
     
    Quindi no, assolutamente non “mettiamoci il cuore in pace: lasciamo lavorare tranquilli i responsabili (governo  CTS, ecc) e poi valuteremo a mente fredda il loro operato”, se non altro perché il poi potrebbe essere troppo tardi.
    E si è incapaci di ragionare e prevedere ora, sarà improbabile farlo con una ipotetica, ventura e non garantita “mente fredda”
    P.S.: Lusa qui sotto è un esempio quasi troppo perfetto del risultato della mancanza di dati e della potenza di un’informazione tendenziosa: da dove pesca il dato a suo dire “certo”?

  72. A proposito della trasparenza ragionevole delle informazioni. Sul Financial Times di oggi (noto quotidiano marxista – leninista) c’è un documentato e critico articolo sul fatto che i contratti di acquisto dei vaccini Covid sono secretati in base al motivazione delle aziende farmaceutiche che si tratta di informazioni commerciali “sensibili”. Si tratta di cifre notevoli di denaro pubblico, miliardi e miliardi. Anche all’interno di una visione liberale del capitalismo, non contaminata dalla paranoia, esistono dunque margini e opinioni diverse circa il livello di trasparenza opportuno. Ricordo in proposito che anche il testo delle Concessioni autostradali era secretato da noi. 
     

  73. Un dato certo: si è abbassata l’età media dei  ricoverati gravi: 40 – 50 anni. Agli inizi la più colpita era la fascia da 60 a 80 anni.
    Un altro dato certo: Siamo in autunno e non si  è presentato ancora il virus dell’ influenza stagionale. Il “generale” Inverno deve ancora arrivare…..
     
     

  74. @103 Leggasi “stato di emergenza” e non stato di necessità, ma il concetto non cambia

  75. @101: nel desiderio di analizzare i dati da parte del singolo, il risvolto che tu descrivi è l’approccio sano, comprensibile e legittimo. Ma il tema è un altro. Infatti nel dibattito nazionale, ben oltre i confini del blog, chi si accapiglia spasmodicamente a vivisezionare i dati lo fa non per i dati stessi ma perché spera di trovare una qualche infondatezza nei dati e così sbugiardare le decisioni prese dalle autorità. L’articolo di partenza parla esplicitamente di dati “truffaldini” o roba del genere, come se le autorità costituite dovessero giustificare, quotidianamente, le fondatezza scientifica delle decisioni prese. Questo assunto è costituzionalmente sbagliato nel nostro ordinamento.
     
    In realtà la gente “critica” i dati perché è insofferente verso le restrizioni. Ma le decisioni finora assunte sono ineccepibili sotto il profilo costituzionale. Cerco dj riassumere il quadro in essere: il governo è regolarmente in carica e ha chiesto e ottenuto, in data 31 gennaio 2020, che  Parlamento deliberasse lo “stato di necsssita’” (protratto km pardon fino al 31 gennaio 2021), all’interno del quale sono stati emanati i vari DPCM. Con tali premesse costituzionali, il governo NON deve dare altre giustificazioni, meno che mai quotidianamente ai ciascun singolo cittadino. Se le autorità commettono degli illeciti, scattano le relative norme applicative, mz non è questo il caso. Se le decisioni, ancorché inattaccabili sul piano formale, non appaiono politicamente gradevoli, ci pensano il Parlamento e le forze politiche a fare pressioni sul governo e, al limite, a cambiare governo.
     
    I cittadini nell’immediato non hanno nessun potere deliberativo. Essi hanno però in mano l’arma di poter giudicare l’operato dei politici alle scadenze elettorali: se non sono contenti, voteranno per altri. Ma è inutile agitarsi giorno per giorno se i dati sono veri o falsi, affidabili o truffaldini.
     
    I tempi sono lunghi. L’uscita dalla pandemia se va bene avverrà per fine 2021, io stimo per metà 2022, ho già spiegato i motivi. Le prosdime elezioni politiche nazionali sono previste per inizio 2023, salvo scioglimento anticipato delle Camere. Quindi mettiamoci il cuore in pace: lasciamo lavorare tranquilli i responsabili (governo  CTS, ecc) e poi valuteremo a mente fredda il loro operato. Frignare ora, giorno per giorno, non produce nessun valore aggiunto e crea solo cacofonia e confusione.

  76. Per Merlo. Infatti sulle caratteristiche dei gruppi dirigenti in funzione della situazione c’è un accordo abbastanza generale. La diversità di opinioni è su quale sia il modo più efficace e rispettoso dei diritti e della libertà dei governati per selezionarli (nascita, competenza, meritocrazia, consenso) e per controllarne l’operato. Qui nascono le differenze politiche. Certamente nei paesi occidentali negli ultimi anni la selezione ha assunto una forte deriva emotiva che premia chi intercetta maggiormente i sentimenti popolari più primitivi. Un recente articolo del Guardian di commento all’ultima stagione di The Crown vede una delle prime manifestazioni evidenti di questo orientamento nel conflitto Elisabetta II da un lato e Lady D/Tony Blair dall’altro, con il favore popolare chiaramente orientato verso il secondo polo : la famosa espressione “Principessa del Popolo” inventata dall’uomo della comunicazione di Blair, un po’ come “Avvocato del Popolo” inventato da Casalino ( sempre perché la storia si presenta la seconda volta come farsa).

  77. Mi pare più che plausibile che il CTS disponga di qualche dato in più rispetto a quelli diffusi giornalmente (ad esempio) dalla JHU. In caso contrario ci sarebbe da essere veramente terrorizzati 🙂
     
    Qui:
    https://www.change.org/p/datibenecomune-in-formato-aperto-ben-descritti-e-machine-readable-palazzo-chigi-giuseppeconteit
    qualche motivo per cui andrebbero resi pubblici.
     
    Aggiungo un paio di considerazioni.Voler discutere dei dati non significa necessariamente essere in disaccordo con le misure prese (e nemmeno essere d’accordo). Tale posizione può, eventualmente, essere presa a valle della discussione (a ragion veduta). Tocca precisarlo perchè alcuni commenti mi hanno dato l’impressione di dar per scontato che discussione implichi disaccordo.
    E non si tratta nemmeno di mettere in piedi una discussione condominiale fra 60 milioni di persone, ma di formarsi un’opinione sulla base di qualcosa di concreto.
     
    I dati non sono la pandemia allo stesso modo per cui una mappa non è il terreno.
    Sono importanti, ma non hanno l’esclusiva.

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