Trekking in Mustang

Trekking in Mustang
di Andrea Alessandrini
(pubblicato su travelsbeer.com)
Fare un trekking in Mustang ha fatto parte della mia lista dei viaggi da compiere a partire dal 2015. Infatti, durante i 17 giorni di trekking dell’Annapurna Circuit, sono passato per Kagbeni, una città medievale bellissima. Kagbeni, situata a quota 2700 metri, non solo ospita un bellissimo monastero ma è anche la porta d’ingresso all’Upper Mustang. Quando visitai Kagbeni, dunque, mi dissi che prima o poi avrei voluto conoscere meglio questo territorio poco esplorato.

Infatti, fino al 1992 era impossibile fare un trekking in Mustang. Questa zona nepalese, caratterizzata da una densità abitativa molto più bassa rispetto alla media del Nepal, non permetteva agli stranieri una visita turistica. Il Mustang, trovandosi al confine col Tibet, non voleva aprire le sue porte agli stranieri. Fino al 1992, infatti, si poteva visitare solo la parte bassa del Mustang, quella che unisce Jomsom a Kagbeni. L’Upper Mustang era invece vietato. La popolazione Lo, da cui prendeva il nome l’omonimo regno, infatti voleva difendere le proprie tradizioni. Il Mustang, infine, è stato ufficialmente un sottoregno fino al 2008, quando la dinastia Shah fu abolita.

La base per raggiungere il Mustang è Pokhara, da dove partono gli aerei per Jomsom. Pokhara è una cittadina meravigliosa e merita sicuramente un tour, come quello proposto da Civitatis!

Da Jomsom a Kagbeni
Il mio trekking in Mustang è iniziato con un volo di venti minuti da Pokhara a Jomsom. Tuttora, non è facile ottenere un visto per il Mustang. Bisogna infatti contrattare una guida, pagare una tassa di ingresso di 500 dollari (che permette di visitare l’Upper Mustang per 10 giorni, ed ogni giorno extra costa ulteriori 50 euro) e trovare una persona con cui condividere il permesso d’ingresso. A me ha facilitato il lavoro l’agenzia di Kathmandu Nepal Social. Mi sono trovato molto bene con loro, in quanto mi hanno fatto trovare il permesso nei tempi previsti e la loro guida è stata ottima!

Da Jomsom ho camminato per due ore e mezza fino a Kagbeni (10 km, 250 metri di dislivello). Questa parte l’avevo già percorsa durante l’Annapurna Circuit e sapevo che sarebbe stata noiosa. In compenso, visitare di nuovo Kagbeni e il suo monastero del XV secolo è stata una sensazione molto piacevole! Inoltre, bere una birra dal tipico Yak Donalds è sempre un must!

Da Kagbeni a Syangboche
Il giorno dopo sono entrato ufficialmente in Upper Mustang. Da Kagbeni a Chele (14 chilometri, 600 metri di dislivello) ho iniziato ad ammirare il tipico paesaggio del Mustang: un deserto ad alta quota, caratterizzato spesso e volentieri da alcuni canyon! Fino a Chussung si può ammirare il fiume Gandhaki, uno dei fiumi più grandi del Nepal: sorge addirittura a 6200 metri, al confine tibetano!

A Chele inizia una lunga salita che porta fino a Samar. Ho camminato spesso lungo la strada principale, che collega Lho Mantang a Jomsom. Questa strada è stata migliorata dopo il terremoto del 2015: infatti, molti villaggi dell’Upper Mustang si erano ritrovati totalmente abbandonati a sé stessi dopo il terribile terremoto di 8 gradi della scala Richter. Lungo la strada ho trovato una coppia francese che percorreva l’Upper Mustang in bici. Nonostante sia una strada principale, le pendenze da Chele a Samar sono molto ripide: spesso il marito della coppia lasciava la sua bici, ritornava indietro e pedalava di nuovo con la bici della moglie, che nel frattempo camminava… storie a pedali, difficili da capire per chi non ama la bici!

Una volta raggiunta Syame io e la mia guida abbiamo fatto una deviazione. Per raggiungere Syangboche, infatti, siamo passati per Chungsi Cave. Situato in un meraviglioso canyon, questo monastero è molto venerato dai buddisti, in quanto la tradizione dice che il Maestro Guru Rinpoche visse qui nell’ottavo secolo. La tappa che unisce Chele a Syangboche è dunque tosta: 15 km, 1350 metri di dislivello e arrivo a 3800 metri di altitudine!

Da Syangboche a Lho Mantang
Da Syangboche si cammina di nuovo lungo la strada principale. Il Mustang offre sempre un paesaggio desertico: spesso vi sono una sorta di dune nere, che formano un paesaggio da cartolina con le montagne innevate sullo sfondo. Da Syangboche sono passato prima per Ghame e alla fine sono arrivato a Tsarang (21 km e 900 metri di dislivello): qui ho avuto la possibilità di conoscere un monastero medievale molto bello!

A Tsarang ho conosciuto Tea e Tomas: la croata e l’argentino sarebbero stati compagni di trekking per il resto del Mustang! Da Tsarang abbiamo continuato a seguire la strada principale fino a Lho Mantang, la capitale del Mustang. Questa parte di trekking (14 km e 550 metri di dislivello) è stata un po’ monotona, ma il Lo La Pass 3950 m è stata una vera e propria meraviglia! Infatti, annunciato dalle classiche bandierine nepalesi, il passo permette di ammirare la parte alta del Mustang: Lho Mantang svetta in una posizione isolata, con il confine tibetano a solo 20 chilometri di distanza! Il Kora La Pass, che divide Mustang e Tibet, al momento è chiuso.

Lho Mantang
Io, Tea e Tomas ci siamo fermati tre notti a Lho Mantang. Abbiamo sfruttato la prima giornata per vedere Chhoser, raggiunta con una jeep: qui abbiamo visitato i monasteri Lo Garyu, Lo Nyifu e le particolarissime Jhong Caves, vere e proprie stanze nella pietra! Ritornando a Lho Mantang siamo passati per il monastero di Namgyal: le viste da qui sono eccezionali!

La seconda giornata è stata dedicata alla visita di Lho Mantang. Nella capitale del Mustang vi sono tre monasteri magnifici (tutti risalenti al XIII – XV secolo) da visitare (Chode Gonpa, Jampa Gonpa e Thupchen Gonpa). Inoltre, è possibile ammirare una vista dall’alto dalla cosiddetta Torre di Lho Mantang. Nel centro abitato, infine, è possibile vedere il palazzo reale: camminare tra le vie di questa capitale, che vanta solo duemila abitanti, lascia una sensazione unica! 

Da Lho Mantang a Ghami
Abbiamo lasciato Lho Mantang utilizzando un percorso diverso rispetto a quello dell’andata. Infatti, siamo passati per il Cho–Ku La, un passo a 4298 metri, che ci ha portato fino a Ghori Gompa, un altro monastero splendido! Le bellezze della giornata, però, non erano ancora finite: infatti, siamo passati per Dhakmar, un villaggio famoso per il suo paesaggio caratterizzato da magnifici canyon di colore rosso! Questa tappa da Lho Mantang a Ghami è stata dunque abbastanza dura, con i suoi 21 km e quasi mille metri di dislivello. 

Da Ghami a Chussung
Da Ghami abbiamo raggiunto Chussung in due tappe. La prima ci ha permesso di tornare a Samar (20 km e mille metri di dislivello, stavolta senza passare per Chungsi Cave): il tramonto a fine giornata è stato meraviglioso! La seconda (breve, quasi tutta discesa: 10 km e 200 metri di dislivello) ci ha permesso di raggiungere Chussung passando per Ghyakar: lungo questo tratto abbiamo passeggiato per piantagioni di marijuana, il cui odore era decisamente forte nonostante ormai fosse bruciata. 

Da Chussung a Muktinath
A Chussung ho conosciuto un altro gruppo di viaggiatori italiani, con cui abbiamo condiviso l’ultima tappa in Mustang. Vi sono due metodi per uscire dal Mustang: il primo è seguire l’itinerario dell’andata, uscendo per Kagbeni, mentre il secondo passa per il paese di Tetang ed il passo Gyo La 4000 m c., uscendo per Muktinath. Io e gli italiani abbiamo scelto la seconda opzione: le viste dal Gyo La Pass sono meravigliose, in quanto è possibile ammirare il Dhaulagiri (uno dei 14 Ottomila) da vicino!

Alcuni tratti di questo percorso sono un po’ esposti: nulla di tecnicamente difficile, ma chi soffre di vertigini potrebbe trovarsi in situazioni un po’ critiche!

Una volta arrivato a Muktinath ho salutato il gruppo di italiani e ho continuato fino a Phedi, cercando di facilitare la giornata successiva di trekking che mi avrebbe portato di nuovo al Thorong La Pass 5416 m. Ho completato così il trekking del Mustang con una giornata di trekking lunga 19 km, con 1700 metri di dislivello: fermandosi a Muktinath si risparmiano quattro chilometri e 400 metri di dislivello. 

Informazioni utili per il trekking in Mustang
Per fare un trekking in Mustang sono necessari permessi specifici. Mi sono collegato all’agenzia Nepal Social che mi ha aiutato nell’ottenere il permesso (costo 500 euro per 10 giorni), una guida ed il volo da Pokhara a Jomsom. I voli vengono effettuati solo al mattino presto in quanto nel pomeriggio il vento si alza. Non ho preso il volo di ritorno perché da Muktinath ho proseguito verso il Thorong La Pass ed il Tilicho Lake.

Vi è la possibilità di raggiungere Jomsom anche in jeep: da Pokhara bisogna contare circa dieci ore. Da Jomsom a Muktinath le jeep impiegano circa due ore.

Si dorme sempre in guesthouse. Queste sono quasi sempre fredde, a meno che vi sia una stufa a riscaldare gli ambienti comuni. Si cena nella guesthouse dove si dorme. Il menù tipico nepalese prevede dal baht (riso, lenticchie e verdure), momo (una sorta di grandi gnocchi ripieni di verdure o carne), noodles, zuppe. Per colazione ho sempre mangiato ottime torte alla mela.

L’Upper Mustang è generalmente meno caro rispetto al vicino Annapurna Circuit. Il costo medio di una giornata di trekking (colazione, pranzo, cena e dormire) difficilmente supera i trenta euro.

Vi sono birre locali! La più tipica è la birra Mustang: una 0,66 costa circa 6 euro. Un altro alcolico tipico è il brandy alle mele, perfetto per riscaldare le notti!

L’Upper Mustang è visitabile tutto l’anno, ma i mesi invernali sono veramente freddi. Ho intrapreso il trekking in Mustang a novembre e molte guesthouses mi hanno detto che avrebbero chiuso da metà dicembre ai primi giorni di marzo.

Il trekking in Mustang non è mai tecnicamente difficile e non tocca le altitudini dell’Annapurna Circuit o dell’Everest Base Camp. In compenso, le giornate di trekking sono spesso lunghe e quindi è necessario essere in buone condizioni fisiche. In totale ho percorso 146 km con 7700 metri di dislivello.

A novembre fa freddo! Le temperature sono spesso sottozero, anche all’interno delle stesse guesthouse. Ringrazio North Face per il vestiario tecnico: in particolar modo, un pile è stato molto gradito ed usato tutte le notti!

A mio parere, il punto più bello del trekking in Mustang è stato Dhakmar: il canyon di colore rosso è stato un vero e proprio spettacolo!

Il Mustang non è caratterizzato da alte montagne: i nepalesi spesso chiamano ‘hills’ montagne alte 5/6000 metri!

Si trova quasi sempre connessione Wi-Fi, anche se è abbastanza scadente. Generalmente le guesthouse non fanno pagare per la connessione. La scheda telefonica NCell, invece, non ha copertura in tutto l’Upper Mustang.

Capitolo docce calde! Mi sono fatto solo tre docce calde: due a Lho Mantang e una a Chussung. Negli altri casi ammetto che avevo già talmente freddo alla fine della tappa che non avevo nemmeno il coraggio di provare la temperatura dell’acqua!

Spesso si trovano degli scheletri di teste di yak sopra la porta delle case. Inoltre, spesso è possibile trovare legna accatastata sui tetti delle case: la presenza di questa legna era una sorta di dimostrazione della ricchezza della famiglia di quella casa.

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Trekking in Mustang ultima modifica: 2025-01-23T05:58:00+01:00 da GognaBlog

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7 pensieri su “Trekking in Mustang”

  1. Io dal titolo pensavo fosse un giro on the road negli States a bordo di un’auto sportiva made in USA. Che gnurant …

  2. bello il tuo giro ma quanto viene a costare? io ho già fatto altri trekking sull’ Himalaya. Inoltre quando lo fai? non hai pensato a trekking in Sikkim? 

  3. bello il tuo giro ma quanto viene a costare? io ho già fatto altri trekking sull’ Himalaya. Inoltre quando lo fai? non hai pensato a trekking in Sikkim? 

  4. In ogni villaggio c’è l’insegna di Illy caffè.  Lo Mantang è piena.
    Cercando bene lo spriz non dovrebbe essere difficile da trovare.

  5. Adesso non ha senso andarlo a fare. Io aspetto che ci sia la possibilita’ di bere almeno qualche spritzzz

  6. Chissà quanto impiegherà questo trekking a diventare “commerciale” e quindi frequentato come se si fosse a far vasche nel centro di una qualsiasi nostra città…

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