Patentino e guida alpina obbligatori in Abruzzo?

Patentino e guida alpina obbligatori in Abruzzo?

Il 6 novembre 2015, con l’articolo https://gognablog.sherpa-gate.com/abruzzo-soccorso-alpino-a-pagamento-ed-rc-obbligatoria/, davamo notizia di una proposta di legge regionale abruzzese che prevede, come già in altre regioni, il soccorso alpino a pagamento e la RC obbligatoria per gli alpinisti e scialpinisti.

L’articolo ha destato un grosso interesse, vista la mPateria assai scottante. Lo dimostrano i 56 commenti che ha prodotto (senza contare alcuni che sono stati cancellati per contenuti troppo sanguigni e offensivi): c’è da osservare però che, accanto a considerazioni costruttive, ci si è spesso contorti in più o meno validi attacchi, in più o meno giustificate difese, più personali che altro.
E’ interessante indagare un poco sulla genesi di questa idea.

Paolo De Luca
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Il maestro di sci Paolo De Luca racconta: “A marzo 2015, una domenica mi sono permesso di telefonare a casa del Consigliere Regionale Luciano Monticelli. Io non conoscevo Monticelli, che è stato Sindaco del Comune di Pineto (TE) per due mandati; lo vedevo in Tv e lo leggevo sui giornali. Mi sono presentato e gli ho detto che avevo a cuore questo argomento. Lui ha capito al volo l’importanza di cosa gli stavo proponendo tanto da fissare un appuntamento presso il suo ufficio in Regione all’Aquila. Io sono subito andato da lui e la mia proposta è stata presa seriamente in considerazione da subito. Ad aprile e maggio 2015 abbiamo fatto due riunioni al palazzo dell’Emiciclo. Come risultato la regione Abruzzo ha ritenuto opportuno modificare l’art. 99 della Legge Regione Abruzzo 8 marzo 2005 n. 24, permettendo, nello specifico ambito invernale (sci fuori pista), la libera frequentazione della montagna in ogni condizione, ponendo però obbligatoria, si badi bene, la dotazione individuale per l’autosoccorso (ARTVA, pala e sonda). In questo lavoro sono stato da subito appoggiato dal collega Loreto Bartolomei e successivamente anche dalla Guida Alpina Giampiero Di Federico. E a breve verrà promulgata la legge sul soccorso alpino a pagamento”

Paolo De Luca è anche autore della pubblicazione Incidenti in montagna e soccorso a pagamento.

Su Mountlive.com, con pubblicazione del 16 ottobre 2015, il presidente regionale del CNSAS, Giulio Giampietro ha esposto la posizione ufficiale del CNSAS Abruzzo. In sintesi “No al soccorso a pagamento in Abruzzo… Alla luce di una analisi attenta della situazione regionale e dei dati statistici ad essa connessi, il CNSAS Abruzzo ritiene che sia più opportuno incentivare un’opera di sensibilizzazione alla sicurezza in montagna, piuttosto che procedere alla stesura frettolosa di una normativa che, benché valida per alcune realtà regionali, sia del tutto estranea alla realtà abruzzese”.

Giampietro sostiene che occorre considerare “le cause che determinano l’incidente e la conseguente richiesta di soccorso, sul diritto civile, ma anche morale di essere soccorsi. Un esempio? Ai familiari di un ipotetico sventurato, deceduto in montagna per propria incompetenza, imperizia, incoscienza, inadeguatezza dell’attrezzatura utilizzata o, peggio, perché vittima di reale fatalità, verrà comunque recapitata una fattura per il recupero della salma?”.

Loreto Bartolomei
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Ad attizzare vieppiù la polemica, ecco la notizia che il 6 novembre 2015 è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte il testo della deliberazione sull’aggiornamento delle tariffe per l’utilizzo dell’elisoccorso e/o delle squadre a terra del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese in zone impervie.
Gli interventi dell’elisoccorso del 118 e delle Squadre a Terra del Soccorso Alpino non saranno più gratuiti per tutti ma prevedranno, a partire dal 1 gennaio 2016, una compartecipazione delle spese da parte della persona soccorsa in caso di «intervento immotivato, inappropriato, o generato da comportamento imprudente».
Come prosegue il testo firmato dagli Assessori Antonio Saitta e Alberto Valmaggia, le operazioni di soccorso saranno addebitate interamente «per le chiamate totalmente immotivate» e «per le chiamate immotivate che generano l’attivazione di ricerca di persone disperse a causa di un comportamento non responsabile».
In un caso, invece, i costi delle operazioni vengono addebitati in parte (fino a un massimo di 1000 €) all’individuo soccorso se causati «da utilizzo di dotazione tecnica non adeguata rispetto a qualsiasi attività ludico ricreativa e sportiva intrapresa, ovvero dalla scelta di percorsi, o gradi di difficoltà non adeguati al livello di capacità, o dal mancato rispetto di indicazioni di percorso, divieti o limitazioni».
Naturalmente la compartecipazione ai costi del soccorso non si applica in caso di interventi giustificati da motivazioni sanitarie ovvero quando il paziente viene ricoverato in ospedale o in Osservazione Breve Intensiva.
L’aggiornamento delle tariffe relative alle operazioni di elisoccorso prevedono
– un diritto fisso di chiamata di 120 €
– un costo al minuto di volo di 120 €
Relativamente all’attivazione delle Squadre a Terra del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, le tariffe prevedono
– un diritto fisso di chiamata per ciascuna squadra di 120 €
– un costo per ogni ora aggiuntiva, oltre la prima, di operazione per ogni squadra di 50 €
Il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese sottolinea che non percepirà alcun rimborso proveniente da tali compartecipazioni, anche se le operazioni saranno svolte interamente dal proprio personale, poiché la sua attività è già supportata dalla Regione Piemonte ai sensi della legge regionale 67/1980.

Il presidente del SASP (Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese), Aldo Galliano, commenta che «la delibera introdotta dagli Assessori Saitta e Valmaggia ha, dal punto di vista della nostra organizzazione, un elevato valore etico poiché pone maggiori responsabilità su coloro che si avventurano su terreno impervio senza la dovuta preparazione oppure attivano la complessa macchina dei soccorsi in maniera immotivata. Riteniamo corretto che certi interventi, sempre assai costosi, non siano a carico della collettività bensì vedano una compartecipazione economica da parte di coloro che vengono soccorsi”.

L’idea di De Luca e Bartolomei è ulteriormente discussa il 20 ottobre 2015 nel palazzo dell’Emiciclo all’Aquila, sede del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo. Sono presenti ai lavori i consiglieri Pierpaolo Pietrucci e Luciano Monticelli. Oltre a Paolo De Luca in rappresentanza del Collegio Regionale Maestri di Sci Abruzzo, ci sono i rappresentanti di CNSAS Abruzzo, SAGF (Soccorso Alpino Guardia di Finanza), SAF (Vigili del Fuoco), Polizia di Stato, CAI Abruzzo, ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili, ???), 118 Abruzzo e Collegio Regionale Guide Alpine Abruzzo.

20 ottobre 2015, palazzo dell’Emiciclo all’Aquila. Al centro, da sinistra: Pierpaolo Pietrucci, Luciano Monticelli e Paolo De Luca
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In questa riunione devono essere stati discussi altri temi, oltre al pagamento del soccorso e all’obbligatorietà di un’assicurazione RC. Infatti, in seguito, Loreto Bartolomei scrive: “In Abruzzo ci sarà prossimamente una legge ancora più completa delle altre regioni. Ci sarà l’obbligo di una polizza assicurativa RC per chi intende fare lo sport dell’arrampicare, usando attrezzature per farlo tipo: corde, chiodi, ramponi, scalette, ecc, come pure chi vuole sciare fuoripista. Una polizza valida anche per i danni che con quelle attività il praticante può arrecare a se stesso.
Chi ne è sprovvisto sarà sanzionato, ma non chi ama passeggiare sui sentieri delle nostre montagne.
E, sopra un certo grado di difficoltà, sarà fatto obbligo dell’accompagnamento di una guida alpina. Saranno indetti dei corsi per una prima preparazione alla frequentazione della montagna in sicurezza, per sé e verso gli altri, con esame finale di idoneità, con sensibilizzazione anche nelle scuole per i giovani studenti… Ricordo a tal proposito che in Abruzzo chi vuole recarsi a cercare funghi deve aver frequentato un corso per conoscerli e poterli raccogliere.
Infine saranno utilizzati reparti dei Vigili del Fuoco per l’elisoccorso, in quanto hanno più volte dichiarato la loro disponibilità a farlo e a terra le squadre del Soccorso Alpino delle varie forze di Polizia, Forestale e Carabinieri (
Il CNSAS non è citato, NdR). Si sta per avverare un sogno, quello di vedere meno elicotteri sorvolare le nostre montagne per il recupero di infortunati e/o di “gitanti fuoriporta”, ma soprattutto meno sperpero di denaro pubblico…”.

Queste affermazioni suscitano un grande vespaio. L’opinione degli appassionati sul soccorso a parziale o totale pagamento è assai divisa, ma in ogni caso se ne può parlare. Anche sull’assicurazione si può discutere, almeno sulla RC (assolutamente meno chiara è la questione su una specie di “casco” individuale).
Siamo invece al limite dell’assurdo quando si accenna agli esamini di idoneità per non parlare della pratica dell’alpinismo con guida alpina obbligatoria.

Daniele Caielli osserva per primo che non si capisce in base a quali leggi nel campo delle attività ludico-sportive-escursioniste queste misure possano essere adottate. Aggiunge: “Quindi per ora sarà in vigore la massima arbitrarietà, terreno propizio a una valanga di ricorsi giuridici. Attenti quindi voi trail runner che andate in montagna con le scarpe basse…”.

Giovanni Busato aggiunge che “se da un lato occorre preservare il libero arbitrio soprattutto in montagna, dall’altra l’imporre per legge un comportamento comporta creare false aspettative o false sicurezze…
La polemica sull’Artva, obbligatorio o meno, è illuminante quando si scopre che una bella fetta di chi lo indossa in realtà non sa come usarlo, o non legge i bollettini valanghe… La stipula di una assicurazione deve essere una libera scelta soprattutto consapevole, frutto di un percorso culturale: altrimenti rimane solamente un fatto formale anzi, magari una scusa per sottovalutare i rischi…, “tanto ho l’ARTVA e, comunque, sono assicurato!!!!!!!!”.

Daniele Piccini afferma che, in questo moderno medioevo della montagna, i pubblici amministratori vorrebbero risolvere il problema delle proprie responsabilità cogliendo una proposta a dir poco approssimativa per varare una legge che fa soltanto comodo ad alcuni: “Il fatto della sicurezza sembra l’ultima preoccupazione del legislatore anche se viene riportata come primaria. Le tesi a sostegno sia del pagamento del soccorso che dell’obbligo (su certi terreni) di ingaggiare una guida alpina o magari un accompagnatore di media montagna portando ad esempio casi limite riscontrabili in qualsiasi attività (chi va a 200 km all’ora con la moto e si schianta deve pagare il soccorso?) sono irricevibili. A chi sostiene che solo a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato e Vigili del Fuoco si debba assegnare il compito del soccorso in montagna, pur nel rispetto dello loro professionalità, voglio ricordare che per tale compito sono formati e giustamente pagati dalla comunità. Non vedo citato in Soccorso Alpino e Speleologico ugualmente professionale ma formato da volontari”.

Fulvio Turvani
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Molto attivo è Fulvio Turvani che in più interventi argomenta: “Sono contrario prima di tutto come soccorritore.
La prima conseguenza di queste leggi è mettere in difficoltà noi. Succederà, succede, che qualcuno per timore di dover pagare tarderà a chiamare i soccorsi. Un soccorso banale alle 15, diventa critico a fine giornata. Il recupero di qualcuno perso su un prato o una cresta, è più facile dello stesso qualcuno che dopo aver provato a scendere, senza sapere dove, si è infilato in un canale o perso nel bosco. Prima o poi qualcuno per non aver chiamato, perché si è perso sano e aveva paura di pagare, lo ritroveremo morto.
Sempre da soccorritore mi chiedo perché chi va in montagna deve pagare, e tutti gli altri no. Gli automobilisti indisciplinati, i fungaioli imprudenti, il ciclista distratto e quello che da 15 anni si rifiuta di ascoltare i consigli del medico…
Perché chi decide di passare la domenica in montagna e sbaglia sì, e chi decide invece di passarla in autostrada e sbaglia no?
… Per un intervento in Grigna, ne faccio 20 su strada. Ma nessuno dice di far pagare l’elicottero a chi correva troppo in auto, a chi non rispetta le distanze di sicurezza, a chi non si assicura di avere le luci dell’auto a posto prima di mettersi per strada.
Ma guai se due ragazzi son saliti in Rosalba con i jeans.
… Solitamente la giustificazione è che gli alpinisti “vanno a cercarsela”… Dicono che i soccorsi costano. Ma sono sicuro che se andiamo a vedere i bilanci delle regioni, o anche solo quelli nel mio caso dell’elisoccorso, si scoprirebbe che i costi per gli interventi che riguardano gli alpinisti sono una frazione di un costo decisamente superiore. Se poi allarghiamo l’orizzonte e guardiamo il costo sociale, ci si rende conto che l’alpinista sprovveduto/diseducato/incosciente, ha un costo sociale ben inferiore a quello del generico cittadino sprovveduto/diseducato/incosciente.
Quindi la domanda torna ad essere “perché gli alpinisti si e tutto il resto dell’umanità no?”.
… In ogni caso chi fa queste proposte si assume la responsabilità di uccidere uno degli ultimi spazi di libertà individuale, di solidarietà tra persone con idee diverse ma consapevoli di dividere un sentimento, chiamiamolo passione, comune.
Ribadisco ancora una volta che son certo che l’aspetto economico vero sia marginale. Per quanto un intervento in montagna sia singolarmente più complicato e costoso di uno in autostrada (ma mica sempre… quanto costa alla comunità la chiusura di un’autostrada per una o due ore?)
”.

In vetta al Gran Sasso d’Italia 2912 m: non proprio in infradito, ma quasi
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Loreto Bartolomei
cerca di riassumere la situazione, almeno dal suo punto di vista: “Chi frequenta la montagna camminando sui sentieri segnati nulla deve pagare se per caso subisce un incidente: se però andando in ospedale il codice sarà verde, e quindi non viene ricoverato, non subisce medicazioni e torna a casa, oppure addirittura nel caso che il “soccorso” venga portato a valle alla propria autovettura, in questi casi il “furbo” paga il soccorso per intero. Se invece è soccorso un alpinista, dotato dell’attrezzatura necessaria e se l’infortunio avviene per fatalità, insomma quando non poteva onestamente essere previsto: se il “soccorso” è ferito e al pronto soccorso viene medicato, ha dei giorni di ricovero o di convalescenza, nulla deve per il servizio. Se invece l’evacuato viene sorpreso con attrezzatura inadatta, o se andando in ospedale gli viene assegnato codice verde, e quindi non viene medicato, ricoverato, allora deve pagare per intero il soccorso…

L’accompagnamento da parte della guida alpina sarà obbligatorio a partire da un certo grado di difficoltà dell’arrampicata, questo sarà stabilito dal collegio delle guide. Essendo le operazioni di soccorso effettuate da personale (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Forestale, Vigili del Fuoco) con ruolo di Polizia Giudiziaria, saranno loro a certificare con un rapporto l’accaduto. Insomma, il tempo dei “furbetti” con infradito che una volta stanchi si fanno riaccompagnare in macchina a valle aggratis, e finito.

Le guide alpine Marcello Cominetti e Stefano Michelazzi intervengono anche più di una volta per ribadire non solo quanto sono contrari all’obbligo di accompagnamento di guida alpina ma anche quanto si augurano che i colleghi si esprimano al più presto al riguardo.

Alberto Benassi prova a concludere amareggiato: “Visto che le montagne non sono di proprietà dei vari Loreto di turno, ma sono di tutti; visto che la libertà di andare in montagna è sacra come è sacra la libertà di andarci in base al proprio stile e capacità. Se passerà questa legge dell’obbligo della guida e dell’obbligo del soccorso a pagamento solo per gli alpinisti, propongo una manifestazione di protesta da fare ad esempio a Prati di Tivo”.

 

Considerazioni
Paolo De Luca e Loreto Bartolomei hanno fatto per primi una proposta in regione Abruzzo per risolvere un problema decisamente scottante. Di questo dobbiamo dare loro atto, considerando per esempio che una delle prime conseguenze è stata l’abolizione dei divieti sul fuoripista.

Riteniamo però, come già asserito sopra, che mentre sia tutto discutibile e perfettibile, è da respingere qualunque tentativo di rendere obbligatorio un patentino e tanto meno l’accompagnamento di una guida alpina.

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Patentino e guida alpina obbligatori in Abruzzo? ultima modifica: 2015-11-21T05:06:36+01:00 da GognaBlog

97 pensieri su “Patentino e guida alpina obbligatori in Abruzzo?”

  1. Ieri ero in falesia in Romagna. Sole, caldo, tanta gente che scalava.
    L’intervento di Daneri è stato netto? Poco carino forse? Per una categoria offensivo? Ognuno interpreti come vuole.
    Ma TUTTI gli arrampicatori (E DICO TUTTI), grazie alla potenza di FB, ieri sapevano, erano al corrente.
    E TUTTI (dico proprio tutti), erano a dir poco scandalizzati di questa proposta, che forse, senza questo “polverone”, sarebbe zitta zitta passata.
    E TUTTI, dico proprio tutti hanno recitato: ” beh, se sarà così, in Abruzzo non ci vado di sicuro”.
    Bel boomerang che hanno tirato i maestri di sci di concerto con il politico non informato.
    Fantastico, un bell’autogol per tutti: alberghi, ristoranti, guide, ecc, ecc.

    Io credo invece che, guide, accademici, istruttori cai e ogni singolo frequentatore della montagna, debbano battersi per far passare la cultura della prudenza, preparazione e “paura” della montagna.
    Perché quelle sono le cose che ti riportano a casa intero. Non la cultura del divieto che sembra diventare la sola soluzione possibile nel 2015.
    Proprio lo scorso anno, a Caprino veronese, al convegno nazionale CAAI si è discusso di questo e di quanto interesse ci sia da parte di avvocati e assicurazioni a “normare” la montagna, ambiente tra l’altro “non-normabile”.
    Interesse che viene OVVIAMENTE dal volerci guadagnare sopra.

    Le cose così come sono non mi paiono certo catastrofiche, come si legge nell’articolo.
    Purtroppo poi qualche incidente ci sarà sempre.
    E non è certo con una legge (proposta da NON ADDETTI AI LAVORI, per qualche motivo che non mi interessa neanche più sapere) che questi diminuiranno.

    Staremo a vedere cosa succede.
    Certo è che in Montagna ci andrò come prima, come ho sempre fatto.
    Magari andando “di frodo” l’Avventura ci guadagnerà. 😉

    Buone feste.

    Samuele

  2. Sergio Agnoli fa sempre delle analisi corrette (almeno a mio avviso) e sintetiche e sono ottimi spunti su cui riprendere una discussione che se non cambierà il mondo potrà almeno far pensare, esercizio che molti purtroppo hanno dimenticato nella pratica…
    Personalmente credo che l’alpinismo non sia un fattore determinante nella vita umana (se non di pochi) né un qualsiasi simbolo possibile per definire sprechi e quant’altro.
    Partirei dal dire che questa tanto decantata e lamentata crisi econimica è una colossale barzelletta. Cettamente vi sono persone e famiglie che vivono situazioni difficili, ma ci sono sempre state (nel mio personale caso, ho vissuto una situazione simile negli anni della mia adolescenza che dovevano essere i ’70/’80’ del benessere… ma mai mi sognerei di dire che il Paese fosse in crisi…).
    Se si parte da questo concetto la situazione appare ben diversa da ciò che qualcuno (molti) vuol dar a vedere (l’immagine oggi è lo status symbol per eccellenza…).
    E’, in questo caso, immediatamente comprensibile il motivo o i motivi per cui una stretta cerchia come quella di chi frequenta le montagne aldilà del turismo puro stia essendo in questo momento bersagliata da provvedimenti che non riconosce nè come utili nè come intelligenti ma direi piuttosto impositivi ed oppressivi.
    Questa società, il sistema attuale che sta implodendo per quanto riguarda le sue vecchie connotazioni specialmente economiche ovviamente, è da sempre come la Fenice che rinasce dalle proprie ceneri e quindi qualsiasi dinamica che possa essere sfuggente a questa proporzione dev’essere rasa a zero affinché questo riparta su altri piani di sviluppo.
    La saturazione di ciò che un tempo fu volontariato ma abbiamo visto bene. oggi si distanzia nettamente dal suo concetto basilare, deve essere portato in linea con il resto delle attività di bilancio annuale e quindi essere controllabile aldilà di ogni slancio di carattere umano e nbon puramente economico.
    Ne da piuttosto bene un’immagine, tutto quel caos attorno a situazioni on-lus reali (me ne vengono in mente un paio ma non le scrivo per evitare polemiche inutili che causerebbero solo divagazione), che essendo espressioni private non possono venir controllate ma si cerca di controbattere con leggi e decreti sulle ONG che risultano al fine come capitoli di spesa ma delle quali si vede poco o spesso niente in marito all’attività svolta.
    Il discorso sarebbe estremamente lungo e forse dibatterlo in sede virtuale non darebbe i risultati di comprensione che invece merita, quindi mi fermo qui. Puntualizzo ancora, che spessissimo chi promulga leggi e/o decreti non vede aldilà del suo naso e quindi si rende conto per nulla di ciò che il suo gesto porterà a tempi neanche troppo lunghi. Tutta una serie di accuse di complottismo (mi fa sganasciare quando sento questo termine) vengono gestite ad arte per screditare eventuali oppositori, con la conseguenza che chi avvalla si sente intelligente (schiavo ignaro) e chi si oppone viene tacciato da visionario ed imbecille…
    Il CNSAS non sfugge a questa dinamica ed ha portato in pochi anni a creare una contro-cultura o forse falsa-cultura sull alpinismo e sulla frequentazione avventurosa degli ambiti non controllati… ecco un dei termini più fastidiosi per il sistema è NON CONTROLLATO…
    Andrebbe eliminato senza troppi scrupoli, in fondo finché non c’era non è che si morisse come mosche…

  3. Vedo che si sta tornando verso la questione. Sebbene questa abbia fatto rinascere vecchie e nuove acredini, mosso provocazioni, e altre amenità, mi piacerebbe tornare ai fatti. Fatti come quelli che all’inizio ha presentato Fulvio: “Ho qui sottomano i dati statistici del CNSAS Lombardo del 2013. Su 985 interventi, 40 sono classificati per incapacità. Ma di questi 40 incapaci, solo 9 (NOVE), stavano facendo attività alpinisti. Ora io non conosco i dati che riguardano la sua regione ma immagino siano in proporzione e quindi mi chiedo: ha senso fare una legge che riguarda meno dell’1% dei casi? Molto probabilmente la stessa emanazione e gestione, se davvero sono esclusi gli altri casi, costerà più di quanto potrà mai incassare.”
    Questi sono i dati della Lombardia. Quali sono i dati dell’Abruzzo? Qualcuno potrebbe scriverceli? In Lombardia su questi dati è stata fatta una legge. In Abruzzo si vorrebbe fare. Ma questi dati NON giustificano assolutamente una legge (in NESSUNA regione). Non in termini di spesa pubblica. Anzi. Quale allora la ragione a questi interventi di legge sul pagamento del soccorso? Qualcun potrebbe dire per salvaguardare la vita umana. Se così fosse, gli interventi dovrebbero però rivolgersi agli ambiti di vita dove questi interventi potrebbero avere un impatto enorme sulla salvaguardia della vita umana (provate a pensare all’imperizia/impreparazione alla guida; imperizia/impreparazione al bagno in mare; etc.). Anche questa seconda argomentazione decade.
    Alberto ha identificato il focus del problema: “una categoria vista male dall’opinione pubblica perché fa un’attività rischiosa ma soprattutto, agli occhi di tanti, inutile”. Ma espanderei il suo pensiero dicendo che non solo l’alpinismo è visto male dall’opinione pubblica, che connota l’alpinismo di un valore morale, ma direi che l’essere umano non può che pensare in questo modo quando si confronta rispetto all’assunzione di rischio/responsabilità. Ritenendo il rischio qualcosa di oggettivatile, commette un errore di pensiero. Spostando il focus dell’opinione pubblica su altri temi, il risultato degli errori di pensiero e dell’applicazione di questi a livello legislativo risulta evidente. Alcuni esempi/domande che rendono lapalissiano l’uso di queste strategie di pensiero. Fareste pagare il trapianto di polmone a un fumatore? Fareste pagare il soccorso a un automobilista senza cinture di sicurezza? Fareste pagare l’intervento a una vecchietta che è finita sotto una macchina cadendo in bicicletta in una strada trafficata di Milano? E infine, fareste pagare il soccorso a una persona che si aggirava in superga e pantaloncini sulla normale della Marmolada?
    Se lo scopo è cambiare l’assesto socio/sanitario italiano questo intervento ci può stare (a livello politico come risposta alla crescente crisi economica). Si parte perciò da categorie di nicchia in cui queste euristiche di pensiero sono immediate (alpinismo=rischio); nessun timore di trovare una grossa fetta di opinione pubblica contraria. Che però una (o più) Giuda Alpina leda la libertà intrinseca della sua attività/professionalità, per un’idea politica, questo lo ritengo inaccettabile. Non riuscire a cogliere l’impatto di queste azioni sulla libertà dell’alpinismo lo ritengo un atto di stupidità talmente assurdo, che non lo credo possibile. L’intervento educativo proposto sarebbe totalmente in linea con una presa di responsabilità individuale in un approccio corretto alla montagna. Se la proposta si fosse fermata a modalità educative da parte di professionisti per la prevenzione di incidenti in montagna (quanto si potrebbe fare a livello legislativo!), questa sarebbe stata encomiabile. Si sarebbe raggiunta una fetta d frequentatori della montagna molto maggiore rispetto all’1% degli infortunati (che rappresenta lo 0,00..% dei frequentatori della montagna). Ma perché scomodare il soccorso a pagamento (in caso si imperizia) o persino una assicurazione obbligatoria? Io qualche risposta me la sono data…Voi che ne dite?

  4. Stefano , come ho scritto il soccorso a pagamento io non lo condivido.
    Ritengo che sia un servizio di solidarietà alla collettività. Però visto che come si è scritto “la pacchia è finita” se vogliamo metterlo a pagamento, a malinquore lo accetto. A patto però che si facciano pagare tutti i cittadini che vengono soccorsi e per qualsiasi motivo.
    E non solamente chi viene soccorso in montagna. Che ci sono cittadini di serie A e di serie B?
    Oppure, visto che l’opinione pubblica, non vede di buon occhio gli alpinisti perchè fanno un’attività rischiosa oltre che inutile, è facile imporre il soccorso a pagamento.

  5. Alberto: “Altrimenti, sarò malizioso. mi viene da pensare che sotto, sotto, ci sia il trucchetto e qualcuno ci voglia guadagnare….anche facilmente, perché si va a fare pagare una categoria vista male dall’opinione pubblica perché fa un’attività rischiosa ma soprattutto, agli occhi di tanti, inutile.

    Stefano queste mie porole sono riferinte al soccorso a pagamento.

  6. Va bene Stefano “PEACE AND LOVE” chiudiamola qui.

    Vedremo cosa succederà.
    Io continuerò ad andare in montagna come ho sempre fatto. Anche al Gran Sasso. Se qualcuno mi chiederà il patentino, invece di questo gli darò una martellata.

  7. Alberto: “Altrimenti, sarò malizioso. mi viene da pensare che sotto, sotto, ci sia il trucchetto e qualcuno ci voglia guadagnare….anche facilmente, perché si va a fare pagare una categoria vista male dall’opinione pubblica perché fa un’attività rischiosa ma soprattutto, agli occhi di tanti, inutile.
    Quanto a voler imporre certe regole , stiamo attenti perché si rischia di limitare la libertà delle persone.
    Della mia vita il PADRONE sono io!! e non lo stato.
    E la mia libertà io la difendo con le unghie e con i denti.
    Quanto alla inizitiva di Daneri a me sembra evidente che si tratta di una provocazione che risponde ad un’altra provocazione.”
    L’HAI SCRITTO TU NON IO…
    Vista male dall’opinione pubblica? Inutile? Queste sono illazioni tutte tue e leggendole non mi sembra che illustrino quel: “Certamente tanto di rispetto a chi sceglie di tarsformare una passione anche in un lavoro. Grande scelta di vita.”
    Quindi penso proprio di essere pienamente legittimato a dire che le tue parole tendono a denigrare!

    FORMAZIONE ED INFORMAZIONE le ha citate Agostino Cittadini, presidente del Collegio abruzzese, chiedi a lui quale ne sia il significato, io lo immagino già senza tante delucidazioni…
    PEACE AND LOVE

  8. Stefano mi dispace proprio che ti mi risponda in questo modo.
    Voglio un riconoscimento pecuniario?? se l’avessi voluto avrei cercato di diventare guida . Invece ho sempre inteso l’andare in montagna come un NON LAVORO, andare in montagna per puro divertimento, nel tempo libero. Se ho voglia ci vado, altrimento no. Il lavoro è un’altra cosa. Voglia o non voglia al mattino devo essere al lavoro. Perchè come dice il mio datore di lavoro: questo non è mica un albergo.
    La montagna per me invece è un albergo, dove vado se ne ho voglia e non perchè qualcuno mi paga.

    Travalicato nelle mie capacità?? ma da chì….?? Quello che ho fatto l’ho fatto per pura passione e per me stesso.

    Certamente tanto di rispetto a chi sceglie di tarsformare una passione anche in un lavoro. Grande scelta di vita. Quindi quale denigrere le guide? Non mi sembra di avere denigrato nessuno . Ho detto che la proposta di imporre la guida mi riesce difficile credere che sia pura farina del sacco dei soli politici. Qualcun’altro la sicuramente suggerita. Non sono state le guide alpine dell’Abruzzo? Bene allora chiedo ufficilmente scusa per averlo solo pensato.

    Altra cosa. Davide parla di legge sulla informazione e formazione . Cosa vuol intendere con legge sulla FORMAZIONE?

  9. Aòlberto rispondo al posto di Davide e me ne scuso con lui, visto che sa rispondere benissimo…ma mi preme…
    Quella di Davide è evidentemente una frase scritta per definire a malincuore (lo scrive pure) un dato di fatto che anche a lui non aggrada.
    PUNTO
    E ViRGOLA: cos’è che ti stuzzica? Il Presidente del Collegio Abruzzese, Agostino Cittadini, ha espresso benissimo il fatto che lo stesso (il collegio quindi e di conseguenza anche lui) mai hanno preso parte a quella porcata né mai ci hanno pensato… dove vogliamo arrivare continuando sulla strada della denigrazione gratuita?
    Mi spiace per te che ti senta travalicato nelle tue capacità da tanti (oltre 1100) che hanno invece fatto vbalere le loro capacità e si siano fdati da fare per diventare Guide Alpine, ma tant’è… se vuoi un riconoscimento pecuniario… i corsi ono aperti a tutti i cittadini italiani e se invece un’attività prima mestierante ed oggi professionale che ha sette secoli di storia e non 80 anni come l’ìistruttore CAI no ti va a genio… che dire… magari fatti un auto-analisi…!
    La provocazione è arivata da Daneri senza che questa sia stata alimentata da altre provocazioni da parte di alcuna Guida… rileggiti bene gli interventi e poi magari ti rendi conto…
    Ciao e…
    PEACE AND LOVE!

  10. Caro Davide la pacchia è finita?

    Bene!

    allora paghiamo tutti! quando c’è un soccorso tutti devono pagare: in strada, a casa, in mare, al lavoro, ect. tutti i cittadini e non solo coloro che vanno in montagna.
    Siamo cittadini tutti uguali e non di serie A o di serie B.

    Altrimenti, sarò malizioso. mi viene da pensare che sotto, sotto, ci sia il trucchetto e qualcuno ci voglia guadagnare….anche facilmente, perché si va a fare pagare una categoria vista male dall’opinione pubblica perché fa un’attività rischiosa ma soprattutto, agli occhi di tanti, inutile.

    Quanto a voler imporre certe regole , stiamo attenti perché si rischia di limitare la libertà delle persone.

    Della mia vita il PADRONE sono io!! e non lo stato.

    E la mia libertà io la difendo con le unghie e con i denti.

    Quanto alla inizitiva di Daneri a me sembra evidente che si tratta di una provocazione che risponde ad un’altra provocazione.
    Non si può mica essere sempre gentili e porgere l’altra guancia o peggio mettersi a 90 gradi.

  11. Scusate gli invii multipli…ma con il telefono e queste mie dita non è proprio facile…

  12. Più ci si addentra nella questione e più emergono i motori che muovono questi insulsi tentativi legiferativi. Insulsi, perché, concordo con Stefano, mossi da una ignoranza di fondo. E finché questa ignoranza deriva da maestri di sci, alpinisti, guide alpine, montanari, etc mi potrebbe andare bene, perché la loro opinione agisce all’interno del loro spazio di azione e di pensiero. Ma nel momento in cui l’ignoranza deriva dai politici, ecco, questo è inaccettabile. E non si intenda ignoranza come stupidità, ma come incapacità di comprendere di stare agendo sulla base di errori di pensiero. E qui siamo di fronte alla risposta politica o legislativa a alcuni noti errori di pensiero. Che di questo i professionisti o gli amanti della montagna non ne sappiamo nulla a me va bene, ma pretendo che non sia così per i politici.
    Rispetto all’assunzione di responsabilità e di rischio vi sono noti errori di pensiero. Un esempio: donando 20 euro potete salvare la vita di una persona. Dovete però sceglierle se donarle a una persona che sta morendo per una cirrosi epatica causata dal prolungato bere, o una persona che sta morendo di cirrosi epatica per un virus sconosciuto. La stragrande maggioranza delle persone dona al secondo, utilizzando una strategia (errore) di pensiero. Noi viviamo in un paese che sancisce gli stessi doveri e diritti a tutti. C’è chi qui dentro sostiene che questo sistema sia insostenibile. Alcune persone dovrebbero assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Altre no. Altro esempio: a chi fare pagare l’intervento nelle seguenti situazioni? Infarto di un anziano a casa propria; infarto di un tossicodipendente in overdose; infarto dell’escursionista che sta salendo al rifugio; infarto di un alpinista a causa dei traumi dovuti a una caduta. Seguendo le nostre scorciatoie di pensiero le risposte sembrerebbero immediate. Le conseguenze, capirete, sono a livello sociale. Se l’opinione pubblica e molti anche qui dentro seguono i propri errori di pensiero, l’effetto è nullo, ma se lo fa la politica (per ignoranza intollerabile o in cerca di consenso) questo determina delle conseguenze e degli impatti sullo stato sociale molto pesanti. È talmente evidente che l’impatto economico del soccorso a pagamento è nullo rispetto alla spesa pubblica, che non ci si può più trincerare dietro a questa scusa. Anch’io come Marcello non vorrei vivere in una situazione come quella degli States. Perché dopo aver provato l’avventura e la libertà per tutti, non mi vorrei trovare di fronte all’avventura e alla libertà, ma solo per qualcuno.

  13. Più ci si addentra nella questione e più emergono i motori che muovono questi goffi tentativi legiferativi. Li definisco goffi perché nascono dal tentativo di placare paure, incertezze, bis

  14. Più ci si addentra nella questione e più emergono i motori che muovono questi goffri tentativi legiferativi. Li definisco goffi perché nascono dal tentativo di placare bis

  15. Samuele, i due punti che indichi sono anche i miei! Vivere l’avventura è la mia vita sia dilettantistica sia professionale e non tollererei/ò alcun imposizione che leda questa mia personale libertà che è un diritto acquisito ovvero un diritto alla nascita che nessuno può permettersi di toglierti, le regole sulla loro sicurezza se le facciano per loro e non rompano , ma non si può negare che grazie ad un ignoranza ed una pseudo-cultura piuttosto diffusa, sicurezza sia diventato sinonimo di spese pubbliche e su questo (oltre ovviamente sull’imbecillità di molti che non vedono altro scopo nella loro insulsa esistenza che guadagnare e spendere meno possibile specie in tasse per fasrsi magari il girello domenicale al centro commerciale respirando aria condizionata) fanno perno i furboni che vogliono incatenare qualsiasi evento pur di guadagnarci. Tra questi sta sempre in agguato un certo numero di sfigati a vita i quali credono che sostenendo questa “nobile causa” salveranno l’umanità e in questo blog alcuni esempi di questo tipo ne abbiamo letti…
    Evito di dilungarmi su religione e quant’altro perché non la finiremmo più anche se ovviamente il bigtottismo italiano sempre presente in ogni situazione umana, è una delle motivazioni.
    Daneri non perde occasione per attaccare la categoria delle Guide Alpine, ho avuto modo anche poco tempo fa di discutere con lui in un argomento su fb, ed ha dimnostrato palesemente il suo dente avvelenato oltre alla solita scarsa conoscenza degli argomenti che propone, non parliamo poi di situazioni tipo le prese scavate da Heinz Grill ad Arco che oltre a non esserci nel reale nemmeno si vedevano sulle foto (nemmeno sue) che ha portato a prova delle sue puerili accuse verso persone e luoghi che non conosce affatto.
    Personalmente su questo argomento ho letto intervento di maesttri di sci che con noi Guide Alpine non hanno nulla a che fare, se non l’ambiente nel quale operiamo, la montagna, con ruoli completamente diversi ed ambiti d’azione autonomi e non conciliabili.
    Come scrissi già, se qualche Guida avesse caldeggiato (ma dalle testimonianze dei colleghi che hanno scritto sembra proprio che non vi siano) una proposta di legge tanto assurda quanto incostituzionale, si tratterebbe di un caso isolato e che parla per sè stesso visto che ti assicuro nessuna delle Guide che conosco vorrebbe una situazione del genere e tantomeno lascerrebbero passare liscia la questione i nostri collegi, nazionale in testa.
    Come ho precisato, Daneri parla di abusivismo e di sentenze con argomenti sbagliati e fuorvianti, su fb però… vorrei vedere se scrive che la magistratura ha voluto punire (che è già di per sè stesso un termine offensivo perché i magistrati sanzionano e non puniscono nessuno) e pure sbagliando o facendosi fuorviare da poteri occulti più o meno (l’inciucio possibile era sottinteso) sulla sua rivista e quindi pubblicamente…
    Tanto per puntualizzare, nessuno ti potrà mai dire nulla perché accompagni un amico o tuo padre ad arrampicare e se questo pensa Daneri allora è veramente meglio che cambi mestiere, perché evidentemente la comprensione dei testi (in questo caso di legge) non è proprio il suo forte.
    Per il resto come detto sono d’accordissimo con te, anzi credo di essere stato uno dei primi a contestare questa porvcata che qualcuno quatto quato vuol far passare, ma perché infilarci dentro rancori personali per sputtanare una categoria? Ed oltretutto spostare l’asse della comprensione e del possibile dibattito da tutt’altra parte?

  16. Ciò che ha scritto Daneri (che è OVVIAMENTE una provocazione) NON E’ CONTRO LE GUIDE, ASSOLUTAMENTE NO, quelle vere.
    Io per primo stimo la categoria e mi sarebbe pure piaciuto intrapendere il persorso, ma non ne ho avuto la possibilità.

    Daneri (ed io) è contro chi, usando il pretesto di avere un titolo, pensa che debba lavorare solo per questo, non perché è bravo a proporsi, proporre cose interessanti, saperci fare con i clienti, ecc ecc.
    Stefano, cose analoghe a questa porcata di proposta di legge, stanno succedendo sui Sibillini…il CAI di Ascoli ne sa qualcosa.
    Ora, io sono ingegnere, se un “lavoro lo so fare lo faccio, altrimenti no. Non pretendo di doverlo fare io perché sono ingegnere.
    Se stiamo zitti, un poco per volta, ci troveremo gli avvocati in mezzo alle montagne, non più le marmotte!!!
    E comunque, io, come individuo, non tollero:
    1) di essere preso per i fondelli con la scusa della sicurezza mascherata dietro a una legge;
    2) la limitazione della mia libertà in un contesto che è da sempre terreno di chi ci sa andare: guida, istruttore, CAAI, singola persona non titolata.
    E’ chiaro che per fini di lucro possono operare SOLO le guide.

    Samuele Mazzolini
    Istruttore Nazionale Arrampicata Libera
    Club Alpino Accademico Italiano

  17. No Marcvello… non mi riferisco al post in sè stesso che oltretutto ci potrebbe pure stare… effettivamente rileggendo il mio ultimo intervento mi rendo conto che non ho specificato proprio bene e quindi poteva risultare mal comprensibile…
    Mi rifersico agli interventi di botte e risposte che sono scaturiti dal post e che sono poi (s)caduti sul fattore abusivimo… per inciso:
    “… se non una cosetta che non va dimenticata: la sentenza che ha condannato in primo e anche secondo grado i due istruttori milanesi per esercizio abusivo qualche hanno fa è andata ben oltre la “punizione per aver percepito denaro per l’accompagnamento”. Nel dispositivo della sentenza si evince chiaramente che Samuele Mazzolini potrebbe essere indagato per avere accompagnato gratis suo padre a Bismantova. Il diritto italiano non recepisce le sentenze tout court come quello anglosassone, dove fanno direttamente giurtisprudenza; ma i precedenti contano nei dibattimenti, eccome”

  18. Azz!! Stefano ma ci sei cascato anche tu? Se leggi bene la provocazione di Daneri non e’ affatto rivolta alle guide alpine, anzi, semmai le difende e/o accusa quelle che sembrano complici dei Loreti, Adolf & C.
    A dire il vero sembra ci sia un gran casino e poca comprensibilita’. L’ultimo intervento di Cittadini guidalpina sembrava chiarificatore. Nel senso che come noi, anche lui sembra a favore di sensibilizzazione e educazione in luogo della repressione loretano/mussoliniana. Poi se si e’ fatto prendere la mano a casa sua non saprei, mica vivo su internet.
    Stiamocene tranquilli pero’, senza scomodare la legge 6/89, perche’ si tratta di una proposta talmente assurda che neppure un legislatore dedito al Mandrax la potrebbe approvare.

  19. L’intervento di Daneri che si può comodamente leggere su fb : https://www.facebook.com/events/479804345539218/, pur toccando lo stesso argomento di questo articolo, se si legge alcuni degli interventi , si può notre che è la solita boutade arrogante dello stess, come da copione…
    Sparla, il caro Andrea, dimostrando assoluta ignoranza in termini di abusivismo (art.348 c.p.) e sparla anche in termini di sentenze gia eseguite tipo Guide Alpine vs. FASI che portò ad una condanna sempre in base al succitato articolo.
    La L.6/89 da fastidio a molti ed è un atteggiamento piuttosto routinario in Italia dove si urla allo scandalo quando si toccano i piccoli interessucci di qualcuno ed al contrario si punta il dito quando la legge manca oppure è carente… vogliamo le leggi ma poi facciamo di tutto per saltarle a piè pari… (Ricky Felderer fece, su non ricordo più quale srticolo di questo blog, un bellissimo, a mio avviso, profilo dell’italiano medio…)
    La F.I.A.R. (ricordate?) chiuse ovviamente i battenti prima ancora di aprirli, dopo la sentenza di condanna dei resposabili FASI e c’è probabilmente qualcuno al quale non è mai andata giù… E quindi giudici comunisti, ovvio, in pieno berlusca style… forse perché già ipotizzava di aver fregato tutti ed essere al di sopra della legge??? Chissà…!? Magari anche no, ma magari…
    Marcello, Davide, Michele, il sottoscritto, che hanno partecipato a questa discussione, facciamo parte di quei professionisti che accompagnano in montagna anche per denaro e mi appare piuttosto chiaro che nessuno di noi vede come qualcosa di realizzabile, oltre che a contestarne i concetti, una Guida Alpina obbligatoria, in alcun caso, poi anche sul post fb di Gennari Daneri, altri colleghi hanno scritto e sconfessato chi vuole a tutti i costi screditare la nostra figura con queste accuse piuttosto fastidiose.
    In ogni caso lui è liberissimo (la legge in questo caso gli sta comoda immagino…) di scrivere ciò che preferisce, la libertà di stampa glielo garantisce, credo nessuno di noi sia indenne dall’aver letto puttanate colossali su riviste e quotidiani di ogni tipo perciò nulla di nuovo sul fronte di pareti…

  20. Ragazzi, per favore non attribuiamo codesta minchiata spaziale della guida alpina obbligatoria alle guide alpine. Se anche qualche mio collega la pensasse cos¡ mi rifiuto nella maniera piu’ totale di sentirlo parte umana della mia categoria professionale.
    Daneri, secondo me, ha preso lo spunto per ridicolizzare la proposta e chi l’ha fatta, ma non la categoria delle guide alpine. Le guide alpine sono i primi a pensare che la liberta’ di andar per monti sia un diritto sacrosanto di ognuno. Di questa affermazione me ne assumo ogni responsabilita’ anticipando che potro’ catechizzare chi non la pensi cos¡ tra le guide. Solo dell’organizzazione logistica di un congresso sull’argomento non mi farei carico.
    Invece di fare la morale con i soliti discorsi retorici e noiosi pensiamo che una sparata ignorante (infatti proposta da Maestri di Sci, non so se mi spiego e cosa c’entreranno mai. Sarebbe come voler parlare della conduzione della curva tra i pali da slalom essendo guide alpine) come quella della guida alpina obbligatoria sopra a un certo grado e’ appunto una cazzata mostruosa di fantozziana memoria che mai verra’ applicata semplicemente per “impraticabilita’” della stessa.
    Negli USA ´(ma non solo, e qui voglio generalizzare spudoratamente per comodita’) e´vero che il concetto di liberta’ passa sovente per polizze e obblighi imposti dall’alto ma gli USA NON SONO UN PAESE CIVILE ne’ tantomeno un modello cui ispirarsi. Basta guardare ogni loro mossa politica e sociale. Sarebbe un grande passo indietro per l’Europa e per l’umanita’ scimmiottarli.
    Lo statuto dell’ UIAGM/IFMGA e’ quanto di piu’ libero e collaborativo si póssa immaginare, leggetevelo. E le guide di montagna degli USA sono entrate a farne parte -loro malgrado- solo da pochi anni e neppure tutte, per manifesta tonteria yankee e incapacita’ tecnica di molti di loro.
    Infatti io negli USA non ci andro’ piu’ perche’ mi e’ bastato farlo qualche volta e ho visto che pure sulle pareti (bellissime) gli scalatori locali sono insopportabili perche’ inconsciamente ignoranti a causa dei motivi di cui sopra.
    Stessa cosa faro’ con l’Abruzzo! Montagne ce ne sono tante e semmai mi cerco quelle dove posso esercitare la mia propria liberta’ nel rispetto della Natura e di chi altro ne fruisca. E al diavolo chi impone la propria ignoranza sull’altrui liberta’. Perche’ e’ di questo che stiamo parlando, se ancora qualcuno non se ne fosse accorto.
    Certo che all’Abruzzo non gliene freghera’ molto che io non ci vada, mi sentiro’ autorizzato a pensare: non ti curar di loro ma guarda e passa. Tie’!

  21. Alberto, dimenticavo: il vero lusso non è avere l’ultimo modello di cellulare (oggi si chiamano smartphone), il vero lusso è non averne bisogno del cellulare. Ti invidio.

  22. Caro Alberto “le stupidate le fa chi ha proposto questa legge. E dietro questa legge ci sono alcune delle guide alpine. Non pensare che nasce tutto dai politici. Qualcuno gli fa da suggeritore.”. Bene, l’accusa è chiara, adesso tiri fuori i nomi, mi pare il minimo. Perché nessuna persona di buon senso pensa di fare una cosa del genere. Perché, ripeto, Agostino ha già chiarito che queste informazioni sono “al novanta per cento sbagliate” e che “La mia proposta, accettata da tutti i presenti, è stata quella di fare una legge in cui venga rimarcato che bisogna fare prima di tutto informazione, formazione e poi eventualmente far pagare gli utenti incauti che vengono soccorsi per imperizia”. Informazione e formazione non vuol dire “accompagnare” sulle vie da un certo grado di difficoltà in su, mi pare evidente, vuol dire “educare” le persone che vanno in montagna, e poi si assumeranno tutte le responsabilità; quindi cosa sono queste polemiche? I soccorsi a pagamento? Guardiamoci in faccia, cari alpinisti più o meno giovani: ce l’ha ordinato il dottore di andare in montagna? Nessuno ce lo vieta ma nessuno ci spinge ad andare a rischiare. Di rischi nella vita, come dice mia mamma, ce ne sono già abbastanza, ma a noi non bastano. E allora è così grave pagare almeno una parte dei costi per tirarci fuori il culo dalle pedate in cui ci siamo messi? In Veneto paghiamo un ticket per il soccorso alpino già da 4 anni circa. Per farmi una visita chirurgica con regolare impegnativa del medico di base l’altro giorno ho scucito 41 euro, per 5 minuti di visita. Signori, la pacchia è finita, non so se vi siete accorti cosa c’è in giro per il mondo, e lo dico a malincuore. Facciamocene una ragione e cerchiamo una polizza.

  23. A chi vuole una sorta di “anarchia assoluta in montagna” senza nessuna regola e senza nessun limite… perché’ ogni minima regola rischierebbe di compromettere il rapporto uomo-natura-libertà dico di provare ad andare nella democraticissima america e di fare come caz… gli pare…. !!! Poi vediamo come finisce con i rangers oppure nella malaugurata eventualità queste persone bisogno di soccorso e non hanno stipulato un’assicurazione !!
    L’uscita provocatoria di Daneri e’ scandalosa e nel nome di una norma inesistente (come ha anche precisato Agostino Cittadini) vuole ridicolizzare TUTTE le Guide Alpine nel nome del grado di arrampicata che lui fa (tra l’altro ridicolo). Forse qui piu’ che di “gradi arrampicatori” che per altro poco contano in ambienti montani pendo che Daneri avesse fatto i conti con gradi alcolici :). Battute a parte, penso che una legge che a tutti, compresi il caro Daneri oppure al grande Roberto iannilli, qualora volessero andare a provare qualsiasi via in totale libertà, facesse pagare il conto di un eventuale soccorso dovuto a loro imperizia sarebbe giusta.

  24. STUPIDATE??

    le stupidate le fa chi ha proposto questa legge. E dietro questa legge ci sono alcune delle guide alpine. Non pensare che nasce tutto dai politici. Qualcuno gli fa da suggeritore.

    Stai tranquillo che a dicembre mi vesto pesante. Mica stai parlando con Zambrotta. Mi sa che in montagna ci vado da più tempo di te e qualcosa ho imparato.

    Quanto al parlare civilmente, io ci ho provato, ma mi spighi come si fa, quando qualcuno vuole limitare la tua libertà??

    Le montagne sono di tutti. E guarda che io in montagna oltre ad andarci per divertimento, ci abito anche.

  25. Alberto, e finirla con queste stupidate? Google map non ti piace? esistono i cellulari GSM da 30 euro (o puoi anche farne a meno); le guide alpine non obbligano nessuno a fare qualcosa, non siamo mica poliziotti, esistono perché qualcuno le paga per avere un servizio da professionista; vèstiti da hawaiano a dicembre sul Gran Sasso (poi però non piangere se si incazzano quando ti soccorrono); scrivi quello che pensi, se vuoi, ma se lo scrivi pensa bene. A tal proposito possiamo parlare più civilmente? Lo sanno anche i sassi che quella della guida alpina obbligatoria per andare ad arrampicare è una cazzata, e nessuno di noi Guide Alpine considera questa sparata una cosa seria. E’ stato detto e ripetuto. O pensate che siamo proprio tutti coglioni? Adesso basta con le cazzate, e Andrea Gennari Daneri dovrebbe un po’ vergognarsi, visto che è un giornalista professionista e dovrebbe usare la penna (o la tastiera) in modo più intelligente.

  26. Adesso non possiamo più andare in montagna liberamente, facendo le nostre scelte e assumendoci i nostri rischi.
    In questo paese ogni giorno la libertà personale viene sempre più ristretta:

    – Google Maps ci fa vedere, a distanza di chilometri, anche le formiche e certifica ogni minuto dove siamo e
    cosa facciamo;
    – le guide alpine ci diranno se si può o non si può pisciare;
    – attenti a come vi vestite perchè vi multano;
    – attenti a pensare…..perchè E’ VIETATO.

    A quando l’obbligo del microcip sotto la pelle?

  27. Avete sentito parlare dell’evento organizzato da Andrea Gennari Daneri: https://www.facebook.com/events/479804345539218/ che al momento sta suscitando un certo dibattito su Facebook?
    L’invito recita:
    “Nel 2016 un accordo tra Regione Abruzzo e Guide Alpine renderà obbligatorio, oltre un certo grado, farsi accompagnare in montagna da una Guida Alpina. Vedi http://www.banff.it/patentino-e-guida-alpina-obbligatori-in-abruzzo/ MI SEMBRA GIUSTO. DA SOLO NON MI SENTO PREPARATO A TENTARE LA LIBERA DELLA ROSY AL MONOLITO. PAGHERO’ VOLENTIERI LA GUIDA ABRUZZESE CHE MI SPIEGHERA’ I PASSAGGI E ME LI MOSTRERA’ DAL VIVO. Siete tutti invitati alla terrazza del Rifugio Franchetti per assistere col binocolo all’evento!”

  28. Ciao Roberto .
    Speravo proprio che uno come te, che ha scritto pagine di storia alpinistica di questa montagna intervenisse a difendere la libertà di scelta, a difendere l’avventura.

  29. Scalo in montagna perché mi piace sentirmi padrone delle mie azioni, responsabile e vulnerabile quanto basta. Sono consapevole dei pericoli e anche per questo non evito di affrontarli.
    Mi piace sapere che dipende tutto dalle mie scelte: posso trovare il passaggio giusto o sbagliare e pagarne le conseguenze.
    Libertà è la parola che mi gira in testa ogni volta che cerco una via per la vetta.
    Libertà di sentirmi in pericolo. Libertà di avere paura o esaltazione.
    Essere obbligato ad andare accompagnato, o pagare una poliza per avere tutto in regola, svilisce il fondamento essenziele dell’ alpinismo: avventura!

  30. Il povero sig. Loreto probabilmente non si accorge di ciò che sta facendo alla sua (e alla nostra) terra, probabilmente convinto di fare bene…
    Egr. Sig. Loreto, le esprimo un concetto molto semplice e chiaro. Io, e penso ol 90% di coloro che vanno in montagna a fare “alpinismo”, lo facciamo anche perché NON VOGLIAMO VIVERE IN UN MONDO MESSO SEMPRE E PER FORZA IN SICUREZZA. Si metta bene in testa questo concetto che sta come base di logica formale ai ragionamenti di chi vuole cercare l’avventura (perdonatemi l’uso improprio di certe parole). Se io scalo sul sesto grado, domani vorrò provare il sesto più. Vorrò provare ad alzare l’asticella. Non sempre, ma come principio succede! E NON POSSO E NON VOGLIO farlo “in sicurezza”. In sicurezza voglio andare all’ikea, a fare un giro in centro con mia moglie, in treno per lavoro. In montgna no. E si metta ben in testa, il nostro caro amico, che per far scappare la gente da un territorio bastano i pochi euro che ti chiede Ryanair (o altri) per andare verso mete più consone alle esigenze dei fruitori. Erigersi a paladino della sicurezza è prodromo di voti e consensi, ma a chi legge queste righe probabilmente della sicurezza ne ha le tasche piene! Se avevo dei dubbi sull’andare al gran sasso, adesso me li ha fugati (e non solo lei, beninteso).

  31. Ma in tutto ciò, il collegio delle guide alpine, come si è espresso?
    E’ d’accordo o in disaccordo?
    Perché qui ci sono diverse guide che concordano che tutto l’impianto della legge sia una “porcata” terribile.

  32. Signori De luca e Bartolomei,ma vi rendete conto di quanto cinismo grondino le vostre parole?Voi la solidarietà non sapete neanche dove stia di casa col vostro modo di vedere la vita e gli uomini;punitivo,restrittivo.Vi ergete a paladini della legalità e dell’ordine:chi sbaglia paga e stai punito! Novelli Torquemada dell’andar per monti,a quando il rogo per gli eretici,i visionari ed i folli che hanno scritto pagine esaltanti di e fatto la storia dell’alpinismo sul Gran Sasso?
    VER-GO-GNA!!

  33. Il problema non è tanto nelle idiozie proposte dai due maestri di sci, il primo AMM, il secondo candidato a sindaco del comune di Pietracamela, né nel legislatore che mai si sognerebbe, senza consigli degli addetti ai lavori, di portare avanti questa storia.
    Mi preoccupa invece il commento di Agostino, in qualità di presidente del collegio, che ne sostiene la paternità (di tali idiozie) asserendo che i promotori dell’iniziativa non siano Loreto e Luca, ma lui stesso.

  34. No la faccio a voi visto che siete i promotori di questa totale mancanza di solidarietà.

    senza cordialità.

  35. Gentilissimo Signor Benassi, questa domanda dovrebbe rivolgerla ai Legislatori!
    Cordialità.

  36. Egregio Sig. Bartrolomei e il recupero dei morti a chi lo fate pagare….. agli eredi ?

  37. Grande è la mia, e quella del collega Paolo, soddisfazione per la definitiva entrata in vigore, ed attuazione, della legge sul soccorso in montagna a pagamento nella Regione Lombardia.

    A presto nella Nostra Regione, l’ Abruzzo.

    “”Soccorso in ambiente impervio: le tariffe approvate
    La Giunta regionale ha approvato le tariffe del servizio dopo il passaggio in Commissione.

    MILANO – Soccorso in zone impervie: ecco le tariffe. È stato approvato lo scorso 20 novembre dalla Giunta regionale, a seguito del parere favorevole della competente Commissione consiliare, il piano tariffario relativo agli interventi di soccorso alpino e speleologico in zone impervie, ultimo passaggio mancante in applicazione della legge regionale n. 5 del 17 marzo 2015.

    Caso di compartecipazione. Sul tariffario viene ribadito, come già stabilito dalla legge appena citata, che gli interventi di soccorso e di elisoccorso in ambiente impervio saranno soggetti a una compartecipazione alla spesa a carico dell’utente nel caso in cui “non sussista la necessità di accertamento diagnostico o di prestazioni sanitarie presso un pronto soccorso” (e se l’intervento è stato richiesto dall’utente o da persona ad esso riconducibile). A verificare la sussistenza delle condizioni che prevedono la compartecipazione alla spesa, sarà la Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza (SOREU) 118.

    Le tariffe. Ed ecco le tariffe di compartecipazione: l’intervento di un mezzo di soccorso di base (ambulanza con autista/soccorritori), avrà un costo orario di 56 euro; un mezzo di soccorso intermedio (+ infermiere) 70 euro/ora, e un mezzo di soccorso avanzato (+ medico) 115 euro/ora. Per quanto riguarda la squadra a terra degli uomini del Soccorso Alpino (CNSAS), la tariffa oraria sarà pari a 95 euro. Infine, l’intervento dell’elisoccorso costerà 1.500 euro l’ora.

    Comportamento imprudente. In ogni caso, la quota di compartecipazione alla spesa non potrà essere superiore al 50% del costo effettivo del servizio e la quota massima esigibile per evento non potrà superare i 780 euro. La compartecipazione alla spesa sarà aggravata del 30% nel caso in cui si ravvisi un comportamento imprudente da parte della persona soccorsa (la definizione di “comportamento imprudente” è a carico del CNSAS), mentre resta confermata la riduzione del 30% a favore dei residenti in Lombardia.””

  38. Stefano, non riesco a lavorare, son piegato in due dal ridere e ho i goccioloni.
    🙂 🙂 🙂

  39. Samuele, la prossima volta che vedo Alex glielo faccio presente, anzi aggiungerò che può scalare solo con me e nessun altro, così mi garantisco un cliente fisso… ora vado scusa se non ho tempo ma devo trovare un po’ di gonzi da spennare… girello un po’ di falesie abruzzesi e li stronco tutti, mi faccio accompagnare da una pattuglia della volante, tanto sembra che non abbiano altro da fare da quelle parti che inseguire sprovveduti sedicenti alpinisti e/o arrampicatori che tentano di scalare da soli. Anzi…proporrei un percorso obbligatorio di accesso alle pareti con tanto di sbarra e casello stile vecchio confine di Stato con dogana annessa e controllo documenti, magari si potrebbe creare un corpo speciale di controllo formato da maestri di sci in pensione armati di mitraglietta per sventare eventuali ingressi clandestini…

  40. “E, sopra un certo grado di difficoltà, sarà fatto obbligo dell’accompagnamento di una guida alpina. Saranno indetti dei corsi per una prima preparazione alla frequentazione della montagna in sicurezza, per sé e verso gli altri, con esame finale di idoneità”.

    Capito Stefano, il povero Huber che ha bisogno di te 😉 (e di un easmino) per fare le placche del Totem.
    Rischia una crisi di nervi il poveretto. Speriamo solo non legga!
    Buona notte…

  41. Scusatemi tutti ma… che du’ MARRONI!!!
    Ma ‘sto Loreto chi sarebbe? Il deus ex machina dell’abruzzo? L’intregerrimo ed illustre ignoto che regola l’andazzo nell stessa regione???
    Signor Loreto…Signor Loreto… il suo nome così altisonante e di religiosa rimembranza ancorché a riposo… ma si faccia un giretto a Medjugoje che ne sentirà cedrtamente il bisogno vista la da Lei propagndata non tenera età e magari pure un giretto a Predappio o a Villa Paradiso sul Garda posti da nostalgici incalliti… dai che si troverà bene e magari eviterà di intromettersi in afffari che le sfuggono sia per tecnicità (un maestro di sci faccia il maestro di sci e non rompa gli zebedei in situazioni che non può comprendere) sia per concezione (il ventennio finisce il 25 aprile 1945…!)
    Eia Eia Eia Alalà un saòluto ( di quelli9 inventati dal Vate(R) per copiare i vari Urriah Heep del quale l’italico popolo era a digiuno… Su Loretinbo bello se ne vada a pingere le ceneri del Dux senza Lux e no rompa lòe sdcatole a chi tenta di discutere questioni serie delle quali Lei (VOI con fascista forma di cortesia) non è certamente ferrato (i cavalli lo sono molòto di più e non parlo degli asini!)
    Ah se volesse citarmi eventualmente Le (VI) ricordo che esite una legge sull’appologia del fascismo ancora in vigore!
    Buiona notte e sogni … di … oro…

  42. I vari Bartolomei non vogliono uomini liberi e pensanti.
    Vogliono uomini da manipolare. Vogliono uomini a cui gli si possa imporre come devono vivere perchè non padroni della propria vita.
    Uomini senza il diritto di di scelta.

    Queste persone sono talmente ciniche che per fare propaganda alla loro politica feudale sono disposte a servizi di chi, inseguendo i propri sogni, purtroppo perde la propria vita. Vedi ultimi tragici fatti.

  43. Sig. Bartolomei, se siete convinti di salvare la gente con i vostri divieti siete sulla strada sbagliata.
    Non salvi una persona dall’affogarsi in mare vietando il mare, la salvi insegnandogli a nuotare.
    Per questo c’è già il CAI (senza fini di lucro) e le Guide alpine (con fini di lucro). Che possono essere scelti LIBERAMENTE.
    Poi c’è tutta l’esperienza che uno deve farsi da solo, di volta in volta, scalata dopo scalata, sciata dopo sciata.
    Una breve formazione o l’accompagnamento che propagandate non serve a nulla e non è attuabile nel mondo della Wilderness. Le morti in montagna purtroppo ci saranno sempre e non si elimineranno di certo con i vostri divieti. Lasciate spazio all’Avventura, lasciate spazio ai Sogni, lasciate spazio alla Libertà. Ma si sa, uno libero, è un essere pensante…e questo oggi forse è troppo scomodo.

  44. Caro Sig. Loreto, cinico è quel comportamento che di fronte a una tragedia trae vantaggio per una propria ragione logica. Cinico è non sentire. Cinico è non intendere capire. Supporre di prendere decisioni sul dolore altrui è cinico. Perché il dolore non è provato. Pur ritenendola in buona fede, credo che dietro le sue argomentazioni ci sia proprio questa incapacità di sentire, e di capire in seguito alla rielaborazione di questo sentito. Ora comprendo molto di ciò che dice. Mi dispiace per lei e per chi come lei mai potrà sentire la montagna e ciò che spinge a questa magnifica “inutilità”.

  45. “Oggi, 30/11/2015, tra le Alpi Piemontesi e Valdostane, purtroppo, quattro persone ci hanno lasciate, non sono più tra noi. Il nostro intento è quello di evitarlo.
    loreto bartolomei Maestro di sci a riposo.”

    Sig. Loreto Bartolomei sfruttare le morti per farsi propaganda è un atto veramente deprecabile. Queste persone chiedono RISPETTO!!! per loro e per i loro cari.

    Questo è il momento del silenzio, della preghiera e della vicinanza ai loro cari.

    Caro Sig. Bartolomei se non ci arriva….peggio per lei.

  46. “….La montagna è Avventura, Passione, Amore. Non riduciamo anch’essa alla stregua di qualcosa di piatto, inutile e incolore come la maggior parte delle cose odierne. …”
    Oggi, 30/11/2015, tra le Alpi Piemontesi e Valdostane, purtroppo, quattro persone ci hanno lasciate, non sono più tra noi. Il nostro intento è quello di evitarlo.
    loreto bartolomei Maestro di sci a riposo.

  47. “….La montagna è Avventura, Passione, Amore. Non riduciamo anch’essa alla stregua di qualcosa di piatto, inutile e incolore come la maggior parte delle cose odierne. …”

    Samuele come non è essere d’accordo con te!!

    Purtroppo per capire questo ci vuole cuore e sensibilità. Ma questa gente non ne possiede.

  48. Peccato che l’Abruzzo, invece di farsi promotore di una cultura dell’andare in montagna in sicurezza (che deriva solo dalla preparazione, prudenza ed esperienza del singolo individuo), si sia distinto per la cultura del divieto, usato di solito da chi non ha conoscenza ed esperienza in materia. Io sono convinto che non appena la gente che frequenta le montagne abruzzesi diminuirà a causa di questi pseudo-divieti, tireranno il culo indietro subito, rivedendo le leggi. La montagna è Avventura, Passione, Amore. Non riduciamo anch’essa alla stregua di qualcosa di piatto, inutile e incolore come la maggior parte delle cose odierne.

  49. Sig Loreto carissimo,lei sa cosa è un Bls-d,o PHTC,sa per caso lei a cosa si riferiscono queste sigle?Sono sigle di corsi che si devono frequentare e superare per essere dei soccorritori preparati.Lei sa cosa vuol dire prestare soccorso ad un politraumatizzato alla Sella dei due Corni,alla Ventricini,al Sassone?Lo sa cosa è un danno secondario?Lo sa cosa è la Golden Hour.Quello del trattamento di un politraumatizzato è un approccio delicato dove occorrono competenze ed abilità che solo personale specializzato e preparato può fornire,non mi dilungo oltre.Per quanto riguarda il suo” non si deve permettere” lei forse dimentica che viviamo in un regime di democrazia purtroppo per lei che rimpiange i tempi del “quando c’era lui”.Io le parlo di competenze e lei risponde con un retorica che sa di stantio ,quella retorica che giustifica ogni errore perche “sono eroi” ,lei dimentica forse che tutti sbagliamo , non entra nel merito delle questioni.Lei ha un atteggiamento arrogante ed astioso verso tutto quello che non sa di “Divisa”, prevenuto verso il nuovo,pronto a bacchettare chi esce dai sentieri,da chi pensa con la propria testa .Lei ha disprezzo per chi non la pensa come lei,per chi in montagna segue il proprio istinto,magari rischia,scommette ma è libero e questo a lei da molto fastidio!
    Per quanto riguarda i T.E. si informi da solo.Adesso risponda se vuole.Io non ho più nulla da dirle

  50. Per non far mancare materiale di “scandalo” ai “detrattori”, annuncio che, anche il Friuli Venezia Giulia ha adottato il “Soccorso in montagna a pagamento” presto sapremo in che misura, poi, la Valle D’ Aosta da subito ha adottato, e su tutte le stazioni, il pagamento del soccorso sulle piste, con un ticket di EURO 200.oo a chiamata. Infine il Trentino Alto Adige ed il Piemonte lo faranno a breve, forse entro questa stagione invernale.

    loreto bartolomei
    Maestro di sci a riposo.

  51. “””A sentire il Sig Loreto sembra che i cieli delle montagne abruzzesi somiglino a quelli del Viet Nam,sorvolati da decine di elicotteri”””…… Si è proprio così, qualche settimana fa due aerei militari hanno “superato la barriera del suono” sopra Corno Grande, facendo i due classici “botti”, ebbene su segnalazione di… sono intervenuti tre elicotteri, diecine di mezzi ed uomini, hanno iniziato a montare le tende in due “campi base”, uno a Montorio e l’ altro a Pietracamela, per poi in tutta fretta smontare il tutto ed andarsene. Qualche mese fa, il 15 novembre 2014, per recuperare due poveri alpini precipitati su Corno Grande, intervennero, perchè ben coordinati, ancora tre elicotteri, si disse che per un po’ si ostacolarono a vicenda, per poi lasciare il campo ad uno di loro””” scusi se è poco. Poi ”””…….”i Vigili del Fuoco hanno dato la loro disponibilità”Disponibilità è una cosa,altro è “essere in grado poi di gestire una persona vittima di incidenti” Non si deve permettere di mettere in dubbio la preparazione dei nostri Vigili del Fuoco, uomini dediti al sacrificio, una preparazione insuperabile e su tutti i campi, il loro lavoro di norma è operare al massimo di rischio, ed è comunque, pur usando tutte le precauzioni possibili, il Corpo con più alto numero di vittime, onore a Loro, NON LO SCORDI MAI”””. Infine, “””….”Il sig Loreto dimentica che il 118 in Abruzzo dispone di un elicottero appositamente predisposto per il soccorso in montagna e dove oltre ad un equipaggio sanitario(Medico,Infermiere) è in servizio anche un Tecnico di Elisoccorso del CNSAS”……., come posso dimenticare, è strano che non abbia detto che il tecnico di Elisoccorso è un “volontario”, che è reperibile a Preturo, a turno tra più di uno, mi ricorda quando percepisce giornalmente come “”rimborso spese””?? Non lo ricordo, mi informo. Che alcuni sono dipendenti e che quindi usufruiscono di permessi pagati dal proprio datore di lavoro, ma che se ripetuti nel mese, frequentemente, se il “rimborso è sostanzioso visto che il “volontario” resta li reperibile per 24 ore, possono assumere il peso di una seconda attività?? Mi può togliere queste curiosità visto che è così ben informato??
    loreto bartolomei Maestro di sci a riposo.

  52. scusate, ma di cosa vi scandalizzate?
    chi sono i reali proprietari dei 5000Km di coste italiane, i cittadini tutti o privati vari favoriti da uno stato complice?
    ed ora che sembra che un minimo di soldini possano arrivare dal microcosmo dell’arrampicata/sci alpinismo/alpinismo, ecco che il legislatore si sveglia.
    l’italia e’ un paese di ladri, profitattori, ruffiani e papponi…la geniale idea di trasferire parte del potere legislativo alle regioni non ha fatto altro che avvicinare ancora di piu’ quest’ultimi al legislatore. come gia’ scrissi, il silenzio assordante in questa storia non e’ quello di politici o faccendieri locali, ma quello dei vari collegi delle guide alpine, abruzzese o nazionale.

  53. E’ in corso una guerra ideologica e di classe che ha il fine di trasferire risorse finanziarie dagli strati meno abbienti a quelli più ricchi al fine di ottenere il controllo sociale. Questa ne è una scaramuccia che ci tocca da vicino nella nostra passione.
    Il metodo è farti pagare una cosa che già hai, adducendo ragioni pretestuose ma apparentemente plausibili e con l’aiuto degli utili idioti.

    Marco Lanzavecchia fa l’esempio dei ticket sanitari e dei pronto soccorsi: è un esempio pertinente e perfettamente adatto a dimostrare quello che intendo.
    In Italia negli anni ’70 le prestazioni del SSN erano gratuite: vi pare ragionevole sostenere che il medesimo servizio (perché non è che sia migliorato un granché) non sia sostenibile dall’Italia del 2015, che è molto, ma molto più ricca?
    Se il problema fosse una crescita non giustificata della spesa (ribadisco per il medesimo servizio), la soluzione di un pagamento aggiuntivo non ne è certo la soluzione. Anzi!
    Se il problema sono gli interventi dell’elicottero per una caviglia distorta in val di Mello, per esempio basterebbe non inviare l’elicottero ma due aspiranti guida pagandoli 500€ ciascuno, magari esentasse e sarebbe tutto risolto.
    Ma il problema non è questo, esattamente come il problema non è l’aumento ingiustificato dalla spesa sanitaria. Anzi, l’aumento delle spese in entrambi i casi, se è fatto pagare all’utente (che ha in realtà già abbondantemente pagato con le tasse) in favore del sistema è assolutamente funzionale alla guerra di cui sopra, drenando risorse e accentrando il controllo.
    E infatti non viene mai sollevato il problema dell’aumento delle spese (spesso stupide, ingiustificate se non addirittura “mafiose”) e quindi nemmeno analizzato o tantomeno affrontato.

  54. O forse vogliono fare l’accesso regolamentato al Gran Sasso come sul Monte Bove, usando la scusa della sicurezza invece del camoscio, come sui Sibillini? Dove se sei accompagnato da una guida alpina il numero di persone raddoppia….
    Meditate gente.

    E io? Se rivoglio fare “Di notte la Luna”, o la mia via sul Camicia (irripetuta), chi mi accompagna?
    Robe da matti…

    Se non stiamo attenti tra un po’ ci troveremo a pagare il biglietto come al cinema.

    Quoto al 200% l’intervento di Stefano Michelazzi.

    Samuele Mazzolini
    C.A.A.I.

  55. A sentire il Sig Loreto sembra che i cieli delle montagne abruzzesi somiglino a quelli del Viet Nam,sorvolati da decine di elicotteri.Poi…”i Vigili del Fuoco hanno dato la loro disponibilità”Disponibilità è una cosa,altro è essere in grado poi di gestire una persona vittima di incidenti .Il sig Loreto dimentica che il 118 in Abruzzo dispone di un elicottero appositamente predisposto per il soccorso in montagna e dove oltre ad un equipaggio sanitario(Medico,Infermiere) è in servizio anche un Tecnico di Elisoccorso del CNSAS.Perfetta combinazione di soccorso tecnico sanitario.Tale servizio, è pagato con le tasse degli abruzzesi e rientra nel cosiddetto Welfare,che se qualcuno l’avesse dimenticato, è il sistema sociale che vuole garantire a tutti i cittadini la fruizione di servizi sociali e che anche grazie a queste iniziative si sta demolendo a colpi di cannone.A meno che si voglia considerare chi va in montagna non appartenente al genere umano.Poi si parla di verbali redatti,di sanzioni,ammende….Signori in montagna si va per sentirsi liberi,per fruire di spazi immensi e silenziosi per provare emozioni e sensazioni profonde.

  56. A sentire il Sig Loreto sembra che i cieli delle montagne abruzzesi somiglino a quelli del Viet Nam,sorvolati da decine di elicotteri.Poi…”i Vigili del Fuoco hanno dato la loro disponibilità”Disponibilità è una cosa,altro è essere in grado poi di gestire una persona vittima di incidenti .Il sig Loreto dimentica che il 118 in Abruzzo dispone di un elicottero appositamente predisposto per il soccorso in montagna e dove oltre ad un equipaggio sanitario(Medico,Infermiere) è in servizio anche un Tecnico di Elisoccorso del CNSAS.Perfetta combinazione di soccorso tecnico sanitario.Tale servizio, è pagato con le tasse degli abruzzesi e rientra nel cosiddetto Welfare,che se qualcuno l’avesse dimenticato, è il sistema sociale che vuole garantire a tutti i cittadini la fruizione di servizi sociali e che anche grazie a queste iniziative si sta demolendo a colpi di cannone.A meno che si voglia considerare chi va in montagna non appartenente al genere umano.Poi si parla di verbali redatti,di sanzioni,ammende….Signori in montagna si va per sentirsi liberi,per fruire di spazi immensi e silenziosi per provare emozioni e sensazioni profonde.

  57. un altro passo verso la distruzione dello stato sociale. Sono occorsi decenni di lotte per acquisire certi diritti. Adesso in poco tempo lo stiamo distruggendo. Vai così !!

  58. Il CNSAS verrebbe dunque lasciato fuori.Ma non è l’unico tra i vari Corpi che si occupano di soccorsi in montagna ad avere tra le loro fila medici ed infermieri;che la quasi totalità di questi sono Anestesisti Rianimatori,Medici dell’Emergenza,Infermieri di area critica?Si lasciano fuori dunque solo coloro che forse sono i più titolati e che peraltro lo fanno come attività di volontariato(senza dimenticare che è comunque gente che ha dimestichezza con l’ambiente impervio) ,Tecnici del Soccorso Alpino turnano regolarmente in basi di Elisoccorso 118,non per volontà divina ma per ben precise indicazioni di Leggi dello Stato.A chi giova?Probabilmente bisogna giustificare degli stipendi che altrimenti non avrebbero senso!E chissenefrega poi se il malcapitato dovesse essere soccorso in modo approssimativo!Basta che paghi!

  59. Dissento un pocolino dall’analisi del mio amico Matteo Pellegrini. Il fatto che il soccorso in montagna sia un diritto sacrosanto non comporta automaticamente che debba essere automaticamente gratuito per tutti ed in tutte le situazioni. Che poi gratuito non è il termine giusto. Si dovrebbe dire condiviso, spalmato su tutta la società. Le risorse, indipendentemente dal governo (anche in senso lato) che le gestisce sono limitate e vanno amministrate. E’ un po’ il discorso dei pronti soccorsi ospedalieri che sono perennemente intasati da richieste che con la funzione del pronto soccorso poco hanno a che fare. Ma che sarebbe più opportuno destinare alla normale trafila medico di base e visita specialistica che la gente, per parecchi motivi, non ha voglia di fare. Per tali richieste sono stati appositamente inventati i codici bianchi che comportano il pagamento di un modesto ticket che dovrebbe fungere da disincentivo per rivolgersi al PS inopportunamente. E che detto per inciso sono amministrati con molta parsimonia dagli addetti al triage. E spesso per paraculismo. Ma questa è un’altra questione. Temo che considerare l’intera questione solo ed esclusivamente dal punto di vista “ideale” o ideologico del tutto per tutti sempre e comunque sia anche quello un eccesso. Ho assistito ad un paio di interventi di soccorso recentemente, entrambi costati alla collettività qualche migliaia di euro, che si sarebbero benissimo potuti evitare. Una caviglia slogata all’Antimedale non è una frattura sul Pilone Centrale. Perdere il sentiero che scende da un rifugio e dormire sotto un sasso nell’ottobre più caldo che io ricordi è quel poco di “carne dell’orso” che può entrare nel curriculum di esperienze di tutti. I casi possono e devono essere valutati. Poi se ci dobbiamo lanciare in benaltrismi e dire che un aereo da guerra costa di più di tutti gli interventi di soccorso alpino per un anno… beh facciamolo e teniamoci le nostre blindate sicurezze. Il pagamento di un ticket sul soccorso in determinate condizioni è uno dei mattoni che contribuiranno al NWO insieme alle onde HAARP, le scie chimiche e la demolizione controllata del WTC? Può darsi. Io personalmente qualche dubbio ce l’ho.

  60. Fulvio mi sembra più che un ottimo motivo. Mi sembra che sia un motivo di solidarietà e quindi di CIVILTA’ .

    Ma vaglielo a spiegare a certi personaggi che evidentemente misurano la civiltà di un paese da quanto è gonfio il portafoglio di chi ci abita e, sopratutto da parte di qualcuno…che ci abita.

  61. Aggiungo una riflessione da “montanaro” è un appunto da tecnico.
    Queste leggi sono un ulteriore sottrazione di servizi alla montagna. Sono un ulteriore discriminazione tra chi vive di montagna e chi in un ambiente diverso.
    Dopo la chiusura di uffici, scuole, servizi di vario genere, ora i turisti della montagna saranno discriminati rispetto ai turisti di altri contesti.
    Chi ancora tenta di tenere aperta una pensione in montagna, chi fa agriturismo in alpeggio, chi ha un campeggio, dovranno spiegare ai propri ospiti che, al contrario di quanto avviene al mare, al lago, o in città, essi dovranno munirsi di un assicurazione o accettare il rischio in caso di soccorso, di doverselo pagare.

    A chi cita la REGA, ottimo servizio offerto in Svizzera, dico però di far molta attenzione ad una cosa (magari leggerrsi bene le clausole dell’associazione ). La REGA è un servizio PRIVATO. Non ha obblighi se non quelli contrattuali e anche quelli prevedono appunto anche clausole d’esclusione.
    Il Servizio offerto dal 118 è molto diverso. Fa parte dei servizi universali. Fatte salve le ragioni di sicurezza per cui non si può mettere a repentaglio la vita dei soccorritori, il 118 non rifiuterà mai un intervento, perché non vi sono le condizioni contrattuali. Questo mi pare un buon motivo per tenerselo stretto.

  62. Da molto seguo questa questione. E di fronte ai commenti che sostengono quella che vedo come una deriva deresponsabilizzante e diseducativa, mi divido, sempre, continuamente, in due stati d’animo.
    Nel primo mi ostino a non voler credere nella incapacità logica dell’essere umano. E mi ritrovo quindi a chiedermi perché la montagna e l’educazione ad essa sia affidata a esperti (professionisti della montagna) che la sacrificano sull’altare del tornaconto (in termini di ego e in termini economici, evidentemente), e a non esperti (politici), che da essa si vogliono difendere legalmente (si veda discorso ARTVA, pala e sonda), e che in essa ne intravedono una fetta di mercato molto ghiotta (per chi non avesse ancora scorto questo trend, basti vedere l’accrescimento esponenziale del fatturato degli ultimi anni delle più importanti aziende di outdoor).
    Nel secondo mi ostino a non cedere alla dietrologia. E allora mi scontro con le incapacità logiche di molti interlocutori. Il discorso fatto da Fulvio Turvani è talmente lapalissiano, talmente semplice, che mi pare impossibile non comprenderlo. Per prendere delle decisioni ci si deve affidare all’oggettività, ai dati, probabilistici in questo caso, muovendosi di probabilità in probabilità sino all’impatto economico e educativo nel mondo reale. Non si può nemmeno pensare di approcciarsi a un iter legislativo, senza utilizzare un approccio di questo tipo. Se ci si muove (e in questo caso legifera) sulla base delle esperienze personali o dell’affettività che noi attribuiamo a un’attività si sbaglia. Non ci si concede di vedere in termini oggettivi (induttivi e deduttivi) le conseguenze delle nostre decisioni. Ma si ragiona nel qui e ora. Sbagliando spesso. In questo caso, quale l’impatto economico e quale l’impatto educativo della nuova legge? Possono essere fatte simulazioni in questo ambito per comprenderne le conseguenze. Sono state fatte? Si è in grado di farle? Suggerirei, nel caso la risposta sia negativa all’ultimo punto, di fermarsi un attimo a riflettere.
    Ma forse, forse, la verità sta nel mezzo, come spesso accade.

  63. Maestri di Sci, Accompagnatori di Media Montagna e forse anche Guide del Parco ? Chissà, ai posteri o ai Consiglieri Regionali (che ricevono telefonate a casa per impostare le leggi) l’ardua sentenza.

  64. Non a tutti, ma alla maggior parte dei Maestri di Sci se gli fai fare un ragionamento usando il cervello, svengono.
    Sacrosante le parole di Pellegrini e chi non si firma con nome e cognome legga, ma non scriva, non gli crediamo! Si o no?

  65. Non entro nel più ampio dibattito. Sono solo uno scialpinista romano e – con esclusivo riferimento alla pratica, nella Regione Abruzzo, della libera attività di skialp – sottolineo che la nuova legge della Regione Abruzzo del 16 ottobre 2015, n. 31, pubblicata sul B.U.R. della Regione Abruzzo,n. 109, del 21 ottobre 2015, ha modificato la precedente norma della L.R. 8 marzo 2005, n. 24 ( art. 99) prescrivendo nuove condizioni per l’esercizio dello scialpinismo (obbligo di avere con sè A.R.T.VA. , pala e sonda), ma non prevede alcun obbligo di assicurazione RC per la sua pratica.
    In verità tale obbligo era stato inizialmente proposto e approvato in Commissione Consiliare ma nel testo alla fine approvato dal Consiglio Regionale è saltato.

  66. Io temo che tutta la questione sia semplicemente un cavallo di troia.
    Mi pare ovvio che gli interventi in montagna non siano il punto e che il loro impatto sia in realtà irrisorio. Ma se iniziamo a far pagare gli interventi a qualcuno, è solo una questione di tempo: prima o poi riusciremo a far pagare tutti. E potremo seppellire un altro pezzo di welfare.
    Vi ricordate quando è stata aumentata al 19% l’IVA ma solo per i beni di lusso?
    La cosa era iniziata parlando di barche, dream cars e cose così.
    Così tutti con la bava alla bocca al grido “è giusto che i ricchi paghino”, senza pensare che è ben difficile dare una definizione soddisfacente di “bene di lusso”, hanno lasciato approvare la legge. Con l’accordo di sindacati e PCI.
    A quant’è oggi l’IVA?
    Chi va in montagna è l’obbiettivo perfetto: la maggioranza della gente pensa che sia un cretino che se la va a cercare, un pazzo che si mette in pericolo, gettandosi giù dalle pareti con ganci e corde, perciò da disincentivare e sanzionare. Non una persona normale. Inoltre non muove nemmeno un mercato importante, quindi non c’è nessuno “potere occulto” che possa mettersi di traverso.

    Quindi basta trovare qualcuno che si faccia parte diligente, sembri titolato a esprimere un parere autorevole e possa essere convincente.
    Non so se ci avete fatto caso: parte tutto da maestri di sci…
    Un maestro di sci sta all’alpinismo e agli incidenti in montagna circa come un bagnino di Rimini sta alla navigazione e alle collisioni in mare.
    Però sembra credibile e autorevole, tanto che nessuno ha ancora fatto questa osservazione.

  67. Signor Loreto, col massimo rispetto, anche perché sono convinto che lei sia una brava persona, faccio veramente fatica a seguire i suoi ragionamenti (ho letto anche il precedente post sull’argomento con i relativi commenti).
    In tutta sincerità, ci può dire quante sono le situazioni di cui è venuto a conoscenza, direttamente ed indirettamente, riconducibili ad imperizia, imprudenza, attrezzatura non idonea, ecc.? Non dica molti perchè tale termine, qualora non riconducibile a delle statistiche, lascia il tempo che trova e non dica nemmeno che un solo incidente mortale potrebbe giustificare tutto questo. Cioè, rendiamoci conto, siamo nel campo dell’imponderabile ed ha perfettamente ragione Alberto Benassi quando scrive che “L’alpinismo è un’attività pericolosa e il rischio è una componente dell’alpinismo, fa parte del gioco”.
    Anche solo suggerire l’intervento di una Guida Alpina oltre un certo grado si presta a valutazioni estrememnte soggettive. Quale sarebbe questo grado? Ci sono persone che necessitano della guida per fare un III° UIAA, altre che salgono con disinvoltura l’VIII°. Non vorrei dire una stupidata ma mi pare che al corso guide si debba superare il 6b e, personalmente, ho avuto modo di conoscere guide che oltre tale livello effettivamente non vanno. Tra le altre cose mi sentirei di dire che non si può restringere il campo dell’alpinismo ai soli gradi dell’arrampicata su roccia, ghiaccio o misto. in quanto trattasi di attività estremamente complessa nella quale i gradi sono un mero punto di riferimento ma vanno sempre presi con le molle perché dipende dal tipo di roccia, dalla consistenza del manto nevoso, dalle situazioni metereologiche, e quant’altro.
    Sull’approntare corsi di sensibilizzazione e formazione non posso che essere d’accordo, ci mancherebbe, vorrei vedere chi non lo sarebbe, ma poi mi fermerei lì. Andare oltre significa farsi del male.

  68. Sig. Loreto Bartolomei , questa sua affermazione: ” Era un modo per fare delle attività di montagna in piena sicurezza,..” è un pericoloso falso messaggio perchè NON ESISTE la piena sicurezza e non esiste nessuno, nemmeno una guida alpina, che ti può garatire la piena sicurezza.
    Evidentemente lei scrive queste cose perchè non sa cosa è l’alpinismo.

  69. tutti, andando in montagna, possono incappare in un incidente. Le persone più preparate, le più prudenti, le più attrezzate, sono soggette ad incidenti. L’alpinismo è un’attività pericolosa e il rischio è una componente dell’alpinismo, fa parte del gioco.
    O dichiarimo l’alpinismo un’attività fuori legge e mettiamo in galera tutti coloro che lo praticano.
    Oppure non possiamo eliminare il rischio e la libertà di praticare l’alpinismo in base alla personale capacità e visione (vedi alpinismo solitario, alpinismo invernale) altrimenti ne decretiamo la morte.
    Le più grandi imprese che hanno fatto la storia dell’alpinismo sono state un osare, un andare oltre mettendosi in gioco accettando i pericoli.
    Ma questo mettersi in gioco fa parte della storia dell’uomo. Cristoforo Colombo quando ha traversato
    l’ Atlantico con tutti i pericoli che questo avrebbe comportato si è messo in gioco andando verso l’ignoto.
    E’ stato un’incoscente?

  70. Gentile sig. Michele Dalla Palma, fino all’ età di 45 anni pesavo 69 kg. e sono alto mt. 1,82, il metabolismo poi si è modificato e mi ritrovo sicuramente appesantito nella “stazza” ma le assicuro vivacissimo nel cervello, oggi ho 67 anni. Sono tanti che non gradiscono che nella proposta viene detto che “sopra un certo grado di difficoltà sia obbligatoria la figura della Guida Alpina”, che accompagna i clienti ad affrontare una salita impegnativa. Avevo pensato che se esiste la figura della Guida Alpina a qualcosa dovesse servire, o forse serve solo per andare a riprendere infortunati quando va bene? Poi chi doveva decidere quali vie erano interessate erano i responsabili addetti del Soccorso Alpino. Era un modo per fare delle attività di montagna in piena sicurezza, se tutto questo non viene accettato dagli “addetti ai lavori”, perchè non tutti la pensano così, sarà rivisto, non sarà “obbligatorio” ma sarà solo “suggerito”. Signori va bene adesso, tutti felici? Per il resto nulla può essere assolutamente modificato. Per quando riguarda poi “si è capito che è solo un fatto economico”, bene io sono pensionato, Paolo è dipendente statale, ho due figli, uno lavora nell’ esercito, l’ altro ha un’ azienda di vendita veicoli e noleggio attrezzature per l’ edilizia, Paolo è singolo ed ha un fratello musicista. Non vedo dove noi potremmo guadagnarci, se poi qualcuno ha notizie diverse lo denunci qui.
    loreto bartolomei
    Maestro di sci a riposo.

  71. Secondo me alla fine salteranno fuori tanti e tali distinguo che l’eventuale legge risulterà applicabile soalmente a casi talmente eclatanti da non destare nemmeno interesse.
    Fermo rerstando quanto sottolinea Fulvio Turviani in merito alla discriminazione rispetto ad altre attività, termini come imperizia, imprudenza, ecc. non hanno alcun significato in assenza di parametri di riferimento oggettivi ed inconfutabili. In caso contrario dovrà tutte le volte esprimersi il giudice, visto che le cause fioccheranno.
    Può essere vi sia sotto un interesse economico, non lo escludo, ma ancor di più temo vi sia sotto una scarsa volontà di riflettere a tutto campo, basata su una visione superficiale del fenomeno. Posso comprendere che, di fronti a casi particolari d’imprudenza, emerga un risentimento mirante a mettere la parola fine a certi comportamenti ma così facendo si dimentica la stragrandissima maggioranza di persone responsabili che vanno in montagna, le quali, per le più svariate ragioni, possono incappare in incidenti.

  72. Personalmente concordo con Popi MIotti e Michele Comi e dirò qualcosa in più… :
    se vi sono guide che ambiscono al posto fisso li consiglio di fare un bel concorso pubblico, piuttosto che tentare di snaturare ciò che è la categoria professionale alla quale appartengono. C’è una bella differenza tra l’una e l’altra realtà lavorativa, piuttosto elementare da comprendere…
    Assicurazioni obbligatoria… alla faccia del Paese libero e democratico…
    Il soccorso alpino nasce come realtà volontaria per un motivo ben preciso: SOLIDARIETA’! Ma probabilmente questo concetto è ormai sconosciuto ai più che vedono nell’infortunato di turno o sfotunato di turno, soltanto un esborso di denaro pubblico piuttosto che un proprio simile in difficoltà . Di questo passo guai ad uscire di casa anche per fare la spesa…
    ARTVA (pala e sonda) obbligatori … già la legge lombarda lo prevede dalla scorsa stagione…NULLA DI PIù DISEDUCATIVO! Piuttosto di spendere soldi nell’educazione e quindi formazione dei propri cittadini le comunità preferiscono buttarli in gettoni di presenza ed affini per inifinite riunioni decisionali (i politicanti di turno ne giovano di sicuro…) decidendo quale escamotage approvare per fare cassa (ormai evidentemente costruire superstrade con limiti di velocità 50 km/ora e multare lo sprovveduto che corre a 60 su 4 corsie o metter parcheggi a pagamento ogni dove, non basta più…!). E così ci ritroviamo con gente che va in giro con l’ARTVA nello zaino, che neanche sa come si accende ma che può ritenersi un bravo cittadino che scrupolosamente segue le leggi… Che poi capire come funziona e soprattutto farlo funzionare nel momento del bisogno sia pratica molto difficile che necessita di continui allenamenti rimane in secondo piano… in fin dei conti all’amministrazione pubblica del cittadino frega soltanto che paghi…!

  73. Che bello! Volete dire che la prossima volta che andrò a scalare al Gran Sasso oltre al piacere della scalata proverò anche quello della trasgressione? Due piccioni con una fava. Se poi mi capiterà anche qualche ingenuotto da pigliare per il kulo avrò fatto l’en plein. Guarda cosa ti riserva la vita… 😉

  74. Per la serie, “come se non ci fossero cose più importanti cui pensare” leggo abbastanza divertito la sequela di incredibili notizie abruzzesi di cui già sapevo qualcosa. A malapena riesco a scorgere lo zelo che ha mosso i promotori vedendoci ben altro e molta potenziale confusione che alla fine lascerà probabilmente le cose come stanno. Quanto alla Guida alpina obbligatoria stenderei un velo pietoso: per andare a vela avrei bisogno dello skipper, per il pedalò basterebbe il bagnino, ma ci vorrebbe. Per fare speleo non ci sono ancora professionisti ma li formeremo. Per il parapendio ci faremo accompagnare da un pilota patentato. Alla fine, anche per guidare su strada (visto che il pericolo è paragonabile se non superiore a quello di andare a scalare) ci vorrà un pilota specializzato al fianco. Ma, come giustamente sottolinea Comi, anche il professionista è fallibile. E allora? Che si fa?
    Deresponsabilizzare è una strada molto pericolosa. Soccorso a pagamento? Dico si, ma non con il cervellotico sistema italico ormai adottato da alcune regioni. Un’assicurazione sul modello della REGA elvetica (https://www.rega.ch/it/home.aspx) mi pare la cosa migliore. Basterebbe che nella fase promozional-educativa di partenza in tutti i rifugi, gli alberghi o i punti informativi, oltre che naturalmente on line, l’utente potesse iscriversi. E chi non è iscritto lo fa a suo rischio e pericolo perché anche per l’incidente più grave andrebbe a pagare. Chi invece è iscritto al CAI o altre associazioni di montagna dovrebbe essere coperto dall’assicurazione compresa nel costo di affiliazione al sodalizio e quindi l’assicurazione per il soccorso pagata privatamente sarebbe un qualcosa in più.

  75. Ma non ci ha portato mica il fiume in pena , non siamo mita tutti così cretini!!

    L’abbiamo capito benissimo che questa è solo una questione economica e si usa il paravento della preoccupazione della sicurezza per gli altri per nasconderla.

    In realtà ai vari LORETO della sicurezza degli altri non gli frega nulla!!

    Gli interessano solo i soldi.
    Perchè infierire solo sugli alpinisti e non su tutte le altre categorie, come scrive Fulvio Turvani?

    Semplice, perchè gli alpinisti sono un anello debole della catena e difronte all’opinione pubblica fanno un’attività rischiosa ma soprattutto inutile.

    Ma almeno abbiate il coraggio delle vostre azioni. Dite la verità.

  76. “Non puoi parlare di ciò che non conosci. Non puoi condividere quello che non senti. Non puoi trasferire quello che non hai e non puoi dare quello che non possiedi. Per dare e per condividere, e perché sia efficace, devi prima possederlo. La buona comunicazione comincia con una buona preparazione”.Jim Rohn (non Jim Bridwell).
    Già ero intervenuto, fugacemente, su facebook (luogo di giudizio universale e gratuito) in merito a questi “stati d’ansia” che pervadono tutti i praticanti della montagna non professionisti, e lo ribadisco ancora qui, vuoi perché è domenica sera e sono solo, vuoi perché l’umanità pare davvero senza via d’uscita: prima di parlare, giudicare e sparare sentenze a casaccio occorre conoscere bene i fatti. Fortunatamente nessuno di voi è un giudice della corte! Buon proseguimento…..

  77. Da Abruzzo Web 15-09-2015

    “”D’accordo sulla modifica legislativa anche le Guide alpine, che ne rivendicano in qualche modo la paternità. “Con le dovute precauzioni, quindi con l’equipaggiamento di rito, come l’Arva (apparecchio di ricerca in valanga, ndr), quella dei fuoripista è una libertà di cui l’escursionista gode in molte parti, anche in molte regioni alpine”, dice il presidente, Agostino Cittadini.

    “L’aggiunta della responsabilità civile deve aprire la strada al soccorso a pagamento”, come già avviene sulle Alpi o in Svizzera, “dove si paga tutto, facendo un’assicurazione con la Rega, la guardia aerea di soccorso”.

    Anche perchè la macchina dei soccorsi che si mette in moto in casi di emergenza è fatta di personale specializzato e mezzi equipaggiati, il tutto ha costi spesso non trascurabili. “Paghiamo già la sanità – ammette Cittadini – , ma quando il soccorso è dovuto a imperizia e non è di tipo sanitario il discorso è diverso”. E il motivo dell’assicurazione è proprio per sopperire ai costi. “Oggi – ricorda – si consiglia di farsi la tessera al Cai proprio perchè include una assicurazione tra l’altro di carattere europeo”.

    E poi, non c’è nessun rischio di incentivare una pratica pericolosa perchè tanto oggi il fuori pista si fa lo stesso, con la differenza che spesso si esercita senza le dovute precauzioni e senza essere assicurati.

    Ne è sicuro Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale del Pd, firmatario della proposta di modifica legislativa, che annuncia che si sta lavorando anche sul soccorso a pagamento nei casi di imperizia, perchè è giusto essere soccorso gratuitamente in caso di incidente, ma “se vuoi andare sulla Direttissima del Gran Sasso con le infradito, allora paghi”.

    Favorevole al soccorso a pagamento ma scettico sull’obbligo dell’Rc Ferdinando Lattanzi, scialpinista e appassionato di montagna a 360 gradi. “Posso capire che nell’ambito stradale dove la probabilità di incidente può essere alta devi premunire gli automobilisti obbligandoli ad assicurarsi, ma il free ride è una pratica che tendenzialmente fanno persone esperte. Qual è il principiante che si avventura nello scialpinismo? Se si fa una statistica – aggiunge – a essere soccorsi sono essenzialmente gli escursionisti della domenica sulla Direttissima”.””

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    Commento di “Agostino”

    “Buon giorno, vorrei fare delle precisazioni e far notare che quanto esposto su questo articolo il novanta per cento non risponde a verità . Cominciò nel dire che riguardo alla modifica della legge regionale n.20 art.99 tutto il lavoro è stato effettuato dal sottoscritto in qualità di Presidente del collegio guide alpine Abruzzo coadiuvato dal vice Presidente dei maestri di sci Luigi Faccia e dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e nessun’altra delle persone che cita il sig. De Luca.
    Riguardo la legge sul soccorso a pagamento è tutto falso quello che avete scritto , in quanto la legge è in discussione ed io sono a quel tavolo e posso affermare che il lavoro che stiamo portando avanti è molto complicato e non si concluderà con quattro battute per farsi una campagna politica. La mia proposta, accettata da tutti i presenti, è stata quella di fare una legge in cui venga rimarcato che bisogna fare prima di tutto informazione, formazione e poi eventualmente far pagare gli utenti incauti che vengono soccorsi per imperizia. La regione Abruzzo ha stanziato circa due milioni e mezzo di euro per là sentieristica, il rifacimento delle vie ferrate ed altre cose riguardanti la fruizione della montagna. Verrà fatto un data base dei sentieri, delle vie ferrate, dei percorsi di mountainbike, di downhill, di fuoripista, di ippovie, delle vie di arrampicata in falesia. Tutto questo verrà monitorato a cadenza annuale.
    Per concludere posso dire che ci vorrà ancora del tempo e molti incontri prima che vada in porto una legge sul soccorso a pagamento in ABRUZZO”.

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    Ribadisco:

    Loreto Bartolomei cerca di riassumere la situazione, almeno dal suo punto di vista: “Chi frequenta la montagna camminando sui sentieri segnati nulla deve pagare se per caso subisce un incidente: se però andando in ospedale il codice sarà verde, e quindi non viene ricoverato, non subisce medicazioni e torna a casa, oppure addirittura nel caso che il “soccorso” venga portato a valle alla propria autovettura, in questi casi il “furbo” paga il soccorso per intero. Se invece è soccorso un alpinista, dotato dell’attrezzatura necessaria e se l’infortunio avviene per fatalità, insomma quando non poteva onestamente essere previsto: se il “soccorso” è ferito e al pronto soccorso viene medicato, ha dei giorni di ricovero o di convalescenza, nulla deve per il servizio. Se invece l’evacuato viene sorpreso con attrezzatura inadatta, o se andando in ospedale gli viene assegnato codice verde, e quindi non viene medicato, ricoverato, allora deve pagare per intero il soccorso…

    L’accompagnamento da parte della guida alpina sarà obbligatorio a partire da un certo grado di difficoltà dell’arrampicata, questo sarà stabilito dal collegio delle guide. Essendo le operazioni di soccorso effettuate da personale (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Forestale, Vigili del Fuoco) con ruolo di Polizia Giudiziaria, saranno loro a certificare con un rapporto l’accaduto. Insomma, il tempo dei “furbetti” con infradito che una volta stanchi si fanno riaccompagnare in macchina a valle aggratis, e finito.”

    Non rispondo più a commenti di chi vuole travisare le mie, le nostre parole, da “corso per acquisire le prime nozioni sulla sicurezza in montagna”, finisce in “obbligatorio un patentino”. Da, “sopra un certo grado di difficoltà uno deve essere accompagnato da una guida alpina”, finisce in “anche le guide devono essere accompagnate da una guida alpina”. Ridicolo.

    Non abbiamo la presunzione di dire, Paolo ed io, che la regione Lombardia e la regione Piemonte hanno accolto ed attuato la nostra proposta, che portiamo avanti da oltre un anno e mezzo, la verità e che oggi li è legge, adeguandosi alla altre regioni Italiane, Trentino, Veneto e Valle D’ Aosta, dove il soccorso era già a pagamento.

    > IRRINUNCIABILE <

    ""Essendo le operazioni di soccorso effettuate da personale (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Forestale, Vigili del Fuoco) con ruolo di Polizia Giudiziaria, ( elissoccorso dei Vigili del Fuoco i quali hanno offerto la loro disponibilità ) saranno loro a certificare con un rapporto l’accaduto.""

    loreto bartolomei
    Maestro di sci a riposo

    (ANCI) Fare ironia su un errore di battitura poi !!!!!!!! certifica il livore………

  78. Non me ne voglia il signor “Loreto”, però dall’immagine e dalla stazza che presenta non mi sembra il prototipo dell’appassionato escursionista/alpinista (se escludiamo i cultori di immani porzioni di polenta&cervo in baita, che fanno tanto “montagna”)! Pertanto, chi gli dà l’autorità di decidere dove e con chi devo andare?
    A tutti i mentecatti che sfrecciano ad alta velocità su auto e moto, magari dopo un “pieno” di alcool, non solo in autostrada ma anche nei centri abitati, abbiniamo allora obbligatoriamente un istruttore di scuolaguida? L’insensatezza e dabbenaggine di una simile proposta si commenta da sola, e non a caso le guide alpine sono le prime a rimandare al mittente una simile stupidaggine.
    Per quanto riguarda il soccorso, diverso e in parte condivisibile il discorso: qualora si accertasse l’incompetenza e soprattutto la mancanza di preparazione/esperienza/materiali (anche di abbigliamento) di coloro che si avventurano in situazioni che non sono in grado di affrontare, si può discutere su un rimborso, ma comunque “dopo” l’intervento. In realtà, questa sottolineatura della necessità di essere ben attrezzati e ben preparati nell’affrontare l’ambiente montano, ritengo sia più uno stimolo a valutare le varie situazioni e le proprie capacità con serietà e coscienza, più che una minaccia economica.
    Perciò, ragionate pure sui “costi” da addebitare agli sprovveduti, ma che nessuno si permetta, proponendo dei “tutor” a pagamento, di intromettersi nella sfera personale e nella libertà individuale di ognuno di mettersi in discussione affrontando il pericolo insito in ogni uscita in ambienti ostili, impegnativi e a volte anche imprevedibili come la montagna, ultimo paradiso della libertà, che quelli come me difenderanno con unghie, denti, piccozze e altri corpi contundenti dalle bramosie ci “controllo” di chicchessia.
    Michele Dalla Palma
    Direttore Responsabile della rivista
    TREKKING&OUTDOOR

  79. Io credo che siamo alla follia pura, il ridicolo è già stato ampiamente oltrepassato.
    Mi sembra di notare poi un certo interesse economico…
    Gli istruttori nazionali e gli accademici sono equiparati alle guide?
    Alexander Huber dovrà aprendere la guida per salire sul Corni Grande?

  80. “eventualmente far pagare gli utenti incauti che vengono soccorsi per imperizia”
    .
    Ed io continuo a pormi sempre la stessa domanda. Perché?
    Guardi sig. Agostino. Io sono molto preoccupato perché queste leggi stanno fiorendo un po’ ovunque e tutti sembrano in preda al sacro fuoco di far pagare il soccorso ad un qualche tipo di alpinista.
    La perizia in alpinismo la s’impara sopratutto facendo dell’alpinismo. E poi si torna sempre li. Perché gli alpinisti si e tutto il resto del mondo no?
    Ho qui sottomano i dati statistici del CNSAS Lombardo del 2013.
    Su 985 interventi, 40 sono classificati per incapacità. Ma di questi 40 incapaci, solo 9 (NOVE), stavano facendo attività alpinistica.
    Ora io non conosco i dati che riguardano la sua regione ma immagino siano in proporzione e quindi mi chiedo: ha senso fare una legge che riguarda meno dell’1% dei casi? Molto probabilmente la stessa emanazione e gestione, se davvero sono esclusi gli altri casi, costerà più di quanto potrà mai incassare.
    .
    E poi torno sempre li… alcuni si, alcuni no.
    Sempre dalla stessa statistica leggo che il CNSAS lombardo nel 213 è intervenuto 13 volte per incidenti dovuti a sci fuori pista, 119 volte (CENTODICIANNOVE), per lo sci su pista… Come mai chi scia in pista non paga? Nella sua regione le statistiche sono cosi diverse?
    .
    Mi spiace ma mi resta sempre lo stesso sospetto. Si pretende di educare attraverso la sanzione.

  81. E quando a sbagliare è una guida alpina e ci rimette la vita insieme al suo cliente. Perché è successo, cosa facciamo?

    Come ha scritto Michele Comi , che facciamo nominiamo la super-super-guida?

    Ma via non siamo ridicoli.

  82. Sig. Agostino, se è tutto falso se la prenda con il Sig. Loreto Bartolomei che sembra essere il padrone del Gran Sasso oltre ad essere colui che ha il vangelo di come si deve e di cosa di può e non si può fare in montagna.
    La montagna e di tutti e di nessuno, Sicuramente non è dei vari Loreto che vorrebbero imporre la loro visione a tutti. Questa è limitazione della libertà personale.
    In montagna si va liberi in base alle proprie capacità e alla personale visione. Se uno sente il bisogno di prendere una guida alpina per fare una certa ascensione, libero di farlo. Ma deve essere una scelta sua, non una imposizione di legge.
    L’alpinismo, l’andare in montagna è un’attività in cui si respira la LIBERTA’ che è uno dei più preziosi doni che abbiamo e non saranno certo i vari Loreto a togliercela.

  83. È il discorso del cane che si morde la coda, e quindi gira… senza trovare una soluzione. L’articolo sa tanto di politichese, no per l’autore ma per quelli che vogliono fare modifiche ad un qualcosa che si può gestire diversamente. D’accordo a far pagare le spese di recupero a “spacconi” che vanno al Corno grande con infradito o quasi, ma l’assicurazione obbligatoria e la guida alpina, sono idee difficili da condividere. Una considerazione su chi farà il soccorso. Tutte le forze di polizia in divisa… e il CNSAS? Non farà più soccorso? Quindi non ha più motivo di esistere?

  84. Buon giorno, vorrei fare delle precisazioni e far notare che quanto esposto su questo articolo il novanta per cento non risponde a verità . Cominciò nel dire che riguardo alla modifica della legge regionale n.20 art.99 tutto il lavoro è stato effettuato dal sottoscritto in qualità di Presidente del collegio guide alpine Abruzzo coadiuvato dal vice Presidente dei maestri di sci Luigi Faccia e dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e nessun’altra delle persone che cita il sig. De Luca.
    Riguardo la legge sul soccorso a pagamento è tutto falso quello che avete scritto , in quanto la legge è in discussione ed io sono a quel tavolo e posso affermare che il lavoro che stiamo portando avanti è molto complicato e non si concluderà con quattro battute per farsi una campagna politica. La mia proposta, accettata da tutti i presenti, è stata quella di fare una legge in cui venga rimarcato che bisogna fare prima di tutto informazione, formazione e poi eventualmente far pagare gli utenti incauti che vengono soccorsi per imperizia. La regione Abruzzo ha stanziato circa due milioni e mezzo di euro per là sentieristica, il rifacimento delle vie ferrate ed altre cose riguardanti la fruizione della montagna. Verrà fatto un data base dei sentieri, delle vie ferrate, dei percorsi di mountainbike, di downhill, di fuoripista, di ippovie, delle vie di arrampicata in falesia. Tutto questo verrà monitorato a cadenza annuale.
    Per concludere posso dire che ci vorrà ancora del tempo e molti incontri prima che vada in porto una legge sul soccorso a pagamento in ABRUZZO

  85. Si va in montagna per essere liberi
    per scuotersi dalle spalle tutte le catene che la convivenza sociale impone
    per non inciampare ogni due passi in imposizioni e proibizioni
    Si va in montagna anche per sbizzarrirsi una buona volta e immagazzinare nuove energie

    Tita Piaz

    Mi domando quale idea di libertà e della montagna abbiano questi signori…

  86. Chi prende la guida lo fa perché ha un idea matura dell’alpinismo, non perché obbligato per legge.
    Ancora una volta emerge la necessità di cultura e quindi di educazione.
    A chi si scandalizza per la scarpa da ginnastica sul sentiero, chiedo se davvero si è sempre trascinato gli scarponi su per le vie di roccia, perché io quando andavo ad arrampicare a Rocca Castello, mi portavo le scarpette da ginnastica nello zaino, da usare in discesa.
    E per quanto riguarda il sandalo della foto… mi ricordo che per un certo periodo il sandalo in montagna era diventato una filosofia al punto che ALP vi dedicò un artico di diverse pagine.

  87. Sono una guida, umana e fallibile. Al primo errore avremo l’obbligo della super guida e poi della super, super guida, scordandoci che l’unica cosa certa in montagna è l’incertezza. Andate al diavolo.

  88. La proposta è palesemente discriminatoria perché, come già evidenziato da alcuni commentatori, tratta l’alpinismo in modo diverso rispetto ad altre attività umane. Prepariamoci, organizziamoci tutti gli appassionati per resistere a questi attacchi alla libertà!

  89. mah…per me c’è solo da rimanere perplessi da tanta arroganza e superiorità di intenti,io la montagna l’ho sempre affrontata per gradi,ma ogni volta che guardo indietro mi rendo conto che spesso mi è andata bene,e questo posso dirlo anche rispetto alla vita stessa….
    di quelle volte che ho fatto il bagno al lago ,nel fiume o in barca ed essere sorpreso dal vento,o che ho guidato ubriaco per un amore finito…e ancora adesso che ho 50 anni ,nelle mie escursioni, mi sento libero .libero di esplorare di sentire i limiti che avanzano,di raccontare e di ascoltare ,racconti di chi fa… di chi vorrebbe, di cacciatori ,di fungaioli e dei nostri vecchi teleferisti boscaioli…in loro non sento arroganza ,forse qualche volta presunzione,che col passare degli anni diventa si placa per lasciare il posto alla saggezza

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