Postmodernità del cibo

Postmodernità del cibo
di Massimo Fini
(già pubblicato il 29 agosto 2018 su massimofini.it)

Spessore 5  Impegno 2  Disimpegno 1

 

Secondo uno studio dell’università di Edimburgo 50 milioni di tonnellate di cibo vengono scartate perché non corrispondono a criteri estetici. Con una quantità del genere si sfamerebbe un intero paese africano. Queste tonnellate vanno ad aggiungersi a 1,6 miliardi di tonnellate di cibo che per altri motivi, ugualmente idioti, non arrivano sul mercato “alla faccia di un terzo della popolazione mondiale che è costantemente sottoalimentato” come nota il professor Reay della stessa università di Edimburgo. Un’esaltazione, un trionfo dello Spreco su cui vive il mondo ricco, prevalentemente occidentale ma ormai non solo.

 

Quando ero ragazzo negli anni Cinquanta mangiavamo delle pesche con forme che certamente avrebbero fatto inorridire gli esteti del cibo e gli stronzi della ‘nouvelle cousine’. Ma erano buonissime. Oggi mangiamo pesche con forme così perfette, rotonde, che potrebbero essere esposte in una qualche galleria d’Arte. Ma della pesca hanno solo l’aspetto, il sapore è quello del ricordo di una pesca. Qualche anno fa mi fermai in una trattoria piazzata all’inizio della Gola del Furlo dove si fermava a mangiare Mussolini quando, guidando da solo e senza scorta, da Roma voleva raggiungere la sua Romagna (c’è ancora la stanza, intatta, dove si metteva a riposare un poco). Mi portarono un pollo. E d’improvviso, come Proust quando assaggia la famosa madeleine, mi si riaffacciò il ricordo di che cos’era un pollo quando i polli erano ancora tali e non degli animali stabulati, ingrassati a forza, malati. Quel pollo, servito su un tavolaccio di legno coperto da una carta colorata, era lo stesso che mangiavamo negli anni Cinquanta. Certo allora di polli ne mangiavamo pochi, di solito nel giorno di festa, la domenica. Oggi possiamo prenderne uno al giorno, se vogliamo, nei supermarket. Il totem dello spreco non aveva ancora raggiunto noi italiani che a quei tempi eravamo, nella stragrande maggioranza, poveri.

 

Ma tutta la storia recente dell’alimentazione mondiale è così colma di paradossi infami ai danni della povera gente che si fa fatica a resistere alla tentazione di arruolarsi nell’Isis. Quando sono stati inventati gli ogm li si è giustificati con il fatto che avrebbero tolto la fame sulla terra. Non c’è bisogno del professor Reay per saper che non è andata così e che la fame nel mondo continua ad aumentare, a dispetto e disdoro delle dichiarazioni ufficiali delle Organizzazioni mondiali. L’80% dei migranti dall’Africa subsahariana (quelli che non godono del diritto d’asilo) è migrante per fame. E non c’è da sorprendersi: le quattro o cinque multinazionali che producono ogm, con in testa l’americana Monsanto, non vendono le loro sementi ai poveri. Perché il cibo non va là dove ce n’è bisogno, ma dove c’è chi è in grado di comprarlo. Prima che il nostro modello omicida entrasse in quei mondi, cioè intorno al 1960, quella che una volta era l’Africa Nera era alimentarmente autosufficiente con la sua ‘economia di sussistenza’, autoproduzione e autoconsumo. L’aggressione all’Africa data dal 1960 in poi perché prima era giudicata un mercato troppo povero per essere interessante, ma da allora lo è diventata perché i nostri mercati, non solo di cibo naturalmente, sono saturi.

 

Eppure in questo stesso periodo la produzione mondiale dei cereali di base, riso, grano e mais, è aumentata rispettivamente del 30, 40 e 50% e una crescita, sia pur modesta, della produzione di tali alimenti c’è stata anche in Africa. Ma gli africani, come tanta altra gente del terzo mondo, muoiono di fame lo stesso. Perché in un’economia mondiale integrata, di mercato e monetaria, il cibo, come dicevamo, non va dove ce n’è bisogno, va dove c’è il denaro per acquistarlo. Va ai maiali dei ricchi americani e, più in generale, al bestiame dei paesi industrializzati se è vero che il 66% della produzione mondiale dei cereali è destinato all’alimentazione degli animali dei paesi ricchi. I poveri del Terzo Mondo sono così costretti a vendere alle bestie occidentali, intese come animali e come uomini, il cibo che potrebbe sfamarli. E’ la legge del mercato e del denaro, bellezza.

 

Io credo che dovremmo riacquistare un’estetica, ma molto diversa da quella segnalata dall’università di Edimburgo: un’estetica della dignità, nostra e altrui.

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Postmodernità del cibo ultima modifica: 2018-09-17T04:37:41+02:00 da Totem&Tabù

37 pensieri su “Postmodernità del cibo”

  1. 37
    Lusa says:

    Ieri per una degustazione sono state aperte bottiglie di Barolo per un valore di mercato di circa 2.000 €uro. Una degustazione non è una bevuta in osteria con gli amici. La percentuale di spreco di prodotto è altissima, circa l’ottanta per cento. Diciamo che abbiamo buttato via circa 1.600 euro. Con questa cifra nella fascia Sahariana facciamo mangiare una persona per un anno.E allora?

    Quando torno dalle mie arrampicate a casa mi butto nella mia vasca idromassaggio Jakuzzi ma anzi che l’acqua nella vasca ci butto lo champagne. Ci sono più bollicine e la pelle rimane più vellutata ed è più rilassante.

    Il barolo è dozzinale.

     

  2. 36
    Simone Di Natale says:

    Ci provo per l’ ultima volta Bertoncelli, ma è difficile parlare con te perchè non ascolti ma senti solo ciò che vuoi….

    Bonino negli ultimi interventi continua a rinfacciare a Matteo di aver speso parole a favore della Cambogia e di Pop Pot.

    Io ho fatto notare a Bonino che sta sbagliando bersaglio e che sarebbe il caso smettesse di usare la Cambogia come argomento per attaccare Matteo.

    Spero che, avendo speso qualche riga in più, tu possa avere finalmente capito ( almeno per una volta).

  3. 35
    Fabio Bertoncelli says:

    Simone dixit (a Bonino): «[…] falla finita con la Cambogia che non è il fulcro della questione».

  4. 34
    Simone Di Natale says:

    Bertoncelli. Rileggi bene anche tu gli ultimi interventi. Bonino continuava ad attribuire a Matteo frasi in favore di Pol Pot. Come anche tu hai potuto constatare tali frasi le aveva scritte Lusa. Da qui la precisazione.

  5. 33
    Fabio Bertoncelli says:

    Di Pol Pot e della Cambogia ha scritto per primo Lusa. È quindi a lui (o a lei?) che ci si deve rivolgere per contestare il fuori tema. Non a Bonino, il quale ha semplicemente “osato” ribattere ad aberranti affermazioni, talmente aberranti che ho il dubbio che si sia trattato in realtà di sarcasmo surreale.

    Tuttavia Lusa ha già dato sfoggio in molte occasioni della sua logica, per cui forse ci crede davvero.

    … … …

    Ragazzi, imparate a presentarvi con nome e cognome. È buona educazione.

     

  6. 32
    Matteo says:

    e magari falla finita punto!

  7. 31
    Simone Di Natale says:

    Dai su Bonino rileggi bene, vedi chi ha citato veramente Pol Pot in un suo intervento, e falla finita con la Cambogia che non è il fulcro della questione.

  8. 30
    Matteo says:

    E’ con sincero rammarico che sono costretto ad ammettere l’assoluta involontarietà della storpiatura.

    Non ho risposto sulla Cambogia per 3 ordini di motivi:

    1 – non è stata fatta alcuna domanda

    2 – comunque sarebbe stata assolutamente fuori contesto

    3 – non credo poss riuscire a formulare una domanda o un’affermazione degna di essere presa in considerazione

  9. 29
    Alberto Bonino says:

    Sig, Matteo per educazione non storpi il mio nome. Oppure l’educazione per lei è sconosciuta? Non mi ha risposto sulla Cambogia, forse perchè non è in grado?

  10. 28
    Matteo says:

    Tranquillo bobino, nessuno parlava con te, continua pure a mangiare quello che vuoi, quando vuoi e come vuoi. Finirà tutto come deve finire: in merda.

  11. 27
    Alberto bonino says:

    Che palle sig.Matteo….I desidero mangiare quel che voglio quando voglio, se ne ho la possibilità certamente non sarà lei a impedirmelo. Poi uno che difende Polo Pot…..ne ha di coraggio a scrivere dopo quello che ha detto. Per lei la parola vergogna non ha signigìficato, d’altra parte chi giustifica milioni di morte ad opera di una dittatura di sinistra……ah già mi dimenticavo di sinistra, quindi buona a prescindere…..Ripeto lei è mai stato in Cambogia? Io si.

  12. 26
    Matteo says:

    “Lo capisci che il problema non lo risolvi inviando il surplus di cibo, il nostro scarto?”

    Giuseppe, non lavorerò nella grande distribuzione, ma non sono un pirla, credimi.

    E’ ovvio che non risolverò i problemi del mondo spedendo le nostre eccedenze alimentari a chi è affamato. Non mi pare di averlo mai sostenuto (se ne ho dato l’impressione vuol dire che non mi sono spiegato). E ti dirò di più, probabilmente sarebbe un modo molto efficace di aumentare detti problemi.

    Tu scrivi “…Il problema lo risolvi con molta pazienza, avendo il coraggio e anche il cinismo per capire che è solo generando ricchezza che arriveremo a risolvere questo?”

    Io dico che questa posizione è una giustificazione a lasciare le cose come stanno, e quindi, in un certo modo, ad approvarle e avallarle.

    Io dico (o meglio i dati dicono) che l’attuale produzione di ricchezza è molto più che sufficiente a mantenere l’attuale popolazione. E da parecchi anni. Evidentemente però questo non avviene, quindi il problema è altrove.

    Rebus sic stantibus, invocare come panacea una maggiore produzione di ricchezza (o gli OGM) è semplicemente sbagliato e non può funzionare.

    Anzi, è già dimostrato che non funziona: il report 2015 della FAO riporta che le calorie disponibili per persona al giorno nel 1961 erano 2200 e nel 2011 2800 (+33%). Sono aumentate ancora ma la situazione generale, evidentemente, no. Quindi qualcun altro ha beneficiato di questo “aumento di ricchezza”.

    Ribadisco quello che ho scritto: “Il resto è sprecato dal nostro stile di vita , cioé dal mercato, dal capitalismo, dall’agribusiness, se vuoi.”

    E’ il concetto stesso di sviluppo che deve necessariamente essere messo in discussione. Quello che pensa di creare ricchezza e di aumentare il PIL all’infinito da risorse finite. Quello per cui è giusto scartare o buttare via prodotti per ragioni insulse (p.es. estetiche, moda, obsolescenza programmata, ecc.) e che anzi si fonda su ciò. Quello per cui è giusto far venire i kiwi dalla Nuova Zelanda (va bene così?), ma impensabile mandare qualcosa in Zaire. Quello di cui tutti noi, chi più chi meno, facciamo parte.

    Se non si inizia a mettere in questione questo modello e a cambiarlo credo finirà piuttosto male: non sarebbe la prima volta che l’uomo ha annullato le risorse di un territorio fino a renderlo invivibile o quasi (la mezzaluna fertile non lo è più tanto, la vicenda dei Pueblos, ecc.). Solo che adesso lo stiamo facendo a livello globale e con metodi industriali, non “a mano”.

    Sempre che non sia troppo tardi, ovviamente. Continuare a far suonare l’orchestrina, calmerà gli animi, ma di certo non ha salvato il Titanic.

     

  13. 25
    lorenzo merlo says:

    L’opulenza del cibo e i suoi derivati (malattie, disugualianza, vanità, feticismo, falso progresso ecc) è quanto muove dallo spirito dell’articolo.

    La cultura che l’ha promossa, non se ne cura e, in nome del suo progresso, seguita a promuovere il degrado e la morte che implica.

    In nome del profitto le lobby si fanno le leggi.

    Con la comunicazione vendono i loro prodotti e le loro verità.

    I centri commerciali sono pieni.

    Gli armadi di casa lo dimostrano.

  14. 24
    Alberto Bonino says:

    Dire che nessuno era obeso in una dittatura come quella di Pol Pot in Cambogia e che tutti erano uguali…….Non si può commentare. È al di là del bene e del male sig. Matteo, lei è indifendibile.

  15. 23
    Lusa says:

    Scusa Giuseppe Penotti, se non possiamo spedire il nostro spreco in Mali, perchè non far venire da noi loro a mangiarlo qui? Sarebbe gratis, non ci costerebbe nulla e loro mangerebbero.

  16. 22
    Giuseppe Penotti says:

    # Matteo non è un mio amico è un mio cliente e l’origine dei prodotti in special modo del fresco ha la sua importanza e anche molto nel contesto. Prendiamo le fragole che tu ami citare. Non arrivano dal Brasile e nemmeno dal Sud Afrìca. Da dove arrivano? In GDO (ma non solo) arrivano ovviamente da Italia, Europa (Spagna prevalentemente) sia da coltura stagionale che da serra.

    E poi arrivano dal Marocco spesso. Vengono pagate e viene generata ricchezza.

    Anche lo zafferano è quasi totalmente marocchino. Non ci sono prodotti che arrivano da paesi realmente poveri. Questo è il punto.

    Amichevolmente e senza voler offendere. Sei uno zuccone che si ostina a non voler capire. Dove hai letto mai che io ritenga normale o giusto la sperequazione fra mondo occidentale e zone povere? E che sia contento di questo?

    La differenza è  che tu ragioni a slogan e io, non fosse altro per questioni inerenti al lavoro che svolgo, ho una percezione più precisa. Tu hai mai parlato con i piccoli produttori mondiali, per la maggior parte provenienti da zone molto povere, presenti a Terra Madre?  Io si. Quello che chiedono è esattamente il contrario di quello che tu immagini. Poter vendere i loro prodotti alla ricca Europa. Perché questo genera ricchezza locale e aiuta a sfuggire alla soglia di povertà.  Esistessero delle fragole provenienti dal Mali sarei il primo entusiasta acquirente.

    Certo puoi pensare di caricare di tua sponte un bel container di agnolotti o di pesche tabacchiere brutte ma buone e spedirle in Sudan. A parte il costo della materia prima e delle difficoltà burocratiche (enormi) e del rischio che i pacchi di agnolotti non arrivino a destinazione e servano ad imbandire la tavola del dittatore di turno devi staccare un bell’assegno di circa 6.000-8.000 euro. Pensa convogliare un volume di cibo moltiplicato per milioni di container. Non esiste economia mondiale che ad oggi, anche volendo, potrebbe sostenere questo. Senza considerare che i tuoi container in molte zone del mondo non arriverebbero mai a destinazione.

    Lo capisci che il problema non lo risolvi inviando il surplus di cibo, il nostro scarto?

    Il problema lo risolvi con molta pazienza, avendo il coraggio e anche il cinismo per capire che è solo generando ricchezza che arriveremo a risolvere questo? E che a leggere le sciocchezze di Fini (ma non solo le sue…..) mi incazzo perché su questo tema sono molto più sensibile di lui. E forse anche di te.

    “Il resto è sprecato dal nostro stile di vita , cioé dal mercato, dal capitalismo, dal’agribusiness, se vuoi.”

    Guarda, questa è veramente una enorme sciocchezza. Credimi.

    Per finire. La fame nel mondo è in costante calo. Non è possibile e la stessa FAO nella pagina che tu citi dice chiaramente che l’incremento registrato non è causato da un rallentamento delle azioni di contenimento ma da fattori climatici e di instabilità politica ed economica interni.

    Insomma se il Venezuela entra in una fase recessiva talmente grave da generare nuova povertà, la colpa non è della tua fragola marocchina o del mio agnolotto.

    Puoi dichiarare guerra a Maduro se vuoi. O puoi mandare qualche container di pere madernassa e vedere come va a finire.

    “Solutions require increased partnerships, enhanced risk management capacities and multi-year, predictable large-scale funding of disaster risk reduction and management and climate change adaption policies, programmes and practices.”

    Insomma non proprio una robetta veloce e sopratutto dove il nostro spreco alimentare c’entra una beata fava.

     

     

     

     

  17. 21
    Giuseppe Penotti says:

    Ringrazio Alessandro Gogna che ha ripristinato il mio post. Nei limiti del tempo si può riprendere.

  18. 20
    Giuseppe Penotti says:

    Vedo che è stato cancellato il mio ultimo post, per cui anche la risposta di Matteo perde significato di contesto mancando ai lettori il riferimento.

    Prendo atto di quanto avvenuto e saluto per sempre il blog.

     

  19. 19
    Matteo says:

    A onor del vero tu hai scritto: “Voler semplificare le sperequazioni del mondo (fra cui l’alimentazione) in questo modo serve solo a masturbare mentalmente le persone che si abbeverano alle ideologie e non alla complessità del mondo che ci circonda.” quindi che io mi sia sentito chiamato in causa in prima persona (come oggetto di masturbazione e soggetto di abbeverata mi pare assolutamente lecito.

    Nello specifico non so dove il tuo amico approvvigioni le fragole a natale, magari sarà il sud africa, ma ovviamente non è questo l’importante.

    A te sembra normale e corretto che noi si abbia frutta che arriva da qualunque parte del mondo e in qualunque stagione (tanto da non ricordarci più quali siano le stagioni giuste) ma ritieni folle l’idea di portare qualcosa in Sudan (ovvio non i pomodorini freschi DOP, che servono a poco).

    Gli ultimi dati paiono dire che l’attuale produzione potrebbe sostenere il doppio dell’attuale popolazione. Una certa parte è, certo, quello che tu chiami “sfrido”.

    Il resto è sprecato dal nostro stile di vita , cioé dal mercato, dal capitalismo, dal’agribusiness, se vuoi.

    Ah, by the way, la fame nel mondo era in calo, ma dal 2014 ha ricominciato a crescere [http://www.fao.org/state-of-food-security-nutrition/en/]

  20. 18
    Giuseppe Penotti says:

    #Matteo

    Rispondo con un elenco numerato in quanto vedo una tua predilezione per questa tipologia di comunicazione.

    Ritenevo  solo di averti risposto in maniera ampia e articolata, non pensavo volessi l’elenco della spesa. Rimedio subito.

    1) Anche “ma guarda ‘sto balengo!” è una esclamazione ma non è precisamente un complimento. In torinese.

    2) Conosco molto bene il concetto di assertività ed è un mio modo di pormi, dopo tanti anni,  oramai normale. Fa parte del mio modo di essere. Altrimenti non starei nemmeno a risponderti.

    3). Mica ti ho chiesto di scusarti. Ti ho chiesto di non ricadere nello stesso incidente di comunicazione perché non lo apprezzo. Ammetto invece, nonostante l’edit, che aver quotato male il tuo intervento può aver generato in te il sospetto che l’accusa di masturbarsi mentalmente con le idee fosse specificatamente rivolto a te. Ho voluto eccepire e contestare la banalità da luogo comune di quella tua frase che porta in linea generale a masturbarsi su una ideologia (riferito allo scritto di Fini)

    4) Ho risposto in maniera articolata esprimendo il mio pensieri come tu mi hai, anche qui in maniera un po’ sussiegosa, invitato a fare. Necessariamente stringato. E’ un blog. Mica un’aula a Pollenzo. Il giorno che capiterà di incontrarci di persona, sempre che non continui a usare questi toni, e se sarai disponibile, ti darò molti motivi e ragioni per dirti che sulla questione secondo sbagli. E di grosso.

    5) Ho mandato un messaggio veloce a un mio cliente. E’ un buyer della GDO. A sua conoscenza non importiamo fragole dal sud america. Non è l’unico, ma gestisce  circa il 60% del fresco in GDO.

    6) Non si può piacere a tutti.

    Ora non abbiatene  a male, ma su questa vicenda io la chiudo qua. In questo periodo ho veramente pochissimo tempo,  l’argomento è troppo complesso e a dirla tutta mi è anche passata un po’ la voglia.

     

     

  21. 17
    Lusa says:

    Nella Cambogia di Pol Pot erano tutti uguali. Tutti a lavorare nei campi. Tutti gli abitanti delle città trasferiti in campagna a lavorare nei campi insieme ai contadini, a guadagnarsi il riso, altro che mangiare a sbafo e bighellonare. Tutti uguali a chinare la gobba nella terra bassa. Una dieta povera ma genuina. Tutti sani senza diabete e colesterolo alto e tanto movimento. Nessuno moriva per l’obesità.

  22. 16
    Alberto Bonino says:

    Sig. Penotti la condivido al 100%, ma qui sono più sinistri della sinistri e ossessionati dal politicamente corretto. Al sig.Matteo verrà un colpo sapendo lo spreco di Barolo che s, se non prodotto, avrebbe salvato tanti affamati nel mondo….. La banalità non ha mai fine in certe persone. Non capiranno mai che sempre e ovunque ci sarà chi può e chi non può. il ricco e il povero, il genio e lo stupido, perchè nonostante le scempiaggini di certa politica “NON SIAMO TUTTI UGUALI”.

  23. 15
    Matteo says:

    Alcuni appunti sparsi.

    1 – “Ossignùr ‘nalter” non è un commento, al massimo è un’esclamazione (milanese)

    2 – dai l’idea di non sapere bene cosa significhi decontestualizzare e assertività

    3 – ammetto di non conoscerti, ma non mi scuso per aver usato i termini “caro” e “mio” riferiti alla tua persona, visto che tu ti sei permesso di asserire che io sono persona che si masturba intellettualmente e che mi abbevero alle ideologie. Però ripensandoci provo un po’ di ribrezzo nell’averlo fatto.

    4 – se hai un problema con Fini parlane con lui, se vuoi parlare con me rispondi a quello che ho scritto io. Altrimenti ignorami.

    5 – “Il peperone di Carmagnola in Sudan non lo puoi produrre e nemmeno trasferire”, però puoi trasferire, chessò, fragole dal sudamerica in Europa a dicembre? Questo è il punto, non altri. L’insostenibilità e immoralità dell’attuale sistema, che a me pare assolutamente evidente.

    6 – E stai pure tranquillo, la simpatia non è certo un problema che ti riguardi

     

     

  24. 14
    Giuseppe Penotti says:

    Edit dell’ultima frase, da intendersi:

    “Volete date una brusca accelerata alla FINE della fame nel mondo?”

  25. 13
    Giuseppe Penotti says:

    # Luca Visentini.

    E’ la seconda volta che te ne esci con una infelicissima frase e sempre su questo blog. La prima volta ne scaturì un lungo scambio di pensieri su messenger se ben ricordi. Al tempo considerai chiusa la vicenda, consapevole che a chiunque può capitare a volte di scrivere o dire cose non piacevoli o offensive di cui magari ci si pente o che non si pensano realmente.

    Questa però è la seconda volta e insinua che il mio non sia un pensiero autonomo e indipendente ma solo legato ad altri fattori. Insomma un commento anche un po’ offensivo e rancoroso non molto degno.

    Nulla di grave eh.  Significa solo che in passato ti ho sovrastimato  e sopravvalutato.

  26. 12
    Giuseppe Penotti says:

    #Matteo.

    Inizio subito a rendermi simpatico. L’uso nei blog del secondo pronome ha solo lo scopo di rendere immediata la scrittura e lettura di un post senza troppi fronzoli. Ma no siamo parenti, non siamo amici non ci conosciamo e quindi commenti falsamente sussiegosi come: “ossigur nalter!” o “caro il mio Giuseppe” te li tieni per te. Io non ho usato nei tuoi confronti o nei confronti di chiunque parole decontestualizzarte nei confronti di chi no conosco e pertanto ti invito a seguire nei miei confronti un linguaggio più consono. L’assertività è ben altra.

    Anche commenti sul essere o meno un troll li trovo veramente fuori luogo in quanto una veloce googlata sul mio cognome ti avrebbe dato tutte le risposte che cercavi. Cosa che per inciso non posso dire di te, visto che ometti il tuo cognome.

    Veniamo al dunque. Confondi pere con mele. Io non contesto la ricerca dell’università di Edimburgo. Al limite potrei scrivere che è una ricerca in cui con grande stupore si porta a conoscenza dell’esistenza dell’acqua calda, ma questo è un altro discorso.

    E’ il pessimo scritto di Fini di cui ogni volta leggo qualcosa mi fa partire l’embolo ad essere un coacervo di luoghi comuni e di banalità che a un problema complesso come quello del trasferimento di risorse nel mondo  risponde parlando di polli ruspanti, di stronzi da nouvelle cousine e di “brutta cattiva Monsanto” che vende le sue sementi anziché regalarle! Blaterando  di una “nuova etica”.

    Ma de che! A parte che la nouvelle cousine fu un movimento di rottura e cambiamento nel modo di intendere le pietanze bandendo dai piatti anche lo spreco e la sovrabbondanza, a parte che il pollo ruspante e saporito, la pesca brutta ma succosa se la può permettere lui ma non certo le popolazioni che ad oggi hanno ancora seri problemi di accesso al cibo, si permette di smentire, senza citare alcuna fonte (che infatti non esiste), ciò che è certo da anni con dati asseverati e confermati, ossia che la fame nel mondo, intesa come impossibilità di accesso a una forma di sostentamento base, è in costante calo. Certo non velocemente come vorremmo o come si potrebbe, ma il demiurgo Fini omette di dire, forse perché non lo sa, che la diminuzione dei problemi di sostentamento alimentare di una parte del mondo passa dalla produzione di ricchezza dell’altra parte. Anche se sembra un controsenso (ma non lo è) la generazione di spreco o più correttamente di sfrido è un indicatore che ha caratteri positivi, non negativi. Certo questo non significa che aiutiamo le popolazioni in difficoltà mangiando un aletta del pollo e  buttando via il resto, ma semplicemente che l’accesso o lo spostamento di risorse nel mondo è un meccanismo molto più complesso e non è certo invocando una nuova etica molto grullina ma non realistica a risolvere le cose. Se Fini è stato fulminato sulla via per Casaleggio problemi suoi. L’unica cosa che mi consola è che ‘sta grandissima str… non poteva che essere pubblicata sul suo sito e purtroppo ripubblicata qui perché nessun giornale un minimo attendibile gli avrebbe mai dato spazio.

    Ieri per una degustazione sono state aperte bottiglie di Barolo per un valore di mercato di circa 2.000 €uro. Una degustazione non è una bevuta in osteria con gli amici. La percentuale di spreco di prodotto è altissima, circa l’ottanta per cento. Diciamo che abbiamo buttato via circa 1.600 euro. Con questa cifra nella fascia Sahariana facciamo mangiare una persona per un anno.E allora? Ma non vi rendete conto dell’insulsaggine di questo ragionamento e per proprietà transitiva della sciempiaggine dello scritto di Fini?

    “I dati oggettivi” dicono che…..   non è vero quanto asserisci.  Confondi produzione del cibo con distribuzione di risorse fra cui il cibo. Il peperone di Carmagnola in Sudan non lo puoi produrre e nemmeno trasferire.

    Finisco il pippone con una chiosa sugli OGM. L’uomo è da  millenni che modifica e manipola l’ambiente, la vegetazione e gli animali a suo uso e consumo. Abbiamo creato specie vegetali, altre le abbiamo modificate, abbiamo creato e modificato razze animali che soddisfacessero le nostre esigenze.  La modifica genetica non è nient’altro che la normale evoluzione delle nostre competenze scientifiche.

    Volete dare una brusca accelerata alla fame nel mondo? Schieratevi dalla parte della ricerca e a favore degli OGM in modo che vicende come quella che ha ostacolato la diffusione nei paesi poveri del golden rice non abbia più a ripetersi.

    Vi saluto.

     

  27. 11
    Matteo says:

    Anche i troll hanno diritto a un amico.

    Io ho provato a essere urbano e civile se non altro per amicizia con il Capo…vediamo se e come risponde per giudicare

  28. 10
    Luca Visentini says:

    E se fosse un amico, del troll?

  29. 9
    Matteo says:

    Ossignùr, ‘nalter!

    Vabbé, proviamo, che questo almeno pare non essere un troll.

    1 – l’articolo cita alcuni dati (50 milioni di tonnellate di cibo vengono scartate perché non corrispondono a criteri estetici, aumento del 30%, 49% e 59% di riso, grano e mais, prevalenza delle migrazioni per fame)

    2 – quindi fà alcune considerazioni in breve, noi mangiamo da schifo in qualità e quantità, loro muoiono di fame anche perché noi (le multinazionali agrofarma ecc.) non vendiamo perché non c’è business

    3 – io aggiungo un altro dato: a produzione annua mondiale di cibo è sufficiente a sfamare circa il doppio della popolazione esistente.

    4 – bonino ovviamente non capisce un cazzo e inizia a gridare comunisti! comunisti! e a parlare di pseudo biologico

    5 – Giuseppe Penotti cita una mia frase e poi chiosa apoditticamente: “E’ l’articolo che è banale e pieno di luoghi comuni. Voler semplificare le sperequazioni del mondo (fra cui l’alimentazione) in questo modo serve solo a masturbare mentalmente le persone che si abbeverano alle ideologie e non alla complessità del mondo che ci circonda.”

    Caro il mio Giuseppe, sarebbe carino che tu spiegassi un po’ meglio il tuo modo di vedere, cosa intendi e perché e cosa vada considerato per non eccedere in semplificazioni.

    Se non altro per se non essere a livello bonino.

    Naturalmente dopo il barolo, che è più importante (e non è una battuta)

  30. 8
    Giuseppe Penotti says:

    “Ma il sistema è tale per cui i cretini sono fermamente convinti che si tratti solo di “luoghi comuni, banalità, odio e c*****e” o al massimo che è colpa loro, perché “non hanno voglia di fare un cazzo e hanno tutti il telefonino”

    Era una citazione tratta dal post di #Matteo. Scusate il quote errato.

  31. 7
    Giuseppe Penotti says:

    Ma il sistema è tale per cui i cretini sono fermamente convinti che si tratti solo di “luoghi comuni, banalità, odio e c*****e” o al massimo che è colpa loro, perché “non hanno voglia di fare un cazzo e hanno tutti il telefonino”

    No. E’ l’articolo che è banale e pieno di luoghi comuni. Voler semplificare le sperequazioni del mondo (fra cui l’alimentazione) in questo modo serve solo a masturbare mentalmente le persone che si abbeverano alle ideologie e non alla complessità del mondo che ci circonda. Vi saluto. Devo preparare una degustazione orizzontale di Barolo. Cercherò di inibire i miei sensi di colpa nei confronti dei popoli che muoiono  di sete colpendomi gli zebedei con una bottiglia di Bussia.

  32. 6
    Lusa says:

    problemi di obesità e malattie derivate dalla troppa nutrizione e molti che muoiono di fame

    La realtà è che nei paesi ricchi si muore per troppa nutrizione e in quelli poveri per mancata nutrizione.

     

  33. 5
    Matteo says:

    I dati oggettivi dicono che la produzione annua mondiale di cibo è sufficiente a sfamare circa il doppio della popolazione esistente.

    La domanda quindi è semplice: perché c’è qualcuno con problemi di obesità e malattie derivate dalla troppa nutrizione e molti che muoiono di fame?

    Ma il sistema è tale per cui i cretini sono fermamente convinti che si tratti solo di “luoghi comuni, banalità, odio e c*****e” o al massimo che è colpa loro, perché “non hanno voglia di fare un cazzo e hanno tutti il telefonino”

  34. 4
    Alberto Bonino says:

    Il problema è che solo i ricchi possono mangiare pseudo biologico (il 90% del biologico è fuffa) o solo i figli dei contadini il pollo o i pomodori del tuo babbo. Il 95% delle persone compra al super. Non sarà gourmet ma accessibile, il resto solo per i ricchi radicalchic con il rolex, ma che votano a sinistra!!!!! alla gad lerner per intenderci. Il buon cibo lo paghi. Io adoro mangiare bene e mi reputo un buongustaio, amo bere bene, ma il tutto costa.

  35. 3
    Lusa says:

    (Mar… Lan…) che significa?

  36. 2
    Alberto Benassi says:

    Alberto Bonino (Mar…  Lan…)  prova  a mangiare un pollo o i pomodori del mi babbo e poi mangiati quelli del supermercato.

     

    Poi se ne riparla.

  37. 1
    Alberto bonino says:

    Povero sig Fini, ha dei grandissimi problemi di salute mentale, frustrato e pieno di odio per il mondo occeidentale, il quale, fino a prova cvontraria, gli ha dato da vivere e mangiare. Un articolo, cioè un coacervo di luoghi comuni, banalità, odio e c*****e. Come si fa a pubblicare una roba simile? Non si trartta di libertà di pensiero, ma di pubblicare un delirante articolo senza nè capo nè coda, di un frustrato.

    Ma questo blog un aricolo intelligente lo pubblicherà mai? Voglio vedere fin dove arriva. Ecco la risposta a chi scrive perchè leggo questo blog.

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