Riscaldamento globale, indifferenza totale

Il catastrofico report dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) dell’ottobre 2018 ha tenuto banco in tutto il mondo, ma in Italia è stato pressoché ignorato. Eppure, passare da un aumento della temperatura di un grado e mezzo a uno di due sarebbe un disastro per tutto: dalla siccità all’emigrazione, ai diritti umani. Sono passati 21 mesi, e continua a non importarcene. Purtroppo i contenuti dell’articolo che segue, del 9 ottobre 2018, sono del tutto attuali.

Riscaldamento globale, indifferenza totale
di Emanuele Bompan
(pubblicato su linkiesta.it, 9 ottobre 2018)

12 Anni per evitare la catastrofe”, il Guardian.
Un avvertimento terribile dagli scienziati ONU”, Washington Post.
Mantenere il riscaldamento a 1,5° C implica un cambiamento radicale nel modello di crescita”, Le Monde.
L’ONU esorta a prendere misure drastiche contro il cambiamento climatico”, El País.

Queste le prime pagine di oggi sull’ultimo, urgentissimo, report dell’IPCC, il Panel Intergovernamentale sui Cambiamenti Climatici. In Italia? Nulla, ad eccezione de La Stampa, redatto dall’autore di questo articolo. Nessuna prima pagina riportava la notizia? Un buco clamoroso? Verrebbe da pensare così, inorgogliendosi inutilmente. No, la verità sembrerebbe piuttosto che le redazioni delle principali testate italiane non abbiano capito nemmeno di cosa si tratti questo report IPCC. E lo abbiano distrattamente ignorato.

Spieghiamolo brevemente. Nel 2015, quasi 200 paesi siglano l’Accordo di Parigi per contenere le emissioni di gas serra, puntando a un riscaldamento medio del pianeta di massimo 2°C, con l’ambizione di abbassare l’obiettivo 1,5°C. Per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo, ogni stato si deve impegnare a decarbonizzare l’economia, ovvero cambiando il modo di produrre energia e le modalità di trasporto di persone e cose, efficientando il patrimonio immobiliare, fermando la deforestazione e innovando i sistemi di cattura, stoccaggio e riuso della CO2, il principale gas serra. Un impegno colossale, considerando che alcune nazioni come gli Usa hanno capi di stato che ancora pensano che il cambiamento climatico sia una bufala, tema ripreso anche da Bolsonaro l’iper-populista in procinto di conquistare la presidenza brasiliana.

I governi a questo punto hanno chiesto all’UNFCC di revisionare la letteratura scientifica per redigere un report (oltre 6000 referenze scientifiche, curato da novantuno autori da tutto il mondo) per capire che differenza passa tra un mondo da +1,5°C e uno da +2°C. Niente orsi polari: qua si tratta di sapere se i vostri nipoti vedranno o meno Venezia, scieranno a Cortina (o in qualsiasi comprensorio delle Alpi), berranno il Brunello di Montalcino (vino e caffè sono i prodotti più tutti esposti al climate change) fatto in Norvegia e avranno ancora la casa comprata da nonno con tanta fatica o se quest’ultima sarà stata devastata da un’inondazione.

Ero sicuro che in molti avrebbero prestato un certo grado di attenzione a questa mega-ricerca dal titolo Global Warming of 1,5°C. Così effettivamente è stato in molti Paesi. L’attesa per questo documento era elevatissima. Non solo dai climatologi o dagli ambientalisti ma anche da governi, società di assicurazioni, banche, investitori, property manager, cittadini. In Italia invece è passato quasi inosservato. Di fatto questo documento ci dice che rimanere nell’obiettivo “light” dell’Accordo di Parigi, che prevede un aumento delle temperature medie a 2°C, comporterà molti più danni economici e sociali e ci renderà più esposti a situazioni meteo estreme, maggiori siccità, un aumento dei livelli del mare di almeno 0,1 metri (distruggendo così molte nazioni insulari come le Maldive o Kiribati).

Emanuele Bompan

Mezzo grado farà un’immensa differenza. Secondo Priyardarshi Shukla, copresidente del gruppo di lavoro dell’IPCC, mezzo grado «potrebbe rendere più difficile il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite». Vogliamo toccare con mano cosa significa questa affermazione? Pensate a milioni di morti in più per carestie. Nuove ondate migratorie, invece che sviluppo degli stati più poveri. Mortalità infantile in crescita. Meno diritti per donne e minoranze. Vite umane perse. Se siete cinici e valutate ogni cosa in dollari: migliaia di miliardi buttati a causa degli impatti più acuti del cambiamento climatico: uragani, siccità, alluvioni, innalzamento dei mari.

Certo, impatti ambientali e sociali importanti avverranno anche con un aumento di 1,5°, avvisano gli scienziati, colpendo soprattutto i paesi in via di sviluppo, gli ecosistemi artici, regioni aride, e le isole. Oramai è troppo tardi, ci dicono i dati: siamo dentro al climate change e dobbiamo subirne le conseguenze nefaste.

La cosa più grave è il disinteresse nostrano. Cosa ci spinge a trattare la notizia più importante di quest’anno al pari merito dell’uscita del nuovo iPhone? A livello globale dovremo investire 900 miliardi di dollari l’anno se vogliamo un pianeta da 1,5° (ed evitare di morire a 50 anni per un estate a 44°C per quattro settimane di fila). Non ci spaventa dover fare un piano di investimenti di queste dimensioni quando non sappiamo gestire i ponti delle autostrade?

È la complessità della questione che ci terrorizza? Sbagliamo noi giornalisti ambientali a non essere ancora più chiari sul tema? Dobbiamo formare redazioni vecchie e poco competenti sui temi ambientali (troppo prese dal vociare politico del pastone romano)? Abbiamo cieca fiducia nel progresso tecnologico, secondo un dogma teleologico che tutto si risolverà e verremo assolti dei nostri peccati a base di CO2? Datemi una risposta, vi prego. E cercherò di portarla in prima pagina.

1
Riscaldamento globale, indifferenza totale ultima modifica: 2021-06-29T04:02:35+02:00 da Totem&Tabù

Scopri di più da GognaBlog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

3 pensieri su “Riscaldamento globale, indifferenza totale”

  1. Per escursione in montagna..ho trovato sentieri immerso in bosco di faggi (  Cansiglio e Piancavallo): fresco assicurato..mentre nella parte del sentiero che si snoda tra prati..effetto graticola. Stessa sensazione di fresco quando in bici si passa accanto o dentro a parchi o filari di alberi…purtoppo  non estesi. Trovato in pianura sentiero detto”Vecchia ferrovia”  immerso in due alte siepi ininterrotte mai potate ,per fortuna. Potrebbe  prolungarsi per altre decine di chilometri , ma ad un certo punto ci sono ancora i vecchi binari e una giungla di rami e rovi e fasci di disegni tecnici per progetto non finanziato.Percorro queste zone piu’volte , tanto basta raggiungere  un determinato intervallo di tempo .Invece la citta’ e’ priva di parchi ombrosi, prevalenza di prati implacabilmente rasati una volta la mese, con rumore e puzza di combustibile, viavai di trattorini . Che non sia la diffusione di piante  latifoglie ad alto fusto in citta’ e su terreni incolti, non bisognose di troppa acqua,   la soluzione? In contemporanea si nota accanimento terapeutico nei confronti di platani ed ippocastani malandati  ormai a ciclo maturo che ad ogni temporale si schiantano su strade pubbliche e  si vedono pure stramberie tipo palme , abeti rossi, essenze esotiche  impiantati in parchi di pianura.Persino i filari di viti, oggi ,sono bassi a misura di vendemmia meccanizzata, mentre un tempo le pergole offrivano ombra.Persino gli edifici  griffati non hanno piu’ il tetto che  fa ombra, solo climatizzatori in batteria…vedo solo 2 scuole con facciata sud con frangisole ad inclinazione regolabile a seconda delle stagioni…

  2. In  Canada allarme bolla di caldo anomalo: 44 gradi invece degli storici 24…e magari in futuro rimpiangeranno i tiepidi 44 del giugno  2021

  3. Per questo incentivano l’ecobonus 110% di detrazioni( con amuleti per scongiurare inghippi burocratici tipicamente italiani.   Sembra che  un governo in prossimita’ elezioni, faccia regali…e poi  gli stessi emanatori  legislatori non si fidano dato che sanno che la criminalita’ ci va a nozze sull’economia assistita).
    1) affittai  appartamento in zona dolomitica, con prezzo consistente dato che mi dissero  che l’appartamento era con fotovolatico ,  coibentato e l’acqua calda  d aimpiantosolare’ solare, quindiin 6 occupanti avremmo risparmiato sulle spese consumi energetici.Poi si scoprì che aprendo le finestre , arrivavno  ugoli di mosche da un allevamento attiguo di cavalli…e zaffate  di anidride carbonica con cacca.
    2)  da casa vicina  energicamente semiautosufficiente, con riscaldamento a legna  ,coibentata   in ogni lato e tetto ,arrivano a seconda della direzione del vento, dal camino, zaffate di odore fuligginoso, usano legna non adatta , ma la chiamano BIOMASSA .       Arrivano anche in casa nostra , di  noi arretrati col solo metano . Dobbiamo tenere le finestre chiuse anche in giornate invernali assolate e la biancheria stesa  la fanno affumicare simil speck.La questione  co2e’molto complessa. Ad esempio un comune a volte non regolamenta  ancora i fumi di legna…erano passati di moda….a volte ritornano anche in metropoli coni caminetti a pellet.
     

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.