Ubriaco sulla cima

A ricordo di Enzo Cozzolino
di Ivo Ferrari

Eh sì ! Tutti questi anni in verticale sono stati il modo migliore per conoscere e conoscermi… ho ricercato “esempi” per parecchio tempo, mi sono “sforzato” di arrampicare come gli “esempi”.

Enzo Cozzolino

Enzo Cozzolino
Uno in particolare ha influenzato tutto il mio andare per monti, e a distanza di anni, ancora adesso, quando percorro la Val Corpassa, o salgo il ripido sentiero verso il Monte Agnér, ne sento la sua presenza, una presenza “inventata”, perché Lui era già andato avanti quando io mi riempivo ancora i pannolini di pipi! E, se devo essere sincero, ho smesso tardi.

Nella mia testa “confusa” Lui è diventato un mito che il tempo ha trasformato in leggenda… ho seguito molte volte i suoi appigli, in estate e d’inverno… a volte da solo. Conosco i suoi capolavori e la sua storia, la sua straordinaria attività, svolta in quei pochi anni.

A volte, prima di scendere a valle, mi fermo nella chiesetta del Rifugio Vazzoler: lì, Lui viene ricordato con altri nomi, in un elenco oramai lunghissimo… Non prego molto, lo faccio, ma non molto, ho sempre fretta, il tempo mi ha regalato l’uso della fretta, ma lì mi fermo, depongo lo zaino e la mia preghiera diventa un semplice pensiero…

Stasera ho visto il dvd Fachiri, echi verticali creato in sua “memoria”: Flavio Ghio, il compagno di tante scalate, lo ricorda con poesia e dolcezza… Ne è valsa la pena inseguirti, non rinviare i chiodi in eccesso, prendere freddo e salire veloce e libero lungo i tuoi capolavori… Chissà come saresti ora, cosa avresti fatto all’ora…

Le tue vie belle “illogiche” nel gruppo dell’Agnér, il tuo diedro perfetto al confine sloveno, la tua “sregolata” linea sulla Busazza… E’ valsa la pena seguire le tue tracce… Mi hai reso orgoglioso.

L’idea di salire la parete ovest della Cima della Busazza mi girava e rigirava continuamente in testa. La stagione era agli sgoccioli ed anche il mese di settembre era volato via velocemente. Mi mancava ancora qualche cosa… Mi mancava la Busazza da ovest!

Con calma risalgo la carrozzabile che porta al rifugio Vazzoler e, giunto al torrentello, devio diretto verso la maestosa parete… non c’è più nessuno in giro, niente turisti, niente arrampicatori… solo io ed il silenzio. Un enorme masso sarà il mio riparo per la notte. Sono tranquillo, conosco già un bel pezzo di via, in compagnia di un amico ho provato in una lunga giornata… ma la stanchezza e la difficoltà avevano vinto costringendoci a rientrare (con non poco rischio) fino alla base.

La mattina mi alzo “stranamente” riposato e tranquillo; preparo lo zaino, controllo che tutto sia nel posto giusto e dopo un brevissimo avvicinamento inizio a salire.
Le placche ripide mi impegnano subito, è un’arrampicata tecnica, su piccole prese, spostamenti continui e verticalità…
Verticalissima! Una linea superba e io mi sento davvero piccolo con tutto questo vuoto sotto le scarpe, salgo abbastanza rapido, mi alzo e guadagno in altezza… La Cozzolino non è una via classica, la sua “strana” difficoltà non la renderà mai una classica.
Dopo alcune ore mi trovo nel punto massimo raggiunto la volta precedente con Oscar.
Ora ho sopra la testa il famoso tiro di V/VI grado (in verità supera di gran lunga il VI).
E’ ora di togliere la corda dallo zaino ed assicurarmi: il vuoto è stomachevole… parto deciso e dopo aver trovato e rinviato un chiodo di dubbia tenuta, in completa apnea percorro parecchi metri prima di riuscire a piazzare un friend… di buona marca, ma pure lui ispira poca fiducia nello svolgere la sua mansione. Cado letteralmente su di un terrazzino: tre chiodi “pestati” con poco amore e tanta cattiveria mi aiutano a riprendere fiato prima di scendere a smontare il poco da smontare!

Enzo Cozzolino

Cozzolino2

Finalmente un bellissimo posto per bivaccare, una lama mi nasconderà nel suo interno durante la notte, aiutandomi a non guardare le stelle e il buio sottostante.
La mattina riparto e dopo tre lunghezze dure e piuttosto friabili, finalmente trovo una sosta attrezzata e un bel terrazzo dove incominciare a pensare alla cima… che calpesto nel primo pomeriggio, confuso, stanco e mezzo rimbecillito!
Davanti al libro di vetta non riesco a scrivere niente, lo fisso e non trovo quella ragione che mi ha spinto fin quassù! Vorrei scrivere cosa ho fatto, ma non ricordo nemmeno la via percorsa… solo dopo parecchio tempo in un momento di lucidità, riesco a scrivere “solitaria alla via Cozzolino”…

E il breve momento fugge via, portando con sé il nome del compagno di Cozzolino… non ricordo più niente, sono in uno stato euforico ma molto, molto strano!!! Mi addormento… Verso sera arriva il freddo a svegliarmi, velocemente getto tutto nello zaino e inizio la discesa.

Due giorni strani, una linea dura, difficile e complicata… due giorni in un posto diverso, completamente “fatto”, completamente “ubriaco”…
A voi è qualche volta accaduto di ritrovarvi in uno stato di “ubriachezza” non alcolica?
Ivo Ferrari, tratto da http://ivoferrari.blogspot.it/2014/01/enzo-cozzolino-pensieri.html e da http://ivoferrari.blogspot.it/2014/03/ubriaco-sulla-cima.html (entrambi link non più reperibili per successiva chiusura del blog di Ivo Ferrari, NdR).

Enzo Cozzolino

cozzolino

Per chi volesse farsi un’idea della linea sulla Busazza:
http://www.ramellasergio.it/Testo/VIE_FUTURE/TORRE_TRIESTE/altre_relazioni_cima_busazza.html#viaCOZZOLINO

Su Enzo Cozzolino:
http://www.paretiverticali.it/ENZO%20COZZOLINO.htm

http://www.loscarpone.cai.it/news/items/cozzolino-omaggio-a-un-eroe-del-7-grado-cai.html

 

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Ubriaco sulla cima ultima modifica: 2014-01-29T08:04:42+01:00 da GognaBlog

2 pensieri su “Ubriaco sulla cima”

  1. 2
    Paolo Panzeri says:

    Lo ricordo in alto, era fermo in spaccata a studiare il passaggio e dopo parecchi minuti riprendeva a salire. Saliva slegato, era sereno.

  2. 1
    Alex says:

    Complimenti, ottimo articolo

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