Sublimi altezze. Anche musicali?

Sublimi altezze. Anche musicali?
di Alessandra Longo
(pubblicato su verticales.it il 26 luglio 2017)

Lettura: spessore-weight**, impegno-effort***, disimpegno-entertainment**

L’estate 2017 vede, sempre più, il felice connubio tra musica e montagna. In Valle D’Aosta circa seimila persone hanno assistito (22 luglio 2017) alla performance di Francesco Gabbani ai 1600 metri d’altitudine di Les Druges di Saint-Marcel per la rassegna Musicastelle Outdoor. Carmen Consoli, il 23 luglio 2017, ha cantato a Vetan, in Valle d’Aosta. Il Summer Camp di Rockin1000 approda in Val Veny (28 e 29 luglio 2017) con i suoi numeri da record (NdR: possiamo aggiungere, sul versante dolomitico, l’esibizione della European Spirit Youth Orchestra in località Palma, Val di Zoldo. 80 musicisti diretti dal maestro triestino-sloveno Igor Coretti/Kuret, impegnati nel tour europeo Tamburi di pace 2.0 / Treni d’Europa per la convivenza tra i popoli. Nel corso dell’evento, il giornalista scrittore Paolo Rumiz ha letto alcune riflessioni legate ai propri viaggi lungo i confini dell’Europa).

L’evento più mediatico è stato però il concerto per pianoforte che la musicista Elisa Tomellini ha eseguito a 4460 metri d’altitudine sul ghiacciaio del Colle Gnifetti, nel massiccio del Monte Rosa: qui la salita in elicottero è stata solo per il pianoforte. La musicista genovese ha infatti raggiunto lo strumento con un ascesa a piedi.

Il concerto di Elisa Tomellini

Gli acuti sono però anche aguzzi: spigolano, punzecchiano e – alle volte – pungono nel vivo. Mi spiego meglio: come conciliare la quiete dell’ambiente alpino con un’invasione di mezzi motorizzati, folle e decibel? Come non litigare col moroso che ti accusa di palese incorenza? Perché se promulghi un’idea di frequentazione etica, responsabile, slow&sweet del contesto montano pare subito un po’ stridente intestardirsi sul partecipare a un evento di massa che – seppur calato in uno scenario naturale – vuol portare con sé, in quota, i caratteri urbani, consumistici, predatori tipici di quell’atteggiamento fruitorio inconsapevole, “mordi e fuggi” che proprio cerchi di contrastare.

“Sì, ma a me (mi) piace Carmen Consoli!”. Ora, avere un fidanzato sillogista non aiuta di certo. Il piacere non  coincide immediatamente con il bene e sostenere l’equazione mi piace = necessità non lo smuove di certo. Niente concerto. Ribatto allora anch’io sullo stesso campo e, subdolamente, gli spiattello l’aristotelico giusto mezzo: l’evento musicale è sì estraneo al contesto, ma lo valorizza, lo amplifica, lo fa conoscere sotto altre prospettive, insomma apporta un suo valore. Non vogliamo tenerne conto?

Elisa Tomellini

Qui lo sguardo si fa torvo. Il moroso è rigoroso. Non si confonde opportunità con opportunismo. Nella sua visione, una performance sporadica, di qualche ora, calata e non integrata nel territorio non può che generare un introito (di persone, di mezzi, di incassi) limitato nel tempo ed ininfluente per la crescita locale, duratura e sostenibile. “Guarda quel prato. L’anno scorso c’erano almeno tre campi di patate. Oggi ci saranno seicento automobili parcheggiate”. Sotto questa luce sto per demordere.

E la visibilità? L’appeal mediatico? La risonanza turistica data alla location? Un giorno di silenzio sfumato e un prato sacrificato varranno pure se almeno una parte degli spettatori imparerà a conoscere e a frequentare il luogo, se salirà nuovamente portando con sé risorse per le imprese locali, rivitalizzando il turismo?

Scuote la testa, non lo convinco. Mi coglie in fallo su una parola che mi è parsa ovvia: “spettatori”. La folla sotto il palco assiste a uno spettacolo. Le Alpi non sono che lo scenario, il bel fondale in secondo piano (nelle locandine le vette assurgono sempre più spesso a “cornicette”). Il pubblico è ricettivo, è un target da colpire: insomma, stesi sull’erba, godono di ciò che è offerto e, solitamente, non ricercano né esplorano oltre i limiti di quell’esperienza. Occhio: non è una critica un po’ radical-chic. È una constatazione di fatto: finito l’evento, il parcheggio si svuota. In percentuale, quanti hanno approfittato della giornata per scoprire qualche bella passeggiata, pranzare in un rifugio o acquistare un buon pezzo di formaggio dal marghé dietro l’angolo? Presumiamo pochi. I più l’angolo non l’hanno nemmeno girato.

Il pianoforte viene riportato a valle

Considerazioni (a cura della Redazione)
E’ così “felice” il connubio musica-montagna? Si potrebbe aprire una lunga discussione su questo tema. Non crediamo sia così importante fare distinzioni tra musica classica o musiche pop, rock o disco. Dal punto di vista dell’annullamento del silenzio, Mozart è di sicuro uguale ai Deep Purple.

Ischgl, Tirolo: concerto di Peter Gabriel, 1 maggio 2004. 20.000 spettatori

Decisamente più specifica e interessante è la distinzione di musica prodotta dal vivo e compilation registrate e sparate ai massimi decibel.

Se si vuole parlare di aiuto della musica per entrare in un ambiente quale quello montano (ammesso e non concesso che ce ne sia bisogno), allora è assolutamente necessaria l’esperienza live: devo vedere e ascoltare l’artista, la band, l’orchestra che producono per me dei suoni che tutti assieme andiamo poi a scrivere nel grande diario di emozioni che la Natura ci dispiega davanti, vuoto.

Ischgl, Tirolo: concerto di Mariah Carrey, 30 aprile 2012. 15.000 spettatori.

Per comprendere immediatamente i pericoli che si celano dietro a queste manifestazioni, basta andare a leggere quanto gli stessi organizzatori scrivono a proposito del “grande raduno rock ai piedi del Monte Bianco”: “Val Veny, Courmayeur diventerà un grande Villaggio Rock con due nuovi Show dei Mille di Rockin’1000, concerti, cinema, karaoke, guitar-a-oke, stand enogastronomici e tanto altro. Due giorni in una valle mozzafiato a pochi passi da Courmayeur con la più grande Rock Band del mondo. Il raduno dei raduni. Sarà enorme. Sarà selvatico. Sarà perfetto”.

Il reality del 2015? Un nulla di fronte a questo!

Qualche esempio molto più positivo? Sarà il 13 agosto alle ore 16, alla casa di montagna di Fosco Maraini, a Pasquigliora (Alpi Apuane). Il concerto, organizzato dal CAI di Castelnuovo Garfagnana, vive di un ampio respiro culturale, non è demonizzato dal marketing e avrà quel successo che merita.
Vedi anche: http://musicasulleapuane.it/13-agosto-casa-maraini-pasquigliora/.

Casa Maraini a Pasquigliora

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Sublimi altezze. Anche musicali? ultima modifica: 2017-08-07T05:44:50+02:00 da GognaBlog

6 pensieri su “Sublimi altezze. Anche musicali?”

  1. Arrampicare da solo sulla nordovest del Civetta, senza corda e con i Rolling Stones che suonano sotto, diceva Claude Barbier.
    Ma era un personaggio di rottura e negli anni 60′ ci stava.
    Oggi che ci sono rumori d’ogni sorta (anche piacevoli, intendiamoci) aggiungerne altri non fa che aumentare la soglia di disturbo e reciproco rispetto.
    Seppure da “rokkettaro” dico no grazie.

  2. È iniziato tutto con dei mini concerti acustici di classica e jazz con gente che saliva a piedi per godersi della buona musica contestualizzata con l’ambiente montano e fin qui ci poteva stare.
    Quello che accade quando si organizza un concerto con palco amplificazione trasporti di materiale con l’elicottero è un altra cosa, mercificazione della montagna con la scusa di fare turismo.
    Questo per me è una nefandezza è oltraggiare l’ambiente alpino per scopi che non portano nemmeno un briciolo di cultura ma solo frivolo divertimento..
    La montagna non si merita anche questo inquinamento acustico estivo come se non bastasse lo sci alpino d’inverno a fare danni.

  3. scusate, ma mi tocca citarmi :))
    “Nell’agosto del 2008, verso le 8 di mattina in val di Pejo, stavamo salendo verso il rifugio Larcher m 2604. Notiamo subito un insolito affollamento di macchine al parcheggio a valle di Malga Mare a quota 2000, e ci chiediamo il perché. Sul sentiero incrociamo una lunga processione di turisti che scende intirizzita. Cogliamo qua e là qualche commento di soddisfazione per il “bel concerto”. Quando vediamo tra i turisti che scendono anche alcuni alti papaveri della Provincia (politici), gente che non abbiamo mai visto in montagna in 40 anni di frequentazione dei monti, temiamo di capire. Scambiamo due chiacchiere e apprendiamo infatti che il Coro Sasso Rosso aveva cantato all’alba per “I Suoni delle Dolomiti”.
    Continuiamo tuttavia a non comprendere per quale ragione i turisti scendano in massa di mattina, con un bel sole che annuncia una magnifica giornata. “Ma perché scendete così presto?” chiediamo incuriositi ad un gruppetto. La risposta é sconfortante: “E cosa facciamo su?”
    http://girovagandoinmontagna.com/blog/i-suoni-stonati-delle-dolomiti/

  4. il 90% di certa gente non sa cosè una gallina. Figurati un capriolo o una capinera.

  5. Vagabondare per boschi e valli. In silenzio. In solitudine. Ascoltando il cinguettio degli uccellini e il verso dei caprioli. Nient’altro.
    … … …
    Questi qui invece si ammassano come gregge per Carmen Consoli. Mah…

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