Una storia di civile umanità
di Luca Calzolari (direttore di Montagne360)
(già pubblicato su Montagne360, maggio 2018)
Lettura: spessore-weight(2), impegno-effort(1), disimpegno-entertainment(2)
Per molti salire in alta quota avvicina in qualche modo al divino o a una spiritualità laica. Quel che invece è certo è che lassù, in alto, tra la neve fresca, ci sono uomini straordinari. Gente preparata, competente, dal cuore puro. Qualcuno, forse impropriamente, li chiama eroi. Eppure sono solo persone come tante, la cui coscienza ha in comune l’adesione irrinunciabile al valore universale della vita umana. Credono che esista una regola di comportamento che non può essere condizionata da certe leggi cieche e assolute. Del resto l’amore per la montagna ha contribuito a formare in loro quel carattere così risoluto e prodigo che oggi il mondo fatica a identificare e riconoscere. È per queste stesse ragioni che un uomo come Benoît Ducos è stato battezzato “eroe” dalla stampa internazionale. Questa definizione richiama gesta epiche. Ma a essere evocate, stavolta, non sono scene di battaglie corsare o di conquiste storiche. Se Benoît è considerato un eroe moderno lo si deve esclusivamente alla straordinarietà di un gesto ordinario, che ha messo a repentaglio la sua esistenza e che ora gli fa rischiare ben cinque anni di carcere. Se di battaglia dobbiamo parlare, quella che si sta combattendo anche sulle nostre montagne ha direttamente a che fare con l’umanità perduta.
A guardarlo bene in volto, si scopre che Benoît Ducos ha davvero il tipico profilo francese. È una guida alpina, ex sciatore di primo soccorso. Lui, falegname di mestiere e volontario per vocazione, per l’associazione “Tous Migrants” esplora da due anni le Alpi, in Alta Valsusa, per soccorrere chi, impreparato e spinto dalla disperazione, cerca di superare il valico per raggiungere la Francia nonostante le proibitive condizioni. Un sabato di marzo, non senza difficoltà, ha visto farsi largo nella neve un’intera famiglia di migranti. A quasi millenovecento metri di altitudine, nei pressi del passo del Monginevro, c’erano due bambini piccoli (di quattro e due anni) con i loro genitori. Per la donna, incinta, era iniziato il travaglio. Benoît non ci ha pensato un attimo di più: li ha soccorsi e fatti salire in auto per trasportarli in tutta fretta all’ospedale di Briançon. Sulla loro strada hanno incontrato la gendarmerie francese, che li ha bloccati. Per più di un’ora hanno trattenuto la donna perché clandestina – il parto è avvenuto solo dopo, con taglio cesareo d’urgenza, a seguito dell’intervento dei pompieri, mentre la guida alpina è stata accusata di favoreggiamento all’immigrazione clandestina solo per aver fatto viaggiare su una vettura i migranti bisognosi di cure mediche.
«Ho spiegato ai gendarmi come sono andate le cose. E ho anche aggiunto che se accadesse di nuovo, beh, lo rifarei» dice Benoît. Quella risposta così semplice e apparentemente scontata illumina qualcosa di profondamente ingiusto. No, non mi riferisco ai cinque anni che Benoît rischia di trascorrere in carcere (anche se non li dimentico e non so quale sarà stata l’evoluzione quando leggerete questa storia. Non sono un avvocato, ma credo che in Italia Benoît non rischierebbe il carcere perché il Codice di procedura penale all’art. 54 recita: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo“. Un gesto di umanità non può essere un reato. Penso invece alla disumanità cui si è opposto con quel semplice gesto di disobbedienza civile. L’umanità e la civiltà dell’uomo che ama la montagna e la vita, qua si contrappone alle scelte di un Paese che, dall’Eliseo in giù, pare aver perso l’onore. Lo ha perso quando, nello stesso periodo, una storia simile a quella della famiglia soccorsa da Benoît si è conclusa nel peggiore dei modi. Penso alla nigeriana Beauty. Un nome che avrebbe dovuto segnare in positivo il suo destino, ma così non è stato. A poco più di trent’anni, incinta e malata, è stata respinta dal confine francese. La polizia l’ha abbandonata davanti alla stazione di Bardonecchia. L’ha soccorsa un medico italiano (un altro eroe?) ed è stata ricoverata all’ospedale di Rivoli (prima) e al Sant’Anna di Torino (poi). È morta un mese dopo in sala parto. Ma Israel, il suo bambino, è salvo e pesa qualcosa in più di settecento grammi. E allora mi torna in mente la risposta di Benoît (“lo rifarei”) e penso che in quelle parole scritte da Bertold Brecht nella Vita di Galileo (“sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi”) c’è la fotografia dell’attuale infelicità del nostro presente. Ma finché sulle montagne continueranno a esistere e a intervenire con coraggio grandi uomini normali come la guida Benoît Ducos, allora potremmo dire che la battaglia di civiltà non è persa. Non ancora.
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tutti in parlamento no.
Ma fare sentire un pò di più la nostra voce, la nostra protesta, magari si.
Chi protesta oggi?
Se magari! Io posso essere responsabile di fare la raccolta differenziata, di mettere nel sacchetto gli escrementi del cane (se l’avessi), di dare qualche spicciolo al migrante che chiede soldi per strada, di fare egregiamente il mio lavoro, di comportarmi bene con familiari e amici, di rispettare i segnali stradali e più in generale le norme e i regolamenti, di pagare le tasse ma poi mi fermo lì.
Ci sono decisioni che per forza devo delegare, mica possiamo andare tutti in parlamento.
Basterebbe che ogni persona si sentisse un poco “responsabile”!
Ma la storia delle nostre religioni e società insegna che è impensabile, almeno qui in occidente. Preferiamo credere e magari ubbidire a chi ci è più “simpatico” ed evitare di proporre qualcosa di nostro, ma pensandoci bene.
Mi pare che siamo passati dall’indignazione relativamente a fatti specifici affrontati meritevolmente da singoli e deprecabilmente a livello istituzionale a considerazioni globali che, sebbene in alcuni casi meritevoli d’attenzione, si scontrano con la vita reale e pratica che tutti i giorni ciascuno di noi conduce.
Cioè, per semplificare, io posso anche farmi carico delle politiche colonialiste dei miei avi e di quelle neocolonialistiche dei nostri tempi ma poi a livello pratico cosa faccio? Ospito una famiglia di migranti nel mio appartamento di 70 metri quadrati? Esprimo un voto ad una forza politica che ritengo possa risolvere la situazione in maniera adeguata e nel rispetto della dignità umana (sempre che questa forza politica esista, cosa che francamente non vedo)? Destino parte dei mie modesti stipendi a qualche ONLUS che ritengo possa fare del bene? Mi impegno nel sociale a gratis? Vado in piazza a manifestare? Fondo anch’io un’organizzazione che si occupi di certi problemi? Raccologo firme contro la produzione delle armi ed il loro commercio?
Vanno bene le analisi, spesso superficiali che sovente facciamo per dare delle risposte semplici a problematiche estrememente complesse, ma poi bisogna trovare la quadratura del cerchio se no faccio la parte del solito trombone che sa perfettamente dove stiano i problemi e cosa si debba fare ma che se però poi si dovesse mettere a fare sul serio non saprebbe da che cavolo di parte cominciare.
Una volta una delle solite radical chic di sinistra, ai bei tempi in cui esisteva il partito comunista, si lamentò dell’evasione fiscale in Italia, che trent’anni fa era di gran lunga superiore a quella odierna. Nel frattempo lei affittava in nero un appartamento. Fattole notare la cosa rispose “un conto è quello che si dice e un conto quello che si fa”.
Fantastico! Quante ce ne sono di persone così? Un totale! Ma a volte certi comportamenti diventano una questione di sopravvivenza.
Io non sono certo quello che vorrebbe respingere i migranti a colpi di mitragliatrice, dico solo che salvare vite umane è cosa assolutamente doverosa ma poi sarebbe doveroso metterli in condizione di vivere dignitosamente. Ma per farli vivere dignitosamente devi investire denaro in strutture adeguate, pagare persone che gli insegnino la lingua, far sì che ci siano aziende disposte ad assumerli, dargli un alloggio dignitoso, ecc. ecc..
I soldi dove li prendiamo? Ah sì, è vero, in Sicilia ci sono più forestali che in Canada. Quindi che facciamo? Licenziamo i forestali siciliani oppure li ricollochiamo (dove? perchè serve un progetto) e parte dei soldi risparmiati li destiniamo ai migranti. Ma se ricollochiamo i forestali siciliani poi non abbiamo più i soldi per i migranti.. Ohibò, allora chi facciamo? Idea! Mettiamo una bella patrimoniale sui super patrimoni. Peccato che se facciamo così i super patrimoni, sempreché siano ancora in Italia, se ne vanno all’estero e magari se ne vanno all’estero anche le aziende italiane di proprietà dei super Paperoni perchè là pagano meno tasse. Trasferendo le aziende all’estero perdono il lavoro degli italiani, e forse non solo, e, pertanto, giù soldi di NASPI ecc. ecc..
Cioè, parliamoci chiaro, non sono problemi semplici, sono molto ma molto ma molto più complessi di quanto il pensiero più complesso possa immaginare.
Noi abbiamo delle colpe? Per carità, certo che sì! Ma quando i Turchi erano alle porte di Vienna o invadevano Cipro e Creta dei veneziani chi era il colonialista? Quando Gengis Khan invadeva mezza Asia chi era il colonialista? Vabbè, è chiaro che utilizzo la parola colonialista in maniera impropria ma è per far capire che la ruota gira. Noi oggi vediamo una piccolissima fettina della storia dell’umanità la quale, se parliamo di home sapiens, dura da 200.000 anni o giù di lì e pretendiamo di dare delle risposte?
Ma quali risposte? Io posso anche provare a dare delle risposte ma per quanto ci provi perdo dei pezzi per strada, perdo dei collegamenti. E’ come quando a scuola ci insegnavano la storia come un susseguirsi di guerre, come se solo le vicende politiche avessero avuto un’incidenza sul destino dell’umanità. E l’economia e la geografia dove le mettiamo? In realtà si procede alla cazzo. Pensiamo sempre che dietro a ogni decisione presa ci sia un disegno sopraffino. Ma quale disegno? Magari il disegno c’è anche ma arriva fin lì. Poi c’è che disegna su una tela grande e chi su una tela piccola ma i collegamenti sono talmente tanti che quando muovi un pezzo non sai mai fino in fondo che effetto ne possa scaturire.
Quindi torniamo sempre lì, che si fa? Quello che si può, cercando di sopravvivere.
le religioni, monoteiste o no, le lascerei da parte.
Troppi misfatti in nome degli dei.
Che si fa?
Io credo che civiltà più antiche e coese della nostra stiano già lavorando bene.
Trump mette i dazi, noi i controdazi e i cinesi che fanno: acquistano per 75 miliardi in usa e fanno gli emigranti, lavoratori emigranti, nei paesi africani.
Io accuso molto le nostre religioni monoteiste, quelle con un solo punto di riferimento, quelle che sanno la verità e non pensano mai di credere in una verità fra le tante.
Semplifico sempre molto nevvero, ma almeno spero di dar da pensare.
Grazie Fabio, l’ho prenotato ora nella rete bibliotecaria di Bergamo!
Giandomenico , che si fa?
Come ho già detto, emigrare fa parte della storia dell’uomo. Nel corso dei secoli l’uomo si è sempre spostato da un territorio all’altro. Il miscuglio delle diverse culture è un arricchimmento. L’italia di oggi, la sua storia, la sua cultura, le sue bellezze artistiche che tutto ilo mondi ci invidia, sono il risultato di questo incontro e mescolanza.
Perciò non dobbiamo avere paura di questo fenomeno, dobbiamo prenderlo come una nuova opportunità, come un cambiamento. E comunque, anche se ci riunchiuderemo dentro le nostre frontiere, con filo spinato, e mitragliatrici, non saremo in grado di fermarlo.
Dobbiamo evitare lo scontro, cercando un punto d’incontro. Cercando di dare e di prendere.
Certamente chi viene in questo paese deve venire con tutte le buone intenzioni. Non da conquistadores. Io per primo non sono disposto a farmi sloggiare da casa mia.
Quindi alla fine che si fa?
anche a me piacerebbe dire che, visto che non voto ne cialtroni, ne delinquenti, insomma nessuno, me ne tiro fuori
ma in questo “grande mondo moderno” per poter affermare davvero “not in my name” bisogna essere SIA elettori (o non elettori) responsabili CHE consumatori responsabili.
la benzina e la plastica che uso viene solo dal petrolio del nord europa/america ?
(come quello africano, medio-orientale e saudita, anche il petrolio/gas russo non vale visto che fanno il loro neo-colonialismo e le loro guerre magari non in africa ma altrove)
e lo stesso vale per le altre materie prime…organiche o minerali
e la produzione? perche’ se a parole/voti difendo il made in italy/france/uk/etc. e poi compro cinese/pakistano/indiano/marocchino/etc. in un ipermercato di una multinazionale…sono cattivi loro o schizzofrenico io?
siamo tutti responsabili. prenderne coscienza e’ un primo passo…
per Fabio, come puoi pretendere lo stesso livello di coscienza civica dalla vecchia europa, non poi cosi’ linda, che ci ha messo millenni a costruirla, e dai paesi sub-sahariani, che dall’essere tribali sono stati catapultati nel nostro bel mondo civile e moderno fatto di schiavitu’ e colonialismo prima, guerra convenzionale e non convenzionale poi, foraggiamento di dittatori vari e pulizie etniche (”oh, loro le volevano fare, che centro io?…gli ho fatto anche un buon prezzo sulle cartucce!”) e sfruttamento economico/sociale (materie prime e lavoro) senza quartiere negli ultimi decenni ?
si son svegliati indipendenti (a parole!!!) si e no 50 anni fa e dovrebbero gia’ essere una democrazia matura. suvvia!
l’occidente ha fatto tanti danni (e contina a farne), e ora arriva il conto. ovviamente per tutti, responsabili diretti, indiretti…e anche per chi responsabile non e’.
potremmo decidere di non pagare questo prezzo, mettere al cesso tre secoli di illuminismo (cosa in realta’ fatta piu’ volte nel secolo passato), tirar fuori fucili e cannoni e respingere i nuovi barbari.
se l’obbiettivo e’ quello di difendere l’europa bianca e cristiana, ok.
se e’ invece quello di difendere un’europa civile, illuminata e democratica…invasione riuscita o respinta non mi sembra che il risultato cambi.
sarebbe piu’ saggio lavorare sulle radici del problema, e non sulle conseguenza (l’immigrazione). non solo denoterebbe umanita’, ma anche lungimiranza
(ricordo che i romani le invasioni barbariche non le hanno fermate…e non penso che si facessero tanti scrupoli come le democrazie occidentali)
Caro Alberto, su quanto hai scritto nel tuo ultimo commento io sono perfettamente d’accordo. Il buono non sta tutto da una parte e il cattivo dall’ altra. Ciò vale per le singole persone, per gli Stati, per le civiltà.
Spesso si discute perché non si riesce a spiegarsi ben l’un l’altro. Sono i limiti del linguaggio umano e i limiti nostri.
Caro Fabio, per quanto mi riguarda non ti ho dato del razzista. E non difendo la cultura araba o quella africana.
Ma non difendo ad oltranza nemmeno la nostra. Gli occhi sono fatto per vedere. E la mente deve essere critica, in tutti i sensi e in tutte le direzioni.
Non farò una lezione su colonialismo, neocolonialismo e attuale modello sfruttamento e oppressione, non è il posto nè ne ho la capacità.
Cito solo un fatto assodato: a fine 700, inizio 800 tra il livello di vita a Timbuctù e quello in Europa c’era una differenza minore di diversi ordini di grandezza rispetto all’attuale. Detto in altre parole potevi prendere un povero inglese, mandarlo in India e lui si sentiva quasi perfettamente a suo agio…e magari la cucina era pure migliore! Se poi a questo povero davi un fucile con il quale gli permettevi di migliorare il suo livello divita, il gioco era fatto.
Si, siamo più progrediti, ma solo perchè abbiamo preso a calci nei denti gli altri. E’ vero, non ci spariamo addosso da più di 70 anni (tranne qualcosina nei Balcani, in Grecia, a Cipro…), ma solo perché lo facciamo fare agli altri per conto nostro e delle nostre aziende (in Sahara occidentale, in Libia, in Ciad, ecc.)
Che tu abbia votato o no, che tu approvi o no, è comunque colpa tua, perché tu ne godi i frutti. E se chiudi gli occhi sei colpevole:
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
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«[…] in altre parole come società quelle maomettane sono al nostro Medioevo e quelle africane all’anno 1000.»
Caro Paolo, io non l’avevo scritto per non beccarmi l’accusa scontata di razzismo. Tu hai avuto piú coraggio di me.
… … …
In quanto a Fosco Maraini, io renderei obbligatoria la lettura di Paropàmiso nei corsi di alpinismo del CAI e nella scuola dell’obbligo. Ti posso consigliare anche questo: «Viaggio in Himalaya. Un agnostico, un comunista, un cattolico discutono durante un’ascensione nelle montagne dell’Hindu Kush» di Giancarlo Castelli, Casa Editrice Marietti, Genova-Milano, 2007. È stupendo! È la cronaca della spedizione del CAI di Roma al Saraghrar (Hindu Kush) nel 1959, proprio quella narrata pure da Maraini. Castelli fu uno dei quattro in vetta.
Compralo e leggilo!
Riflessioni di viaggio e di vita, durante la spedizione e cinquanta anni dopo
Paola e Lusa, anche io non voto da tanti anni, ma vivo in questa società, rispetto quasi tutte le sue regole senza delinquere (non prendo da anni nemmeno multe in auto), quindi non posso tirarmi fuori, dovrei provare a EMIGRARE!
Fosco Maraini in Paropamiso scrisse qualcosa e io la semplifico moltissimo: le civiltà/religioni esistenti più antiche e grandi sono la cinese e la indiana, poi noi i monoteisti figli di Abramo (dopo Zoroastro nevvero). Dapprima quelli di Mosè, poi i cristiani, poi i maomettani, tutti distanziati di 500 anni (tutti con la Bibbia). In Africa siamo andati noi (cristiani e mussulmani), ora i cinesi, ma ci vorranno come sempre altri 500 anni? Detto in altre parole come società quelle maomettane sono al nostro medioevo e quelle africane all’anno 1000. Semplifico molto, ma qualcosa c’è di molto significativo per provare a capire.
E si pubblicizza la società globale 🙂 fra secoli forse l’umanità ci arriverà, ora stiamo provando la società tecnologica del consumo globale.
Fosco era Fosco! (Dacia è la figlia, ma senza la sua lucidità e cultura).
Ovvio che sono mie opinioni e come tali costruite e distruggibili.
Io non possiedo armi, ma le armi sono belle, sono piene i musei e facciamo le sfilate, come fossero delle miss (però ora non sfilano più in costume, devono concorrere solo con la loro “cultura”).
Che bello vivere!!!! Ma c’è spesso da piangere tanto.
l’occidente progredito e civile …..è responsabile nel momento in cui corrompe politici e funzionari di altri paesi. Sopratutto approfittandosi di paesi dove, nonostante le grandi risorse, c’è una enorme povertà.
Come nessuno ti obbliga ad esere corrotto , nessuno ti obbliga a fare il corruttore.
Se ti dichiari CIVILE e pretendi di insegnare la democrazia e il rispetto
della vita agli atri. Ti devi comportare come tale.
Altrimenti sei un falso doppiogiochista e opportunista e hai sulla tua coscenza la morte degli altri.
Le mine antiuomo sono delle armi subdole che non ammazzano o mutilano soltanto i soldati ma anche chi non ha nulla a che fare con la guerra. Vedi ad esempio i bambini.
Quindi vantarsi di essere un grande paese produttore e venditore di una simile arma è SPREGEVOLE.
Non vorrei proprio essere un dipendente di una tale azienda. Maglio mangiare cipolle.
In tutto il mondo esistono eserciti. E gli eserciti necessitano di armi.
Sarebbe bello che non ce ne fosse bisogno, ma qualche volta servono. Come fu vinto Hitler? Mettendo dei fiori nei cannoni? L’URSS sconfisse l’invasore tedesco anche grazie ai massicci invii americani di armamenti.
In quanto ai Paesi africani, gli aiuti e le armi dell’ultimo mezzo secolo sono serviti solamente alle dittature. Lí si scannano molto piú di frequente che nel resto del mondo. Come mai? Non sono capaci di darsi una calmata? Ormai quegli Stati dovrebbero essere diventati grandicelli, eppure vivono ancora tra guerre e miserie. Sempre colpa dell’Occidente? Nel frattempo il resto del mondo progredisce, chi più chi meno.
Si legge: “Nessuno può tirarsi fuori dicendo non vedo, non sento, non c’ero: li abbiamo eletti sia votandoli sia non votandoli”.
Anche io mi tiro fuori.
Sia ben chiaro: chi non vota non ha responsabilità alcuna!
Questa è una scusa (giustificazione) che offenda la tua intelligenza, ma sopratutto la mia!
E’ come dire, siccome ci sono i drogati, allora gli spacciatori e la mafia che produce e vende droga sono scusati.
A me invece produttori e spacciatori di droga mi fanno SCHIFO! perchè sono dei venditori di MORTE!
Stessa cosa chi produce e vende armi perchè sono degli alimentatori di guerre e vivono e sopratutto si arricchiscono sulle sofferenze degli altri. Sopratutto dei paese poveri che li fanno passare da una guerra all’altra, finaziando dittatori e governi corrotti.
Uno stato che si dichiara civile e condanna la guerra e lo scrive sulla propria costituzione, come l’Italia, non dovrebbe fare questo.
Ma siccome siamo degli opportunisti, facciamo questo e anche peggio. Poi andiamo in chiesa e ci facciamo il segno della croce chiedendo perdono.
Sí, Paolo, hai ragione: li abbiamo votati noi, il popolo piú coglione al mondo.
Faccio un esempio. Magari qualcuno si ricorda di Nerio Nesi, il consigliere economico di Fausto Bertinotti e di altri governanti di sinistra, Fausto quello dei vestiti di cachemire, tutti e due di rifondazione comunista. Nesi era presidente della banca Nazionale del Lavoro, aveva costruito un sistema con il quale aveva finanziato Saddam Hussein, l’iracheno, per la costruzione di un grande cannone e altro con 4.000 miliardi di lire. Poi è stato scoperto dagli americani. La banca del lavoro è saltata e l’han presa i francesi, mettendo a capo in Italia Luigi Abete, l’ex presidente della Confindustria. Bertinotti è stato divinizzato e Nesi ha pontificato. Direi il solito vizio della sinistra di governo. Poi c’è stata la guerra in Iraq. Poi c’è altro di molto sporco, ma bisogna aspettare che muoiano tutti prima che qualcuno ne parli, ma gli scritti dovrebbero già esserci, altrimenti si verrebbe denunciati, anzi subito incarcerati. Ah dimenticavo, le loro pensioni sono più che dorate. Nessuno può tirarsi fuori dicendo non vedo, non sento, non c’ero: li abbiamo eletti sia votandoli sia non votandoli. A me le han raccontate gente ormai morta della banca e ormai è storia, poco detta, ma storia, brutta.
Anche ammesso che l’Italia sia il maggior esportatore di armi leggere e di mine antiuomo, ci si domanda: «Se esiste un venditore, ci sarà pure un compratore. O no? Costui ha deciso autonomamente l’acquisto? oppure ne è stato obbligato con una pistola puntata alla tempia? È stato forse raggirato?». La Nigeria è stata raggirata dall’Italia? Non credo proprio.
Semplicemente, ogni Stato decide il proprio da farsi e agisce di conseguenza. Lo Stato italiano non si comporta da colonialista nei confronti di Nigeria, Mali, Gambia, Marocco, Egitto, Bangladesh, Pakistan, India, Afghanistan, Niger, Etiopia, Somalia, Congo, ecc. ecc. e non costringe questi Paesi all’acquisto di armi: lo fanno di loro volontà. Se si negano queste ovvietà, non vale neppure la pena di continuare la discussione.
Quindi non venitemi a raccontare che i “profughi” (= clandestini, in lingua italiana) dalla Nigeria, Mali, Gambia, Marocco, Egitto, Bangladesh, Pakistan, India, Afghanistan, Niger, Etiopia, Somalia, Congo, ecc. ecc. invadono l’Italia a causa del nostro “colonialismo” o delle mine antiuomo. È una barzelletta, che offende l’intelligenza di chi la ascolta e rivela l’intelligenza di chi la racconta. E i “profughi” dalla Nigeria, Mali, Gambia, Marocco, Egitto, Bangladesh, Pakistan, India, Afghanistan, Niger, Etiopia, Somalia, Congo, ecc. ecc, non fuggono neppure dalla guerra in Siria.
E i cinesi? C’è la guerra in Siria pure per loro?
In definitiva, anch’io mi chiamo fuori, come del resto la stragrande maggioranza degli italiani.
Si legge. “noi italioti: non chiamiamoci fuori”
Non userei il pronome “noi”. Io mi chiamo fuori!
Pienamente d’accordo con il mio omonimo, difficile si potesse esprimere meglio di così.
Piccolo appunto per noi italioti: non chiamiamoci fuori, siamo i maggiori esportatori di armi leggere e mine antiuomo.
Qualcuno ha scritto: “prima di scrivere fregnacce”
Da parte mia di fregnacce non ne ho lette fin’ora!
Va bene la guida non ha chiamato il Soccorso alpino….
Però arrivato sulla strada poteva chiamare un’ambulanza. La poveretta incinta avrebbe fatto prima ad arrivare all’ospedale e intanto gli avrebbero prestato le prime cure.
in poche parole ci non pensa e non si fa domande non soffre. Un pò come le galline che beccano dove sputi.
Matteo, l’hai detto in maniera circonstanziata e bene, grazie.
Il Vaticano è uno degli stati che non hanno firmato la “carta dei diritti dell’uomo” !?!? ….. penso che noi popoli cristiani dovremmo essere molto più esigenti con noi stessi …..
Così, per consolarmi e magari oggi far pensare anche qualcun’altro oltre a me, metto questa roba che ho appena letto: “beate le menti semplici, non devono sopportare il dolore straziante della complessità”.
E sì che i sistemi complessi si basano su regole semplicissime.
caro MATTE come ho già scritto l’uomo si è sempre spostato fa parte della sua storia, dei suoi bisogni, e per me è un bene . Sono convinto che la mescolanza delle culture sia un arricchimento. In tutti i sensi.
Come giustamente dici te non li fermerà nessuno, anche perchè loro hanno fame noi invece abbiamo la panza.
Però, e spero di sbagliarmi, sarà un problema, perchè noi civili… occidentali, che predichiamo bene ma razzoliamo molto male, non siamo disposti a cedere lo scettro del comando e dello sfruttamento.
Anche perchè noi andiamo in chiesa, ci facciamo il segno dell croce, leggiamo il vangelo, ma poi in pratica ce ne sbattiamo alla faccia dei morti di fame.
visto che in tanti han detto parole a vanvera…ne dico qualcuna anche io.
premetto che saro’ prolisso e brutale, portate pazienza, ma il tema dell’immigrazione e’ un tema “sensibile” per gli emigrati.
inoltre bisognerebbe sempre ricordarsi che nel nostro “grande mondo moderno” si puo’ sapere tutto di tutto, in tre click, basta avere un filo di cervello e spirito critico.
quindi, prima di scrivere fregnacce, basterebbe contare fino a tre e farli ‘sti click…questi sotto si “controllano facile”.
1) se in Francia chiami il soccorso alpino arriva la “gendarmerie” (o la “police nationale”)…“d’haute montage” ma sempre gendarmerie. e gli ordini perentori sono:
”se intecettati (all’interno del territorio francese, oltre colle, monginevro o scala) anziche’ raccogliere le domande di asilo ed eventualmente espellere in non aventi diritto…gli dite di girare i tacchi e tornare in Italia…che restino un problema dei cugini cisalpini. Come? Il colle e’ innevato, lo hanno gia’ attraversato una volta nella neve e sono gia’ sfiniti? `azzacci loro, potevano rimanere a Bardonecchia anziche’ venire fin qui…tranquilli che a camminare altri 10Km si scaldano!”
chissa come mai non lo hanno chiamato, questo “soccorso”?
2) la pressione migratoria (leggi la differenza abissale tra le condizioni di vita “la” e ”qua”) e’ talmente forte che non li ferma nulla, ne i cannoni ne l’inverno.
sono incoscienti ? certo che si…
ma la domanda giusta non e’ questa, e’: perche’?
perche’ vengono? …visto che NESSUNO e’ mai contento di lasciare il posto dove e’ nato…fosse anche un cumulo di sassi?
e magari una volta capito il perche si potra’ anche capire il “come” gestire/regolare/ridurre un fenomeno epocale di questo tipo. magari appunto cercando di ridurre questa differenza abissale, o almeno di non peggiorarla, mentre invece (vedi punti 3 e 4) facciamo esattamente il contrario
3) gli africani sono un continente di barbari prolifici. vero
pero’ la “civile europa” nei secoli gli ha insegnato, nell’ordine
– la schiavitu’
– il colonialismo
– le guerre per uscirne
– il colonialismo economico, che si riassume in “si, va bene, sei libero e indipendente…ma tutte le risorse le sfrutto ancora io, tutti i cantieri/porti/autostrade/etc. li faccio io, te mi paghi…e se non ti sta bene, finanzio un bel colpo di stato e puppa!”
– appunto una serie infinita di guerre/guerriglie/colpi di stato dove se (per puro caso) qualche paese ex colonialista non ci ha messo direttamente il naso, come minimo ci fa un sacco di soldi vendendogli profumatamente armi e mine anti uomo.
eh si, nella civile europa usare le mine anti uomo e’ vietato…ma produrle e venderle profumatamente in Africa (e nei Balcani!) non e’ reato. soprattutto per quelle belline, che sembrano un papillon, che quando le tocchi zompano in aria a 80cm (giusto giusto ad altezza bambino) ed esplodono con il dichiarato scopo di mutilare senza uccidere (che ai “nemici’ un mutilato costa piu’ di un morto, in termini sociali ed economici)
come ???
‘sti barbari manco ne hanno bisogno e si affettano tra di loro a colpi di macete per biechi motivi etnici. verissimo!
…ma ho appena fatto l’elenco di cosa gli abbiamo insegnato noi, “post-medievali”, a ‘sti barbari “pre-medievali”.
se ci aggiungiamo confini post-coloniali tracciati con il righello che hanno separato popoli e unito tribu’ rivali, che cosa ci saremmo potuti aspettare di meglio?
4) visto che il punto 3 sembrano “parole a vanvera”, ecco qualche fatto piu’ circostanziato, relativo all’egalitaria/libertaria/fraternitaria Francia, dove ho il piacere di vivere
– tutti i paesi della “francophonie” africana non sono piu’ colonie e stampano moneta propria, ma nessuno di essi ha una banca nazionale. La “Banque de France” si offre, molto caritatevolmente, di fare da banca centrale per tutti loro. si scrive “siamo buoni e cari e garantiamo la stabilita’ delle vostre monete altrimenti troppo instabili” ma si legge “vi teniamo per i coglioni, e ringraziate pure!”
– da sempre, il petrolio e’ “Total”, le strade/ponti “Vinci”, l’elettricita’ “EDF (electricite’ de France), etc. anche qui si scrive come sopra “siamo buoni e cari e vi portiamo il progresso”, e si legge ”non c’e’ pietra in FranceAfrique che non si sposti senza portare beneficio (quasi esclusivo) al vostro beneamato ex colonizzatore”.
a proposito, la fraterna “FranceAfrique” si scrive cosi, ma si legge “France a frique”…
– le ingerenze militari nei paesi africani avvengono talmente spesso che qui esiste un termine preciso per designarle (che siano dei servizi segreti o direttamente dell’Armee)
“Barbouze”: operazione non ufficiale (ma dagli ordini “ufficialissimi”) volta a rovesciare un governo diventato poco favorevole (agli interessi economici della Francia) ed a instaurarne uno piu’ favorevole…altro che Voltaire!
5) `sti emigrati economici africani che non vengono dalle guerre, come se in africa non ci fossero guerre, dittatori, minoranze perseguitate….
vabbe’, ma parliamo solo di queli che vengono da paesi in pace, perche’ non se ne stanno a casa loro??? (che di sicuro preferirebbero)
vero. ma loro potrebbero anche dire, ”perche’ se Total/Vinci/EDF/Telecom/etc. depredano tutte le risorse del mio paese e le portano in Francia, io, pirla qualunque, non posso andare in codesta Francia e recuperare un po’ di queste risorse lavorando e pagando le tasse li???”
detto questo, l’europa (e i suoi cittadini) dovrebbe prendere coscienza del momento epocale (“le invasioni barbariche”), delle sue ragioni e di come limitarlo o almeno gestirlo. e’ ben piu’ facile (e le tendenza politiche in tanti apesi dell’unione/continente lo mostrano chiaramente) parlare alla pancia, contrapporre poveri e poverissimi e proporre soluzioni “facili” ma irrealistiche:
chiudiamo i confini su 5000Km di costa???
li mettiamo sulle piattaforme petrolifere??
la Germania e il nord europa prendono solo gi immigrati “specializzati” e il sud europa che affoghi???
la Francia da lezioni a tutti di diritti civili ma in patria (e colonie!!) ci si pulisce il culo??
signori, qui la gente (europea, bianca e cristiana) sta passando dal guardar male “i negri” a guardar male i vicini di stato. se si continua cosi’ altro che invasioni barbariche, si ritorna alla Grande Guerra (con grande soddisfazione di USA, Russia e Cina che, oltre a spartirsi il mondo, potrebbero venderci armi a caro prezzo).
last but not least, grazie per l’idea!
probabilmente la chermesse alpinistica passera’ indisturbata, ma un piccolo suggerimento agli altri membri del GHM a proposito di Ducos lo faro’ appena possibile. di sicuro “l’esprit de cordee” all’interno della “carte du piolet d’or” lo rispetta al 101%
Non mi sembra che Lusa e Fabio Bertonceli abbiano dei pregidizi sull’emigrazione.
Credo che abbiano posto un problema. Perchè in realta è un problema.
Per quanto mi rigarda non sono contro l’immigrazione. Perchè da quando l’uomo è sulla terra, si è sempre spostato da un territorio all’altro. L’imigrazione fa parte della storia dell’uomo. La Lombardia è Lombardia perchè ci sono arrivati i Longobardi. Gli italiani di oggi, le ricchezze artistiche, architettoniche, culinarie dell’italia di oggi, sono il risultato di un miscuglio di diverse culture arrivate qui attraverso i secoli. Ma non solo in Italia. La Spagna ad esempio penso ci abbia guadagnato con l’influenza araba. In Spagna le bellezze lasciate dagli arabi sono li a testimonianza.
Però oggi come oggi, l’immigrazione è un problema, sotto gli occhi di tutti. Non lo si può negare. Non c’è posto per tutti e se si continua di questo passo, purtroppo credo si arriverà ad uno scontro. Quindi credo che il problema immigrazione vada affrontato cercando una mediazione.
E’ comunque disumano ed ingiusto condannare una persona che si è impegnata a soccorrere qualcuno in pericolo di vita. Caso mai sarebbe giusto il contrario: condannarlo se non li avesse soccorsi.
L’effetto forum. Qualche volta porta a forzare interventi “per differenziarsi dalla vulgata”. E si sbrocca, con tanto di argomentazioni , ragionamenti e dati a supporto. Personalmente non riesco ad evitare di pensare, al di la’ di tutte le libere opinioni, che quando in risposta a questa vicenda, si invocano come soluzione gli anticoncezionali, un certo impatto nell’altrui stomaco lo si e’ cercato di proposito. Mi si ribattera’ con le classificazioni in uso corrente: buonisti e terzomondisti contro realisti egoisti. D’altra parte e’ vero che l’effetto della lettura della storia in questione non e’ necessariamente lo stesso per tutti: ci puo’ essere indignazione, compassione, senso di colpa, ma anche paura dell’invasione, fastidio per un problema sentito come ‘di altri’ e via dicendo…
Eppure in giro si sente di peggio. Voglio dire, il clima nelle discussioni del Gogna Blog, e’ segnato essenzialmente da educazione e correttezza, anche nelle tenzoni piu’ aspre, fateci caso, nei forum c’e’ ben altro stile e linguaggio ( personalmente evito di partecipare o anche solo leggere ).
Buona notte.
Talvolta degli uomini si uniscono, creano una società fra loro stabilendo delle regole. Queste regole nel tempo cambiano e così anche la società. A chi non rispetta le regole non dovrebbe essere permesso di farne parte. Vi sono quindi le punizioni, le prigioni e talvolta qualcuno riesce a modificare le regole, ma non sempre facendo evolvere nel bene la società.
Secondo me il problema rimane sempre l’uomo e la sua natura sempre indecisa fra l’egoismo individuale e la generosità del sociale. Chi riesce a superare questa contraddizione anche solo per un attimo è considerato un eroe, ma non esiste una vera risposta che tolga l’indecisione e né l’una né l’altra sono da condannare, entrambe raggiungono degli estremi (eccessi) uguali.
Bel colpo, Daniele! Ebbene, mi costringi a confessare che ogni giorno a pranzo mi nutro di una bistecca di egoismo e alla sera mi ingozzo con una spessa braciola di pregiudizi.
A pranzo vesto di verde lega, a cena – piú elegantemente – con l’orbace.
È cosí che voi giudicate chi, pur argomentando in modo razionale, osi pensare diversamente dalla vostra vulgata, qualsiasi tema sia in discussione: populista, fascista, reazionario (Luca Visentini dixit), colonialista, imperialista, ecc. ecc. (tu qui non l’hai fatto, lo riconosco: solo “egoismo” e “pregiudizi”).
Ho dimenticato qualche altro insulto? Ah, sí: massone e nazista. Ma quegli epiteti li riservate per le grandi occasioni: io non ne sono ancora degno.
Ora ti saluto: devo indossare l’orbace. La braciola attende.
Alla prossima.
Questo articolo parla di uomini, la Guida Ducos ed il medico di Bardonecchia, che hanno aiutato persone in stato di necessità senza preoccuparsi della loro provenienza e della loro condizione, senza chiedere permessi di soggiorno o passaporto consci delle conseguenze che avrebbero dovuto affrontare. Si riflette se la generosità e l’umanità “rischino ” di trasformare in eroi persone normali in questi nostri tempi che si nutrono di egoismo e pregiudizi, leggendo i commenti su questa pagina di Lusa e Fabio Bertoncelli, ritengo che lo siano.
L’Africa è stata assegnata, magari per assenza di impegni particolari, alla Cina.
Da quello che stanno facendo (per l’inquinamento di solito arrivano dopo) mi sembra che stiano lavorando per dare un qualche indirizzo a quella sterminata umanità e farli andare oltre il semplice obiettivo della procreazione (noi civilizzati, da quello che si vede sui media e quello che si sente fra la gente, manteniamo con orgoglio e profonda concentrazione questo obiettivo, ma in maniera sterile).
E la Cina non è gestita da pirlotti vanesi e scherza raramente sui suoi obiettivi.
Caro David (David chi?),
innanzitutto permettimi un consiglio: presentati con nome e cognome. È una questione di buona educazione, da adottare perfino in internet.
In quanto alle famiglie africane, certamente è loro consentito procreare sei, sette, otto figli per donna. Ma a noi è comunque concesso criticare (non “pontificare”, come scrivi tu). Inoltre, l’accusa di “colonialismo” per una critica del genere non è solo priva di ogni fondamento, ma è pure grottesca. In piú, costoro non rimangono in Africa, ma invadono la nostra terra; è perciò assolutamente legittimo che noi europei ci preoccupiamo del loro tasso pazzesco di natalità, semplicemente perché i loro figli arrivano in Europa e dicono: «Siamo profughi africani (profughi africani per la guerra in Siria?): accoglieteci e manteneteci». Come vedi, i sette figli per famiglia, alla fine della giostra, sono un problema che riguarda pure l’Europa, cioè ciascuno di noi, e quindi abbiamo tutto il diritto di esprimerci sull’argomento.
In Africa ora vivono un miliardo e cento milioni di persone. Ai tassi attuali di incremento demografico, tra pochissimi decenni saranno due miliardi. Come si manterrà questa massa sterminata? Dovremo mantenerli noi europei? No, grazie. Ne dovremo ospitare un miliardo nel nostro continente già sovraffollato? No, grazie. In Italia? No, grazie: qui viviamo già con una densità di duecento abitanti per km2.
In quanto a Destiny, io non ho affatto pensato che fosse qui per “divertimento”: tieni per te questa illazione. Io ho lasciato intendere in modo chiarissimo che chi attraversa le Alpi d’inverno con la propria famiglia (figli di due e quattro anni, moglie all’ottavo mese di gravidanza e malata) espone quest’ultima al rischio quasi certo di morte, come poi purtroppo è stato. Quindi Destiny ne è responsabile moralmente, ma con ogni probabilità anche in senso penale; se italiano, sarebbe stato arrestato, indagato, incriminato, processato, condannato. Quindi il mio giudizio non è “incivile”, come tu ti permetti di commentare a vanvera. La prossima volta leggi con attenzione, soppesando le parole; poi rifletti senza lasciarti influenzare dalla demagogia; infine scrivi, sempre soppesando le parole. Si fa cosí.
Ti saluto senza alcun risentimento.
Fabio Bertoncelli
@ lusa : dopo centinaia d’anni di colonialismo il vizio non è ancora passato, adesso bisogna pontificare sul numero dei figli delle famiglie africane!
@ bertoncelli: proprio un commento all’insegna della civiltà! Non credere che quella famiglia si trovasse in quel posto ed in quelle condizioni per divertimento: la disperazione e la ricerca di un futuro migliore portano a compiere azioni per l’appunto disperate e pericolose. Non penso proprio che si possa addossare la colpa di questa situazione venutasi a creare nella “civilissima” Europa al povero padre di famiglia che rischia la vita sua e dei suoi figli.
Ho invece apprezzato le parole dell’articolo poiché penso che per non perdere la propria umanità sia necessario non rassegnarsi all’indifferenza e prendere esempio da chi concretamente agisce. Perché non bisogna dimenticare che siamo tutte persone, europei e stranieri, che hanno diritto alla dignità in egual misura.
InBrasile hanno ridotto drasticamente il numero delle nascite distribuendo televisori e producendo novele.
In Egitto non ci sono ancora riusciti e lì la situazione è esplosiva, totalmente fuori controllo.
E c’è anche tanto AIDS. Ma la nostra religione blocca con molta forza l’uso dei profilattici, anche se ha aziende che li producono. Preferisce scatenare periodicamente guerre di religione con qualche milione di morti. Io spero molto nel pragmatismo cinese e non nella nostra ipocrisia.
” Siamo un pò tutti colpevoli.”
Cosa? Siamo tutti colpevoli?
Se Destiny avesse pensato di non far figli….
3 figli in Nigeria… e nel resto dell’Africa e dei Paesi poveri continuano a far figli.
Bisognerebbe inviargli tonnellate di anticoncezionali come aiuti.
E ripensare un po’ al nostro benessere con auto, aerei, telefonini, condizionatori, palestre, ristoranti, vacanze, poligamia nascosta, …
Fabio hai ragione. Siamo un pò tutti colpevoli.
ma coloro che si ergono a statisti , sono doppiamente copevoli. Perchè dovrebbero avere una ben più ampia visione.
E perché non all’amica del cugino della segretaria del commercialista del mio vicino di casa? Anche lei è colpevole, anch’io sono colpevole, Macron è colpevole, tutti siamo “ovviamente” colpevoli della morte di Beauty.
Tutti tranne Destiny, che ha condotto moglie e pargoli a una demenziale traversata invernale delle Alpi. Quasi come Walter Bonatti nel 1956.
“Come bisogna giudicare un tizio che dalla Nigeria giunge a valicare le Alpi, d’inverno (!), in mezzo alla neve, con vestiario e calzature di certo inadatti, senza conoscere nulla della montagna, con un figlio di quattro anni (!), un altro di appena due (!), e una moglie gravida almeno all’ottavo mese (!) e per di piú malata?”
mandiamola al Sig. Macron questa domanda.
Come bisogna giudicare un tizio che dalla Nigeria giunge a valicare le Alpi, d’inverno (!), in mezzo alla neve, con vestiario e calzature di certo inadatti, senza conoscere nulla della montagna, con un figlio di quattro anni (!), un altro di appena due (!), e una moglie gravida almeno all’ottavo mese (!) e per di piú malata?
La guida non poteva chiamare l’elicottero del soccorso alpino?
Avrebbe fatto prima ad arrivare all’ospedale la poveretta incinta.
” LIBERTE’, EGALITE’, FRATENITE’ “
ma forse mi sbaglio…ma non era il motto nazionale della repubblica francese…..?
Penso che Benoît Ducos meriterebbe dalla Francia non una denuncia ma la Legion d’onore. Se almeno il ‘mondo alpinistico’, spesso chiuso è autoreferenziale, avesse il coraggio di premiarlo con il Piolet d’Or sarebbe un bel segnale.
Per certa gente spero sempre nella legge del contrappasso.