Seròdoli, ultima spiaggia

Dopo esplicite richieste venute dalle assemblee degli impianti Folgarida-Marilleva e Campiglio, con l’iter ormai avviato per l’ampliamento del demanio sciabile e dopo che i giornali locali avevano riferito di ipotesi di revisione del PUP (Piano Urbanistico Provinciale) al riguardo dell’area naturale di Seròdoli (sopra Madonna di Campiglio), è del 16 settembre 2019 l’accorato intervento di Joseph Masè, presidente del Parco Naturale Adamello-Brenta:
«Chi ha la responsabilità di amministrare il territorio deve saper valutare con estrema attenzione le istanze che provengono dalle società impiantistiche affinché mediante un attento bilanciamento di tutti gli interessi coinvolti, l’ambiente, patrimonio collettivo, non venga sacrificato per centrare obiettivi di massimizzazione del profitto delle società. Solo in questo modo amministratori provinciali e locali daranno prova concreta di sapere scegliere guardando al futuro nell’interesse di tutti».

La questione non è certo nuova: il tema dell’ampliamento del demanio sciabile fino a Seròdoli era stato al centro di una mozione presentata dal consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, Filippo Degasperi, ancora nel marzo del 2014. Una mozione che aveva messo in crisi la maggioranza, al punto che la mozione a tutela nell’area all’interno del Parco Adamello-Brenta aveva ottenuto il via libera per un solo voto. Era stata comunque una vittoria dell’ambientalismo unito del Trentino, guidato dalla SAT, dopo manifestazioni imponenti e massicce raccolte di firme. Ora, con la nuova giunta a guida leghista, il collegamento rispunta. Il potere amministrativo fa orecchio da mercante «come se le piste di questo ricco e frequentato comprensorio non bastassero più, come se il riscaldamento globale non riguardasse anche quest’area dolomitica privilegiata (Roberto Serafin)».

Joseph Masè

La posizione di Mario Tonina
Oltre a quella di Masè, ci sono state molte altre prese di posizione.
Mario Tonina, assessore all’urbanistica della Provincia di Trento, apre alla possibilità di ampliare le aree sciabili («ma non a Seròdoli») e di rivedere, in termini più generali, il Piano Urbanistico Provinciale.
«Per quanto riguarda il problema dell’ampliamento delle aree sciistiche di quel territorio ho avuto un incontro nei mesi scorsi con le funivie di Campiglio: l’impegno che mi ero preso con loro era di fare una valutazione. In generale (e non solo per quell’area) c’è una volontà, a dieci anni dall’approvazione del terzo Piano urbanistico provinciale, di ragionare su una revisione, visto che oggi ci possono essere necessità diverse. In questo momento i miei uffici stanno lavorando, per condividere tra qualche mese quello che eventualmente si può tenere in considerazione, ma solo dopo aver fatto un’ampia ricognizione».
Tonina dunque, accanto a un promettente “no” ad ampliamenti nell’area di Seròdoli, accosta preoccupanti ammissioni di revisione del PUP: «So che hanno parlato anche di Seròdoli all’assemblea delle funivie, ma non credo che quello sia il loro interesse, perché sanno benissimo delle difficoltà che ci sarebbero, tanto che quando ci siamo incontrati a me non ne hanno parlato. Se parliamo del completamento dell’area di Campiglio, la valuteremo con senso di responsabilità. Anche perché quella è una realtà importante all’interno di un carosello sciistico che ha garantito uno sviluppo importante negli anni e lo sta garantendo anche ora. La loro richiesta è pertanto legittima. Sarebbe sbagliato da parte mia – prosegue Tonina – ancor prima di fare delle verifiche, dire “non vanno bene”. La serietà ci spinge a fare approfondimenti e trovare il giusto equilibrio».

Nel dare un colpo alla botte e uno al cerchio lo stesso Tonina mette anche le mani avanti perché, prima di pensare a mettere mano al PUP per ampliare le aree sciabili, ci deve essere il via libera dei territori: «Gli input devono partire dal PTC (Piano Territoriale di Comunità), sul quale in val di Sole stanno già lavorando, ma le Giudicarie non mi risulta stiano ancora operando ed ormai sarà materia per le prossime amministrazioni. Se in PTC la comunità di valle non volesse sentire parlare di ampliamento delle aree sciabili, non lo si prenderebbe in considerazione nemmeno nel PUP. Su questi temi – conclude Tonina – serve totale convergenza».

Mario Tonina

Non è il numero di chilometri di piste da sci a fare la differenza”, ribadisce a sua volta il Movimento 5 Stelle che alla giunta provinciale chiede di “avviare tutte le misure di coinvolgimento della popolazione della Comunità delle Giudicarie, inclusi gli strumenti di progettazione partecipata sulle ipotesi di infrastrutturazione”, oltre che di “orientare lo sviluppo del turismo invernale secondo modalità rispettose dell’ambiente”.

Sabato 28 settembre
La SAT (Società Alpinisti Tridentini), da sempre contraria all’ampliamento, e i ragazzi dello «Sciopero per il clima – Fridays For Future» scendono in campo contro l’ipotesi di sfruttamento sciistico dell’area di Seròdoli, fra Campiglio e la Val di Sole, indicendo una mobilitazione collettiva per il 28 settembre 2019.

Alle sette del mattino ci saranno cinque ritrovi in cinque zone diverse (vedi locandina), per poi convergere in una sola manifestazione e alle ore 13 al Lago di Nambino.

«Le delegazioni – è l’appello – si incontreranno per far incontrare tutti gli amanti di quei luoghi e riflettere sulla previsione di ampliamenti di impianti e piste da sci». Con uno slogan: «Seròdoli resti Seròdoli… Siamo la natura che resiste!».

Ad organizzare l’evento la sezione di Pieve di Bono e quella di Pinzolo: i loro presidenti Luigina Armani (Pieve di Bono) e Paolo Querio (Pinzolo) hanno avuto l’idea si andare all’assemblea dei ragazzi di Fridays for Future del Trentino per proporre l’adesione alla camminata dimostrativa.

«I giovani hanno colto con favore la nostra proposta – dicono – In questo momento è importante far sentire la voce della SAT, in primis a fianco dei giovani che lottano in prima linea per indirizzare i governi verso una decisa e concreta tutela dell’ambiente. Anche se siamo pienamente consapevoli che la testimonianza è importante, ben più importante sarà la presenza attiva ed informata quando si tratterà di arrivare alla pianificazione territoriale da parte degli organismi tecnici di competenza».

Già in luglio il consiglio e la giunta della SAT avevano sostenuto pienamente l’iniziativa delle due sezioni, auspicando che su previsioni urbanistiche così impattanti ci siano spazi, modi e tempi per aprire un confronto a tutti i livelli: ambientale, paesaggistico ed anche su costi e benefici di richieste indirizzate a perseverare una monocultura dello sci anacronistica e controproducente.

Lago Serodoli e Lago Gelato, Parco Adamello-Brenta.

«Senza per nulla demonizzare un comparto della economia turistica importante e redditizio per il Trentino – dichiara Anna Facchini presidente del sodalizio – SAT è molto critica sugli ampliamenti delle aree sciabili e su ulteriori infrastrutturazioni del territorio alpino e in particolare su Seròdoli la nostra posizione è nota, certificata da interventi pubblici e documenti interni sottoscritti ed approvati, che non lasciano spazio ad interpretazioni.
Nella programmazione di interventi di vasta portata negli ambiti territoriali, oggi più che mai è richiesto a tutti i soggetti operanti sul territorio la massima attenzione, unita a competenza e lungimiranza e da parte della politica un surplus di senso di responsabilità quando si tratta di immaginare il futuro».

Il commento di Luigi Casanova
Scrive Luigi Casanova, presidente onorario di Mountain Wilderness Italia, sempre lucido interprete delle quotidiane battaglie ambientali nel quadro di una guerra in apparenza senza fine:
«Quanta tristezza dover leggere un simile passaggio del Presidente del Parco naturale provinciale Adamello-Brenta, Joseph Masè: “L’ambiente, per la cui tutela è stato istituito il Parco Naturale Adamello-Brenta trent’anni fa, rappresenta, secondo i canoni di oggi, non solo il contesto naturale unico entro cui è possibile praticare lo sci, ma prima di tutto costituisce l’autentico patrimonio di questi luoghi, la qualità tanto ambita che altri non possiedono, la vera ricchezza che abbiamo la responsabilità di preservare per i nostri figli”.
Una frase ovvia, scontata per qualunque persona abbia a cuore il destino della qualità dei territori alpini, delle aree protette, degli ambienti naturali. Una frase oltremodo coraggiosa quando viene scritta da un sindaco e presidente di un parco provinciale, un parco, va ricordato, che avrebbe dovuto essere inserito nella lista dei parchi nazionali: solo dei politici privi di cultura ambientalista, opportunisti, erano riusciti a depennarlo da un elenco tanto nobile. Una frase coraggiosa quando pronunciata in un territorio, il Trentino intero, ormai pianificato, metro su metro, sulla base delle esigenze dell’industria dello sci, dalla Marmolada fino alla Paganella, da Folgaria fino a Madonna di Campiglio e al Tonale.
E’ triste dover leggere di un presidente, lasciato solo dalla politica provinciale, nemmeno coinvolto nel confronto, che ha il coraggio di interpretare al meglio il suo mandato, mettere in luce che l’obiettivo primario di un parco naturale è la conservazione dell’ambiente, il potenziamento della biodiversità, l’investimento in economie che non consumino ulteriore suolo libero e paesaggi. Perché, va ricordato, come proprio il Parco Adamello-Brenta non viva di gloria eccelsa: proprio nella sede di tale parco l’ex presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, aveva dato il via libera al collegamento sciistico Pinzolo-Campiglio, un collegamento distruttivo dal punto di vista paesaggistico che aveva un solo scopo: salvare dal fallimento, grazie a incredibili contributi pubblici, la società impiantistica di Pinzolo e la locale Cassa Rurale. Un’offesa, una sfida di basso profilo, rimasta scolpita nelle memorie della nostra collettività.
In questa stagione di evidenti cambiamenti climatici, in una situazione nella quale la montagna deve riconquistare i valori perduti, le sue identità più profonde, non c’è più spazio per ulteriori potenziamenti delle aree sciabili, né in Campiglio, né in Marmolada, né in Paganella e men che meno sul Bondone. La montagna del domani ha bisogno di altro: di qualità, di servizi essenziali rivolti a chi la abita e la coltiva, ha bisogno di aree protette che dimostrino di essere tali e ne portino vanto. Rivolgo al Presidente Jospeh Masè un grazie, profondo. Il suo comunicato, ricco di orgoglio e di contenuti democratici, fa onore alla istituzione che presiede e alla comunità che quel territorio lo abita, fa onore alla cultura italiana in un periodo oltremodo buio, povero, privo di esempi coraggiosi. Grazie
».

Considerazioni
Siamo di fronte a una grande sfida. Gli ambientalisti, tanto vituperati non solo dai trafficanti d’ambiente ma anche da personaggi che nulla ci azzeccano (vedi la definizione ambientalismo=fogna di recente conio del Jova nazionale), sono chiamati a presentarsi compatti e decisi. Occorre chiedere a gran voce quali accordi effettivi siano stati finora presi con le società funiviarie in merito all’ampliamento del demanio sciabile e occorre presentare valanghe di progetti alternativi nel tentativo tutto “politico” di restituire alla gente quello che è un Bene Comune e non un limone spremuto a vantaggio dei soliti pochi.

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Seròdoli, ultima spiaggia ultima modifica: 2019-09-24T05:56:29+02:00 da GognaBlog

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4 pensieri su “Seròdoli, ultima spiaggia”

  1. Sposterei l’attenzione su un altro fatto: la SAT, con 27.000 iscritti (che si è spesa in passato su Serodoli e si rispende oggi (dopo aver appoggiato le  scelleratezze della Translgorai), è riuscita a mobilitare per la manifestazione di protesta del 28 settembre, appena 100 persone a Nambino, e meno di trenta in quota a Serodoli! Forse qualche domanda bisognerebbe farsela…

  2. Attenzione a non farsi confondere dalle dichiarazioni della Provincia (in particolare l’assessore Tonina) e dalla strategia degli impiantisti: puntano a mantenere alta l’attenzione su Serodoli (che difficilmente verrà sacrificato) per farsi concedere altre aree ed estendere il cosiddetto “dominio sciabile” di Campiglio. Quindi, ulteriore sacrificio di territorio e meccanizzazione della montagna…

  3. Sono passato di là nelle ultime settimane. Sarebbe uno scempio senza eguali deturpare un’ambiente così prezioso! All’altezza del Lago Serodoli basta uno sguardo a valle per capire al volo che gli impianti non scarseggiano in zona, anzi, non si vede altro.
    Viene il sospetto, però, che la zona dei 5 Laghi facciano gola per la riserva naturale di acqua da pompare per l’innevamento artificiale. Riserva disponibile e gratuita, senza dover avviare opere per costruire bacini artificiali. Visto l’andamento delle precipitazioni nevose di questi tempi direi un’ipotesi più che realistica! Ma i laghi potrebbero subire dei “ritocchi” per non dire dei prosciugamenti…
    Asdolutamente no!

  4. Al di là dell’ovvio fatto che fare degli ampliamenti di aree sciistiche oggigiorno sia una scelta suicida in tutti i sensi, mi meraviglia nelle conclusioni la dicitura “ambientalismo=fogna” a firma di Jovanotti.
    Mi meraviglia perché non è così. Perché Jovanotti ha detto che “il mondo dell’ambientalismo è inquinato più delle fogne….” che non è la stessa cosa, dai.
    L’affermazione risulta dall’aver toccato con mano una realtà che probabilmente lui credeva diversa, più pura, mentre invece evidentemente non lo è. Tutto questo indipendentemente dagli effetti/propositi del Jova Beach Party, che sono stati trattati e largamente discussi, in altro articolo. Però, io credo che strumentalizzare frasi piegandole alla bisogna del momento, in questi casi non serva, perché l’assurdita del modificare il regolamento di un Parco Naturale “alla bisogna” del momento, è un po’ la stessa cosa che si sta cercando di contrastare. Ciao.

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