Scrittrici in vetta
di Paola Favero
La montagna è sempre stata per me un qualcosa di pieno, grande, indispensabile, affascinante. Qualcosa che comprendeva la passione per andar per i monti, arrampicando, sciando, camminando, salendo semplici sentieri o difficili cenge, cime himalayane o pareti dolomitiche, ma che comprendeva anche la storia dell’alpinismo, le amicizie, la condivisone di esperienze, la conoscenza dei territori, la fotografia. Ed anche, non ultima e fondamentale, la scrittura, che diventava parte integrante e irrinunciabile di quell’esperienza, che attraverso lo scrivere veniva rivissuta, sedimentata, elaborata e forse anche lievitata in una dimensione quasi immaginifica. Sia con i diari delle salite o delle spedizioni, ma ancor più con i racconti, i ricordi, le riflessioni.
Ecco allora che quando sono stata invitata a partecipare all’incontro Scrittrici in vetta, organizzato dall’Università della Valle d’Aosta, che si è tenuto ad Aosta l’11 dicembre 2024, ho subito aderito con entusiasmo.
Ritrovarmi assieme ad altre donne che hanno messo la montagna al centro della loro vita e della loro scrittura, è stato davvero importante, semplice ma profondo.
Ed anche il modo più bello per ricordare l’11 dicembre, la giornata internazionale della montagna.
L’intesa con Roberta Grandi, la professoressa che ha organizzato la tavola rotonda, e le altre due alpiniste scrittrici con cui mi sono confrontata, Anna Torretta e Linda Cottino, è stata immediata.
Ho imparato e apprezzato molte cose da entrambe, e ancora una volta considerato come sia diverso il modo di vivere la montagna di noi donne rispetto quello degli uomini.
L’esperienza più particolare è stato il confronto, seppur indiretto, con Gwen Moffat, alpinista e scrittrice inglese, prima guida alpina donna europea (dal 1953), che il 3 luglio 2024 ha compiuto cento anni. La parole che più mi hanno lasciato un segno sono stati i suoi saluti, le poche righe che ci ha lasciato e che porto nel cuore, un altro dono della montagna che ci ha unite come sorelle.
Il messaggio di Gwen Moffat
What can I say to alpinists from another country, another century? Only that I was once like you when we were referred to as “die Kinder in the Marinelli” by the elderly gents who followed us up the east face of Monte Rosa over 70 years ago.
There have been many mountains since, and epic routes, sunshine and storms and lost partners. My crampons are in a museum and my axe hangs on the wall but still the mountains stand beyond my window — for me, for you: unchanged, inviolable, adored. And we shall always be a part of that privileged world. I salute you, sisters.
It would sound better in Italian.
Yours, Gwen.
Cosa posso dire alle alpiniste di un altro paese, di un altro secolo? Solo che una volta ero come voi, quando eravamo chiamate ‘die Kinder in the Marinelli’ dai vecchi signori che ci seguivano sulla parete est del Monte Rosa oltre 70 anni fa.
Ci sono state molte montagne da allora, e vie epiche, sole e tempeste, e compagni perduti. I miei ramponi sono in un museo e la mia piccozza è appesa al muro, ma le montagne si ergono ancora oltre la mia finestra – per me, per voi: immutate, inviolabili, adorate. E saremo sempre parte di quel mondo privilegiato. Vi saluto (oppure “Vi rendo onore”), sorelle.
Magari in italiano suona meglio…
Vostra Gwen
Gwen Moffat
L’alpinista e scrittrice britannica Gwen Mary Moffat(nata Goddard) è nata il 3 luglio 1924) e dunque ha da qualche mese compiuto cento anni.
Moffat era autista dell’esercito nel servizio territoriale ausiliario, di stanza nel Galles del Nord dopo la fine della seconda guerra mondiale: lì incontrò uno scalatore che la introdusse all’arrampicata e a uno stile di vita più “randagio”.
I decenni ’40 e ’50 non le furono facili: per poter vivere e arrampicare in Snowdonia, nei Lakes, in Scozia e sulle Alpi, era costretta ai lavori più diversi (domestica, contadina, forestale, modella per artisti e autista di un negozio itinerante).
Gwen sposò Gordon Moffat con il quale ebbe una figlia, Sheena, nata nel 1949. Nel 1955 sposò il sergente di volo John Lees dal quale divorziò nel 1970.
Nel 1953 divenne la prima guida alpina britannica certificata e per dieci anni fu strettamente associata al servizio di soccorso alpino della RAF , finalmente potendo vivere della sola montagna.
Moffatt era nota per arrampicarsi spesso a piedi nudi, sostenendo che era meglio perché c’era più contatto con la roccia e nessuna costrizione delle dita dei piedi.
Moffat è apparsa nel film della BBC Eye to Eye, trasmesso nel 1958. Lì era anche il grande Joe Brown, mentre la Moffat portava suo marito su una via delle Idwal Slabs. Nel 2015 Jen Randall e Claire Carter hanno realizzato un film, Operation Moffat, basato sul suo libro autobiografico Space below my Feet. Il film è stato presentato in anteprima durante il tour del Regno Unito del Banff Mountain Film Festival, e ha vinto oltre 20 premi cinematografici internazionali. Gwen è inclusa nel lavoro fotografico di Herrington The Climbers che presenta 60 scalatori considerati leggende del XX secolo. Nel 2017 ha contribuito al documentario Give Me Space Below My Feet, per BBC Radio 3.
Gwen iniziò la sua carriera di scrittrice negli anni ’50, lavorando per la BBC, e pubblicò la sua autobiografia nel 1961. Negli anni ’70 iniziò a scrivere romanzi polizieschi, in particolare la serie Miss Pink con protagonista Melinda Pink, un’alpinista e magistrata di mezza età. In seguito a un incarico da parte della Victor Gollancz Ltd di seguire il California Trail e produrre un libro, scrisse successivamente 11 gialli ambientati nel West americano. Scrisse il suo ultimo romanzo, Gone Feral, quando aveva 80 anni. Attualmente scrive recensioni per la rivista poliziesca Shots.
Per maggiori dettagli: https://en.wikipedia.org/wiki/Gwen_Moffat
5Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
5 Marco Angelo:
…mi ero posto la stessa squisita domanda ma non osai…
Peccato che Paola Favero non abbia speso un poco ti tempo per mostrare quali siano, a suo parere, le diversità tra uomini e donne nel vivere le montagne.
Di Paola Favero e Sandro Carniel consiglio la lettura di “C’era una volta il bosco”, approfondita analisi sul disastro ambientale della “tempesta” Vaia, con tutte le sue conseguenze e implicazioni sulla complessità dell’ecosistema forestale.
4Donne guerriere che portano in alto il loro pensiero e femminilità non solo nella scrittura!
La quinta una vera antesignana di un mondo allora tutto inesistente e da inventare , come non amare il suo andar scalza , i suoi 101 anni ,la sua grazia ora piena di belle rughe,il fatto che sia nata il 3 luglio come me poi!…grande personaggio che non conoscevo affatto.
Beaucoup de plaisir à lire cet article.
Che peccato, le foto della Gwen non sono state ancora inserite nel climbingp(o)rn!