Strascichi post Covid

Strascichi post Covid: “sentiamo” la responsabilità di farli evitare ai soggetti più fragili?

La ragazza di 16 anni, di Vitinia (Roma), guarita dal CoViD-19 un anno fa, racconta in una lettera la sua lotta contro gli strascichi fisici e psicologici della malattia.

Strascichi post Covid
di Elisa Cavaliere
(pubblicato su corriere.it del 12 dicembre 2021

Il virus che è entrato a far parte delle nostre vite ormai da più di due anni, e a cui purtroppo tanta gente stenta a credere, io l’ho vissuto in prima persona.

Sono stata male e sono stata ricoverata nell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Palidoro (Roma).

Ho perso l’olfatto e il gusto, ho sviluppato una bronchite trasformata poi in tracheite e sfociata in tosse nervosa che ho capito solo dopo essere un modo involontario di sfogare ansia e stress. Ho avuto disturbi intestinali e febbre alta. Tutto questo solo nel periodo della malattia.

Il virus purtroppo non ha coinvolto solo me ma anche mia mamma e il suo compagno (Ale), mia sorella e i nonni. Ho visto mia madre a letto con la febbre altissima e stavo morendo dalla paura perché non vedevo miglioramenti.

Ale ha avuto una polmonite aggressiva e difficoltà respiratorie; è venuta a prenderlo l’ambulanza e mi è sembrato di vivere un déjà vu. A 9 anni ho perso mio papà. Ero molto legata a lui e quando stava per andarsene l’ho visto per l’ultima volta mentre veniva portato via in barella.

Poi hanno ricoverato anche me per tachicardie e dolori toracici, preoccupati per un’eventuale patologia cardiaca ereditata da mio padre. Sono stata nel reparto Covid nonostante mi fossi negativizzata.

Strano a dirsi, lo so, ma è stata una boccata d’ossigeno: mi sono ritrovata in camera con due ragazzi della mia età, con un bimbo e le loro madri, abbiamo fatto amicizia e condiviso le nostre esperienze. È stato il primo contatto con altre persone dopo un mese di isolamento. Mi hanno dimesso con la raccomandazione di un confronto psicologico.

Dopo le vacanze di Natale (2020, NdR) sarei dovuta tornare a scuola e tutto sarebbe dovuto tornare alla normalità, ma non è stato così.

La tosse non passava. La mia ansia di uscire e di parlare con i miei compagni aumentava. Avevo difficoltà a interagire con i miei amici, non mi sentivo più capita. Sono rimasta a casa fino a maggio, seguendo le lezioni in didattica a distanza tra un controllo in ospedale e le sedute dalla psicologa.

Ma quell’ansia cresceva sempre più: avevo e tuttora ho paura del giudizio degli altri. Sono cominciate crisi e attacchi di panico, pianti notturni e insonnie.

Sentivo di meritare quello che mi stava succedendo, mi ripetevo di essere stupida e debole, di non poter proteggere nessuno e che per le persone sarebbe stato meglio non avermi nella loro vita, chiudendomi così in me stessa e continuando a pensare di essere un peso. Ho cominciato a guardare il mio corpo in modo critico, cercando di avere il controllo su tutto ciò che mangiavo.

Tornata a scuola, mi sentivo gli occhi addosso e non smettevo di pensare a cosa compagni e professori pensassero di me. I più insignificanti commenti mi facevano sentire ancora più piccola di quanto già non mi considerassi. Poi è arrivata l’estate e le cose sono migliorate.

Ma a luglio 2021 sono stata operata alle tonsille e il recupero è stato duro. Usando la scusa del dolore, ho smesso di mangiare. Non avevo forze, ero sempre nervosa e non volevo vedere nessuno.

Tornata a Roma e a scuola ecco di nuovo l’ansia, le paure, i problemi con l’alimentazione, il peso del giudizio, il perfezionismo. Cose che continuano ancora. Mi sento fragile. Sono poche le persone con cui sto davvero bene e preferisco passare il tempo con la mia famiglia.

Non sono più felice come prima, non sorrido più come una volta e vorrei solo che tutto tornasse com’era. La mia speranza è di riuscire a superare questo periodo e di uscirne più forte. Ci sto provando e forse ci sto riuscendo.

Pur sentendomi sola non lo sono mai stata. I miei amici più cari e la mia famiglia sono sempre rimasti al mio fianco anche nei momenti critici, a partire da mia sorella di soli 10 anni che quando mi vede piangere viene da me per darmi una carezza di conforto, passando per mia mamma, la donna più forte che abbia mai conosciuto, dolce e comprensiva senza mai perdersi d’animo, arrivando ad Ale e ai miei nonni che fanno di tutto per strapparmi un sorriso.

Loro mi hanno convinta a lottare per la mia felicità, a riprendere la mia vita in mano per tornare a scherzare con la spensieratezza di prima e a rapportarmi con gli altri per la sola gioia di farlo.

A tutte le persone che l’hanno persa, auguro di ritrovare la felicità.
Chiedete aiuto, ma contate soprattutto su voi stessi.

Il commento
di Carlo Crovella
Propongo questa toccante lettera inviata al Corriere da una ragazza di 16 anni come spunto per riflettere su un tema particolare. Quando dibattiamo su “Green Pass-no Green Pass”, “libertà-attentato alla Costituzione”, molti ragionano in un’ottica esclusivamente individuale. Le prese di posizione risultano evidenti: sono o non sono libero di muovermi, di arrampicare, di vedere gli amici? Nessuno (o, in ogni caso, molto pochi) dà invece la sensazione di aver presente il problema nella sua totalità sociale, specie in prospettiva futura. Le domande dovrebbero essere: “Che succede agli altri, se io mi comporto in un modo piuttosto che in un altro? Che ripercussioni ricadono sui soggetti più fragili al seguito di comportamenti individuali che alimentano o meno la circolazione del virus?”.
Fra i soggetti più fragili non ci sono solo i vegliardi che rischiano di non superare l’attacco del virus. Molti sono anche i giovani e i giovanissimi, per i quali le complicanze più drammatiche non si registrano durante la fase ufficiale della malattia, ma “dopo”, come dimostra questa lettera. Siamo sensibili a questi problemi, siamo interessati al futuro dei nostri ragazzi? Parlo di “nostri ragazzi” inteso in senso generazionale, non necessariamente anagrafico. Cioè ci preoccupiamo delle generazioni future? Dei segni che si porteranno dietro? Io ho l’impressione che moltissimi (non tutti, ma moltissimi sì) di coloro che oggi strillano per i diritti individuali calpestati (prima dai DPCM, ora dal SGP) ragionino così perché non hanno figli anagrafici. Nulla di male a non aver figli, ma questo spiega come mai si guardi solo all‘“oggi” e non anche al “domani” dell’evoluzione sociale. Un genitore sacrifica senza esitazione le sue esigenze a favore della felicità futura dei figli. Quando sento protestare perché un decreto impedisce ad un adulto di arrampicare o di sciare, l’unica spiegazione che riesco a darmi è che costui sia privo del modus ragionandi tipico del “genitore”. Dovremmo invece acquisirla tutti, genitori effettivi o meno, perché il vero valore etico non è la nostra felicità immediata (arrampicare, sciare, correre…), ma la serenità delle future generazioni.

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Strascichi post Covid ultima modifica: 2021-12-14T04:14:00+01:00 da GognaBlog

24 pensieri su “Strascichi post Covid”

  1. Pur comprendendo la giovane adolescente non condivido affatto il commento “istituzionale” di Crovella. E lo dico da genitore e figlio di madre anziana (e plurivaccinata). Proprio i figli devono imparare ad arrangiarsi per non avere dei cretini nel mondo. O dei cannibali crovelliani. Cu vedo contraddizione e leccaculismo. 

  2. Per Giuseppe Balsamo: ottimo sito dove non informarsi.
    I dati infatti sono veritieri ma forniti in modo da essere fuorvianti. Infatti mettere i totali serve solo a far vedere “quanta tanta gente finiscono in terapia intensiva” e lasciar intendere che siamo tutti in pericolo.
     
    Ti consiglio questo sito:
    https://covid19.infn.it/iss/
    dove (con un po’ di fatica) puoi trovare contagiati, ricoverati, TI e morti per classi di età.
    Balza subito all’occhio che il 2.7% dei pazienti ospedalizzati rispetto ai positivi (numero peraltro di poco senso, perché il numero di positivi è aleatorio) vale dai quarant’anni in su e diventa significativo dai 60-70 in su

  3. Nel 1969 mi beccai la Hong Kong e non mi passo’ subito…gli strascichi polmonari durarono.Per farne una teoria di casi simili ne occorrerebbeo parecchi distribuiti nel territorio, per fasce d’eta ecc.Nessuno mai ci disse nei vari tg e giornali cartacei  di usare le mascherine, di lavarci le mani e si viaggiava sui treni per pendolari lavoratori e studenti universitari la cui atmosfera , tappezzeria  e sedili( banchi e aule e cessi di facolta’) erano un incubatore di germi vari nuovi e storici.Meglio troppa informazione che niente…anche perche’ un virus che  viaggia con  alitate sternuti e contatti  di mano e piu’ inquietante di altri germi  che infettano piu’selettivamente.https://www.my-personaltrainer.it/salute/contagio.html, Non parliamo poi delle patologie che vengono definite come conseguenti a stili di vita..si entra in un ginepraio.   Spesso chi   fuma legge leavvertenze , magari ha seguito sbadigliando corsi a scuola, ma vanta un “Nonno che  fumava traspirando sigari toscani ed e’ morto a 90 anni”.Comunque se tutti fossero “saggi” e non ci fossero  voci contrarie, i saggi come categoria non esisterebbero.  Un certo danno lo ha fatto la “divulgazione “scientifica da salotto tv o giornaletto da sala di parrucchiere..o dentista… alcuni fondano le proprie conoscenze sui cartoni animati “Siamo fatti cosi'”adatti a bambini delle elementari..Poi le animazioni colorate  di Virus , imprese spaziali…sono meglio della ripresa vera, spesso considerata trucco cinematografico fake. Ad ogni modo l’esperienza di un singolo non fa “scienza  sperimentale basata su statistica”..( che a sua volta e’probabilmte con le su magagne… ci fondarono lateoria della razza, poi fecero revisione ed ammenda  e rimasero in cattedra)  )

  4. Commento 20
    Se uno scrive genericamente “ci hanno mai detto”, no, non vi viene da pensare che si riferisca esclusivamente alle prime pagine.
    Anche perchè difficilmente vi presto attenzione: per me rappresentano l’ultimo posto dove trovare informazioni attendibili.

  5. Si parla di prime pagine di 1000 giorni indietro non di documenti istituzionali. Non c’hai pensato?

  6. Commento 18
    Mi pare che sia un dato che si trova facilmente.
    Ad esempio qui: agenas.gov.it/covid19/web/index.php?r=site%2Fgraph1
    Ma è presente da mò anche nei report dell’ISS.
    Davvero non l’hai mai visto ?

  7. Ci hanno mai detto quante persone percentuale sono guarite a casa?

    se ne guardano bene!!
    Solo bollettino dei morti come un bombardamento a tappeto.

  8. Propaganda è dissimulare un intento.
    Chi avverte il trucco reagisce.
    Oppure, siamo stati trattati da persone?
    Hanno tentato e voluto dirci e darci tutte le informazioni utili per scegliere secondo coscienza?
    Oppura hanno preferito esprimerle per indurci al vaccino?
    Se non sapevano che fare, poi hanno preferito mentire.
    Hanno dato denaro alle testate disponibili a passare le veline?
    Serve altro?
    O bisogna ricordare ancora che il tampone dura più dell’immunità (in costante riduzione di durata)?
    Che la tubalità è risibile rispetto alla popolazione e anche rispetto i cosiddetti casi?
    Ci hanno mai detto quante persone percentuale sono guarite a casa?
    Sarete ricordati, ma sarete anche spariti come già si è visto qui il graduale cambio di registro. Prima a spada tratta a difendere il governo, ora a spada inguainata. Vedremo poi se avremo le spade buttate, nascoste, “spada? mai avuta la spada!”.

  9. Commento 13
    La propaganda può venire da tante parti.
    Non necessariamente tutte governative.
     
    Invece del bollettino giornaliero, tu cosa preferiresti: omertà totale ? Un rapporto settimanale ? Mensile ? Annuale ?
    Non pensi che “torchiare il cervello” tutti i giorni possa invece aver prodotto assuefazione piuttosto che “farsela nei calzoni” ?
     
    Commento 14
    Davvero ?
    Io qui più che dubbi e domande vedo esprimere molte certezze. Ciascuno le sue, e ovviamente tutte giuste.
     
    P.S.
    Contento io ?
    Mah, insomma, su questo argomento mica tanto…

  10. Non è STRUZZARE,  farsi  delle domande, non essere del tutto d’accordo su come è condotta questa lotta al virus, o sulla continuazione dello stato di emergenza.
     
     

  11. 12
    si va bene. Da che parte viene la propaganda ??
    Secondo te il bollettino giornaliero dei morti di covid è solo informazione??? 
    Contento te contenti tutti.

  12. Commento 9
    Ma infatti!
    Non funziona proprio così la propaganda ?
     
    Commento 11
    Attenzione a non confondere malattie trasmissibili con malattie non trasmissibili.
    E, soprattutto, a non confondere informazione con propaganda.
    Altrimenti il rischio è di struzzare.
     
    P.S. Sbagliare è parte della vita. Io diffido di chi non sbaglia mai.

  13. (Per non parlare dei confronti con malattie di natura del tutto diversa).
    Eccome se serve, dal momento che tutti i giorni ci tritano i …….. con un bollettino di guerra. Qunata gente muore di altre malattie, guadagnandosi la morte  tra dolori e mille sofferenze .
    Come di tragico ci fosse solo il covid e tutto il resto fossero cazzate e non contasse nulla.
    Questo è un giochino irrispettoso e subdolo  che gioca ed usa la  debolezza emotiva delle persone: tutti i giorni vi torchiamo il cervello con il bollettino dei morti, così ve l’ ha fate nei calzoni.
    E poi si ha anche il coraggio di dire che bisogna calmare gli animi.

  14. Crovella dice: “il vero valore etico non è la nostra felicità immediata (arrampicare, sciare, correre…), ma la serenità delle future generazioni.”
    Valore etico? Ma chi se ne frega.
    La cosa importane è la nostra felicità immediata!
    Chi se ne frega delle future generazioni, si arrangino!

  15. “Spostare il tema sul piano anedottico – emozionale non porta (a mio parere) da nessuna parte”
    Caro Giuseppe, sbagli in pieno: serve eccome, altroché!
    In che altro modo puoi convincere la gente a comportarsi come vuoi tu, spesso contro le loro tendenze, le loro aspettative e anche il loro interesse? Ha sempre funzionato da “liberare l’Italia irredenta” a “portano malattie e ci rubano il lavoro”
     
    Vedere così smaccatamente operare questo metodo sul più autorevole quotidiano italiano, conferma fondati sospetti e fa sorgere domande pertinenti…alle quali purtroppo nessuno risponde, se non tardi, male e approssimativamente

  16. Spostare il tema sul piano anedottico – emozionale non porta (a mio parere) da nessuna parte, salvo esacerbare la discussione.
    (Per non parlare dei confronti con malattie di natura del tutto diversa).
    Le posizioni non sono forse già abbastanza irrigidite ?

  17. Se togliamo i riferimenti al covid è la storia di una sedicenne in crisi adolescenziale, che crede che tutti la guardino, che si sente inadeguata, che non mangia e che piange senza motivo.
    Massimo rispetto, comprensione ed empatia: siamo stati tutti adolescenti e tutti dovremmo sapere che non è un’età facile. Qualche volta è tremenda. Nel 2010 Istat riporta 187 tentativi di suicidio tra i 14 e i 24 anni. (156 riusciti) [dati ISTAT]
     
    Mettici il covid e diventa la storia diventa pura propaganda: l’anno scorso ci sono stati tra i 10 e 1 19 anni 3181 ricoveri, 149 in terapia intensiva e 20 morti. Su una popolazione di 5.706.116 persone. [da covid19.infn.it/iss/]
     
    Come sempre i numeri parlano, se si è capaci di leggerli.
    Ma sopratutto se li si vuole leggere.
    Ma chi vuole a tutti i costi trovare conferma ai propri pregiudizi e posizioni “ideologiche” e dividere il mondo in buoni e cattivi, in noi e loro è refrattario a qualunque dato, numero e alla realtà stessa.
     
    Sarebbe ridicolo, se non fosse tragico.

  18. long covid – strascichi
    E degli strascichi post tumore non ne parla nessuno? Non si fa il bollettino di guerra gionaliero di coloro che incontrano il tumore e della vita che fanno?

  19. Dal primo momento ho avuto la impressione che il motivo di questo post sia nel non volersi fare etichettare come una testata no vax\no pass e quindi il prendere le distanze dai molti interventi in quel senso. Così fosse sarebbe bastato e sarebbe stato certamente più gradito  un intervento diretto. Amen

  20. l’ennesimo pessimo servizio di chi è legittimato in questo blog a  una comunicazione immorale
    su chi scrive certe nefandezze, non c’è da stupirsi. ma chi lo legittima meriterebbe di veder azzerato il numero di lettori e di commenti.
     L’ennesima stupida provocazione forse a caccia della rissa e di traffico web.
    Per i molti che hanno avuto ripercussioni gravi dal Covid ne stanno emergendo infiniti che hanno la vita rovinata (o terminata) dal mitico vaccino
    Cercatevi la storia, fra i tanti, di Kyle Warner, corridore agonista di Mountain bike (non metto link)
    fra i milioni di persone che hanno perplessità sul vaccino, credo che la questione della felicita immediata sia l’ultimo problema a fronte di un futuro che questi farmaci rischiano di eliminare.
    la lettera della ragazzina ha un suo perché. il commento  è osceno, nel senso letterale del termine.
    ora caro Gogna, censura pure anche questo.

  21. Desolante. Dopo studi e osservazione, evincendo ipotesi e traendo verità che nulla hanno a che vedere con la realtà. Non ha capito niente. Tantomeno le sue proiezioni sul mondo. Ma questo era chiaro da mo’.
     
     

  22. Toccante la lettera, se si voleva aderire alla campagna pro vaccini bastava quella. Ma ancora una volta il Sig Crovella sbaglia bersaglio,anche se non lo dice, al di là della evidenza \prova scientifica , imputa ai no vax \no pass la responsabilità della diffusione del Covid19.  Lo fa con la nonchalance e la incuria delle legittime posizioni altrui che notoriamente gli appartiene. Peccato.

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