La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato la relazione della destra sulle nuove tecniche genomiche. Festeggiano gli agricoltori italiani, ma possono esserci rischi per la salute.
Primo via libera ai “nuovi ogm”
(cosa può cambiare per il nostro cibo)
di Al. Cap.
(pubblicato su europa.today.it il 24 gennaio 2024)
Arriva un’importante via libera dal Parlamento europeo alle “nuove tecniche genomiche” (Ngt). La commissione ambiente, salute pubblica e sicurezza (Envi) ha adottato con 47 voti a favore, 31 contrari e 4 astenuti la relazione di Jessica Polfjärd, del Partito popolare europeo (Ppe). Il testo chiede norme più flessibili per la biotecnologia genetica, una questione che sta dividendo profondamente gli Stati europei e interessa molto da vicino l’agricoltura in Italia. La nuova legislazione potrebbe modificare radicalmente il quadro esistente, nato in origine per regolamentare gli Organismi geneticamente modificati, riproponendo il tema di limiti ed opportunità offerte dalle ricerca scientifica in ambito agroalimentare. Mentre in altri settori, come quello della carne “coltivata”, la destra si oppone ferocemente anche solo alla ricerca, considerata una “minaccia”, in materia di biotecnologie applicate alle piante si riscontra un netto sostegno a favore delle Ngt.
Cosa sono le Ngt
Le Nuove tecniche generiche (Ngt), in Italia note come Tea (Tecniche di evoluzione assistita), sono tecnologie che alterano il materiale genetico di un organismo, consentono la produzione di varietà di piante e colture “migliorate”. Ne abbiamo scritto più approfonditamente qui. Secondo i sostenitori, queste tecniche consentono di creare rapidamente sementi più resistenti al clima e ai parassiti, richiedendo meno fertilizzanti e pesticidi, in grado anche di garantire rese più elevate. Per numerose ong e gruppi ambientalisti, si tratta solo di una versione “moderna” dei tanto avversati Ogm, che prevedono mutazioni “transgeniche” mischiando materiale genetico di piante diverse. Nel caso delle Ngt il materiale genetico utilizzato non richiede invece alcuna aggiunta esterna.
Regole meno severe
A luglio dello scorso anno la Commissione europea ha proposto di ammorbidire le severe norme che regolano gli Ogm, che prevedono una lunga procedura di autorizzazione, tracciabilità, etichettatura, monitoraggio. “Se vogliamo rendere l’agricoltura più sostenibile, più resistente ai parassiti e alle condizioni meteorologiche estreme, se vogliamo produrre più cibo in Europa e aumentare la sicurezza alimentare, allora abbiamo bisogno di nuove tecniche genomiche”, ha sottolineato la relatrice Jessica Polfjärd, del Ppe. Soddisfazione da parte delle organizzazioni agricole italiane. “Le Ngt sono cruciali per affrontare le grandi sfide della transizione green e rappresentano uno strumento indispensabile contro le fitopatie e i cambiamenti climatici che già oggi, da soli, spiegano tra il 20% e il 50% delle fluttuazioni del rendimento agricolo”, ha commentato a margine del voto Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori italiani. “L’Europa deve diventare leader in questo campo, per un futuro in cui sia garantita sia la produttività che la qualità e la sostenibilità del settore primario”, ha aggiunto Fini.
Limitazioni e garanzie
L’esecutivo europeo aveva proposto di valutare le questioni relative alla proprietà intellettuale in un secondo momento. Secondo la relatrice svedese i gruppi parlamentari sono d’accordo nel vietare la “brevettabilità” delle Ngt, in modo da “non ostacolare la ricerca” o limitare l’accesso ai produttori di sementi e ai coltivatori. Altro punto oggetto di dibattito riguarda la possibilità o meno di autorizzare l’uso di Ngt nell’agricoltura biologica. La Commissione e la relatrice hanno escluso questa possibilità, con una tolleranza in caso di contaminazione accidentale, la potente Copa-Cogeca, che rappresenta gli agricoltori a livello europeo, insiste invece affinché le tecniche genomiche possano essere liberamente applicate anche su sementi bio.
Critiche degli scienziati
Le garanzie previste dal testo votato in commissione Ambiente sono state giudicate inadeguate dagli eurodeputati dei Socialisti (una parte), Verdi e della Sinistra radicale, che vorrebbero requisiti di tracciabilità più severi ed una etichettatura sistematica riguardo ai prodotti frutto di manipolazione genetica. Il 21 dicembre 2023, l’agenzia sanitaria francese Anses ha avvisato che “queste tecniche possono portare a cambiamenti nelle funzioni biologiche delle piante” che non sono stati presi in considerazione da Bruxelles, sottolineando che “non si può escludere che possano comportare rischi per la salute e l’ambiente”. Il mandato per negoziare con gli Stati membri arriverà solo dal voto dell’Eurocamera, che si presume avverrà nella sessione plenaria di marzo.
Coi brevetti sementi in poche mani
Le divisioni si riflettono anche sui governi. A dicembre gli Stati membri non sono riusciti a raggiungere una posizione comune. Una quindicina di Stati membri, tra cui l’Italia e la Francia, lo sostengono “uno strumento importante” per affrontare i cambiamenti climatici e la transizione ecologica. Tra gli scettici e preoccupati figurano invece Germania e Austria, mentre alcuni Paesi dell’Europa orientale sono preoccupati che la proliferazione di brevetti possa svantaggiare i loro agricoltori. Il timore è che si formino oligopoli, non dissimili da quelli già esistenti in materia di sementi e pesticidi, che limitino l’accesso alle “nuove” colture, rendendole più care. L’Unione europea ha già 90 richieste di autorizzazione per colture Ngt in fase di ricerca, ma i test sul campo sono ancora pochi, come nei casi del mais in Belgio o delle patate in Svezia.