Firmata un’ordinanza che limita la circolazione da piazza Martiri di Perti Alto: in futuro verrà installata una sbarra. “Non orgogliosi, ma necessario per evitare problemi”.
Vietato alle auto il Vallone di Monte Sordo a Finale
(l’impotenza dell’amministrazione comunale)
La cronaca
Piazza Martiri a Perti Alto: da lì in poi i mezzi a motore dovranno fermarsi se non saranno per trasportare residenti o dimoranti.
Troppo traffico e sosta selvaggia. Così il tratto di strada comunale che, partendo da Piazza Martiri di Perti, si dirige verso contrada Valle e località Montesordo sarà percorribile con veicoli a motore solo da residenti o dimoranti e da coloro tenuti ad accedere per motivate esigenze di lavoro oltre, naturalmente, da tutti i mezzi adibiti a soccorso pubblico.
È la decisione presa dal sindaco di Finale, Ugo Frascherelli, dopo quanto evidenziato in particolare nel fine settimana di Pasqua 2022, dove una quarantina di multe sono state elevate nei confronti di diversi mezzi, anche abbastanza ingombranti come furgoni o simili, in sosta nella zona di Perti Alto.
Negli ultimi due anni, nello stesso periodo, complice la pandemia, il fenomeno della sosta selvaggia nell’entroterra si era ridotto insieme al numero di mezzi. L’altro effetto dei lockdown ha portato però, una volta caduti i limiti, a un ritorno anche più importante dei turisti e non sono bastate le multe e gli avvisi della polizia locale a mitigare una situazione tornata “esplosiva”, tanto da sollevare le proteste dei residenti della zona fino a sollecitare un diretto intervento dell’amministrazione.
“Non sono assolutamente contento di aver adottato un provvedimento limitativo della libertà di circolazione delle persone – afferma il sindaco Frascherelli – al di là del successo dell’outdoor vi sono zone che, per un periodo sempre più lungo, sono letteralmente invase, vi permangono troppe persone per un tempo troppo lungo e sta diventando insostenibile“.
Il passaggio di due mezzi contemporaneamente, ad esempio, crea non pochi problemi su una strada stretta e lunga un paio di chilometri al bordo della quale la Polizia locale aveva già vietato la sosta a bordo strada che avevano sì portato a diverse sanzioni ma al tempo stesso “le norme di comportamento sono spesso state ignorate“, ricorda il comandante Eugenio Minuto.
“Ciò che ci ha portato al provvedimento sono le possibili difficoltà legate a emergenze: far passare un mezzo di soccorso diventerebbe problematico” aggiunge il primo cittadino. “Inoltre – prosegue Minuto – è stata verificata l’accensione di fuochi in una zona fortemente boscata, figuratevi cosa potrebbe succedere nel malaugurato caso di un fuoco mal controllato“.
Nei prossimi giorni verranno installate una sbarra e la segnaletica adeguata recante il divieto di accesso ai non autorizzati, mentre si cercherà anche di presidiare la zona: “Siamo assolutamente disponibili a incontrarci con i residenti della zona e trovare una soluzione che possa ottemperare a tutte le esigenze” continua il primo cittadino.
“È un punto di partenza, un invito a rispettare le regole pur continuando a venire nel nostro territorio” precisa il vicesindaco Andrea Guzzi.
Va ricordato che le presenze nel finalese portano sovente a un tutto esaurito, specialmente tra la primavera e l’autunno, delle strutture ricettive. E’ logico che l’amministrazione comunale si preoccupi che questo “tutto esaurito” non svanisca a causa di misure restrittive che, secondo la logica corrente, potrebbero far incupire i frequentatori.
Il commento
L’episodio della chiusura all’accesso automobilistico a uno dei più vasti settori di arrampicata dell’intero Finalese non deve essere confuso con un divieto di accesso: e invece sembra proprio che questa confusione venga alimentata da parecchi commentatori.
Chi scrive ha ben presente che questo problema era già ben noto anche quaranta anni fa: in tutto questo tempo in effetti nulla è stato fatto per favorire una soluzione.
Ha ragione Roberto Capucciati quando scrive su Up-Climbing “Il territorio finalese è sempre più allo sbando: un paradiso naturale dagli equilibri delicatissimi in mano alla passione e al buon senso di pochi cittadini e di alcune realtà commerciali, ma dove la presenza dell’amministrazione pubblica si percepisce solo dalle multe, dai divieti e dalle assenze sulle grandi questioni”.
Anche a me qualunque divieto di solito provoca l’orticaria, ogni volta mi stupisco che per ottenere uno scopo si debba sempre ricorrere alle chiusure e alle multe. Ma NON quando la chiusura riguarda i mezzi a motore! Sbarre che impediscono l’accesso a zone delicate e iperfrequentate dovrebbero essercene anche di più!
Questa zona, tra Perti Nord e la Rocca Carpanea, racchiude un concentrato di falesie di arrampicata tra le più famose, come ad esempio il Grotto di Perti, la Grotta dell’Edera, le Tecchie, l’Alveare, lo Specchio. Chi l’ha detto che l’accesso a questi santuari debba necessariamente essere inferiore a 15-20 minuti? Partendo a piedi da Finalborgo la marcia di avvicinamento si allunga certamente fino ai 60 minuti e anche più (a seconda della destinazione): personalmente non vedo questo grande dramma!
Certo, anche ammettendo questa salutare camminata pre-scalata, i problemi non sarebbero risolti: dove mettere l’auto in paese? E a quali condizioni di pagamento? Allo stato attuale tutti i posteggi sono a sosta oraria, dunque molto cari. Per non parlare di eventuali garage.
L’amministrazione comunale, in quaranta anni di tempo, avrebbe dovuto pensare a parcheggi alternativi a costo popolare, avrebbe potuto acquistare terreni (peraltro disponibili e in vendita) a questo scopo; avrebbe potuto istituire dei servizi-navetta, o un noleggio bici, elettriche o non. Nulla di ciò è stato fatto. Si è andati avanti con un’amministrazione che nei periodi caldi ha solo emesso raffiche di multe e con qualche residente esasperato (e davvero incazzato) che ha tagliato le gomme dei mezzi più invasivi o anche a casaccio.
La situazione è certamente esplosiva: circa due anni fa ne parlammo qui e qui, all’epoca in cui anche il CAI volle dire la sua. Da allora, dopo il fugace e ingannevole diradarsi delle presenze dovuto alla situazione pandemica, le cose sono solo peggiorate. Eppure il sindaco che oggi pubblica l’ordinanza è lo stesso Frescarelli che due anni fa, alla fine del primo mandato e all’inizio del suo secondo, si dichiarava consapevole di tutti i problemi dello sport outdoor nel suo territorio, nonché volenteroso nel cercare qualche soluzione.
Dà fastidio avere la certezza che si vogliano risolvere i problemi solo con le multe e i divieti: ma è altrettanto fastidioso osservare come, a quanto pare, la maggioranza dei climber non sia disposta ad accollarsi un po’ di cammino in più. Con il risultato, tra l’altro, di peggiorare la situazione nelle altre falesie del Finalese.
Capucciati osserva: “Se gli arrampicatori per questa amministrazione sono un fastidio, non lo sono certamente per le molte realtà commerciali che da trent’anni credono a questo fenomeno turistico e ci hanno investito. Un fenomeno turistico del tutto ecosostenibile, che solo l’incuria e la malagestione può trasformare in un problema per il territorio”.
Ci sentiamo davvero autorizzati a parlare di malagestione, non tanto per l’ultimo divieto che è meno indigeribile di quanto possa sembrare ad alcuni, bensì perché non sono stati fatti parcheggi seri per il flusso turistico outdoor che questo territorio può generare, perché se Finale vuole essere tra le capitali europee dell’outdoor avrebbe dovuto pensare già da tempo ai servizi igienici, ai camping dedicati e anche a una segnaletica che permetta e incoraggi l’andare a piedi: in sostanza, prima di parlare di “rispetto delle regole” occorre mettere il pubblico nella condizione di rispettarle.
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Mica sono soldi suoi. Cosa cazzo gli frega!
Questa gente ha una mentalità da cavernicoli. Apertura mentale zero. Hanno arrampicatori che frequentano questi luoghi dagli anni 60, non solo italiani, ma da tutta Europa, quindi una esperienza enorme. Ma non gli è servita a nulla, se ne sono fregati di una realtà che è sotto ai loro occhi da decenni. Hanno preso il più possibile ma senza dare nulla in cambio, anzi manifestando anche con un certo fastidio per la presenza di questa gente STRANA. Questa è la lungimiranza di certi amministratori pubblici.
Ricordo una mia multa per divieto di sosta: zona foci dell’Adige, sosta a parecchia distanza dalla spiaggia in una piazzola e relativa scarpinata di 20 minuti…..in seguito scoprii un segnale di divieto posto tra le ramaglie di pineta, semioccultato. Praticamente era obbligatorio parcheggiare in parcheggio a pagamento, tariffe da Costa Azzurra.In stagione morta…parcheggio selvaggio e nessuna vigilanza.
24 e 26: A parte che leggere di “lobby ecologiste” fa molto ridere, anche perchè se davvero esistessero è evidente che non conterebbero nulla, basta guardarsi attorno per vedere quanto è stata devastata l’Italia a livello ambientale dal mare ai monti. Detto questo, esiste un obiettivo europeo che prevede di azzerare il consumo di suolo netto entro (udite udite) il 2050 (certo, ci sono prima da accontentare le lobby del cemento, non vorrai mica dargli solo 10/15 anni di ulteriori devastazioni), consumo di suolo che ad oggi in Italia è di 2 mq al secondo. Quindi lasciamo perdere nuovo bitume in aree naturali e cerchiamo di attivarci (mi riferisco alle amministrazioni locali) con quello che esiste già.
No Massimo Malpezzi, stai sereno, io non spendo centinaia di euro per vestirmi tutto punto:) continuo a scalare con le braghe da metalmeccanico a 14 euro iva esclusa del negozio di antinfortunistica. Scarpe Decathlon, tanto se se sei scarso sei scarso anche con il modello da 150 euro e se sei forte lo sei anche con un paio da 60 euro..:)) quindi permetti che mi girino le palle spendere dei soldi pure per parcheggiare e andare a scalare?? E’ una questione di principio, pago fior di tasse dirette e indirette. Possibile che i Comuni debbano fare cassa su tutto e non riescano a gestire il denaro che hanno? E poi su, per quanto siano tanti gli scalatori, saranno sempre il 10% dei bagnanti che affollano la Riviera nei giorni d’estate..PS: ad Arco non si paga!
Pasini, certo che i parcheggi non sono l’unico problema! Visto però che l’articolo parla di problemi insorti a seguito della mancanza di parcheggi, viene immediato parlarne. I problemi sono fondamentalmente il fatto che l’amministrazione finalese ha sempre e solo cercato di sfruttare a suo vantaggio l’arrampicata senza fare NIENTE nei 50 e più anni di esistenza di quest’ultima. Chi guarda al modello valle del Sarca deve tener conto di 2 cose: 1) che ai Finale.ro.s Arco non è mai piaciuta. Lo stile perfettino da divertimentificio, che ai più piace intendiamoci, non rappresenta il modello adatto al ligure abituato a lamentarsi senza fare nulla.
2) ai climbers locali, cui mi considero un facente parte, non interessa che arrivi sempre più gente. Molte falesie restano lungamente segrete (questo è successo anche a Arco dopo che ci si è accorti che l’affollamento è deleterio) e ci vanno in pochissimi conoscitori. Raramente l’affollamento è un problema per i locals ma porta loro i ben noti problemi portati dai foresti.
Non avendo i liguri una mentalità neppure lontanamente paragonabile a quella trentina, tutto resta accennato e incompiuto, amministrazione compresa. Ergo, i problemi restano irrisolti ma per fortuna gli affollamenti si concentrano in pochi weekend e/o ponti durante i quali i locals si dileguano.
Tutto sommato quest’amministrazione approfittatrice e nullafacente è adatta ai suoi sudditi, quindi possiamo dire che il problema si risolve così e comunque ha un lontano sapore di spicchio di libertà ormai introvabile.
Per approfondimenti esplicativi (a buon intenditor…) ho appena scritto un commento a un mio post che parla di Finale e Bufali, leggibile qui vicino.
Chi nu cianse, nu tetta.
Per la verità abbiamo un esempio virtuale sulla gestione generale legato all’impatto dovuto al numero di appassionati in un territorio circoscritto. Arco e la valle del Sarca da decenni vive lo sport outdoor in perfetto equilibrio mediando e risolvendo le problematiche con i proprietari terrieri a ridosso delle falesie e con i cittadini residenti. Sono d’accordo che non può essere solo un problema di parcheggio, ma si è contestualizzato il tema e su quello ci si è confrontato, in soldoni una semplice sbarra a salvaguardia di un nucleo di abitazioni e cittadini esasperati. Io però credo che se si aspetta la politica o il comune inteso come istituzione difficilmente si risolveranno i problemi. Ma dove sono le associazioni legate all’arrampicata ( se ne esistono) perché non si è costituito in tempo un comitato votato ad essere controparte all’indifferenza della politica?
Non è un po’ limitativo parlare solo di parcheggi? Questo episodio rilancia il tema della gestione complessiva di luoghi come Finale e del ruolo della comunità dei rampicanti. Ne avevamo già discusso tempo fa. Se niente si muove sarà sempre una continua rincorsa alle emergenze e ai provvedimenti dei sindaci. Forse il blog può servire a creare un po’ di movimento in proposito nella comunità. Però bisognerebbe smetterla di accapigliarsi su tutto e passare al “come fare a…..”, magari segnalando qualche caso di “buona pratica” italiana.
Mah mi sembra aria fritta…certo che bisogna pagare un parcheggio…ma dove vivete, e quindi? Mi sembra che le falesie siano diventate dei centri commerciali ( uno senza parcheggio, oppure bisognerà pagarlo, l’altro con le infrastrutture) evvabbe andranno ad Albenga quale problema c’è…davvero sembriamo bambini viziati, spendiamo centinaia di euro per essere vestiti di tutto punto con l’ultimo rinvio alla moda e la scarpetta iper performante e poi il dilemma è un ticket del parcheggio,,, cazzo riempite la vostre auto e dividete e non rompete più i coglioni intasanti strade in parcheggi vergognosi. Poi ohhh il comune farà i suoi conti quando le falesie finalesi saranno totalmente vuote, ma non ci credo Amen non intervengo più se no Cominetti mi fa il maestrino di nuovo
numero finale 0,2739726027
40 anni ÷ 4000 vie = una nuova ogni tre g.
Ci si potrebbe fare le climberolimpiadi…e invece si questiona per gli accessi/eccessi.
Ci voleva un’ordinanza per trovarmi d’accordo con Cominetti. Il problema oltretutto non è tanto camminare, ma trovare anche un posto nella “piana”, possibilmente non a pagamento (altrimenti la giornata inizia a costare), per l’auto. E poi, per andare al Sordo c’è un sentiero? o bisogna farsi la strada asfaltata a piedi?? Tutti i climber si riverseranno su Albenga dove anche lì non sono messi bene a infrastrutture..Vedremo..Il vantaggio però è indubbio, le falesie torneranno semideserte, e mi ritroverò con Cominetti e Crovella a discutere se l’accesso a queste falesie da parte delle ASD possa essere considerato EE oppure semplicemente escursionismo.
Whaooo che arroganza…il maestrino mi redarguisce perché non è la prima volta che non capisco…ohhhh ma chi sei scusami ..stiamo discutendo confrontandoci su un tema e non è necessario capirti su alcune tue fantasie…ma pensa te se questo se ne deve uscire con sta frase…vabbè lasciamo perdere
Malpezzi, non hai proprio capito. E visto che non è neppure la prima volta, lascio perdere. Stai bene.
Guarda sono originario di quelle parti conosco benissimo la situazione, a Vigo o Canazei o alle navette per il Gardeccia i parcheggi sono identici a quelli che ci sono a Final Pia. Al di là del magna magna dozzinale tutto Italiano ( e non solo del comune finalese) ripeto, se qualcuno si fosse mosso per spianare 500 metri quadri per fare parcheggiare i pigri Climber che ormai non sanno più camminare oltre i 15 minuti, sarebbe caduto il mondo da parte delle lobby ecologiste. Il problema è che in quella valletta parcheggiavano malamente 20 auto ( perché poi lo spazio era esaurito) sbarra e camminare senza fiatare
Malpezzi, forse non conosci quello di cui parli, ma i parcheggi in Val di Fassa per accedere al rif. Grardeccia, in Val Ferret e Forni per accedere al rif. Pizzini, sono proporzionati al traffico che vi transita. A Finale, la cosa scandalosa, è che con l’arrampicata, molto prima che con le bici, si sono arricchiti in molti e l’amministrazione non ha MAI contribuito in nessun modo ma ha solo raccolto i frutti (belli grossi) di quello che il turismo outdoor ha portato. Mi va bene andare a piedi da Finalborgo a Montesordo, ma quando ti ritrovi l’auto con la multa al solo scopo di fare cassa, anche quando non crea nessun intralcio alla circolazione e non ci sono divieti, vedi il tipico andazzo ligure (sono nato a Genova, quindi so di cosa parlo) del rubare soldi a chi passa senza dargli nulla in cambio, mi girano i coglioni. E la cosa dura da decenni! Io ci ho parlato con gli amministratori finalesi e ti assicuro che è molto peggio di come sembra.
Parcheggi Zebru Gardeccia e altri sono gli stessi di finale o poco più e mi creda si pagano alla grande…noi come sempre pensiamo all’arrampicata come se dovessero farci parcheggi mastodontici per 300 Climber…Finale è un luogo di mare e i parcheggi già esisto ma sono laggiù limitrofi alle spiagge. Il paradosso è ( e ci scommetterei la mia tredicesima) che se avessero messo in moto le ruspe nei terreni adiacenti alle falesie “catramizzando” 500 metri quadri per fare i mitici parcheggi per quei 4 gatti di arrampicatori che siamo si sarebbe mobilitato tutto il mondo ecologista a difesa dell’ambiente, un classico.
Barbolini, nei posti che hai citato si trovano adeguati parcheggi a valle. A Perti/Finale ci sono solo divieti e multe. C’è una bella differenza.
Credo che non ci sia molto da inventare, basterebbe prendere ad esempio l’accesso alla val Ferret e/o l’accesso al rifugio Gardeccia e/o l’accesso al Val Zebrù.
A parte all’inizio credo che nei due casi citati nessuno poi abbia avuto da ridire più di tanto. Purtroppo l’antropizzazione porta a queste conseguenze.
Buongiorno, sono Andrea marito di Catia dell’Osteria del Castel Gavone, in merito a tali problematiche che si ripetono ciclicamente ogni periodo pasquale, a suo tempo avevo creato una chat chiamata “Progetto viabilità” dove il 24-04-19 descrivevo il mio progetto/pensiero.
Lo ripropongo :
Progetto viabilità
Riattivazione sbarra ingresso alla valle con badge per residenti e per turisti ( rilasciato dall’ufficio informazioni turistiche), sino al numero limite dei posti usufruibili nelle aree lungo la strada.
Inteso come area ZTL (zona traffico limitato).
Per i turisti in eccesso disporre di navetta dedicata in due fasce orarie precise.
In tal modo si possono ottenere un numero di posti auto tale da smaltire il traffico dalla P.zza Martiri di Perti sino alla sbarra.
Nonché la possibilità di aumentare le visite turistiche sia all’ interno del Castel Gavone sia nell’entroterra.
L’attuale ordinanza pregiudica il già inesistente parcheggio nella piazza.
Come del resto, illuminare la Via Beretta con lampioni ad energia solare per favorire l’afflusso turistico ( a piedi ) potrebbe essere un progetto valido se non fosse interpretato di parte.
Per legge è obbligo dell’amministrazione comunale di creare parcheggi per le attività commerciali, anche in luoghi vincolati.
Sono d’accordo con Enri. Ho il sospetto che all’amministrazione dell’arrampicata finalese poco importi e siano pronti a sacrificarla. Non ci credono, non sono culturalmente aperti verso questa attività.
Potreibfare l’esempio del turismo versiliese. Da sempre in Verslia esiste e si investe nel turismo de mare. Ma non sì e mai fatto nulla per il turismo della montagna . Anzi si fa di tutto per affossarlo e gli arrampicatori sono visti come esseri strani.
Finale … Finale è un paradiso, A Finale non piove mai, Finale è sempre Finale etc etc …
Sinceramente l’ordinanza non mi scuote più di tanto, una menata in più. A finale ci si andrà comunque nei giorni della settimana e come sempre mai durante i festivi. Del resto con sta storia dell’autostrada, da genova, è più comodo andare in Piemonte.
E’ una storia simile alla spiaggia del Malpasso a Varigotti … sino ad una trentina di anni fa era un luogo unico, poi l’hanno cintata con la scusa del parcheggio selvaggio sull’Aurelia (che era realmente un problema la domenica).
Quel che mi rattrista sono le dichiarazioni del sindaco che si nasconde dietro all’accessibilità dei mezzi di soccorso … per nascondere le responsabilità sue e dei suoi predecessori nel non aver fatto un cazzo.
Un territorio fantastico svenduto per pochi spiccioli ai bauscia e che ha fatto scappare i pochi liguri ancora resistenti (Cà di Alice è uno degli ultimi esempi) e che costituivano quel tessuto social-economico che ti faceva piacere “sovvenzionare”.
E’ pur vero che il mondo della MTB da tempo ha preso il posto degli arrampicatori nell’economia finalese. Forse le prossime ordinanze le vedremo quando non ci sarà più terra dove sgommare…
Enri. L’esempio era per riflettere sul fatto che altre comunità di appassionati mi sembra siano più orientate dei rampicanti (arrampicatori performanti) ad organizzarsi e ad assumersi responsabilità nella gestione del loro terreno d’azione e dei rapporti con gli enti locali. Però penso che in altri luoghi non sia così. Per questo ho fatto la domanda su Pennavaire. PS. È vero che camminare un po’ di più non farebbe male ma penso che la questione sia più ampia e non riguardi solo l’accesso.
Penso che 40 anni e più abbiano generato un indotto tale da rendere quasi ridicolo per il portafoglio comunale uno o più parcheggi moderni e vigilati con un ritorno di introito e posti di lavoro…e penso anche molto graditi per chi deve lasciare ore e ore la propria auto moto furgone in balia di ordalie e vendette…Come” soluzione finale” questa della chiusura pare la somma di un nulla moltiplicato dall’ affanno.
A Finale questo confronto non c’e’ stato, anche perche’ ci sono forse piu’ stranieri che sul levante. Comunque chiudere l’accesso senza dare alternative non ha senso dal punto di vista amministrativo. O dobbiamo pensare, come forse e’, che Finale ha comunque il suo turismo assicurato solo che per il mare, bici e chissenegraga se perdera’ qualche climber: temo sia questo il pensiero nel retrocervello di qualcuno.
Coraggio, senza dover scomodare avvicinamenti Himalayani che tutti noi abbiamo fatto per raggiungere le nostre mete, ricordo che Ceuse si raggiunge con una bella sgambata. La Grotta dell’Edera val bene 20 minuti aggiuntivi di cammino! E poi fare un po’ di fiato fa bene ai climber che di solito pretendono di assicurare dal sedile dell’auto…
Enri. Non so da voi, ma qui a Levante, ad esempio Sestri, i biciclatori (gladiatori in bicicletta 😀 ) si sono organizzati con associazioni locali. Gestiscono i loro percorsi, si interfacciano con gli enti locali e devo anche ammettere sportivamente che fanno educazione alla convivenza pacifica con chi esercita altre perversioni umane. Forse defecano anche in velocità o nelle tute da guerriero senza lasciare tracce 😀 Mai avuto problemi negli incontri occasionali sui trail condivisi. Grande rispetto reciproco.
Se ci trovassimo di fronte ad una Amministrazione oculata, avrebbe vietato l’accesso e contemporaneamente allestito una navetta. I parcheggi giù a Finale ci sono, soprattutto lato “Porta Testa”. Se un comune vuol tenere su un business si fa cosi. Se invece se ne infischia, mette l’ordinanza, ottiene che nessuno salga in auto e meno persone andranno a scalare a Finale. Il chè, da un certo punto di vista, può essere anche un bene e di certo le alternative a piedi non mancano e sono percorribili. Ma come sempre il giusto compromesso non si trova perchè non lo si vuole trovare. Comunque non so quanto l’amministrazione comunale consideri l’arrampicata un business, ho idea che non lo considerino tale ed invece lo pensino delle MTB. Ma è una sensazione.
Finché la comunità dei rampicanti non sarà in grado di autorganizzarsi in modo maturo, realista e responsabile assisteremo a questo continuo alternarsi di delega all’autorita’ “onnipotente” e ribellione parolaia. Dipendenza e Controdipendenza. Persino i tanto vituperati cacciatori hanno dimostrato di essere più compatti e focalizzati nelle loro azioni (purtroppo).
Dimenticavo, tutto il mio discorso regge se nella mia testa riesco ad arrivare a finale, con le attuali autostrade… La normalità era 1 ora e 10 da casa mia al casello, ora siamo oltre le due ore, e sfioriamo le 3 al ritorno… A sto punto il problema del parcheggio mi passa in secondo piano 😂
Commento 8: ciao, 40 minuti in piano sono ben più che gestibili, ma come si dice nell’articolo e in altri commenti il problema principale è che si fatica a parcheggiare in ogni caso, non ci sono le infrastrutture adeguate a ciò che finale offre ( e pubblicizza a livello amministrativo) per l’arrampicata. Per arrivare a perti nord si può semplicemente passare dal versante settentrionale, allungando di 15, 20 minuti. E dando un po’ più di lavoro ai ladri che “esercitano” in quel parcheggio.
Io camminero un po’ di più, a mi adeguero senza problemi. Poi, al ritorno dalla giornata di arrampicata, starà a me decidere se andare a bere qualcosa a finale o spostarmi verso l’entroterra. Ho sempre piacere di supportare economicamente le zone dove vado ad arrampicare, soprattutto se vedo ricambiato, almeno nella mentalità, il rispetto che io ho verso suddette zone..
Premesso che non ci sono scuse per chi ignora i divieti di sosta, o sporca, i parcheggi andavano comunque gestiti diversamente: supponiamo pure che tutti parcheggino solo dove permesso (nel piazzale sterrato alla fine della strada, oppure nel piazzale sterrato poco dopo Case Valle), ma quando i parcheggi sono completi chi ferma quelli che tentano di salire per vedere se c’è posto? Nessuno.
Con la sbarra il problema del parcheggio è solo spostato altrove, non risolto.
Per quanto riguarda i furgoni/camper, è ovvio come, da quando non è più possibile campeggiare liberamente a Monte Cucco, questi si siano ulteriormente concentrati nei pochi altri spazi rimasti dove il campeggio libero è tollerato, e Montesordo era uno di questi.
Poi, ovviamente. finché si parla di poche auto e di qualche furgone non succede niente, ma se i numeri crescono vanno governati… e (purtroppo) ormai non è più questione dei soli fine settimana di pochi mesi all’anno.
Completamente d’accordo con Massimo Malpezzi (ciao Massimo).
Io ho già espresso la mia opinione nel post “Finale era il mio circo”, su questo blog, qualche giorno fa, in concomitanza all’emissione dell’ordinanza. Ma si era impegnati a discutere di russi e filosofia.
Molto d’accordo sull’ordinanza, solo così si può fermare la maleducazione dei Climber, fare 40 minuti a piedi in piano è tanta cosa?
Che gli arrampicatori in gran parte siano dei maleducati egoisti è risaputo!! Sporcano e metteno in primo piano la pretesa del divertimento. Il rispetto ambientale e il rapporto con i residenti e proprietari spesso viene messo in secondo piano. Ma questo non è una scusante per le amministrazioni pubbliche locali che dovrebbero essere lungimiranti, avere una visione per amministrare e regolamentare . Cosa per altro non difficile vista la storia, l’esperienza che da decenni avviene in questi luoghi.
E’ po come se in Dolomiti non ci si rendesse conto che esiste l’alpinismo.
Le responsabilità sono da entrambe le parti. Il mondo climbing non ne è esente. Se non si fa nulla la situazione di luoghi come Finale è destinata a peggiorare. Ovviamente. Non esiste da noi un’associazione potente e attiva come Access Fund negli USA. Chi fosse interessato a capire come funziona può andare su loro sito (molto bello peraltro e professionale, con foto notevoli). Certo noi abbiamo un sacco di lacci e lacciuli ma forse non è perché siamo anche bravi a parlare (e litigare) e un po’ meno ad agire e ad unirci su interessi e valori comuni? Sto diventando un po’ pessimista, anche se il moltiplicarsi del volontariato ambientale, almeno per la parte escursionistica, qui in Liguria mi dà qualche speranza. Forse anche la situazione di Pennavaire è diversa come gestione e come integrazione tra volontariato e istituzioni.qualcuno ha informazioni in merito?
Basterebbe boicottare Finale e zone limitrofe per un po’, e vedi come troverebbero soluzioni intelligenti subito! Bene lo stop alle auto, male il non proporre parcheggi a prezzi calmierati o navette.
Di falesie è pieno il nord Italia; si vada altrove per 6 mesi ….
Il succo è in questi punti:
Ci sentiamo davvero autorizzati a parlare di malagestione… L’amministrazione comunale, in quaranta anni di tempo, avrebbe dovuto pensare a parcheggi alternativi… in sostanza, prima di parlare di “rispetto delle regole” occorre mettere il pubblico nella condizione di rispettarle…
TUTTAVIA IL VERO PROBLEMA E’ IN QUESTA OSSERVAZIONE: Dà fastidio avere la certezza che si vogliano risolvere i problemi solo con le multe e i divieti: ma è altrettanto fastidioso osservare come, a quanto pare, la maggioranza dei climber non sia disposta ad accollarsi un po’ di cammino in più.
Infatti io sono certo che, se (A FRONTE DEI DIVIETO PER I MEZZI MOTORIZZATI ) le autorità avessero davvero previsto, in “basso”, parcheggi gratuiti o popolari, spazi per camping, servizi igienici ecc ecc ecc, ci sarebbero comunque delle vivaci proteste dei climnber per il divieto ai mezzi motorizzati. E’ questo il vero problema, di “educazione ambientale”, anzi di “educazione” e basta.. Il resto segue, è un’aggravante.
Una totale MIOPIA nel non voler vedere una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Eppure sono decenni che tutto questo avviene. Se la gente che arriva da tutta Europa attratta da queste rocce, un motivo ci sarà!! Il tempo c’è stato per rendersene conto, per maturare e capire i problemi, trovare le soluzioni per le opportunità che questa attività ha portato a questo territorio. Ma evidentemente non ci si vuole credere, chiusi dentro una mentalità gretta, pidocchiosa, ottusa, meschina.
È risaputo che a Finale l’amministrazione non ha mai fatto nulla (a parte le multe) per gestire al meglio l’imponente flusso di turismo outdoor creatosi negli ultimi 40 anni.
È tutto ligure l’atteggiamento di menefreghismo verso chi ha contribuito ad allungare la stagione turistica da 2 a 12 mesi l’anno con conseguente aumento di benessere della popolazione locale. È brutto dirlo, ma dopo decenni di frequentazione, mi sento purtroppo di dire che la causa sta in un preoccupante basso livello di istruzione. Non vedo altri motivi.
forse aspettano un BONUS dall’alto, da una qualche autorita’ o uno sponsor privato..