Vie ferrate, tomba della creatività

Vie ferrate, tomba della creatività
di Michele Comi
(pubblicato su mountainwilderness.it il 27 giugno 2022)

Per comprendere l’inutilità delle ferrate, non occorre essere rivoluzionari, ma semplicemente essere persone curiose, che sanno conoscere e frequentare con basilare consapevolezza le rupi, avvicinandosi al linguaggio della roccia, per accettare di mettersi in gioco accogliendo l’invito della montagna.

La sintonia tra l’uomo e la parete non può avvenire attraverso il ricorso a cavi e metalli, il cui unico risultato sta nell’allontanare dal contatto reale e sensibile con l’ambiente con cui vogliamo confrontarci.

Ferrata Montorfano (VB)

Un artifizio che ci illude d’esser gagliardi, d’assaporare il vuoto, senza troppi pensieri, senza percorsi d’iniziazione che richiedono dedizione, impegno e un po’ di fatica.

Puntare ad esperienze svincolate dalle esagerate facilitazioni d’accesso con scale e catene e mirare a percorsi naturali, accessibili al proprio livello, non può che migliorare le proprie capacità di messa a fuoco, con il vantaggio di poter affrontare i percorsi con maggiore autonomia e indipendenza.

Schizzo di Michele Comi

La sequela di passi ferrati anestetizza la sperimentazione, il gioco, la scoperta di sé e dell’ambiente.

Accarezzare la roccia e muoversi senza intralci d’acciaio, indipendentemente dal grado di difficoltà, dà l’opportunità di vivere meglio quel contesto, tollerare e comprendere i rischi e scalare con migliore efficacia e con meno fatica.

Se condividiamo l’idea che l’importanza di un’uscita in montagna risieda nell’esperienza, nelle emozioni che essa attiva, potremmo facilmente rinunciare a questi modesti trofei metallici e “adrenalinici”, per dirigere altrove e ritrovare un inesauribile terreno di scoperta, per mettersi a nudo di fronte alla montagna.

Ferrata Montorfano (VB)

Per ampliare l’incertezza, privarsi dell’eccesso di informazioni anticipate, per resettare il nostro rapporto con la parete, riportando il sistema di elaborazione allo stato iniziale, cogliendo così ogni passaggio, ogni sfumatura, rinunciando al superfluo, cogliendo appieno ogni piccolo passo verso l’alto.

Perché dunque continuare a fare ferraglia anziché disfare l’esistente?

Perché sostenere costi sempre più imponenti a carico della collettività, oneri di manutenzione, collaudi, “certificazioni”, opere senza fine che non eliminano di certo la possibilità di farsi del male come si evince dal gran numero di interventi di soccorso che le ferrate mobilitano?

Nota della Redazione
Chi volesse organizzare le azioni dimostrative di cui in https://gognablog.sherpa-gate.com/basta-ferraglia-basta-nuove-ferrate/ è pregato di rivolgersi a www.mountainwilderness.it.

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Vie ferrate, tomba della creatività ultima modifica: 2022-07-22T05:45:00+02:00 da GognaBlog

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77 pensieri su “Vie ferrate, tomba della creatività”

  1. Capisco il senso di questa campagna. A me piace ogni tanto fare un percorso attrezzato. Mi permette di vedere posti che altrimenti non vedrei. Fare ferrate anche semplici permette a molti escursionisti di vivere la montagna in maniera un po’ più emozionante del normale. Se però l’impatto ambientale diventasse gravoso e ci ritrovassimo di fronte ad un nuovo luna park di materiali impattanti sarei anch’io contrario. Bisognerebbe disciplinare il tutto con lungimiranza e buon senso. Però rispetto all’invasività degli impianti di sci alpino il paragone davvero non c’è nemmeno lontanamente.

  2. Riva Guido al 72. Ritengo che ci debbano essere delle regole per l’eventuale costruzione di nuove ferrate, e debbano essere richiesti pareri/autorizzazioni delle strutture competenti, comprese quelle a tutela dell’ambiente. Per quanto riguarda le ferrate esistenti, soprattutto se da molto tempo, troverei assurdo smantellarle. Per fare un esempio, che senso avrebbe eliminare la ferrata delle Mesules, che è lì dal 1912? Ciò comporterebbe solo l’abbandono di quella zona del Sella. In quella zona (come in molte altre delle nostre montagne) a mio avviso il problema non è costituito dalla ferrata delle Mesules (o dalla Brigata Tridentina), quanto piuttosto dal continuo serpentone di traffico senza regole degno della periferia di Milano. Ma questo è  un altro argomento.

  3. Appunto e qualcuno più bravo e con più palle di te puó dirti no a nessun ausilio e se non sei in grado o hai paura vai per prati. Dovrebbe sembrarti logico no?
    Tanto per chiarire non sono un fan delle ferrate giostra…..però ognuno mi sembra sia disposto a giustificare ciò che da un ausilio al proprio livello e a bocciare cosa invece sta al di sotto…..un po’ facile così

  4. @ Simone al 73. Io non ho detto no a tutte le ferrate, ma solo a quelle realizzate in certi luoghi o con attrezzature di un certo tipo. Quindi si ai chiodi tradizionali e no agli spit e catene, in qualsiasi luogo. Se hai paura di morire cambia via, oppure vai altrove a fare dell’altro.

  5. Ok Riva allora se si applica il tuo criterio via tutti gli spit anche alle soste. E vietato mettere chiodi. Si torna ai principi di Preuss

  6. @ Oscar al 70. No alle ferrate costruite su vie di arrampicata preesistenti, anche se di 3°, per il rispetto dei primi salitori che hanno anche saputo individuare il facile nel difficile. Il grado di difficoltà non deve essere una discriminante. No totale alle scale et similia perchè ognuno ha i suoi limiti e li deve accettare. Se non sei all’altezza delle difficoltà, sali dalla normale, se non ci fosse cambia montagna o impara ad arrampicare, oppure vai altrove a fare dell’altro.

  7. I paradossi, sono come la fantascenza. Prima o poi superano la realtà.

  8. Mi pare che l’intervento di Alberto Benassi sia dettato dal gusto del paradosso. La mia opinione in tema di ferrate, già espressa nell’intervento n. 15, è nel senso di ritenere accettabili (ripeto: secondo me) le ferrate “arrampicabili” col solo cavo (le scale dovrebbero essere escluse o percentualmente limitate). Tali non potrebbero certamente essere eventuali ferrate costruite su vie di sesto grado quali quelle citate da Alberto. Evidenzio che la via Hamburger sul pilastro est del Civetta, ove ora c’è la ferrata Alleghesi, era una via prevalentemente di terzo grado. Allo stesso modo, per fare un altro esempio, la via Higusi di Langes sul Cimon dalla Pala, ora sostituita dalla ferrata Bolver Lugli, era anch’essa una via di terzo grado. 

  9. il problema è che oggi abbiamo talmente tanto e tutto, che non sappiamo più sorprenderci di nulla. Ci siamo bevuti il cervello e l’anima.

  10. Come diverrà una classica la ferrata delle Aquile alla paganella?credo si sia abbondantemente oltrepassato il confine…

  11. Questo per dire che i giudizi sulla meritevolezza delle ferrate risente del clima alpinistico del momento, soggetto a continue modifiche nel tempo. Ciò che oggi potrebbe sembrare illogico forse non lo sarà domani. Difficile quindi dare un giudizio definitivo sulla validità di una certa ferrata..

    Giusta riflessione. Quindi facciamo una bella ferrata lungo la via Philipp  Flamm , oppure sulla Solleder alla Civetta.
    Oggi qualcuno protesterà,  ma domani… chissà ???
    I tempi e le mode cambiano e sicuramente andrà bene.

  12. “Difficile quindi dare un giudizio definitivo sulla validità di una certa ferrata “
    d’accordissimo, ma purtroppo questo non ci esime affatto dal dover giudicare, altrimenti qualcun altro giudicherà per noi…e normalmente farà porcate orrende che poi sarà difficilissimo smontare (vale per tutte le cose)

  13. Torno brevemente sulla distinzione tra ferrate “accettabili” oppure no, portando l’esempio della Alleghesi in Civetta. Quando, molti anni fa, fu realizzata, gli alpinisti “puri” gridarono allo scandalo, perché si sovrapponeva ad una via alpinistica classica. Ora è ritenuta dai più logica e appunto accettabile, anche perché comunque nessuno o quasi va più a ripetere vie quali quella che si svolgeva sullo sperone dove passa la Alleghesi. Questo per dire che i giudizi sulla meritevolezza delle ferrate risente del clima alpinistico del momento, soggetto a continue modifiche nel tempo. Ciò che oggi potrebbe sembrare illogico forse non lo sarà domani. Difficile quindi dare un giudizio definitivo sulla validità di una certa ferrata.. 

  14. “Tutti Manolo gli arrampicatori qui dentro…”
     
    “Hey, con chi stai parlando? Dici a me?” [R. De Niro, Taxi driver]

  15. ultimamente le cronache riportano resoconto di incidenti mortali su ferrate classiche,  con varie cause,quindi MORTE DELLA CREATIVITA’ SI REALIZZA IN MORTE E BASTA.

  16. In realtà non era mia intenzione segnare un punto in una inesistente partita, ma segnalare la differenza d’approccio alla montagna.
    Personalmente non sono a priori contro le ferrate e devo averlo scritto anche qui; mi è capitato di farne o di usarle per spostarmi e alcune mi sono piaciute, per tanti motivi diversi.
    Non saprei fare una classificazione e/o tracciare una riga tra buono e cattivo.
    Di sicuro fondovalle si, cima no non  i pare un criterio: la Che Guevara al Casale è bella, impegnativa e non banalizza nulla.
    Così come sono belle le bocchette in Brenta.
     
    Altrettanto di sicuro però le ferrate atletiche, “sportive” o alla francese che dir si voglia (che poi sono la maggioranza delle nuove apertura) inquinano anche se fatte in posti nascosti, poco visibili o comunque di merda, perché inquinano la mentalità con cui i frequentatori concepiscono l’andare in natura (e quindi in montagna) riducendo il tutto a “adrenalina, divertimento, soddisfazione, sicurezza” e azzerando in realtà la possibilità di evoluzione della maggioranza degli utenti (quella che ci è stata raccontata da alcuni interventi)
     

  17. Concordo che ci sia troppo ferro e che non offrono allo stesso tempo avventura, in fino sono pericolose

  18. Si potrebbe scrivere ora 1-1…dopo il commento precedente ma non credo sia corretto in quanto non c e nemmeno partita ne tantomeno un arbitro.
    Sono due cose diverse , enormemente diverse nell arrampicata in montagna che tu ripeta o apra nuove vie sei su una locomotiva che devi conoscere bene per usarla, nella ferrata un semplicissimo vagone su cui basta saper ancorarsi agli altri vagoncini…insomma stesso treno ma un modo diverso di viaggiare.
    Se non si ammette che la via  ferrata ( non strada ferrata😉) è una forzatura  peraltro come infinite altre ( funicolari e compagnia bella), la discussione è infinita…e altro che 1-1…

  19. Io l’altro ieri sono andato con mia figlia (19 anni, studiosa, precisina e un po’ rompiballe) a fare una via alpinistica in Dolomiti di 450 m, alternandoci a tirare e a cercarla.
    Ama la montagna ma probabilmente non sarà mai una monomaniaca fanatica come il padre. 
    Di sicuro sa già muoversi in montagna
    E non sopporta le ferrate
     
    La differenza, credo, stia nei modi verbali “ho portato” e “sono andato”

  20. Io lo scorso anno sono riuscito a portate i miei figli di 19 (maschio, calcio, indolente) e 15 (femmina, unghie, pallavolo, pigra) in montagna attaraendoli con lo stimolo e l’adrenalina della dimensione verticale (grazie YouTube) che solo le ferrate, per noi gente di città del centro Italia, ci consentono. Si sono divertiti un mondo e mi chiedono quando torniamo.
    Se un domani ameranno un po’, solo un po’ la montagna, è grazie a questa esperienza. Scusatemi… 

  21. La cosa più interessante di queste discussioni sull’etica dell’andare in montagna (ma vale per decine di altri temi del vivere) è che l’umanità si divide immediatamente in due blocchi contrapposti di cui ciascuno ritiene di essere dalla parte della ragione e di agire secondo un principio morale che l’altra parte calpesta per ignoranza, insensibilità, tornaconto o vigliaccheria e comunque d’avere Dio dalla propria parte. Queste discussioni non hanno alcun senso se l’obiettivo è quello di definire chi sta dalla parte giusta perché semplicemente non esiste la cosa giusta nelle scelte individuali, semmai azioni che danneggiano o disturbano gli spazi comuni ed eventualmente la possibilità di esercitare le scelte da parte di altre persone. Come per l’annosa questione degli spit sulle vie d’arrampicata, ma pure delle panchine su certi punti panoramici, sulla percorribilità in bici dei sentieri, sul proliferare di bivacchi , rifugi, funivie  ecc. la discussione dovrebbe essere indirizzata alla ricerca di una mediazione che consenta a entrambe le parti di esercitare la propria scelta secondo la propria morale e con il proprio Dio accanto , senza compromettere la scelta dell’altra parte. Non mi sentirei di firmare una petizione per smantellare quei sei o sette gradini che consentono di salire gli ultimi 20 metri della Basei, nel gruppo del Gran Paradiso, anche se avrei preferito che al loro posto fosse stato sostituito il canapone  sfilacciato che stava lì da anni, però non mi andrebbe che fosse piazzato un cavo o scalini su tutti quei finali di salita che presentano qualche problema superiore alla parte inferiore dell’itinerario.  Infine, leggendo alcuni commenti, la questione non è l’inquinamento dello spazio alpino prodotto da qualche cavo e scalino: se è per questo neppure una cabinovia che congiungesse il fondovalle alla cima del Monte Bianco, magari alimentata con pannelli fotovoltaici, sarebbe “inquinante” , ma la sottrazione di spazi naturali

  22. Ps. Solo per la cronaca. La ferrata delle foto si trova sul Montorfano, vicino a Verbania. Un luogo devastato dalle cave. Esattamente come quella che si trova sul lato opposto, sopra Baveno, con vista e rumore autostrada sotto. Al confronto delle cave è paragonabile ad uno sputacchio. 

  23. Un grido si levò dalle viscere del blog, forte e chiaro: “Il tibetano è mio e lo gestisco io ! Basta con la dittatura arrampicatoria! Più pareti per tutti!” Gli eroici sbandieratori della montagna selvaggia rischiarono di finire zancati. Riflettete gente. Verrà settembre. Chiamato o non chiamato, il popolo è presente. Scrisse il saggio sulla sua porta (più o meno). Non sempre prevedibile e allineato. E spesso portatore di cavoli amari per mosche cocchiere o aspiranti tali. A volte cetrioli. Ad maiora. 

  24. @50 e @51. Il vostro limite e’ dimenticare che tutto e’relativo. Oggi non si impara certo ad arrampicare ai corsi cai. Il rischio e’ che molti giovani giovani di oggi, se vedessero come voi usate i piedi, si mettano per primi a ridere… che poi non siano gli stessi che vanno in ferrata, poco importa…
     

  25. @ Bagnasco al 50. Che botta! “Nessuno nasce imparato”, vale per tutti gli aspetti della vita che ci toccano. Nell’arrampicata se riesci a far diventare i piedi più sensibili delle mani, poi fai i numeri. Per riuscirci bisogna frequentare uno o più corsi organizzati dal CAI. Io ho fatto così ed è andata benissimo, forse però erano altri tempi.

  26. Quello che non ho mai sopportato delle vie ferrate e il come arrampicano male quelli che le frequentano. Quel costante non sapere metter bene i piedi che è sinonimo di infanzie difficili e ignoranza motoria totale e senza speranza…

  27. Io sono un frequentatore di ferrate e montagna in generale e ringrazio coloro che hanno dato inizio a questa specialità. Anche i gestori dei rifugi ringraziano, l’arrampicata è uno sport bellissimo ma richiede molto tempo e capacità, che molti non hanno quindi, grazie infinite a chi le continue a manutenere!!! Però andrebbero tarate ad un livello tale da eliminare il cosiddetto ‘turismo di montagna ‘ vera causa di morti e inquinamento.

  28. All’ultimo tratto della Tridentina, prima del ponte sospeso, c’è una piccola deviazione a destra che porta in cima alla torre Exner. Ormai sono vecchio, perché impedirmi di salire in quel Paradiso dove non va quasi nessuno, con l’infinito intorno o obbligarmi a comprare 40 metri di corda, 50  chiodi e un martello, e rischiare la vita?

  29. Io invece mi domando come mai delle persone brillanti e intelligenti come voi, perdano tempo a pubblicare articoli atti a polemizzare e criticare praticamente tutto quello che incontrano sul proprio cammino che non gli aggrada per una questione di puro gusto personale, quando invece potrebbero spendere il loro tempo e usare le proprie abilità prodigandosi loro stessi nel cercare soluzioni ai problemi reali che ci sono o offrendo un’ alternativa per le vie ferrate meno invadente. Chi meglio di voi potrebbe?  Insomma visto le menti che avete penso che per voi non sarà un problema, ma forse la vostra soluzione è quella di ritornare a vivere nelle caverne? Niente acqua calda per lavarsi, niente luce e telefoni, niente internet dove amate tanto scrivere e per mangiare si va a cacciare?  Ci sono persone veramente ambientaliste che comunque vivono così, sono poche, ma è una vita di vero isolamento, lontano da tutti e li non hai certo la possibilità di metterti in mostra denigrando quello che fa qualcun’ altro.. Vediamo quanti di voi sono disposti a farlo..  Io credo che la cultura di cui tanto vi fate padroni la usate comunque molto male, se non fosse così molti di voi non arriverebbero a  scrive determinate cose per i propri interessi  Comunque senz’altro le vostre imprese sono da ammirare se avessi più tempo magari sperimenterei anch’io.

  30. i tapis roulant che permettono di arrampicare senza limiti di tempo, sono la morte dell’arrampicata sportiva?muro rotante in inglese..ci sta pure il cilindrone rotante 12 metri di circonferenza..c’e’anche chi si auto costruisce una parete wooden wall..piu’ legno al posto delle ferrate.

  31. Il gognablog ha pubblicato molti articoli sulle ferrate dimostrando una presa di posizione che propende verso l’essere contrari ad esse.
    Però i commenti che si oppongono ‘stavolta a questa contrarietà dimostrano un’ignoranza che mai aveva coinvolto il problema in precedenza. Che sia il caldo?

  32. Alcune ferrate fanno schifo, altre no. Alcune più vicino allo stile francese, sono un esercizio fisico, altre no. La Tridentina, la Lipella, la Roda di Vael, le Bocchette, le Gamma al Resegone, sono splendide. Se non piacciono basta non andarci. Il resto è la stessa retorica che si sente e legge da anni, di chi ritiene che il suo sia il modo giusto, e gli altri non capiscono, non possono.

  33. Non si tratta di fare parte di una massa ben ammaestrata, lei vede forse cosa a fare le ferrate? La massa che intende lei sono quelli che amano le comodità senza troppo sforzo e mi scusi per quanto scalare secondo sia tutta un’altra cosa le ferrate non sono certo una passeggiata di salute. Io ho risposto ad un articolo che ho trovato a mio avviso un pò troppo pompato ed esagerato in favore di una cosa piuttosto che un’altra. E come se uno che scia da una vita va a dire che chi predilige lo snowboard non capisce niente, ma uno da una pista potrà scendere a valle come meglio crede? Ma poi l’impatto ambientale cosa centra? Uno può dire che a livello estetico un ferro piantato in una roccia possa essere orribile a vedersi, ma sa quante cose ci sono al mondo che sono un pugno nell’occhio per qualcuno e fantastiche per altri? Trattare il tema  inquinamento  su una ferrata equivale ad incriminare uno che soffre di areosofagia perché emette gas serra inquinante abbia pazienza. Comunque sono d’accordo sul fatto che le montagne, come qualsiasi altra cosa non vadano stravolte o modellate in favore di una comodità che per vivere alcune cose non ci va proprio.

  34. Insomma la comunità degli alpinisti che fanno arrampicata si sente più padrone della montagna di quella degli escursionisti che fanno ferrate… Voglio precisare che solo chi arrampica nel proprio giardino non è invadente nei confronti della montagna. La montagna è di chi ci vive. Gli altri sono ospiti e nessuno degli ospiti dovrebbe sentirsi nella posizione di poter dire cosa è giusto o meno!! Detto questo, solitamente le ferrate vengono installate, gestite e promosse dalle stesse comunità montane. 

  35. Se danno fastidio basta non andarci.
    non tutti possono permettersi di arrampicare. Altrimenti attrezzate delle pareti di arrampicata alla portata di tutti

  36. Qua non solo il bambino e l acqua sporca si getta pure il catino!
    L’errore a mio modesto parere è equiparare le ferrate storiche con logica e utilità con la mega chiavica ferrata del tipo quella nella foto per capirci.
    Sanj

  37. Le ferrate mi hanno permesso sin da piccolo di assaporare la roccia dolomitica in totale sicurezza e senza spendere tanti soldi nell’assoldare le guide alpine. Questa passione l’ho trasmessa ai miei 4 figli che dall’età di 6 anni si misurano con braccia e gambe imbrago e moschettoni. Poi crescendo hanno fatto le loro scelte e tre di loro ora arrampicano. Quindi, almeno per il sottoscritto, le vie attrezzate permettono a tanti, pure a bambini e adulti adeguatamente istruiti ed equipaggiati di godere della bellezza della montagna, sentire la magia della roccia con un approccio mentale e fisico. Poi come tutte le cose il troppo stroppia e quindi non esagerare nel disseminare tracciati ferrati in maniera indiscriminata.

  38. Se uno spende dei soldi per fare uno striscione si assume anche le responsabilità di quello che c’è scritto sullo striscione.. se io vado allo stadio con uno striscione: il calcio fa schifo e chiudiamo gli stati.. è chiaro che prendo le botte da tutti gli appassionati torni a casa zitto e con la coda tra le gambe… Se a questo gruppo di mendecatti fa piacere fare una ferrata attaccare uno striscione fare una foto togliere lo striscione e finire la ferrata alla fine non crei nessun problema..anzi hai usufruito della ferrata come fanno tutti.. però se trovi un appassionato o un tifoso di ferrate e ti vedo lo striscione è chiaro che ti succede lo stesso trattamento di quello che va allo stadio… Ognuno si deve fare le sue considerazioni e gli affari propri e tenerle dentro di sé non esternarle con degli striscioni e questo vale per tutti i campi a meno che non scrivi: w la Figa! Allora su quello siamo tutti d’accordo….
    Si è arrampicate con le corde e non fate le ferrate fate superiori non state su Facebook o su internet a scrivere godetevi la montagna e non fate parte dei gruppi fb misti “ferrata e arrampicata..” perché per uno che fa veramente L’arrampicata con corde a lungo andare è denigrante stare con i feratisti o parlare dei feratisti o come questo caso mettere lo striscione.. lamentatevi del riscaldamento globale come fanno tutti e STOP!
    Comunque ricordatevi sempre per ogni volta che metto non striscione di media inaugurano due nuove Ferrate e questa è la cosa più importante più bella che ci sia

  39. “Le specifico che qualsiasi alpinista usa tantissimi mezzi industriali fabbricati senza i quali non e sottolineo non potrebbe assolutamente praticare questo sport estremo.Questo scagliare la pietra verso chi ama la montagna poi mi fa veramente incazzare!!!Lei non è nessuno per poter permettersi di criticare.Viva le Ferrate ! Se poi vorrà parlare di natura sono disponibile a spiegarle qualcosa”.
     
    Parlo di principi. E direzioni culturali. Ma non tutti intendono.

  40. Partendo dallo stato di fatto che sono tantissimi i praticanti di ferrate probabilmente più degli scalatori, è incredibile l’ostentazione di usare mezzi “leali” come se il ” bue dice cornuto all’asino!”.Le specifico che qualsiasi alpinista usa tantissimi mezzi industriali fabbricati senza i quali non e sottolineo non potrebbe assolutamente praticare questo sport estremo.Questo scagliare la pietra verso chi ama la montagna poi mi fa veramente incazzare!!!Lei non è nessuno per poter permettersi di criticare.Viva le Ferrate ! Se poi vorrà parlare di natura sono disponibile a spiegarle qualcosa.

  41. 32. Purtroppo la massa ben ammaestrata, che non si pone troppe domande, ha scelto l’opzione A. Ogni tentativo di argomentare l’opzione B viene definito ambientalismo da salotto. Non vedo all’orizzonte un futuro roseo per le nostre montagne.

  42. Faccio trekking e ferrate, sempre secondo le mie capacità. Ho un grande senso di rispetto verso la montagna e sono sempre alla ricerca di luoghi isolati. In questi ultimi anni c’è stato un grande ritorno alla montagna che è diventata facile per tutti grazie alla miriade di impianti di risalita e ai rifugi sempre più attrezzati e moderni, vedi quell’ecomostro del nuovo rifugio Santner. Ma si sa, mentre le ferrate hanno un costo di mantenimento che ricade sui comuni, gli impianti di risalita portano denaro e persone che salgono in quota anche con le ciabatte da spiaggia. Eliminare le ferrate non risolve il problema della montagna. Una corda di metallo e appoggi artificiali non deturpano l’ambiente, non inquinano non distruggono alberi. Le grandi vie di arrampicata sono tutte segnate. Posso essere d’accordo a non costruire altre ferrate, ma allora che non vengano costruiti altri impianti di risalita. La montagna è di tutti, basta solo rispettarla. E se su alcune cime posso arrivare solo gli alpinisti più abili è bene che sia così.

  43. Sono molto stupito da tanti commenti aggressivi pro-ferrate (in particolare 13, 17, 26, 29) e soprattutto dagli argomenti molto confusi addotti. Premessa: anch’io (come credo tutti) ho fatto ferrate come passaggio fra l’escursionismo e l’arrampicata. Sono un po’ una palestra e una fase di passaggio, da non demonizzare. Ma devono restare tali, e meglio non farne altre. Si dice: ma anche i chiodi modificano le montagne. Sì, ma in modo minimo, e servono per la sicurezza. Quindi se c’è una corda fissa non mi scandalizzo.  Ma andare a scalinare pareti vuol dire modificarle in modo irreversibile impedendo ad altri di arrampicare. Non è affatto un diritto né una libertà inalienabile. E minacciare chi si limita ad esprimere con striscioni il suo dissenso mi sembra davvero inaccettabile.

  44. C’è una montagna e ci sei tu.
    Puoi asfaltarla, con tutti i suoi succedanei e surrogati, per calpestarne la cima.
    Oppure puoi confrontarti by fair means, come si è detto per lungo tempo.
    Nel primo caso la tecnologia ha il sopravvento.
    Nel secondo rimane il confronto.
    Nel primo la creatività individuale tende a non essere necessaria.
    Nel secondo tende ad essere indispensabile.
     
    La questione non è la ferrata, ma la concezione della natura, uomo incluso.
    E anche il sevizio che, se soltanto di svago, riduce il terreno a campo di gioco.
    Consumismo del tempo libero.
    In prospettiva, nel primo caso si va a macinare valori sostanziali in nome del diritto al divertimento, al centro commerciale o dove ci pare.
    Nel secondo la relazione col terreno permane e con essa la creatività per riconoscere che sempre e solo lui a dire la verità.
     

  45. “Non discutere mai con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza.”

  46. Le masse non hanno mai sete di verità, preferiscono ignorare le prove se non sono di loro gradimento e preferiscono deificare l’errore se questo le affascina; chiunque possa fornire illusioni diventa facilmente il loro maestro, chi invece distrugge questa illusione diventa vittima delle masse (Gustav Le Bon)”.
    Comprendéis??? 

  47. Per ogni volta che mettono lo striscione.. comuni oppure organizzazioni come cai/ sat: inaugurano una nuova ferrata…!Io capirei se protestano per riscaldamento globale o per tutti gli spit messi nelle falesie…. ma venire a rompere a uno sport come le ferrate vuol dire proprio andarsene a cercare… Se potete farmi sapere dove vanno in futuro a mettere lo striscione Ve ne sarei grato…. Così vado a conoscere questi cialtroni che non hanno niente da fare! Io spero che la vita sia breve per loro questo è il miglior augurio che posso fargli. Perché andarsi a cercare i problemi futili come questi al giorno d’oggi è proprio da stupidi… Perché ricordatevi che come la penso io la pensano in molti là fuori…

  48. Premessa: apprezzo mountainwilderness per gran parte delle sue posizioni ed iniziative. Detto questo, qual è il problema?
    La tomba della creatività? Penso che non ci sia nulla di più personale e che nessuno possa decidere come esprimere la mia se non faccio del male. Giusto?
    L’impatto ambientale? Ma via, è minimo. Altrimenti piuttosto via i ripetitori, le antenne (e i telefoni…etc), le strade asfaltate di fondovalle e  rifugi e bivacchi in quota (vuoi mettere l’esperienza e la meraviglia di un lento avvicinamento a piedi ed il bivacco all’aperto?)
    La presenza di inutile ferraglia in parete? Ma allora l’unico che può parlare è Alex Honnold (e pochi altri)
    Non è necessaria cultura e preparazione? Chiedere a tutti quelli che sono rimasti “incrodati”
    Ecc ecc 
    Con stima 

  49. Le ferrate ormai fanno parte del patrimonio dell’umanità ci sono la prima che molte montagne venissero scalate ognuno si dovrebbe fare gli affari propri e guardare nel proprio cortile perché quando si vanno a rompere le uova nel paniere degli altri poi si rischia e questo è riferito a quelli che non si fanno gli affari propri come questo gruppo che va a mettere gli striscioni se vi ci vedo e mi ci trovo vedrete che vi faccio smettere tutto d’un colpo.. pensate alla vostra famiglia invece di pensare a chi fa le ferrate e ripeto fatevi la faracci vostri altrimenti mi incazzo

  50. 24) anche  con bicicletta, sci , pattini,  scale di casa ,poltrona e letto.

  51. https://www.glisfogliati.com/negozio/messner-reinhold-alpi-orientali-le-vie-ferrate-athesia-1979/
    chi lo ha, si legga la prefazione. Soste attrezzate sono un passo in piu’ per chi  ha intrapreso la scalata vera e propria,se sono ad intervalli lunghi, et voilà , c’è un aggeggio che permette di collocare rinvii con corda inserita.( la scimmia nuda avanza sempre per cogliere i frutti alti).L’arte di arrampicare di Polo  Caruso al cap 6 esprime considerazioni.Certo che se su ferrate semplici si hanno crisi di vertigini e panico, bisogna formarsi piè fermo e destrezza psicomotoria e forza su spalliera e quadro svedese.(legno al posto di ferro zincato)In ferrata comunque ci si puo’ scontrare con l’ambiente severo ed i percoli o ggettivi.,e’ un apprendimento a spirale non tutto e subito ma per tappe successive.Letto cronache del mese di luglio:ferratisti precipitati ed altri (acrobatici di forza )con avambracci e polsi distrutti dalla fatica…e vesciche alle mani.

  52. Io parlo dal punto di vista di una principiante, quale sono, poco rivoluzionaria e poco creativa. Parlando in maniera semplice e da una posizione umile ti dico che ho scoperto questo modo di vivere la montagna che mi piace e mi aiuta tantissimo per quello che sono le mie esigenze ed è una alternativa un pochino più strong all’escursionismo. Io non voglio diventare un’ alpinista esperta e molto probabilmente non ho nemmeno la prestanza fisica per farlo perciò non è solo una questione di quali palle tocchi la corda come qualcuno diceva nei commenti. Io non mi sento in competizione con nessuno, ma quando sono lì la migliore sfida che posso affrontare è con me stessa e ti posso dire che trovo le ferrate impegnative e faticose. Non sono nemmeno concorde sul fatto che sia un percorso finito perchè comunque va interpretato e non è detto che comunque io abbia l’obbligo di appoggiare piedi e mani su cavi e ferri quindi comunque la possibilità di essere versatili e di trovare la propria tecnica c’è lo stesso. Immagino che alcuni sono abili come ragni, ma dovete pensare che non tutti sono al vostro livello. Detto questo io trovo molto più inquinante la stagnola del panino da Pic nic che si ritrova qua e là un pò ovunque, non solo in montagna.  Bisognerebbe affrontare le cose usando il buon senso perché se uno affronta una ferrata difficile senza esperienza, guida esperta, preparazione e attrezzatura può essere che qualche problemino lo incontra e poi si finisce per chiamare i soccorsi.  Detto questo le ferrate sono ripeto per me una maniera di evadere e di buttare fuori emozioni, alcune sono in posti veramente magnifici che secondo me il contatto con la natura lo ricreano e se uno non diventa abile e creativo nel muoversi sulla roccia, può sviluppare la sua creatività in altri modi. Se lei è come un falco faccia in modo di trasmettere la sua passione in maniera positiva agli altri. Ah ah
     
     
     

  53. Michele Comi: spesso, troppo spesso, i grandi alpinisti e i professionisti della montagna sono i MIGLIORI nemici della montagna. Ultimamente il restailing di alcune vie ferrate è stato affidato ai tuoi colleghi G.A. che devono poi certificarle. Si sono buttati a piene mani sulla nuova vacca da mungere.
    Lasciamogli tempo, ma vedo bene una ferratina sul Torre, o su qualche Cerro limitrofo, sul Capitan ( magari all’estrema destra, se già non c’è), le cime di  Himalaya e Karakorum sono giò attrezzati da km di corde fisse dagli Sherpa, le Ande Peru/Equadoriane aspettano con ansia qualche ferrata per aumentare clienti e bussines e anche sul Old Men of Hoy ci starebbe bene. E non preoccuparti che qualche PROFESSIONISTA metterebbe da parte qualsiasi dubbio etico e metterebbe mano al trapppano!

  54. Il Vero Nuotatore va solo nei laghi, mare, fiumi o anche  in PISCINE, che pur sempre sono costruzioni artificiali….se non si sa affrontare una ferrata classica, ci si impegna su scalate in parete?

  55. Enrico: Solo gli uomini delle caverne possono discutere di ferrate. Tutti gli altri devono tacere“.

  56. Può dar fastidio buchi e ferro … Quando si vuole si potranno eliminare … Ma i saputelli che usano la macchina per andare ad arrampicare per comprare i materiali nei negozi quelli non inquinano non deturpano l’ambiente… Solo chi usa una ferrata? Chi parla  non dovrebbe avere la macchina  solo la bici non corrente elettrica ma candele  dovrebbe avere l’orto e non andare nei supermercati… State zitti finti ambientalisti….

  57. Io da giovane ho cominciato a camminare tanto in montagna. Poi ho iniziato a fare qualche ferrata via via più complessa, sempre in Dolomiti, dove ce ne sono di sensate, spesso sorte sfruttando percorsi di guerra, e molto entusiasmanti. Ho sempre cercato di arrampicare, quindi usando la ferrata per sicurezza. Mi sarebbe piaciuto fare le vie normali ma non avevo chi facesse da primo. C’è un po’ di spocchia in chi disdegna le salite in ferrata, anche se mi dà fastidio che ne vengano fatte di nuove, a volte illogiche.
     

  58. Sono un vecchio ex alpinista. Le ferrate mi sono piaciute molto quando molti anni fa mi sono avvicinato alla montagna, per poi passare all’alpinismo “vero”. In epoca recente, abbandonato l’alpinismo per ragioni anagrafiche e per mancanza di tempo per allenarmi, ho riscoperto le ferrate, che mi consentono ancora un simil-alpinismo e molto divertimento. Non demonizzo quindi le ferrate, specie quelle ormai “storiche”, utili per iniziazione alla montagna ed anche come ripiego quando, per ragioni di età, mancanza di allenamento o di compagni, oppure per poco tempo a disposizione, consentono comunque il contatto con la roccia. Molte ferrate sono infatti arrampicabili usando i cavi solo come sicurezza, ed è  ciò che cerco sempre di fare io … 

  59. Si ripete quanto detto altre volte per impianti di risalita, resorts in quota, strade, parcheggi, ecc. 
    L’etica ambientalista non esiste come valore assoluto, e non trova certo maggiore favore quando le linee di separazione tra lecito e illecito vengono tracciate dagli alpinisti – come pretende di fare mountain wilderness. 
    La ‘moral suasion’ tentata in questo proclama testimonia perfettamente la totale disconnessione di MW con il mondo reale:
    “Un artifizio che ci illude d’esser gagliardi, d’assaporare il vuoto, senza troppi pensieri, senza percorsi d’iniziazione che richiedono dedizione, impegno e un po’ di fatica.”  MW decide quale emozione e’ in realtà illusoria, quale percorso iniziatico autorizza ad assaporare il vuoto e quale livello di impegno e fatica ottiene il suo imprimatur.
    Invece dell’approccio inutilmente presuntuoso dovrebbero anzitutto dimostrare coerenza, cercando di fare firmare alle guide ( come Comi ) l’impegno a non accompagnare clienti sulle nuove ferrate. Piu’ concreto, piu’ credibile.
    Ad ogni modo  per la maggioranza degli elettori delle amministrazioni montane le nuove ferrate non suscitano particolare scandalo, e anzi ben vengano se portano turismo ( la pressione della domanda incontra una sempre piu’ puntuale offerta ) ad albergatori,  commerci, e – appunto – alle guide alpine.
    Purtroppo il processo non si  fermera’ se non con la creazione di sempre piu’ numerose aree ‘franche’ protette da ogni intervento umano, con leggi nazionali che certo non saranno le benvenute dai locali.

  60. L’ambiente dell’alpinismo, arrampicata sportiva, escursionismo, ecc., con le dovute eccezioni, è pieno di presuntuosi professorini che ritengono di saperne più degli altri e di poter pontificare di qua e di là. Alcuni dei commenti qui presenti ne è la prova. Pertanto dico, andate a godervi la montagna, o meglio ancora, mettetevi comodi su un divano con il telecomando in mano e soprattutto non rompete le palle al prossimo!!

  61. Credo che la mancanza di acqua nei rifugi costretti a chiudere, il ripetersi di frane e cedimenti per il clima, la plastica e l’immondizia che viene lasciata nascosta sotto gli alberi e nei cunicoli della roccia siano  problemi prioritari rispetto a ferrate vecchie, nuove, storiche o cosiddette deturpanti. Dopo che ve le siete fatte voi volete toglierle agli altri? Raccogliamo firme che non ne vengano fatte altre, ma quello che c’è ha cmq un valore.

  62. @Guido….perdonami ma non ho mai apprezzato il CAI (che qui si chiama SAT in quanto ha conservato la dicitura nativa) e non mi è mai venuto in mente di fare corsi con loro.
    Fin da piccolo vivo la montagna molto più della media essendo cresciuto in mezzo ai monti, l’idea di imparare ad un corso da giovane non mi andava….le ferrate sono state il primo approccio fuori dai sentieri, un primo passo per distaccarmi dall’escursionismo classico che mi ha poi portato a fare decine e decine di vie l’anno in autonomia. Non ho detto che le ferrate siano educative alpinisticamente parlando ma a me sono servite…si tratta di un’opinione personale che contestualizzata nel discorso già fatto sotto non vanno a promuovere la costruzione di nuovi itinerari…
    Pensavo fosse chiaro il mio concetto ma probabilmente ho lasciato delle ambiguità, chiedo scusa.
    Luca 

  63. Condivido pienamente quanto detto da Luca al commento 6. Le ferrate anche per me hanno rappresentato il passo per muovermi dai sentieri escursionistici alle pareti.
    Le ferrate hanno cmq qualcosa da insegnare (vedasi principi generali sicurezza) qualora affrontate con umiltà e preparazione (appoggiandosi a guide alpine o corsi CAI).
    Per quanto possa capire (e anche condividere) alcune delle motivazioni portate avanti da mointainwilderness, ne riscontro un approccio molto saccente, in cui il corretto modo di vivere la montagna è solo quello da loro indicato senza possibilità di avere visioni diverse. Se vivi la montagna come diciamo noi, sei degno, altrimenti hai torto poiché non comprendi il vero spirito di vivere la montagna.
    Ora che qualcuno imponga dall’alto la verità assoluta a me in generale dà molto fastidio.
    I criteri per fare nuove ferrate e/o smantellarne di esistenti dovrebbero essere più oggettivi e valutati caso per caso.
     

  64. @ Luca al 6. Le ferrate non insegnano niente e sono diseducative. Se vuoi imparare e divertirti realmente, la corda devi farla passare in mezzo alle palle e non in mezzo agli occhi. Avresti dovuto frequentare uno o più corsi organizzati dal CAI. Io ho fatto così ed è andata benissimo, ma forse erano altri tempi.

  65. In una società in cui lo slogan è “vincere è facile “non c è  da meravigliarsi neanche di un possibile ascensore che porti alla cima bucando la montagna!
    Giusto mettere freno a questo andazzo ma come spiegarlo a chi di ferraglia fior di conio si riempie le tasche? 
     

  66. Considerando ora la ragione d’essere delle ferrate, ritengo che possano essere accettate e intese come evoluzione naturale dall’escursionismo all’alpinismo. È ciò che successe a me.
    Però, lo ribadisco, il tutto con i criteri che ho esposto nel mio precedente commento.

  67. Al momento sono un piccolo alpinista in erba….sono uno di quelli che a piccoli passi conquista le vette ormai banali per i più, mi concedo il V grado dolomitico e qualche raro passo di V+ quindi ben poco vale il mio parere.
    Vista però la libertà di espressione posso dire che le ferrate sono state l’elemento di giunzione tra il guardare le pareti da un sentiero e riuscire dopo anni a fare da solo (senza guida intendo) il campanil basso.
    Le ferrate mi hanno permesso di tastare la roccia, di percepire che toccarla regala emozioni, salirla regala avventure, conquistarla regala ricordi….
    Da lì, dalla prima ferrata è stato un crescendo di desiderio, le famose bocchette del Brenta mi hanno portato alla base del campanil basso e qualcosa si è acceso.
    Da persona tecnica, scientifica, pragmatica, mi è stato subito evidente che staccarmi da quei cavi avrebbe richiesto tempo e impegno nonché una discreta spesa (discreta per le mie tasche di allora).
    Ecco che mi sono trovato a contattare una guida alpina e ho avuto la fortuna, che auguro a tutti, di trovare una persona splendida, un alpinista romantico di quelli in cui, quando vedono la passione, scaturisce la voglia di realizzare desideri altrui, di insegnare….
    Passo dopo passo la guida è diventato un amico intimo e mi ha fatto crescere fino a muovere i primi passi….fino a trovare una compagna (anch’essa innamorata della montagna) alla quale sono riuscito a trasmettere la passione per le pareti….
     
    Questo erano per me le ferrate, un timido approccio alla roccia..
     
    Ora però devo dire che guardandomi attorno la percezione comune è diversa, c’è una sorta di sfida sociale a chi osa di più e, per chi non ha esperienza in montagna le ferrate diventano una sfida con gli altri invece che un’introspezione come l’avevo vissuta io.
    Quella concezione di limite non mi piace e mi ritrovo a condividere il pensiero dell’articolo riguardo l’addomesticare certe pareti creando dei parchi giochi per adulti (Paganella, Casto ecc) dove si perde lo spirito iniziale di chi ha messo i primi “ferri”.

  68. Mi spiego con qualche esempio.
    – La Via delle Bocchette, la Via delle Bocchette Alte, la Strada degli Alpini sono stupende e non raggiungono cime.
    – La ferrata delle Mesules è bella, da conservare anche per il suo interesse storico, e non raggiunge cime (ma solo l’altopiano omonimo).
    – La ferrata del Santner è bella e non raggiunge cime.
    – La ferrata della Marmolada andrebbe smantellata (nonostante il suo interesse storico), perché le ferrate non debbono raggiungere cime.
    – Le due ferrate del Catinaccio d’Antermoia andrebbero smantellate, perché le ferrate non debbono raggiungere cime.
    – La ferrata del Burrone di Mezzocorona è bella, non troppo invasiva.
    – La ferrata delle Aquile (Paganella) è demenziale. E cosí tutte quelle analoghe.

  69. Concetti condivisibili.
    In particolar modo riguardo alle nuove realizzazioni e alle strutture c.d. alla francese.
    Quelle di interesse storico meritano (forse) un discorso diverso.
     
    Trovo invece inappropriato il riferimento finale al gran numero di interventi.
    Secondo le statistiche 2020 degli interventi CNSAS divisi per attività, la generica classificazione “ferrata” rappresenta il 2.2% degli interventi totali, il generico “alpinismo” il 5% (poi gli interventi andrebbero pesati per numero di praticanti, complessità ed esito, ma vabbè).
     
    Anche citare l’aspetto economico mi lascia perplesso. Non ho idea di quanto siano imponenti i “costi sempre più imponenti”, ma non posso fare a meno di pensare che, se qualcuno decide di realizzare queste strutture, da qualche parte un tornaconto economico (reale o presunto) debba pur esserci.
     
    Il solo aspetto culturale dovrebbe, a mio parere, essere più che sufficiente per sostenere il discorso.
     
    Fonte: news.cnsas.it/dati-2020-del-soccorso-alpino-e-speleologico-record-di-interventi

  70. Se si accetta che la scalata lungo una via di roccia che parte da  A fino a B assomiglia ad un’indagine scientifica, ad una dimostrazione matematica, chi esegue sempre esercizi già svolti con l’aiutino,impara poco a detreggiarsi da solo e avrà scarse soddisfazioni…e brancolerà davanti a casi imprevisti.Il già addomesticato e fatto serve come allenamento..come studiare partite  di scacchi.

  71. Eccessi a parte,vedi ad esempio le orride cose  proposte in fotografia trovo l’approccio al punto del tutto sbagliato. Chi impedisce a chi (?) di considerare parimenti ferraglia deleteria la attrezzatura- leggi chiodi soste e calate- presente sulle pareti delle Alpi tutte? 

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