Pensieri

Questo scritto ha 50 anni esatti: è stato scritto nel 1975 ed è stato pubblicato sull’Annuario GISM del 2005-2006. Profetico?

Pensieri…

L’idea alpinistica, dopo il suo grande corso nelle Alpi, si è sviluppata ed è cresciuta a tal punto che le Alpi non le bastano più.

Altre montagne, più grandi e più lontane, allettano ogni giovane e le Alpi, a prezzo ovviamente anche di incidenti, si avvicinano a diventare solo una grande palestra per più grandiose avventure. I giovani alpinisti di tutte le nazioni, dopo aver raggiunto in due anni ciò che la storia dell’alpinismo ha raggiunto in duecento anni, guardando una qualunque delle pareti alpine, d’estate o d’inverno, non pensano più che sia impossibile. Tutto è possibile, in quanto tutto, o quasi, è stato fatto. Ed è solo questione di pochi anni per il resto.

Ma quando prendono in mano la fotografia di qualche gigante himalayano, o di qualche arditissima guglia della Patagonia, o di una barocca cresta ghiacciata delle Ande, o di una spaventosa ghiacciaia dell’Alaska, ecco che la loro fantasia si accende, come quella dei pionieri di fronte alla Marmolada, come quella di Comici di fronte alle Lavaredo. Una fantasia che li spinge a desiderare, a compiere, a osare, con quell’inconscio timore di non riuscire bilanciato dalla razionale sicurezza di potere.

Purtroppo in questi desideri non basta più l’idea. Occorre trovare delle persone che la pensano allo stesso modo, occorre uno spirito pratico di intraprendenza nei riguardi dell’industria dell’articolo sportivo e non. L’enorme sforzo economico che richiedono le spedizioni extraeuropee non può essere affrontato con la sola e pura idea di osare e vincere.

Allora ecco che nuovi elementi si aggiungono nella valutazione delle imprese: mentre prima non si era mai tenuto conto delle differenze di preparazione “economica”, ora purtroppo occorre averne una giusta stima.

L’arte di salire le montagne perciò si addosserà una nuova complessità; ogni giudizio dovrà tenere in considerazione più variabili, e magari salirà il livello di una ancora più generale incomprensibilità.

Questi dunque sono gli sviluppi futuri di una attività umana, troppo limitata ad alcuni uomini per essere generalmente compresa come un’arte.

Mentre non è certo provato che l’alpinismo migliori l’uomo che lo pratica (per lo meno moralmente), è invece fuori discussione che migliori l’umanità, attivando ciò che è un continuo desiderio di essa, di osare e agire. La conquista del Monte Bianco, la vittoria sull’Everest e altre possono essere paragonate alla conquista dei Poli, della Luna e via dicendo.

Anche l’alpinismo quindi è storia dell’uomo.

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Pensieri ultima modifica: 2025-03-11T05:52:00+01:00 da GognaBlog

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9 pensieri su “Pensieri”

  1. L’alpinismo è stato uno dei luoghi della vanità maschile.

    E allora? Qual’è il problema? Raccontarsi è vantarsi? Non penso proprio. Caso mai è come lo fai che fa la differenza.

  2. Vanitas vanitatum et omnia vanitas

    L’alpinismo è stato uno dei luoghi della vanità maschile.

    Il terreno della misurazione centimetrica del proprio ego.

  3. Capisco la sottigliezza del tuo pensiero in merito, per certi versi è anche comprensibile, se si vuole ritrovare le sensazioni dei primi salitori. Ma c’è una difficoltà pratica.

    Se si vuole mettere altri nella condizione di ripeterla, diventa necessario…

    Diventa necessario che si dia, almeno un minimo di informazioni sulla salita, altrimenti se:

    […] zero parole.

    Come si può sapere della salita alpina, quindi ripeterla?

  4. Una volta compiuta l’opera entra in una sfera di unicità irripetibile.
    Se si vuole mettere altri nella condizione di ripeterla diventa necessario – nel caso di una salita alpina – non renderla pubblica, lasciare la montagna come la si è trovata. Zero chiodi, ma soprattutto zero parole.
    Nessuno ha diritti sulle linee di salita.

  5. Se una salita è un opera d’arte unica ed eccezionale, è tale la si vuole onorare, come il suo autore, ad esempio la Divina commedia, bisogna tollerare le note a margine per tutti i lettori.

    Le note a margine, sono un commento, un’interpretazione, una spiegazione. Ma non possono essere una sostituzione, una modifica.

  6. Alpinismo e arte.
    Nell’insistere sul mantenimento inalterato delle condizioni in cui i primi salitori trovarono la montagna, si ipotizza che le loro visioni, i loro stati psicofisici, motivazioni sentimenti etc etc, siano riproducibili, degradano così l’arte – tale per l’unicità dell’oggetto e dell’artefice- a fatto meccanico.
    Se una salita è un opera d’arte unica ed eccezionale, è tale la si vuole onorare, come il suo autore, ad esempio la Divina commedia, bisogna tollerare le note a margine per tutti i lettori.

  7. Montagna ovvero “droga”dell’uomo alpinista.
    Ma mentre la droga, quella vera sale lenta o veloce al cervello lasciando un (dopo) granvuoto da riempire, la montagna la sali e scendi come vuoi (puoi)tu. Ti fa vedere dentro come sei e sta a te scegliere di farlo o non farlo, ad un giusto dosaggio. E ti rimane dentro per sempre… granpieno.
    Mentire tu non ti puoi ,tu chiamale se vuoi emozioni…
    Troppe -prese- hanno “rubato”?le -imprese-e l arte A. anche se alimentato il grado aumentandolo si è banalizzata.
    L articolo e i suoi pensieri erano preconizzanti allora perché basati sulla  grande apertura commerciale profilatasi però piu sul tramonto che sul nuovo mattino.
    Benché validi e attualissimi i “pensieri”di ieri è difficile fare lo stesso oggi con dei pronostici sulla strada e quindi storia che farà l alpinismo.
    Ogni tanto riappare sulla ribalta (ora si chiama social) una nuova stella ma mai così luminose come viste in passato,  capaci di coinvolgere lettori e masse non arrampicanti.Ed ecco l’ incomprensibilita’ : o danzi slegato con mille metri sotto di te, clown di un circo per niente nuovo o puoi avere tutti i costosi ottomila metri sopra di te e a parte i pochi addetti sparisci nel Nulla come dice Ratman. 
    Pensieri.
     
     
     

  8. Mentre non è certo provato che l’alpinismo migliori l’uomo che lo pratica (per lo meno moralmente), è invece fuori discussione che migliori l’umanità, attivando ciò che è un continuo desiderio di essa, di osare e agire. La conquista del Monte Bianco, la vittoria sull’Everest e altre possono essere paragonate alla conquista dei Poli, della Luna e via dicendo.
    Anche l’alpinismo quindi è storia dell’uomo.

    Che l’alpinismo si storia dell’uomo è vero. Ma non sono convinto che migliori l’umanità attinando l’osare e agire.
    L’osare e l’agire non sono di per se atti positivi, dipende da come lo si fa.
    Anche la violenza, la sopraffazione sono osare ed agire.

     

  9. Si direi decisamente attuale. Fatto salvo che già allora si diceva che tutto fosse fatto. E invece grazie a dio di nuove linee e di nuove avventure leggiamo ancora oggi. Mi trova poi particolarmente d’accordo l’ultimo paragrafo.

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