Se il genocidio è un rumore di fondo

Se il genocidio è un rumore di fondo
di Naomi Klein
(pubblicato su generazionifuture.org il 29 marzo 2024, fonte The Guardian)

È una tradizione degli Oscar: un discorso politico squarcia il velo della mondanità e dell’autocelebrazione. Ne scaturiscono reazioni contrastanti. Alcuni lodano l’oratore, altri lo ritengono l’usurpatore egoista di una notte di celebrazioni. Poi tutti girano pagina.

Eppure sospetto che l’impatto delle parole del regista Jonathan Glazer, che il 10 marzo 2024 hanno fermato il tempo alla cerimonia di premiazione di Los Angeles, durerà molto più a lungo, e il loro significato sarà oggetto di analisi per anni.

Da La zona d’interesse

Glazer stava ritirando il premio per il miglior film internazionale per La zona d’interesse, ispirato alla storia di Rudolf Höss, il comandante del campo di concentramento di Auschwitz. Il film segue l’idilliaca vita domestica di Höss con la moglie e i figli, che si svolge in una residenza signorile con giardino adiacente al campo di concentramento.

Glazer ha descritto i suoi personaggi non come mostri, ma come “orrori non-pensanti, borghesi, ambiziosi-arrivisti”, persone capaci di trasformare il male in rumore di fondo.

Prima della cerimonia del 10 marzo 2024, La zona d’interesse era già stato acclamato da molte star del mondo del cinema. Alfonso Cuarón, il regista premio Oscar per Roma, l’ha definito “probabilmente il film più importante di questo secolo”.

Steven Spielberg l’ha descritto come “il miglior film sull’Olocausto che io abbia visto dopo il mio”, riferendosi a Schindler’s list, che sbancò agli Oscar trent’anni fa. Ma mentre il trionfo di Schindler’s list rappresentò un momento di unità per la maggioranza della comunità ebraica, La zona d’interesse capita in un momento diverso.

Oggi infuria il dibattito su come debbano essere ricordate le atrocità naziste: l’Olocausto dovrebbe essere considerato solo un dramma degli ebrei, o come qualcosa di più universale? Fu una lacerazione unica della storia europea, oppure un ritorno a casa dei genocidi coloniali, insieme alle logiche e alle teorie razziali che ne erano alla base? Quel “mai più” significa mai più per tutti o mai più per gli ebrei, una promessa che rende Israele intoccabile?

Da La zona d’interesse

Questi conflitti sull’universalismo del trauma, sull’eccezionalismo e sulla comparazione sono al centro dell’accusa di genocidio mossa dal Sudafrica a Israele presso la Corte internazionale di giustizia, e stanno lacerando le comunità ebraiche in tutto il mondo.

In un minuto Glazer ha coraggiosamente preso posizione su ciascuna di queste dispute. “Tutte le nostre scelte sono state fatte per riflettere e metterci di fronte al presente, non per dire ‘guardate cos’hanno fatto allora’, ma piuttosto ‘guardate cosa facciamo adesso’”, ha detto, sbarazzandosi dell’idea che paragonare gli orrori di oggi ai crimini nazisti significhi di per sé minimizzare, e non lasciando dubbi sul fatto che fosse sua intenzione tracciare una continuità tra il passato mostruoso e il nostro mostruoso presente.

Ed è andato oltre. Glazer sul palco – con le mani che tremano – dice una cosa incredibilmente coraggiosa: “Il nostro film mostra come la disumanizzazione conduca al peggio. Siamo qui in quanto uomini che rifiutano di lasciar manipolare le proprie identità ebraiche e l’Olocausto da un’occupazione che ha trascinato nel conflitto tante persone innocenti, sia le vittime del 7 ottobre in Israele sia quelle dell’attacco in corso a Gaza”.

Per il regista, Israele non può passarla liscia, e non è etico usare il trauma dell’Olocausto come giustificazione o copertura per le atrocità commesse oggi dallo stato israeliano.

Altri hanno sostenuto queste argomentazioni in passato, e in tanti hanno pagato a caro prezzo, soprattutto se palestinesi, arabi o musulmani.

Glazer ha sganciato la sua bomba retorica protetto da un’armatura identitaria: si è presentato alla platea come un uomo ebreo bianco e di successo – con al suo fianco altri due uomini ebrei bianchi e di successo – che, insieme, avevano fatto un film sull’Olocausto. E questo privilegio non l’ha messo al riparo dall’ondata di calunnie che hanno travisato le sue parole affermando che stava ripudiando la sua identità ebraica, un’accusa che rafforza la tesi del regista.

Da La zona d’interesse

Altrettanto significativo è quello che è successo dopo il suo intervento. Appena Glazer ha finito il discorso – dedicando il premio ad Aleksandra Bystroń Kołodziejczyk, una donna polacca che di nascosto portava da mangiare ai prigionieri di Auschwitz e che combatté i nazisti tra le file dell’esercito polacco – sul palco sono saliti gli attori Ryan Gosling ed Emily Blunt.

Senza neppure una pausa pubblicitaria, siamo stati catapultati in una gag sul fenomeno “Barbenheimer”, con Gosling che dice a Blunt che Oppenheimer, il film sull’invenzione di un’arma di distruzione di massa in cui lei ha recitato, avrebbe sfruttato il successo di Barbie al botteghino, e Blunt che accusa Gosling di essersi dipinto degli addominali finti.

All’inizio ho temuto che questo improbabile accostamento avrebbe indebolito l’intervento di Glazer: come potevano coesistere le strazianti realtà appena invocate con questa energia da ballo del liceo californiano?

Poi ho capito: l’artificio scintillante che ha incorniciato quel discorso aiutava in realtà a ribadire il concetto. “Il genocidio diventa il sottofondo della loro vita”: Glazer ha descritto così l’atmosfera del suo film, dove i personaggi badano ai loro problemi quotidiani – figli insonni, una madre incontentabile, l’infedeltà – all’ombra delle ciminiere che sbuffano resti umani.

Queste persone non ignorano che al di là del loro giardino stia operando una macchina di morte su scala industriale. Semplicemente hanno imparato a vivere delle vite appaganti sullo sfondo di un genocidio.

È questo l’aspetto del film di Glazer che appare più contemporaneo. Dopo più di cinque mesi di massacri quotidiani a Gaza, con Israele che ignora gli ordini della Corte internazionale di giustizia e i governi occidentali che lo rimproverano bonariamente continuando a inviargli armi, il genocidio sta diventando ancora una volta un rumore di fondo.

Glazer ha sottolineato che il soggetto del suo film non è l’Olocausto, ma qualcosa di più duraturo e pervasivo: la capacità umana di convivere con le atrocità, di farci pace, di trarne un beneficio.

Jonathan Glazer

All’anteprima di maggio, prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e prima dell’aggressione di Israele a Gaza, si poteva considerare il film come un’opera intellettuale da contemplare con distacco. Le persone che dalla platea del festival di Cannes hanno accolto La zona d’interesse con un applauso di sei minuti probabilmente si sentivano al sicuro ad accarezzare la sfida di Glazer.

Forse alcuni avranno riflettuto su quanto ci siamo assuefatti alle nuove imbarcazioni cariche di persone lasciate annegare nel Mediterraneo. O forse avranno pensato ai jet privati che li avevano portati in Francia e a come le loro emissioni sono legate alla scomparsa delle fonti di sostentamento per le persone povere in luoghi lontani.

Glazer voleva che il suo film provocasse questo genere di pensieri scomodi. Però, da quando è arrivato nei cinema a dicembre, la sfida con cui il regista invitava gli spettatori a contemplare l’Höss che è dentro di noi ci ha toccato molto di più.

La maggior parte degli artisti tenta d’intercettare lo spirito dei tempi, ma La zona d’interesse potrebbe aver risentito di qualcosa di raro: un eccesso di rilevanza e di attualità.

In una delle scene più memorabili del film un pacco di vestiti e biancheria femminile rubati agli internati del campo arriva in casa Höss. La moglie del comandante, Hedwig (interpretata da Sandra Hüller), stabilisce che tutte, comprese le domestiche, possono scegliere un capo. Lei tiene per sé una pelliccia, e prova perfino il rossetto che trova in una tasca.

È questa intimità con i morti a essere agghiacciante. E non ho idea di come qualcuno possa guardare questa scena e non pensare ai soldati israeliani che si sono filmati mentre frugavano nella biancheria delle palestinesi a Gaza, o mentre si vantavano di rubare scarpe e gioielli per le loro fidanzate o mentre si facevano selfie di gruppo con le macerie di Gaza sullo sfondo.

Sono così tanti questi echi, che il capolavoro di Glazer sembra un documentario. È come se, girando La zona d’interesse con lo stile di un reality show, con telecamere nascoste nella casa e nel giardino (il regista ha parlato di ‘Grande fratello nella casa nazista’), il film avesse anticipato il primo genocidio in diretta streaming.

Tutti quelli che conosco che hanno guardato il film non sono riusciti a pensare ad altro che a Gaza. Questo non vuol dire stabilire un paragone con Auschwitz. Non esistono due genocidi identici. Ma il motivo stesso per cui è stato costruito l’edificio del diritto internazionale umanitario era proprio darci gli strumenti per riconoscere alcuni elementi distintivi.

Naomi Klein

E alcuni di essi – il muro, il ghetto, le uccisioni di massa, l’intento di sterminio più volte dichiarato, la riduzione alla fame, il saccheggio, la disumanizzazione, e l’umiliazione – si stanno ripetendo. E allo stesso modo è così che il genocidio diventa un sottofondo, è così che quelli di noi un po’ più lontani da quei muri possono bloccare le immagini, spegnere le grida e semplicemente andare avanti.

Ed ecco perché l’Academy ha rafforzato il messaggio di Glazer con quel brusco passaggio a “Barbenheimer”. L’atrocità sta di nuovo diventando un sottofondo.

Cosa possiamo fare per interrompere la normalizzazione? In tanti stanno offrendo le loro risposte con proteste, con la disobbedienza civile, inviando convogli di aiuti a Gaza o raccogliendo fondi. Ma non basta.

Guardando gli Oscar, dove Glazer è stato l’unico nella passerella di ricchi a parlare di Gaza, mi è tornato in mente che erano passate due settimane da quando Aaron Bushnell, un soldato di 25 anni dell’aviazione statunitense, si è dato fuoco davanti all’ambasciata israeliana a Washington.

Non voglio che nessun altro metta in atto quella spaventosa forma di protesta. Ma dovremmo meditare sulla dichiarazione che Bushnell ha lasciato, parole che considero un finale contemporaneo del film di Glazer: “Molti di noi si chiedono: ‘Cosa farei se vivessi durante la schiavitù? O durante l’apartheid? Cosa farei se il mio paese stesse commettendo un genocidio?’. La risposta è: lo stai facendo. Proprio in questo istante”.

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Se il genocidio è un rumore di fondo ultima modifica: 2024-04-16T04:29:00+02:00 da GognaBlog

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57 pensieri su “Se il genocidio è un rumore di fondo”

  1. “andare contro questi che vogliono il territorio “dal fiume al mare””
     
    Con ciò intendendo Israele, giusto?

  2. Perché Expo, gli israeliani (o almeno la destra di governo israeliana) non pretende che sia suo diritto esercitare la supremazia sui palestinesi?
     
    Oppure ritieni che non siano bianchi…
    bé, in effetti dal tuo punto di vista sono “ebrei”, quindi appartengono a un’altra razza.
     
    Mi inchinerei alla tua onestà intellettuale, se non fosse semplice incapacità razionale.

  3. i suprematisti bianchi sono ANCHE quelli che hanno deciso che la loro civiltà e democrazia è migliore di altre forme di governo e la vogliono imporre non con mezzi democratici ma con le bombe…. Lì sì che i morti dovuti all’infausto pensiero “noi siamo migliori e nel giusto” mostra la sua “supremazia”… 

  4. Comunque i suprematisti bianchi (e quelli sono veri suprematisti!) nel 2024 hanno fatto 30000 morti a Gaza.
    .
    Con l’onesta’ intellettiale che ti e’ propria…
    🙂8

  5. Expo, non sapendo rispondere hai sparato sei partito con “coglioni” e hai continuato con “bambini brufolosi senza un filo di onesta’ intellettuale” e “asilo mariuccia“…sei patetico.
     
    Comunque i suprematisti bianchi (e quelli sono veri suprematisti!) nel 2024 hanno fatto 30000 morti a Gaza.

  6. Quanti musulmani hanno ucciso i suprematisti bianchi nel 2024 ?
    .
    Solo a Mosca i terroristi musulmani hanno ucciso 140 persone.

  7. Se puoi negare che Bi Laden sia stato finanziato e armato dagli USA in Afghanistan, dimmi dove lo hai letto.
    Quello che rilevavo è che ci piace tanto blaterare sul “terrorismo islamico” come se quasi due miliardi di musulmani al mondo fossero tutti terroristi! Come dire che siccome in USA i suprematisti bianchi ammazzano i musulmani allora tutti gli americani sono terroristi… Allora aveva ragione Der Spiegel quando dipingeva l’Italia “pizza, mandolino e P38… 

  8. @ Matteo
    .
    TAAC !
    Effetto “mariuccia”  , c.v.d.
    .
    Vegetti
    .
    A parte il fatto che nella Storia se ne son viste uguali anche nella patria della cultura europea (devo ricordati la cattolicissima Italia e le leggi sugli ebrei? O la cristiana Germania nazista e la persecuzione di qualsiasi “diverso”?
    Attinenza di questa frase con il terrorismo islamista o tout court con il terrorismo = INSIEME VUOTO.
    Osama Bin Laden e’ stato un pupillo degli Usa..
    Quindi Al Quaeda era un organizzazione terroristica americana , vero ?
    .
    Qualcuno offre un’assurdita’ in piu’ ?
    .
    Il Signore in fondo alla sala fa’ un rilancio : dice di avere prove certe che il Pentagono ha abbattuto le torri gemelle…
     

  9. A parte il fatto che nella Storia se ne son viste uguali anche nella patria della cultura europea (devo ricordati la cattolicissima Italia e le leggi sugli ebrei? O la cristiana Germania nazista e la persecuzione di qualsiasi “diverso”? O le dittature sponsorizzate USA sulle popolazioni per la maggior parte cattoliche del Centro e Sud America? ), accomuni gruppi islamici completamente differenti e con delle storie alle spalle quanto meno ambigue… Una su tutte Al Queda, il cui capo era un pupillo USA in Afghanistan, armato e finanziato contro i russi, saudita e non afghano (ma amen, ammazziamo 500.000 afghani, danni collaterali…)… 

  10. “Tanto anziche’ contributi interessanti e ragionati , usciranno i soliti attacchi personali “specchio riflesso” da bambini brufolosi senza un filo di onesta’ intellettuale.”
     
    ‘scolta topolino, i contributi interessanti li ignori e non rispondi nemmeno pagato e ti ricordo chi scrive bambinerie firmandosi con il nome di un altro sei stato proprio tu, quindi (per citare mia nonna), te mandi minga a daa via el cu perché te foò un piaseé, pirla!

  11. Il terrorismo islamico  contro civili inermi non e’ un’esclusiva dei palestinesi e dei presunti problemi che hanno con il Grande Satana israeliano.
    Gli islamici hanno lo stesso modo di rapportarsi anche a casa loro , fra sciiti e sunniti , non solo verso gli ebrei ma anche verso i cristiani , non solo con Israele ma anche con gli Usa , la Russia , la Siria , gli stessi Emirati Arabi.
    La stessa Giordania e’ stata pesantemente minacciata per essere rimasta vicina a Israele e coerente ai patti durante l’ultimo attacco iraniano.
    .
    Vai a guardarti l’elenco degli ultimi 15 attentati commessi da Hamas , Jihad Islamica , Isis , Al Quaida.
    .
    Gli obbiettivi sono stati individuati a prescindere dai rapporti di guerra ( vedi Svezia attaccata xche qualcuno bruciava un corano ) , e la minaccia e’ sempre una vigliacca azione contro i civili , come minacciano oggi ovunque per le prossime festivita’ e olimpiadi , o durante una qualsiasi festa religiosa in Europa.
    Sono persone con una doppia faccia e una doppia morale.
    .
    Ma come direbbe Angelina Mango , ma a te e Matteo che ve lo dico a fa’ ??
    Tanto anziche’ contributi interessanti e ragionati , usciranno i soliti attacchi personali “specchio riflesso” da bambini brufolosi senza un filo di onesta’ intellettuale.

  12. 43 EXPO:
    Il terrorismo islamico colpisce l’espansionismo israeliano , gli Usa ,l’inquadramento russo , la donna emancipata ,gli spettatori del Bataclan , Sulman Rushdie , chi ha pubblicato maometto con i baffi.
    Mi spieghi? Sono un po’ imbecille…

  13. Questa storia che quando non sai rispondere la butti in vacca sta iniziando a rompere i coglioni…
     
     
    E LE FOIBE, ALLORA?

  14. Il terrorismo islamico colpisce l’espansionismo israeliano , gli Usa ,l’inquadramento russo , la donna emancipata ,gli spettatori del Bataclan , Sulman Rushdie , chi ha pubblicato maometto con i baffi.
    Solo un “Soccorso rosso” miope e una pregiudiziale  difesa del “povero” possono’ accumulare cazzate per dire che tutto e’ giustificato.
    E guarda caso sono le stesse persone che giustificavano il terrorismo rosso in Italia.

  15. “vai a spiegarlo tu ai genitori che quei ragazzi che ballavano nel deserto sono stati uccisi perche’ 40 anni fa’ c’e’ stato il massacro di Sabra e Chatila”
     
    Non credo proprio che siano morti a causa del massacro di Sabra e Chatila, ma più probabilmente per gli almeno 35000 morti (dato ovviamente molto incerto) fatti dagli israeliani dal ’48 a prima del 7 ottobre, di cui 5603 tra il 2008 e il 2020 (ultimo anno dati OCHA).
     
    Sono l’oppressione, il razzismo, l’ingiustizia e la protervia a generare il terrorismo, non viceversa.
     
    Il computo e la puntualizzazione non sono un tifo da stadio e non servono a giustificare alcunché, ma dovrebbero insegnarci che il nostro sostegno genera l’ingiustizia e l’oppressione ed è parte rilevante del conflitto; sopratutto il sostegno senza se e senza ma, ideologico, miope e bugiardo come il tuo.
     
    Senza il sostegno occidentale Israele non sarebbe mai nata e adesso sarebbe destinata a scomparire, il che sarebbe ingiusto. Ma questo non significa dare a Israele un assegno in bianco e sostenerla nel commettere evidenti e continui crimini contro l’umanità.

  16. Assolutamente sì Placido al @40.
    Ma io ero riferito ai cinegiornali ,che invece di giustizia e denuncia hanno fatto la scelta facile e prezzolata della de-formazione.
    …Invece mi chiedo se le parole della Klain fossero uscite da un non ebreo qualsiasi come sarebbero state accolte?
    Ho dei dubbi seri.
    Per ora vedo nuovamente la biblica storia di Davide e Golia …però  al contrario. 
    Ora scappo che il pane quotidiano(non)  mi aspetta!

  17. antoniomereu al #38:

    […] Come si può scegliere una fazione per cui parteggiare ?Io lo trovo dis/umanamente terribile.

    A certi dolori ,a certi strazi l unica parola che mi viene in mente: silenzio profondo,non per indifferenza ma per rispetto!

    Senti questo come rimbomba dentro!Un senso di colpa universale!

    I politici di turno e il militare nella stanza dei bottoni hanno abolito da tempo l’uso dello specchio.

    Molto giusto.
    Trovo infatti piuttosto superficiale (eufemismo) esprimersi solo in termini di “pro-questo” e/o “anti-quell’altro”, come se si trattasse di becero tifo calcistico.
    Ma (c’è sempre un “ma”) il giusto “silenzio profondo non per indifferenza ma per rispetto” che auspichi non deve né può impedirci di denunciare violenze, soprusi ed ingiustizie, per l’appunto in nome del rispetto per chi le subisce.

  18. Massimo rispetto per il commento nr. 38 di Antonio, che condivido in pieno.

  19. Purtroppo è una triste verità, insieme a guerre piu o meno convenzionali,che brutta parola, (manco ci fosse uno standard) le stragi di civili colpevoli solo d’essere nati ,i genocidi fanno da triste rumore di fondo e caratterizzano tutta la storia della nostra (dis)umanità. 
    Le immagini che arrivano dagli schermi frutto della modernità non arrivano a colpirci quanto dovrebbero…diventano un film muto che come sonoro ha l’abitudine…il deja vu’.
    Come si può scegliere una fazione per cui parteggiare ?Io lo trovo dis/umanamente terribile.
    A certi dolori ,a certi strazi l unica parola che mi viene in mente: silenzio profondo,non per indifferenza ma per rispetto!
    Senti questo come rimbomba dentro!Un senso di colpa universale! 
    I politici di turno e il militare nella stanza dei bottoni hanno abolito da tempo l’uso dello specchio.
     
     

  20. Aaah , finalmente una parola chiara e dirimente , ecco l’anello mancante !
    Vegetti , vai a spiegarlo tu ai genitori che quei ragazzi che ballavano nel deserto sono stati uccisi perche’ 40 anni fa’ c’e’ stato il massacro di Sabra e Chatila , e gia’ che c’hai la “mano calda” , vai anche a spiegarlo ai parenti delle 140 persone che qualche settimana fa’ assistevano ad una rappresentazione teatrale a Mosca , a quelli rimasti sotto le macerie delle torri gemelle nel 2011 , e a quelli che hanno commesso l’errore di andare a vedere un concerto a Parigi o di rappresentare maometto su un giornale satirico francese.

  21. Leggiti su Wikipedia (certo non è filo-palestinese ed è molto filo-occidentale) delle origini di Hamas e dei suoi r5apporti con Israele… 
    Comunque, bravo il regista ma:
    Hannah Arendt, 1963, “La banalità del male”

  22. Tu invece hai gia’ tutte le risposte , e in poche ore potresti risolvere i problemi del mondo , se solo qualcuno desse retta a un fallito.

  23. ANSA scrive:

    “Il padiglione di Israele alla 60/A Biennale di Venezia, che doveva aprire oggi, resterà chiuso “sino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi” nelle mani di Hamas.”

    Mentre secondo The Guardian l’annuncio, in Inglese, e di cui viene pubblicata anche una foto, dice:

    “The artist and curators of the Israeli pavilion will open the exhibition whean a ceasefire and hostage release agreement is reached”

    Trova le differenze.

  24. Anche nelle battute dimostri di non capire un cazzo: di sicuro Karl Marx ha provocato un numero incomparabilmente maggiore di morti come filosofo che se tutti i ponti del mondo e gli aerei in volo cadessero in questo istante.
     
    Dimostri una conoscenza profonda e una salda comprensione della realtà e della storia…dei MiniPony.
     

  25. Dovremmo essere tutti grati a Karl Marx perchè si è dedicato alla filosofia economica : se si fosse dedicato alla progettazione di ponti o di aerei i suoi fallimenti teorici avrebbero fatto ancora più morti.Invece nel 2024 abbiamo ancora un comunismo con la testa in Cina , il corpo in Venezuela e i coglioni saldamente installati in Italia !

  26. Già il terrorismo islamico è come il Crodino , piace a tutti.E’ un “pretestino” che ogni tanto si sveglia e fa 1200 morti di qua , 120 di la’ , e una decina altrove..

  27. Matteo #20:

    I terroristi non sono certo la causa di una guerra o di un conflitto, ma evidentemente una conseguenza…

    … e poi molto spesso un pretesto.

  28. “Tu continua a masturbarti contando i morti e senza combattere i terroristi ,  e vedrai che la guerra finisce domani.”
    “Tu intanto aspetta e spera , fiero delle tue adenoidi !”
     
    E’ incredibile come riesco sempre a sottovalutare la tua capacità di non capire un cazzo…

  29. Ah..
    .
    Marx nel 1800 aveva previsto che il capitalismo si sarebbe estinto a breve…
    Non ha sbagliato di tanto , ma vedrai che auorauora che il capitalismo si estingue..
    Tu intanto aspetta e spera , fiero delle tue adenoidi !
    .
    🙂

  30. Sisi…
    Tu continua a masturbarti contando i morti e senza combattere i terroristi ,  e vedrai che la guerra finisce domani.
    .
    🙂

  31. A me era stato insegnato cosi’ una vita fa’ , ma le funzionalita’ dei nodi rimangono inalterate nel tempo , il nodo a contrasto e’ usato in mille altre attivita ; allora perche’ cambiare un nodo ogni 5 anni per la stessa operazione , con i connessi rischi di fare un nodo “ibrido” ?
    .
    Una volta in Albigna ho visto due alpinisti svizzeri che si calavano giuntando le mezze con un nodo a 8.

  32. “Una guerra continua fino a che c’e’ belligeranza , e la belligeranza qui ci sara” finche’ ci sono terroristi , anche se usano i civili come :”Scudi umani”.”
     
    E questa è una semplice idiozia.
    Una guerra continua finché continuano a sussistere i motivi che creano il conflitto.
    Secondo Marx i motivi di conflitto sono meramente economici in senso lato [puntualizzo che sennò tu pensi ai soldi]
     
    I terroristi non sono certo la causa di una guerra o di un conflitto, ma evidentemente una conseguenza…a meno di essere un cervello di vitello e pensare che ci siano esseri umani che nascono per fare i terroristi.
     
    Il fatto che io non sia direttamente coinvolto in un conflitto mi impone di fare un computo dei morti per giudicarlo.
     
    Lascia perdere, non cercare di inventarti giudizi pseudopsicologici: appari ancora più idiota di quanto probabilmente sei. 

  33. Il fatto che una guerra finisca quando le due parti hanno sacrificato un ugual numero di morti e’ un’illusione tardo- infantile di chi scambia una guerra con una partita a subbuteo.
    .
    Una guerra continua fino a che c’e’ belligeranza , e la belligeranza qui ci sara” finche’ ci sono terroristi , anche se usano i civili come :”Scudi umani”.

  34. Ognuno di quei razzi dovrebbe causare più di 100 morti per pareggiare quelli fatti dal governo di Israele…al quale tu elevi i tuoi, di applausi.

  35. Da  quello riportato in giro dalla stampa …almeno 11 morti…ma il punto non sono i numeri bensì le differenti  reazioni occidentali sempre a 90° barra dritta.
    Anche tentando un’esegesi delle composte reazioni iraniane , il parlamento iraniano che plaude ai 300 razzi appena sparati e reclama Gerusalemme totalmente araba e gli altri sgozzati come capretti , fa sembrare gli ultras della Roma un convivio di attempati  giuocatori di golf che pranzano nella club house.

  36. Sarà che hanno fatto così tanta pratica a Gaza…
     
    Aspetto l’attacco a una ambasciata Israeliana per sentire se lo definirai chirurgico

  37. Da quello riportato in giro dalla stampa …almeno 11 morti…ma il punto non sono i numeri bensì le differenti  reazioni occidentali sempre a 90° barra dritta.

  38. Le bombe prima o poi arrivano in testa ai terroristi , anche ai loro capi iraniani in trasferta in Siria.
    .
    7 terroristi pasdaran su sette vittime totali mi sembra la piu’ chirurgica delle operazioni.

  39. Qui qualcuno o è ipocrita oppure smemorato.
    Dimentichiamo il primo di questo mese cosa è piovuto su Damasco? O come diceva Venditti le bombe delle sei non fanno male?
    Scusate il fuori tema.

  40. Correzione: Non credo proprio che pensino. Non ne sono capaci, ripetono quello che gli hanno infilato i testa.

  41. In fondo anche l’attacco del 7 Ottobre 2023 meditato e preparato da due anni e freddamente operato su civili che ballavano , secondo qualcuno è colpa di Israele , ed è colpa sua anche l’assalto alle sedi di Hamas in tutti i territori palestinesi , no ?.Ma allora perchè non l’attacco dell’Iran ?
    .Tanto una cosa gratuita in più , una in meno…

  42. Piccoli esempi di quanto le parole siano importanti: mentre il NYT “ordina” ai propri giornalisti di evitare alcune parole negli articoli riguardanti la situazione a Gaza, nella nostra italietta ANSA scrive che:

    Il padiglione di Israele alla 60/A Biennale di Venezia, che doveva aprire oggi, resterà chiuso “sino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi” nelle mani di Hamas. E’ l’annuncio comparso stamane in un cartello esposto all’esterno del padiglione israeliano alla Biennale Arte.

    In realtà la frase “nelle mani di Hamas” non è presente nell’annuncio, in Inglese e assolutamente bipartisan, che dice:

    “The artist and curators of the Israeli pavilion will open the exhibition when a cease-fire and hostage release agreement is reached”

    Fonte: il NYT, che pubblica anche una foto dell’annuncio.
     

  43. Nessuno nega che Israele abbia diritto a esistere e difendersi.
    Altrove mi hanno accusato di pensare solo ai morti, e forse è vero, però trovo che 34000:1200 fa più di 28:1 e non si chiami più difendersi. Non è ancora genocidio (parola usata stupidamente) ma rappresaglia si.
     
    Poi ci sono gli Expo, quelli per cui Israele ha diritto alla difesa preventiva sempre e comunque e la colpa è degli iraniani. Non penso pensino chiaramente  

  44. Ho segnalato più volte  questo articolo di Klein nei commenti a quello di Fortini apparso sul blog due settimane fa. Sono articoli complementari, richiami alla coscienza e alla sensibilità di tutti. Però da un lato non generalizzerei, come fa Grazia, nel senso che il genocidio non ha niente a che fare con gli “insulti sul blog o tra automobilisti, la violenza diffusa” ecc., potrei essere d’accordo se si dicesse che è necessario arginare la violenza a sfondo razziale, insulti o bullismo compresi, però so che questo è il classico argomento woke e poi arriva qualcuno a scrivere che non si può eccedere con la political correctness…
     
    Dall’altro canto, vorrei anche poter testimoniare di come gli israeliani abbiano appena trascorso una settimana di terrore. Forse ci si deve anche mettere nei loro panni e cercare di capire, perché non sono certo tutti quanti dei violenti e insensibili, tutt’altro!, né sono compatti sostenitori del loro governo – che la maggioranza di loro vorrebbe vedere destituito del potere che lo autorizza a spingere a tal punto l’azione di guerra – però sono tutti indistintamente compatti nel sostenere il diritto di Israele a difendersi. Come dargli torto?

  45. “E’ colpa dei musulmani che continuano a pretendere di rimanere dove loro devono lanciare le bombe.”.Già , poveri musulmani , senza fare una strage di ragazzi che ballavano nel deserto come facevano a rimanere sulle loro terre ?.Anche gli iraniani hanno i loro porci diritti , come quello di attaccare Israele perchè “forse” un domani vorrà le terre iraniane..:-)

  46. “Però non ci sono ebrei che vogliono sterminare i mussulmani “
     
    Ma no, infatti.
    Non si può negare agli israelianoì il diritto a difendersi
    E’ colpa dei musulmani che continuano a pretendere di rimanere dove loro devono lanciare le bombe.
    Eppoi i terroristi si fanno scudo con i civili.
    E comunque a Gaza non ci sono civili, sono tutti d Hamas.
     
    E di chi ha deciso che è più conveniente girare gli occhi e continuare come al solito a pensare che i miei hanno ragione.
    Un po’ come Hoess: mica l’aveva chiesto, ce l’hanno mandato.

  47. Trovo encomiabile la volontà di Glazer di condividere i suoi pensieri e sentimenti in un’occasione così plateale e spero possa essere solo l’inizio.

    Il problema non è che il genocidio riferibile a un solo conflitto sia divenuto il rumore di fondo – peraltro, di guerre ce ne sono diverse da decenni. La questione è che a permeare le nostre vite è la violenza diffusa e comunemente accettata, dagli insulti su un blog all’ira che sfocia contro un altro automobilista, dal bullismo tra i ragazzini alle percosse tra mura domestiche. 

     

    Fingiamo che non esista e, anzi, in qualche modo alimentiamo questa violenza nel quotidiano con piccole sopraffazioni che quasi passano inosservate.

  48.  
    Però non ci sono ebrei che vogliono sterminare i mussulmani come i nazisti sterminarono gli ebrei: se oggi Hamas si arrende,  domani la guerra finisce subito. Semmai ci sono ebrei che vogliono espellere i mussulmani dalla Cisgiordania come ci sono mussulmani che vogliono espellere gli ebrei dalla Palestina. Sono le conseguenze del nazionalismo che alla convivenza tra popoli differenti oppone l’identità tra popoli uguali! 

  49. Prima che il solito noto scriva che lui conosce bene gli ebrei, che gli ebrei di tutto il mondo la pensano come lui ecc ecc, vorrei ricordare che Glazer e Klein sono ebrei.

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