Qualcosa di nuovo e di buono

Qualcosa di nuovo e di buono
di Geri Steve
(Coronavirus 21, 5 maggio 2020)

Riprendo dopo un paio di settimane di stanchezza in cui non avevo voglia di scrivervi bollettini del tipo: “Niente di nuovo sul fronte virale”. Oggi invece qualcosa di nuovo e di buono c’è.

Da oggi in Italia si può tornare a camminare, correre, circolare nel verde senza rischiare multe e arresti, e questa è cosa ottima: è finita la mania delle reclusioni. Io ho festeggiato con una gioiosa biciclettata in Caffarella e una rovinosa caduta; mi sono fatto una radiografia digitale (cioè con le dita) e ho concluso che stavolta non sono riuscito a rompermi nessun osso, e anche questa è cosa buona.

La mortalità giornaliera ufficiale da CoViD-19 da un po’ di giorni è generalmente in calo, sia in Italia che nel mondo, e anche questa è un’ottima notizia.

Non sempre questo calo è chiaro: negli USA, nell’ultimo mese, spesso si sono avuti oltre 2.000 morti ufficiali al giorno (su una popolazione di 330 milioni), con un picco oltre i 6.000; adesso oscilla e sta ancora sempre sopra i 1.500 morti giornalieri; gli USA hanno accumulato una mortalità da CoViD-19 di 209 (su un milione di americani) che è ancora bassa a confronto con quella dell’Europa Occidentale; ma nello stato di New York stanno già a 1.268 e nel vicino New Jersey a 892, mentre in Montana a 15 e in Alaska a 12, come nelle Hawaii. Difficile capire come andrà a finire.

Parco della Caffarella, Roma.

In Europa occidentale la mortalità giornaliera ufficiale, pur oscillando, è tendenzialmente in calo. Il picco di oltre 4.000 morti la settimana scorsa in Inghilterra era relativo all’aggiunta in quel giorno di morti extraospedaliere precedentemente non contabilizzate, così come sabato scorso il picco in Italia di 474 comprendeva 282 morti precedentemente, tutti in Lombardia.

Ieri in Italia risultavano 174 morti, di cui 42 in Lombardia. Oggi ne risultano 21 in più, ancora tutti in Lombardia: Italia 195, Lombardia 63. Oggi sono risaliti anche in Svezia (90) e Francia (306) ma sono calati in tutti gli altri stati occidentali. Ricordiamoci che il 27 marzo in Italia sono stati registrati quasi 1.000 morti, e sono soltanto quelli ufficiali.

Le mortalità ufficialmente da CoViD-19 finora accumulate in Europa sono, sempre su un milione di loro abitanti: San Marino 1.281, Belgio 695, Spagna 603, Andorra 562, Italia 469, UK (Inghilterra) 426, Francia 368, Olanda 316, Irlanda 281, Svezia 274, Svizzera 209, Lussemburgo 204, Portogallo 104, Danimarca 88, Germania (che però fa un conteggio anomalo) 83, Austria 71, Slovenia 48, Finlandia 44, Estonia 42, Nord Macedonia 42, Norvegia 40, Romania 37, Ungheria e Moldavia 35, Islanda 29, Rep Ceca 24, Serbia 22, Bosnia 20, Polonia e Bielorussia 18, Croazia 17, Lituania e Grecia 14, Armenia 12, Bielorussia e Montenegro 11, Bulgaria 10, Albania 9, Georgia 2, Russia (europea e no) 9.

L’ordine è variato poco rispetto a due settimane fa: le differenze sono rimaste, non c’è stato livellamento; la mortalità giornaliera è in lieve ma continuo e generale calo dappertutto.

Anche dentro l’Italia sostanzialmente sono rimasti l’ordine e le differenze di due settimane fa: Lombardia 1.415, San Marino (vicina al focolaio di Pesaro) 1.281, Valle d’Aosta 1.112, Emilia R. 822 (pare concentrati a Piacenza), Liguria 788, Piemonte 731, Trentino A.A 667, Marche 613, Veneto 312, Abruzzo 255, Friuli V.G. 247, Toscana 236 e poi tutto il restante Centro Sud con numeri decisamente più contenuti:

Puglia 107, Lazio 89, Umbria 80, Sardegna 74, Molise 70, Campania 63, Sicilia 49, Calabria 46 e Basilicata 45.

Complessivamente si è arrivati a mortalità alte, però c’è di buono che adesso sono fortemente calate le mortalità giornaliere; da ieri in Lombardia sono morte 63 persone, ma negli ultimi tre giorni la media è stata di “soli” 50,6 mentre lì a marzo si sono superati i 500 e il 28 marzo si sono sfiorati i 600; in Piemonte da ieri sono 34, in Emilia 24, nel Lazio 16, in Veneto e in Liguria 12, in Toscana 9 e pochi o niente altrove.

Sono notizie confortanti. Se poi ci ricordiamo che i morti di oggi si riferiscono a contagi di circa tre settimane fa, sono ancora più confortanti: oggi i contagiosi potrebbero essere meno di allora.

Ma c’è un’altra buona notizia: mentre a marzo i posti di terapia intensiva erano strapieni e uno poteva accedere quasi soltanto quando moriva un altro malato, adesso sono scarsamente occupati; due settimane fa solo 2.573 posti erano occupati da malati di CoViD-19 (mentre gli altri posti da altri tipi di malati), oggi sono soltanto 1.479; in due settimane 1.100 malati gravi in meno. E questa è decisamente una buona notizia, direi: ottima.

Quest’ottima notizia è poi connessa ad un ottimo progresso terapeutico.
Ricordate quella teoria sostenuta indipendentemente da diversi clinici che i malati morissero di DIC (Coagulazione Intravascolare Disseminata) che causava la polmonite interstiziale, poco reattiva all’insufflazione di ossigeno? Quella che il virologo Roberto Burioni definiva una bufala? Potete ritrovarla in corona-virus 18 e 19.

Quella teoria è stata poi confermata dalle autopsie eseguite negli ospedali Sacco di Milano e Giovanni XXIII di Bergamo.

Oggi sappiamo che la CoViD-19 è sostanzialmente una malattia infiammatoria vascolare sistemica che colpisce i vasi sanguigni infiammandoli e formando trombi e che quindi va curata con antinfiammatori e con anticoagulanti. La polmonite è un effetto secondario e l’intubazione serve a poco, se fa arrivare l’ossigeno ai polmoni ma il sangue non circola a sufficienza per trasportarlo.

Prevenendo e curando l’infiammazione e i trombi si possono evitare molte terapie intensive e, se è proprio necessarie farle, queste diventano più efficaci.

C’è ancora una buona notizia, che riguarda la possibilità di arrivare ad un vaccino che sia efficacemente protettivo. Ricordiamoci che il Sars-Cov-2 è un retrovirus, per cui il suo materiale genetico è di RNA, meno stabile del DNA di altri virus. La sua mutabilità potrebbe rendere difficile o anche impossibile costruire un vaccino: è finora il caso dell’HIV e del Sars-cov-1. Se si avesse oggi un vaccino efficace poi, nell’anno necessario per la sperimentazione, il virus o una parte dei virus potrebbero mutare rendendo inefficace il vaccino.

Però la buona notizia è che i ricercatori stanno riscontrando una certa stabilità del Sars-cov-2. In particolare, all’ospedale Sacco di Milano sono state analizzate e confrontate dodici sequenze complete di virus Sars-cov-2 prelevati nell’arco di un mese e in quattro regioni italiane diverse e si è riscontrato che almeno le sequenze di alcune regioni del virus non mutano o mutano molto lentamente. Non è ancora un risultato definitivo, ma fa ben sperare per il vaccino.

Un’altra buona notizia è che a Roma, all’ospedale Spallanzani, il candidato vaccino dell’azienda Takis (ditta italiana, di Pomezia), iniettato su topi, ha prodotto anticorpi che sono risultati efficaci contro il virus (pare) su cellule umane coltivate in vitro. Pare che sia un primo successo mondiale.

Ancora una buona notizia: l’Italia partecipa con 140 milioni ad un progetto europeo interno a quello mondiale per il vaccino: World against Covid-19. Oggi, in poche ore, i leader europei si sono già impegnati per 7,4 miliardi di euro e si prevede che cresceranno.

Ci sono poi altre notizie che potrebbero essere buone, ma purtroppo dobbiamo aspettare ancora per sapere se lo sono davvero.

L’altra domenica è uscito sul Messaggero un editoriale di Luca Ricolfi intitolato “Le condizioni che servono per ripartire in sicurezza”, lo potete leggere qui:
https://www.ilmessaggero.it/editoriali/luca_ricolfi/editoriali_luca_ricolfi-5192261.html

Parrebbe che Ricolfi abbia letto tutte le mie news e che le richiami in quell’articolo.

“Non sappiamo quanti siano i contagiati, né quanti, fra i contagiati sono tutt’ora contagiosi… perché, nonostante fin da metà marzo vi fossero proposte di condurre un’indagine su un campione nazionale rappresentativo e per quanto le autorità si fossero convinte della sua utilità, il pachiderma dell’apparato addetto all’indagine nazionale non ha ancora fornito un solo bit di informazione…

Credo che non a tutti sia chiaro che i numeri che quotidianamente ci vengono comunicati dalla Protezione Civile non si riferiscono al “mare” dei contagiati ma ad un “laghetto” di pazienti…

Non conosciamo la diffusione territoriale del contagio. Il dato meno inquinato di cui disponiamo è quello dei morti per CoViD-19 in ogni regione… ma si è appreso che non solo il numero dei morti effettivo è molto superiore a quello ufficiale (da due a quattro volte), ma il numero oscuro dei morti nascosti è molto variabile da regione a regione, provincia… comune…

Nonostante tutto ciò, l’evoluzione dei decessi è la migliore (o la meno inaccurata) fonte di informazione di cui disponiamo…”.

Citava poi l’indagine nazionale sulla diffusione che sarebbe partita oggi 4 maggio ma “se va bene” (e non è andata bene) e “soprattutto i tamponi di massa”.

Poi Vittorio Colao, capo della task force per la ripresa economica, ha dichiarato che servono i dati sulla diffusione dei contagiati e ha presentato un piano su come raccoglierli e utilizzarli. Pare però che il Piano di Colao abbia scandalizzato i burocrati ministeriali perché non sufficientemente dettagliato e rispettoso delle competenze regionali e che Colao sia stato demansionato.

In una intervista l’economista Tito Boeri ha dichiarato:
Purtroppo in Italia non è stato fatto un lavoro serio e accurato di raccolta dati, dovremmo sapere molto di più sui pazienti che hanno contratto il coronavirus, sul luogo e sulle modalità con cui può essere avvenuto il contagio. Avere il maggior numero possibile di informazioni è la chiave per affrontare la pandemia, servono indagini accurate sul territorio. Non è mai troppo tardi per cominciare”. Vedi: https://www.huffingtonpost.it/entry/i-poveri-troviamoli-ora-intervista-a-tito-boeri_it_5eabd72ec5b65156135b947d?jy&utm_hp_ref=it-homepage

Nel frattempo il Financial Time ha pubblicato una accurata ricerca, sia in Inghilterra che in altre nazioni, sulla mortalità oscura, cioè sulla mortalità da CoViD-19 vera, ma non censita come tale; la ricerca è basata sull’eccesso di mortalità rispetto alla mortalità media negli anni precedenti.

Secondo quell’analisi in Inghilterra i morti oscuri sarebbero soltanto il 60% di quelli ufficiali. Vedi:
https://www.ft.com/content/67e6a4ee-3d05-43bc-ba03-e239799fa6ab?fbclid=IwAR2RbrS-El2KyALxrmm3NAiMFH2YjB0BVhJIPwhbSKx9AhRrDWRBmp2xsvk

Anche in Italia c’è chi ha provato a stimare i “morti veri” di questa pandemia, con una raffinata analisi che distingue fra la morte diretta da CoViD-19 e la morte indiretta, cioè quella dovuta all’intasamento del servizio sanitario sempre dovuto alla CoViD-19. Lo sbilanciamento di genere (più morti maschi) è stato utilizzato per stimare le morti indirette, che invece non sono soggette a quello sbilanciamento, in maniera di suddividere tutto l’eccesso di mortalità, rispetto a quella media precedente, fra i certificati CoViD-19, i non certificati e gli “indiretti”. L’articolo è leggibile qui:
https://www.scienzainrete.it/articolo/verso-stima-di-morti-dirette-e-indirette-covid/enrico-bucci-luca-leuzzi-enzo-marinari e ha sette firmatari, fra cui il virologo Enrico Bucci e il noto fisico teorico Giorgio Parisi, presidente dei Lincei, che però è già entrato in campo sulla CoViD-19 con articoli con previsioni sull’epidemia basate sui cosiddetti contagi dichiarati dalla protezione civile, che invece erano e sono dati privi di qualsiasi valore; anche adesso mi sembra che si affidi ad elaborazioni raffinate senza tener conto della validità dei dati di partenza. Infatti gli scarsi dati forniti dall’Istat vengono trattati come se fossero campioni rappresentativi della popolazione italiana, mentre non c’è niente di casuale nel fatto che siano presenti quei dati e non altri.

Comunque, gli stessi autori riconoscono che il loro lavoro non è utilizzabile per stimare il livello di diffusione dei contagi nelle zone in cui non si è avuta altissima mortalità, che sarebbe ciò che più serve.

Nel frattempo è uscito il preprint dell’articolo di Andrea Grisanti e della sua equipe, sparsa fra Padova e Inghilterra, in cui si presenta l’ottima ricerca che è stata effettuata a Vo’ Euganeo, con due indagini successive con tamponi su gran parte della popolazione in questione: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.17.20053157v1

Essendo stata effettuata in un focolaio di infezione quell’indagine assolutamente non può essere rappresentativa della popolazione veneta, però dà importanti valutazioni sulla trasmissione domestica dei contagi e sulla contagiosità degli asintomatici. Fino ad allora entrambe erano state sottovalutate.

Adesso l’Istat si è nuovamente mosso, con una relazione di 30 pagine in cui compaiono dati nuovi, ad esempio i decessi giornalieri ufficialmente per CoViD-19 per province.

l’Istat presenta anche grafici sull’eccesso di mortalità nel 2020 rispetto alla media degli anni precedenti, ma non conosce la mortalità nel 2020: la stima in base ai dati di cui dispone che sono soltanto quelli dei primi tre mesi (nessun dato per Aprile) e sui circa 6.000 comuni su 8.000 che, come detto, non sono un campione rappresentativo. Siamo molto lontani da un monitoraggio efficace.

Ho letto che nel dpcm 26 aprile (con applicazione dal 4 maggio) il monitoraggio dei contagiati in Italia verrebbe affidato alle regioni. In fondo al dpcm, a pag 69 e 70 ho trovato l’allegato 10, un diagramma a blocchi, probabilmente proprio quello elaborato da Colao, decisamente vago su raccolta e trasmissione delle informazioni. Nel testo del dpcm non ho però trovato alcun riferimento a quell’allegato 10: o è molto ben nascosto oppure proprio non c’è. Temo che continueremo a sapere soltanto dai morti quanto è diffusa la CoViD-19.

Aumentano gli indizi che la CoViD-19 fosse presente in Italia già da dicembre 2019 o perlomeno da gennaio. Vedi ad esempio quanto sostengono all’ospedale Buzzi di Milano:
A Milano polmoniti sospette nei bambini già da gennaio: “Il Coronavirus potrebbe essersi diffuso prima tra i più piccoli”

Quando a fine febbraio è stato scoperto il paziente cosiddetto N°1 il virus circolava già da almeno un paio di mesi: la CoViD-19 era già diffusa; che si pensi di fermarla a maggio tracciando tutti i contagiati è semplicemente penoso. Potrebbe forse avere senso in alcune zone in cui la diffusione sia ancora bassissima; ma non sappiamo se ce ne sono e quali siano.

Penso sia il caso di ripetere che sarebbe necessario avere un osservatorio epidemiologico che programmi come testare sistematicamente campioni rappresentativi delle diverse popolazioni. Questo permetterebbe di graduare il livello di precauzioni a seconda del rischio di contagio.

Probabilmente in buona parte d’Italia non era il caso di chiudere ogni attività: si poteva “restare aperti” con qualche precauzione, ma in futuro sarebbe bene e importante sapere se e quando il rischio cresce al punto di dover chiudere.

Il capo del governo ripete che se, dopo un paio di settimane i contagi crescono troppo, si chiude tutto di nuovo. Non lo si farà, perché in realtà nessuno sa quantificare i contagiati e neanche ci si prova.

Ancora oggi, l’unica quantificazione ce la dicono soltanto i morti da CoViD-19, che però “parlano” con tre settimane di ritardo.

Purtroppo questa non mi sembra una buona notizia.

3
Qualcosa di nuovo e di buono ultima modifica: 2020-05-06T04:51:00+02:00 da Totem&Tabù

Scopri di più da GognaBlog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

13 pensieri su “Qualcosa di nuovo e di buono”

  1. Buongiorno caro Paolo, mi dispiace tu debba vaccinarti e soprattutto avere a che fare con malattie e medici.
    Io non sono un dottore, per questo mi informo e ascolto e so che il vaccino non lo farò. 
    Sono felice tu possa scalare, se ti fa sentire vivo 🙂

  2. Grazia, scusa se ho parlato d’altro, allargando come mio vizio il ragionamento, e non dell’influenza, rimedio.
    Io devo vaccinarmi per l’influenza ogni anno, non posso lasciare alzare la mia temperatura e devo evitare infezioni che mi possano debilitare anche di poco.
    Altre soluzioni non ne conosco e nemmeno ne hanno i medici che mi tengono controllato il fisico …. per ora non ancora la testa, così scalo ! 🙂 

  3. Mi pare ovvio che si discutesse di vaccini antinfluenzali, ma accetto che è tipico di questi tempi spostare l’attenzione, se non c’è margine per argomentare. 

  4. Se capita di vedere i vecchi quadri dove venivano ritratti i medici, o leggere la storia delle fognature di Londra, o avete qualche amico che si è ammalato di polio, allora forse immaginerete che i vaccini possano servire a qualcosa.
    Vi è mai capitata una visita per verificare la presenza di una malattia infettiva per la quale non esista vaccino ?
    So che si diventa un numero e per la privacy nessuno sa niente e si è liberi di girovagare e infettare.
    Per quelle col vaccino c’è un documento.
    Contraddizioni o stupidità ?

  5. Matteo, le informazioni sui vaccini le ho acquisite a colloquio con amici ricercatori, studiando relazioni, ascoltando medici.
     
    Ritengo necessario, soprattutto in questo tempo storico in cui molte notizie sono alla portata, interessarsi per proteggere la salute personale e quella dei nostri cari.
     
    L’avvento di un vaccino, il cui sviluppo normalmente richiede molto più tempo, nel giro di qualche mese, non mi fa sentire più sicura, al contrario mi mette in allerta. 
    Soprattutto in virtù del numero sempre crescente di medici e infermieri che danno voce alla loro disperazione.
    Abbiamo il dovere di ascoltarli al fine di non rendere vano il loro impegno.

  6. Grazia, puoi farmi notare tutto quello che vuoi, però poliomielite, difterite e vaiolo non esistono più.
    Non sono medico e non ho idea di quanto il “vaccino dell’anno scorso” serva contro l’influenza di questo anno, né se e quanto questa sia differente da quella passata.
    E nemmeno ho idea di se e quanto il Covid che verrà differirà da quello attuale (in realtà pare non ce l’abbia nessuno, perché è presto)
    Per tutte questi motivi concordo con Geri: l’esistenza di un vaccino è sicuramente una buona notizia, almeno quanto lo è quella di una cura (che anche lei non funziona sempre e avrà contoindicazioni).
    L’uso che si farà di una e del altro è tutta un’altra questione

  7. Grazia:“Però non capisco come la buona notizia che la scoperta delle nuove terapie ridimensiona la malattia stessa possa sposarsi con l’auspicio dell’avvento di un nuovo vaccino”
    beh, direi che una cosa non esclude l’altra, anzi: sono buone notizie se confermate.
    Il vaccino, se esistesse, andrebbe usato per quelle situazioni che per varie cause (altre patologie, anzianità, ecc.) probabilmente risulterebbero critiche per le cure, perché già defedate e deboli e perché la cura sarebbe comunque abbastanza debilitante da divenire esiziale 

  8. Andrea, penso perché i regnanti avevano sempre avuto dei giullari nella loro corte, per far sorridere la gente e per farsi amare.
    Solo che quei regnanti non erano così ignoranti come adesso.
    Ma la gente ama sempre i regnanti che la fanno ridere.
     
    L’uomo di potere intelligente di solito si circonda di persone intelligenti, vuole crescere, lo stupido si circonda sempre di persone più stupide di lui, ha paura.
     
    E infine una domanda senza una chiara risposta: cosa si può far fare agli stupidi, che sono la grande maggioranza degli uomini, senza che non combinino danni ? 
     
    🙂 🙂 🙂 

  9. Grazie, Steve.
    Però non capisco come la buona notizia che la scoperta delle nuove terapie ridimensiona la malattia stessa possa sposarsi con l’auspicio dell’avvento di un nuovo vaccino, avvalorato dallo stanziamento di 140 milioni, che potrebbero essere spesi altrimenti. 
     
    Arriviamo a concludere che forse è stato tutto sovrastimato (e qui non voglio soffermarmi sul numero di morti causati dalle terapie fondate su diagnosi erronee), ma poi rimaniamo in attesa del vaccino per ripartire?
    Mi sembra molto contraddittorio!
     
    (Mentre i crateri sommitali dell’Etna continuano a presentare attività esplosiva accompagnata da ricaduta di ceneri sottili)

  10. “Ricordate quella teoria sostenuta indipendentemente da diversi clinici che i malati morissero di DIC (Coagulazione Intravascolare Disseminata) che causava la polmonite interstiziale, poco reattiva all’insufflazione di ossigeno? Quella che il virologo Roberto Burioni definiva una bufala?”
    Mettiamo questa affermazione assieme a quella storica di inizio epidemia in cui sosteneva che eravamo al sicuro dal Coronavirus, e mi sorge spontanea una domanda… Ma perchè quest’uomo ha cosi’ tanta visibilita’? 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.