Per l’orsa Amarena

In tanti a Pescina per l’orsa Amarena
a cura della Redazione di ilpescara.it
(pubblicato su ilpescara.it il 9 settembre 2023)

Tante le adesioni all’appuntamento di oggi, domenica 10 settembre 2023, a Pescina: l’obiettivo è quello di condannare quanto accaduto e chiedere pene più severe, ma anche abbassare i toni e avviare un nuovo percorso politico e sociale per far sì che la convivenza diventi ben più di una parola.

Una manifestazione in ricordo di Amarena, ma anche in difesa di tutta la fauna selvatica, che vuole essere l’occasione per abbassare l’inasprimento dei toni e far sì che quanto avvenuto diventi un nuovo punto di partenza per “svegliare le coscienze” e intraprendere un nuovo percorso che porti alla capacità di convivenza tra orsi e uomini, con in più la volontà di ribadire che se responsabilità sull’uccisione di mamma Amarena saranno accertate dall’esame balistico e ci sarà quindi un procedimento nei confronti di Andrea Leombruni che il colpo fatale lo ha sparato, le associazioni si costituiranno parte civile.

Andrea Leombruni

Difficile dare un numero, ma le associazioni animaliste e ambientaliste assicurano che domenica 10 settembre 2023 alle 10 in piazza a Pescina (Aq) saranno tanti per la manifestazione nazionale organizzata. “Ci ritroviamo per ricordare l’orsa Amarena – sottolinea la delegata del Wwf Filomena Riccima anche per lanciare un messaggio di ripartenza per una nuova convivenza con la fauna selvatica e spezzare questo clima di odio e spesso anche di disinformazione, che soprattutto intorno ai grandi carnivori, spesso ci troviamo a vivere”.

L’Abruzzo – aggiunge il presidente regionale di Legambiente Giuseppe Di Marcodeve continuare a lavorare nell’azione di conservazione e convivenza con l’orso, ma al tempo stesso vogliamo ribadire la vicinanza alle istituzioni e al parco che in questo ha un ruolo centrale. Noi come associazioni – aggiunge – metteremo in campo azioni volte a far sì che ciò accada e saremo parte civile del processo perché atti come questo non possono essere accettati”.

Azioni delle istituzioni sì, ma anche responsabilità da parte di chi il parco lo va a visitare, sottolinea il presidente regionale di Italia Nostra Pierluigi Vinciguerra: “Andiamo a testimoniare l’accaduto, ma anche per trovare soluzioni concrete e corrette perché queste cose non devono più accadere – afferma – Sappiamo che purtroppo il parco è diventato, diciamo così, un parco dei divertimenti e ognuno cerca di sfruttare questo luogo come meglio crede. La maggior parte di questi eventi bruttissimi sono il derivato del comportamento dell’uomo. Serve molta più responsabilità. Responsabilità che fino ad ora non c’è stata”.

Tante le associazioni che ci saranno e tra queste anche Salviamo l’orso. A Filippo Marchetti chiediamo se davvero si potrà arrivare alla giusta convivenza tra uomo e animale e sì, risponde, il cambiamento può esserci. “Per questo invitiamo tutti a Pescina per questa manifestazione in onore di Amarena e in difesa di tutta la fauna selvatica italiana a cominciare dall’orso marsicano, sottospecie unica al mondo e tra le più minacciate d’Europa di cui abbiamo a cuore la conservazione. Conservazione che, aggiunge, “può arrivare solo con il dialogo e il rafforzamento delle politiche gestionali da parte di tutti”.

La morte di Amarena dunque come simbolo di ‘un nuovo punto di rinascita per risvegliare le coscienze’. “Dal punto di vista giudiziario – conclude – aspettiamo il lavoro del magistrato e se il personaggio che si è reso responsabile di questo gravissimo atto venisse rinviato a giudizio, Salviamo l’orso – ribadisce anche lui – si costituirà parte civile”.

La manifestazione sarà dunque l’occasione per condannare la morte di Amarena, per chiedere di abbassare i toni e lasciare che l’iter giudiziario vada avanti, ma anche per chiedere un inasprimento delle pene per coloro che si macchiano di reati contro gli animali e, più in generale, contro il patrimonio naturale del Paese e, infine, per iniziare un percorso condiviso che porti al rafforzamento delle misure gestionali per garantire la coesistenza tra le attività umane e le specie selvatiche, a cominciare dai grandi predatori, attraverso la diffusione di corrette conoscenze, buone pratiche di comportamento e strumenti di prevenzione e indennizzi di danno.

Per tutti resta alta la preoccupazione per i due cuccioli che si apprestano ad affrontare l’inverno che avrebbero dovuto trascorrere proprio con mamma Amarena prima di iniziare la loro vita indipendente. L’ultimo avvistamento è di due giorni fa, come riferito dal parco. Per ora stanno bene e sono in grado di nutrirsi da soli, ma il monitoraggio resta costante.

Quella della mattina a Pescina sarà solo una delle due manifestazioni della giornata. Le associazioni animaliste ne hanno organizzata un’altra anche nel pomeriggio a San Benedetto dei Marsi prevista per le 15.

Ad aderire alla manifestazione di Pescina sono state associazioni, enti e partiti e cioè Wwf Italia, Lipu, Lav, Enpa, Legambiente, Lndc Animal Protection, Dalla parte dell’orso, Rewilding Appennines, Sezioni unite d’Abruzzo di Italia Nostra, CAI Abruzzo, Orso and friends, Associazione di promozione sociale Dfp Villavallelonga, Le Pine, cooperativa Ecotur, coopertavia Il Bosso, FederPate-Confesercenti Abruzzo, Mountain Wilderness Abruzzo, Parco nazionale della Maiella, Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Area marina protetta Torre del Cerrano, Europa Verde-Verdi L’Aquila e Sinistra italiana Abruzzo.

Le reazioni a caldo e il rischio di eludere i problemi
di Carlo Alberto Graziani
(pubblicato su mountainwilderness.it il 4 settembre 2023)

Alle 23.00 circa del 31 agosto 2023 alla periferia di San Benedetto dei Marsi (AQ), nella piana del Fucino, fuori dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) e dalla sua fascia di protezione esterna, un’orsa è stata uccisa a fucilate dal proprietario del terreno dove si era introdotta con i suoi due cuccioli. Amarena – così l’orsa veniva chiamata – era molto importante dal punto di vista faunistico essendo giovane e particolarmente fertile, ma era anche diventata famosa perché era stata vista più volte mentre passeggiava tranquillamente nei paesi (solo pochi giorni prima era stata ripresa con i due orsetti nel piccolo centro di San Sebastiano dei Marsi situato nel Parco) e perché era stata la madre del più famoso Juan Carrito, morto nel gennaio scorso investito da un’auto nei pressi di Castel di Sangro. Sia la madre che il figlio erano diventati il simbolo non solo del Parco, ma di tutto l’Abruzzo.

Tante le espressioni di dolore espresse sui social; tanti i giornali e le televisioni nazionali e locali che ne hanno parlato; molte associazioni hanno manifestato il loro sgomento; non sono mancati gli interventi delle istituzioni: dal Ministro dell’Ambiente che ha sottolineato il dovere di fare chiarezza, al Presidente della Regione Abruzzo che si è detto pronto a costituirsi parte civile, al Presidente del Parco che ha manifestato tutto il suo impegno per ritrovare i due orsetti. Unanime la richiesta di punizioni severe ed esemplari per l’uccisore. Dobbiamo però chiederci se il problema di fondo consista, come oggi sembra apparire, nella punizione di un fatto che comunque è gravissimo e che deve essere punito, ma sul quale dovranno essere i giudici a pronunciarsi sia sul piano penale sia su quello del risarcimento dei danni: se le pene non sono adeguate occorre esigere norme più severe; se le norme non vengono applicate occorre intervenire su chi non le applica. Ma fare a gara per costituirsi parte civile, come stanno facendo istituzioni e associazioni, non ha senso e anche se generalmente, ma non sempre, è espressione di genuina partecipazione e di generosità  finisce per essere solo propaganda: oramai nella nostra società, e non solo in quella abruzzese, vi è un generale consenso – a parte, purtroppo, il caso trentino – sulla necessità di tutelare gli orsi, come dimostra proprio la coralità crescente di sdegno e di dolore che circonda la loro uccisione, e non c’è dubbio che tale sensibilità sia uno degli effetti importanti della gestione dei parchi e in particolare del Pnalm. Il rischio, però, è che i veri problemi della conservazione dell’orso marsicano restino al margine della preoccupazione generale, come purtroppo sta avvenendo.  

A  mio avviso i veri problemi hanno alla base, tra l’altro, tre interrogativi. Come mai l’uccisione è avvenuta in pieno Fucino, cioè in un luogo che è, o dovrebbe essere, completamente estraneo all’habitat dell’orso marsicano? E poi: il fenomeno degli animali cosiddetti confidenti, come Amarena, Juan Carrito e altri orsi e come anche i cervi a Villetta Barrea, ci dà il vero senso del rapporto con la natura o ce ne allontana? E infine: di fronte alle uccisioni provocate volontariamente o involontariamente dall’uomo, che per gli orsi ridotti a una sessantina di esemplari mettono in serio rischio la sopravvivenza della specie, quale deve essere o quali devono essere le strategie efficaci per la sua conservazione?

Sul primo interrogativo è evidente che gli sconfinamenti impropri – cioè quelli che non riguardano territori in cui la natura è sufficientemente conservata e che costituiscono corridoi di collegamento fondamentali per ampliare l’areale di alcune specie faunistiche e in particolare degli orsi – dipendono, in parte, dalla scarsità di fonti alimentari all’interno dei parchi, dovuta soprattutto al venir meno delle attività tradizionali (agricoltura e allevamento ovino) che costringe i plantigradi a cercare altrove le risorse per sopravvivere e, in parte, alla facilità con cui essi riescono ad alimentarsi nelle periferie dei paesi (orti, stalle, pollai) o addirittura nei centri abitati (cassonetti e immondezzai vari): una facilità che aumenta nei comuni esterni al loro habitat dove mancano o sono molto minori le forme di protezione (ad esempio le recinzioni) e la specifica vigilanza degli addetti. Si aggiunga che le azioni di contenimento del fenomeno degli orsi confidenti messe in atto dal Parco, nonostante l’impegno e le risorse profuse, non sembra siano state efficaci. Di qui oggi l’assoluta necessità di porre al centro della politica di conservazione dell’orso marsicano le colture a perdere: coltivare terreni all’interno delle aree protette in luoghi adeguati e ampi, finalizzati esclusivamente all’alimentazione ursina (dagli alberi da frutta agli ortaggi, al grano turco). E’ una necessità che continuamente viene sottolineata da più parti, anche in sede scientifica, ma mai negli ultimi anni è stata presa in seria considerazione.

Sul secondo interrogativo dobbiamo guardare la realtà. Stiamo assistendo a uno stravolgimento dei parchi, a partire forse proprio, dal Pnalm. Al parco si va per “vedere” la fauna, non per immergersi nella natura: ci si rivolge a quelle guide che sono in grado di assicurare l’obiettivo; ci si accalca per ammirare gli animali quando passeggiano nei centri abitati, come è accaduto per Juan Carrito, per Amarena e per altri orsi confidenti, come accade continuamente per i cervi; li si fotografano per postarli sui social; si cerca la notte di illuminarli con i fari e addirittura di inseguirli. Si tratta in sostanza di un approccio al parco esclusivamente turistico, ma è purtroppo l’unico conosciuto dagli apparati di potere, incapaci di comprendere il significato profondo del rapporto con la natura, e da essi praticato soprattutto perché procacciatore di consensi. Occorre perciò riflettere attentamente sulla funzione dei parchi, che non possono essere ridotti al ruolo di grandi ed eccezionali giardini zoologici né considerati come territori dove si pratica turismo banale secondo una logica meramente economicistica: i parchi, come le altre aree protette, sono luoghi in cui in tutte le stagioni si può godere del rapporto con la natura; i visitatori, come pure gli abitanti, non sono voyeurs da accontentare, ma persone che a tutte le età e in tutte le condizioni possono essere formati al rapporto profondo con la natura e di conseguenza possono raggiungere la piena consapevolezza della necessità di contribuire personalmente e concretamente alla conservazione di essa.

Cervo a Villetta Barrea. Foto: Francesca Gi/chicksandtrips.net

Sul terzo interrogativo sono state date, in particolare dal Pnalm, alcune risposte in parte valide, ma nessuna decisiva, come del resto la realtà sta dimostrando: da anni infatti i risultati delle stime della consistenza della specie indicano gli stessi numeri e questi confermano che l’orso marsicano rischia sempre l’estinzione. Vi è invece una risposta che potrebbe essere considerata estrema, ma che proprio per questo dovrebbe, almeno a mio avviso, essere collocata al primo posto, ed essa riguarda l’istituzione della banca genetica del seme. Inspiegabilmente però questa istituzione non viene presa in alcuna considerazione dal Parco, eppure permetterebbe la sopravvivenza dell’orso marsicano. La va predicando da tanti anni, quasi in solitudine, ma sulla base di autorevoli ricerche scientifiche oltre che della semplice logica, la Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello”; il suo Presidente, Corradino Guacci, l’ha riproposta in un’accorata lettera al Ministro dell’Ambiente non appena è stata resa pubblica la notizia dell’uccisione di Amarena. La speranza è che quest’ultimo gravissimo episodio apra gli occhi a chi finora li ha tenuti pervicacemente chiusi.

Mi sono permesso, da profano, queste brevi considerazioni su tematiche alle quali da decenni studiosi e appassionati in generale, e in particolare tecnici e operatori del Pnalm e dei parchi limitrofi, stanno dedicando le loro riflessioni e, alcuni, la loro vita, nella speranza di stimolare ulteriori e più approfonditi interventi e soprattutto di contribuire alla conservazione della natura, che è l’obiettivo fondamentale di MW e di tanti visitatori di questo sito.    

Le reazioni
a cura della Redazione
L’uccisione di una femmina di orso marsicano rappresenta un episodio grave, sui cui è doveroso fare quanto prima chiarezza. Sono in costante contatto con tutti i soggetti istituzionali che in queste ore lavorano per far luce sulla vicenda: è necessario adesso il massimo coordinamento tra Ministero, regioni, Ente Parco, ISPRA, CUFA, sindaci e prefetti. Il nostro impegno è rivolto anche alla protezione dei cuccioli dell’orsa, facendo di tutto affinché possano restare in libertà. Invito infine a moltiplicare l’impegno nell’osservare comportamenti corretti per prevenire ogni possibile conflitto tra gli animali e le persone (Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, 1 settembre 2023)”.

“Il Club Alpino Italiano non può che condannare senza se e senza ma un gesto come quello dell’uccisione dell’Orsa Amarena. Siamo consapevoli della complessità del tema e che i territori montani possano vivere situazioni di criticità date dalla presenza dei grandi carnivori. È dunque necessario un serio dialogo tra le istituzioni per un percorso di coesistenza condiviso. Gesti simili non potranno certamente portare soluzioni utili ma solo a un inaccettabile imbarbarimento dei conflitti”.
Queste le parole del Presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani […].
Per il CAI e il suo Gruppo Grandi Carnivori, l’unica strada percorribile per arrivare a una coesistenza tra uomo e grandi predatori è quella dell’equilibrio, volto alla conservazione di queste specie, accompagnata però da una corretta gestione delle criticità. Occorre impegnarsi sempre di più su ricerca, monitoraggio, prevenzione dei danni, su una grande attenzione verso gli esemplari problematici, sulla gestione dei rifiuti nei centri abitati e su una corretta informazione riguardo ai comportamenti da tenere in caso di incontro ravvicinato. Serve prima di tutto, però, una seria presa di coscienza da parte di molti sull’importanza della natura e della sua biodiversità (spesso risultato della positiva interazione tra uomo ed ambiente) che dobbiamo incentivare e preservare. Serve senso della misura nelle parole e nei fatti.

Il Gruppo Grandi Carnivori ribadisce, infine, l’importanza che gli animali selvatici restino tali evitando il più possibile l’uomo e le sue infrastrutture e questo molto spesso dipende dai nostri comportamenti e dalle nostre azioni. Fondamentale quindi evitare di avvicinarsi, come se fossero un’attrazione, agli orsi confidenti che raggiungono anche i centri abitati. “Abituandoli a fidarsi delle persone – che purtroppo non sono tutte uguali, sensibili e rispettose – e a fonti alimentari inadeguate, li si espone maggiormente al pericolo di essere uccisi direttamente – come il caso in questione – o indirettamente, come nel caso del figlio di Amarena Juan Carrito (Comunicato Stampa del Club Alpino Italiano, 2 settembre 2023)“.

L’uccisione dell’orsa Amarena rappresenta un gesto sconsiderato per diverse ragioni, sia d’interesse scientifico, sia sociale, sia economico; ma soprattutto è la manifestazione di una pericolosa sottocultura che continua a privilegiare un approccio violento alle problematiche, che pure sussistono, nel rapporto uomo-natura. L’Abruzzo è una regione particolare e molto fortunata in questo senso, poiché è caratterizzata da una geografia che da sempre ha reso possibile l’insediamento umano e lo sviluppo di una natura esuberante; una natura che ha saputo sempre rinascere dopo gli sconvolgimenti della geologia, del clima e dell’azione umana. Un vero capitale che è stato difeso e incrementato nell’ultimo secolo e che, grazie anche all’azione di alcuni Enti (come i Parchi) delle varie Riserve, dell’impegno di singoli e Associazioni, rappresenta oggi una risorsa importante e capace più che mai di restituire valore agli abitanti. Una situazione in cui sempre più chiaramente si è rivelata la possibilità di una pacifica convivenza tra le esigenze dell’insediamento antropico e, anzi, la necessità di elaborare una nuova visione di un territorio in cui tutto è unito e compatibile; uno spazio in cui convivono le attività umane da sempre considerate ‘invasive’ – come le città, le infrastrutture, i sistemi produttivi – con le più incredibili e felici espressioni della natura, anche selvaggia. Abbiamo scoperto, soprattutto negli ultimi anni, che tutto questo rappresenta, oltre che una condizione privilegiata di vita, un vero e proprio motore economico; una forza capace di sviluppare nuove economie legate ad attività di turismo sostenibile. Nessuno può decidere di far prevalere la propria incapacità di convivenza con tutto questo imbracciando un fucile e dando sfogo ai propri demoni. Uccidere l’orsa Amarena ha prodotto enormi danni al sistema perché ha interrotto un importante passaggio della biodiversità abruzzese, ha distrutto un importante risultato delle politiche di tutela di una specie a rischio di estinzione, ha privato la Comunità regionale di un pezzo di paesaggio attrattivo e produttivo, ha prodotto un danno al futuro di tutti noi (Lucio Zazzara, presidente del Parco Nazionale della Maiella)”.

Gravissimo in tutti i sensi l’assassinio dell’orsa Amarena. Invito Mountain Wilderness a farsi parte attiva per costruire una cordata di associazioni disposte a costituirsi parte civile. Quel macellaio merita una sentenza esemplare.
Bisognerebbe esortare anche le altre due Province e le Regioni (l’Abruzzo sembra essere intenzionato) nel territorio delle quali si estende il Pnalm, a fare la stessa cosa.
Mi spingo oltre:  sarebbe necessaria una cordata delle Associazioni, riconosciute dal Ministero dell’Ambiente (che sono circa 80) a costituirsi tutte come parte civile.
Essendo l’orsa uccisa patrimonio indisponibile dello Stato, dovrebbe intervenire nel processo, al di là delle chiacchiere, anche il Ministero dell’Ambiente. In caso di sua inattività, andrebbe segnalato alla Corte dei Conti per danno erariale (Carlo Alberto Pinelli, 2 settembre 2023)”.

Andrea Leombruni

“Ho ucciso l’orsa Amarena, non vivo più. Sono alla gogna”
a cura della Redazione ANSA
(pubblicato su ansa.it il 4 settembre 2023)

Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85 enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna“.

Così dichiara all’Ansa Andrea Leombruni a tre giorni della morte dell’orsa Amarena con gli occhi lucidi nel piazzale della sua casa, li dove è avvenuto il fatto, mentre una parente fa da sentinella sul balcone, perché hanno paura di ritorsioni. A San Benedetto c’è un gran traffico di curiosi, molti cittadini si sono uniti alle forze dell’ordine per controllare le auto. “Ci devi passare per capire quello che sto provando ora – ammette da casa sua a S. Benedetto Andrea Leombruni, l’uomo che qualche giorno fa ha sparato e ucciso l’orsa Amarena – ho sbagliato; l’ho capito subito dopo aver esploso il colpo… i carabinieri li ho chiamati io“. Poi va dove ha esploso il colpo, nel pollaio, dove il parco ha posizionato delle trappole con esche per acchiappare i due cuccioli orfani. “È successo qui – continua – in uno spazio piccolissimo io mi ero appostato per vedere chi fosse, mi sono trovato all’improvviso quest’orso ed ho fatto fuoco per terra, non ho mirato, il fucile aveva un solo colpo“. “Non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo – commenta la moglie di Leombruni – c’è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo aver paura di vivere?”.

Intanto sono stati avvistati dai ricercatori i due cuccioli dell’orsa Amarena […]. È una corsa contro il tempo, quella di carabinieri forestali e dei guardiaparco per salvare i due cuccioli dell’orsa Amarena: gli animali, che hanno un’età approssimativa tra i cinque e sei mesi, non sono in grado di provvedere da soli al loro nutrimento e potrebbero essere una facile preda per la fauna selvatica, visto che non sono ancora capaci di difendersi. Un nuovo tentativo di catturarli, per poi provvedere alla loro cura e reinserimento in natura nei prossimi mesi, sarà effettuato stasera, dopo quello fallito ieri. “I cuccioli sono stati avvistati – ha spiegato la capoguardia del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Michela Mastrellae hanno ripetuto il tragitto che hanno fatto con la mamma, partendo da una zona della Rupe di Venere fino a ritornare qui a San Benedetto: stasera saremo operativi con delle squadre miste, carabinieri forestali e guardie del Pnalm, quasi certamente un veterinario e una biologa“. Come ha spiegato il comandante della compagnia dei carabinieri di Avezzano, il capitano Luigi Strianese, “sono state messe delle trappole con delle esche, del cibo per attirarli e quindi, per cercare di catturarli, oppure un altro sistema è quello con le reti a vista, perché essendo troppo piccoli non possono essere colpiti da cartucce narcotizzanti“. Le operazioni di ricerca e recupero dei cuccioli sono però disturbate dall’arrivo in zona di molti curiosi, tanto da avere indotto il sindaco di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani, ad emettere un’ordinanza di divieto di avvicinamento agli orsetti e alle squadre specializzate impegnate nella ricerca. L’invito rivolto a tutti, anche dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, è di “lasciare lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili”.

L’orsa Amarena, uccisa nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre 2023. © Francesco Lemma / Ente Parco nazionale d’Abruzzo.

I cuccioli
di Simone Santi
(pubblicato su lifegate.it il 6 settembre 2023)

C’è dunque almeno una buona notizia nella vicenda dell’orsa uccisa appena fuori dai confini del parco. Una vicenda che ha commosso e fatto arrabbiare mezza Italia, sia per la sorte della povera Amarena, un vero e proprio simbolo del parco nazionale, sia per le sorti dei due cuccioli di meno di un anno che non si erano ancora separati da lei.
I guardiaparco che, insieme ai Carabinieri, sono alla ricerca dei due cuccioli di Amarena hanno fatto sapere “con grande sollievo” che i due orsacchiotti sono vivi e che, dopo una prima separazione che era segnalata a inizio settimana, si sono ricongiunti. I guardiaparco, grazie all’utilizzo di visori notturni, sono riusciti ad avvistare a distanza i due orsi intenti a mangiare su una pianta di melo. L’avvistamento è avvenuto in un luogo ancor più interno del parco, lontano dai centri abitati.Per il momento dunque sembra scongiurata l’idea di prelevarli e trasferirli in cattività: si era parlato di questa ipotesi nel caso in cui i figli di Amarena si fossero dimostrati ancora non autosufficienti, cosa che almeno sembrerebbe non essere. Le attività di ricerca e monitoraggio comunque continueranno ancora con l’obiettivo di fornire più elementi possibili per valutare le future decisioni e monitorare gli spostamenti dei due cuccioli.

L’Ente parco infatti sottolinea che, anche se le modalità dell’avvistamento rappresentano una ottima notizia, i due cuccioli di Amarena non sono ancora del tutto al sicuro, anzi: “È bene ricordare che le possibilità di sopravvivenza, purtroppo, non sono alte e che le insidie, anche naturali (come le interazioni con altre specie), sono molte”. Oltre a questo, qualsiasi disturbo e interferenza di origine antropica, cioè causata dall’uomo, potrebbe causare l’allontanamento dei cuccioli da aree idonee come quella in cui si trovano adesso, e una loro nuova separazione. Tra l’altro si tratta di due esemplari che al momento, con ogni probabilità, si trovano in una condizione di forte stress e paura, a causa della perdita della mamma.

L’orsa Amarena con i suoi piccoli. © Giancarlo Mancori.

Per questo l’Ente parco ha diramato un vero e proprio appello ai cittadini dei paesi del parco e a tutti i turisti:

Chiediamo di mettere da parte la curiosità spasmodica, rinunciando a qualunque idea di andare a vedere come e dove stanno e di non intralciare in alcun modo le operazioni di monitoraggio.
– In caso di avvistamento fortuito, non tentare per alcun motivo di avvicinarsi ai cuccioli di Amarena ma segnalare prontamente il luogo al Servizio di Sorveglianza del Parco (tel. 0863/9113241) o ai Carabinieri (tel. 112).
– Chiediamo di procedere a basse velocità lungo tutte le strade che collegano l’area meridionale del Fucino con il Parco e ovviamente nelle aree interne al Parco”.

Lo stesso sindaco di San Benedetto dei Marsi, il paese coinvolto nella tragedia di Amarena, il 2 settembre 2023 aveva emanato un’ordinanza, dando forza di legge a questi stessi principi e prevedendo il divieto di avvicinarsi a esemplari di orso bruno marsicano a piedi, in auto o con altri mezzi, di far luce con torce e altri fonti luminose agli esemplari di orso, di bloccare la strada per la ricerca degli orsi marsicani, di cibare gli orsi con “fonti trofiche destinate a specie animali domestiche per evitare una eccessiva fidelizzazione (ciò che ha tradito Amarena è stata proprio l’inedita fiducia nell’essere umano), avvicinarsi alle forze dell’ordine incaricate della ricerca dei plantigradi su tutto il territorio, assembrarsi nelle zone in cui potrebbero trovarsi gli esemplari”. Domenica, proprio a san Benedetto dei Marsi, è prevista una manifestazione per chiedere “giustizia per Amarena” alla quale potrebbero accorrere centinaia di persone.

Ma è molto importante, soprattutto, la chiosa dell’appello dei guardiaparco, un piccolo trattato di sociologia in due righe: “Comprendiamo pienamente la preoccupazione dei media, come quella dei cittadini e delle cittadine, ma di certo non sarà la curiosità egoriferita a dare un futuro a questi orsi”.

26
Per l’orsa Amarena ultima modifica: 2023-09-10T05:32:00+02:00 da GognaBlog

76 pensieri su “Per l’orsa Amarena”

  1. Non metterei Besos e un suo dipendente sullo stesso piano, né come condizioni di vita né come possibilità future. Se non la si vuol chiamare classe sociale va bene, a patto di trovare un termine adatto ad indicare le evidenti differenze tra un tagliatore di teste ed un decapitato

  2. Le classi sociali?
    Se qualcuno pensa che una classe vinca su un’altra (ma cosa si vince, poi?), significa solo che si sente fuori posto e vorrebbe essere altrove. 
     

  3. Più che guardare a un qualunque ideale – magari! – ci si serve di un qualunque caso per sfogare le proprie frustrazioni, incollandole addosso a chi passa di lì in quel momento! 

  4. Ciascuno di noi si domandi quando sono incominciati l’impoverimento e il degrado sociale, e chi ne sono i responsabili.

    Tutto ebbe inizio con la milano da bere quando si mandò  alle stelle il debito pubblico per assecondare una classe industriale incapace e truffaldina

  5. Da quanto posso capire, questo Andrea Leombruni si è dimostrato un esaltato, uno sparatore, incapace di tenere a freno i suoi istinti, quelli che si annidano nella parte rettiliana del nostro cervello. Perciò è pericoloso: io avrei paura di un vicino che spara, cosí come ho paura quando certi cacciatori sparano a volte nei pressi di casa mia o lungo i sentieri che percorro in montagna.
    Una volta fui vittima di una scenetta in Appennino uguale a quella di Fantozzi alla battuta di caccia: dieci fucili puntati contro di me, che uscivo ignaro da una  macchia boscosa. Se uno solo avesse sparato, io e te non avremmo mai potuto litigare nel GognaBlog! ???
     
    P.S. Per di piú, quando il nostro eroe è stato colto con le mani nella marmellata si è inventato a sua discolpa giustificazioni assurde, ridicole.
     

  6. Bene Fabio, quindi converrai che nella frase “borghesucci di provincia, conservatori, di poche vedute, frustrati e patriarcali” probabilmente si può eccepire la mancanza di un ex (-borghesucci, intendo), ai quali Andrea Leombruni pare proprio appartenere in pieno

  7. Matteo, io penso che le classi sociali esistano, eccome!
    Ora però sono differenti da quelle dell’Ottocento e Novecento. E ne esistono soltanto due: i poveri e i ricchi.
     
    Ecco ciò che sta avvenendo da almeno un quarto di secolo:
    1) La media borghesia di una volta sta diventando sempre piú povera.
    2) I poveri stanno aumentando sempre di piú.
    3) I ricchi stanno diventando sempre piú ricchi.
    4) I ricchissimi stanno diventando sempre piú potenti, addirittura piú di molti singoli Stati.
    5) Negli anni Settanta con un solo stipendio quasi sempre si riusciva a mantenere una famiglia. Ora ne servono due.
    6) Negli anni Settanta il precariato non esisteva, se non in casi limitatissimi. Ora tra CO.CO.CO., lavoro a tempo determinato e tanto altro ancora i giovani sono sfruttati in modo vergognoso, guadagnano pochissimo e perciò spesso non riescono neppure a formarsi una famiglia. 
    È giustizia sociale questa? Ce n’era molta di piú negli anni Settanta e Ottanta. Questa è barbarie sociale!
     
    … … …
    Ciascuno di noi si domandi quando sono incominciati l’impoverimento e il degrado sociale, e chi ne sono i responsabili.
    Chi ha introdotto per legge il precariato? Chi ha aumentato la tassazione – anche quella sul lavoro! – a livelli di estorsione legalizzata? Che cosa ha causato l’introduzione dell’euro nell’economia e nelle tasche degli italiani?
    Qualcuno disse: “Con l’euro gli italiani lavoreranno un giorno in meno e guadagneranno come se avessero lavorato un giorno in piú”. A voi risulta? È vero il contrario!
     
    N.B. Scusate il fuori tema, ma queste ingiustizie mi fanno andare il sangue alla testa. 
     

  8. Il patriarcato forse è un po’ tirato per i capelli, certo, bisognerebbe almeno conoscere moglie e figlia.
     
    Però scommetto…
     
    Fabio, le classi sociali c’entrano sempre.
    Se tu pensi che non sia vero, che le classi nemmeno esistono più, significa solo che una classe ha vinto e non è la tua…né la mia, peraltro!

  9. @65 “patriarcato” era un po’ tirata per i capelli, ma ci sta all’interno della critica alla sottocultura del “buon padre di famiglia” in stile nuova/vecchia destra di Andrew Tate in cui il patriarca si prende cura di tutto e di tutti anche (e volentieri) con le armi. Va beh, è un discorso complicatissimo…
    (l’umanità merita l’estinzione)

  10. Mi spiegate che c’entrano qui i “borghesucci di provincia, conservatori, di poche vedute, frustrati e patriarcali”?
    Forse che i “montanarucci, progressisti, frustrati e no, matriarcali” non sparano? non cacciano di frodo? non uccidono volpi e lupi con esche avvelenate? Non esistono bracconieri fra di loro? 
     
    … … …
    Ma è mai possibile che perfino in un caso come questo si voglia ricorrere alla divisione marxista in classi sociali?
    E il patriarcato? C’entra come i cavoli a merenda! ???
     

  11. @ratman: nomen omen
     
    Ciò detto, la pietà è morta. Il tizio non ha una visione diversa dalla mia. Il tizio è un coglione, cagasotto e classico voltagabbana.
    Fatti: gli stava potentemente sulle balle l’orso, e voleva seccarlo, come già dichiarato. Gli è passato nell’orto, è uscito di notte col fucile e l’ha freddato.
    Versione di Voltagabbana: “ho sentito dei rumori e quindi (come se fosse normale) sono uscito col fucile (come se fosse legale). Ho visto qualcosa, mi sono spaventato e quindi ho sparato a terra l’unico colpo che avevo in canna”
    Adesso vado a cercare l’empatia…. Azz, è finita!
    Avesse detto “volevo seccarlo, mi preoccupa, mi sento minacciato e quando ho avuto l’occasione non me la sono fatta sfuggire” avrebbe se no altro il mio rispetto per la coerenza. 
    Invece è esattamente quello che descrivi tu, un borghesuccio di provincia,  conservatore, di poche vedute, frustrato e patriarcale presunto macho ma in realtà codardo e cagasotto.
    Col fucile in mano.
     

  12. Quando al Benassi gli viene “il fumino” cominciano ad uscire le locuzioni toscane… Molto divertenti!

  13. Grazia , cencio dice sempre male di straccio.  Poi con i furasacchi ci parli, ma con i tarponi  c’è poco da discutere, t’ abboccano.

  14. Naturalmente, Ratman, ti riferisci anche a te che con “piccola, insulsa e neghittosa borghesia” hai superato tutti in fatto di empatia, comprensione e solidarietà.
     
    Mah…
     

  15. Una  cosa che colpisce della maggior parte degli interventi è la mancanza di:
    Comprensione
    Empatia
    Solidarietà 
    Verso coloro  che la pensano in modo diverso.
    Queste mancanze ricorrono normalmente in tutti  coloro che sono appassionati di una idea. Costoro non si capacitano che altri la pensano diversamente al punto che non li considerano neppure dei simili ma diversi, ma solo degli ostacoli alla realizzazione del bene.
    Insomma, sono eredi di quella piccola insulsa e neghittosa  borghesia  che dopo essere stata fascista per 20 anni alla fine della guerra e diventata comunista solo per poter trovare supporto al suo nullismo.
    Finite le ideologie  è rimasta la frustrazione e l’impotenza di non xontare nulla e la necessita di difendere una causa, di salire sulle spalle.di qualcuno per farsi vedere.
    Dopo l’operaio l’orso. 

  16. Sono contrario alla gogna mediatica verso questo signore, ma veramente l’ha fatta grossa.
    Sia che abbia sparato a casaccio “ho sentito un rumore”, sia che abbia mirato perchè incattivito per le galline, è veramente grave.
    Tra l’altro una figura di m…, giustificarsi, “ero spaventato”.
    Un amico di Teramo, in viaggio in Romania, scacciò tre subadulti che rovistavano in un cassonetto accanto a dove aveva parcheggiato, battendo le mani “sciò sciò”, per riprendersi la macchina. Gli astanti erano impietriti.
    Alla fine è questione di stile.
     

  17. State caldi che tra un po dovete scendere in piazza per la compagna Gemma.
    Hasta la victoria siempre

  18. Pasini di date tragiche da non dimenticare sulla strada dell’uomo ce ne sono tante. Vuoi fare una classifica?
    Qui si parla di un orsa che viene ammazzata inutilmente da un uomo dal grilletto facile. 
    Sicuramente le tragedia puramente umane sono più importanti, ma mia nonna mi diceva che chi tratta male gli animali, tratta male anche le persone.

  19. Riva & Carlo. Ale’ ….ho ricordato la data di ieri solo perché era un giorno simbolico di cosa riusciamo a farci vicendevolmente (2001 e 1973). Non per sminuire la storia dell’orsa e dei suoi orfani ma per ricollocarla nella sua posizione nella scala del dolore e dell’indignazione. Chiuso. 

  20. @ Pasini al 51. Quel giorno mostrarono i filmati del crollo delle torri al massimo esperto mondiale di esplosivi, un messicano, che affermò: “Le han tirate giù con l’esplosivo”. Non ricordo se il giorno stesso o il giorno dopo, lo riportarono alla TV a rimangiarsi tutto quello che aveva detto. Buonanotte.

  21. Claudio, non lo so con certezza – visto che ho letto poco  a proposito della vicenda – ma mi stupirei, vista la pressione vissuta da parte di tutti, se l’uomo non avesse neanche asserito d’aver fatto un errore! Sarebbe sciocco da parte sua. E sono d’accordo che non vi siano attenuanti, benché – ribadisco – non mi sembra facile la convivenza tra umani urbanizzati e orsi. 
     
    Penso anche che le norme stabilire non debbano solo essere a protezione degli animali – il cui habitat, purtroppo, si restringe giorno per giorno – ma anche degli umani, che stanno via via perdendo capacità e saperi, intrappolati in città che non lasciano spazio neanche a un cielo stellato. 
     
    Non mi sento di dire che siamo tutti immersi fino al collo nel business e che non si salva nessuno. 

  22. Roberto, non mi spiego perché hai chiamato in causa il Papa, che in nessun modo più redarguire qualcuno a proposito di economie, vivendo nel lusso del Vaticano e pensando ai beni posseduti dalla Chiesa.
     
    Dai, lasciamolo lì dov’è 🙂 

  23. Benassi. Sulle armi di distrazione, come dice il diavolo a Faust “qualche cosa mi è noto”. Qui si parlava della storia di Amarena e dei suoi cuccioli (non bella e chi lo nega) così come messa su dai media e dalla rete. Di passaggio ricordo la data di oggi.

  24. penso che l’animalismo sbandierato sui media e oggi molto di moda sia un’arma di distrazione di massa. 

    Pasini di armi di distrazione di massa ce ne sono tante e NON solo l’animalismo a tutti i costi o quelli  che mettono il cappottino ai cani.

  25. Ho tradizioni familiari alpine anche se sono nato in città perché mio padre si era trasferito per lavoro. Fin da bambino ho imparato dai miei nonni e dai miei zii (cacciatori e contrabbandieri per arrotondare lo stipendio da operaio di confine) a rapportarmi con gli animali anche pericolosi. Ho mantenuto un buon rapporto, mi piacciono e non ho mai avuto problemi anche nella gestione di incontri ravvicinati in natura e sono vegetariano da una vita. Conosco tante persone “animaliste” soprattutto donne. Conosco anche varie gattare e un cagnaro che fanno volontariato. Persone sensibili, amorevoli e per bene, animate da buoni sentimenti. Tuttavia, con franchezza brutale, perché la realtà è brutale, penso che l’animalismo sbandierato sui media e oggi molto di moda sia un’arma di distrazione di massa. Così ci distraiamo con foto di gattini e cuccioli vari con cuoricini che popolano la rete dalle infamie e dagli orrori che quotidianamente questo piccolo predatore di branco dotato di potenti tecnologie che siamo noi oggi commette senza sensi di colpa (come peraltro ha sempre fatto anche peggio) nei confronti dei suoi co-specifici, cuccioli compresi.  E come i francesi di Paolo Conte “ancor mi girano”.  Amen. 

  26. Il culto dell’animale va di pari passo al disgusto per l’umano. Certo che ragioni per odiarci tra di noi, dico tra esseri umani, ne abbiamo sempre trovate: razza religione ideologia. Ma il razzismo altro non era che una forma ingenua dell’animalismo: solo con l’animalismo si trovano ragioni per odiare l’uomo in quanto tale.

    In vita mia non ho mai odiato nessuno. Non mi sono mai fatto problemi di colore della pelle, di fede religiosa  ne di fede politica. Credo nelle differenze culturali, politiche e religiose che sono un valore da difendere. Certo chi vorrebbe imporre il suo pensiero al mio con la forza, non è che mi trova d’accordo.
    Condanno la violenza senza senso nei confronti di un animale. Come condanno l’umanizzazione degli animali.

  27. La coscienza collettiva dell’uomo è particolare e selettiva. Dall’inizio dell’anno sono morti affogati nel Mediterraneo circa 300 cuccioli di uomo che fuggivano da inferni vari (circa 2 miliardi di uomini sono attualmente coinvolti in conflitti). Quante manifestazioni ? Quanti pezzi usciti sui giornali? Quanta commozione? Quante foto strazianti? Questo senza nulla togliere agli orfani di Amarena. Io che non sono cattolico ogni tanto penso che Papa Francesco abbia ragione quando ci striglia su dove collochiamo le nostre risorse economiche e di affetto (mi riferisco al discorso sugli animali domesti che ha indignsto tante anime sensibili e affettuose). Così tanto per ricordare cone lavorano anche i media nel costruire la realtà e influenzare le emozioni. 

  28. Il culto dell’animale va di pari passo al disgusto per l’umano. Certo che ragioni per odiarci tra di noi, dico tra esseri umani, ne abbiamo sempre trovate: razza religione ideologia. Ma il razzismo altro non era che una forma ingenua dell’animalismo: solo con l’animalismo si trovano ragioni per odiare l’uomo in quanto tale.

  29. I confronti son brutti, ma nell’intero globo terracqueo esistono soltanto 60 orsi marsicani mentre ci sono 8.000.000.000 di homo sapiens. I tribunali, le leggi, giudicano gli atti non chi li ha commessi. Mi sembra evidente che vada condannato e punito chi ha sparato, a prescindere dei motivi per cui lo ha fatto, (odio verso gli orsi responsabili degli attacchi in trentino?) ( Invidia per gli affari che fanno in paese grazie agli orsi??) ( Uno schiaffo all’ente parco e ai vincoli che mette ??)….queste, semmai , sono aggravanti. Anziché chiedere scusa come ha fatto dovrebbe occuparsi dei cuccioli orfani

  30. “chiedere di abbassare i toni e lasciare che l’iter giudiziario vada avanti”
    E’ necessario mettere nome e foto della persona che si presume abbia sparato? Io non credo. 

  31. Grazia, non è una circostanza particolare che mi costringe ad allontanarmi da questo blog bensì, più prosaicamente, la mancanza di tempo (conseguenza, del resto, delle scelte fatte, come potrai immaginare).
     
    Detto questo, anche per trarre una conclusione alla discussione iniziata, mi concentro per l’ultima volta su una tua affermazione (che in linea di principio condivido):
     

    ritengo che non ci sia mai qualcosa da dover conquistare e che questo modo di esprimersi, che viene dal mondo che sostiene guerre e conflitti, muove lo spirito di competizione della società capitalistica, che non mi sento di condividere

     
    Come ho avuto già modo di scrivere, anche in alpinismo innegabilmente c’è competizione. Ma non ci sarebbe niente di male – questo è il punto – se la spinta a competere non nascondesse interessi economici e volontà di affermazione o promozione di sé. Non ci sarebbe niente di male se la competizione fosse solo una cosa tra amici, con prese per il culo e scommesse su chi paga le birre, e poi magari viene fuori il talento di qualcuno – qualcuno che a distanza di anni riuscirà finalmente a liberarsi dall’ossessione (di conquista? di affermazione?) e a concepire le proprie scalate solo come atti d’amore.
     
    Venendo, dunque, alla storia dell’orsa, non credo vi siano attenuanti per l’uomo che le ha sparato, tanto meno se continua col piagnisteo e con le scuse patetiche. Avrei comprensione per lui se dicesse chiaro e tondo: “ho sbagliato”. Detto questo, però, vi sono poche attenuanti anche per il (ehm) dibattito in corso, che contrappone cittadini a montanari, animalisti a sostenitori del diritto a difendersi, quelli che provano pena per i “poveri cuccioli”, “era un’orsa così buona” (umanizzazione dell’animale), “bastardo, vergognati” (bestializzazione dell’uomo), “la vita di un uomo vale di più di quella di un animale”, “no, è il contrario”, “no! recintateli dentro il parco, così non escono a rompere le scatole alla povera gente”. 
     
    Questo è un dibattito che non porta a niente, perché non esce dalla logica utilitaristica – la logica del “valore della vita”, da cui discende la logica del “diritto a difendere” la propria vita (d’uomo, cioè di “essere superiore”), finanche i confini di una proprietà (il mio orto, il paese dove ho scelto di vivere) oppure, dall’altra parte della barricata, la logica secondo cui la natura selvaggia sarebbe lì per permetterci di “ricaricare le batterie”, un valore da vendere come attrazione turistica – basterebbe invece provare a concepire il diritto dell’orso di esserci e di vivere la propria vita d’orso, senza fingere di poterci fare amicizia, senza volersi nascondere che se l’orso s’allarga troppo finisce male (come minimo, respinto dentro i suoi boschi), e che vale anche il contrario: l’uomo che si insedia a ridosso dei boschi deve mettersi il cuore in pace – e mettere giù il fucile. E poiché non si tratta di un confronto ad armi pari, la società civile stabilisce delle regole per proteggere  – e conservare dall’estinzione – la parte debole (l’orso).
     
    Non è una cosa da idealizzare, ma è da prendere per quello che è. Cominetti dice che l’ambiente dove lui lavora è un mucchio di sassi, e credo che voglia dire proprio questo: idealizzare (l’ambiente) non serve a niente. Siamo tutti immersi fino al collo nel business. Non si salva nessuno. Conservare i beni naturali dovrebbe essere una cosa alta, fuori dalle logiche utilitaristiche, libera dalle idealizzazioni e dai romanticismi.

  32. @grazia se non credi nel “sistema”, ovvero nella societas, dubiti di tutto (allora di cosa stiamo parlando?) e le leggi vanno bene ma c’è anche il buon senso… ma il buon senso di chi? Il tuo? Il mio?
    perdonami, ma il tuo leader culturale e spirituale è Salvini. O Cetto Laqualunque. Senzaltramente!
    Il virgolettato è chiarissimo, e il signore dice “ho sparato per terra”. Non c’è malafede nel lettore. C’è stupidità nel fatto, nella dichiarazione. Siamo di fronte a un titolare di porto d’armi che in una situazione di pericolo DICE di aver sparato a terra senza mirare. Che è peggio che dire “gli ho sparato al cuore”. Se spari a terra il proiettile rimbalza e magari ammazza tua figlia! Mica l’orso! Ma il porto d’armi e la licenza di caccia dove le ha trovate? Nell’ovetto Kinder? Dai….
    O hai un’idea, o fai slogan. La mia idea è chiarissima, non cerco di accontentare questo o quello. So cos’è il compromesso, so dove non lo voglio.
    I cacciatori se si estinguono domani festeggio con un mathusalem di Bellavista! Semplice e chiaro. 
    Detto ciò sono anche contro questa gogna mediatica di ambientalisti da salotto. Che esagerano dall’altra parte distraendo l’attenzione da problemi più seri.

  33. Riky, anch’io sono cittadina italiana e ben conosco le leggi. Un’altra cosa è il buon senso. La legge dice che non si può, ma di fatto succede e vanno fatti i conti con la realtà, non con la teoria, e non a suon di processi dopo che qualcosa per ciò accade. Sarebbe bello non accadesse. 
     
    Sottolineo ancora che mi sembra sorprendente basare la propria analisi su un’unica frase presa da un articolo. Saranno andate davvero così le cose? Il tipo ha rilasciato queste dichiarazioni, magari all’interno di un discorso? 
     
    Ti invito a rimanere nella realtà dove, a dispetto dell’epoca (e non sono proprio tra quelli che credono che l’avanzata del tempo vada di pari passo con il progresso del senso civico), succedono delle vicende gravi.
     
    Anche a me turba che qualcuno possa far fuoco impropriamente (in questi giorni sento continuamente spari presto el mattino, abitando a ridosso di un bosco). 
    Ma non solo non penso che possano essere eliminate le armi – che fanno i cacciatori, poi? E l’industria delle armi che ne dice? – ma ritengo che, come in qualsiasi ambito, alla base ci voglia un’adeguata preparazione, se si vive dentro un parco.
     
    Non credo, però, che si tenda a far di tutto per eliminare tensioni e conflitti, anzi mi pare che stia accadendo l’inverso…

  34. E ancora: non voglio difendere chi ha sparato, ma le tue conclusioni commentano una singola frase estrapolata da un articolo.

    No, le mie conclusioni sono che nell’uomo , in ognuno di noi, chi più chi meno,  c’è una bella carica di violenza, che spesso e volentieri, usa questa violenza non per difendesi,  ma per arroganza, per potere se non per diventimento.
    L’uomo si comporta da uomo , e l’orso da orso. Ma per l’orso non lo giustifichiamo mentre l’uomo si.
    Per l’orso (com per altri animali)  abbiamo la pretesa che si comporti da uomo. Che stia dentro le regole dettate dall’uomo, che stia dentro i confini della gabbia d’oro in cui l’abbiamo messo.
    Chi l’ha inventati gli zoo dove gli animali sono usati come fenomeni da baraccone!!!
    Tutti hanno il diritto di difendersi, anche perchè è un istinto naturale di sopravvivenza. Ma sentire dei rumori in giardino, imbracciare il fucile, sparare ed uccidere non è difendersi.

  35. @grazia, vedo che ti sfugge un punto: in Italia tu NON PUOI USCIRE CON UN FUCILE ARMATO PER RISOLVERE LE QUESTIONI. Punto.
    E il signore in questione questo ha fatto, e io mi rifiuto di dare la benché minima attenuante a questi comportamenti. E bada bene, non sono un pacifista tout court, ma la statistica mi insegna che un fucile prima o poi viene usato impropriamente. L’unica maniera scientifica per abbassare la statistica è togliere di mezzo i fucili. Perché oggi l’orso, domani il vicino con la radio troppo alta. Senza se e senza ma. 
    Poi le sue dichiarazioni “ho puntato a terra” “non volevo colpirlo” dimostrano che neanche conosce le minime regole per tenere un fucile in mano, e ha il porto d’armi, che dire?  Lasciamo stare… è blabla da salotto. 
    Non me ne frega nulla dell’orso in sé, mi spiace per lui, certo, ma non è quello che turba i miei sonni. Il mio mirino è puntato sulla questione armi.
    tu dici:
    qualunque situazione può coglierci alla sprovvista al di là delle nostre competenze
    Benissimo, e quindi? Siamo nel 2023 in Italia, non nel 1890 in un film con John Wayne nel far west: le questioni non si risolvono a schioppettate, se no finiamo come negli States, la patria della democrazia (R.I.P). 
    Si chiama civiltà.
    (ps: in Stati Uniti e Canada e Groenlandia ho avuto decine di incontri con gli orsi, di tutti i tipi e colori, in paese come in natura e tolto che in una situazione sempre senza armi! A Mammoth, una specie di St Moritz della High Sierra gli orsi girano in paese da sempre. Ma l’unico incontro che mi ha terrorizzato davvero è stato con le forze dell’ordine negli USA!)

  36. Buongiorno Claudio,
    ti ringrazio per aver preso il tempo di rispondere e accolgo le tue scuse.
     
    Io sono molto realista e penso d’avere senso pratico – altrimenti non so come potrei svolgere la professione di guida. Ciò non toglie che ritengo che non ci sia mai qualcosa da dover conquistare e che questo modo di esprimersi, che viene dal mondo che sostiene guerre e conflitti, muove lo spirito di competizione della società capitalistica, che non mi sento di condividere.
     
    Credo sia molto saggio rendersi conto che qualunque situazione può coglierci alla sprovvista al di là delle nostre competenze, perché influenzata da infinite variabili. Altrimenti grandi guide e alpinisti non potrebbero mai perire in montagna e invece la storia ne è colma.
     
    Le domande che ho posto sono state scritte per suscitare uno scambio: ognuno di noi legge i fatti partendo dal proprio vissuto.
    E, dunque, non è semplice per un cittadino comprendere sino in fondo la vita al di fuori dei centri urbani e viceversa.
     
    Qui in Sicilia il lupo è scomparso da tempo e so che la cultura locale non saprebbe accogliere grandi predatori 
     
    L’uccisione di un’orsa conosciuta fa scalpore, ma questo non succede con i quotidiani casi di avvelenamento di cani e gatti del vicinato.
     
    Ti invito a rimanere nel blog, andando al di là di qualche baruffa virtuale.
     
     

  37. Mi va di aggiungere che può suonare un po’ strano che il signore messo alla gogna sia sia lasciato  sorprendere dalla presenza di un orso, visto che pare che gli avvistamenti fossero continui e, addirittura, in paese. 
     
    Che dire?

  38. a me quel che preoccupa maggiormente è la facilità di giudicare e trarre conclusioni sulla pelle di un perfetto sconosciuto […] 
    nel caso in esame, i giudizi vengono da cittadini che non sanno nulla della vita che si può svolgere in un abitato frequentato anche da grandi carnivori […]

    Più che star lì a mettere etichette, alimentando l’inutile, assordante e fuorviante tam tam mediatico, sarebbe bello mettersi nei panni di chi vive lì e provare a immaginare possibili soluzioni

    Okay, okay: forse erano anche per me, queste frasi. Un paio di giorni fa ho esagerato. Il fatto è che mi irrita, in genere, l’uso di espressioni sognanti come “la montagna non si conquista”, o l’attribuire spiritualità all’un ambiente naturale (“è la montagna che decide”) – preferirei invece un atteggiamento realista, meno patinato. Ho fatto male, però, a scrivere che è lievemente ipocrita esprimersi in questo modo: non mi riferivo a Grazia come persona, ovviamente, ma al fatto che ad esprimersi in quel modo fosse Grazia in quanto guida escursionistica. Comunque mi dispiace e mi scuso.
     
    Aggiungo solo un paio di cose, per Grazia, e poi la chiudo definitivamente con questo blog. 
     

    sinceramente non so dire come si sarei comportata al cospetto di un orso

     
    Davvero? Per quel che mi riguarda, posso dire due cose: non so come potrei reagire, nel senso che potrei anche perdere, sfortunatamente, l’autocontrollo, ma di sicuro ho in mente un piano da mettere in atto, basato sulle cose che leggo, su qualche esperienza passata (per avere frequentato Yellowstone, quando abitavo negli Stati Uniti: non parlo di incontri ravvicinati, naturalmente, ma di precise istruzioni sul da farsi, ricevute all’ingresso del parco). Mi stupisce dunque che una guida escursionistica possa tranquillamente dichiarare che non sa come potrebbe reagire in una circostanza simile: al di là dell’apprezzabile sincerità, è giusto sottolineare, come anche scritto da Carlo, che ci sono regole abbastanza chiare su come comportarsi e cosa fare. Così come ci sono regole molto chiare sul da farsi quando ti pare di avere sentito rumori in giardino: se sono rumori sospetti, chiami la polizia. Punto. 
     
    Ultima cosa. Io non sono un cittadino, nel senso che non abito in un appartamento di città. E non disprezzo le tue scelte, Grazia. Non so da dove ti sia potuto venire in mente. Hai fatto delle scelte coraggiose, che io rispetto. Anch’io ho fatto delle scelte – non so se così coraggiose, ma si tratta pur sempre di scelte. Certo, non mi metto qui a scrivere cosa ho fatto e chi sono, perché davvero non ho bisogno né voglia di cercare l’approvazione degli altri in un ambito come questo. Però, lo dico con sincerità, se pensi di essere stata disprezzata per avere scelto di vivere a contatto con la natura, in maniera semplice, ecco, puoi stare tranquilla: non è una cosa che disprezzo. Magari un po’ ti invidio. 

  39. Alberto,
    spero che i miei commenti non siano stati travisato: non sto dalla parte di nessuno, né degli orsi né degli umani.
     
    Un sacco di gente ha il porto d’armi e tanta altra detiene armi. Questo è senza dubbio un altro fatto preoccupante. 
     
    E ancora: non voglio difendere chi ha sparato, ma le tue conclusioni commentano una singola frase estrapolata da un articolo.
     
    Mi viene in mente che un po’ di anni fa un negoziante – forse un gioielliere – sparò a un probabile ladro e nello stesso periodo (nella mia memoria) un privato uccise un altro possibile aggressore. Non ho idea di come siano state “risolte” le vicende. 
     
    In ogni caso le sentenze arrivano anche dopo decenni, senza che nel frattempo si prendano misure. Guardiamo, per esempio, al moltiplicarsi di omicidi (non mi soffermo volutamente sui femminicidi), seppur anticipati da valanghe di denunce. 

  40. Hai il porto d’armi? Vivi in montagna? Hai mai incontrato un orso? Sapresti dire con certezza cosa faresti se ne incontrassi uno mentre corri attraverso un bosco o all’interno della tua proprietà?

    Difendersi e un atto istintivo e naturale. Se un animale mi attacca, mi difendo. Se un uomo mi vuole usare violenza  mi difendo.
    Ma se sono in casa e sento un rumore fuori , non esco con il mitra e sparo . 
    Poi in fondo quale è il problema ha solo sparato ad un orso. Non la facciamo tanto lunga. 
    Al quartiere del Quarticciolo hanno pestato un rompicoglioni drogato e scippatore. Quindi quale è il problema.
    Ma chi sono quelli che l’hanno l’inciato in gruppo?

  41. Chi vive li ha avuto tutte le possibilità  di istruirsi su come comportarsi, su come custodire i propri animali, su come smaltire i rifiuti. Di sicuro ente parco non ha consegnato fucili e cartucce. Vivere a contatto con la natura ha vantaggi e svantaggi così come vivere in città. Nell’uno e nell’altro caso non è il caso di uscire armati per risolvere i problemi o vincere le proprie paure. 

  42. Riky, a me quel che preoccupa maggiormente è la facilità di giudicare e trarre conclusioni sulla pelle di un perfetto sconosciuto, modalità molto diffusa sul web che fornisce l’opportunità di starsene al riparo di una tastiera senza dover affrontare lo sguardo del diretto interessato.
    Magari, nel caso in esame, i giudizi vengono da cittadini che non sanno nulla della vita che si può svolgere in un abitato frequentato anche da grandi carnivori.
    Hai il porto d’armi? Vivi in montagna? Hai mai incontrato un orso? Sapresti dire con certezza cosa faresti se ne incontrassi uno mentre corri attraverso un bosco o all’interno della tua proprietà?
     
    Mi preme ricordare che tutte le nostre chiacchiere si basano su articoli scritti da altri, senza conoscere i fatti come sono realmente accaduti, e neppure gli attori.
     
    Più che star lì a mettere etichette, alimentando l’inutile, assordante e fuorviante tam tam mediatico, sarebbe bello mettersi nei panni di chi vive lì e provare a immaginare possibili soluzioni. 

  43. Un coglione, dotato di regolare licenza di caccia e di arma registrata, sentito un rumore nella sua proprietà è uscito con il fucile e ha sparato al problema.
    Fatto sul quale ragionare. Non sulla morte dell’orso.
    Se sento dei rumori in giardino e sono preoccupato chiamo i carabinieri. Non esco con un fucile! Quindi il Leombruni è un coglione armato, perché è uscito con l’intento di sparare, di risolvere una situazione non chiara con l’uso delle armi.
    Perché le armi ce le ha in casa.
    Se veramente non sapeva cosa fosse, la persona anormale chiama le forze dell’ordine: poteva trattarsi di un ladro, certamente di un orso, di un cinghiale, ma anche di un bambino che giocava a nascondino o di una coppia che cercava una camporella!
    E cosa fai? Esci col fucile armato ogni volta che senti un rumore? 
    Palesemente sperava di beccare l’orso, lo sappiamo tutti. E sarebbe il caso di scriverlo a chiare lettere, senza giudizi. È un fatto.
     
     PS: Il cinghiale non attacca mai l’uomo, neanche quando ha i cuccioli. “Attacca” solo quando è senza via di uscita spinto da una muta di cani da caccia sospinti da un gruppo di beduini armati, non diciamo cazzate. 
     

  44. Sono d’accordo con Alberto che sia tutti collegato e non farei il processo sulla base di un articolo, che per quanto dettagliato, non potrà mai restituire la realtà in tutte le sue sfumature.
     
    I più assidui frequentatori del blog conoscono la mia posizione nella natura e le mie visioni, ma sinceramente non so dire come si sarei comportata al cospetto di un orso.
    Invito anche a ripensare a giudizi come “buona” rispetto ad Amarena, che rimane pur sempre un orso con la sua forza e le sue possibilità.
    È come dire che l’Etna è un vulcano buono e lo Yellowstone un super vulcano.

  45. Uccidere Amarena e’stata un’azione vile è insensata dice che ha sparato verso terra ma come mai ha colpito l’orsa? Possibile che un proiettile prima tocca il terreno epoi sale e uccide? oltre che assassino e’ anche stupido merita una pena esemplare
     
     

  46. Caro Enri, non possiedo strumenti  per spingermi a fare una dichiarazione del genere.
    Ho solo chiacchierato con genovesi e mi sono stupita del progetto già pronto.
    Tutto qui.

  47. L’evento accaduto all’orsa Amarena è figlio del tam-tam mediatico seguito ai problemi degli orsi trentini. 

  48. Il.ponte di Genova, la morte dei lavoratori o la strage di Viareggio, c’entrano eccome. Quando accadono questi fatti si cercano sempre scuse, cercando insabbiare, di far passare tempo per arrivare  alla prescrizione.
    Qundo invece si tratta di animali ci si fa giustizia da soli, o si proclama subito la pena di morte. Del resto che sono gli animali, degli oggetti, dei soprammobili di proprietà dell’imperatore uomo, autoeletto per diritto divino, padrone assoluto dell’universo. Ma cosa ti vuoi aspettare da chi pretende di fare SPORT andato a caccia di essere viventi. E per giustificarsi si dichiara discendente delle tradizioni degli antichi cacciatori che si dovevano procurare il cibo.

  49. Caruso. Non c’era nessuna intenzione di fare insalate o deviare. Solo esprimere il mio pensiero personale sulla necessità di mantenere le proporzioni di fronte ad alcuni toni esagitati dei commenti. Pensiero condiviso anche da altri. Poi ognuno distribuisce la sua riserva di dolore dove vuole. Anche tutta sul gatto stirato in tangenziale. Buona notte. 

  50. L’orsa Amarena faceva parte di un specie protetta in via di estinzione….le altre questioni gravissime, vedi ponte Morandi, Brandizzo e violenze varie che leggiamo tutti i giorni sui giornali, non c’ entrano niente con la vicenda della povera orsa e dei suoi cuccioli: e’ l’ ennesimo tentativo di deviare l’ attenzione dal problema facendo un’ ” insalata mista” di tutto cio’ che non va. Amarena era conosciuta come orsa brava. Non doveva essere uccisa. A moltissimi piacerebbe vivere in un mondo dove si rispetti la natura e i suoi elementi, senza che l’ egoismo di un singolo si permetta di distruggere e portare dolore e dispiacere agli altri!! Io la penso cosi’.

  51. Pasini, non sei stato causa involontaria di nulla, in generale io leggo volentieri i tuoi commenti. Ed anche io non ho intenzione di andare troppo fuori tema. Comunque se qualcuno ha da portare elementi nuovi è comprovati sul ponte di Genova sono molto interessato a leggerli.

  52. Non vorrei essere stato causa involontaria della deviazione su un altro tema. Mi scuso. Volevo solo esprimere la mia opinione o meglio la mia reazione, indotta dal tono di certi commenti, sul fatto che è giusto indignarsi ed emozionarsi per altri esseri viventi che vengono uccisi mantenendo però senso delle proporzioni e focalizzazione. Buona fine domenica. 

  53. Grazia,
    tu in un precedente commento hai detto che sarebbe stato meglio non costruire il nuovo ponte. Con quest’ultimo commento vuoi dire che il ponte Morandi fu fatto cadere apposta o lasciato cadere per farne uno nuovo?
     

  54. Caro Roberto, a mio avviso non è mai il caso di propagare intorno a sé violenza, se lo sfogo non è seguito da un’azione di risoluzione equilibrata.
     
    Per il resto, penso che siamo tutti consapevoli  come certi argomenti abbiamo più presa di altri sulla collettività.
    Tra l’altro, temo che per il ponte di Genova sia più conveniente insabbiare che mettere in risalto l’accaduto, visti i misteri che tutt’ora lo permeano. 

  55. I morti sulla ferrovia di pochi giorni fa e i morti del ponte Morandi, che questu ultimi avrebbero potutto essere molti di più, è solo colpa di noi uomini. O vogliamo darla a qualche orso oppure agli  estra terrestri?
    Il ponte Morandi lo sapevano che era pericoloso ma se ne sono fregati. Hanno contato di più i pedaggi che le persone.

  56. Forse mi sbaglio, ma in certi interventi sento profumo di troll. In ogni caso, basta rovistare un po’ le viscere e viene fuori la comune passione per l’impiccagione: del cacciatore, dell’animalista, dello scippatore di vecchiette…..Anche se fa acqua da tutte le parti da noi vige “la regola della legge”. Per fortuna. Cominciamo a farla rispettare. E poi, con sincerità: non amo la demagogia populista da 4 soldi, però con tutto l’amore e il rispetto per l’orsa e i suoi orfanelli cuccioli (immagine strappalacrime alla Disney) ci sono proporzioni e misure. Qualche settimana fa a Brandizzo sono morti cinque lavoratori lasciando vedove e orfani e c’è stato l’anniversario del crollo del Ponte Morandi per il quale non è stata neppure emessa una sentenza di primo grado. Sarà perché il serbatoio di rabbia e indignazione col tempo tende a svuotarsi per consunzione, ma io penso che sarebbe opportuno focalizzare meglio lo sdegno collettivo e tenerlo vivo su certe priorità, perché altrimenti come si diceva una volta “il giornale del giorno dopo serve per incartarci il pesce”. 

  57. Gli stessi sentimenti che hanno animato il desiderio di veder uccisa l’orsa che ha aggredito il runner, ora li si prova verso un uomo che ha ucciso un’altra orsa? 
    Spero ardentemente che ci si renda presto conto che il livello di violenza trasmesso è inaccettabile e non risolve in alcun modo le criticità della convivenza tra umani e animali, ma alimenta la già esasperata tendenza ai divieti che stiamo subendo. 

  58. Ascolto con orrore e disgusto profondo le sciagurate azioni di questi pseudo animalisti, per cui la vita di un uomo vale meno di un animale. Un orso ha aggredito piu’ volte e ucciso alla fine un uomo e va tutto bene ? Un altro uomo si ritrova un orso in giardino e spaventato gli spara vogliono mandarlo in galera ? Io vorrei mandare in galera questi bastardi che prima hanno riempito il parco di orsi pericolosissimi dalla foza immane e poi non vogliono neanche che ci difendiamo ? E perche’ no anche leoni e tigri ? Nessuno tocchi sorella tigre. La follia e malafede di questa gentaglia, oltretutto aggressiva, e’ pari alla loro stupidita’ ! Io manderei loro in galera per attentato alla sicurezza cittadina. Gli orsi gia’ troppi devono stare nel parco in zone recintate e lo stato deve controllare e provvedere. In caso contrario lo stato DEVE anestetizzarli immediatamente e se necessario abbatterli. Pensate sia bello trovarsi un orso sotto casa dove magari ci sono i bambini o vostra moglie ? L’orso e’ imprevedibile e scorbutico e ha gia’ ucciso altre volte senza motivo. E perche’ questi finti animalisti che in realta’ difendono solo i loro interessi nel parco non difendono i cani, i veri e inoffensivi amici dell’uomo ? E che prima di una improbabile adozione vengono rinchiusi in gabbie terrificanti con poco cibo e al freddo senza cure veterinarie, lasciandoli morire in modo orribile ? O abbandonati, picchiati e torturati ? Quelli va bene finti e ipocriti animalisti ? Basta poco con un budget comunale modesto a creare delle zone recintate in campagna con cibo e acqua. O le volpi prese in trappole dolorissime solo per fare pellicce a vecchie e ricche signore. O gli animali da esperimenti il piu’ delle volte inutili sottoposti a torture inimmaginabili ! QUESTE SONO LE VERE BATTAGLIE !!! Lo stato come al solito assente e inetto si attivi per difendere i cittadini prima degli orsi e da altri animali pericolosi. E fermi quella accozzaglia di fanatici pericolosi.

  59. Qualcuno di voi conosce personalmente chi ha sparato all’orsa per esprimersi in questi termini? 
     
    Mi trovo d’accordo con Roberto: trovo a dir poco allarmante quanto poco produttivo questi sfoghi personali nei confronti di un perfetto sconosciuto – che certamente nulla o poco hanno a vedere con la vicenda descritta 

  60. Il termine giusto e’ infame lo si da hai pedofili chi maltratta gli animali gli alberi le donne poi quel tipo di bocca non tutti sono più propensi a fare del male la mia ex professoressa di sostegno ha la bocca simile e ha detto che i bambini cinesi sono delle merde li ammazzerebbe gli fanno schifo non li vorrebbe mai nella sua classe purtroppo la parola mia con la sua potrebbe fare un passo falso vediamo 

  61. Il bastardo che ha ucciso deliberatamente Amarena deve essere punito con il carcere  ! Una azione riprovevole che non può può essere lasciata impunità . Poteva sparare in alto e L orsa sarebbe fuggita ! Ma no ! Il bastardo ha voluto uccidere . Che vergogna ! Amarena ha incontrato nel momento sbagliato e nel punto sbagliato L uomo che è purtroppo il più grande carnefice della terra . 

  62. nessuna pietà per un bastardo che spara deliberatamente per uccidere. Avrebbe potuto sparare in aria oppure a qualche metro da lei, bastava spaventarla, non prendere la mira e colpirla a morte, maledetto vigliacco!!! 

  63. Bisogna rispettare gli animali nel loro habitat. Noi siamo gli invasori e quindi noi ci dobbiamo adeguare…non spreco parole per il signore del fucile ha il mio disprezzo!!

  64. Mi piange il cuore x la morte di Amarena, non’e’ giusto e non doveva accadere, ma come si fa ad uccidere un orso nella fattispecie ma in generale qualsiasi animale. Non ho alcun augurio da fare al suo uccisore se non quello di essersi reso conto del gesto scellerato che ha fatto e di conviverci, ha reso un bel servizio anche alla sua famiglia, complimenti, per il resto sarà’ la legge a proseguire il discorso.

  65. Sono costernato mi sento in colpa io per primo per ciò che è accaduto siamo delle bestie senza rispetto togliamo ogni santo giorno spazio a questi poveri Animali e pretendiamo che nn invadono il nostro orticello quando siamo noi per primi nel togliere spazi Vitali a Loro,vorrei essere ora più che mai nato Orso o qualsiasi altro Animale per provare cosa significhi crescere senza una Madre visto che da umano ancora c’è l’ho,la speranza è che crescano sani e forti per essere l’orgoglio di Amarena che li sorveglia da lassù 

  66. Carlo. Anche allo scippatore di Roma stavano applicando in modo energico il “condizionanento sociale” senza chiamare i carabinieri, che per fortuna poi sono arrivati. Non so se facessimo votare la maggioranza ci sarebbero differenze su un versante tra orsi, lupi, cinghiali e tra essseri umani dall’altro nell’applicazione del “condizionanento sociale”. Tira una brutta aria e c’è sbandamento , a volte nelle stesse persone, tra rivendicazione della libertà da obblighi sociali imposti e approvazione per un’esercizio deciso dell’autorità. C’e molta confusione sotto il cielo diceva il Grande Timoniere. Per fortuna ci sono ancora le leggi. Però…però…..

  67.  
    Libererei il dibattito da una imprecisione:  l’orso marsicano è specie endemica da sempre presente in quel territorio e a rischio estinzione. I cinghiali sono ibridi introdotti a fini venatori senza alcuna valutazione sul loro impatto. La legge verrà applicata, la pena assegnata, speriamo riprenda l’insegnamento anche dell’ambiente in cui si vive ….e che venga vietato detenere armi di qualsiasi tipo. Difendeva una proprietà privata (dice) ….ma lo avrebbe fatto a schiaffi? O avrebbe chiamato PRIMA i carabinieri?

  68. Eh si Matteo. Il condizionamento sociale e’ un’arma letale e possente. Purtroppo non sempre in mano ai “buoni”. Tema delicato (vedi anche qui discussioni sulle vaccinazioni) se non si affronta anche il problema delle garanzie e degli antidoti ad un uso improprio ed esteso. Vecchio e amato Marcuse di Eros e civilta’. Vado a cercarlo nei ripiani alti della mia bibliotechina in una domenica di riposo. 

  69. ” stai legittimando lo “stigma” sociale e la riprovazione collettiva”
    Vero?
    Purtroppo sono molto efficaci e talora, credo, assolutamente auspicabili.
    Credo che gli esempi sul pagare minorenni o definire “pizzo di stato” le tasse siano abbastanza chiari. E penso che una riprovazione viscerale e generale in questi casi sarebbe un’ottima cosa.
    Certo, definire i limiti dell’auspicabilità non è cosa facile, esattamente come non è cosa facile definire i limiti accettabili di leggi o regole. Ma questo non ne diminuisce la necessità e l’utilità: il fatto che siano potute esistere le leggi razziali non significa che le leggi non debbano esistere (se non come utopico augurio)

  70. Matteo, Matteo, stai legittimando lo “stigma” sociale e la riprovazione collettiva come forma di condizionamento dei comportamenti individuali “devianti”. Attenzione: chi stabilisce i comportamenti da sottoporre alla stigmatizzazione? La maggioranza? Una minoranza di illuminati? I profeti? I generali prossimi alla pensione? Faccenda complessa. Io ci andrei cauto con il condizionamento sociale esteso e mi atterrei alle regole stabilite dalle leggi e dalle norme e già anche lì siamo su un terreno fragile, vedi leggi razziali. Sullo sparare ad animali “selvatici” che vengono in città non so mica come finiribbe se facessimo un referendum nel paese dove vivo io. Io non uso il fucile coi cinghiali maledetti ma la fionda si’. Confesso. e sono stigmatizzato proprio perché sono foresto e mi dichiaro contrario al bazooka. Mi salvo solo, a stento, perché vado in giro a pulire sentieri e mulattiere.

  71. “Ho ucciso l’orsa Amarena, non vivo più. Sono alla gogna”
    Questa mi pare un’ottima notizia.
    Credo che il disprezzo sociale, la riprovazione esplicita della gente sia un fortissimo deterrente e un mezzo efficace di prevenzione, da favorire e incentivare.
    E dovrebbe valere in tutti i campi, non solo per la protezione dell’ambiente e degli animali: dall’evasione fiscale, allo sfruttamento, alla prostituzione.
    Purtroppo non è così, come ampiamente dimostrato dalla parabola di Berlusconi o da Ministri che osano parlare di “pizzo di Stato” senza che nessuno o quasi si sia ribellato o sentito offeso.
     
    Per cui ben venga la gogna per uno stronzo dal grilletto facile: palate di merda possono essere un buon concime per un’evoluzione positiva.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.