Federica Mingolla realizza la prima femminile in libera (e in giornata) della via Attraverso il Pesce sulla parete sud della Marmolada. E con ciò entra a pieno titolo nella storia dell’alpinismo.
La 21enne rock climber torinese ha realizzato l’impresa nella giornata di domenica 17 luglio, scalando da capo-cordata e in libera (prima rotpunkt femminile) i 900 metri di parete verticale che sovrastano la Val Ombretta. Prima donna in assoluto a riuscire nell’impresa.
Partita alle ore 5.22 di domenica mattina 17 luglio 2016 dalla base della parete, Federica è stata accompagnata durante la scalata da Roberto Conti, l’alpinista bresciano di 27 anni che le ha fatto da secondo di cordata. L’uscita dalla via è avvenuta alle ore 23.49, dopo 18 ore e 27 minuti di scalata.
L’itinerario è stato aperto nel lontano 1981, dal 2 al 4 agosto e in 35 ore di arrampicata, dai due alpinisti cecoslovacchi Igor Koller (di Bratislava) e il 17enne Indrich Šustr. Heinz Mariacher aveva già tentato di salire quelle immani placche della Marmolada d’Ombretta, tra la via dell’Ideale e la Conforto, ma non aveva voluto ricorrere all’artificiale. I cecoslovacchi non ebbero questi problemi e passarono con 25 chiodi + 40 di sosta. Usarono anche nut, hexentric e friend, con un totale di 15 chiodi in artificiale + gli skyhook. Quella di Šustr capocordata è ancora oggi considerata una delle massime performance di tutti i tempi.
Fu l’impresa dell’anno senza alcun dubbio e ancora oggi il VII+ obbligatorio, gli innumerevoli tiri di VII e l’uso del cliff-hanger spaventano anche i migliori.
La battezzarono Weg durch den Fisch (via Attraverso il Pesce) anche se tutti la chiamano il Pesce. Salirono direttamente le grandi placche della parete meridionale della Marmolada d’Ombretta, rimanendo sempre un po’ a sinistra della verticale di una caratteristica nicchia a forma di pesce, che poi raggiunsero con passi rocamboleschi. Presto divenne una via famosa in tutto il mondo, con difficoltà molto elevate e continue nel tratto di parete attorno alla nicchia dove c’è il famoso passaggio del diedro svasato (di VIII+) e con altri passi in placche con piccoli fori che si mantengono sempre attorno all’VIII UIAA con un passo di IX- poco dopo la nicchia. I primi salitori ovviamente evitarono con l’aiuto dei cliff-hanger il superamento in libera dei passi più difficili. Lo sviluppo è di 1280 m, con difficoltà di VI e VII continue per 250 m e passi in A2-A3 sui cliff o di VIII+ (7b).
Federica Mingolla e Roberto Conti sulla via Attraverso il Pesce, Marmolada. Foto: Mirko Sotgiu, OpenCircle
Federica Mingolla ha appena raggiunto la grande nicchia a forma di pesce, via “Attraverso il Pesce”, Marmolada. Foto: Klaus Dell’Orto/OpenCircle
Con questi numeri è ovvio che si tratta di un’arrampicata libera estrema. Fino a ora nessuna donna aveva tentato l’ascensione in libera, senza l’uso di artificiale, nonché da capocordata. Federica: “Ho conosciuto Roberto sabato, quando l’ho caricato in macchina per salire. Un amico me lo aveva consigliato in quanto bravo e simpatico. Nemmeno lui aveva mai salito la parete, pertanto era molto motivato… questo mi è bastato!“.
I due erano pittosto “leggeri”: una serie di friend fino al n. 4, poi 4 o 5 Alien. Otto rinvii e molti cordini per le clessidre. Poi tre chiodi e un martello nel sacco da recupero, non utilizzati.In quella giornata ventosa, ma con tanto sole, la Mingolla ha salito interamente in arrampicata libera tutti e trentadue i tiri della via: dopo aver superato tutti i tratti più difficili e impegnativi, è però caduta con un breve volo su un passaggio di 6c, sul tiro che arriva alla nicchia. Sei metri di traverso. Fattasi ricalare in sosta, è ripartita riuscendo agevolmente a completare quella lunghezza. Questa piccola sbavatura non le ha permesso di dichiarare di aver compiuto l’intera ascensione on sight, oltre che in libera.
La parete sud della Marmolada d’Ombretta con il tracciato del Pesce
Dopo la cengia mediana le difficoltà tecniche calano, ma non certo l’impegno. Il tratto finale si svolge attraverso una serie di camini poco compatti, bagnati e in parte ghiacciati, che la cordata ha comunque superato senza ricorrere all’artificiale. I due, dopo aver scalato le ultime tre ore circa con la torcia frontale, hanno bivaccato nei pressi della vetta su una cengia in leggera discesa, in un solo saccopiuma e assicurati a un ancoraggio. C’era una tenda ad attenderli, messa in una zona riparata: ma l’oscurità non ha permesso loro di trovarla. Troppo stanchi per valutare soluzioni alternative, hanno giudicato imprudente scendere sul ghiacciaio.
Federica ha così commentato l’impresa: “Nei primi tiri lunghi, da 40 m, siamo stati bravi e veloci sia nella progressione che nell’individuare le soste. Un ovvio rallentamento è avvenuto sui tiri successivi e siamo arrivati nella nicchia del Pesce verso le 13, con un’ora di ritardo sul nostro programma di marcia. Ora che però è stata recuperata nei tiri successivi, che sono anche i più duri della via, e che abbiamo percorso stando nelle tre ore circa. Alle 17 eravamo in cengia. Molto difficoltosa è stata l’ultima parte. Nonostante il grado, relativamente semplice ma pur sempre da proteggere, la roccia era bagnata, non compatta e a volte ghiacciata, le soste difficili da individuare”.
Scheda storica della via
Prima ascensione: Igor Koller e Indrich Šustr, 2-4 agosto 1981;
Prima ripetizione e prima femminile: Luisa Iovane, Heinz Mariacher, Bruno Pederiva, Maurizio Manolo Zanolla, 1984;
Prima invernale: Maurizio Giordani, Franco Zenatti e Paolo Cipriani, 16-20 marzo 1986;
Prima rotpunkt: Heinz Mariacher e Bruno Pederiva, 16-17 agosto 1987;
Prima on sight: Daniele De Candido con Gildo Zanderigo, settembre 1990;
Prima solitaria: Maurizio Giordani (in free solo tranne che nei nove tiri centrali), 3 agosto 1990;
Prima solitaria in free solo: Hansjörg Auer, 29 aprile 2007;
Prima femminile rotpunkt: Federica Mingolla con Roberto Conti, 17 luglio 2016.
Federica Mingolla
Torinese di 21 anni, Federica Mingolla nella vita è una studentessa di Scienze Motorie a Torino (SUISM) oltre che arrampicatrice sportiva professionista, atleta e tecnico federale FASI. Federica con i suoi 56 kg di peso e 1,68 di altezza, un fascio di muscoli e robuste spalle, è una delle donne italiane più interessanti nel panorama dell’arrampicata sportiva.
Curriculum:
– Atleta in Coppa Italia dal 2011 al 2014: campionessa italiana giovanile, vicecampionessa italiana assoluta, diversi podi in Coppa Italia;
– Atleta di interesse nazionale dal 2011 al 2014: coppa Europa giovanile, campionati europei, coppa del mondo, mondiali giovanili;
– Arrampicatrice professionista su roccia dal 2014: prima donna italiana e terza al mondo a scalare Tom et je Ris, 8b+ di 60 m nelle Gole del Verdon- Francia; prima donna italiana e seconda al mondo ad avere scalato una delle pareti più difficili sul Monte Bianco, Digital Crack, 8a, sull’Arête des Cosmiques; prima femminile in libera di Legittima visione, 8b, valle dell’Orco; diverse FA femminili sempre sul grado 8b in tutta Italia.
– Alpinista dal 2015 (è iscritta ai corsi per aspirante guida alpina).
Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Dico ancora un bel “brava” a Federica, spero continui e diventi una forte alpinista!
E metto come augurio questa info anche qui perché ho letto che le han fatto un film mentre saliva.
……………………..
A proposito di films. 😉
In un breve film di circa 20 anni fa c’è Lynn Hill che sale attraverso il pesce, è insieme a Dal Prà.
Poi verso le 16 al Falier i due giocano passandosi un sacchettino di piombini, per allenarsi.
Non è un film in super 8, ma in microcassetta sony.
E’ brutto e molto da dilettante che filma per caso, ma è un documento un po’ affascinante.
E come questo vi sono alcuni altri films dei protagonisti di quegli anni che salivano a modo loro sulla Regina. 😉
Brava io direi bravissima solo chi ha ripetuto il pesce può capire complimenti e continua così
BOSCONERO Rocchetta+Rocchetta e ancora Rocchetta…
…gentilmente Monica ci sistema nella costruzione attigua al rifugio così che possiamo stare soli e riposarci a dovere. Il Giampi mi rassicura che lui non russa…ma dopo soli tre secondi sprofonda in un sonno totale ruggendo come un leone, sono quindi costretto a trascinarmi il materasso fuori e passare la notte sotto le stelle…..al mattino, alle prime luci dell’alba, attacchiamo lo “Strobel”… non c’è storia: tre ore e mezza zoccolo compreso… siamo allibiti.. ogni dubbio è tolto giù di corsa per la “Dorotei Masucci”! La via è meno continua della precedente, ma più lunga e decisamente più sprottetta. Il primo tiro sullo strapiombo ci fa sbuffare, ma poi riprendiamo il ritmo ed in quattro ore e venti siamo fuori per la seconda volta!! La stanchezza però comincia a farsi sentire tanto che le nostre frasi, le cantilene ironiche che solitamente ci ripetiamo, cominciano ad affievolirsi……prendiamo la discesa con più prudenza e alle tre e mezza siamo sotto alla “Navasa”. Ci concediamo una pausa più lunga insieme agli amici che oggi son qui e ci hanno sostenuto con lo sguardo e con qualche piccolo aiuto….con due tre barrette ed una “red bul” in corpo attacchiamo i primi due tiri come razzi… poi lo sfinimento ci rallenta di brutto, sono chiaramente stanco e sbaglio anche un tiro… sul diedro giallo mi trascino goffamente e sul traverso marcio un tremito mi assale…Dopo quattro ore e mezza ci stravacchiamo sulla cengia dove termina la via, giusto in tempo per affrontare la discesa con la luce crepuscolare del tramonto…una giornata intensa volge al termine, stanchi ma soddisfatti!!
Paolo ci mancherebbe che mi offendessi, anzi, mi scuso per aver usato la parola “marcio”…
Le vostre riflessioni sono molto attente e viste da dentro l’ambiente della alte difficoltà, per cui c’è molto da imparare da quello che scrivete.
Penso solo che al di là degli sponsor, lei si sia impegnata molto e ci abbia creduto, la abbia sognata e realizzata.
Alberto al tuo commento al mio ps dico: è sempre LUI che fa certe cose!
Emanuele, non offenderti, ma mi sembra che solo tu pensi al marcio.
Grazie alla bellissima salita di Federica c’è l’opportunità di allargare il discorso all’ormai spesso ossessionante mondo commerciale che impone obiettivi e vincoli.
Secondo te questo non è vero? Tu vedi solo a una cosa, o anche a ciò che le sta attorno?
Secondo te Federica è salita sul pesce così solo per un sogno? E l’organizzazione dove la lasci?
Secondo me i sogni dei giovani ora sono molto condizionati dal sistema economico e se fanno i professionisti quasi devono scalare in modo funzionale.
Non so all’estero, ma mi sembra che qui da noi il sistema economico anticipi quasi le scalate.
E poi ci lamentiamo se i giovani scompaiono o non hanno interessi.
Emanuele di quale MARCIO parli??
Tanto di cappello a Federica che ha numeri e testa e sicuramente farà un bel percorso .
Qui, per me , non c’incastra Federica.
Si fa solo per fare dei confronti. Ci sono “imprese” che vengono supergettonate, mediatizzate , ect. ect. e altre , altrettanto super se non superiori, che passano nell’oblio.
Passano nell’oblio, o perchè chi le fa, così vuole e non ne parla. O perchè non sono alla moda e vengono più o meno volutamente messe in secondo piano.
“Ps: informo che due non più giovani credo domenica scorsa abbiano concatenato con la luce del sole, uno da primo e uno da secondo, in Bosconero da dex a sin. la via del Soro, lo Strobel e la Navasa”
Ho percorso tutti e tre questi itinerari. La SORO-DOROTEI ci sembrò la più impegnativa, anche della KCF . Come dice Pier Verri , una gran via da non perdere.
Gran ravanata se poi sono anche dei “non più giovani” …direi superlativa.
Io manco da giovane ce l’avrei fatta.
Non capisco di cosa volete discutere. Ha fatto il pesce, prima ripetizione femminile tutta da prima di cordata. E’ giovane, è italianissima (si parla spesso dei giovani italiani che non hanno più stimoli). Avrà scelto questa via perché probabilmente era uno dei suoi sogni, realizzato un sogno ce ne sarà un altro e così via… è giovane, avrà tempo di farne moltissimo se ne avrà voglia. Se ha gli sponsor che glielo permettono perché non dovrebbe usufruirne? poi bisogna vedere se in questa situazione si sente libera oppure no, ma questo lo saprà lei; ma attaccarla e volerci cercare il marcio non mi sembra corretto e neanche oggettivo.
Poi si può parlare di vie iper-difficili etc.. etc.. etc..
Riprovo a farmi spiegare da voi il mio pensiero iniziale…..sempre provocando.
Certo che i giovani bravi di oggi devono proprio “pensarla” bene e organizzarsi a dovere (anche con “truppe” di appoggio alpinistiche e cinematografiche di certo costose e non di immediata organizzazione, chissà quanto tempo) per riuscire a crearsi una immagine che soddisfi gli sponsor.
O è il contrario e i giovani hanno un tale supporto che è molto difficile per loro esprimersi?
Gogna potrebbe farci un bel blog, utile magari ai giovani.
Ps: informo che due non più giovani credo domenica scorsa abbiano concatenato con la luce del sole, uno da primo e uno da secondo, in Bosconero da dex a sin. la via del Soro, lo Strobel e la Navasa
ciao DI HEFF
quando ho rispost a Paolo “il Pesce è il Pesce !! ” penso tu no abbia capito il vero senso della mia risposta.
Ci sono vie come la Miotto-Saviane-Corona al Col Nudo oppure Celeste Nostalgia e, tante altre, che nonostante la loro grandezza alpinistica rimarranno delle emerite sconosciute per i più. Apprezzate solamente da uno sparuto, e asociale, numero di persone. Non diventeranno mai ricorrenti sulle riviste patinate.
Come mai? Stranezze della vita.
La sud della Marmolada è una parete solare. Il Pesce è una gran via, ci sono passati i grandi nomi. E’ una via alla moda. E’ una via supermediatizzata. Quindi era la via giusta.
Di irripetute come del resto di Vergini ce ne sono ancora tante…ma non iniziamo con i paragoni, e’ stata brava e scala forte, non vedo altre connessioni…ad ognuno la sua
E’ ora di andare in ferie
Il PESCE è IL PESCE!!!…….OK d’accordo, e allora CELESTE NOSTALGIA in VAL DI MELLO che dopo 31 anni non è ancora ripetuta che cos’è? considerando che chi ha fallito la ripetizione: FRATELLI COVELLI, RAMPIKINO, SIMONE PEDEFERRI, non sono certo dei pivelli !!!
Considerando anche gli ambienti e gli sviluppi delle due vie, ovvio il pesce è molto più impegnativo, ma affrontare metri e metri in aderenza su difficoltà elevate e continue senza protezioni, per diverse lunghezze, non colloca Celeste Nostalgia tra le vie più impegnative dell’alpinismo moderno?
A meno che l’alpinismo moderno si è espresso solo sulla parete sud della Marmolada d’Ombretta?!?!
Al di là della storia, oltre la fama,non sottolineando le difficoltà, la via del pesce è una delle piu’ belle salite delle Dolomiti e quindi ogni tanto è giusto anche divertirsi…
Ivo, ora sono contento, con le mie provocazioni spesso non capite sono riuscito a far parlare anche te e ora questi due bellissimi fatti di montagna di questi strani tempi hanno per me le loro dimensioni ben spiegate.
Certo io preferisco l’andar per monti di Luca e di Tito a quello quasi esclusivamente tecnico-atletico di Federica, ma penso di avere stimolato qualche sogno ormai non più mio accennando a invernali, bivacchi ripetizioni originali e non e velocità di salita…..
Al Col Nudo però non ci sarei mai andato e mai ci andrei, mentre a pescare potrei ancora andare……con un po’ di cliff……..
E poi qui la “nassa” era sull’immagine che gli sponsor vogliono che sia data, ma anche se Alberto mi ha aiutato non ho “pescato” nulla.
ciao
Colpaccio! e si vede bene che l’alpinismo è proprio cambiato, la ragazza ha fatto la via con uno che non conosceva e per giunta senza leggere molto prima di andare in parete…livello mostruoso…e vedo definitivamente archiviati concetti come “la cordata affiatata che si conosce” e “lo studio della parete prima di salirla”…d’altronde, quel bagaglio tecnico permette davvero di saltarli a piè pari…questa la chiamo evoluzione
non commento mai perché son poco bravo nei commenti, a volte scrivo bella, bravi ecc … ma niente di più, però leggo e cerco di valutare a mio modo gli scritti e i commenti, a volte capisco e a volte non capisco, come a sQuola … ma leggendo quello di Paolo noto un po’ di polemica (da capire) nelle sue parole .. parlare di Tito e Luca e della via che è poco di Mauro e Molto di Franco e Benito mi sembra fuori luogo, almeno in questo contesto, se dobbiamo farlo sapere, lo leggiamo su Pm dove è uscito lo scritto di Luca e magari lo leggero anche qui, in fondo le testate sono queste … basta aspettare. Secondo me è stata brava punto e basta, e anche se il Pesce è datato, non tutti sono capaci di mangiarlo. io faccio i complimenti alla ragazza che è poco più di una bambina, con un bel domani davanti, faccio i complimenti anche a Tito e Luca per quello che fanno … oggi è cosi, un sacco di giovani forti e determinati con in comune anche la possibilità di lavorare poco e scalare tanto, che un tempo non era da tutti. Paolo sei vecchio, non essere mentore di altri, racconta il tuo e usa chiarezza … non cambi mai, ma ti voglio bene. ciao ivo
Brava e basta.
Paolo forse la gente …”forte” conosce solo “quella” perchè…quella è famosa e le cose famose alimentano la fama.
E il tam tam mediatico serve a chi deve vivere di queste cose. Quindi meglio farlo su una via come “quella”.
Comunque complimenti alla ragazza. Alla faccia di chi diceva che le donne erano meno forti. Mi sembra che lo diceva Messner…
La ripetizione della Miotto-Saviane e anche…Corona alla nord del Col Nudo è una gran bella cosa.
Alberto, con questo tam tam mediatico chissà cosa accadrebbe se il Corona, star dei media, elogiasse i due che hanno fatto la prima ripetizione della via anche sua al Col Nudo e raccontasse la storia dei tre bivacchi e il resto.
Igor era salito e sceso due volte prima di completare la via con due bivacchi, uno al pesce e uno in cengia.
Sustr con Igor e due altri italiani che io sappia sono gli unici che son passati a sinistra del pesce, tutti gli altri hanno aggirato quel tiro micidiale!!!
E poi gente molto forte mi ha spiegato che il Pesce è la via più ripetuta in Marmellata perché la maggioranza dei forti “rock climber” esperti delle falesie difficili conosce solo quella.
Di invernali ne ha solo due se non sbaglio.
Però che bravi questi giovani, alpinisti o arrampicatori che siano, ma bravi proprio!!!
Paolo, il Pesce è il Pesce !!
Brava, le auguro di fare in un futuro prossimo anche le vie molto difficili, quelle poco famose fra i “rock climber”.
Brava!