Vorrei, ma non posto
(Social e turismo alpino)
di Alessandra Longo
(già pubblicato su www.verticales.it il 10 gennaio 2017)
“Ogni ricordo è più importante condividerlo che viverlo. Vorrei, ma non posto” cantano J-Ax e Fedex.
Qual è il legame tra nuovi turismi e new media?
Il turismo. Un fenomeno multiforme, difficile da analizzare nella sua complessità. Ciò che emerge con decisione è il carattere esperienziale. La destinazione in sé passa in secondo piano: la scelta del luogo è data principalmente dal desiderio personale di mettersi in gioco, di sperimentare, di immergersi in nuove realtà. Con una vera rivoluzione copernicana, il focus dell’offerta si concentra sull’ospite e sulle sue esigenze.
Cosa chiede il turista? Che la sua esperienza sia memorabile. Sembra che la damnatio memoriae degli antichi romani non abbia perso la sua attualità: l’evento si trasmetteva attraverso l’iscrizione nel marmo e nella memoria. Anche oggi l’esperienza acquista un valore più solido se resa pubblica e condivisa. Dove? Nei social network, in primis Facebook.
Di qui l’irriverente spot tv a marchio MySwitzerland: https://www.youtube.com/watch?v=2AApP13LGcE
Bruno, un pigro sciatore, ingaggia uno stunt man che immortala la sua vacanza sulle nevi offrendo ai followers fantastiche immagini di acrobazie sulla neve. Crescono i like, si moltiplicano le condivisioni. Bruno rimane comodamente in baita, mentre le prodezze della controfigura gli valgono una fama planetaria sul web. Payoff di chiusura: “because you can but you don’t have to”.
Morale della favola? Le località di montagna devono iniziare a considerare la comunicazione social delle proprie potenzialità turistiche come un fattore decisivo di promozione territoriale. Seriamente. Ma non senza ironia.
2Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
E la gente diventare sempre più come Bruno?