7 pensieri su “Relazione sintetica per Tavoli lavoro del 101° Congresso CAI”

  1. A me lascia perplesso questo:
    “in montagna esistono dei residenti che hanno necessità di vivere nel luogo in cui stanno perché si occupano della manutenzione quotidiana del paesaggio montano mantenendolo accessibile e sicuro.”
    Ovvero, non esistono residenti che fanno altro? Chi l’ha scritto ha idea di cosa scrive, sociologo o antropologo che siano?

  2. Luciano, vuoi sapere se a livello istituzionale il CAI abbia fatto qualcosa?
    A mio avviso, bisognerebbe ricordarsi che il CAI, come altre entità, è un’associazione ed è quindi composta da tantissimi individui.
    Questi membri spesso dimenticano che, iscrivendosi, accettano e assorbono lo statuto. Non c’è, dunque, bisogno che, per esempio, si costituisca una commissione per la manutenzione dei sentieri, dovremmo sentirci tutti chiamati a farlo. 

  3. c’è qualcuno che è a conoscenza dell’impegno del CAI per l’ambiente? C’è qualche regione virtuosa che può essere presa come paragone? 

  4. Riteniamo che le montagne abbandonate non diventerebbero il regno della wilderness ma spazi di degrado ambientale e culturale irreversibile.”
    Non mi convince molto questa affermazione, che a mio parere non trova riscontro nella realtà. Nella mia regione lo spopolamento della montagna ha fatto sì che interi paesi abitati fino agli anni 50, dove la vita era estremamente dura anche a causa dell’isolamento, e successivamente abbandonati, siano in alcuni casi già stati completamente riassorbiti dalla Natura. Dove si possa definire degradante questo naturale (in tutti i sensi) ritorno ad un tempo in cui gli uomini non si erano ancora insediati in questi ambienti, non mi è chiaro. Quanto alla cultura sarebbe necessario spiegare a cosa ci si riferisce, il sospetto è che qualcuno confonda cultura con tradizione, o addirittura con attività economica/sportiva (la ben nota cultura dello sci).
    “a – La visione distorta del territorio alpino quando lo si considera un territorio naturale mentre è il frutto di una secolare attività umana.”
    Ma come si può fare un’affermazione così generica, trattando un insieme estremamente complesso quale la montagna come se si parlasse di pianura? Un’affermazione simile la posso tollerare se la trovo su facebook, ma non in una relazione di un congresso del CAI. Solo come esempio: una gran parte del territorio alpino della mia regione ha visto solo il passaggio di qualche temerario cacciatore all’inseguimento della selvaggina. Come possano aver modificato l’ambiente, aldilà delle loro vaghe tracce di passaggio, non mi è chiaro.
    Come se consumare il suolo e distruggere gli ambienti naturali in bassa quota forse ammesso e in alta quota fosse proibito, mentre un elementare principio di giustizia richiederebbe un equilibrato trattamento in entrambi gli ambiti”.
    Questo passaggio è addirittura incommentabile. Ma hanno riletto cos’hanno scritto?

  5. In effetti non lo trovo così ricco di spunti.

     

    Soprattutto ritengo debole la tesi secondo la quale un paesaggio, per essere tale, ha bisogno di conservare la presenza umana.

    Darei luce, invece, all’importanza di preservare l’identità culturale di certe comunità che, scomparendo dal luogo che abitano si dissolvono. 

    Ma non credo sia, purtroppo, il tempo storico adatto per chiedere manforte ai governi che, al contrario, fanno di tutto per standardizzare.

    Mi chiedo in quale modo il Cai possa intervenire per far cambiare rotta alle tendenze attuali che vedono lo spopolamento delle montagne. 

    Nell’area etnea a me par di osservare il fenomeno contrario, con diversi nuclei che vengono a vivere anche al di sopra dei paesi e svariate realtà produttive che nascono, riprendendo vecchie pratiche e tradizioni. 

  6. Bonne année à tous.
    Encore beaucoup de bons articles sur Gogna Blog,
    Et une bonne année pour la montagne que nous aimons.

  7. Iniziare l’anno con un articolo così “stimolante” va bene per chi ha terminato quello precedente con i botti di mezzanotte, i brindisi e gli auguri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.