Strada in Sea: le ragioni del NO

Vallone di Sea. Ci stanno provando di nuovo.
L’attuale amministrazione comunale di Groscavallo sta portando avanti, nel silenzio pre-elettorale, un progetto che consideriamo letteralmente sconsiderato.
Ci hanno provato inutilmente 8 anni fa, e oggi ripropongono la possibilità di realizzare una strada forestale lungo il Vallone di Sea, fino a Gias Balma Massiet, uno dei luoghi ancora autentici delle Alpi occidentali.
Tutto è pronto affinché si inizi dopo le elezioni.
Come allora, e più di allora, diciamo no.
Con le medesime motivazioni.
A prescindere da cosa accadrà dopo il prossimo 9 giugno, il Vallone di Sea, il nostro angolo più vero e puro di montagna, non dovrà essere toccato (Groscavallo Domani).

Strada in Sea: le ragioni del NO
a cura della Redazione di vallidilanzoinverticale.it
(pubblicato su vallidilanzoinverticale.it il 2 maggio 2024)

A distanza di alcuni anni ci risiamo… il Comune di Groscavallo, con soggetto capofila l’Unione Montana Alpi Graie, ha presentato l’ennesimo progetto che prevede la realizzazione di una strada larga circa 2,5 m nel Vallone di Sea.
Come si legge sul progetto: “L’intervento prevede la realizzazione di un nuovo percorso volto al raggiungimento dell’alpeggio di proprietà del comune di Groscavallo denominato Alpeggio “Gias Balma Massiet” sito nel Comune di Groscavallo a una quota di circa 1500 metri s.l.m. Il nuovo tracciato previsto sarà realizzato sulla destra orografica del torrente Stura di Sea” ; “Il nuovo tracciato ha come obiettivo il raggiungimento dei primi fabbricati di alpeggi denominati “Gias Balma Massiet” con la prospettiva di una sua prosecuzione al fine di raggiungere gli alpeggi successivi salendo lungo il vallone di Sea”.

Ciò che non convince dell’opera
1-L’aspetto funzionale
La ridotta dimensione a pascolo e la limitata fruibilità annuale, dovuta all’orografia stessa del Vallone di Sea, porterebbe ad avere un utilizzo limitato dell’opera a fronte di un alto tributo ambientale e paesaggistico per la sua realizzazione. Basta vedere le grandi valanghe che sono cadute quest’anno a seguito delle tardive ma abbondantissime nevicate: avrebbero sicuramente danneggiato in più punti il tracciato rendendolo inservibile se non a costo di pesanti manutenzioni.

2-L’impatto della cantierizzazione
L’opera taglierebbe a monte delle attuali prese dell’acquedotto, passando sulle ampie pietraie che scendono dalle pareti soprastanti denominate “Specchio di Iside” e “Trono di Osiride” e dovendo senza dubbio fare ricorso ad esplosivi per far saltare i massi di dimensioni maggiori. Appare inoltre discutibile l’esigenza di questa nuova opera come: “alternativa al sentiero esistente, che sale sulla sinistra orografica del vallone e che nella passata stagione primaverile è stato in parte danneggiato da un rilevante fenomeno di frana e distacco di massi dalla parete rocciosa soprastante”. La cantierizzazione già realizzata per lavori manutentivi dello stesso sentiero a monte permetterebbe di bypassare la zona di frane con impatti molto più limitati.

3-Le problematiche idrogeologiche
Nello stesso progetto comunale vengono citate le problematiche idrogeologiche dell’opera: “L’area oggetto di intervento è sottoposta a Vincolo Idrogeologico ai sensi della L.R. 09.08.1989, n.45 e smi.” Come già fatto presente, le grandi valanghe di Sea causerebbero il probabile collasso di diversi tratti dell’opera con annuali elevati costi manutentivi. Inoltre il tracciato taglia le grandi pietraie e i profondi solchi che scendono dalla base delle pareti.

4-L’impatto ambientale-paesaggistico
Lo stesso progetto comunale riporta: “L’intera area di intervento è sottoposta a vincolo di tutela paesaggistico ambientale ai sensi del D.Lgs 22.01.2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e smi, art. 136 – comma 1, lettera c) e d) – Dichiarazione di notevole interesse pubblico del territorio delle Alte Valli di Lanzo sito nei Comuni di Groscavallo, Ala di Stura, Lemie, Usseglio e Balme – D.M. 1 agosto 1985; e ai sensi dell’Art. 142 (legge Galassini)”. A fronte di un interesse di pochi viene distrutto un contesto ambientale di pregio e di interesse pubblico che potrebbe essere viceversa valorizzato in funzione del turismo outdoor. Appaiono altresì poco convincenti le azioni compensative dichiarate: “La progettazione dell’infrastruttura è stata condotta riducendo il più possibile l’alterazione dei luoghi, compatibilmente con le necessità costruttive e geometriche del tracciato, dettate dai principi di buona pratica e dalle regole dell’arte”.

Vallone di Sea. Come volersi privare di un angolo di paradiso
di Fabio Balocco

Era il 1994 quando con Carlo Gubetti e Walter Perotto scrissi quello che ad oggi resta un testo unico sulle piste agrosilvopastorali, cioè sulle strade bianche di montagna realizzate per raggiungere alpeggi o fare legnatico. Si intitolava “Piste o peste?” (ed. Pro Natura) titolo che equiparava le strade bianche alla pestilenza. Infatti allora denunciavamo come mancasse un’effettiva politica che coniugasse gli interessi di chi viveva in montagna con gli interessi della montagna stessa (intesa come autentico soggetto), cioè il rapporto uomo-ambiente. Quasi tutte le piste venivano aperte senza che ci fosse uno studio a monte che ne valutasse l’effettiva redditività, dimodoché si gettavano dalla finestra soldi pubblici (spesso di provenienza UE) per aprire strade bianche, ristrutturare baite, senza che poi le mucche al pascolo ci andassero, oppure ci andassero per qualche anno e poi stop perché l’operazione non era remunerativa. Tradotto: si sono fatti grossi favori ad imprese movimento terra (spesso locali), producendo ferite non rimarginabili alla montagna. Molte piste terminano oggi nel nulla. Era il 1994, quindi sono trascorsi trent’anni e di altre piste ne sono state aperte a decine, e le Valli di Lanzo, a due passi da Torino, non si sono certo sottratte alla stradomania, anche favorite da una normativa regionale in tema di vincolo idrogeologico che un tempo consigliava di confrontare più progetti di fattibilità (ad esempio le teleferiche per il taglio della legna), ed oggi non più. Uno dei casi più eclatanti, impattanti ed assurdi fu il progetto presentato otto anni fa dal Comune di Groscavallo (Val Grande di Lanzo) di aprire una pista che raggiungesse il Gias Nuovo, nell’alto Vallone di Sea, uno degli angoli più intatti e selvaggi dell’arco alpino occidentale, reso famoso dalle vie di arrampicata aperte sulle sue ripide pareti di granito da Gian Carlo Grassi ed altri famosi alpinisti torinesi. Associazioni di alpinisti, appunto, ed escursionisti insorsero, e la stessa giunta regionale guidata da Chiamparino si dimostrò scettica. Il progetto fu abbandonato, ma il Vallone così intatto dava fastidio.

https://www.mountainwilderness.it/mobilita-sostenibile/la-strada-nel-vallone-sea-non-si-fara/

Due anni dopo ecco presentato un progetto, questa volta di centralina idroelettrica, anch’esso caduto nel nulla. Ma è la pista che attira, la pista.

https://camoscibianchi.wordpress.com/2018/04/17/non-ce-pace-per-il-vallone-di-sea/

E quindi ecco che adesso il vecchio progetto viene ripresentato dall’amministrazione (in scadenza) di Groscavallo, seppure in formato minore, con arrivo (per ora: “con la prospettiva di una sua prosecuzione al fine di raggiungere gli alpeggi successivi salendo lungo il vallone di Sea”) al Gias Balma Massiet. Al di là della redditività, al di là dei vincoli paesaggistici, al di là dei vincoli idrogeologici, però qui vorrei focalizzare l’attenzione su un aspetto. I tempi attuali ci dicono che la natura intatta sarà sempre più un valore, e, in particolare, quindi, il turismo dolce in montagna una fonte di ricchezza. Ergo, rovinare un vallone intatto per il possibile (non certo) reddito di un margaro, apporta un danno invece sicuro alla collettività: le si ruba letteralmente il futuro. È di questo che occorrerebbe prendere coscienza. Al di là di qualsiasi considerazione non antropocentrica, a cui non mi cimento nemmeno di accennare perché non verrei compreso. C’è una frase del citato Gian Carlo Grassi sul Vallone di Sea che, meglio di altre e sicuramente di mie, svela la magia di questo angolo di Natura: “il tempo millenario abita qui, e quando si mette piede nel Vallone, si avverte qualche cosa di unico e impenetrabile, affascinante come può esserlo soltanto ciò che è fuori dall’umano”.

Alleghiamo qui la documentazione del progetto
_2024-000092-3_Relazione generale
_2024-000092-4_RELAZIONE DI CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA
_2024-000092-5_Piano di manutenzione
_2024-000092-6_PIANO SICUREZZA E COORDINAMENTO
_2024-000092-7_Computo metrico estimativo
_2024-000092-8_Elenco prezzi unitari
_2024-000092-10_Quadro economico
_2024-000092-11_Capitolato Speciale d’appalto
_2024-000092-15_VERBALE DI DELIBERAZIONE UNIONE MONTANA ALPI GRAIE
_GC-2024-00013_VERBALE DI DELIBERAZIONE COMUNE DI GROSCAVALLO

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Strada in Sea: le ragioni del NO ultima modifica: 2024-05-08T05:28:00+02:00 da GognaBlog

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32 pensieri su “Strada in Sea: le ragioni del NO”

  1. Su un piano generale concordo con le considerazioni con cui l’amico Carlo Crovella chiama in causa le scelte politiche dei residenti.
    Quanto alla questione specifica invito tutti a riflettere ancora e ringrazio il blog per aver pubblicato i documenti di progetto. Guardandoli si capisce meglio il comunicato del Comune di Groscavallo dell’8 maggio, che parla di rifacimento di un tratto di sentiero. Il quadro economico evidenzia infatti un intervento del valore di poco più di 100.000€ ed il computo metrico estimativo considera uno sbancamento complessivo di circa 1600 m3, che può far pensare a interventi su uno sviluppo di 4-500 metri di “sentiero”? “strada”?
    Se da un lato sembra dunque esagerato parlare di “nuova strada nel Vallone di Sea”, dall’altro si può considerare che 100 mila € si possono spendere in tanti modi e che 500 o 1000 metri di sentiero si possono ripristinare in tanti modi; farlo a colpi di bulldozer e mine certamente provoca una ferita che non si rimargina più e c’è sicuramente da aspettarsi che quei 500 1000 metri nel giro di un paio di piogge come le ultime a Ceresole e Cogne vengano giù tutti

  2. Il Consiglio Direttivo del CAI Torino apprende dall’Albo Pretorio Digitale del Comune di Groscavallo (TO) del progetto redatto nel Febbraio 2024, committente Unione Montana Alpi Graie, riguardante la realizzazione di un nuovo percorso (da qui in poi ‘strada’) volto al raggiungimento dell’alpeggio di proprietà del Comune di Groscavallo denominato Alpeggio “Gias Balma Massiet” nel Vallone di Sea.
    L’attuale progetto ne riprende uno precedentemente presentato nell’autunno 2016, che con la speranza di accedere a fondi europei già proponeva di costruire la strada fino a Gias Balma Massiet, mentre oggi viene indicata la potenziale prosecuzione anche oltre tale alpeggio.
    È doveroso ricordare che le motivazioni addotte al tempo dai progettisti coincidono con le attuali (Accessibilità delle aree a pascolo), che tuttavia non risultano oggi quanto ieri ragionevoli ed accettabili nel computo del rapporto costo/beneficio, non solo economico.
    Preme ricordare come già sette anni fa il CAI Torino, il CAAI (Club Alpino Accademico Italiano), le Scuole di Alpinismo del CAI, le associazioni in difesa della natura selvaggia quali ‘mountainwilderness’ ed anche una rappresentanza degli abitanti storici di Forno Alpi Graie (Frazione di Groscavallo da cui si diparte il Vallone di Sea) si espressero coralmente a sfavore e si mobilitarono, non solo protestando, ma dimostrando efficacemente la non convenienza dell’opera proposta, che venne allora accantonata.
    L’esperienza passata ci porta a ribadire le ragioni per cui la maggioranza dei frequentatori del Vallone di Sea ritiene sconveniente l’esecuzione dell’opera, che sono emerse su quotidiani e blog on-line e sono state esplicitate dalla Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano del CAI (CITAM-LPV) e presentate in parallelo a questa lettera. Qui si intende sottolineare come questi anni trascorsi ci abbiano lasciato in eredità un’evoluzione del Vallone di Sea che ha visto aumentare la frequentazione di escursionisti, trail-runner, rocciatori, alpinisti, ghiacciatori e scialpinisti che cercano in questi luoghi la natura incontaminata non più reperibile nella maggior parte degli ambienti montani, che la strada vorrebbe alterare anche in questo angolo ancora intatto.
    Nel 2017 è nata dall’aggregazione di soci CAI appartenenti a varie sezioni tra cui quella di Torino l’associazione Valli di Lanzo in Verticale, che annualmente organizza una manifestazione / raduno, che è stata ed è tuttora strumentale allo sviluppo attivo di un turismo sostenibile (ispirandosi ad esempio al caso virtuoso della Val Maira), che garantirebbe tanto lo sviluppo economico quanto la preservazione dei delicati equilibri naturali di questi luoghi.
    Con la presente, la Sezione di Torino del CAI intende prendere nuovamente posizione manifestando la contrarietà all’esecuzione di tale opera e mostrando la preoccupazione che gli sforzi fatti finora per lo sviluppo delle Valli di Lanzo ed in particolare del Vallone di Sea vengano vanificati.
    Parimenti questa sezione, insieme alla scuola di alpinismo del CAI “Giusto Gervasutti”, ha già manifestato l’intenzione di continuare a sostenere le manifestazioni quali il raduno di settembre 2024, che costituirà una nuova occasione per sensibilizzare i partecipanti sulla situazione del Vallone di Sea ed ampliare nuovamente la platea dei fruitori e contribuenti alla sua economia.
    Con la speranza che questa lettera venga recepita come una forma di apertura al dialogo, ci rendiamo disponibili alla discussione ed al supporto dell’amministrazione attuale e futura per sostenere il processo decisionale in atto.

  3. Avete consultato un avvocato amministrativista? Uno esperto, visto lo “stato avanzamento lavori” dei vari enti che si sono già espressi con le loro delibere/autorizzazioni. Bisognerebbe farsi fare un preventivo per un’azione giuridica, con tanto di parcelle collaterali (geologo, ecc), per impugnare le delibere varie. Poi si fa una ricerca fondi, dicendo: cari appassionati di montagna, siete davvero interessati a salvare l’integrità del vallone di Sea? Bene, contribuite alla sottoscrizione per raccogliere X mila euro entri il ZK. Vediamo poi quanto davvero viene versato, perché una cosa è scrivere un commento del tipo “è inaudito, è uno schifo”, un’altra cosa, molto più impegnativa, è versare anche solo 100 euro. Cmq, ipotizzando di avere raccolto la somma, si fa partire l’azione… molto più proficuo che, per esempio, radunare un milione di persone a Forno in una manifestazione di protesta, molto coreografica, ma di efficacia pari a zero.

  4. Certo ma il problema è a monte. Ovvero troppa leggerezza nel dare le autorizzazioni

  5. Ma certo che l’ambiente è di tutti, ma mica si farà una mega assemblea di migliaia di cittadini… con mega votazione sul tema strada! Al massimo si faranno delle manifestazioni, legittime, ammirevoli, ma in quanto tali prive di efficacia  operativa. Infatti o mancano dei requisiti tecnico-giuridici (es: manca la dichiarazione di impatto ambientale o altro documento richiesta dalla legge) e allora anche solo UN solo cittadino può fare l’esposto al TAR, oppure se le delibere prese dalla diverse autorità (locali, regionali, nazionali) sono tutte lineari con le regole previste dalle normative, allora l’unica cosa che si può fare è eleggere  i “giusti” rappresentanti che prendano le “giuste” decisioni. Se i cittadini chiamate alle urne (in questo caso del comune di Groscavallo) eleggono un sindaco “SI strada”, purtroppo ci sarà poco da fare all’atto pratico (stante le delibere e le altre autorizzazioni già varate, compreso il finanziamento varato). La vera soluzione di questi problemi passa attraverso una crescita della generale cultura ambientalista, cosa che richiede tempi lunghi e forse il turn over generazionale.

  6. A prescindere dalle dinamiche che ci sono nei piccoli Comuni, non sarebbe comunque giusto che una parte dei circa 180 residenti di Groscavallo possano decidere su una questione così. Sea e l’ ambiente sono di tutti.

  7. tutto ciò premesso, il progetto è scellerato, a titolo personale sono contrarissimo (figuriamoci se coindivisdo NUOVE strade! io bloccherei in basso il traffico sulle strade esistenti…), come sono contrarissimo alle Olimpiadi (per gli sempi che si stanno concretizzando, non solo a Cortina), ma nulla è cos’ politicamente rilevante come la volontà elettorale dei cittadini. nessuna petizione, nessuna presa di posizione, neppure del CAI, ha la stessa valenza operativa. Se nelle prossime elezioni comunali verrà fuori un’amministrazione favorevole alla strada, purtroppo non ci saranno molto chance di evitarla, visti gli avvalli e le autorizzazioni già rilasciate da altre istituzioni competenti. Però, se davvero la popolazione residente VUOLE fermare il progetto, può ancora farlo, eleggendo a inizio giugno un’amministrazione NO strada. Lo farà davvero? Staremo a vedere.

  8. Nella totale diversità tecnica fra questo SCELLERATO progetto e quello (altrettanto SCELLERATO) della pista di bob di Cortina, c’è un punto in comune. La popolazione ha il coltello dalla parte del manico quando è chiamata ad eleggere i politici che poi prederanno le decisioni. E’ lì che si concretizza il principale diritto democratico, non l’unico ma certamente il più rilevante. Nelle elezioni comunali di Cortina (giugno 2022), la candidata NO PISTA è giunta terza in classifica, con un po’più della metà dei voti di chi è diventato sindaco: se ne deduce che il maggioranza dei cortinesi NON è contraria alla pista (cioè la vuole o almeno la tollera). Lo stesso può valere per i cittadini chiamati a rinnovare (inizio giugno 2024) l’amministrazione comunale qui in gioco. Se i residenti NON vogliono tale strada, hanno solo da votare per un candidato “NO strada”. Come dite? Nessun candidato alla carica di sindaco è “NO strada”? Beh, anche in questo è colpa dei cittadini: se davvero c’era una significativa contrarietà al progetto, dovevano costituire una lista civica con tale obiettivo (=No strada). 

  9. ma una strada nel vallone di Sea è una cazzata senza capo ne coda

    le cazzate hanno quasi sempre un fondo di ingenuità. Qui dato che c’è un  progetto con tanto di soldi pubblici che girano, di ingenuità non ne vedo.

  10. “In questo progetto vedo solo grande miopia e confusione.”
    ??
    Corruzione e malversazione, piuttosto.

  11. Non sono aprioristicamente contrario alle strade agro-pastorali, quando queste hanno effettivamente un’utilità per il sostentamento di attività economiche in montagna, ma una strada nel vallone di Sea è una cazzata senza capo ne coda per due motivi.
    Da un punto di vista pastorale non ha logica economica di sviluppo, i casolari di Balma Massiet sono sostanzialmente dei ruderi e il vallone di Sea poco si presta alla presenza di bovini o ovini, pochi pascoli ed usufruibili per brevissimi periodi. E’ un vallone molto stretto, esposto male e soggetto a movimenti franosi e valanghivi.
    Anche da un punto di vista, per quanto opinabile, turistico non ha una minima logica. E’ un vallone percorso sostanzialmente da  alpinisti o arrampicatori, già la presenza di escursionisti è assolutamente rada per la sua morfologia non propriamente “da cartolina”, non sarà di certo una strada a modificare la sua fruibilità.
    In questo progetto vedo solo grande miopia e confusione.

  12. Il Comune di Groscavallo comunica (v. loro sito) che non si intende costruire una strada bensì un sentiero.Certo, largo 2,5 metri.

    Hanno la presunzione di farci credere che un tracciato largo 2,5 metri non è una strada ma un sentiero.
    Leggere questo comunicato di precisazione, rafforza sempre più la convinzione che la politica ci prende proprio per il culo. Ci tratta da sudditi  a cui si può dire di tutto, tanto siamo cretini.
    Che poi se la larghezza utile deve essere di 2.5 metri lo sbancamento dovrà essere sicuramente maggiore per fare posto ad un eventuale muro di sostegno a valle ed a monte, ad una zanella di scolo delle acque e altre opere. Quindi sicuramente maggiore dei 2,5 metri.
     

  13. Il Comune di Groscavallo comunica (v. loro sito) che non si intende costruire una strada bensì un sentiero.
    Certo, largo 2,5 metri.
    IL SENTIERO – Definizioni
    Diverse sono le definizioni di sentiero che troviamo sui dizionari:
    “stretta e appena tracciata tra prati, boschi, rocce, ambiti naturalistici o paesaggi antropici, in pianura, collina o montagna”;
    “percorso a fondo naturale tracciato in luoghi montani o campestri dal passaggio di uomini e animali”;
    “viottolo, genericamente stretto che in luoghi campestri, montani o simili si è formato in seguito al frequente passaggio di persone e animali”.
    Fonte CAI. 
    Un’epoca triste e deprimente la nostra dove vale tutto e il contrario di tutto. Anche le parole vengono travisate per manipolare la verità. Sempre e solo per denaro.

  14. Sarà meglio che faccia in fretta ad andarlo a vedere così come è adesso. 
    Ovviamente spero che la strada non si faccia e che il mio pessimismo venga smentito. 

  15. Dopo i due ottimi e sensati  scritti di Merlo e Pinelli leggere anche qua di questo continuo sberleffo alla natura e sua sacra tramandazione fa male e viene da porsi delle domande se sia giusto affidare ancora a politiche scellerate che vedono solo ciò che vogliono il patrimonio di ognuno di noi…altro che contemplazione altro che ricchezza dello spirito,qui si dovrebbe rivedere e riscrivere molte regole ma ho paura che oltre che tardi le forche siano spuntate. 

  16. La cosa positiva è che il Comune di Groscavallo si è accorto del clamore suscitato e ha dato una prima risposta. Insufficiente, ma almeno la giunta sa che qualcuno sta osservando quello che succede.
    Grazie a chi si è interessato del problema, tra cui questo blog (a partire già dalla prima ipotesi della pista di alcuni anni or sono).

  17. Incredibile! È uno dei pochi paradisi rimasti. Lo scempio umano ormai non ha limiti. Chi fa queste scelte o progetti vive fuori dal mondo. Vergognatevi!

  18. Guardate il comunicato uscito sul sito del Comune di Groscavallo. Molto curioso che il tracciato (largo 2,5 m) sia stato concepito per le persone con disabilità e per le mtb!, e inoltre per “rendere più agevole l’accesso ai fabbricati di alpeggio attualmente in completo stato di abbandono”. Ma la linea di finanziamento era per “PSR 2014-2020 Regione Piemonte – operazione 16.7.1 – azione 1 – attuazione di strategie locali nell’ambito della strategia Nazionale per le Aree Interne – Comune di Groscavallo – qualificazione e valorizzazione della produzione lattiero-casearia, delle altre produzioni zootecniche e delle produzioni agricole minori – infrastrutturazione dell’alpeggio in Località Gias Balma Massiet sito nel Vallone di Sea – CUP: J62I23000020002 – PRESA ATTO DELLA DELIBERA DI GIUNTA DELL’UNIONE MONTANA ALPI GRAIE N.15 DEL 27/02/2024 PER APPROVAZIONE PROGETTO ESECUTIVO”…
    Per il sentiero basterebbe fare un by pass e tagliare fuori la linea soggetta alla frana, peraltro verificatasi più di 1 anno fa..
    https://www.comune.groscavallo.to.it/Dettaglionews?IDNews=308664
     

  19. Per Ricci.Dipende cosa vorrà fare l’eventuale nuova amministrazione. Se la strada non viene fatta semplicemente la Regione non eroga il contributo.

    Quindi, il comune fa la strada, poi la regione eroga il contributo. Se è così, che il comune abbia o non abbia i soldi, la strada la possono fare.
    Quale è il senso di fare questo? Loro diranno per VALORIZZARE. Un pò come una specie di re Mida che trasforma in oro tutto quello che tocca. Quindi un  un senso puramente speculativo, di avidità.

  20. Per Ricci.
    Dipende cosa vorrà fare l’eventuale nuova amministrazione. Se la strada non viene fatta semplicemente la Regione non eroga il contributo. 

  21. In effetti ,salire quella pietraia per andare allo specchio o al trono,era molto scomodo ,decisamente meglio arrivarci in macchina…..???? . Situazione veramente sensa  senso ,perciò allarmante . La mia domanda è, se cade la giunta attuale, il progetto va avanti comunque  ?

  22. Prendetevi qualche minuto per leggere relazione progetto e relazione idrogeologica. Ad esempio leggete cosa scrivono:
    Le opere in progetto risultano inserite in un contesto territoriale caratterizzato da diverse problematiche di carattere idrogeologico, connesse  principalmente con le dinamiche di versante ad opera di fenomeni franosi (principalmente crolli) e valanghivi, le quali dovranno essere tenute in debita considerazione durante le fasi esecutive del progetto e nell’ottica della successiva fruizione del tracciato di accesso alla zona degli alpeggi di Balma Massiet.Viste le caratteristiche geologico-stratigrafiche dell’area in esame, caratterizzata dalla diffusa presenza di accumuli costituiti da massi e da blocchi fino a decametrici, potrebbero presentarsi situazioni di instabilità la cui entità sarà dipendente dall’effettiva interferenza tra la condizione locale e le modalità esecutive degli interventi, difficilmente prevedibili a priori. Nel caso di smantellamento di massi o blocchi, si dovrà prevedere la possibilità che tale attività comporti la destabilizzazione dei settori limitrofi posti a monte e a valle e, in tale caso, attuare le opportune misure per prevenirla.

  23. Amo e ho amato Sea, i suoi sentieri e le sue pareti, più di qualsiasi altro luogo delle alpi. Se la pista verrà costruita non avrò pace e sarà mio interesse precipuo non lasciare mai più un euro alle casse di un’amministrazione colpevole di tale scempio.

  24.  è stata finanziata ed autorizzata dagli uffici regionali, nonché autorizzata della Sovraintendenza!!

    Complimenti alla SOVRAINTENDENZA per la visione, la lungimiranza, l’acume, l’intelligenza.
    Come si fa ad autorizzare un scempio ambientale di questa portata in un luogo magnifico ed ancora integro come il vallone di SEA.
     Vorrei scrivere tanto altro, ma mi prenderei un denuncia.

  25. Le notizie del 4 sono desolanti, ma io confido che spazio per agire ci sia ancora, a differenza di altri progetti (in Alpi Orientali…) dove proprio non si può più fare nulla. Cmq, meglio una protesta in più che una in meno, sia a est che a ovest. In effetti stride che il CAI (almeno regionale) non abbia preso posizione su questa faccenda: non so dire perché. Non mi pare di aver rintracciato fra i documenti la dichiarazione di impatto ambientale (mi è sfuggita? c’è la RELAZIONE DI CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA, ma non credo che siano la stessa cosa: può essere che io si in errore).  In assenza della esplicita dichiarazione di impatto ambientale, dovrebbe esser ancora “giocabile” la partita. Ovvio che siamo sotto 3 a zero e ci stiamo avvicinando al 90.simo minuto…

  26. Ciao a tutti, purtroppo i giochi non sono così aperti come Crovella ha scritto. La strada (anche se l’amministrazione comunale la chiama tecnicamente pista..ma una pista larga 2,5 m dove ci passa un VW Transporter cos’è se non una strada..??) è stata finanziata ed autorizzata dagli uffici regionali, nonché autorizzata della Sovraintendenza!! Al momento non commento ciò, anche se sono basito, visto lo sfregio terribile che potrebbe avvenire.. Se leggete il progetto stesso vi renderete conto di come la strada passi in una zona ad alto dissesto idrogeologico (soprattutto a seguito di sbancamenti) e di caduta valanghe, e alto valore paesaggistico (tutelato dalla Legge Galassini). Inoltre l’Alpeggio di Balma Massiet (il primo del Vallone) è in disuso da moltissimi anni e non siamo a conoscenza di un progetto di recupero. A tal riguardo è curioso come invece siano stati ristrutturati quelli posti molto più in alto (gli ultimi del Vallone, ai Piani di Sea). Tutta la zona, soprattutto di Balma Massiet, non è ricca di pascolo. Potremmo quindi assistere ad uno scempio e non vedere mai l’alpeggio in funzione. Che fare? Sicuramente dovrebbe esserci mobilitazione, anche e soprattutto da parte del CAI (art. 1 dello Statuto!!) di cui al momento non ho sentito prese di posizione per cercare di fare cambiare idea all’amministrazione comunale, ammesso sia ancora questa dopo le elezioni del 8 giugno.

  27. MINKIA! Non ci mancava che questa, dopo il vallone delle Cime Bianche e il collegamento tra Alagna e Gressoney…(a proprò, si sa qualcosa?)
     
    Peraltro mi pare un  progetto ben bislacco, considerando dove vorrebbero passare.
    E che comunque il vallone di Sea è ancora monticato (almeno, l’anno scorso lo era)

  28. Dobbiamo combattere, uniti e compatti, CONTRO azioni scellerate del genere. Possiamo ancora farlo, perché (a differenza di “altre” opere, ormai troppo incardinate per esser abrogate…) qui i giochi sono ancora aperti. Vallone delle Cime Bianche, Vallone del Grauson (Cogne), Vallone di Sea: almeno tre esempi, i primi che mi vengono in mente, in cui gli uomini (meglio: “certi” individui) vogliono mettere un piedino nella natura incontaminata (nel caso delle cime Bianche, più che di un “piedino” si tratterebbe già di un “piedone” devastante). La strada, qui come in altri luoghi incontaminati, è solo la mossa iniziale di un successivo aumento incontrollato di accessi antropici, meccanismo che rovinerà irreversibilmente l’ambiente naturale. Al di là che si sia dei poeti o dei consumisti (nella ns personale visione della montagna), finché i giochi sono all’inizio, e quindi la partita è ampiamente giocabile, dovremmo TUTTI fare fronte comune contro atti sconsiderati come questo, perché tali atti comportano successivi danni che saranno irreversibili per TUTTI gli appassionati della montagna.

  29. Chi scrive una frase del genere
    “Al di là di qualsiasi considerazione non antropocentrica, a cui non mi cimento nemmeno di accennare perché non verrei compreso”
    Merita la considerazione umana che si deve a chi vive nel disagio che la vita riserva a molti.
    È giusto che queste persone abbiano un luogo tutto loro per trovare la pace che gli viene negata dal mondo gramo.

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