Torrione Ruchin, parete sud-est

Torrione Ruchin, parete sud-est
di Saverio De Toffol

Ercole Esposito detto Ruchin (Calolziocorte, 1914 – Sassolungo, 1945), è stato indubbiamente uno dei massimi arrampicatori italiani del suo periodo. A testimoniarne le doti tecniche sono alcune sue prime ascensioni nel territorio lecchese e bergamasco; itinerari pochissimo frequentati o addirittura non ancora ripetuti e avvolti nel mistero. Nel corso del tempo Ruchin, oltre a diventare il primo alpinista bergamasco membro del Club Alpino Accademico Italiano, si guadagna il titolo di specialista delle pareti friabili e pericolose. Una nomea motivata malamente con la sua struttura fisica minuta… Poco peso, uguale minore sollecitazione dei chiodi e degli appigli instabili. Affermazioni basate però sul sentito dire, più che su una verifica “sul campo”… Infatti, se è vero che la sua via sulla parete della Fracia sopra Calolzio sale su roccia fragile e insidiosa, in altri suoi itinerari ci si trova di fronte a roccia buona per non dire ottima, ma soprattutto si scopre una capacità di vedere (e risolvere) problemi decisamente avanti per la sua epoca, grazie a capacità e determinazione eccezionali.

Emilio Galli assicura Ercole Esposito sulla seconda lunghezza

Jorge Palacios ed io stiamo cercando di ripetere le “vie Ruchin” nel lecchese, incontrando spesso notevoli sorprese. Tra queste, ci ha particolarmente colpito la sua via sul Torrione Ruchin, un monolite in Val Realba, sulla sponda orientale del Lago di Lecco, che sulle pubblicazioni recenti viene descritto, come ingiustamente accade per le salite di Ruchin, di roccia marcia. Il 16 maggio 1943, Ercole Esposito ed Emilio Galli aprirono questa breve via (150 metri), tecnicamente molto impegnativa, superando forti difficoltà dovute alla complessità della chiodatura, soprattutto in rapporto ai mezzi dell’epoca. Lo testimonia la relazione originale su Lo Scarpone, che parla di roccia compatta e difficoltà di chiodatura. Altro che “principe del marcio”… Il 7 aprile 2024, dopo ripetuti tentativi, Jorge Palacios ed io riusciamo a ripetere questo itinerario, che ci ha impegnati a fondo, lasciandoci sconcertati per la sua modernità. Tanto che ci è venuto spontaneo fare il paragone con la via di Sergio Panzeri e Giancarlo Riva, altri fortissimi scalatori lecchesi, aperta nella metà degli anni ’70 sul Pilastro Rosso del lago, a poche centinaia di metri di distanza.

Ercole Esposito (a sinistra) ed Emilio Galli (a destra) dopo la salita.

Torrione Ruchin (Val Realba), parete sud-est
Prima ascensione: Ercole Ruchin Esposito ed Emilio Galli, 16 maggio 1943
Sviluppo: 150 m
Difficoltà: V+, A1 (in libera VIII-)
Roccia: da buona a ottima, ad eccezione di un breve tratto friabile nel primo tiro. E’ una specie di conglomerato che ricorda la Pietra di Finale.

Nota (della Redazione): i primi salitori avevano dedicato la vetta di questo torrione a Paolo Cereda, come si può vedere dalla relazione originale su Lo Scarpone.

Per la ripetizione sono stati utilizzati 71 chiodi, un set di friend e nut più alcune clessidre. In parete sono stati trovati 4 chiodi originali di Ruchin (uno è fuoriuscito). Dopo le ripetizioni la via è stata completamente schiodata, ad eccezione dei 3 chiodi di Ruchin e di un nostro chiodo lasciato nel quarto tiro. Le soste a fix sono state installate da noi.

Prima ripetizione: Saverio De Toffol e Jorge Palacios. Terminata il 7 aprile 2024 dopo diversi tentativi.
Prima libera e a vista: Giovanni Rivolta, 18 aprile 2024, assicurato da De Toffol e Palacios.
Prima solitaria: Jorge Palacios in autoassicurazione, il 25 aprile 2024.

Giovanni Rivolta sulla placca del secondo tiro (VIII-)
Giovanni Rivolta sulla placca del secondo tiro (VIII-)
Il chiodo di Ruchin sulla seconda lunghezza

Avvicinamento
Parcheggiare l’auto nella stessa area di sosta per l’avvicinamento al Torrione di Val Realba. Passare sotto il ponte della ferrovia, proseguire verticalmente fino ad intersecare il Sentiero del Viandante: seguirlo verso est per qualche decina di metri. Prima di giungere alla condotta forzata della centralina Guzzi lo si abbandona prendendo una ripida traccia in direzione del Torrione Ruchin. Presenti bolli bianchi sbiaditi lungo il sentiero. 25 minuti dall’auto.

Relazione
1L: salire diritti per facile e divertente paretina di roccia corallina molto lavorata, quindi traversare gradualmente verso sinistra passando sotto un grande lastrone staccato, evitarlo a sinistra proseguendo diritti per breve placchetta friabile fino alla sosta. La sosta originale si trovava sopra il lastrone staccato, noi per prudenza abbiamo evitato tale soluzione. 20 m , V+. Fix di sosta.

Saverio De Toffol sul traverso della seconda lunghezza
Jorge Palacios, in solitaria, alla sosta alla fine della seconda lunghezza
Giovanni Rivolta sul diedro della terza lunghezza (VII-)

2L: è il tiro chiave. Salire sopra il lastrone, andare diritti per placca compatta in direzione di un fico, poco sotto al quale si trova un chiodo originale Ruchin; quindi obliquare leggermente verso destra ad un altro fico e, prima di giungere ad esso, si traversa orizzontalmente verso destra per placca compatta e liscia in direzione di una fessura: alla fine del traverso, poco in basso, si trova un chiodo originale Ruchin che non conviene rinviare. Probabilmente il passaggio della placca è stato effettuato con un pendolo. Una volta messo il chiodo, Ruchin ne ha posizionato uno sopra per poi staccarsi da quello sotto. Proseguire quindi per fessura aggettante verso sinistra (qui è fuoriuscito un chiodo Ruchin): alla fine di essa proseguire verticalmente in leggero obliquo verso destra per alcuni metri per poi traversare orizzontalmente sempre verso destra fino alla sosta. 25m, VIII-, in posto 2 chiodi Ruchin originali. Fix di sosta.

3L: dalla sosta traversare a destra fino a raggiungere un diedro-fessura strapiombante. La via originale invece sale diritta sopra la sosta per alcuni metri fino ad un chiodo Ruchin ancora presente, per poi attraversare verso destra fino al diedro (da notare che lo stesso “modus operandi”, ovvero quello di “tagliare”, cercare la via più breve, lo si riscontra sulla via di Ruchin al Torrione Lancia nel gruppo del Fungo in Grignetta, dove nel tiro chiave, il secondo, Ercole Esposito invece che traversare, come da logica, e raggiungere una fessura strapiombante sulla destra, tira diritto sopra la sosta, in piena placca compatta). Risalire l’atletico diedro con bella arrampicata fino ad una zona più abbattuta, proseguire nel diedro superando un tratto verticale fino ad un fico, dove poco sotto si trova un fix 12 mm di sosta: se la corda non fa attrito è consigliabile proseguire per altri 10 m verso destra fino ad un albero di sosta, posto sotto una placca compatta fessurata (non andare nel camino che si trova più a destra). 40 m, VII-. 1 chiodo Ruchin fuorivia.

Saverio De Toffol sul diedro della terza lunghezza
Giovanni Rivolta sulla quarta lunghezza (VII-)
Il tracciato della via Ruchin al Torrione Ruchin (o Torrione Paolo Cereda)

4L: seguire la fessura fino ad una piccola nicchia dove si biforca, continuare per la diramazione di destra fino ad un terrazzino adiacente al camino dove si sosta. 20 m, VII-.1 chiodo lasciato. Fix di sosta.

5L: entrare nel camino e con passo difficile raggiungerne il bordo sinistro (qui, a nostro avviso, gli apritori hanno fatto uso di piramide umana), proseguire diritti stando più meno sulla sinistra del bordo del camino, fino a raggiungere un colatoio erboso che conduce ad una sella poco discosta dalla cima del Torrione. 45 m, VII-. Sosta su albero. 

Discesa
Dalla cima del torrione seguire una traccia verso nord, quando questa comincia marcatamente a tendere verso ovest tagliare nel bosco in direzione nord fino ad intercettare un sentiero che verso est ci riporterà in Val Realba e alla condotta forzata. Oltrepassare la condotta e tenendosi molto a sinistra (faccia a valle) di essa, scendere per la pietraia (presenti ometti), fino a quando si è quasi all’altezza della base del Torrione. A questo punto oltrepassando la condotta in direzione del torrione in pochi minuti si ritorna all’attacco della via, e da lì al parcheggio. 40 minuti.

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Torrione Ruchin, parete sud-est ultima modifica: 2024-05-23T05:36:00+02:00 da GognaBlog

4 pensieri su “Torrione Ruchin, parete sud-est”

  1. @2. Non sottovaluterei troppo questo sindaco, in fondo ha fatto eseguire un sopralluogo, non ha fatto chiudere un’area. Da noi sulle Alpi Carniche lo scorso autunno è crollata una parte di una falesia (la nota Scogliera) considerata tra quella con la roccia più compatta, finendo per distruggere 5 tornanti della statale sottostante, molto trafficata in quanto collegamento con l’Austria. Per fortuna in quel momento non stava transitando nessuno.

  2. Je me suis régalée à “grimper” sur cette belle paroi, avec des grimpeurs que je ne connaissais pas.

  3. Una ventina di anni fa, il sindaco di Mandello aveva commissionato un sopralluogo con corda dall’alto perché aveva paura ( idea fantascientifica tipica  di amministratore pubblico) che il torrione collassasse sulla sottostante S.S. 36. A quanto pare il torrione gode ancora di buona salute! 

  4. Complimenti a Saverio e compagni per la passione di ripercorrere questi itinerari storici dimenticati ma di grande valore  tecnico e di rendere un forma di giustizia a personalità  passate in secondo piano, forse per la loro riservatezza, nonostante la grande abilità e visione

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