Stupidi pessimisti

Stupidi pessimisti
di Luca Mercalli
(già pubblicato il 22 ottobre 1018 su ilfattoquotidiano.it)

Spessore 5, Impegno 5, Disimpegno 0

 

È uscito per Einaudi il nuovo libro di Luca Mercalli “Non c’è più tempo”, un viaggio per comprendere che quella climatica e ambientale è un’emergenza di cui dobbiamo preoccuparci. Tanto più in un’epoca di riscaldamento globale che, tra alluvioni, siccità e aumento dei livelli marini, minaccia il benessere dei nostri figli e nipoti. Ne proponiamo un estratto.

Molti uomini (e poche donne) nel lungo corso della storia hanno dimostrato di essersi fumati il cervello. Alcuni di loro non hanno fatto male a nessuno, la maggior parte ha ucciso e violentato i suoi simili, incendiato città e nazioni, ma non hanno fatto danni ambientali irreversibili: chi rimaneva si leccava le ferite e la vita riprendeva. Agli antichi Egizi maniaci di sepolcri piramidali non possiamo addebitare alcuna nostra sciagura, e le guerre dei Romani se ne stanno innocue sui libri di storia.

 

La popolazione aumenterà da uno a 7,5 miliardi di individui, gli ordigni bellici e le centrali elettriche nucleari spargeranno radioattività “artificiale” su tutto il pianeta, la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera passerà da 300 a 400 parti per milione, un primato assoluto e inedito su almeno 800mila anni, la perdita di biodiversità segnerà l’inizio della Sesta Estinzione, una pletora di inquinanti subdoli e persistenti impesterà l’aria, l’acqua e i cibi, minacciando la nostra salute su tempi di secoli, enormi banchi di microplastiche si diffonderanno negli oceani, la cementificazione e la deforestazione cambieranno per sempre la geografia globale. È l’Antropocene, bellezza!

 

L’epoca geologica recentissima che segna la Terra con pustole, cicatrici e infiammazioni derivanti dall’attività forsennata di una sola specie, Homo sapiens! Ed è soprattutto il Novecento, una manciata di anni dopo la Seconda guerra mondiale, a segnare l’irreversibilità dell’erosione delle risorse terrestri, la modifica a lungo termine dei suoi cicli biogeochimici, ovvero la “grande accelerazione” verso il superamento dei “limiti planetari”. Temi fondamentali per la nostra sopravvivenza, intravisti nel 1972 da Aurelio Peccei e dai ricercatori del Mit, che pubblicarono il primo rapporto sui limiti della crescita (Limits to growth), e ripresi oggi da Johan Rockström dello Stockholm Resilience Centre. La scienza del clima e dell’ambiente non ha più dubbi: ci stiamo fumando la Terra! Se non applicheremo il fragile accordo sul clima di Parigi del 2015, la temperatura planetaria rischia di aumentare di circa 5° C entro la fine del secolo, rendendo i nostri continenti molto meno ospitali, punteggiando la nostra vita di eventi estremi sempre più frequenti e distruttivi, compromettendo la produzione alimentare e facendo salire i livelli dei mari per via della fusione dei ghiacci polari, con sommersione di molte zone costiere e conseguenti migrazioni di profughi climatici. Non dite che è catastrofismo. È peggio. È un tipo di mondo che la nostra specie non ha mai sperimentato nella sua evoluzione, e sarebbe meglio evitare. E invece chi ti arriva? Un presidente americano che nel 2017 dice che son tutte balle, e che bisogna continuare a far fumare carbone e petrolio, come prima, più di prima! Posti di lavoro, dollari, sviluppo, crescita! Se uno decide di fumarsi il cervello, libero di farlo, perché ce ne sono molti sani che possono sostituirlo. Ma se i comportamenti di cervelli in fiamme portano a fumarsi il pianeta, l’unico che abbiamo, compromettendolo per millenni e ipotecando il benessere di figli, nipoti e pronipoti, allora tocca gettare acqua sul fuoco. Sempre che non sia già evaporata…

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Stupidi pessimisti ultima modifica: 2018-11-22T04:16:12+01:00 da Totem&Tabù

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13 pensieri su “Stupidi pessimisti”

  1. Secondo me la regola dovrebbe essere il farsi queste due domande in successione:
    1- mi è necessario?
    e se mi rispondo sì
    2- mi è sufficiente?
    Ma bisogna essere onesti, sopratutto con se stessi.
    Due conseguenze dell’abitudine a farsi queste due domande sono l’onestà e la tolleranza (qui da noi al massimo si offre solo l’altra guancia come dice Cristo di nome Jeshua dei Ben Yussuf un sangue misto palestino-ebreo, mentre dai nostri fratelli ebrei e mussulmani vige ancora la regola del taglione della bibbia).
    Magari ci sarebbe anche meno violenza e vivere sarebbe più semplice.
    Ma il mondo non va così. 🙂

    Non so se sia una regola accettabile, so che per me lo è.

     

  2. No, dai, la corrente del golfo fra poco si ferma (qualche anno fa con un picco di caldo si era già fermata per un po’), in 10 anni arriva un freddo boia, una nuova glaciazione, tutti i “nordici” emigrano dai “sudici” o si estinguono, i sudici muoiono per bronchiti e pigrizia da abitudine a vivere al caldo e la popolazione mondiale si riduce drasticamente.
    L’homo insapiens è sempre salvo!

    Tutti viaggiano in aereo, tutti e tanto, ma si parla della plastica (come al solito … il moplen, il precursore della plastica, l’ha inventato un italiano e ha preso il nobel), delle auto e si usano i condizionatori dappertutto e le città devono essere illuminate a giorno… poco cervello direbbe qualcuno ormai morto… abituati a vivere col culo nel burro, direbbe qualcun’altro.

    Ipocrisia da benessere.

  3. Mario, c’è una piccola ma significativa differenza tra la CO2 del tuo respiro e quella emessa dalla combustione di carburanti fossili.

    La prima viene da componenti che erano già parte della biosfera nel ciclo del carbonio, la seconda da materiale che se ne stava tranquillo seppellito a qualche migliaia di metri sotto terra.

    La prima non può modificare sostanzialmente la composizione dell’atmosfera, la seconda lo ha già fatto in maniera misurabile.

    Se è vero che non possiamo fare a meno dei combustibili fossili, è però assolutamente necessario ridurne l’impiego. Al massimo e al più presto.

    Chi sostiene il contrario o dubita e rimescola le carte in tavola per insinuare il dubbio o è in malafede o è ignorante.

    Lo scotto da pagare è una probabile estinzione di massa, ma mi dispiacerebbe un po’ perché sarebbe la mia estinzione!

  4. Ma l’animale uomo… non è meglio se si estingue?

    Pensa solo a se stesso !?!?!?!

  5. Ribellarsi all’uso delle bottiglie di plastica! Non compratele, rifiutatele al ristorante e ovunque e bevete dal rubinetto.
    E’ un piccolo passo, ma se lo facciamo in tanti…

  6. ognuno racconta la sua. L’importante è portare l’acqua al proprio mulino che poi non è altro che il proprio portafoglio.

    Ma la realtà è evedente è sotto gli occhi di tutti, di coloro che sono pessimisti e di quelli ottimisti: questo pianeta, che poi è la nostra casa, lo stiamo avvelenando.

  7. Ai tempi dei nostri nonni non si sprecava nulla, non esisteva ancora il consumismo come ora.

    non serve arrivare ai nostri nonni. Basta ritornare alla mia di gioventù, quando si andava a fare la spesa con la borsa e non con i sacchetti di plastica. Quando gli alimenti erano incartati nella carta gialla e non con imballaggi assurdi come oggi: é più imballaggio che prodotto. Quando si andava  a prendere il latte con la bottiglia di vetro.

    L’energia fossile inquina. Quella nucleare è molto pericolosa. Basta vedere quello che è accaduto a Chernobyl e le conseguenze delle radiazioni che ancora oggi ci sono nonostante siano passati 30 anni.

  8. Sul pattume sono d’accordo e non vedo l’ora che si eliminino le plastiche, almeno le usa e getta.

    Ma l’impatto ambientale di qualunque bene lo si ha nella produzione, nell’utilizzo e nello smaltimento a fine vita utile.

    Ai tempi dei nostri nonni non si sprecava nulla, non esisteva ancora il consumismo come ora.

    Come è possibile che, in un pianeta che gia è una mezza pattumiera, si decida che sia più ecologico costringere a gettare beni ancora funzionanti (auto fino all’euro4) per produrre altre auto?

    Ricoprire di pannelli fotovoltaici la superficie terrestre, che hanno anch’essi impatto ambientale, breve vita utile e bassa efficienza?

    Come è possibile che si consideri più ecologico un piumino di primaloft di uno in oca naturale?

    Vogliamo parlare dell’idea di dover mangiare carne sintetica?

    Vedo contraddizioni enormi, tanti interessi mascherati dalle cause ambientaliste.

    La verità è che almeno per il momento, dei combustibili fossili non se ne può ancora fare a meno.

    L’80% dell’elettricità viene comunque prodotta da centrali a carbone e a gas.

    La Francia ha 58 reattori nucleari, dunque nessun problema di dipendenza energetica da altri paesi e nonostante questo i gillet gialli  protestano per la carbon tax.

    La CO2 emessa dall’uomo soltanto respirando è di gran lunga superiore a quella emessa dalla sua auto.

    Ci dovremo sentire mortificati anche nel fare sport? Con l’affanno aumenta la respirazione, il fabbisogno calorico ed i lavaggi degli indumenti!

  9. Mercalli a parte, ghiacciai che si ritirano o no.

     

    Ma tutto il pattume di plastica e non solo abbandonato da tutte le parti: nei mari , nei fiumi, sui ghiacciai, sotterrato , bruciato., ect, ect.

     

    Anche di quello ci possiamo tranquillizzare….è tutto un’invenzione, un interpretazione, pura fantasia disfattista…??

     

     

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