Dalla sua prima guida Arrampicate in Valle dell’Orco (edita da Edizioni Melograno nel lontano 1987 e compilata assieme a Roberto Mochino), Maurizio Oviglia ne ha fatta di strada!
Potrebbe già essere considerato uno dei migliori autori italiani se fosse rimasto solo nell’ambito dell’arrampicata in Piemonte. In Rock Paradise (Versante Sud, 2000) ci relaziona sulle grandi scalate nelle valli del Gran Paradiso, in Passaggio a nord-ovest (Versante Sud, 2005 e 2011, con Fiorenzo Michelin) ci sono tutte le arrampicate delle valli torinesi, in Valle dell’Orco (Versante Sud, 2010) ritorna alla sua vecchia passione e ce la ripropone dopo 23 anni di evoluzione di cui lui, Maurizio, non si è perso neppure un momento, spesso anche protagonista.
Precisione, cura del dettaglio, documentazione sono qualità che ogni autore di guida deve avere o almeno, se non nasce “imparato”, farsi. Ma, se dietro c’è la sua penna (pardon, volevo dire tastiera), la guida non è più asettica: rimane uno strumento di consultazione, ma diventa anche informazione, lettura. Ogni via è raccordata con i suoi apritori, ci sono i profili di questi, ci sono curiosità.
E’ questione di stile.
Ma, dicevo, Maurizio non si è occupato solo di Piemonte, anzi. Trasferitosi a Cagliari nel 1985, ancora giovane giovane, s’interessa immediatamente all’attività arrampicatoria di tutta la Sardegna, storia e geografia. Gli scopi sono due: fare vie nuove e compilare la prima grande guida sarda secondo quello che sarebbe diventato il metodo Oviglia. Ed ecco nel 1988 uscire Pietra di Luna, seguita con lo stesso nome da una seconda edizione nel 1991.
Le vie di Pietra di Luna delle due prime edizioni contemplano tutto lo scibile in materia, non viene fatta selezione. Nell’elenco troviamo i monotiri sportivi come pure le vie lunghe del tutto disattrezzate.
Il successo di questi libri incoraggia Maurizio nella sua strada, sempre a duplice scopo. Non è questo il luogo per parlare di lui come grande arrampicatore, occorre affermarlo però, senza tema di smentite. Mi devo limitare a parlare di Pietra di Luna, che negli anni seguenti con diverse copertine esce altre tre volte, l’ultima nel 2011.
In quelle ultime tre edizioni però Maurizio è costretto a troncare in due l’immane materia e quindi parlare solo di arrampicata sportiva anzi, più precisamente nell’ultima, solo di arrampicata sportiva in falesia. L’edizione 2011 è un “mostro” di 608 pagine, sarebbe inimmaginabile più grossa ancora.
Ma in programma Maurizio aveva la sesta edizione, quella ultima: quella che ci presenta il panorama completo delle vie lunghe di tutta l’isola, attrezzate o non attrezzate e delle vie “trad”, quelle delle “aree clean”.
Solo chi già aveva firmato la guida Sardegna nella Collana dei Monti d’Italia poteva assumersi questo compito. Solo chi ebbe a che fare con il puntiglio e il rigore di Gino Buscaini, solo chi ha un’esperienza globale come Maurizio Oviglia poteva affrontare una matassa così imbrogliata. In Sardegna, nel corso degli anni, sono confluiti tutti gli stili, sono state applicate tutte le etiche. E’ arrivata gente da ogni dove, ad aprire, ripetere, tentare, giudicare. Bisogna sapere cosa vogliono dire i vari termini, come clean, trad, free climbing. Cosa vuole esattamente dire on-sight in apertura e altre finezze del genere. Cosa intendono gli altri quando usano parole del genere, perché è vero che c’è tutto meno che condivisione totale.
L’autore avrebbe potuto far pesare di essere in assoluto l’uomo con più prime ascensioni in terra sarda: e non lo ha fatto, forse non gli è venuta neppure la tentazione.
Nella sua storia di vita, ha attraversato le diverse fasi evolutive, ha attrezzato dal basso, dall’alto, oppure non ha attrezzato affatto. In base alle epoche storiche, al gusto personale e alla sua capacità di anticipare le tendenze. Come compilatore, non gli bastava avere notizia storica degli itinerari, gli occorreva ripercorrerli, calarsi con modestia e passione nella mente e nel tempo dei lontani primi salitori. Certo non ha ripetuto ogni itinerario presente nella guida, ma poco ci manca. E poi la competenza non si crea con la quantità, bensì con la qualità e il discernimento.
Con queste caratteristiche non si è più solo autori di guida e/o bravissimi scalatori: si diventa anche storici. Si dà spazio agli altri per esserci o esserci stati.
Errori possibili? Beh, la perfezione non è di questo mondo. Ci sono tanti piccoli misteri nella storia dell’arrampicata sarda, e anche cose sepolte forse per sempre. A volte, su questi interrogativi, basta proiettare solo un piccolo raggio di luce per scatenare la curiosità di qualcuno: e magari si viene a risolvere un cold case!
Chi compra questa “guida”, quest’ultima edizione di Pietra di Luna, e vorrà sfogliarla al solo scopo di sapere cosa fare e che materiale portarsi, sbaglia. Non gli succederà nulla di male, avrà solo perso un’occasione, quella di apprezzare di avere tra le mani un oggetto confezionato con molto amore e tanto rispetto. Che merita molto di più degli euro che siamo stati costretti a sborsare.
Maurizio Oviglia apre Testa di Cane (Nel Regno di Onan), Sardegna
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Complimenti, articolo molto interessante. Continuate così.
Articolo molto interessante
Io ho la quinta edizione e già la considero la più bella guida di arrampicata che abbia mai visto.