Passo Santner – 2

La cubatura otto volte più grande, 900 m² del demanio resi edificabili, 300mila euro di contributi per la teleferica: così nasce il maxirifugio (che non è ancora finito).

Rifugio Passo Santner, a che prezzo?
di Valentino Liberto
(pubblicato su salto.bz/it il 30 giugno 2022)

Conosciamo i due giovani che hanno riaperto il rifugio Passo Santner”. È ancora disponibile sul canale Youtube della Fondazione Dolomiti Unesco l’intervista a Michel Perathoner Romina Huber, gestori trentenni del rifugio Santnerpass sul Catinaccio (Ciadenac, Rosengarten), riaperto nel 2019 dopo sei anni di chiusura e ora finito nell’occhio del ciclone per il maxi-ampliamento della struttura. “Grazie ai miei genitori siamo riusciti a comprare questo rifugio. Mio nonno voleva già costruirlo in questo luogo”, racconta nel video Perathoner. Nelle sue mani e in quelle della compagna viene consegnata la bandiera del Patrimonio Unesco. “Il riconoscimento ha portato più consapevolezza della ricchezza paesaggistica e geologica?”, domanda l’intervistatore. “Chi arriva da lontano sa cosa è la dolomia, più di chi viene qui spesso” risponde la coppia di gestori.

Michel Perathoner e Romina Huber: “I due giovani che hanno riaperto il rifugio Santner”. Video: Dolomiti Unesco.

Sotto al video, come nelle recensioni su Google Maps, i giudizi positivi degli escursionisti sono unanimi: un “piccolo rifugio” che si distingue per la cordialità e l’ospitalità dei suoi proprietari. “Questa quantità di impressioni giustamente positive postate nel tempo si aggiungono anche alla mia – scrive Gianfranco Bonafini – il Rifugio Santner è sicuramente uno tra i migliori rifugi visitati più volte nel corso delle mie numerose escursioni. Posto incantevole, oasi di pace tra le Dolomiti, vero rifugio alpino in piena armonia con la natura che lo circonda, due giovani gestori deliziosi, cibo straordinario, ci si sente in famiglia”. Ma poi aggiunge: “Mi sento però amareggiato e deluso da quando sono venuto a conoscenza del progetto che i due giovani probabilmente pensavano fin dall’inizio di realizzare, con l’aiuto della propria famiglia già imprenditrice nel settore”.

Rifugio Passo Santner prima dei lavori: legno in armonia con le rocce dolomitiche. Foto: Giulio Nicetto.

The Perathoner’s 
I genitori di Michel sono Stefan Perathoner e Judith Aichner di Siusi, storici proprietari del Tierser Alpl, il rifugio Alpe di Tires fondato dal padre di Judith, Max Aichner. Inoltre Stefan Perathoner, già consigliere comunale della SVP a Castelrotto, è da tempo il responsabile per i rifugi privati rappresentati nell’HGV, l’influente associazione degli albergatori. È così che nel 2018 la società che porta il suo nome e quello della moglie acquista il “piccolo rifugio” a Passo Santner, costruito nel 1956 dalla guida alpina di Predazzo Giulio Gabrielli soprattutto per dare un ristoro alle guide intervenute in soccorso agli scalatori incrodati sulla parete ovest del Catinaccio. L’edificio in legno era stato già parzialmente ristrutturato nel 2006, ma poi era rimasto chiuso dal 2013.

Stefan Perathoner: l’imprenditore di Siusi allo Sciliar è da anni responsabile per l’HGV dei rifugi alpini privati del Sudtirolo.

In effetti, le intenzioni della famiglia Perathoner sembrano chiare sin dall’inizio. Nel 2018 la società di Judith e Stefan Perathoner incarica lo studio di architettura Senoner-Tammerle di Castelrotto (che già ristrutturò l’Alpe di Tires) della demo-ricostruzione del Santner. Nello stesso anno la famiglia presenta domanda di acquisto alla Provincia degli 800 metri quadri di particella fondiaria demaniale intorno al rifugio. L’area richiesta viene poi aumentata nel febbraio 2019 a circa 900 metri quadri. La Giunta provinciale dà poi il via libera alla vendita del terreno alla società di rifugisti, per un prezzo complessivo di 27.470 euro (30,50 euro al metro quadro), trasformandolo in “terreno edificabile”. Con il frazionamento del 2019 e i 900 metri quadri aggregati alla particella edificiale già esistente, la superficie totale è diventata di 1100 metri quadri.

Superficie quintuplicata 
Nel 2020 ecco arrivare sul tavolo della Provincia il progetto di “sostituzione ed ampliamento del Rifugio Santnerpass”. “L’intervento in programma prevede la demolizione del vecchio edificio e la ricostruzione sul medesimo sito, di una nuova struttura con un considerevole aumento della cubatura che passa da 319 metri cubi a 2.708 metri cubi”, ovvero otto volte tanto, scrive l’Ufficio parchi naturali della Provincia autonoma, che prosegue: “Per la realizzazione della nuova struttura viene interessata una ulteriore nuova superficie, rispetto alla struttura esistente di circa 220 metri quadri”, cioè appena un quinto della superficie risultante dalla cessione del demanio agli imprenditori di Siusi. La terza versione del progetto ha avuto il parere positivo di Provincia e Fondazione Unesco nonché la concessione edilizia del Comune di Tires, ma non è stata vagliata dalla Commissione paritetica sui rifugi con AVS e CAI, che aveva bocciato due proposte precedenti.

La teleferica verso rifugio Passo Santner: pronta a trasportare persone oltre che merci? Foto: Il Dolomiti.
La “stazione” dell’attuale montacarichi. Foto: Salvatore Bragantini.

Non basta. A tutto ciò si aggiungono i grossi lavori di rifacimento della teleferica che rifornisce il rifugio, finanziati con un generoso contributo provinciale (stanziato a ottobre 2021) di 315.000 euro, a fronte del mezzo milione di euro spesi per risanare l’impianto. Una questione, quella delle teleferiche per il trasporto di merci e materiali, molto cara a Stefan Perathoner: da anni, nel suo ruolo all’HGV, si batte per una modifica delle norme europee che consenta il trasporto anche di persone, collaboratori dei rifugi o infortunati in montagna. Concetto ribadito in un recente incontro con il Landeshauptmann Arno Kompatscher e l’assessore al turismo e all’agricoltura Arnold Schuler.

Intanto proseguono i lavori per realizzare i tre piani del nuovo rifugio, alto 12 metri e con oltre trenta posti letto, in vista dell’apertura estiva fissata per domani, primo luglio. Una struttura che però non si presenta ancora nella sua veste definitiva: metà dell’edificio è ancora da completare, nella parte corrispondente al “vecchio” rifugio tenuto in piedi durante l’esecuzione dei lavori.

L’amore inizialmente dichiarato dai due giovani per quel luogo si è spezzato“, ipotizza Bonafini nella sua recensione su Google, e così “non hanno impiegato molto a presentare un progetto per l’abbattimento di un prezioso gioiellino d’alta quota, per realizzare un nuovo edificio di dimensioni sconcertanti, rispondente alle esigenze dettate dal turismo di massa“. Tra “scavi, plinti in cemento e piloni in acciaio che sconquassano il ghiaione” emerge però una verità ancor più amara. Che ha ben poco da spartire con il recupero romantico di un rifugio tra le Dolomiti.

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Passo Santner – 2 ultima modifica: 2022-07-26T05:40:00+02:00 da GognaBlog

33 pensieri su “Passo Santner – 2”

  1. Qualcosa comincia a muoversi. Inserisco il testo perché se metto il link non me lo posta:
    .
    «Rifugio Santner, terreno svenduto»: la Corte dei Conti contesta a due dirigenti provinciali un danno erariale di 600mila euro
    L’area di 900 metri quadrati nel Parco Sciliar-Catinaccio venduta a poco più di 27mila euro, come terreno “improduttivo”
    BOLZANO. Ammonta a oltre 600mila euro il danno causato alla Provincia, secondo la Procura della Corte dei Conti, da due dirigenti dell’ente per la vicenda del Rifugio Santner nel Parco naturale Sciliar- Catinaccio, uno dei gruppi delle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco. 
     
    L’indagine ha preso le mosse nel 2022 da articoli di stampa e da un esposto di un consigliere provinciale sulla vendita di un’area demaniale di circa 900 metri quadrati a una società privata, a un prezzo di molto inferiore a quello di mercato.
    Il terreno è quello su cui sorge il rifugio Santner, costruito nel 1956 sulla parete ovest del Catinaccio, a quota 2734 metri.
    La Corte dei conti contesta il prezzo di vendita stabilito in poco più di 27mila euro, ovvero 30 euro al metro quadro stabilito per i “terreni improduttivi”.
    Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle hanno dimostrato che i dirigenti fossero pienamente consapevoli fin dalle prime interlocuzioni con l’impresa interessata all’acquisto dell’intenzione di ampliare il rifugio e aumentare la cubatura. Tale circostanza – secondo gli investigatori – avrebbe dovuto indurli a chiedere all’Ufficio Estimo una nuova stima del prezzo del terreno che avrebbe dovuto essere considerato come “edificabile”.
    Di qui l’invito ai due dirigenti a fornire deduzioni emesso dalla Procura regionale e notificato dalla Guardia di finanza.
     
    La fonte è altoadige.it
     

  2. Carissimi, non aggiungo altri commenti a quanto già stato detto sullo scempio oggetto di questo post: non vedo nulla di sostenibile in questa iniziativa imprenditoriale, nè rispetto per l’ambiente in cui viviamo (io vivo a Bolzano). Approfitto, invece, per segnalarvi un’altro scempio (se ce ne fosse bisogno), sempre in zona, di cui non ricordo se si è già parlato sul blog o meno (segnalo anche, visto che ci tengo, che Montagna.tv, “Il primo sito italiano sul mondo della montagna e dell’alpinismo”, come dicono loro, mi ha censurato lo stesso messaggio). Nel caso se ne fosse già trattato qui, mi scuso per la ridondanza che genero! Un abbraccio a tutti. Ecco il riferimento: https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/11/rapporto-carovana-alpi-2022.pdf (pagina 49).

  3. 25)https://www.ildolomiti.it/montagna/2022/malga-somator-abbandonata-a-se-stessa-e-lasciata-al-degrado-video-manca-una-prospettiva-di-sviluppo-futuro
    OLTRE AGLI IMPIANTI ROTTAMATI E MAI ENTRATI IN FUNZIONE, CI SONO PURE I RIFUGI PARIA, NON LI VUOLE GESTIRE ALCUNO .OPPURE VINCONO LAGARA DI APPALTO E POI GETTANO LA SPUGNA SENZA MAI AVER PAGATO L’AFFITTO( COSA AVETE OGGI?POLENTA E SALSICCIA! IL GIORNODOPO  SALSICCIA E POLENTA!..E SE NO? SE NO BRACIUOLA! 
    OCCORRE UN BUON AFFLUSSO FACILITATO DA STAZIONE DI FUNIVIA O CABINOVIA NEI PRESSI.che scarica decine di clienti gourmet.

  4. Io mi ci sono fermato a dormire 20 anni fa durante un giro escursionistico fatto con zaino in spalla per 7 giorni a giro per rifugi in quota. Ci siamo fermati dopo aver fatto la ferrata e abbiamo scelto il Santer proprio perché era un rifugetto e non un albergo in quota. Ora di sicuro li non mi vedranno più…anche se in generale non frequento più quella parte delle Dolomiti da anni.

  5. Marco, va bene far finta di non capire, ma non esagerare.
    Il rifugio passo Santner è sempre stato un rifugio assolutamente inutili, in una zona dove di rifugi ce ne sono sempre stati anche troppi.
    Fondamentalmente la sua utilità si esaurisce nel fornire la birra a chi esce dalla ferrata (o dalle pareti della croda, cosa di cui mi dichiaro colpevole anch’io)
    Non ho idea di chi usasse i 12 letti (persone che cercavano qualcosa di diverso o coppie che volevano farlo strano) ma non credo proprio alpinisti o escursionisti.
    E comunque penso fossero decisamente pochi.
    Adesso lo portano a 30 posti letto ma quel che è peggio a 2708 mc, che è un’enormità. Per fare un paragone, 2708 mc per 30 posti letto, considerando 2.7 m l’altezza di una stanza, significano più di 33 mq/persona quando la media delle abitazioni in Italia è di 66 mq/persona!
    Io penso che ci sia anche qualcosa d’altro e peggiore sotto, ma comunque è una vera, inutile porcata…perfettamente in linea con quanto si vede in zona!

  6. Ci sono passato dal vecchio rifugio, un gioiellino, solo che non lo voleva gestire più nessuno. Certo era bellino, mica il turismo di massa di questo, 30 posti in effetti è proprio una massa. Chissà la Gnifetti allora…simpatici questi che si lametano sempre, secondo loro dovevano mantenere 12 posti, e tirare a campare con chissà cosa…

  7. Non capisco questa forma a vanga rovesciata, fa molta neve ogni 5 anni circa oramai e povero quello che deve rimuoverla dalle porte ,sempre che sia agibile e fruibile d inverno ,ma che senso ha?per non dire della lamiera che uniformemente arroventa anche se isolato l l’interno del pseudorifugio.
    Forse qualche tecnico ha delle risposte?

  8. Che si vergognino..A mio parere fa schifo un rifugio così grande sotto la vetta..
    Sarebbe da fare una petizione per farlo abbattere di nuovo.. È una vergogna..

  9. Che dire…una speculazione edilizia ad alta quota. Cominciano con una certa cubatura e poi via via la aumentano ottenendo i relativi permessi, finanziamenti dalla provincia e quant’altro. In un sito UNESCO per giunta, incredibile! Terreno a 30€ al metro quadrato che per magia diventa miracolosamente edificabile e con tutte le carte in regola tra l’altro. Le bellissime Dolomiti stanno diventando la riviera Romagnola delle montagne. Turismo di massa significa soldi a palate, con buona pace della tanto decantata sostenibilità. Vado in montagna da quasi 50 anni e per non sottostare a questo scempio mi sono ritirato in Appennino dove ci sono ancora posti veramente sostenibili con la s maiuscola.

  10. cisarà un angoletto storico con le foto incorniciate dei gestori ante 2019? e del costruttore della prima capanna?

  11. usciti dalla ferrata, birra fredda al rifugio e poi??galoppata con extra al wc??

  12. https://www.ladige.it/territori/fiemme-fassa/2022/07/17/al-gardeccia-in-troppi-vanno-solo-al-wc-il-gestore-del-rifugio-all-attacco-il-comune-pensi-ai-servizi-1.3265135
    https://www.giornaletrentino.it/cronaca/trento/turisti-in-fila-nei-bar-per-fare-pip%C3%AC-1.762987
     troatela voi una persona che sta in rifugio di alta quota solo per pulire i bagni e riscuotere  il “pisciaggio” con controllo cart a igienica ed acqua che non c’è. meglio le falesie che spuntano dal mare o da un lago.

  13. Purtroppo in Alto Adige, ingolositi dai soldi facili, si sono prostituiti al Dio denaro e stanno realizzando aumenti di cubatura mostruose, con progetti spesso di dubbio gusto, rovinando il paesaggio e i paesi. Questa è l’ultima prova..

  14. Una vergogna….
    Non so cosa dica la testa a questi ragazzi, ma soprattutto a chi ha autorizzato questo scempio
    Probabilmente tornerò sul passo, ma a me e ai miei amici sta piramide non ci vedrà …
     

  15. Oramai con questi rifugi vs hotel la montagna è diventata un simulacro. Peccato che questi giovani (imprenditori più che alpinisti) non mantengano la romanticità di un tempo. “Il consumismo ci consumerà”, diceva Tiziano Terzani! Peccato e vergogna.

  16. Sono trascorsi ormai 30 anni da quando, giovane e con pochi soldi, trascorrevo le estati scaldando pareti  in Dolomiti. Già allora la maggior parte dei rifugi aveva l’ aspetto e il costo di alberghi d’alta quota (privati o del CAI).  Così capitava di aspettare che il rifugio fosse pieno per poter accedere ai posti di emergenza (più economici) ma, a lungo andare, la soluzione migliore fu portate su  la tenda e  campeggiare  in prossimità dei rifugi… E’ troppo tempo che i rifugi non sono i luoghi dove gli alpinisti trovano riparo ma dove i turisti trovano i confort degli alberghi e dei ristoranti di città. Non serviva questo nuovo scempio a ricordarcelo, poco più in basso c’è il grande “albergo” Vaiolet costruito accanto ad un romantico rifugio Preuss chiuso da tempi immemorabili. Tutto ruota attorno al business, anche le Dolomiti sono il circo equestre del grande pubblico pagante. Poi ci si trova a dover soccorrere chi è stanco e non ce la fa a raggiungere la meta….

  17. Romina i Michel. Pozdrawiam z Kraśnika w Polsce. Trzymajcie się w tym najpiękniejszym zakątku Dolomitów. Moim marzeniem jest dotarcie do Was z wnukami via ferrata na piwo i gulasz. Buon apettito. Ciao. 

  18. All’insegna della più tradizionale politica clientelare, roba da far impallidire i palazzinari romani. 

  19. Le Alpi hanno sete, ogni giorno un po’ di più, i fiumi ei torrenti sono spesso asciutti, il livello dei laghi si abbassa, i ghiacciai piangono, piove due volte l’anno. Questo rifugio riceve un trattamento preferenziale dalla natura per il suo approvvigionamento idrico? Mi sorprende il persistere della credenza, a mio avviso falsa, del turismo di massa che, ovunque, a Roma, Firenze, le piramidi d’Egitto, le Callanques di Marsiglia, le gole del Verdon, etc. sia fonte di inquinamento e degrado .. .
    Chi fermerà il massacro della natura e dell’ambiente?

  20. Di fronte a queste brutture viene da dire ‘basta’- boicottare l’ecomostro-. Ma francamente cosa vuoi che gliene freghi alla proprieta’ di alcune decine di clienti in meno quando si sono lanciati nel business dello sfruttamento intensivo? Ma poi, un rifugio da 30 postio letto non sarebbe nemmeno niente di speciale, quello che fa veramente specie e’ questa aria di ‘modernita esasperata ‘ che si vuole dare a luoghi che per molti devono mantenersi nel solco di una moderata evoluzione nello stile di costruzione …. ma Riccione insegna…..piu’ fai casino piu’ la gente accorre. 

  21. E’ ora di cominciare ad essere meno ipocriti: ci si scandalizza per il nuovo rifugio Santner da 30 posti, e si tace del nuovo eco-mostro SAT al Piz Boè, a quasi 3000 metri di quota nel cuore del Gruppo del Sella? 100 posti di capienza e volumetria triplicata rispetto al vecchio, con fognature e servizi scavati nella roccia della Val Lasties a suon di dinamite! Al 90% tutto pagato da Pantalone, ovvero dalla Provincia Autonoma di Trento. Il peggio del peggio dell’invasione e dello sfruttamento della montagna fino in alta quota, grazie al vicino impianto di risalita al Sass Pordoi che porta in quota mandrie di turisti da spennare. Che una cosa simile la faccia un privato si può anche capire, che lo faccia il paladino fasullo dell’ambiente come la “nuova” SAT recente, ex glorioso sodalizio ora lanciato nella promozione turistica a braccetto con la Provincia che finanzia generosamente, è francamente inaccettabile. https://www.visittrentino.info/it/dove-dormire/cerca-prenota/BOE-rifugio-Canazei-Alba-Penia_ad-36882139?activeTab=%23pictures

  22. 1)montacarichi cui affibiare zaino ( con piccolo extra si potrebbe pensare, si vedrà!??)

  23. La data in gestione e non la proprietà questo è l unico antidoto per i futuri Veri rifugi…ahh l l’ingordigia che bestia.

  24. 2708 metri cubi per 30 persone…è decisamente più grande della media degli appartamenti residenziali italiani!
     
    L’unica cosa che mi dispiace veramente è che usciti dalle vie non potrò più prendere la birra al Santner: di certo non servirà a nulla, ma i miei euri non li avranno!

  25. L’unica speranza e’ che  chi ha terminato la ferrata Santner, trovi finalmente bagni ,decenni fa un tizio in costume , arrivato sul ciglio terminale della medesima fece pipì sulla coda di ferratisti  che stava aspettando di superare la strozzatura  finale nel percorso.Poi ,chiusa la patta ,se  la dette a gambe scendendo a balzi verso il rifugio re Alberto.seguito da maledizioni che non si avverarono.

  26. E’ più “armonica” la stazione del montacarichi dell’attuale rifugio

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