Cultura della competizione, ricchezza materiale, culto dell’apparire, liquefazione valoriale, identitaria e delle tradizioni, mito della tecnologia, materialismo, individualismo, sono gli ingredienti principali della ricetta alchemica che impedisce l’avvento del potere luminoso degli uomini e mantiene la pece nera dell’inferno in terra.
Sotto sotto
di Lorenzo Merlo
(ekarrrt – 24 novembre 2023)
Chi ha doti le esprime. Chi ha la forza, bisogni e circostanza permettendo, la usa. E così accade per i poteri, quello della grazia incluso. Chi si mantiene sottomesso favorisce chi lo sottomette. Chi non sa esprimere la propria condizione tace o aggiunge frustrazione per il senso di inadeguatezza che vive. Chi non sa esprimere il proprio sentimento e stato intimo si riempie di tensioni. Queste possono essere sfogate o trattenute in funzione della loro pressione e del gradiente di super-ego disponibile. Forti pressioni possono restare inibite fino a castrarne l’esplosione, e pressioni meno intense possono scoppiare violentemente quando nessun valore morale le contiene più.
Come ogni altra condizione umana, la cosiddetta pazzia corrisponde a un’emozione, cioè a una capsula, che ci contiene, che ci impone pensieri, concezioni, realizzazioni. Ogni emozione è figurabile come un campo chiuso in cui ci muoviamo, scegliamo e giudichiamo secondo norme autoreferenziali alle quali pretendiamo, spesso inconsapevolmente, che gli altri si adeguino.
Tanto più l’emozione è intensa, tanto più la capsula assume le sembianze di una gabbia in cui la forza egogravitazionale spegne le luci che permettevano relazioni equilibrate, l’empatia, l’accettazione della realtà, il rispetto dell’altro, la reciprocità di azione, pensieri, sentimenti e di dignità.
Cadere nel buco nero di simili emozioni tende ad essere più o meno possibile in funzione dell’equilibrio della persona. Tanto più un individuo è compiuto, tanto più basso sarà il rischio di gravi inciampi. Viceversa, un essere umano inconsapevole delle proprie caratteristiche, debolezze e forze, tende a essere più esposto ad inconvenienti esistenziali. A essere facile preda del tiranno emozionale. E a pensare e muoversi secondo il volere di quest’ultimo con il quale è identificato e che crede essere se stesso.
Una cultura fondata sulla competizione, che fa della ricchezza materiale il suo scopo, mescolata ai modelli dell’apparire e ai valori individualistici che esprime, non ha in sé il necessario, né l’interesse teorico ad alimentare e proteggere valori tradizionali, a pensare politiche destinate a formare uomini compiuti e quindi relative società.
La scuola, bene che vada, aveva potuto spargere il seme e trasmettere il valore del senso critico. Ma era bastato il “sei politico” per iniziarne la demolizione, che ha poi trascinato con sé una serie di altri cambiamenti che sono convogliati nel grande mare della società liquida. Un bacino oceanico in cui si è politicamente voluto affogare il valore delle tradizioni, dei ruoli, dei sessi, della famiglia, della madre e del padre. È il grande oceano del progressismo (lo stesso in cui galleggia, in balia di burrasche soffiate da lontano, anche il relitto del conservatorismo).
Lo spessore di mota rimasto sulle rive è una poltiglia di valori vagolanti, in cui le identità hanno improbabilità a radicarsi. In cui l’educazione alla consapevolezza delle emozioni, dei sentimenti, del nostro sé e della via per coltivare l’invulnerabilità sono stati spinti in profondità, affinché la digitalizzazione, il mito della tecnologia e l’individualismo potessero avere una base su cui erigere i propri ponti dorati per non insozzarsi.
Chi è più debole, come in ogni buon totalitarismo, è ipocritamente protetto, ma sostanzialmente condannato. La morale bigotta è un pesce vorace che nuota in grandi branchi in quell’oceano, in cui non in un solo atollo si coltiva il frutto della conoscenza, il solo in grado di mostrarci come emanciparci dalle dipendenze, di dirci quanto queste ci segnalino a che punto sia la nostra evoluzione, ci informino che l’orgoglio ha un lato b di cui nessuno ci aveva detto nulla. Quello capace di trascinarci in basso, dove le avversità e le vulnerabilità divorano in noi energia e creatività, spingendoci verso malattie e incidenti e ci tengono a distanza dalla consapevolezza che è solo nell’assunzione di responsabilità di tutto che abbiamo la chiave per uscire dalla gabbia delle emozioni.
Ma era già stato detto da Sigmund (1): avere contezza del principio di realtà e di piacere è necessario all’uomo compiuto. E anche il suo cugino Zygmunt (2) ci ha poi avvertiti su quanto questo uomo non possa più avere di che costituirsi.
Note
(1) – Freud
(2) – Bauman
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Ciao Giuseppe, ci sono in commercio svariati gel all’arnica che ne contengono pochissima, dunque è importante osservare la percentuale riportata sulla confezione.
Dalle mie parti, con lo strutto ci friggiamo le crescentine. Alcuni usano l’olio, ma è un errore: con lo strutto le crescentine vengono più buone e meno unte.
Ah, anch’io ho provato il gel all’arnica con i traumi, ma non ho trovato nè benefici nè effetti collaterali, quindi sono passato ad altro.
Ma, nonostante questa importantissima (per me) esperienza personale, non mi sogno certo di dire, tout court, nè che l’arnica è inefficace nè che non “sortisce effetti collaterali“.
Marcello, mi fa piacere leggere che ti interessi anche di fitoterapia.
Sull’Etna di arnica non se ne trova, ma c’è grande diffusione di calendula che raccolgo per farla macerare in olio d’oliva e, in parte, la unisco alla cera d’api per preparare unguenti calmanti ed emollienti. Faccio lo stesso con altre essenze, ogni anno sono attirata da nuove piante, a seconda dei miei bisogni.
Quest’anno ho messo a macerare le bacche dell’alloro, efficaci per dolori articolari, e quelle di mirto, che penso userò per aromatizzare vivande e per le loro proprietà balsamiche.
Ah, ho anche un caro amico maestro di sci e fotografo che realizza cartoline. Lo fa perché c’è ancora qualcuno che le compra e, anzi, pare esserci un ritorno a questa ormai antica usanza. L’avreste mai detto?
Lo stesso, aveva aperto vie su roccia di altissima difficoltà, ma non scala più da anni, e quando ci vediamo è un vero piacere raccontarci di montagna, amori rocamboleschi, ribellioni e servitù passati o poco sopiti. D’altronde la vita prevede caos, dolori, gioie e sforzi. Tantovale viverla.
Ha nevicato, ma non andate a sciare subito perché cadono le valanghe.
Istruito da una mia anziana vicina di casa, che ci ha lasciati ultranovantenne da un paio d’anni, raccolgo i fiori di arnica nel bosco e, con mia moglie, ne facciamo due tipi di medicamenti.
Uno prevede il far macerare nella grappa i petali. Si usa poi per frizioni o impacchi su botte o ferite.
L’altro prevede l’impasto degli stessi con lo strutto per ottenere una pomata puzzolente ma efficace per dolori vari e stanchezza muscolare.
Nessun foglietto illustrativo, ahimé.
Forse se vivessi a Milano userei anch’io il Voltaren o la cocaina, chissà…
Ci sono sostanze che hanno pureveffetti collaterali positivi.
Sulla copertina delle mappe Kompass usate dalla maggior parte degli escursionisti (amici negozianti mi dicono che qui in Dolomiti se ne vendono ancora molte) c’è la pubblicità della Voltaren. Lascio a voi le conclusioni.
Se uno non prende il toro per le corna almeno due volte al giorno, è una vita dimmerda. Ma poi va meglio.
Caro Giuseppe, non trovo intrigante il fatto che tu non voglia esplicitare la tua professione. Al contrario, mi fa perdere qualunque curiosità.
Potrò documentarmi interrogando personalmente gli amici erboristi.
Nella foglio illustrativo della pomata che uso non sono indicati effetti collaterali, così come per i granuli del preparato omeopatico che si compone anche di altre preziose essenze.
“Giuseppe, leggo che anche stavolta eludi la domanda se tu sia medico”
Penso che resterai con la curiosità 🙂
Ma non dovrebbe fare una grossa differenza: non ti ho chiesto di credere a me, ma di mettere da parte per un momento le tue convinzioni e provare a documentarti. Se hai voglia di farlo, naturalmente.
“posso chiederti come hai saputo degli effetti collaterali dell’arnica?”
Dal foglietto illustrativo, ad esempio (per quei prodotti che ce l’hanno).
Giuseppe, leggo che anche stavolta eludi la domanda se tu sia medico.
In particolare, posso chiederti come hai saputo degli effetti collaterali dell’arnica?
Ammiro chiunque dubiti, soprattutto del mainstream.
Alberto, dove ravvedi rifiuto, sempre e comunque? Delle medicine, dici?
@21
“Mi vuoi dire che dai più credito a informazioni che trovi su internet che al tuo vissuto?” […] “Mi permetti di dubitare?”
Grazia, certo che ti permetto di dubitare, ci mancherebbe: anch’io dubito della tua affermazione sull’arnica (a proposito, posso ? 🙂 ).
Ma che c’entra internet?
Internet non è che uno strumento, un mezzo con cui ricevere un’informazione. Ma il contenuto informativo risiede all’interno del messaggio, non nel mezzo.
E se questo contenuto, da qualunque parte esso provenga, mette in dubbio il mio vissuto (o, meglio, le convinzioni che da esso mi sono formato), a me viene la curiosità di approfondire.
E lo faccio (approfondire) cercando di stare attento a non sopravvalutare il principio di autorità (o a cadere in altri bias), in special modo se questa autorità è – guarda caso – proprio il “mio vissuto“.
Grazia , i paraocchi sono quelli del fanatismo, dello schierarsi in modo assoluto, alla faccia del buon senso.
Io non sono un fanatico delle pillole, dei vaccini, dei controlli sempre e comunque. Ma nemmeno del nulla, del rifuto sempre e comunque.
Non sono una guida, ma una guida escursionistica.
Non ho inteso il legame con il mio approccio.
Mi vuoi dire che dai più credito a informazioni che trovi su internet che al tuo vissuto?
Ho cinquant’anni e nella mia cerchia di conoscenze ci sono medici, omeopati, naturopati, erboristi, appassionati di fitoterapia. A nessuno di loro ho mai sentito menzionare gli effetti collaterali dell’arnica.
Mi permetti di dubitare?
Sono avvezza a cambiare scenari – pensa che prima di diventare guida, lavoravo in Pirelli. Pensa che ho lasciato un ricco stipendio per l’incertezza del mondo dello sport e della natura. Pensa che dopo trent’anni di vita milanese mi sono trasferita sull’Etna. Non parteciperei a un blog, se non amassi lo scambio. Non leggerei tutti gli articoli del blog, se non avessi sete di sapere.
Mi dispiace sempre veder mettere etichette.
@16
Cara Grazia, l’affermazione “sono medico di me stesso” mi sembra di averla già sentita da qualche altra parte 🙂
Io non ho scritto che tu pretendi che “gli altri la pensino come me“, ma che hai la pretesa di generalizzare la tua esperienza a tutti.
Come altro dovrei interpretare la tua affermazione che “ci sono analgesici che non sortiscono effetti collaterali“, giustificata dall’osservazione che “uso l’arnica […] da più di vent’anni […] e non ho mai sentito nessuno parlare degli effetti di cui scrivi“?
Il fatto che tu non ne abbia mai sentito nessuno parlarne, cara Grazia, non vuol dire che non esistano! Non esistono per te.
Potresti (provare a) mettere da parte la tua esperienza, per un momento, dando credito a quella di qualcun altro, e documentarti. Ma l’affermazione “Non ho bisogno di dati riportati , visto che ho diversi amici che lavorano nella sanità […]” mi fa pensare che tu non abbia l’abitudine di seguire questo approccio.
E trovo interessante, proprio alla luce di questo tipo di approccio, che tu svolga la professione di guida (alpina, suppongo).
Mi duole ricordare che continuiamo a registrare decessi per setticemie e infezioni tra i degenti ospedalieri. Eppure mi risulta che lì si faccia un largo consumo di farmaci e antibiotici.
Mi piacerebbe si dialogasse sul tema dell’articolo, come si stava facendo all’inizio.
Se non si hanno più argomentazioni, come è lecito che sia, passiamo a un altro post!
Caro Alberto,
spero tu conosca personalmente la famiglia del bimbo tristemente deceduto e non ti sei affidato a un articolo di giornale.
Che dicevi dei paraocchi?
@14
Benassi, tutto è chimica. Comprese le molecole dei principi attivi che costituiscono i farmaci c.d. naturali.
Anche l’acqua è chimica. E anche l’acqua può dare effetti collaterali.
@13
Hai voglia di fare polemica o sei qui per confrontare delle idee?
Caro Giuseppe,
perché non hai risposto alla domanda se tu si un medico?
Io sono certamente medico di me stessa, come dovremmo esserlo tutti, evitando di andare continuamente a fare controlli.
Di professione sono guida e scrivo un po’ Mi interesso anche di piante medicinali che illustro durante i cammini che propongo. Nessun inutile segreto!
Il voltaren in pomata, oltre a non essere tanto efficace quanto l’arnica, ha senz’altro effetti collaterali.
Visto che l’ho scritto, lo credo: ognuno di noi trasmette il proprio vissuto, ed io – dove lo hai letto? – non ho pretesa alcuna che gli altri la pensino come me, nonostante mi disperi vedendo mediamente che ci si accontenti di prendere montagnette di pilloline quotidiane perché non si crede alla guarigione.
Caro Luciano,
tutti noi esprimiamo la nostra visione.
Non ho bisogno di dati riportati , visto che ho diversi amici che lavorano nella sanità, alcuni dei quali si sono lasciati sospendere e, una volta integrati, visto il triste quadro dei degenti (tante patologie, a dispetto del tuo articolo, sono in aumento) e delle imposizioni, hanno scelto di abbandonare la sanità pubblica.
I paraocchi andrebbero messi ai cavalli, le persone sarebbe bene che non li avessero. farmaci hanno sempre degli effetti collaterali, sia queli che derivano dalla chimica, si a quelli, diciamo naturali. Il fatto che un farmaco, ma anche un alimento, sia naturale, non è detto che non abbia effetti collaterali. Le posizioni intransigenti, assolutitische, rigide, in un senso e nell’altro, ci annebbiano la mente. Mi ricordo di un bimbo morto per una utite mal curata perchè non gli era stato dato l’antibiotico ma farmaci “naturali” in un orgia di fanatismo senza senso.
Già. Gli effetti collaterali. Potenzialmente qualunque sostanza, qualunque molecola introduciamo nel nostro organismo potrebbe produrne. Tranne i vaccini Covid. Quelli ci hanno spergiurato che non inducevano ad alcun effetto collaterale. Nessuno. Per nessuno.
Comprendi che se non fossero stati così disonesti, che se non avessero strumentalizzato in modo così vigliacco (e puerile) la campagna vaccinale, non saremmo qui ancora oggi a parlarne? Comprendi che il problema non è il vaccino, ma la politica che ne è stata promotrice?
Buongiorno Grazia,
trovo curioso che tu chieda a me se sono medico, quando sei tu che affermi che “ci sono analgesici che non sortiscono effetti collaterali“.
Forse dovrei essere io a chiederti se sei medico, non ti pare?
Ma la cosa migliore, sarebbe che questa domanda tu la ponessi a te stessa: sono medico?
Non dubito che tu usi l’arnica senza problemi da più di vent’anni: anche io uso il voltaren da più di vent’anni. Dovrei forse concludere che il voltaren non ha effetti collaterali?
Vedi, Grazia, ciascuno di noi osserva il proprio mondo traendone (giustamente) conclusioni. Ma quando si ha la pretesa che la nostra (personale) esperienza sia valida in senso generale, per tutti, allora nascono i problemi.
Eppure lo hai scritto proprio tu: “come se fossimo tutti uguali, con gli stessi sintomi, le stesse cause, la stessa fisiologia e risposta ai farmaci, la stessa forza psicologica“.
Chissà, forse è proprio vero che “la più spiccata prerogativa degli umani sia l’incoerenza” 🙂
P.S. Il vaccino per SarsCov2 era inzialmente sconsigliato (da tutti e non vivamente, termine che in questo contesto non ha senso) in gravidanza quando i dati su questa sottopopolazione erano insufficienti. Raccolti i dati non lo è più stato (sconsigliato).
Inoltre, associarlo (pur velatamente) a un aumento degli aborti (posto che aumento vi sia stato) senza evidenza di un nesso causale, è errato. Certo non un buon sintomo di obbiettività di chi scrive.
5. Buonasera Grazia, il termine “curare” non significa “guarire”, altro che “lo dice il termine”, pertanto sono certo di non sbagliare se ti dico che la tua visione è solo tua ed è errata.
Quanto agli aborti (tu al 10), non so dove ti informi, ma qui dicono il contrario: https://spaziopubblico.fpcgil.it/italia-tasso-aborto-e-tra-i-piu-bassi-al-mondo/
Buonasera Giuseppe, uso l’arnica – in granuli e pomata – da più di vent’anni, così come tanta gente che conosco e non ho mai sentito nessuno parlare degli effetti di cui scrivi.
Sei medico?
Saprai, invece, che solo i medici seri hanno sconsigliato vivamente il vaccino per SarsCov2 a donne gravide e puerpere? Pare che gli aborti siano aumentati negli ultimi anni.
Ciao Grazia,
forse non lo sai, ma anche arnica e artiglio del diavolo hanno i loro (poco) simpatici effetti collaterali (l’arnica, ad esempio, è cardiotossica ed è sconsigliata in gravidanza o in caso di disturbi gastrointestinali).
Inoltre, non mi pare che i prodotti a base di essi vengano regalati. Tutt’altro.
La cosa di cui avere contezza, a mio parere, è che qualunque principio attivo presenta benefici e rischi, ed è sul rapporto fra questi che va valutato se assumerlo o no.
Ciao Enri, non arrivo a pensare a tanto – mi considero pura d’animo e a tante cose neanche arrivo. Ma si tratta, purtroppo, di un dato di fatto.
Ci sono analgesici che non sortiscono effetti collaterali, come l’arnica o l’artiglio del diavolo, davvero super efficaci.
Grazia,
tu quindi ritieni che l’effetto collaterale degli antinfiammatori sia volutamente indotto dalle case farmaceutiche per poi vendere farmaci per proteggere lo stomaco?
Dimenticavo: trovo curioso che a me sia venuto in mente il Covid 19 (mi risulta che il vaccino si riferisse alla SarsCov2 e, appellandosi, molti dipendenti siano riusciti a non farselo iniettare), ma ho evitato – mi pareva saggiamente – di tirarlo in ballo, visto che dopo 4 (qu-a-ttro!!) anni non se ne può più. Per inciso, non credo minimamente in una diffusione espressa di un virus malefico.
E poi ci sono così tante malattie – ahinoi! – che attanagliano il mondo moderno, che il covid passa in cavalleria.
Buonasera Antonio,
nella mia visione una cura – lo dice il termine! – porta alla guarigione, altrimenti non fa altro che mantenere attiva la “patologia” (vedi pressione, cuore, tiroide, e compagnia).
Ho scritto patologia tra le virgolette poiché è noto che di tanto in tanto, come per magia, i valori di riferimento mutano.
Sempre dal mio vissuto, trovo assurdo prescrivere, per esempio, la pillola della pressione per sempre se in un dato periodo si verificano dei casi di sbalzi. Due esempi eclatanti che mi vengono facilmente in mente sono quello di mia madre in occasione, ben 25 anni fa, della scomparsa del suo primo genito, e quello di un’amica nel momento in cui è mancato il suo più caro amico, ormai più di dieci anni fa.
Esempi di patologie indotte? Gli antinfiammatori agiscono in modo dannoso sull’apparato digestivo, richiedendo altri farmaci per “proteggerlo”.
Grazia, puoi farmi qualche esempio di (a) malattie mantenute attive dai farmaci; (b) malattie generate di proposito per poter essere oggetto di terapia farmacologica?
Il caso (a) è una contraddizione terminologica: un farmaco è tale perché cura, altrimenti si definisce veleno. Ci sono certamente tanti veleni in circolazione, alcuni dei quali finiscono per mantenere attive le malattie che generano. Ma si chiamano veleni appunto, non farmaci; e non sono oggetto di prescrizione medica.
Il caso (b), a meno di non continuare con la fola del SarsCoV2 generato in laboratorio (da chi, poi? Dai cinesi, allo scopo di chiudersi in un lockdown biennale perché volevano autoridursi il PIL?), fola ampiamente smentita da subito dalle analisi molecolari che hanno mostrato l’impossibilità di generare in laboratorio quelle mutazioni alla proteina spike; quali altre malattie sarebbero state generate di proposito per poi curarle coi farmaci? A meno che tu non ti riferisca (ne ho accennato altrove anche io) all’esistenza di malattie che non sempre hanno bisogno di essere curate con i farmaci che vengono invece spinti alla grande dalle case farmaceutiche (e dai governi conniventi). Ma queste sono malattie esistenti di per sé (p es diabete, depressione, zoster…), non malattie generate di proposito.
E’ davvero raro che qualcuno abbia contezza che le malattie diffuse vengono sapientemente mantenute a suon di farmaci, se non generate appositamente per generare il bisogno di una cura.
Con gli anni ho acclarato che tutte queste negatività sono implicitamente “richieste” dalla maggioranza degli esseri umani. per questo tali negatività esistono. se la maggioranza dei Sapiens fosse “illuminata”, l’impostazione sarebbe profondamente diversa. Ma non è così. Inutile cavar sangue dalla rape.
Grazie!