Questo post di Stefano Pivot (13 aprile 2020, ore 0.01) ha ricevuto (al momento attuale, 14 aprile, ore 10.39) 99 commenti e indotto a 69 condivisioni.
Proposte per ripartire con l’attività in montagna in Fase 2
di Stefano Pivot
(dal suo profilo facebook 13 aprile 2020)
Premessa
Il governo ha formato una squadra di esperti da tutto il mondo perché lo aiutino a valutare come procedere nella fase 2, ovvero far ripartire le attività senza far impennare il numero dei contagi. E’ quindi giusto che i professionisti della montagna aiutino il governo a prendere le giuste decisioni per progettare, quando sarà possibile, la riapertura dell’attività in montagna.
Proposta
Inizio con una proposta che possa servire da base, su cui iniziare una discussione e arrivare a una proposta finale condivisa.
Tutti sono d’accordo sulle indicazioni dell’OMS che l’attività fisica è salutare e benefica.
Tutti sono d’accordo sul rischio, in caso di incidenti, di finire in ospedale, aggravando il già grave carico sanitario.
Di mano in mano che la situazione sanitaria degli ospedali migliora, nei prossimi giorni/settimane si potrebbe iniziare a “liberare” le attività di montagna, in base alla gravità dei possibili incidenti.
1) Si inizia dalle attività di escursionismo e della corsa su sentiero, perché sono quelle che probabilmente hanno le conseguenze minori in caso di incidenti (problema tipico: caviglia slogata?);
2) successivamente si estende alle attività di arrampicata sportiva e di mountain bike che, per la velocità o per l’altezza di caduta, possono avere conseguenze più traumatiche, rispetto alla passeggiata/corsa;
3) ultima fase, si estende alle attività di scialpinismo e di alpinismo in montagna che, svolgendosi in un ambiente più severo, hanno pericoli oggettivi maggiori.
Distanziamento sociale nel periodo estivo
Secondo gli esperti sembrerebbe che le necessità di cautela – distanza di 1 metro – debbano continuare ancora per un po’ di tempo (beninteso: se gli esperti cambiano idea su questa necessità, ancora meglio!).
Propongo quindi di:
– muoversi in piccoli gruppi. Le guide potranno accompagnare fino a un massimo di 5 clienti (che, legati sul ghiacciaio, quasi sempre mantengono distanze superiori al metro). Stessa cosa per i gruppi del CAI o delle varie associazioni escursionistiche o gruppi di amici;
– utilizzare le adeguate protezioni. Nell’attività personale o di accompagnamento, nel caso in cui ci si trovi a condividere spazi ristretti (un po’ come per le distanze nei supermercati), è necessario indossare la mascherina. Esempio tipico di spazi ristretti: in funivia o nei rifugi alpini. La ditta La Sportiva propone una mascherina lavabile e utilizzabile per fare sport (https://www.lasportiva.com/…/c…/action/view/contentId/651049): non l’ho mai provata e quindi non so se sia efficace o se, sotto sforzo, si vada in ipossia, ma potrebbe essere una soluzione da sperimentare e adottare.
Se efficace, il collegio delle guide potrebbe acquistarne uno stock da destinare a ciascuna guida: essendo lavabili (immagino sia in materiale sintetico; è sufficiente lavarle a 40° per neutralizzare il virus?), potrebbero essere fornite dalle guide ai propri clienti e lavate dopo ogni uscita.
Al lato pratico, utilizzo di buon senso: se vado a camminare o correre per i sentieri, porto con me la mascherina; se sono solo, posso mantenerla sul collo, a portata di mano (un po’ come si utilizza solitamente un buff); se sono con altre persone o vedo che sto per incrociare qualcuno sul sentiero, alzerò la mascherina sulla bocca e così farà l’altra persona.
Ovviamente non è un discorso esaustivo, ma vuole essere un primo contributo per iniziare una discussione proficua, ritornando a una frequentazione pacifica, salutare e gioiosa della montagna.
Spero che molti propongano commenti costruttivi e che i “pezzi grossi” delle categorie interessate raccolgano tutte le informazioni e redigano una proposta concreta, pratica e realizzabile.
La proposta di Giampiero Di Federico
di Stefano Ardito
Giampiero Di Federico è uno dei più grandi alpinisti italiani e guida alpina, abruzzese doc. Per lui iniziare a riaprire i sentieri e le pareti è possibile. “Le guide alpine e gli accompagnatori di media montagna dell’Abruzzo sono dei professionisti abituati a vigilare sulla sicurezza dei loro clienti. Possono farlo anche nelle condizioni di oggi“, afferma. Giampiero Di Federico da molti anni emoziona gli abruzzesi e non solo con I suoi exploit alpinistici sulle pareti del Gran Sasso, della Majella e del Karakorum. Come guida alpina, da sempre, si preoccupa della sicurezza di chi partecipa alle sue lezioni e ai suoi corsi. Nello scorso gennaio 2020, dopo gli incidenti causati dal ghiaccio sulle montagne abruzzesi, ha dedicato delle uscite gratuite all’insegnamento delle tecniche da usare In montagna d’inverno. «Conosciamo tutti i problemi legati al CoViD-19, nessuno vuole fare dei salti in avanti pericolosi – spiega Di Federico – Gli operatori balneari, però, hanno giustamente iniziato a fare proposte concrete su come riaprire le spiagge, e in questi giorni lavorano per pulire e preparare le loro strutture. Anche la montagna, con tutte le precauzioni del caso, deve iniziare a riaprire le sue porte».
Nei giorni scorsi, Di Federico ha inviato la sua proposta a Mauro Febbo, assessore regionale al Turismo, e a Davide Di Giosaffatte, presidente del Collegio regionale delle guide alpine. Tramite quest’ultimo, il documento è arrivato anche al Collegio nazionale delle guide e al suo presidente, il valdostano Pietro Giglio. «Credo che in piccoli gruppi, mantenendo le distanze e usando le mascherine e gli altri dispositivi di sicurezza, tornare in montagna sia possibile. Ogni guida potrebbe accompagnare al massimo 6 o 7 persone» prosegue Di Federico. Oltre che sui sentieri, secondo la guida, si potrebbe tornare anche sulle pareti di arrampicata attrezzate come quelle dl Roccamorice o Monticchio. «Per scalare in falesia ci si può tenere a distanza. Anche i nodi possono essere preparati e verificati tenendosi a qualche metro. Con la corda dall’alto, iI rischio per i clienti è molto basso». In una prima fase si può pensare solo a delle escursioni o a delle arrampicate in giornata, dato che per la riapertura delle strutture ricettive c’è bisogno di indicazioni nazionali. «La conferma della prenotazione dell’escursione, inviata dalla guida o dall’accompagnatore per e-mail o per whatsapp, potrebbe valere in caso di controlli sulle strade» prosegue Giampiero Di Federico. Com’è ovvio, oltre che dalla Regione Abruzzo e dal Collegio regionale delle guide, la proposta dovrà essere vagliata dal Corpo nazionale soccorso alpino e dai Parchi. E’ una discussione che può essere fatta rapidamente e in modo pacato, nell’interesse di tutti. Nei prossimi mesi sarà difficile volare o attraversare i confini, e sarà importante evitare i luoghi affollati. «E’ vero – prosegue Di Federico – questa situazione potrebbe spingere molte persone verso le valli e i sentieri dell’Appennino e dell’Abruzzo. La gente ha bisogno d’aria e di moto, aprire la montagna in modo indiscriminato potrebbe essere rischioso. Le guide alpine e gli accompagnatori di media montagna sono tra le categorie più colpite dalla chiusura – conclude – In Abruzzo siamo circa 150 professionisti. Se la mia proposta verrà approvata potremmo dare una mano al territorio e a migliaia di potenziali clienti».
Il Servizio del Tg8:
Più completo:
https://www.facebook.com/giampiero.difederico/videos/2928940700474375/
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i sentieri di montagna non sono tutti uguali e le Regioni alpine non sono tutte uguali.In Friuli Venezia Giulia ad esempio la maggior parte dei sentieri (tranne quelli nelle località cosiddette turistiche) sono selvaggi,impervi e scarsamente frequentati quindi non si vede il motivo per cui si impedisca all’escursionista solitario di andarci,visto che non troverà nessuno se non qualche animale e qualche zecca.In secondo luogo più tempo passa senza andare sui sentieri e più questi si degradano per cui dopo la “riapertura” ci vorrà almeno un mese per saggiarne e ripristinarne la massima efficienza.
Voglio proprio vedere se ripartiranno gli sport di contatto (calcio,rugby,basket ecc.ecc ) dove si abbracciano, si trattengono, si scontrano di testa faccia a faccia.In quel caso , di quali FANTASMI stiamo parlando in merito alla montagna? Il business e l’economia stanno già prevalendo sull’aspetto sanitario.
La montagna può ripartire subito ; un sacco a pelo ,una tendina e via….
@Roberto Pasini: secondo me un mix di A+D è fin troppo, sperando che ci sia un numero abnorme di B e trovare così tranquillità ovunque!
intanto ci sarà una bella scrematura che darà una mano per gli spazi. Gli over60 non ci saranno.Ci riunchideranno in casa perchè siamo fragili, da proteggere…naturalmente senza pensione poi moriremo di fame e di solitudine.Dove non ci sono riusciti la Fornero e Monti ci ha pensato il Covid
Ps.
La proposta di subordinare la riapertura delle montagne alle guide alpine è inaccettabile per tutti gli escursionisti di montagna.
Le guide le utilizzino gli inesperti
Vado in montagna da una vita per sentieri e raggiungendo cime in solitaria o con amici. In settimana non incontro praticamente nessuno. Portarmi una mascherina nel caso icrociassi qualcuno non è certo un problema. La montagna non è un problema come i mezzi pubblici o i locali affollati. Diverso il discorso per i rifugi dove serve il distanziamento sociale. Montagna è benessere , aria sana , e grandi spazi. “Non contagiamo le rocce”. La montagna è un rapporto di amore con la natura. Ridateci la montagna !
Nessuno può prevedere ciò che si verificherà nei luoghi prospicienti all’attacco dei sentieri e quanta affluenza si concentrerà.Possibile è (si rimane nel campo delle possibilità) che quando a seguito di eventuali controlli emergessero criticità di eventuali “raduni” poco gestibili, i Sindaci delle varie località potranno emettere ordinanze restrittive quali la chiusura dell’accesso ai sentieri, mulattiere e strade di arroccamento. Se non ricordo male a causa di pericolo valanghe qualche primo cittadino aveva emesso un’ordinanza di chiusura all’accesso alla montagna.
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Nessuno può prevedere ciò che si verificherà nei luoghi prospicienti all’attacco dei sentieri e quanta affluenza si concentrerà.
Possibile è (si rimane nel campo delle possibilità) che quando a seguito di eventuali controlli emergessero criticità di eventuali “raduni” poco gestibili, i Sindaci delle varie località potranno emettere ordinanze restrittive quali la chiusura dell’accesso ai sentieri, mulattiere e strade di arroccamento. Se non ricordo male a causa di pericolo valanghe qualche primo cittadino aveva emesso un’ordinanza di chiusura all’accesso alla montagna.
Si potranno prendere tutti i provvedimenti che si vogliono ma quando verranno aperte le gabbie ognuno si troverà di fronte a scelte individuali: A. Se ne fotte rispettando solo formalmente le regole per evitare improbabili sanzioni (difficile il controllo di massa a gabbie aperte o in montagna) B. Continua a seppellirsi nella tana finché passa C. Rispetta con particolare rigorosità le regole sperando che lo facciamo anche gli altri (vedi uso corretto delle mascherine) o rompendo le scatole attivamente a chi incontra, con qualche rischio personale D. Rispetta con buon senso le regole senza crederci troppo e preparandosi all’impatto (a mio parere altamente probabile per molti a gabbie aperte). E. Si trasferisce in un luogo/paese che ottimizzi le sue priorità personali dalla bassa probabilità di contagio, costi della vita, all’efficienza del sistema sanitario, alla sicurezza.
@ 341 Non dirlo a me. Ho sempre avuto il pallino della creativita’, ma sono almeno 20 anni che per scelta faccio quasi esclusivamente gite in valloni dove spesso non incontro nessun altro. Per me la creatività è il vero senso dell’andare in montagna. Solo che presuppone il sapersi muovere adeguatamente, che è un concetto completamente diverso dalla performance tecnico-atletica, che è invece il trend dominante. Magari quest’estate ci incontreremo in vetta al Breithorn e saremo noi due da soli quel giorno. Chissa’
Non prendo in giro nessuno. È la logica conseguenza del permesso per nuclei familiari. Ci deve essere una “certa” separazione fra nucleo e nucleo altrimenti, come dice Lusa, tanti nuclei familiari uno vicino all’altro possono sommarsi e costituire un “gruppone” ed è quello che le autorità dimostrano di non gradire. Poi, se la distanza giusta fra nucleo e nucleo sia 5 metri opuure 20 m oppure 100 m lo stabiliranno i decreti governativi, non Crovella. Sta di fatto che se sarà così (e le attuali regole tedesche convergo o in tal senso), non si può pensare, allo stato attuale delle cose, a gite “di amici” per il prossimo futuro. Ciao!
@commento 329
L’idea o l’esempio del Breithorn da Cervinia lo facevo io qualche commento prima. Sono d’accordo sulle stime numeriche fatte da Crovella su quanti passeranno a fare simili sgroppate (per me saranno ancor meno). Questo porterà una riduzione della frequentazione di alcune cime e massicci, ma inevitabilmente aumenterà quella di cime e massicci più accessibili, comunque accessibili anche senza rifugi e funivie, quindi, se le norme ci lasceranno andare in montagna, prevedo simil deserto in alta quota e sovraffollamento in bassa valle (per provare a disegnare una tendenza “sulla carta del salumiere” come si suol dire). Ma a parte questo, io ho fatto questo esempio perchè una montagna solitaria potevamo cercarla e trovarla anche prima. Partire alla 2 di mattina ed andare sul Breithorn da Cervinia si è sempre potuto fare, arrivando in vetta prima di quelli che salgono in funivia. Ed è una cosa stupenda. L’ultima volta che ho fatto cose simili, sono andato Sul Gran Paradiso partendo dal parcheggio di Pont, in piena notte, sono arrivato ancor prima di coloro che partivano dal Vittorio Emanuele. E la normale del Gran Paradiso è forse l’ascensione più affollata del pianeta. Voglio dire, se in montagna si è un poco, ma poprio un poco creativi, gli spazi di solitudine si trovano. E in qualche modo mi dispiace che saremo costretti a scoprirlo solo ora che in qualche modo gli eventi ci costringono. A me personalmente piace allenarmi nella conca del Breuil, mi piace partire ad ore antelucane ed è uno spettacolo e l’unico affollamento che trovo è quello di stambecchi che non mi lasciano in pace…. Certo, se se parto alle 8 del mattino trovo la jeep che porta su ai rifugi, trovo tutti quelli che un pezzo lo saltano con la funivia, trovo la famiglia che, con tutto il rispetto, parla ad alta voce, con schiamazzi vari dei bambini (tutti ne hanno il diritto) e via discorrendo, ma basta poco per trovare solitudine anche nei posti più affollati e turistici. Se questa estate servirà a farci immaginare un modo un po’ diverso di stare in montagna, disperdendo chi la frequenta anzichè aggregare nei soliti luoghi, ben venga. Senza contare che, come dicevo in precedenza, alcune aree di alcuni massicci (Leggi Monte Bianco, per esempio zona Satelliti) diventeranno di colpo estremamente selvagge ed impegnative senza mezzi di avvicinamento e punti di appoggio. Come sarà una Kuffner da Courmajeur? Ma altre zone tipo Gran Jorassess per esempio sono sempre state meno accessibili. Il Boccalatte spesso è stato anche chiuso. Quindi tutti coloro che in passato hanno frequentato zone diciamo addomesticate dovranno reinventarsi. Coloro invece che già si andavano a cacciare in posti in cui la distanza dall’ultimo luogo “umano” a volte è decisamente elevata, bene o male saparanno già cosa li aspetta.
Del resto io ho sempre pensato che non è la vetta il punto più importante di una montagna ma il luogo da cui si parte per salirvi.
Specifico meglio: la significativa distanza (a puro titolo di esempio 100 m) va intesa fra gruppo familiare e successivo gruppo familiare. Anche in tal caso, evidentemente, sarà tutto demandato al senso di responsabilità individuale. Ciao!
“Probabilmente verrà previsto l’obbligo di mantenere una significativa distanza, tipo 100.metri,”
Immagino che tu voglia prendere in giro qualcuno, no?
Anche io sfruttero’ gli spazi di libertà che consentiranno le regole del prossimo futuro. Ma per me è più agevole,: per indole, da almeno 20 anni faccio gite solitarie o con mia moglie, quindi non cambierà molto per me. L’affermazione riguardava la maggior parte dei frequentatori della montagna, persone che abitualmente prediligono giornate condivise con amici. Inoltre per “gruppi familiari” verrà presumibilmente specificato che si tratterà di stretti nuclei familiari (coniugi più figli conviventi), non di ampi gruppi con nonni, cugini, zii ecc. Per cui i gruppi familiari saranno mediamente di 4 persone (2 genitori+in media 2 figli, salvo eccezioni). Probabilmente verrà previsto l’obbligo di mantenere una significativa distanza, tipo 100.metri, questo per dirimere i dubbi dj Lusa. Certo, tutto è principalmente lasciato al senso di responsabilità individuale. Alla fine si torna sempre li’. Buona serata a tutti!
Ma quando mai.
Personalmente sto sfruttando al massimo ogni spazio di libertà, e intendo continuare a farlo.
In Corea del nord educano il popolo fucilando sul posto che non rispetta le regole emanate.
Magari qui da noi si può fare meglio, di sicuro per tentativi.
Nessuna norma potrà mai comprendere tutte le fattispecie. Molto dipenderà dell’etica individuale dei comportamenti. Possiamo solo sperare che la comunità delle terre alte abbia mediamente un po’ di consapevolezza e senso del dovere. Caratteristica del nostro paese è emanare norme astratte che spesso sono di difficile applicazione. Obbligo mascherine. La maggior parte delle mascherine sono monouso e costano 1,5 €. Ci vogliono 30 mascherine al mese per persona. In molte regioni bisogna procurarsele privatamente. Fate i conti quanto dovrebbe spendere una famiglia di 4 persone. Se tutti non sono rigorosi nell’uso (si vede in giro di tutto) servono a poco. Grandi principi e poi scadente pratica quotidiana. Però c’è stato l’esempio abbastanza positivo del divieto di fumo e delle cinture. Quien sabe?
Per porre un seguito alle mie supposizione:
Si può uscire solo per andare a fare la spesa come disposizioni dettate con autocertificazioni. Le persone ci vanno a seconda delle proprie esigenze ed orari.
Se per caso in una cittadina di 10.00 persone ad ogniuno balenasse l’idea di uscire a fare la spesa mettiamo per ipotesi alle ore 9 di mattina per raggiungere un determinato supermercato o 2 o 3. Tutti sono in regola perchè non vi sono orari specifici per uscire e si ritroverebbero tot migliaia di persone fuori casa e se queste decidessero tutte di fare la fila e non tornassero a casa in questo caso (consideriamolo al limite di ogni logico ragionamento, ma pur sempre una possibilità anche se remota) per evitare il caos generato dagli assembramenti come si agirebbe?
Tutti sono in regola, possono venire sanzionati?
@331 in ogni caso vale il spazio minimo fra individuo e individuo e i singoli gruppi (familiari e non) dovrebbero stare a distanza fra loro. E poi chissà…. magari proprio per evitare situazioni di quel tipo, verrà “legittimato” un controllo governativo di natura informatica. Non da me, ma dalle autorità competenti, che sono principalmente governative (ricordo che, oggi come oggi, trattasi di Governo di centro-sinistra, non un pericoloso governo fascista). Non c’è neppure bisogno di un app specifica. Gli spostamenti dei telefoni cellulari da cella a cella vengono in automatico registrati dai sistemi dei vari operatori. I governanti potrebbero prevedere un algoritmo centralizzato (cioè sommatoria di tutti i vari operatori telefonici), per cui scatta l’allarme quando in una certa località ci saranno più di X cellulari contemporaneamente. In tal caso potrebbe essere immediatamente spedita una pattuglia, magari in elicottero, per disperdere l’assembramento …. e chi può sapere cosa ci riserverà il futuro? Magari faranno un Governo di unità nazionale (con tutti dentro) proprio perché nessun cittadino possa prendersela con la “maggioranza” per le norme imposte. Aspettiamo e vedremo
Non devi porre queste domande a me, ma alle autorità che stabiliranno le norme. Io non c’entro nulla con l’elaborazione delle leggi (o decreti ministeriali). Non riuscite mai a distinguere fra miei “auspici” e le mie “previsioni” fredde e razionali di quello che potrebbe essere il prossimo futuro, sulla base dell’analisi oggi disponibili. E’ vero che in questo specifico conteso spesso i miei auspici coincidono con le mie previsioni, ma in questi commenti non sto esprimendo i miei desiderata ideologici, bensì quello che l’analisi oggettiva ci può far presumere. Base di partenza dei ragionamenti: regole illustrate qui sotto circa norme in Germania più discorso del Premier Conte in Parlamento più notizie di oggi sui giornali. Incrociate queste tre cose e vedrete che, più o meno, giungerete anche voi alle stesse conclusioni.
Esempio pratico: Escursioni al Forato e al Procino. Una Domenica qualsiasi.
Io decido di andare al Forato e raggiungo con la mia famiglia Stazzema. Parcheggio in Loc. La croce. Nel frattempo arriva il Benassi e la sua famiglia. Poi il Benedetti con la sua. Poi il Viti con la sua. Poi altri. Che quella mattina hanno avuto l’idea con la mia e casualmente si trovassero lì. Poi durante le ore consecutive ininterrottamente arrivassero altre famiglie. Chi potrebbe limitare questo?
E poi: Altre famiglie che partissero seguendo la modalità casuale sopra esposta dal Matanna e altre famiglie da Pomezzana. In poche parole tutta la zona si affollasse di centinaia di persone sui suddetti?
E’ fattibile e qui arriva il punto in tutto il territorio nazionale controllare ogni accesso ad ogni sentiero?
Ed anche se si applicasse il tracciamento e le persone rispettassero le norme distanziatorie chi prevederebbe un’affluenza nei suddetti punti?
Crovella: Nel caso in cui in un piazzale di montagna si trovassero casualmente più famiglie che una mattina avessero deciso di andare a fare un’escursione in montagna imboccando eventuali vari sentieri rispettando tutte le normative cosa accadrebbe? E considerando che nel solito punto di partenza, durante la giornata arrivassero altre famiglie?
“Non c’è rosa senza spine”. Volete vivere in una comunità nazionale sicura ed evoluta (anche sul piano tecnologico)? Bene, occorre pagare implicitamente il prezzo di essere controllati: probabilmente lo eravamo già ai tempi dei dossier cartacei (solo chi conosce gli archivi del Viminale potrebbe confermarlo, ma iop penso proprio di sì), a maggior ragione adesso che siamo in un un mondo tecnologico. Non vi va di esser controllarti? Bene, ritiratevi in una baita alpina fuori dal mondo oppure trasferitevi in paesi tecnologicamente arretrati tipo Sud America o Africa sub-sahariana, ammesso che esistano ancora. Cmq i controlli tecnologici c’erano già anche prima del virus, volenti o nolenti. Tutto il grande tema dei BIG DATA si fonda sulla mappatura informatica. Per ora, almeno ufficialmente, è anonima… ma, insomma, a un numero telefonico (o a un indirizzo IP) corrisponde un nome e cognome… La prossima svolta, che potrebbe essere “legittimata” dalle autorità con l’esigenza di sicurezza pubblica sul piano sanitario, sarà rendere facilmente visibile la corrispondenza numero-nome (oggi la può chiedere solo un magistrato). Accadrà o non accadrà? e chi può dirlo, ora? Dipende da moltissime variabile che sono ancora sconosciute e solo marginalmente riguardano la montagna. Per esempio se nei prossimi mesi ci sarà una recrudescenza epidemica (la cosiddetta seconda ondata, o magari a fine anno anche una terza ondata) io mi aspetto che l’app IMMUNI verrò resa obbligatoria. Non sto dicendo che me lo auguro, sto dicendo che mi aspetto che le autorità agiranno in tal senso. Tecnicamente è molto semplice: verrà immessa da remoto in ogni device. Ma non per gli alpinisti, per tutti!
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Torniamo invece della probabilità di fare gite o arrampicate nell’estate 2020. Se le scarne indicazioni provenienti dalla Germania saranno recepite anche in Italia è facile comprendere che tale regole saranno “spiacevoli” per la stragrande maggioranza dei (passati) frequentatori. Chi invece ama una montagna solitaria, paradossalmente, si troverà maggiormente a suo agio. Riprendo un commento altrui dei gg scorsi (non ricordo il numero): fare il Bretihorn a piedi da Cervinia (impianti chiusi), dormendo in tenda al Plateau Rosà (rifugi chiusi). Che bellezza! Quanti lo faranno? A naso 10 persone (forse anche meno) al giorno per ogni giorno estivo. Nelle ultime estati, con funivie in azione e/o rifugi aperti, quanta gente arrivava in punta al Breithorn ogni giorno? Diciamo un numero a caso: 100 al giorno (non credo di esser molto distante dalla realtà). Le giornate della stagione estiva (metà giugno-metà settembre) sono 120, riduciamole a 100 perchè si perde qualche g per brutto tempo ecc. Negli anni scorsi: 100 persone al g X 100 gg = 10.000 persone in vetta al Breithorn ogni estate. Nell’estate 2020 (e, chissà, forse anche nelle prossime): 10 persone al g X 100 gg= 1.000 persone a stagione.
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Si farà il TOR quest’anno? L’anno scorso 1.000 partecipanti. Non credo proprio, almeno per il 2020, a meno di cambiare completamente formula… ma non mi viene in mente un’alternativa immediata (per competizioni di quel genere).
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Si faranno gite sociali, uscite di Scuole Cai, gite di gruppo organizzate da professionisti vari? Allo stato attuale (vedi regole tedesche) direi di no. Si faranno uscite in cordata a due guida-cliente? Teoricamente forse sì, ma se verrà confermato l’obbligo (proprio ieri e oggi divulgato) di distanza minima ampliata a 2 m nelle attività all’aria aperta… mmm…non vedo come sia compatibile con le vicinanza umana in sosta ecc (cmq anche 1 metro non è compatibile)… insomma allo stato attuale l’estate 2020 è da considerare “persa” per noi appassionati di montagna. Prepariamoci per la prossima, se va bene. Per vicende personali già in passato la vita mi ha insegnato a saper aspettare. Che l’epidemia lasci questo insegnamento a tutti. Ciao!
App ragionamenti dalla saga del passo alla volta.
https://www.youtube.com/watch?v=EErPz4l1rcg
Alcune volte ripetere giova. Il popolo italiano è stato sapientemente educato a campare nutrendosi di aggiramenti di leggi e divieti. E quando uno ha la panza piena se ne fotte di tutto e di tutti e niente più lo riguarda e i manovratori possono continuare ad agire indisturbati. Delinquere non è un diritto e tanto meno un dovere! Chi tollera l’illegalità è perchè ci convive e di certo non perchè fa il poliziotto.
Caro Andrea, un altro mio compagnuccio di corda fa l’avvocato del lavoro di parte sindacale. Ogni tanto litighiamo su alcuni casi che mi racconta di aver vinto con successo a favore di persone che io avrei preso a pedate nel sedere. Per spiegarmi come funziona il sistema del diritto in un paese democratico mi ha convinto a leggere i libri di Carofiglio, come sai un ex magistrato. Ho imparato di più su come funziona, nel bene e nel male, il sistema e sul significato di alcune leggi e procedure leggendo i suoi romanzi che non studiando i manuali di diritto.
le bugie sono una cosa , gli inganni un’altra.
Come ben dice Sepulveda nel suo diario di viaggio “Patagonia Express”
e qui qualcuno ci sta ingannando
Ma quello che fa testo è la questione del passo alla volta.
Guarda un passo alla volta dove siamo arrivati a concieare il mondo, le strade, i paesaggi.
Guarda come ci siamo abituati alla tecnologia credendo fosse un bene e ora ne dipendiamo in crescendo.
Alle medicine.
Ai succedanei del cibo.
Alla morale.
Io non ho detto di essere senza peccato…
Ma credo che le leggi sulla privacy che sono state fatte, nel modo in cui vengono applicate e possono essere aggirate, servono veramente a poco a chi si comporta bene, e servono invece tanto a chi è abituato a comportarsi male
Andrea tutti siamo un po’ “delinquenti”. Non ci sono santi senza peccati, come numerose biografie ci hanno rivelato e come ci insegna l’esperienza della vita, se ne abbiamo un po’. Un mio compagno di cordata, psico/analista ortodosso, Giovanni Stella ha scritto un bel libro sul ruolo sociale della bugia ispirandosi ad un film con Schwarzenegger “True Lies”. Senza bugie la vita sociale sarebbe un inferno. I più pericolosi sono proprio quelli che negano la nostra complessa natura e pretendono di essere totalmente puri e senza peccato: di solito diventano persecutori inflessibili. È un profilo di personalità ben noto a chi si occupa di clinica.
io sono del 50% NO!
che se la mettano sai dove ….così gli traccia la flatulenza e la regolarità intestinale.
@Roberto
I delinquenti sono sicuramente d’accordo con te.
Interessante apprendere da alcuni sondaggi riguardo l’applicazione dell’app italiana “IMMUNI” per il tracciamento del contagio del coronavirus. Ad oggi la percentuale dei favorevoli e contrari si equivale. Circa 50% i SI e il 50% i NO.
A chi dice che i temi della privacy sono cazzate consiglio la visione del film Perfetti Sconosciuti. Non c’è bisogno di pensare a grandi peccati. Tutti facciamo piccoli peccatucci, abbiamo piccoli segreti, la vita è piena di innocenti bugie. Alcune cose esposte al pubblico e fuori dal loro contesto potrebbero essere motivo di imbarazzo. Cosa che non capiscono spesso i ragazzi, ma anche gli adulti, come abbiamo commentato a proposito della sciocca gogliardata dei due del soccorso alpino. Quindi sarebbe meglio che il nostro telefono rimanesse protetto, ma purtroppo questa è una pia illusione, anche per chi lo usa pochissimo. Era così comunque anche in epoca analogica, almeno in certi paesi. Anche qui cito un film La vita degli altri. Sulla DDR dove si facevano legalmente cose che in altri paesi si facevano illegalmente. Quando c’è di mezzo la sicurezza nazionale non c’è Santo che tenga.
Beh, Carlo, poco da dire se non invitarti a leggere il post #iostoacasa
Per quanto riguarda il tema dell’articolo, ribadisco che state facendo i conti senza l’oste, che saranno le disposizioni delle autorità. Non solo “quando”, ma soprattutto “come” si potrà praticare attività sportive in montagna. Se i protocolli applicativi saranno molto “severi” (mascherine e guanti chirurgici sempre indossati, distanze di sicurezza non riducibili, pannelli in plexiglass, app e altre modalità esplicite e obbligatorie di controllo ecc ecc ecc) può darsi che ci sia un formale permesso di fare gite ma che le condizioni non le rendano “piacevoli”. Mi ricordo uno slogan pubblicitario della Lavazza di qualche anno fa: IL CAFFE’ E’ UN PIACERE, SE NON E’ BUONO CHE PIACERE E’?. La valutazione della “piacevolezza” delle gite in quel contesto sarà molto soggettiva, così come sarà soggettiva la decisione o meno di violare le norme in vigore. Per quel che riguarda me, se le eventuali norme non saranno di mio gradimento, eviterò di andare in montagna finchè resteranno in vigore. Grazie a Dio ho tantissimi interessi, sportivi-culturali-professionali, per cui non mi annoierò di certo, così come non mi sono annoiato per nulla in questi ormai due mesi di restrizione. Buona giornata!
@310 Rispondo solo perchè mi è stata posta una specifica domanda: la mia affermazione aveva un tono sarcastico per tutti quegli esseri umani (ormai il 99%) che in nome delle cose belle fattibili con la tecnologia sono esposti alle violazioni e ai controlli. Non escludo che, magari a fronte di una seconda ondata dell’epidemia, si arrivi a legittimare il controllo diretto (oggi possibile, come precisato da qualcuno, solo dopo intervento di un magistrato). Io non ho nessun timore: primo perchè non ho motivo (non violo regole e quindi non ho motivo di essere sanzionato). Secondo perchè non uso quasi il cellulare: faccio se va bene tre telefonate a settimana, non vado sui social, non chatto se non per spicciole questioni quotidiane con mogli e figli. In città esco sempre senza cellulare, se non per incontri di lavoro. In montagna se lo porto (in genere la metà delle volte) sta spento nella patta dello zaino: serve solo in caso di emergenza. vivo così perchè mi piace, non perchè mi obbligano. Ma se vivessimo tutti così, avremmo una vita migliore a cominciare dal pianeta (l’esigenza di silicio ha comportato lo sbancamento di intere colline). I siti dei quotidiani e questo blog li leggo solo dal pc, molto molto raramente dal telefono (es se sono in vacanza).
Andrea..mai dire mai. Bisogna sempre essere pronti. Magari sfuggire all’investigatore privato assunto dalla moglie. Un colpo di stato… ci siamo andati vicini in passato. A volte la storia riserva sorprese. Mio padre, ufficiale della Regia Marina, addetto alle trasmissioni, divenne un mago dell’illegalita’ durante la guerra partigiana. Tutto può succedere. Il virus ci ha insegnato che non ci sono riposanti certezze. 😇😇
A me non frega assolutamente niente se qualcuno mi traccia.. che facciano pure.
Credo che chi non voglia farsi tracciare ha qualcosa da nascondere… E per la “privacy” negli ultimi anni sono state fatte cose abominevoli.
@Roberto
Guarda che non sono stolto. Ho capito benissimo… E perchè avresti motivo di non doverti fare tracciare?
Sveglia Andrea. Quando non vuoi farti tracciare. Anche tu impara dai “maestri”: da entrambe le sponde della legge ti possono insegnare molto: Adattamento Attivo. Tutti i sistemi hanno buchi, in particolare in Italia. È una scelta etica individuale utilizzare o no questi spazi intermedi tra legalità e illegalità. È per questo che da soli centinaia di provvedimenti restrittivi non servono: devi convincere le persone, se manca l’ethos le persone trovano sempre il modo di scappare come nel fumetto dello struzzo e il coyote. Il problema non sono leggi e gendarmi ma l’autorevolezza e il consenso che ne deriva. Lo sanno bene tutte le dittature, dove non a caso convivono spesso repressione e corruzione diffusa.
@Riva Guido: “e voi?” Beh appena sarà possibile spostarsi tra i comuni io andrò ad arrampicare, coartando moglie e figlia (che vedo belle compresse anche loro) o chiunque voglia venire…partendo dal 5a temo, vista la reclusione e la mia totale riluttanza all’allenamento! Oppure andrò da solo in uno dei tanti luoghi che mi mancano da vedere.
@Carlo Crovella: “La drammaticità etica di questa epidemia è che offre un pretesto plausibile (il futuro controllo della salute pubblica) per operazioni di controllo comr non abbiamo mai immaginato.” Sia detto senza alcuna intenzione polemica, ma non ti pare che le tue tanto rivendicate virtù sabaude del pessimismo e dell’acquiescenza a qualunque decisione dell’autorità, siano un gran bell’aiuto e un incentico in questa deprecabile direzione?
@Riva Guido: consiglio di leggere la voce “sarcasmo” sulla Treccani; eventualmente anche qui http://www.treccani.it/vocabolario/sarcasmo/
“https://www.corriere.it/cronache/20_aprile_21/coronavirus-valle-d-aosta-protesta-magistrati-passeggiare-non-illegale-37b6f9dc-83fd-11ea-ba93-4507318dbf14.shtml”
Era ora
“Benassi, non hai visto Gomorra. Si toglie batteria e sim. ”
E allora che lo compri a fare?
Grande è il disordine sotto il cielo diceva il presidente Mao. Protesta di un gruppo di magistrati della Valle d’Aosta contro i divieti alle passeggiate. Articolo di Cremonesi sul Corriere di oggi.
https://www.corriere.it/cronache/20_aprile_21/coronavirus-valle-d-aosta-protesta-magistrati-passeggiare-non-illegale-37b6f9dc-83fd-11ea-ba93-4507318dbf14.shtml
Lorenzo, gli americani ricicciano per i loro pretoriani formule antiche. È la forza degli imperi: spietati, semplici e saccheggiatori.
Benassi, non hai visto Gomorra. Si toglie batteria e sim. In caso di emergenza si usa un satellitare difficilmente rintracciabile (650€ + 50 di prepagata). Si trovano sempre “buoni” maestri. Siamo in Italia, abbiamo delle eccellenze in proposito una volta concentrate in alcune zone ma ormai diffuse sul tutto il territorio, persino nelle regioni alpine.
Crovella, al mercato di Pinerolo ( sede dei Lancieri di Pinerolo di cui fu ufficiale Gianni Agnelli) rivolta vociante contro le restrizioni: o tempora , o mores !!
A proposito di vecchi da rinchiudere suggerisco di vedere la performance dei Rolling Stone, qualche giorno fa al Live Aid 2020. Siamo sicuri che gli eccessi fanno male?
Il controllo da decenni è già previsto, disponibile e utilizzato.
I cip sottopelle e altri strumenti non sono necessari per controllarci, possono solo essere una nostra comodità se riuscissimo a superare il problema della interfaccia visiva e tattile, le pariti che occupano più spazio.
Quando è nato il telefonino per la massa non è stata accettata la criptatura personale, solo quella del fornitore del servizio telefonico, in più il fornitore deve archiviare tutto per 10 anni.
L’unica nostra garanzia di “privacy” è che i dati registrati e archiviati possano essere letti solo su mandato di un giudice.
Noticina … a causa della privacy non si può fare la localizzazione col telefonino per essere soccorsi, ci vorrebbe sempre un giudice e allora noi scavalchiamo privacy e giudice usando delle app, quindi diamo una nuova e semplice maniera per controllarci … 🙂
La soluzione per evitare di essere controllati è semplice: non dovremmo accedere a ciò che “gira” telefonicamente, cioè tutto, anche la casa intelligente, o la tv, o l’automobile, ma anche questo blog 🙂 …. tutto il mondo digitale è controllabile, registrabile e archiviabile.
Dovremmo tornare a scrivere lettere e andare a trovare le persone per parlare con loro.
Non c’è da preoccuparsi: non siamo più capaci di vivere senza farci controllare 🙂 … di questo non dobbiamo accusare altre menti, solo la nostra. 🙂
https://www.italiaambiente.it/2020/04/20/i-parchi-naturali-fanno-bene-le-proposte-per-la-fase-due-aperture-controllate-e-fiscalita-di-vantaggio/
La Germania, pur tendendo ancora chiuse le strutture sportive (sia indoor che outdoor), ha riaperto alla scalata in falesia e in montagna. Queste sono le scarne indicazioni:
“In Germania le rocce non sono strutture sportive nel senso della legge, ma appartengono agli spazi aperti e alle foreste. Quindi è permesso frequentarle.
Sono ammessi lo sport e l’esercizio fisico all’aria aperta, anche l’arrampicata, il bouldering, le escursioni a piedi e in bicicletta. Sono consentite attività sportive con i membri della propria famiglia o con al massimo un’altra persona non appartenente alla propria famiglia.
In quest’ultimo caso deve essere mantenuta la distanza minima di 1,5 metri.
È assolutamente vietata la formazione di gruppi”.
Appunto Crovella.
e te dall’alto del tuo rispetto sabaudo delle leggi, perchè cosi sei stato educato, che fai? Te ne stai tranquillo e sereno ad aspettare che ti mettano il chip?
…in generale io applicherei […]; Riconosci la situazione, Accettala, Adattati alle condizioni, Agisci, Valuta.
Personalmente stringerei – stringo – a quanto sopra.
Vitanaturaldurante.
Non Virusnaturaldurante.
[Senza nulla togliere al corpo speciale, la formula è anziana di millenni].
voglio vedere come ti adatterai quanto ti avranno messo UP o braccialetto…