Per le alpiniste, pericoli in più

Le donne denunciano sempre più molestie sessuali e abusi nello sport, comprese le accuse contro il famoso scalatore Nirmal Purja.

Per le alpiniste, pericoli in più
di Anna Callaghan e Jenny Vrentas
(Johanna Lemola e Bhadra Sharma hanno contribuito al reportage. Kitty Bennett ha contribuito alla ricerca)
(pubblicato su nytimes.com/tips il 31 maggio 2024)

In un libro di memorie pubblicato a dicembre, l’alpinista professionista ed ex Miss Finlandia Lotta Hintsa ha descritto brevemente uno sconcertante incidente con uno “scalatore molto famoso” di cui non ha fatto il nome.

Durante una discussione d’affari del marzo 2023 nella suite di un hotel a Kathmandu, in Nepal, l’uomo “baciò Lotta completamente senza preavviso”, hanno scritto la signora Hintsa e il suo coautore nel libro in lingua finlandese The Mountains of My Life 2. “La situazione era assurda, irreale e spiacevole”.

Ma nelle interviste con il New York Times, Hintsa ha affermato che la sua esperienza è stata più inquietante di quanto avesse descritto nel libro. E la sua storia evidenzia una preoccupazione di cui le donne nel mondo dell’arrampicata stanno iniziando a parlare più apertamente.

Hintsa ha detto che l’uomo era Nirmal Purja, la cui riuscita impresa di scalare tutte le 14 vette di 8000 metri del mondo in tempi record nel 2019 è stata raccontata in un popolare documentario Netflix. Ha detto che lui l’ha portata in camera da letto, le ha tolto la maglietta, i pantaloncini da trekking e la biancheria intima e ha cercato di toglierle il reggiseno. Ha raccontato di avergli detto ripetutamente “no” e di aver trovato scuse per convincerlo a smettere senza agitarlo. L’episodio si è concluso con lui che si masturbava accanto a lei, ha detto.

Devo solo uscire da questa situazione e far finta che non sia mai successo“, ha ricordato Hintsa, 35 anni, pensando a quel momento.

Lotta Hintsa, alpinista finlandese, ha descritto un’esperienza preoccupante con il famoso alpinista e guida Nirmal Purja. Foto: Saara Mansikkamaki per il New York Times.

Attraverso il suo avvocato, il signor Purja ha rifiutato di concedere interviste. L’avvocato, Philip M. Kelly, ha affermato in una dichiarazione scritta che il signor Purja “nega inequivocabilmente le accuse di illeciti. Queste accuse sono false e diffamatorie”.

Con la crescente popolarità dell’alpinismo in alta quota, le donne sono sempre più in vista per le loro performance in una disciplina ancora largamente dominata dagli uomini. Secondo l’Himalayan Database, le statistiche dell’Everest informano di questa tendenza: l’anno scorso, 65 donne hanno raggiunto la vetta – circa il 10% del totale dei summiter – rispetto alle 45 del 2013 e alle sole 10 del 2003.

Ma negli ultimi anni, i membri della più ampia comunità alpinistica hanno riconosciuto che ci sono anche rischi invisibili, soprattutto per le donne.
In questo “alpinismo” che comprende tutto, dall’arrampicata indoor alle scalate sulle vette innevate, sempre più donne si fanno avanti per parlare di momenti che hanno descritto come inquietanti o peggio.

Nel 2019, un gruppo di scalatrici professioniste ha aperto un account Instagram “sui messaggi, le foto e le sollecitazioni ridicole e inappropriate che riceviamo nei nostri DM“, ha detto una delle donne in un post sui social media. L’account, i cui creatori hanno affermato di essere stato successivamente chiuso da Instagram, ha condiviso screenshot di messaggi molesti inviati alle donne protagoniste in alpinismo.

A febbraio 2024, uno scalatore di 39 anni di nome Charles Barrett è stato condannato (con tre capi d’accusa) per abuso sessuale, in quanto aveva aggredito ripetutamente una donna che stava visitando il Parco nazionale dello Yosemite in un’escursione di un fine settimana del 2016. Lo ha detto il procuratore statunitense del distretto orientale della California, in una dichiarazione secondo cui Barrett aveva “usato la sua fama e la sua presenza fisica come alpinista per attirare e intimidire le vittime che facevano parte della comunità degli alpinisti“.

E nelle interviste con The Times, Hintsa e un’altra donna, ex cliente della compagnia di guide di alta quota di Purja, hanno descritto esperienze negli ultimi anni in cui lui le ha baciate senza consenso, ha fatto avances aggressive o le ha toccate sessualmente contro la loro volontà. Hanno detto che si sentivano impotenti e che avevano paura di far arrabbiare Purja.

La dottoressa April Leonardo ha descritto il signor Purja che entrava nella sua tenda senza essere invitato durante una spedizione al K2. Foto: Rachel Bujalski per il New York Times.

Non sapevo cosa fare“, ha ricordato la dottoressa April Leonardo, medico di Quincy, in California. Ha detto che Purja l’ha ripetutamente afferrata, baciata e avanzato proposte durante una spedizione al K2. “Ero su quella salita pazzesca… Lui era la mia guida… Perciò non volevo fare nulla che potesse mettermi in pericolo”.

La dichiarazione dell’avvocato di Purja ha smentito inequivocabilmente anche le accuse della Leonardo.

Subito dopo gli incontri che hanno descritto di aver avuto con Purja, le donne hanno condiviso le loro storie con amici e parenti e hanno inviato loro messaggi di testo sulle loro esperienze. Il Times ha esaminato gli sms e ha confermato queste confidenze con le altre persone.

Il mondo delle attività ricreative all’aperto ha iniziato ad affrontare gli abusi e le molestie sessuali, anche se con fatica. In risposta al movimento #MeToo, i membri della comunità alpinistica degli Stati Uniti hanno creato nel 2018 un’iniziativa chiamata #SafeOutside per studiare la portata del problema. Gli organizzatori hanno intervistato più di 5.000 alpinisti provenienti da oltre 60 paesi e hanno scoperto che il 47% delle donne e il 16% degli uomini hanno affermato di essere stati soggetti a comportamenti sessuali indesiderati durante l’attività. E pochi mesi fa, The Mountaineers, un gruppo ricreativo all’aperto del Pacifico nord-occidentale, ha creato un comitato consultivo per la prevenzione delle molestie sessuali e delle aggressioni per affrontare il rischio tra i suoi 15.000 membri.

Ma non è una novità che le donne si sentano maltrattate in questa disciplina.

“È la posizione più vulnerabile in cui posso immaginare di trovarmi”, ha detto Alison Levine, capo della prima spedizione femminile americana all’Everest nel 2002, che ha affermato di aver subito abusi verbali e comportamenti minacciosi da parte di una guida. Le alpiniste, a causa del peggioramento delle condizioni meteorologiche, avevano dovuto rinunciare alla vetta.

Levine ha continuato: “La cosa più impegnativa, più spaventosa e che ha prodotto più ansia e paura su quella montagna, proveniva da un essere umano, non dall’ambiente“. Non è tornata sulle grandi montagne per altri cinque anni, poi è tornata sull’Everest nel 2010 e ha raggiunto la vetta.

C’è così tanto rischio intrinseco nell’ambiente stesso”, ha detto. “Quando si aggiunge il rischio derivante dalle relazioni interpersonali, ciò rende il tutto ancora più insopportabile”.

“Dove un “No” non significa niente”
In questo mese di maggio 2024, centinaia di alpinisti hanno scalato l’Everest e altre vette dell’Himalaya. Al di sopra degli 8000 metri, si entra nella cosiddetta “zona della morte”, dove non c’è abbastanza ossigeno per reggere a lungo e ci si espone a pericoli come congelamento, cadute di ghiaccio, crepacci, malattie varie ma soprattutto edema polmonare o cerebrale. Diciotto alpinisti sono morti sull’Everest durante la stagione primaverile del 2023, mentre quest’anno cinque sono morti e tre sono stati dichiarati dispersi.

I clienti pagano decine di migliaia di dollari per tentare queste scalate (le spedizioni sull’Everest partono da circa 40.000 dollari e possono costare fino a sei cifre per un’esperienza più lussuosa) e affidano la propria vita alle guide.

Purja, 40 anni, è una delle figure più riconoscibili e influenti dell’alpinismo, con oltre due milioni di follower su Instagram. Conosciuto come Nims, è cittadino naturalizzato britannico, dove vive con la moglie e la giovane figlia. Ma nel suo nativo Nepal è venerato come il tipo di superstar dell’alpinismo che il paese non vedeva da quando Tenzing Norgay completò la prima scalata dell’Everest nel 1953 assieme a sir Edmund Hillary.

Nirmal Purja, ex soldato e stella dell’alpinismo, è un eroe nazionale nel suo nativo Nepal.

Attraverso la sua compagnia di guide, Elite Exped, Purja ha contribuito a inaugurare una nuova era delle scalate commerciali sulle vette più alte del mondo e ha incoraggiato le donne sui social media a prenderne parte.

Ha guidato clienti donne di alto profilo come Asma Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar, e la modella russa Victoria Bonya. “Grazie per avermi ispirato per superare i miei limiti. Sono grata per tutto ciò che mi hai insegnato“, ha postato sui social media una scalatrice svizzera di nome Christine Vogondy lo scorso autunno 2023, con una foto di lei e Purja in cima al Gasherbrum I in Pakistan.

Lotta Hintsa, diventata alpinista professionista nel 2018, ha incrociato la strada di quella di Purja nei campi base in Nepal e Pakistan. Si corrispondevano a intermittenza nelle spedizioni che stavano intraprendendo e Purja la invitò a fare da guida per la sua compagnia.

Purja era spesso civettuolo in quegli sms e negli scambi con la Leonardo, secondo la revisione dei messaggi del Times. Le donne a volte rispondevano e la Hintsa, ex modella di costumi da bagno di Sports Illustrated, una volta gli ha inviato una sua foto pubblicata sulla rivista. Spesso, però, le donne cambiavano argomento o non rispondevano.

Hintsa e Purja hanno deciso di incontrarsi a Kathmandu nel marzo 2023 per discutere di come lavorare insieme ad una spedizione che Hintsa stava organizzando. Purja suggerì di prendere un caffè nella sua suite d’albergo per evitare l’attenzione che avrebbe ricevuto nella hall, ha ricordato la Hintsa.

Dato il tenore di alcuni dei loro primi messaggi di testo, ha detto Hintsa, lei ha subito cercato di tracciare confini chiari. Ha riferito di aver mandato un messaggio a Purja su WhatsApp dicendogli che quello non era un “appuntamento galante” e che lui aveva risposto concordando che non lo era. La Hintsa non è più in possesso di questo scambio di messaggi poiché l’app di Purja è  impostata per far scomparire i messaggi nella chat dopo sette giorni.

Lotta Hintsa ha incontrato Purja in un hotel a Kathmandu, in Nepal, per quello che ha detto doveva essere un incontro di lavoro, “non un appuntamento galante”. Foto: Saumya Khandelwal per il New York Times.

Il 30 marzo 2024, nella suite di Purja al Marriott, la Hintsa era “impietrita” e “confusa” mentre lui la conduceva al letto. Ha detto che si sentiva come se stesse vivendo un’esperienza fuori dal corpo mentre lui le toglieva i vestiti, anche se lei continuava a dire di no. Lei gli ha pure detto di avere il ciclo, ma lui non si è fermato. A un certo punto le ha toccato le parti intime, ha sostenuto.

“Non riuscivo a fermarlo. Era in uno stato di estrema eccitazione in cui un ‘No’ non significava nulla”, ha ricordato Hintsa. Ha detto che aveva paura di farlo arrabbiare a causa della sua forza e dell’addestramento che aveva ricevuto nell’esercito britannico, comprese le forze speciali.

Ha detto che Purja mostrava la sua frustrazione perché lei continuava a rifiutarlo e sembrava aver perso interesse dopo che lei aveva resistito alla rimozione del suo reggiseno. Fino a sentirsi sollevata quando lui ha iniziato a masturbarsi, sperando che l’episodio finisse presto.

Purja ha poi fatto la doccia, dandole quindi il tempo di ricomporsi e rivestirsi. Hanno quindi lasciato la stanza e lui le ha mostrato il negozio che gestisce al Marriott: poi ha chiesto a un autista di portarla al suo hotel. Purja si comportava come se nulla fosse successo.

Quel giorno, Lotta Hintsa ha mandato un messaggio a un amico raccontandogli tutto. Il Times ha esaminato il messaggio. Più tardi lo ha raccontato di persona all’amica Heidi Paananen, che ha confermato la loro conversazione.

Un autista di Purja, Krishna Bahadur Tamang, ha detto in una dichiarazione scritta fornita dall’avvocato di Purja di averlo portato al Marriott quella mattina e che Purja è tornato alla macchina “nel giro di 20 minuti”. Al contrario, Hintsa ha riferito di essere stata in hotel con Purja per quasi un’ora e ha esibito le foto (con impresso l’orario) che aveva scattato quel giorno mentre andava a incontrare Purja e poi nel suo negozio. Le foto confermano la sua versione dei tempi. Ovvio che non ci fu alcun accordo commerciale tra la Hintsa e Purja dopo quell’episodio.

Disagio diffuso, poche reazioni
Gli sport all’aria aperta hanno fattori di rischio unici per molestie sessuali e cattiva condotta, ha affermato Gina McClard, un avvocato dell’Oregon specializzato nella prevenzione della violenza di genere. Nel 2019 ha co-fondato una società di consulenza chiamata Respect Outside che lavora con gruppi ricreativi all’aperto, come associazioni alpinistiche e agenzie di guide, per sviluppare politiche, procedure e formazione allo scopo di prevenire molestie sessuali e discriminazione.

Queste attività possono comportare spedizioni di settimane in ambienti remoti, dove i partecipanti vivono e dormono a stretto contatto. La cultura che circonda gli sport all’aria aperta, che celebra il superamento dei limiti e glorifica le persone che realizzano imprese, può anche creare situazioni in cui comportamenti inappropriati rimangono incontrollati, ha affermato.

Gran parte dell’industria outdoor è ancora una rete di ‘vecchi ragazzi’“, ha detto la McClard in una e-mail. “Se non ti conformi a come vengono fatte le cose, potresti ritrovarti emarginato e escluso dal gruppo”.

A febbraio 2024, uno scalatore di nome Charles Barrett è stato condannato (con tre capi d’accusa) per abuso sessuale, dopo aver stuprato una donna durante un’escursione al Parco nazionale di Yosemite. Foto: Jim Wilson/New York Times.

Barrett, lo scalatore condannato per abusi sessuali, è stato perseguito in parte a causa del sondaggio #SafeOutside del 2018, secondo i documenti giudiziari precedentemente riportati da Outside Magazine. La donna aggredita ha risposto al sondaggio dicendo di essere stata violentata da un “noto scalatore professionista californiano” durante un viaggio in Yosemite. Un’altra intervistata ha detto di essere stata aggredita sessualmente mentre stava visitando la casa di uno scalatore professionista. Gli organizzatori del sondaggio hanno seguito le donne e le hanno messe in contatto dopo che entrambe hanno identificato Barrett come la persona che le aveva aggredite. L’escursionista dello Yosemite ha denunciato il signor Barrett alle autorità nel 2020.

Il nome di Barrett è un nome familiare tra i climber californiani. Ha scritto guide sul bouldering in aree famose come Mammoth e Bishop, e ha salito vie difficili con il famoso scalatore americano Alex Honnold. Un profilo del 2016 su Climbing Magazine, successivamente rimosso dal sito web, descriveva Barrett come “un maestro dell’arrampicata californiana”.

Viveva e lavorava a Yosemite al momento dell’aggressione dell’escursionista. Barrett l’ha “brutalmente violentata” dopo averla invitata nel bosco a guardare una pioggia di meteoriti, hanno detto i pubblici ministeri, e l’ha anche aggredita durante un’escursione e nella zona degli alloggi dei dipendenti. Altre tre donne, inclusa l’altra intervistata, hanno testimoniato al processo di essere state aggredite sessualmente. Tali incidenti sono avvenuti al di fuori della giurisdizione federale e i pubblici ministeri statali non hanno sporto denuncia.

Basandosi sul suo lavoro con gruppi di tutto il settore dell’outdoor, la McClard ha affermato che le politiche aziendali raramente vanno oltre la sicurezza fisica e non includono la sicurezza psicologica o emotiva di clienti e dipendenti. La maggior parte delle aziende outdoor più piccole non dispone di dipartimenti interni di risorse umane, ha affermato, e gli attori più grandi del settore non hanno investito il tempo e il denaro che, secondo lei, questo problema richiede.

Non c’è alcun movimento a livello di settore“, ha detto. “Sento che siamo soli in ciò che stiamo facendo contro le molestie sessuali nel settore dell’outdoor“.

Fare progressi a 5500 metri
April Leonardo, 41 anni, ha incontrato Purja in una casa da tè in Nepal nel 2021 prima di scalare l’Everest con un’altra compagnia. In seguito apprese che lui stava organizzando un’ascensione guidata al K2 per l’estate successiva. Attratta da quell’idea, si è iscritta, pagando 55.000 dollari per il viaggio di due mesi, che iniziò nel giugno 2022.

Dopo essere arrivati ​​al campo base del K2, a circa 5500 metri, il team ha tenuto una puja, la cerimonia sherpa per rendere omaggio alla montagna e pregare per la protezione. Leonardo ha ricordato che durante la celebrazione successiva si è imbattuta in Purja, che l’ha portata in una tenda magazzino per darle gentilmente il sacco della spazzatura che lei stava cercando. Mentre si voltava per andarsene, Purja l’ha afferrata per il braccio, l’ha avvicinata e l’ha baciata. Poi le ha detto “Sarai mia”. Lei, stordita e incerta su cosa fare, se n’è andata.

Sentivo semplicemente di doverlo evitare, ma avevo paura di fare o dire qualcosa al riguardo“, ricorda di aver pensato la Leonardo. Un altro membro di quella spedizione ha confermato che la Leonardo gli aveva detto che lei e Purja avevano avuto questa interazione e che lei non voleva restare sola con lui. La persona ha chiesto di restare anonima per paura di ripercussioni professionali o personali.

Il campo base del K2. La dottoressa Leonardo ha detto che la sua esperienza con il signor Purja le ha contaminato la gioia per il raggiungimento della vetta.

In un’altra occasione, ha detto la Leonardo, Purja si è presentato senza invito alla sua tenda. Lei era nel saccopiuma, indossava maglietta e biancheria intima, ha ricordato, e lui si è accovacciato accanto a lei e le ha detto che voleva controllarle il ginocchio che si era ferita. Purja ha infilato la mano nel saccopiuma, cosa che l’ha messa in panico: in questo modo ha tirato fuori velocemente la gamba. Lui allora l’ha baciata, disse, le ha afferrato la mano e se l’è messa sull’inguine, costringendola a sentire il suo pene eretto attraverso i pantaloni. Leonardo ha detto che si sentiva intrappolata nel saccopiuma, incapace di uscire perché non era vestita.

Secondo la Leonardo, Purja le ha detto che voleva fare sesso con lei ma ha dovuto aspettare che non ci fosse nessuno in giro, e poi se n’è andato.

Un’altra volta, ha detto, Purja l’ha afferrata per il braccio mentre camminava da sola attraverso il campo e le ha chiesto: “Quando posso montarti?” Lui ha suggerito di andare nella sua tenda, ma lei ha trovato delle scuse.

La Leonardo ha inviato a suo padre, Leon Leonardo, un messaggio durante il suo viaggio dicendo che Purja continuava a provare a fare sesso con lei. “Non va bene“, ha scritto nel messaggio, che è stato controllato dal Times.

Due dipendenti di Elite Exped durante la spedizione della Leonardo al K2, Chandra Bahadur Tamang, il capo chef, e Ramesh Gurung, una guida senior, hanno affermato nelle dichiarazioni fornite dall’avvocato del signor Purja di aver provveduto a mettere qualcuno a guardia della tenda deposito perché conteneva oggetti di valore e che Purja non vi è mai entrato durante la spedizione. La Leonardo ha detto che spesso c’erano persone intorno alla tenda, ma non c’era nessuno quando lei e Purja sono entrati per quel poco tempo.

Un’altra guida senior, Pasang Tendi Sherpa, ha detto in una dichiarazione che Purja “non si è mai appartato” con la Leonardo durante la spedizione. La dichiarazione di Pasang Tendi Sherpa non spiega come facesse a saperlo e non ha risposto alle richieste di intervista. Anche Gurung non ha accettato un’intervista. Il Times non è riuscito a raggiungere Chandra Bahadur Tamang.

Per diversi mesi dopo il viaggio, la Leonardo ha avuto cordiali scambi di messaggi con Purja, anche perché aspettava il rimborso per alcuni attrezzi smarriti, ha detto. Non lo ha più visto.

Avvertire le altre donne
Le donne che hanno parlato al Times di Purja hanno tutte detto che non sapevano quali provvedimenti prendere. Elite Exped è una piccola azienda gestita da Purja e poiché gli incidenti sono avvenuti fuori dai loro paesi d’origine, le donne non erano sicure di cosa fare. Non hanno allertato le forze dell’ordine o altre autorità.

La Hintsa ha detto di aver raccontato la sua storia nella speranza di rendere l’alpinismo, dominato dagli uomini, più sicuro per le donne. Solo con il tempo è arrivata a comprendere gli effetti della sua esperienza.

Non avevo realizzato le cicatrici che aveva lasciato“, ha detto. “Mi ha fatto capire che non sono solo le cadute di massi o le valanghe a essere pericolose per una scalatrice“.

La stella di Purja ha continuato a crescere. Come testimonial dell’alpinismo in alta quota, ha lavorato con grandi aziende come Red Bull e Nike, che lo scorso inverno hanno lanciato una collezione di abbigliamento ispirata a Purja, chiamata 8K Peaks, e lo hanno presentato in un imponente cartellone pubblicitario di Manhattan. Nel mese di dicembre 2024 ha ricevuto un dottorato onorario dall’Università di Loughborough in Inghilterra. Marchi outdoor tra cui Grivel, Osprey e Scarpa hanno lavorato con lui su prodotti in co-branding.

Anche la Leonardo spera che condividere il suo account abbia aiutato altre donne a evitare uno scenario simile.

Non posso lasciare che ciò continui ad accadere”, ha detto April Leonardo, aggiungendo: “Non voglio che un’altra donna debba affrontare tutto questo”.

Jenny Vrentas è una giornalista del Times che si occupa di denaro, potere e influenza nello sport. Maggiori informazioni su Jenny Vrentas.

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Per le alpiniste, pericoli in più ultima modifica: 2024-06-10T05:31:00+02:00 da GognaBlog

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15 pensieri su “Per le alpiniste, pericoli in più”

  1. Si Placido, sei stronzo ma non abbastanza acuto, io sono molto più stronzo di te… Ma anche acuto! 

  2. Cla al #12:

    Donne: ” CHE COGLIONI CON STA STORIA!” prendetevi delle guide femmine

    Aspetto con ansia le dichiarazione di clienti uomini che sono stati baciati e spogliati da guide gay.

    Forse non sono abbastanza acuto per capirla, ma se voleva essere una battuta ti assicuro che, a mio irrilevante e non richiesto giudizio, non solo non fa ridere, ma la trovo anche di una rara inopportunità.
    Se invece non voleva essere una battuta… beh… no comment.

  3. Nirmal vuole essere il primo a fare sesso su un 8000, senza ossigeno, sta solo cercando la donna adatta. 

  4. Donne: ” CHE COGLIONI CON STA STORIA!” prendetevi delle guide femmine
    Aspetto con ansia le dichiarazione di clienti uomini che sono stati baciati e spogliati da guide gay. 

  5. Sarà anche un  re degli ottomila ma è un poraccio incapace di gestire testa piccola ed i cm tra le gambe! 

  6. temo che per una donna che denuncia insistenti comportamenti inappropriati , ce ne sono 9 che tacciono per consuetudine o per ricatto.

    Non ho idea se le proporzioni siano quelle, ma la realtà è quella, e le motivazioni non sono solo consuetudine e ricatto (non mi permetto però di parlare a nome delle donne: bisogna ascoltare/leggere quello che loro dicono/scrivono).
    Di sicuro non possiamo illuderci che il problema si risolva soltanto sbattendo il mostro in prima pagina ed, in un certa misura, usandolo come capro espiatorio.

  7. Per me c’è anche molto dell’*ambiguità* che caratterizza il contesto amoroso , e che secondo alcuni è qualcosa di *bello*.Un uomo si dovrebbe fermare al / ai “No” della donna , perlomeno per rivalutare la situazione e cercare di capire se ha preso un granchio.Purtroppo temo che per una donna che denuncia insistenti comportamenti inappropriati , ce ne sono 9 che tacciono per consuetudine o per ricatto.

  8. In ogni caso, anch’io diffido di chi appare spesso sui media, soprattutto se non ve n’è valida ragione.

  9. C’è persona e persona.
    Nel mondo esistono buoni e cattivi, giusti e ingiusti, generosi ed egoisti, saggi e stolti.
    Non facciamo di tutta l’erba un fascio.
     
    … … …
    Spesso il difficile è riuscire a valutare una persona prima che sia troppo tardi.

  10. gli alpinisti sono spregevoli come gli altri. come dice giustamente Cominetti, il successo gli fa perdere ogni ritegno. personalmente ho perso qualunque stima dei miti mediatizzati e questi squallidi episodi lo confermano. smettiamo di esaltare le gesta di chicchessia

  11. Adesso sarà interessante vedere come si comportano gli sponsor. Osprey, azienda leader di zaini degli Stati Uniti, prende le distanze.

    “Osprey is aware of the recent allegations made against mountaineer Nirmal Purja (Nims). He is no longer an Osprey ambassador. Please contact Nirmal Purja’s communication team directly on this matter.”

    Questo invece Grivel:
    “~ Oliviero Gobbi
    Dear …, thank you for the article. I haven’t had the time to read it yet, will do over the weekend. As for Nims, at this stage let me just ask you ALL to make a clear difference between
    ACCUSATIONS and CONVICTIONS, as we all (luckily) live in legal systems with “presumption of innocence”. Of course harassment is very bad and I strongly condemn it, but I am in no position to say that Nims is guilty nor that he is innocent, I am just saying that we cannot crucify people only on accusations. Having said this, I know for sure that he has been and still is target of many jealous people who would do anything to find defamatory information on him and his team and spread it around. It is a kind of price to pay for the fame. So let’s be careful on this too, you all.”

    Avrà poi letto l’articolo? E Red Bull? Nike, Scarpa? come si comporteranno?

  12. We, come mai non é ancora arrivato Crovella a inveire contro le vestali che inquinano il mondo della montagna con queste leggerezze?
     

  13. La cosa veramente triste è vedere brands che si rifiutano di dissociarsi da quest’uomo e atleti che tacciono per paura di infastidire gli sponsors. La cosa grave invece è vedere molti magazines di alpinismo e montagna che non riportano la notizia perché con quest’uomo condividono gli sponsors. Gli stessi magazines che se qualcuno sale un sasso semi famoso, hanno pronta la notizia in poche ore.

  14. E di certo la pratica di salire le montagne (o di intestardirsi a farlo dalla parte sbagliata) non fornisce alcuna patente di superiorità morale

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