Skipass alle stelle

Skipass rincarati anche del 18% in un anno, tariffe aumentate del 25/30% in un biennio. Al salone Skipass di Modena è stata aperta la stagione bianca. Parola d’ordine: «destagionalizzare l’offerta».

Sci, l’esplosione dei prezzi frena il turismo invernale
di Max Cassani
(pubblicato su lastampa.it/montagna il 27 ottobre 2023)

Sarà un inverno – si spera – caratterizzato dalla neve, a differenza della stagione scorsa. Ma purtroppo, più ancora del 2022/23, sarà un inverno segnato ai rincari: dagli skipass agli alloggi, dalle lezioni col maestro alla ristorazione e ai servizi. Una raffica di aumenti che non risparmierà i turisti montani: «Una media del 9/10% di ritocco sui prezzi con punte del 25/30% nell’ultimo biennio in alcune località e per alcuni servizi». È questa la fotografia di Skipass Panorama Turismo a cura di Jfc, l’osservatorio italiano del turismo montano del salone Skipass, che apre oggi per tre giorni alla fiera di Modena nello stesso fine settimana in cui sul ghiacciaio tirolese di Soelden prende il via la Coppa del mondo di sci.

Rincari skipass anche oltre il 10% rispetto all’inverno scorso alle biglietterie degli impianti di risalita

Fatturati drogati da rincari e stranieri
La stagione bianca passata aveva superato le pur positive previsioni, spinta soprattutto dal ritorno dei turisti stranieri e dall’aumento dei prezzi su tutti i servizi della filiera. L’inflazione, la guerra in Ucraina, l’impennata dei costi dell’energia e dei beni primari aveva già costretto gli operatori a ritoccare i prezzi di un 10/15%. Quest’inverno lo scenario si ripete, nonostante l’inflazione sia in regressione e le bollette non siano più bollenti dell’anno scorso.

A essere (ri)toccati sono ancora una volta soprattutto i prezzi degli skipass, aumentati anche del 15% con punte del 18% in un solo anno: quasi il 30% in più in sole due stagioni, con prezzi dei giornalieri che in alta stagione sfiorano ormai gli 80 euro, come a Madonna di Campiglio o nel comprensorio dolomitico Superski. Un costo divenuto evidentemente insostenibile per molte famiglie, tanto che anche l’osservatorio della fiera Skipass individua nei reiterati rincari «un limite al potenziale ulteriore incremento dei flussi turistici, soprattutto della clientela italiana».

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Analizzando i nuovi tariffari dei comprensori sciistici italiani si nota un sensibile aumento dei prezzi. Un incremento sia degli abbonamenti stagionali che soprattutto delle tessere giornaliere.

Skipass, i prezzi schizzano
(ecco come la Coppa del mondo di sci alpino sta cambiando il mercato)
a cura della Redazione di lastampa.it
(pubblicato su lastampa.it  il 29 ottobre 2023)

Con l’inizio della Coppa del mondo di sci alpino può considerarsi ufficialmente aperta, in attesa della neve naturale o del freddo che favorisce la produzione di quella artificiale, la stagione degli sport invernali. Funivie, cabinovie, seggiovie e sciovie mediamente apriranno tra l’ultimo fine settimana di novembre ed il primo di dicembre.

Caro skipass, stangata dalle Alpi alle Dolomiti: sciare diventa sempre più costoso
Analizzando i nuovi tariffari degli skipass dei comprensori sciistici italiani si nota un sensibile aumento dei prezzi. Un incremento sia degli abbonamenti stagionali che soprattutto delle tessere giornaliere. Introdotta come misura di contenimento durante la pandemia di coronavirus, viene consigliata la vendita online che garantisce anche un piccolo “sconto”. Per quanto concerne la montagna italiana rispetto alla scorsa stagione, si parla di aumenti medi intorno all’8% con picchi anche fino al 25%. Dolomiti Superski, carosello tra i più vasti d’Europa grazie ai suoi 1.200 chilometri di piste in 12 diverse zone sciistiche tra Alto Adige, Bellunese e Trentino, ha adeguato i prezzi dell’8% per giornalieri e plurigiornalieri, e del 3,9% per gli stagionali. Ad esempio, il giornaliero “Dolomiti Superski” (Sellaronda), durante le vacanze natalizie (fino al 6 gennaio) e poi da fine gennaio al primo aprile, per un adulto costa 80 euro. Lo stagionale per adulti costa 925 euro (620 a partire dai 9 anni). Le stazioni sciistiche altoatesine e trentine durante il periodo di Natale e Capodanno sono sempre molto richieste dai turisti italiani. Gli incrementi sono dovuti all’incremento dei costi energetici e alle manutenzioni degli impianti di risalita a cui i gestori hanno dovuto far fronte già la scorsa stagione. Aumenti sensibili anche all’estero, +11,2% in Austria, +9,1% sui Pirenei, +6,8% in Francia e +2,9% in Svizzera (si tratta della percentuale media).
In Italia c’è un’eccezione: è quella di Corno alle Scale. Sulle piste da sci della località dell’Appenino tosco-emiliano, dov’è cresciuto Alberto Tomba, per il secondo anno consecutivo non ci sono aumenti. Secondo lo studio dell’Osservatorio Skipass Panorama Turismo, i rincari avranno ricadute su tutta la filiera della neve – strutture alloggiative, ristorazione, scuole di sci, noleggio attrezzature, materiali – e saranno di circa il 25% in alta stagione. Sono stati ritoccati mediamente del 15% anche i tariffari delle lezioni con un maestro. A Cortina d’Ampezzo e Plan de Corones, inserite nel Dolomiti Superski ma comunque comprensori autonomi, in alta stagione lo skipass (Natale, Capodanno e da fine gennaio al primo aprile) costa 74 euro (67 in bassa). A Carezza e Val di Fassa, località molto frequentate sia dai turisti che dai valligiani, il costo in alta stagione è fissato in 70 euro (63 in bassa). A Obereggen, la più vicina stazione sciistica rispetto a Bolzano, Val di Fiemme e Civetta (Alleghe), il prezzo è di 66 euro in alta e 60 in bassa stagione. A Madonna di Campiglio il prezzo varia da 72 a 79 euro mentre a San Martino di Castrozza-Passo Rolle il costo del giornaliero è 64 euro in alta stagione e 58 in bassa. Nei sei poli sciistici del Friuli Venezia Giulia l’aumento è stato più contenuto, da 39,5 euro a 44 in alta stagione, mentre la novità è il costo fisso di 10 euro per junior dagli 8 anni compiuti ai 18. Per quanto concerne il comprensorio di Breuil-Cervinia – Valtournenche con l’aggiunta di Zermatt in Svizzera, il costo dello skipass per un giorno è di 83 euro, 303,50 per tre giorni. Senza l’opzione Zermatt, il prezzo del giornaliero è di 59 euro (mezza giornata 47). L’abbonamento stagionale con inserita la Svizzera costa 1.364,50 euro. La “Via Lattea”, quindi Sestriere, Sauze d’Oulx, Sansicario, Cesana, Claviere e Pragelato, ha aumentato il prezzo dello skipass giornaliero, mentre ha lasciato invariato lo stagionale. Il biglietto per un giorno sarà di 50 euro in alta stagione (Natale e Capodanno) e di 48 in bassa (febbraio). A Bormio fino al 22 dicembre il costo è di 24 euro per adulto, quindi 47,60 durante le festività per poi attestarsi attorno ai 40 euro.

Il commento    
di Carlo Crovella
Gioire per l’innalzamento di barriere economiche nell’accesso alle piste non mi dà piacere. Tuttavia, in tempi di consumismo esasperato, è sotto gli occhi di tutti che una qualche forma di contenimento dell’abuso di montagna invernale sia inevitabile. Per cui ogni meccanismo che scremi le fila è il benvenuto.

A mali estremi, estremi rimedi. Speriamo che tutto ciò, traducendosi in minori accessi, freni gli investimenti futuri, che, per le società di gestione degli impianti, significano “nuovi impianti”. Il primo passo è questo: evitare che il cancro si allarghi. Poi, penseremo a estirparlo.

La soluzione futura è quella già prospettata più volte. In sintesi: stazioni “leggere” (solo skilift, e pochi), piste poco battute, tanto fuoripista, impianti in funzione solo con neve naturale (se c’è e quando c’è). Uno sci vecchio stile, che attirerà solo i veri amanti della disciplina e, invece, respingerà lontano tutti quelli che usano lo sci come “scusa” per vivere un contesto di divertimento consumistico. Il Circo Barnum, per intenderci.

Via quindi aperitivi a bordo pista, sushi e cubiste, cena in baita trasportati da motoslitte che sgasano nel bosco in piena notte. Via!

5
Skipass alle stelle ultima modifica: 2023-11-22T05:39:00+01:00 da GognaBlog

5 pensieri su “Skipass alle stelle”

  1. Viene spontaneo auspicare che tutti coloro che gioiscono per i rincari dei prezzi – che mettono in ginocchio le famiglie meno abbienti, visto che non si tratta solo di sci – abbiamo un ritocco sensibile dei loro stipendi e delle loro pensioni, così da scremare ancora un po’!!

  2. Va’ con gli sci o le ciaspole per valli e monti solitari, sotto una nevicata o col cielo blu, in libertà. 
     
    Rifletti sulla fortuna di essere lí.
     

  3. Nei primi anni ’80, quando ero aspirante guida, ho lavorato per diverse settimane a Claviere per conto di un’organizzazione para-parrocchiale che organizzava settimane bianche per ragazzi francesi, diciamo, un po’ difficili. Si viveva ammassati in un edificio in stile caserma e si sciava tutto il giorno. I costi erano piuttosto bassi ma occorreva avere un buon spirito di adattamento in tutti i sensi. Ecco, quello spirito di adattamento, credo che da molti anni sia venuto meno e l’industria dello sci si è inventata ogni diavoleria da mettere in vendita facendo lievitare i costi. Purtroppo lo sci su pista oggi non sarebbe più possibile senza neve artificiale, la cui produzione ha costi  economici e ambientali, altissimi. I diritti dei lavoratori rendono impraticabile la via delle stazioni leggere che aprono solo in caso di neve. La sicurezza ha invaso ogni angolo in cui poteva rosicchiare profitti insinuandosi nelle insicurezze che la società ha generato nel tempo. E come potrebbe lo sci costare poco?
     
    Comunque si può sciare rinunciando agli impianti. Ci sono le pelli di foca. Ma anche li bisogna sapersi adattare a fatica, rischi, maggiori responsabilità, meno comodità…
    Per fortuna si può scegliere.

  4. Il costo della vita è oramai elevatissimo e lo sci non scappa alle leggi della cruda economia ultraconsumistica moderna. Non c’è di che stupirsi. Un tempo bastava aspettare la neve (che oggi è programmata e a pagamento)…una base di attrezzatura che bastava per decenni, poche lire di abbonamento, panino e cioccolata nel marsupio e via dalla mattina alla sera. I pochi rifugi bastavano per quei pochi minuti che servivano a scaldarsi col the caldo…
    Lo sci comunque era per pochi, non per tutti. Comunque

  5. Egoisticamente, ho avuto l’opportunità di vivere la stagione bella dello sci. In cima all’Alpe Motta, tutti stretti nella spartana pensione Villa Tambò, gestita dal carismatico signor Camillo e famiglia. Si arrivava a Campodolcino e su in funivia che sembrava uscita da un libro di storia. Oppure a Madesimo e il Camillo arrivava giù con il gatto e poi su di nuovo, due viaggi per portare la nostra comitiva, tutti noi ragazzini appesi fuori. Si stava 15 giorni. Ed era accessibile a una famiglia come la mia, non ricca, normale, senza fronzoli, dove sci, scarponi ecc. sì ereditavano.
    Quel mondo è finito, per cultura, per economie e per clima.
    L’industria dello sci, che smisi totalmente di frequentare a metà degli anni 90, è destinata ad autodistruggersi.
    E lo fa con impegno.

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