Sicilia: l’anno della svolta?

Sicilia: l’anno della svolta?
di Grazia Pitruzzella

A maggio 2018 sono state organizzate le selezioni per accedere al corso di guida vulcanologica in Sicilia, la terza prova in quasi un ventennio ad appena due anni di distanza dalla seconda. Già questi dati potrebbero fare intendere anche ai lettori al di fuori del mondo delle guide che le cose sull’isola si svolgono in maniera diversa, visto che, per citare un esempio, in Lombardia i corsi per abilitare gli accompagnatori di media montagna si svolgono ogni due anni.

A dispetto della trepida attesa di coloro che si allenavano da anni e che magari erano anche passati senza successo attraverso la selezione di due anni prima, molti dei quali in possesso di importanti competenze in ambito montano, purtroppo durante la prova sono state riscontrate diverse irregolarità, dalla mancata richiesta dei documenti di identità, sia la sera precedente alla consegna dei pettorali che la mattina stessa, a difformità dei punti da individuare durante il test di orientamento, situati in luoghi diversi da quelli indicati sulla carta in possesso dei candidati, sino al tempo a disposizione per portare a termine la prova, fatto partire a 1 km di distanza dal punto concordato.

Sono stati 19 i selezionati (il numero massimo è di 20) e 10 di loro sono imparentati con guide del collegio siciliano, addirittura qualcuno è figlio del presidente e dei membri del consiglio direttivo. Va da sé che siano state avviate pratiche di ricorso per opporsi al risultato con un numero totale di 49 ricorrenti (i candidati erano circa 100).

Escursione sull’Etna

Senza contare che un semestre prima era stata anche avviata un’indagine della magistratura partendo dal monopolio della funivia dell’Etna e che, grazie alle intercettazioni telefoniche, ha purtroppo raggiunto le guide alpine siciliane e trentine già coinvolte nelle selezioni, sindaci, corpi di polizia, docenti universitari, per un totale di una ventina di persone per il momento rinviate a giudizio per maggio 2020.

Nonostante la gravità degli eventi il collegio non ha mai emanato alcuna comunicazione ai suoi membri per dare spiegazioni, lasciando che le nuove e le vecchie guide continuassero a esercitare la professione liberamente, dando ampio spazio a dissapori alimentati dalle ingiustizie.

La sentenza del TAR, tra rinvii e udienze, è arrivata solo a metà dicembre 2019, annullando tutta la procedura e, di conseguenza, la validità del titolo in possesso di chi aveva frequentato l’ultimo corso per guida vulcanologica.

Sono apparsi, invece, vari articoli in cui si continua a sottolineare la responsabilità dell’ex presidente del collegio siciliano, Biagio Ragonese, e dei consiglieri Carmelo Cavallaro, Antonio Rizzo e Orazio Di Stefano e in cui viene prospettato un anno che segnerà una svolta all’insegna della trasparenza, sia con l’organizzazione di un nuovo corso che seguirà le procedure regolari, che con l’avvento della figura dell’accompagnatore di media montagna, ancora assente nonostante i decreti regionali abbiano recepito la legge nazionale e istituito l’albo già più di tre anni fa.

E dunque trovo davvero interessante questo dipinto che ritrae i colpevoli da un lato e gli innocenti dall’altro.

Mi viene da dubitare che i colpevoli non vivessero su questo stesso pianeta in mezzo agli uomini, che non fossero inseriti in una comunità, che non fossero padri-fratelli-figli-amici-colleghi degli innocenti, che non fossero membri di un consiglio che faceva capo a un collegio regionale, questo stesso collegato a un collegio nazionale con tanto di commissioni di tutela e di controllo.

Mi chiedo dove fossero tutti gli innocenti mentre queste gravi vicende accadevano e ritengo sia troppo semplice dare a pochi la responsabilità di quanto è accaduto.

Ho udito guide alpine dire frasi come “Hanno combinato un pasticcio” quando ancora il TAR doveva pronunciarsi, segno che forse qualcosa che non andava c’era, e intanto tutti i selezionati nel frattempo hanno lavorato indisturbati, accompagnando fino al bordo dei crateri sommitali, più attivi che mai nelle ultime stagioni, spesso scalzando le guide vulcanologiche uscite dal corso del 2016. Mi pare si continui a puntualizzare che è necessaria una preparazione particolare per andarci – e per guidarci persone. Invece il corso che è stato annullato è stato svolto con una fretta sorprendente, inserendo anche materie al di fuori del programma con manovre di corda e arrampicata, pratiche che dovrebbero essere estranee alla formazione di accompagnatori di media montagna e guide vulcanologiche, con tanto di fotografie apparse sui social.

Continuare a leggere e sentire frasi che inneggiano all’anno della svolta lascia spazio a infinite riserve. Può segnare davvero una svolta un fatto così grave in seno al Collegio delle Guide Alpine, mentre sono stati numerosi coloro che sono stati a guardare e hanno avallato certe dinamiche? 

Sono stati consegnati i tesserini con tanto di cerimonia dal valdostano neo presidente nazionale Pietro Giglio; i tesserini sono stati ritenuti validi ignorando la comunicazione dell’assessorato che, prendendo le distanze dai fatti avvenuti, invitava il collegio a ritirarli; sono state allontanate le accuse da parte di Cesare Cesa Bianchi, nuovo presidente lombardo del collegio siculo, sostenendo che si preferiva attendere l’esito della magistratura, come se non bastassero tutte le denunce e le testimonianze.

Sarà l’anno della svolta con un’ennesima perimetrazione del vulcano per segnare gli ambiti professionali di competenza delle guide e sarà realizzata ad hoc per tutelare l’attività delle guide vulcanologiche, simile a quella emanata e poi abrogata nel 2018, che voleva che dai 2000 m in su accompagnassero solo loro. Peccato che a 2000 m ci arrivino comode strade asfaltate e che da quella quota partano i sentieri più interessanti per l’escursionismo a piedi, e che siano a centinaia gli accompagnatori, con o senza titoli, che portano gente in sandali sino a 2900 m.

Escursione sull’Etna

Sarà l’anno della svolta poiché finalmente appariranno in Sicilia gli accompagnatori di media montagna, pardon guide di media montagna, figlie di una manovra politica che voleva 500 guide al di fuori del collegio. E dunque pare arriveranno le gmm, ma certamente non con una selezione e un corso secondo i percorsi standard internazionali di formazione, ma con una sanatoria, probabilmente ridicola al pari di quella già proposta ben due volte e poi abrogata.

E intanto, a tre anni dai decreti regionali che facevano nascere le gmm sull’isola, a Grazia Pitruzzella (siciliana di nascita, ma lombarda di adozione sino a 13 anni fa quando ha fatto ritorno sull’isola e titolata da 15 – quindici – anni) viene ancora negato il trasferimento, proprio perché sembra che prima si debbano portare avanti alcune delle manovre pronte nel cassetto.

E tutti, ancora una volta, staranno a guardare perché è più comodo che in Sicilia non si seguano perfettamente le regole, fintanto che l’isola rimarrà parco giochi di tutte le guide alpine del nord che ci vengono a passeggiare d’estate, accompagnando turisti tra l’Etna e lo Stromboli.

Può essere davvero l’anno della svolta quando, a seguito dell’avvio dell’inchiesta della magistratura, vengono chieste dal presidente nazionale le dimissioni del consiglio direttivo delle guide siciliane e viene nominato come presidente Cesare Cesa Bianchi, un ex presidente nazionale? Proprio lo stesso che era presente la sera della presentazione dell’ultima selezione? Era proprio lì mentre la guida alpina trentina Mario Taller, che avrebbe dovuto occuparsi della prova insieme a due colleghi, diceva tranquillamente al microfono che i percorsi della selezione erano stati tracciati dalle guide alpine siciliane. La stessa persona che, sollecitata a dare spiegazioni sull’ennesimo rifiuto al mio trasferimento, mi ha invitata ad adire per vie legali.

Senza contare lo stupore della maggior parte dei colleghi guide vulcanologiche per la mia presenza all’ultimo corso di aggiornamento etneo, sorprese da un accompagnatore di media montagna, per di più ancora iscritta al collegio lombardo, che partecipava a un corso per le guide siciliane, come se il regolamento non prevedesse la possibilità di formarsi in tutte le regioni.

La situazione in Sicilia mi fa venire in mente il film Lazzaro felice che racconta la vita di una comunità agricola che, rimasta isolata da un’alluvione, viene trattata dalla proprietaria dei terreni seguendo le regole di inizio secolo e viene tenuta all’oscuro della realtà che si è evoluta al di fuori del loro mondo di braccianti, mentre essi non conoscevano che la dura vita dei campi scandita dai dettami dei padroni.

L’anno della svolta?

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Sicilia: l’anno della svolta? ultima modifica: 2020-02-06T05:13:04+01:00 da GognaBlog

8 pensieri su “Sicilia: l’anno della svolta?”

  1. 8
    Fabio Bertoncelli says:

    Ho appena scoperto che la guida, fresca di stampa,  “Sentiero Italia CAI. Volume 2. Sicilia”, ed. Idea Montagna, è stata scritta da Grazia Pitruzzella. Dovrebbe trattarsi della stessa che di tanto in tanto commenta nel GognaBlog.
    Brava, Grazia!

  2. 7
    daniele piccini says:

    Caro prof. Aristogitone, il contenuto di questo articolo è serio e  denuncia comportamenti almeno sconvenienti che gettano un’ombra pesante su una intera categoria le G.A. o quantomeno su alcuni rappresentanti al vertice. La battutina sugli Aigae in Sardegna potevi risparmiartela perchè in questo contesto non c’entra. Mi aspettavo una presa di posizione da parte del Presidente Nazionale G.A. se non altro per chiarire. Tutto qui. P.S. non sono nè G.A. nè Gae.

  3. 6
    paolo says:

    Ho sempre più difficoltà a continuare a stimare la corporazione delle guide alpine e i suoi referenti, nonostante apprezzi che le selezioni siano finalmente diventate almeno tecnicamente molto difficili da superare.
    Purtroppo vedo che anche nelle guide come già nell’accademico tutto è ormai sottomesso ad interessi più o meno personali di una minoranza.
    Ma stimo molti alpinisti appartenenti a loro.
    Mi dispiace di vedere di continuo nell’alpinismo italiano un appiattimento alle regole del denaro e la mancanza di ideali.
    La ritengo una assenza quasi totale di morale, di etica e di stile.
    Questo è solo un pensiero del tutto disinteressato, da estraneo.

  4. 5
    Carlo Crovella says:

    Commento 2: Comprendo il tuo stato d’animo, perché lo vivo tutti i giorni. Non mi occupo professionalmente di montagna, ma la realtà non cambia. Infatti la torta da spartire, in qualsiasi risvolto della realtà italiana, è ormai ridotta ai minimi termini: il PIL oscilla sullo stesso livello da tempo (crescita a cavallo dello 0%) e, anzi, non ci siamo ripresi dalla grave crisi del 2007-09. Non siamo più (come negli anni ’80) in competizione con UK per il posto di quinta potenza economica mondiale. Il sistema nel suo complesso si è sensibilmente impoverito (ciò non toglie che vi siano eccezioni di individui o piccole oligarchie che si sono notevolmente arricchiti). Tutto ciò scende a cascata in tutti i risvolti dell’esistenza e ormai ci facciamo la guerra per 50 euro. In tutti i campi dell’esistenza. La vita, anche quella di tutti i giorni, è diventata “acre” perché litighiamo per strapparci letteralmente il pane di bocca. La fregatura è che chi ha, per educazione e carattere, la propensione ad essere serio e onesto (come te, come me…) è il meno adatto a questo continuo ring, che ormai spazia dalle città alle vette, dai deserti ai mari…

  5. 4
    Fabio Bertoncelli says:

    Il famoso conte Jacopo Selleroni Vien Dal Mare. 
    Pardon, dai monti.
    … … …
    Caro Jacopo, perdonami. Non ho saputo resistere.
    ???
     

  6. 3
    GognaBlog says:

    Caro Jacopo, ho provato per tre anni di seguito, quando ero nel consiglio direttivo nazionale delle Guide Alpine, a dirimere l’annosa questione delle diverse figure professionali che girano attorno alla montagna. Ho trovato ostacoli a non finire da tutte le parti in tutti i tentativi che sono stati fatti di accorpare le figure in un’unica organizzazione.

    Non mi ero certo scoraggiato, so bene quali e quante resistenze erano in ballo. Poi però non sono più stato rieletto, dunque ho abbandonato il mio interesse attivo. Oggi mi limito a osservare, da guida alpina emerita (questo anche per questione di età).

    Il perché di questa lotta odierna va chiesto, più che agli associati, ai dirigenti. Non credo che oggi le cose siano diverse da tre anni fa, anzi di sicuro si sono incancrenite di più (se possibile…).

  7. 2
    Jacopo Selleroni says:

    Buongiorno Alessandro,ti seguo con molto interesse da anni perché hai sempre spunti estremamente interessanti (anche se, come è normale che sia, magari non sempre condividiamo le conclusioni). Non ci siamo mai conosciuti di persona ma abbiamo diversi amici in comune, visto che il mondo della Montagna, in fondo, è piuttosto ristretto.La mia domanda è: cosa sta succedendo alle Guide Alpine? È una figura che per me resta quasi mitologica, non ho problemi ad ammettere che mi guadagno da vivere come GAE perché non ho e non avrò mai le capacità di una GA. Però mi guadagno da vivere onestamente, senza sconfinare in quello che non è il mio e rispettando il lavoro altrui. Dall’altra parte invece è una guerra eterna, più o meno silenziosa a seconda del luogo, del periodo, delle congiunture astrali… e poi succedono queste cose, figlie di un protezionismo, permettimi di dirlo, ridicolo.Perché? Siamo a spartirci una torta da 50€, nessuno qui si comprerà mai la Ferrari. Perché questa guerra tra poveri???

  8. 1
    Prof. Aristogitone says:

    Ma non potevano aggirare ogni legge e problema anche in Sicilia indicendo dei bei corsi Aigae come fanno da decenni in Sardegna?

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