Samantha
di Stefano Sergi
(dal suo profilo facebook, 23 aprile 2022)
L’altra sera, in una delle rare volte in cui sono riuscito a guardare per più di 3 minuti la tv, mi sono imbattuto in un programma dedicato a Samantha Cristoforetti che raccontava per filo e per segno, con telecamera al seguito, la preparazione (sua) per la missione nello spazio, tipo i turni di 6 ore con addosso le pesantissime tute spaziali immersa a dieci metri di profondità di una apposita e gigantesca piscina dove è stata riprodotta a grandezza naturale la Stazione spaziale.
E ho pensato: minchia.
Poi ho ascoltato mentre parlava in inglese con i tecnici della Nasa e in russo con quelli di Mosca. Poi ho letto che sta studiando il cinese in previsione di possibili future missioni con la Cina.
E ho pensato: minchia.
Poi mi sono incuriosito e sono andato a leggere due cose del suo curriculum e dopo circa 230 pagine ho capito che si è laureata in ingegneria meccanica in Germania, poi si è laureata in Scienze aeronautiche in Italia, poi all’Accademia militare di Pozzuoli si distingue come allieva modello e negli Stati Uniti si specializza e diventa pilota di guerra sui caccia Nato.
E ho pensato: minchia.
Poi ho letto che ha superato una selezione con 8.000 candidati che, immagino, non erano dei cazzari come me ed è diventata astronauta.
E ho pensato: minchia.
Poi ho letto che era rimasta per 199 giorni nello spazio e che nella prossima missione avrà il compito di ingegnere di bordo, ossia di colui che deve conoscere ogni bullone e ogni circuito della navicella perché se c’è un problema può essere un fottuto problema.
E ho pensato: minchia.
Poi ho letto in queste ore diversi articoli in circolazione dedicati a lei e alla sua missione imminente a millemila chilometri nel buio infinito seduta con il culo su un razzo che può disintegrarsi in ogni momento, e ho letto che il titolo di quegli articoli è “Samantha Cristoforetti: i miei figli? Ci penserà il mio compagno”.
E ho pensato: minchia Samantha, mandaci giù un asteroide, che almeno la chiudiamo con un minimo di dignità.
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Dopo il non ordinario livello di preparazione, il non ordinario mestiere che fa, la non ordinaria visibilita’ che porta forse ad un ordinario focus di attenzioni anche poco simpatiche non resta che augurarle successo (!) e felicita’. Che poi in orbita e nel ‘giochi di prestigio’ pre-orbita (che immagino esistano e siano duri e crudi) si crei la societa’ ideale mi pare una idea alquanto naive se non balzana.
Sono d’accordo co Eugenio che giustamente riprende molte osservazioni di Gallese.
Samanta per gli umani e’come una cometa , lascia una scia luminosa ad ogni suo passaggio.
Lei e l’intero equipaggio cosmopolita sono l’embrione di quello che dovrebbe essere un mondo senza guerre e senza l’ossessione della fama e del denaro .
Talento e laboriosita’al servizio della umanita’.
Mi dispiace deluderti Fabio ..ma la storia per adesso lascia presagire che la tua speranza sia decisamente infondata…
Il presidente del partito nazionalista russo Rodina ha dichiarato testualmente alla televisione che i missili nucleari della Russia possono colpire Londra in 202 secondi, Parigi in 200, Berlino in 106.
Samantha non riuscirebbe a godersi la sua missione.
… … …
Da parte mia, mi auguro che, in caso di guerra nucleare, siano utilizzate TUTTE le testate esistenti al mondo, in modo da causare l’estinzione del genere umano. Siamo talmente IDIOTI che non meritiamo di sopravvivere. Chi verrà dopo di noi forse sarà meno peggio.
Buona fortuna a tutti.
Vero. Persona straordinaria. Detto questo forse sarebbe utile ogni tanto scrivere allo stesso modo di altre figure. Per esempio di ragazze, donne, mamme che portano i sacchi della spesa a domicilio, per quattro soldi e alla sera non si buttano sul divano perche’ hanno un figlio che si aspetta la cena e tutto il resto. Quando vedo le cassiere al supermercato che oltre alla cassa svuotano gli scatoloni mi viene la stessa esclamazione. Io dopo un giorno cosi sarei al PS. Forse qualche articolo in piu’ non guasterebbe. Detto questo l’invidia e’ un brutto difetto, la Cristoforetti merita la fama che ha, prova che lavorare duro, studiare (studiare!) premia o comunque serve anche se non si arriva nello spazio.
Purtroppo l’invidia impera in tutte le attività umane, nessuna esclusa. È l’unica arma di chi è frustrato per la propria mediocrità e, soprattutto, è incapace di accettare i propri limiti.
Minchia!
Buffo articolo! Lo svevo visto su fb.
Francamente n9n capisco per quale motivo molta, moltissima gente la critichi aspramente sui social. Tante donne soprattutto, inspiegabilmente.
Lo fanno coloro i quali protestano contro le spese per le missioni spaziali, senza minimamente conoscere i bantaggi e i progressi tecnologici che da queste derivano (sul fronte scientifico è addirittura inutile parlarne, non lo capirebbero ancor di più).
Ma anche spiegare che la loro possibilità di dire stronzate sui social, con quella appendice di plastica che si ritrovano in mano, dipende in larga misura dai progressi spaziali.
E Una gran donna, italiana, protagonista di questa avventura della conoscenza crea solo livore e invidia.
Sanno costoro quanto costasse un singolo giorno di guerra in Iraq, rispetto all’invio di una sonda su Saturno?