Qualido, via Impressioni di Settembre
(in ricordo di Matteo Cornago e Giovanni Allevi)
di Michele Cisana
Foto di Michele Cisana, Alessio Guzzetti, Andrea Mastellaro e Paolo De Nuccio
Era settembre 2020 quando con Matteo salii la via Quote Rosa al Qualido. In tale occasione, mentre scalavo, più volte avevo dato uno sguardo alle belle placche compatte che si vedevano sospese a sinistra del tiro chiave. Una volta sceso dalla parete, avevo poi guardato con più attenzione la zona e mi si era materializzata in testa una possibile linea che scorreva su una porzione di parete libera. Poi il sogno, come molti altri, era stato archiviato in un cassetto della mia testa, in attesa di tempo libero da dedicarci. Più il tempo trascorreva, più il tarlo lavorava nella mia mente, non trovando però nessun compagno disponibile a provarci. La spinta decisiva è arrivata a giugno 2022 quando, parlando con l’amico Alessio, vengo a sapere che ‘qualcuno sta chiodando dove hai visto tu’. Preso dallo sconforto salgo a vedere la parete e, fortunatamente, intravedo che la linea nuova (quella che sarà poi la bella via del Morbegnesi) sale una porzione di parete differente da quella che avevo adocchiato e distante dalla “mia” linea almeno 50-60 m. Lo sconforto si tramuta in felicità ma il dado ormai è tratto, bisogna iniziare i lavori…
Tornando da una scalata propongo all’amico Paolo il progetto: la sua reazione, che all’inizio è tra lo sbigottito e l’incredulo, si trasforma in energia positiva quando vede la parete; capisce che di lì si può salire e che dedicheremo la via ai nostri amici Teo e Giò, scomparsi l’anno prima durante un’ascensione sul Pizzo Badile. In una torrida giornata di giugno 2022 iniziamo a risalire le prime placche e, con rischio di morire disidratati dallo zero termico oltre i 4500 m, riusciamo a completare i primi 4 tiri. La linea ci appare sempre più chiara e, tornando una seconda volta con Alessio, arriviamo a chiudere i primi sei tiri (che poi saranno sette), arenandoci sotto una zona di parete impegnativa.
Ormai slamo motivati. Avevo infatti visto una possibile linea che risaliva una placca compatta a destra e, zigzagando tra i tetti superiori, sembrava permetterci di salire senza dover ricorrere ad una chiodatura eccessiva o all’arrampicata artificiale; siamo arrampicatori “della domenica”, non possiamo competere con i grandi nomi che hanno salito le linee sulla Est e, anche per questo, vogliamo cercare di fare le cose per bene.
La volta successiva arruoliamo anche Andrea, che con la sua giovane età e lo spirito da guerriero, sempre allegro e positivo, in una giornata meteorologicamente instabile ci aiuta ad aprire la porta per la realizzazione della via: il suo grido di felicità all’uscita del tetto ne è la conferma.
Purtroppo, a causa del meteo avverso, a 50 metri dalla vetta dobbiamo desistere e iniziare una veloce discesa in corda doppia sotto un uragano che, per oltre tre ore, ci sferza con la sua furia: la ciliegina sulla torta è la traversata del torrente della val Qualldo con l’acqua fino alla vita! Meno male che c’è la corda fissa…
Occorrerà un’ultima uscita, in una giornata perfetta, per arrivare sulla cresta di vetta e finire la nostra linea, che dedichiamo con piacere agli amici scomparsi: ci piace pensare che una parte di loro sia lì!
Qualido
via Impressioni di Settembre
Prima salita: Michele Cisana, Paolo De Nuccio, Andrea Mastellaro e Alessio Guzzetti durante le estati del 2022 e 2023
Esposizione: Est-nord-est
Difficoltà: 6c+ (6b obbl.)/S2/lll
Tempo: 5-7 ore
Sviluppo: 500 m c.
Materiale: due corde da 60 m, 10 rinvii, serie di friend da 0,4 BD a 2 BD
Attrezzatura: in via 59 spit fìx inox 10 mm. Soste a spit fix inox con anello.
La via
Arrampicata tecnica su placche e muri di granito perfetto, in ambiente da favola! Linea logica ed evidente che, nella parte alta, supera in modo astuto una fascia di tetti all’apparenza inaccessibile. Alcuni tiri sono stupendi! Le difficoltà omogenee e l’ottima chiodatura la rendono una delle vie più facili della parete. La salita è stata dedicala a Teo & Giò, amici ed Istruttori della Scuola di alpinismo “Leone Pellicioli” del CAI Bergamo, periti nel settembre 2021 sul Pizzo Badile.
Avvicinamento
Da San Martino di Val Masino salire in Val di Mello fino a posteggiare all’osteria del Gatto Rosso 1060 m c. Raggiungere la frazione Cà di Carna ed imboccare il sentiero evidente che sale in Val Qualido.
Salirlo fino a superare il torrente (corda fissa) e raggiungere l’Hotel Qualido 1850 m c., ore 1.30 c.); non salire verso la parete ma continuare a seguire la lieve traccia di sentiero che riattraversa il torrente e risale ora il versante sinistro orografico della valle. Poco prima di giungere all’evidente selletta che divide i due rami della valle (sasso con bollo CAI e freccia blu), attraversare a sinistra su gande e lievi tracce di sentiero in direzione dell’evidente valletta dalla quale scende il torrente, puntando alla parete in alto a sinistra (attacco della via del Morbegnesi); recuperata una traccia, risalirla ripidamente fino ad un evidente ricovero per bestiame poco oltre il quale, attraversando a sinistra in piano (ometti evidenti), si raggiungono le grandi placche superiori appoggiate.
La via attacca nel punto in cui le placche formano una grossa cengia, nelle vicinanze del piccolo rigagnolo che costeggia la parete (ore 2.15 circa dal Gatto Rosso, grosso ometto, freccia blu, 2100 m c.).
Relazione
L1 – Il mare di granito: salire le evidenti placche appoggiate senza difficoltà fino alla sosta su cengia. 60 m, 3a, nessuna protezione.
L2 – Primi passi: continuare in leggero obliquo a destra superando una scaglia rovescia fino a raggiungerne una seconda; diritti lungo la placca obliquando poi a sinistra fino alla sosta. 45 m, 4c, 5c, 2 fix.
L3 – Il muro a funghi: salire la placca in diagonale a sinistra fino ad un tettino, continuare lungo la fessura alla sua destra e poi direttamente lungo un bellissimo muro lavorato. 55 m, 6a/6a+, 9 fix. Tiro stupendo.
L4 – Il muro grigio: superare il risalto sopra la sosta e poi facilmente fino ad una cengia erbosa sotto un muro compatto; salire il bellissimo muro, obliquando poi leggermente a sinistra e quindi lungo una fessura a sinistra fino alla sosta sotto il grande tetto. 45 m, 6b, 6 fix.
L5 – Il traverso sospeso: spostarsi a destra per circa 5 m per salire una placca compatta sospesa che si supera in diagonale da destra a sinistra, continuando poi più facilmente lungo il filo dello spigolo fino ad un prato. Sostare su una grande lama. 45 m. 5c, 5 fix, 1 chiodo.
L6 – Sul dorso dell’elefante: salire lungo la facile placca a lame fino ad una cengia; continuare direttamente sul muro soprastante fino ad una lama rovescia, attraversare a sinistra per qualche metro e salire diritti ad un fix dal quale si supera la bella placca compatta fino alla sosta sotto un tettino. 50 m, 5c, 4 fix.
L7 – La cengia del rododendri: salire direttamente sopra il tettino fino ad un fix poco evidente, quindi attraversare in diagonale a destra alla sosta posta sulla cengia sotto la fascia di tetti. 20 m. 5c, 2 fix.
L8 – La porta del Paradiso: superare con decisione il tettino ed il successivo muro compatto; con passo impegnativo raggiungere una fessura e continuare qualche metro lungo la stessa fino quando finisce; in placca a sinistra (passo chiave), poi diritto fino ad una piccola cengia, dalla quale in diagonale a sinistra si raggiuge la sosta appesa (tiro continuo). 30 m, 6b/c, passo 6c+, 6 fix.
L9 – Le lame rovesce: attraversare a destra sotto la lama rovescia in piena esposizione, quindi lungo placche e lame fino ad un tettino; superarlo e continuare lungo una placca fino alla sosta appesa sopra una serie di lame rovesce. 30 m, 6b/6b+, 6 fix, tiro stupendo.
L10 – La placca sospesa: salire diritti con passo impegnativo poi a sinistra ad un tettino; superarlo e salire in diagonale a sinistra la stupenda placca sospesa fino ad una spaccatura nel tetto; con passi atletici, superare il tetto ed uscire sulla placca appoggiata superiore. 35 m, 6b, 6a, 6a+, 8 fix, tiro stupendo.
L11 – Passi di danza: diritto lungo la bellissima placca che si supera con arrampicata tecnica su piccoli cristalli, uscendo poi verso sinistra a una cengia erbosa. 40 m, 6b, 5 fix.
L12 – Il muro finale: in placca fino a raggiungere un piccolo tetto, attraversare a sinistra fino al suo termine e superarlo con passo di decisione; seguire una rampa verso destra e poi una placca che si sale fino in sosta. 40 m, 6a, passo di 6b, 6 fix.
L13 – L’urlo di vetta: a destra lungo diedrini erbosi (fino a raggiungere un piccolo intaglio sulla cresta. 10 m, 4a.
Discesa
Lungo la via con 10 corde doppie; dalla S13 direttamente alla S11, da S11 a S10; dalla S10 alla S8; dalla S8 alla S7; dalla S7 alla S5. Continuare poi lungo le soste della via.
Impressioni di Settembre
Testo: di Mogol – Pagani
Musica : di Mussida
@ 1
Marcello, i giovani – ignari e beati – ora ti domanderanno: “E la Premiata Forneria Marconi dove sta? I fornai, oltre a vendere pane e focacce, cantano pure?”.
È terribile! 😀 😀 😀
Belli i nomi delle lunghezze
E il nome?
Canzone bellissima della Premiara Forneria Marconi uscita nel 1972.
Visto che siete giovani.