Pasticceria Moratti
di Stefano Michelazzi
In Lombardia, l’assessore al Welfare Letizia Moratti propone qualche giorno fa, una riforma del sistema sanitario regionale, in discussione al Consiglio in queste ore.
Fin qui potrebbe apparire come una scelta di riorganizzazione, viste le carenze dimostrate durante questi quasi due anni di emergenza sanitaria, ma… leggendo bene non è proprio così…
Il nuovo piano sanitario, infatti, prevede in primis uno spostamento delle competenze in fatto di gestione delle risorse di settore, dall’assessorato al bilancio come di usuale competenza, alla gestione diretta dell’assessorato al Welfare. Sì abbiamo capito bene: Moratti gestirebbe direttamente i fondi della sanità lombarda senza filtri di controllo ed in completa autonomia…
Ma andiamo con ordine perché la faccenda è piuttosto complicata.
La scorsa settimana Forza Italia di cui fa parte Moratti, propone un ordine del giorno dove viene depotenziata Aria s.p.a., braccio armato regionale in tema di sanità, voluta da Attilio Fontana l’attuale presidente regionale. In tema, non serve ricordare le indagini di un anno fa, delle quali allo stato attuale si sa poco o niente.
Scontro Lega-Forza Italia? Ovviamente prendendo la notizia così com’è, si legge banalmente come uno scontro politico in vista delle elezioni ed un voler dimostrare che Forza Italia mette al sicuro i fondi pubblici e ne blocca la gestione in forma privata dando campo libero all’assessore di riferimento (proposta di revisione della legge) per garantire trasparenza.
Ma che sia proprio così?
No. La proposta di legge presentata da Moratti, oltre a blindare il bilancio senza alcuna garanzia di controllo, come già detto, potenzia il sistema di rete privato in merito alla sanità: «Siamo la regione in Europa che ha avuto il maggior numero di morti di CoViD-19, siamo arrivati a 35mila decessi e questo è il risultato dell’azione combinata del virus e dei nostri amministratori responsabili della sanità pubblica, eppure a nulla è servito», ha detto Agnoletto, membro del direttivo nazionale di Medicina democratica, per il quale «quello che è accaduto è responsabilità di un servizio sanitario fortemente privatizzato. Come reagisce la Regione Lombardia? Avviando una controriforma che privatizza ulteriormente il servizio sanitario, finalmente nasceranno le case della salute e gli ospedali di comunità, ma molti di questi saranno privatizzati».
Oltretutto, il provvedimento scarica sui comuni le spese. I sindaci dei comuni maggiori della Lombardia (Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Varese, Lecco, Mantova) infatti non ci stanno e denunciano questo scarico di competenze in ordine di spesa, che dev’essere relativo alla Regione e non certo ai comuni che non hanno competenza in fatto di sanità.
Ma non finisce qui, visto che come vedremo la torta che si sta confezionando è a più strati.
Il fondo di Pan di Spagna, viene confezionato già un mese fa (25 ottobre 2021), quando sempre l’assessora, in un intervista a Bergamo tv, in risposta alla richiesta dei medici di medicina generale di aumentarne il numero, in quanto si è visto in questi ultimi quasi due anni le carenze del sistema, accusa i medici di base : “Lavorano per un numero di ore profondamente diverso rispetto alle ore di chi lavora all’interno delle strutture ospedaliere e sanitarie. Questo ovviamente è quello che crea la percezione di carenza”, ha poi proseguito sulle pagine dell’edizione bergamasca de Il Corriere della Sera. “Lo abbiamo sollevato a livello di ministero, il ministro ci ha confermato di aver avviato con i medici di medicina generale un’interlocuzione per poi riferirci rispetto a questo tema, siamo in attesa” .
Tuonano di rimando, ovviamente le associazioni di categoria e sindacali:
“Dichiarazioni vergognose” le definisce Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano e del sindacato Snami, “La Regione scredita i medici di famiglia. Farebbe comodo dare la torta della medicina del territorio a qualche gruppo privato.”.
Quindi prima fase messa a segno per Moratti.
Secondo e terzo strato della torta regalo, li abbiamo già visti: comuni strozzati dalle spese per la sanità, quindi non in grado di rispondere alla prevista ristrutturazione con case della salute e ospedali di comunità che la Regione ha già individuati, senza peraltro interpellare i sindaci competenti per territorio ed a conoscenza delle reali condizioni delle strutture.
Di conseguenza, “consegna delle chiavi” del forziere pubblico, alle aziende ospedaliere private che i fondi sembra li abbiano eccome.
La ciliegina.
Ogni torta che si rispetti ha sempre una ciliegina in testa e Moratti non è una pasticciera che non ne tenga conto.
Il 17 novembre scorso, esce sui quotidiani una dichiarazione di Moratti assieme a Guido Bertolaso, che elogia il senso civico della cittadinanza lombarda e l’impegno di medici, infermieri, volontari, protezione civile, in quanto la Lombardia, a suo dire, sta attraversando una fase ottimale per ciò che riguarda l’abbassamento di contagi, ricoveri e decessi, affermando che la situazione è sotto controllo.
Fin qui tutto bene si potrebbe dire, se non fosse che soltanto tre giorni dopo il 20 novembre, il Bollettino regionale sul CoViD-19, non cominciasse ad indicare che sono in aumento i contagi, i ricoveri e i decessi…
Tre giorni dopo?
E continua a salire il numero, specie dei ricoverati in Terapia Intensiva.
Vista così la situazione potrebbe sembrare soltanto un errore di valutazione, con dichiarazioni un po’ premature date magari da una volontà di alleggerire la tensione, allo scopo di elogiare chi ogni giorno ci mette il sudore a tentare di risolvere una situazione che sta diventando pesantissima per tutti.
Ma poi scopri che le dichiarazioni erano sì premature, soltanto perché probabilmente Moratti, troppo impegnata a riscrivere le sorti della sanità lombarda, o magari uno sgambettino di Fontana per vendicarsi dello scherzetto su Aria s.p.a., non veniva messa a conoscenza che due giorni dopo la sua dichiarazione stile: ”Sta andando tutto bene”; in Gazzetta Ufficiale viene pubblicato il provvedimento su: “Aggiornamenti tariffari degli importi relativi ai sovvenzionamenti sui ricoveri dichiarati covid”.
Guarda caso, agli articoli 1 e 2 dell’atto, gli incrementi per degente al giorno, ricoverato in area medica, sale di 3713,00 euro e per coloro i quali transitano in terapia intensiva l’incremento sale addirittura a 9697,00 euro…
Contando sul fatto che in Lombardia grazie alla legge regionale sulla sanità, gli impianti privati se la vivono molto meglio di quelli pubblici, spesso carenti in personale, attrezzature e quant’altro, come ormai usualmente denunciato ma senza riscontri, non serve nemmeno commentare ciò che un’altra volta sta succedendo nella Sanità lombarda.
Speriamo che i consiglieri di minoranza che stanno facendo opposizione dura al progetto abbiano la meglio, altrimenti sarà il caso di non romperci un dito, perché altrimenti finiamo dritti in terapia intensiva malati di CoViD-19!
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Sulla Gazzetta Ufficiale 276 del 19/11/21 all’art. 2 così si legge:
“Art. 2.
Determinazione dell’incremento tariffario massimo di riferimento per le prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti a pazienti affetti da COVID-19 1. Le prestazioni di ricovero per acuti a pazienti affetti da COVID-19, indipendentemente dal codice DRG della dimissione finale, sono remunerate maggiorando l’ordinaria remunerazione di cui al decreto ministeriale 18 ottobre 2012 con l’incremento tariffario di cui al comma 2 del presente articolo. 2. L’incremento tariffario massimo, per ciascun episodio di ricovero con durata di degenza maggiore di un giorno, è pari a 3.713 euro se il ricovero è avvenuto esclusivamente in area medica e a 9.697 euro se il ricovero è transitato in terapia intensiva. In caso di dimissione del paziente per trasferimento tra strutture di ricovero e cura, l’incremento tariffario è ripartito tra le strutture in proporzione alla durata della degenza in ciascuna.”
I riflettori non erano puntati solo su Moratti e compagni di merende, i quali evidentemente tendevano a portare a casa la gestione dei fondi della sanità lombarda, ma metteva il punto anche su quell’articolo 2 comma 2 del DECRETO 12 agosto 2021, che determina incrementi piuttosto corposi in fatto di ricoveri a causa COVID 19.
Se, come di concezione, il settore pubblico dovrebbe (il condizionale di questi tempi è d’obbligo) avere a cuore l’interesse collettivo, il privato dal canto suo, ha interesse (e diciamo pure giustamente) nei confronti dei propri guadagni.
Il problema sorge ovviamente quando, come in Lombardia, buona parte della Sanità è privatizzata.
Ma non solo in Lombardia. E… non tutto il pubblico vien per favorire… D’altra parte anche quelle pubbliche sono AZIENDE.
Ed esce su RAI 1 nella trasmissione “Re Start” del 26/01/2022, un interessante ed inquietante servizio della giornalista Valentina Noseda, che fa capire benissimo, sia il comma 2 dell’articolo ma anche il comma 1.
Come ipotizzavo su “Pasticceria Moratti”, se ti rompi una caviglia entri sano e rimani degente COVID19…
Ovviamente gli intervistati mantengono l’anonimato, “ovviamente” non ha bisogno di spiegazioni.
Se il servizio fosse uscito su canali d’informazione alternativa, i commenti su complottismo, no vaxismo ecc. ecc. sarebbero fioccati a migliaia, ma… che RAI 1 sia diventata di colpo complottista?
Non resta che guardarsi il servizio che si trova serenamente su RAI Play ed aspettare le classiche smentite… tanto ormai a molti italiani, che gli propini la verità o la bugia, distinguono poco…l’importante è poter esprimersi con “è una bufala!”:
https://www.raiplay.it/video/2022/01/Rimborsi—Re-Start—26012022-7ce4f201-c346-4f09-a356-a1daec517850.html
Per Matteo 4) Sono lombardo e forse il fatto di avere un medico ospedaliero (sanita’ pubblica) in famiglia mi fa vedere le cose migliori di come le possono vedere altri. 😉
I tempi si evolvono. Prima i “fascisti”, poi i “fascioleghisti”, i “populisti”, i “sovranisti”. A loro si sono aggiunti gli “ignorantazzi senza cultura”, i “maschi bianchi eterosessuali”, gli “occidentali suprematisti”, i “colombisti” (contro il ‘colonialista’ Cristoforo Colombo; copyright Fabio Bertoncelli) e chi più ne ha più ne metta.
Tutto va bene per evitare l’uso del cervello, purtroppo necessario per argomentare.
… … …
Gli operai e i poveri sono invece passati di moda: possono crepare.
I continui attacchi alla sanità lombarda di una certa parte politica sono rivoltanti e vergognosi. Se lvengono qui da ogni regione per farsi curare, anche con il servizio pubblico, ci sarà qualche ragione o sono tutti deficienti.? Il servizio è eccellente, può essere migliorato come tutto, ha vaccinato più di tutti, ha superato una prima esplosione di covid che avrebbe annientato chiunque, un covid che sta mettendo in ginocchio la “grande Germania” e certi prezzolati accusano la piccola Lombardia…Siete senza vergogna.
Mario sei lombardo?
Chiedo, perché da qui non sembra tanto evidente l’assoluta eccellenza, quando il continuo depauperamento…
Alle informazioni che si trovano sul web vorrei aggiungere giusto un paio di considerazioni di chi nella sanità lombarda ci lavora. La mia compagna, infermiera, attualmente impegnata nella campagna di vaccinazione, non ha la stessa visione di quanto riportato sul web rispetto alla gestione dell’emergenza pandemica in Lombardia. L’organico, sia ospedaliero che della medicina di territorio, rimane assolutamente insufficiente senza che sia stato fatto un reale intervento che potesse alleviare il carico gravoso cui sono sottoposti gli operatori sanitari. A fronte di pochi investimenti nel pubblico si continua ad assistere a elargizioni sempre più consistenti, sia in termini di denaro che competenze, ai privati. Privati che come mission hanno quella di aumentare i profitti e quindi investono su quelle specialità che risultano più remunerative scaricando il resto sul sempre più disastrato sistema pubblico. E la pandemia ha disvelato molto bene questo meccanismo: l’emergenza infatti si é abbattuta principalmente sul pubblico (PS, reparti d’urgenza, rianimazione e terapie intensive). Quindi la nuova riforma targata Moratti è l’ennesimo schiaffo alla sanità pubblica ed a tutti gli operatori sanitari che in questi mesi hanno fronteggiato l’emergenza con dedizione e coraggio
Gli articoli che trattano di politica non sono quasi mai obiettivi ,danno sovente una visione parziale a volte settaria e sempre influenzata dalla posizione ideologica dello scrivente e degli interpellati Non nutrendo particolari simpatie per la Signora Moratti noto solo come la sanità lombarda sia quella che più di altre si è attrezzata nel perdurare della emergenza covid. Informazioni dettagliate si trovano sul web. È un fatto che la sanità privata lombarda fornisce un servizio di assoluta eccellenza insieme mi pare e non contro alla sanità pubblica.
Mi sa tanto che i medici ospedalieri ed infermieri del settore pubblico, oltre a mascherine, guanti e camici speciali anticovid ed altri virus e germi , , debbano mettere braghe di cuoio stile tyrol, detti lederhosen..