Una bella utopia per la Marmolada
di Giorgio Daidola
(pubblicato sul Corriere del Trentino, 1 luglio 2021)
La scorsa settimana l’ho salita e scesa con gli sci per l’ultima volta. La quarta di questa lunga e fortunata stagione scialpinistica. A metà giugno non potevo desiderare di meglio. Condizioni perfette, neve facile, sciata appagante e rilassante. È questo il piacere che pochi conoscono dello sci di tarda primavera. Inoltre, sarà perché sono vecchio, non mi va più di cimentarmi con discese complicate e difficili: in Marmolada so quello che trovo, pendii che sembrano fatti apposta per lo sci, un mare bianco che offre un senso di spazio unico, con sullo sfondo le più celebri guglie dolomitiche.
Ho ripensato ai numerosi articoli che ho scritto su questa montagna perfetta, soprattutto alle ultime interviste agli operatori turistici di Fedaia, la località ai piedi della Marmolada, pubblicate dalla rivista Dislivelli.
Ho ripensato alla mia lettera aperta al Governatore della Provincia Autonoma di Trento del 9 giugno 2021 pubblicata su questo giornale. Al previsto silenzio assordante che ne è seguito.
Come se, con lo scioglimento della neve, il futuro della Marmolada non fosse più un problema per nessuno. Dopo i fuochi di artificio della SAT del marzo 2021, con proclami tanto generici quanto inutili, una spessa coltre di silenzio ha sostituito quella della neve. Un silenzio che non fa presagire nulla di buono. Quando si devono prendere decisioni indigeste per chi non è d’accordo nello sfregiare la Marmolada con impianti pesanti (tipo cabinovie e annesse infrastrutture, tanto per intenderci) è questa indubbiamente la tattica vincente: far venire meno il dibattito e poi, in sordina, approvare il progetto e iniziare subito i lavori di costruzione del nuovo lunapark. A quel punto il gioco è fatto, il teatrino dei dibattiti è definitivamente chiuso e chi non è d’accordo capisce che è ormai inutile gridare al ladro.
Dalle mie interviste, com’era abbastanza prevedibile, è emerso che senza un impianto, Fedaia è destinata a morire come stazione invernale. Anche per la stagione estiva un impianto può essere utile, seppur non indispensabile. Per fortuna però non tutti sono d’accordo nel sostituire un impianto leggero e poco impattante com’era la storica cestovia con un impianto pesante corredato da piste autostrade, neve artificiale, bar in quota, ecc… L’accordo fra i diversi operatori non c’è neppure su dove e come costruire il nuovo impianto. Le critiche alla torre di cemento antivalanghe per la stazione di arrivo (che poi sarà anche di partenza, per una futura conquista di Punta Rocca…) del progetto approvato dal Comune di Canazei non sono certo mancate.
Mancava però un’opinione, nelle mie interviste: quella di Roby Platter, titolare del bar-tavola calda contigua allo storico rifugio Castiglioni, sulla strada del Passo Fedaia. Con una vista unica sulla Marmolada, il bar è aperto solo d’estate , frequentato soprattutto da escursionisti, ciclisti, motociclisti e automobilisti di passaggio. Roby Platter è guida alpina e maestro di sci, come suo padre e come suo nonno. Uno che la montagna la conosce bene. Sono andato a trovarlo dopo la mia ultima discesa. La sua idea per la Marmolada non verrà probabilmente mai presa in considerazione ma credo valga la pena di una riflessione, perché sarebbe l’unica che farebbe di Fedaia una stazione peculiare, da annoverare accanto alle giustamente decantate stazioni svizzere di Wengen, di Murren, di Zermatt, di Sass Fee.

Si tratterebbe di realizzare una ferrovia a cremagliera, quasi tutta in galleria, per raggiungerla da Canazei. É ben noto che la strada per Passo Fedaia è pericolosa in inverno e i nuovi costosi paravalanghe non hanno risolto il problema. Per questo motivo la strada è chiusa fino a maggio sul versante veneto di Malga Ciapela. Meglio quindi, secondo Platter, chiuderla del tutto anche sul versante trentino, con notevole risparmio di costi, facendo di Fedaia una stazione invernale unica grazie al treno, senza circolazione di auto. Un luogo prezioso per chi vuole gustare una montagna diversa. Ne guadagnerebbe molto anche Canazei, che potrebbe vantare un collegamento comodo ed esclusivo con Fedaia e la Marmolada. “E il nuovo impianto pesante da Fedaia verso la cima, va fatto comunque?” chiedo a Platter. “Un impianto ai Mahlknecht bisogna lasciarglielo fare – mi risponde – hanno comprato la vecchia cestovia proprio per questo…”.
Si può però discutere che tipo di impianto. Con un po’ di intelligenza converrebbe a tutti fare di Fedaia e della Marmolada un paradiso del freeride e dello scialpinismo, quindi non omologarla ai già troppi lunapark dolomitici per lo sci di massa. Per il freeride e lo scialpinismo non servono le piste di neve artificiale, la cui costruzione è spesso più devastante degli stessi impianti pesanti che le rendono indispensabili per smaltire flussi di migliaia di sciatori all’ora. Bastano skilift e impianti leggeri poco costosi e poco impattanti, da far funzionare solo quando le condizioni lo permettono.
Il trenino Canazei-Fedaia rimarrà con ogni probabilità un bella utopia. Ammesso che si comprendano le ragioni per considerare prioritario questo collegamento anziché quello a monte con gli impianti veneti della Marmolada, è verosimile che si preferirà, come purtroppo è successo per il collegamento San Martino di Castrozza-Passo Rolle, una moderna cabinovia, il cui impatto visivo, malgrado le stazioni interrate, non ha bisogno di commenti. Le ferrovie di montagna a differenza degli impianti a fune si inseriscono bene nel paesaggio. Si pensi ad esempio alla lunga linea che collega Tirano in Valtellina a Passo Bernina e di qui a Saint Moritz. Si tratta inoltre di investimenti più duraturi oltre che meno pericolosi degli impianti a fune, che richiedono complesse manutenzioni straordinarie e onerose opere per il loro smantellamento alla fine della loro vita utile.
Se sostenibilità significa pensare al futuro non vi è dubbio che le linee ferroviarie costituiscono, in tutti i sensi, investimenti più “sostenibili” degli impianti a fune. La ferrovia dello Jungfraujoch 3454 metri, entrata in servizio nel 1912, ne è l’esempio più eclatante. Costruire a fine ottocento una ferrovia di 9 km di cui 7 di galleria sotto la parete nord dell’Eiger e del Mönch con i mezzi di allora poteva essere considerata pura follia. A distanza di quasi 110 anni questa ferrovia risulta ancora essere una delle chiavi del successo del turismo nell’Oberland Bernese, con oltre un milione di passeggeri ogni anno. Un investimento quello nella Jungfrau Bahn, che continua a dare ottimi risultati economici, certo migliori di quelli della maggior parte dei moderni impianti a fune.
Breve filmato di Danilo Baldessari di una salita e discesa sulla Marmolada
https://drive.google.com/file/d/1mARnAyozmEOG0TMOy1nbfPDCyJ8JX3Lb/view?usp=sharing
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Albert, scusami, ma lo sciatore che da punta Rocca è sceso a Serauta con gli sci, cosa avrebbe dovuto sapere aspettare? Che la neve si rendesse pesante per il sole d’Agosto. La neve fresca decide lei quando esserci e se tu la vuoi, devi essere lì. Indipendentemente dai tuoi altri (importanti o meno) impegni, ferie, famiglia, ecc. Comanda lei. Quindi?
Pienamente d’accordo con le ferrovie, la citata Tirano Bernina St moritz continua verso Bergun e Tiefencastle consentendo in inverno, con strada chiusa Passo Albula di poter usare il treno per salire sino a Preda e scendere con lo slittino sino a Bergun.
In estate consente giri circolari a piedi e /o bici e ritorni con treno evitando utilizzo auto.
Bello il breve filmato di Ski du printemps
https://www.dolomitisuperski.com/it/Scopri/Zone-sciistiche/Marmolada/Webcam
0ggi, 5 agosto 2021, si vede serpentina in neve fresca da stazione punta Rocca a stazione punta Serauta..qualcuno non ha aspettato ed ha colto l’attimo fuggente, regalato da nevicata in alta quota avvenuta nei giorni scorsi. L’Ignoto ha usato l’impianto da Malga Ciapela che intanto esiste e funziona, magari con green card scaricata.( strisciata/e di bancomat.. per una sola salita &discesa o forse anche ripetute),comunque sempre meno spesa per chi va a
https://www.cardrona.com/winter/snow-report/
Se facciamo un paragone ardito con Venezia…il Mose funziona ma ha un bel carico di debiti gestionali e comincia a corrodersi.Intanto si chiudono e ripuliscono i rii dalla melma come in passato ..ed alcuni propongono soluzioni per deviare il traffico delle navi crociera..( inascoltati perche’ sarebbe gia’ quasi pronto il canale , qundi meno giro di soldi e potere.)
Mai capito perché in Trentino, tutto è trentino e ce lo scrivono.
chissa’ come e’messo il sentiero E 605 della Sat , da Penia alla Fedaia, specie in inverno
scelta menu’ a tendina in alto a sinistra
https://trentino.webmapp.it/#/main/explore?map=13.90,11.8486,46.4516
https://trentino.webmapp.it/#/main/details/sentieri_tratte-161
se i sentieri son larghi come le strade forestali e sono stati liberati da ingombri ci puo’stare uno sci slow escursionistico smagrente allenante da meditazione.
Piu’ che alla carica darei importanza alle argomentazioni..poi non esiste trasformazione energia &movimento senza pagare pegno.Per produrre le auto elettriche esaminando il ciclo completo materiali e smaltimento si usa tutta energia solare o eolica o anche la sporca?Neppure l’energia idroelettrica e’ cosi pulita: il cemento come si ottiene? come si trasporta assieme a ferro e ghiaia?? per quanti anni e’ efficiente il bacino che lentamente si ricolma di detriti? (Marmolada ha il lago Fedaia alla base, con tanto di diga..poiuna piu’ inbasso a Moena Soraga)Quanta energia si disperde lungo i cavi ?togliere di mezzo gli scassoni da euro 0 a euro 3 non sara’ il massimo,ma un passettino avanti… DEMOLENDOLI E RICICCLANDONE LE MATERIE PRIME EVITANDO CHE poi li ESPORTINO nei paesi che si accontentano e non hanno norme e poi il vento ci riporta gli inquinanti.Inquinamento minimo: per l’assurdita’ di tagliare l’erba a fini estetici, si brucia benzina e gli scarichi finIscono al suolo sopra l’ erbetta che ricrescera’.
Albert, alle opinioni riguardo a inquinamento, sostenibilità e auto elettriche del presidente dell’Automobile Club d’Italia io ci farei una certa tara, diciamo…
Saggezza e praticità Alpina pura!
Mi giungono notizie da vecchi amici della val di Fassa.Per il momento sognano poco perche’ sono parecchio stanchi e sprofondano in un sonno di piombo.Il loro impegno “minimale” certosino e’ liberare i sentieri classificati dalla Sat,
https://trentino.webmapp.it/#/main/explore?map=16%2F46.2467%2F11.8437 danneggiati da Vaia.Tali sentieri ,in parte , dopo due anni di impegno nel tempo libero,sono ancora ingombri da tronchi di traverso e radici e sassi , che vanno tolti di mezzo a suon di motosega , carriola , piccone e badile( barela, pic e badil).Nelle marce di avvicinamento o discese scialpinistiche, escursioni slow ski su strade forestali ,un incastro in rami o sassi occultati da neve produrrebbe capitomboli e cadute a pelle di leopardo.
Prendi una barela, impienisila di giara e tralla la’, per i trenini ed impianti si vedra’.
Un interessante parere:
https://www.liberoquotidiano.it/news/europa/28111419/aci-angelo-sticchi-damiani-auto-verde-inquina-come-altre-europa-ci-uccide-per-nulla.html
in pratica bisognerebbe radiare TUTTI i veicoli con motore a combustione da euro 0 a euro 3 ed ammettere a benefici fiscali anche l’usato da euro 4 a euro 6 ,progressivamente.Meglio di niente..anzi un bel passo in avanti. Ho visto arrancare per i passi dolomitici, Fedaia compreso, certe carrette bus o furgoni o camion, parecchio spompati e con nuvola di fumo nero bruciato causa motori stravecchi .Per migliorare sicurezza antivalanghe, forse qualche galleria in piu’ oltre alle esistenti, verso il Fedaia…in modo da avere la strada sempre agibile.
In passatosi e’ dibattuto a lungo su un collegamento funiviario o cabinovia Moena- Soraga -Passo Costalunga, poi l’idea e’stata cassata ( era una caxxata?) scommetto che si riaffaccera’ .Il vero problema e’ la diminuzione di neve
i nordisti non li capisco, sempre dietro a fare e disfare, valorizzare (cosa???), sfruttare…..
sempre di corsa verso…. boh…..
in centro italia la vita scorre più lenta, fai molti chilometri che a volte pensi CI VORREBBE UN VIADOTTO ma poi pensi CHI E’ CHE MI CORRE DIETRO?
ci si muove più lentamente, si mangia più lentamente,si lavora più lentamente e i rapporti fra le persone sono più lenti però secondo me più veri
lasci più spesso la porta aperta, che comunque adesso devi stare attento,non è più l’epoca di mio ninno
meno fisime,forse meno soldi ma lavita costa meno
e il turismo c’è, eccome se c’è e vengono a comprare casa americani inglesi tedeschi e provano a fare il vino
a quaaalcuno gli va bene,altri fanno della robaccia
forse è più fcile vivere l’appennino che non le alpi, più bassop ma l’inverno è faticoso anche lì vengono delle nevicate ci ti sommergono!!! non sempre ma a volte brrrrrrrr
la marmolada l’ho vista una volta, più il versante nord che queello sud
bellissima ma non è la mia montgna preferita
non mi sembrava ci fosse bisogno di altro, mi sembrava ci fosse già tutto, les trade per arrivarci bellissime
da noi devi percorrere certi viottoli che ti sembra di finire non sai bene dove e si sabglia anche bene perché la segnaletica fa un po’ schifo am tanto se ti perdi CHI TI CORRE DIETRO!!
Esistono poche montagne così accessibili nelle Alpi tutte che racchiudano in sé tutte le caratteristiche della Marmolada. Una parete sud alta 800m con roccia perfetta, creste per alpinismo facile, escursioni su sentiero e ghiacciaio per ogni gusto e capacità, vie ferrate, vie di roccia classiche, sportive ed estreme anche sui satelliti del versante nord, museo a cielo aperto della grande guerra e poi l’inverno. Con la neve in Marmolada c’è da sognare sui suoi pendii perfetti che soddisfano lo scialpinista tranquillo tanto quanto il freerider top level o lo sciatore estremo (come si diceva una volta). Eppure tutte queste peculiarità uniche vengono viste e valorizzate (nel vero senso di questo termine abusato anche dagli assassini) solo da coloro che le sanno apprezzare. Costoro nulla hanno a che vedere con lo sciatore da Sellaronda, ma quest’inverno con gli impianti chiusi (umanamente il migliore di tutta la mia vita) causa covid, si sono visti numeri di scialpinisti e ciaspolatori cosi elevati che dovrebbero fare riflettere i vogliosi di ovovia e collegamenti meccanici per lo sci a tutti i costi. Questi dovrebbero finalmente rendersi conto che l’utente (brutta parola, lo so, ma “quelli” capiscono solo una lingua) montagna si è evoluto. Moltissimi sciatori da Sellaronda hanno giurato che non rifaranno le pecore sugli impianti tra un bar e l’altro perché hanno scoperto le pelli di foca. E non sono pochi. Sono un potenziale notevole e un posto come la Marmolada li concentrava in parte e silenziosamente al purtroppo ormai distrutto (vero) rifugio pian dei Fiacconi a tarda primavera. La Marmolada si può collegare con un trenino a cremagliera con la val di Fassa ma per il resto è già collegata a tutto il resto. Andrebbe lasciata com’è per quanto riguarda collegamenti ulteriori. I Mahlnekt facciano pure arrivare il loro eventuale nuovo impianto poco più su di dove già arrivava la vecchia cestovia, quel tanto per collegarsi alla pista con una skiroute poco pendente. E per favore che non si mettano davanti a tutto i soliti ignoranti (aggettivo che sottolineo col cuore) campanilismi trentino/veneti, perché il confine manco si sa dove passa esattamente. Si badi alla sostanza e a quel minimo di autenticità che può fare della Marmolada un esempio nel mondo. Siamo nel 2021! Ricordiamocelo tutti. Grazie. E speriamo bene.
E’ ovvio che l’optimum sarebbe una montagna disantropizzata: musica per le mie orecchie! Tuttavia è (purtroppo) politicamente non perseguibile per le troppe esigenze in gioco, non ultime quelle dei residenti. Nell’ambito della seconda scelta, quella cioè di un afflusso “educato” alla montagna, il modello ferroviario è meglio dell’accozzaglia attuale, non solo a Fedaia, ma in generale. Le considerazioni di Daidola lo dimostrano e chi ha messo piedi in una delle citate località svizzere si è reso conto della differenza. L’impatto della costruzione ferroviara è nell’immediato molto intenso, ma nel lungo termine produce un afflusso meno inquinante, sia in termini diretti che per la qualità delle persone che si riconoscerebbero in quella filosofia. Tuttavia, ribadisco che in Italia non accadrà mai di veder realizzato felicemente il modello svizzero: i lavori durerebbero 50 anni , se non addirittura 100, registreremmo solo disservizi, errori, anomalie, tangenti e ruberie e, una volta messo il tutto a regime, ci sarebbero i soliti furbetti e i soliti inquinatori. In parole povere: si farebbe un gran casino, squarciando la montagna, per non cambiare granché rispetto allo status quo. Tutto ciò, non per colpa del modello ferroviario in sé, ma per colpa degli italiani e dei loro comportamenti. In generale, se dipendesse da me, io toglierei tutto (pali, strutture, strade ecc) , non solo a Fedaia, ma ovunque. Ne consegue uno stile di vita molto diverso dall’attuale: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Sì. Sarebbe come fare una passerella transoceanica.
Per mare ci va chi ci prova.
Per montagne dovrebbe essere uguale.
Agevolare, assistere, aiutare come politica prioritaria, sulla lunga distanza tende a ridurre le potenzialità evolutive di ognuno.
[non ho letto l’articolo – è solo un commento provocato da Simone]
Da lontano si dibatte, poi una prospezione geologica e’obbligatoria prima di ogni progetto anche solo virtuale. Gia’ci sono idee contrastanti per una linea val di Fiemme ( da Ora 8 fino a Predazzo c’era ma e’ stata smantellata )fino a val di Fassa .Moena e’ stata bypassata da circonvallazione ..una mega ciclabile attende completamenti di alcuni tratti..da Moena centro si prevede collegamento a fune fino agli impianti Lusia ed intanto si dibatte pure su soluzione per rio Costalunga dove si innesta nell’Avisio..con una strozzatura da eliminare.
Io invece direi che dovremmo smetterla di sforacchiarle queste povere montagne. Abbiamo già ampiamente superato i limiti ammissibili. Non capisco perchè chi lotta contro cemento e pali sia invece a favore di un tunnel.
L’idea di fare di Fedaia la Murren-Zermatt-Wengen italiana, grazie alla ferrovia, è molto sensata e molto affascinante. Fosse per me la approverei in pieno e la estenderei anche a mille altre località. Il lato debole di queste idee è uno solo (insormontabile): in Svizzera ci sono gli svizzeri, in Italia gli italiani. Ipotizzare un modello svizzero in Italia è una contraddizione insanabile, un ossimoro insuperabile.
gli skilift leggeri e poco impattanti con pur sempre piloni fissi, non potrebbero essere sostituiti da motoslitte taxi persino a motore elettrico o ibrido a batterie ricariabili che portano in alto al traino simile a sci nautico o su slittona chi non ce la fa (gnafa in gergo)? finita la stagione di punta si ricoverano i mezzi in depositi o si destinano ad altre incombenze.Per esempio con aggiunta di accessori, pulizia marciapiedi dalla neve, protezione civile ecc.Mancano solo un poco di conti economici, un business splan, un cronoprogetto.. una tesi di valenti studenti una startup che fa l’esperimento. Per innevamentoci sono riusciti :https://trentinosviluppo.it/it/neve-sopra-gli-zero-gradi.Per un collegamento ferroviario nulla vieta a creare con il software cad vagoni mimetizzati , finti carri porta legname..carrozze rivestite di simil scandole .Purtroppo in Marmolada intorno al periodo della magica ultima sciata recente
https://www.montagna.tv/183588/marmolada-due-escursionisti-precipitano-in-un-crepaccio-muore-una-ragazza/