Senza limiti, senza vergogna

Senza limiti, senza vergogna
di Michil Costa
(pubblicato su michilcosta.com il 1 luglio 2025)

“Vivere le Dolomiti senza limiti”: ecco lo slogan lanciato da Ski.it, il consorzio che raccoglie Funivie Folgarida Marilleva, Madonna di Campiglio e Pinzolo. Lo potevamo leggere in una pagina pubblicitaria del Corriere della Sera. Le immagini fanno il racconto, come tutto in questa epoca di troppa poca lettura e conoscenza passiva: famiglia sorridente, Dolomiti sullo sfondo, parole come “incluso” che si ripetono compulsivamente, a stimolare piccole gocce di dopamina per il cervello. L’apoteosi avviene però con “Dolomeet Passion”: neologismo a caso, giusto per darsi un tono. Questa pagina di marketing spinto – di quello che chiamano in gergo “see and feel” “vedi e senti” – mi lascia perplesso.

Il sottotitolo “Vacanza esclusiva con impianti inclusi” è l’ennesimo gioco di parole che pretende di unire esclusività e accessibilità universale, come se le due cose debbano necessariamente essere compatibili. Una vacanza che raccontano essere per tutti (sul modello Roccaraso – dove il diritto alla gita sembrava necessario), ma esclusiva (viva i portafogli pieni di chi arriva, no?). Tutto è inclusivo,  ma poi, possiamo davvero permetterla questa esclusività?

Capisco l’intento dello slogan: promuovere l’uso degli impianti, riducendo quello dell’auto privata. Tuttavia l’invito a “Vivere le Dolomiti senza limiti” è un abisso comunicativo che giustifica i movimenti fucktourism (ancora un neologismo) contrapposti al fastourism (altro neologismo, ne facciamo collezione).

Abbiamo assoluto bisogno di limiti… e che siano limiti giusti, magari dibattuti pure aspramente, e poi -umanamente- condivisi. Il limite è una forma di rispetto, il contrario di un’imposizione di metodo alle possibilità. Il mondo ha conosciuto l’illuminismo, il rinascimento, l’oggettivismo e l’edonismo reaganiano… ora siamo nell’era del “me-stessismo” – ciò che piace a me, ciò che io “voglio”, che “merito”, deve poter essere. Altro che infinite possibilità: abbiamo necessità di limiti come atto d’amore; perché il limite è la soglia che custodisce, non che impedisce. La comunicazione turistica è dentro la promessa assolutistica del “se io pago è mio e prendo quello che voglio”: il tutto in forma di reel. Vero signor Bezos?

E così da custodi ci trasformiamo in consumatori, da pellegrini a colonizzatori e spogliatori.

La natura è un dono e va meritato e accolto. Non siamo bambini che rompono il giocattolo e poi piangono. Maria Montessori ci ha insegnato che l’ambiente è il terzo maestro, dopo il genitore e l’insegnante. E le montagne sono aule viventi, paesaggi in cui ritrovare noi stessi e ascoltare: il vento, il silenzio, le voci interiori. Le montagne non impongono, piuttosto propongono e suggeriscono, lo fanno con pazienza: ci ricordano che ogni vetta si conquista un passo alla volta e di certo non con le flip-flop ai piedi.

Un turismo senza regole è una forza distruttrice. Trasforma l’ambiente in merce, la comunità in servizio, l’ospitalità in servitù. Ma esiste un turismo rigenerativo, non per consumare, ma cura per il mondo. Un turismo possibile che accenda la vita culturale, sociale, economica, fatto con e attraverso la relazione che stabilisce una connessione: io sono ospite della natura, non il suo padrone, e sono grato di poterne essere parte. Le comunità devono saper accogliere e anche dire no e quando il no è forte è condiviso deve essere rispettato.

Basta con lo slogan “senza limiti”. Basta con il turista-cliente che ha sempre ragione solo perché paga; bisogna avere il coraggio di dire cose impopolari anche se in questo tempo dire qualcosa di impopolare ti fa magari arrestare o portare in giudizio.

E se ci manca la saggezza saranno le montagne a giudicarci e lo fanno già ora, con tante tragedie che in maniera indiretta stiamo causando in questo antropocene spogliativo.

Perché la luce, quella vera, non è mai cieca. E i limiti, quelli veri, sono il primo atto d’amore verso la vita.

Senza limiti, senza vergogna ultima modifica: 2025-07-24T05:06:00+02:00 da GognaBlog

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65 pensieri su “Senza limiti, senza vergogna”

  1. Penso che il nodo centrale della questione sia il sistema scolastico così come esso è strutturato, è l’insegnamento della lingua italiana e soprattutto delle diverse materie in lingua italiana, in seno alla comunità di lingua tedesca. Per me questo è un tema chiave da approfondire, fortemente legato al modo di pensare di chi ha in mano l’amministrazione della Provincia di Bolzano.

  2. È verissimo quello che dice Cominetti dei sussidiari elementari tra Bozen e Trento…piccolo aneddoto personale;
    Anni settanta …colonia marina Bellunese a Caorle (Ve) a cui si aggregava un certo numero di bambini/e di Bolzano ovviamente molto appartati e poco integrati e in minoranza…ebbene ricordo le battaglie di sabbia nel cortile gigantesco (allora sembrava così!) che ci gettavamo negli occhi e nei costumi…degni scontri della Guerra dei bottoni del francese Pergaud.
    Ed era una battaglia pomeridiana a cui quasi tutti partecipavano ma senza pianificazioni o odio o peggio retaggi del mondo dei” grandi”,  ci si sentiva”solo” diversi,salvo poi andare di straforo rubando le chiavi alle assistenti nelle camerate delle Bolzanine…e scoprirle uguali alle nostre ,anzi meglio!
    E il giorno dopo, saputo delle escursioni notturne, giù sabbia!

  3. Balsamo, si, ha piovuto e la scalata è avvenuta al coperto, pazienza. Ci ritroveremo.
    L’articolo di Costa sul primo Maggio parla di raccolta delle mele. Non mi risulta però che nelle Dolomiti tutte vi siano frutteti. 
     
    L’ho già scritto ma la regione Trentino Alto Adige esiste solo sul sussidiario delle elementari.
    Le province autonome di Trento e Bolzano sono due realtà separate e ognuna a se stante. La superficie maggiore delle Dolomiti ricade in Veneto nella provincia (non autonoma) di Belluno.
    Molti italiani, e commentatori qui nel blog, chiamano Trentino il nordest in generale, facendo confusione geografica. Figuriamoci politica e sociale…

  4. Le critiche all’overturism provengono solitamente da due direzioni diverse.
    La prima da chi,  per ragioni di interesse economico,  promuove un turismo  elitario, selezionato dal costo
    La seconda da chi  per ragioni utopico-exologiste promuove un turismo elitario, selezionato da una fantomatica passione per la.natura che solo loro hanno.
    Ma, mentre  i primi non hanno pregiudizi morali – puoi essere un pezzente che si vende un organo, i secondi sono giudicanti, moralisti: insomma fanatici; se non fosse deseuto, questi ultimi si potrebbero definire fascistoidi.

  5. Cominetti #28:

    ma (Mastronzo) non venirmi a dire che i lavoratori qui sono sfruttati, sottopagati e assunti in nero. Preciso che: gli stipendi qui sono molto più alti che nel resto d’Italia. Un cameriere guadagna come un funzionario di banca a Milano e gli viene dato incluso anche vitto e alloggio

    Urca! Allora quasi quasi mollo tutto e vengo a fare il cameriere in Alto Adige!
     
    Scherzi a parte, il mio commento #19 non è riferito al solo Alto Adige, ma all’industria turistica tutta, che purtroppo funziona dappertutto allo staesso modo (e con questo rispondo anche a Ciro #27); l’articolo stesso prende spunto dal Trentino Alto Adige, ma poi -mi pare- affronta l’argomento dei limiti da un punto di vista più generale.
    Se poi davvero l’Alto Adige fosse un’isola felice, io ne sarei solo contento… mi permetto però di dubitare che siano tutte e solo rose e fiori come dici tu (vedi articoli che hanno già postato altri).

  6. Nel mio essere nessuno, inviterei a letture più approfondite di un mondo complesso qual è quello delle montagne, in special modo quello dell’Alto Adige. E di ascoltare e valutare le voci di chi ci vive, ora favorevoli, ora contrarie, a questo e quello (turismo, impianti, cultura, sviluppo e progresso). Posso dire però con decisione che, se Cortina, Courmayeur e Canazei sono lo specchio di quel che avverrà sulle nostre montagne, poveri montanari… e non solamente loro.

  7. @ Gennaro VeramenteA me sembra che tu ti sposti senza posa fra un argomento e l’altro , senza peraltro apportare contributi significativi su nessuno…Stiamo parlando di un tipo di industria che si chiama :”Industria del turismo” , e di un’area geografica fra Veneto , Trentino e Friuli , che si chiama “Dolomiti”.In Dolomiti il turismo funziona a mille , e la salvaguardia della natura è in posizioni medio alte.Peraltro l’unica cosa che disturba me è l’invasività ambientale di certi tipi di turismo , peraltro non confinati alle dolomiti.Qual’è dunque il tuo assillo ??Che gli imprenditori del turismo evadano le imposte ?Allora vediamo , però , per correttezza , vediamo anche quanto si evadono IVA , IRPEG , ed IRPEF anche in Calabria , nel Lazio , o in Campania , e poi vediamo quali sono gli albergatori disonesti .Il problema non è che Bezos non paghi le tasse ?  <Bezos> venga a spadroneggiare a Venezia, il problema è che non paga tasse, e non è il soloNon le paga ?E chi lo dice  ?E con che prove ?Immagino che avra’ un sacco di fiscalisti a disposizione , ma non vedo cosa minchia c’entri con il turismo in Dolomiti o con il fatto che in 3 giorni porti 1.000.000.000 di euro di indotto alle aziende veneziane.< Non volevo dire che Jesolo o Gallipoli sono meglio dell’ Alta Badia. Volevo solo dire che l’ economia del turismo, anche in condizioni di lavoro regolare, non è efficiente perché non distribuisce reddito, genera forte esclusione >Ammesso ( e assolutamente non concesso ) che una sola di queste premesse sia vera e motivata , che cosa vuoi fare ?  Rinunciare alla risorsa “turismo” per tue convinzioni ideologiche ?Coltivare un turismo di saccoapelisti , vandali , e scalatori di monumenti  come Dedalate,  o le folle di campani a Roccaraso con materassini e grill , che hanno trasformato i pendii in una discarica , cagato nei cespugli delle aiuole  per non entrare al bar e dover pagare un caffè , e che non hanno nemmeno contribuito a risanare il 20% dei costi che spende il comune per risanare la loro merda ?Eh , però gli alberghi sono cari…. 

  8. Diario di uno scavo sotto la perfezione dell’Alto Adige
    Flavio Pintarelli, scrittore
    18 febbraio 2017
     
    Ho letto questo testo, un po’ lungo, che mi pare offra degli interessanti spunti di riflessione.

  9. Ciao Cominetti, come è andata la scalata? Io ho fatto una bella doccia, per fortuna che oggi non doveva piovere! 🙂
     
    Ieri sera ho curiosato un pò nel sito di Costa e l’ho trovato molto interessante. Mi piace come scrive!
    In particolare, in un articolo riguardo al Primo Maggio, tra le altre cose ha scritto questo: “La festa di quei ragazzi che vengono da noi, in Sud Tirolo, a raccogliere le mele e poi a vendemmiare nei nostri bei vigneti: chiudiamo un occhio se sono pagati in nero e i loro diritti vengono dimenticati […] È la festa di quei lavoratori che vanno a “fare le stagioni” per mandare avanti il turismo e pazienza se sarà la loro prima e ultima stagione perché le condizioni richieste sono da secolo scorso“.
    Da: “Buon primo maggiohttps://www.michilcosta.com/2025/05/01/buon-primo-maggio/
     
    A quanto pare anche lui è consapevole della presenza di qualche problema…

  10. poi, sempre per dibattere amabilmente con Ciro l’aggressivo: mai detto che ricco è brutto povero è bello, anzi, viviamo in un mondo dove sono i poveri a gasarsi coi peggiori ricchi, è l’ideologia del momento! Su Bezos: il problema non è che venga a spadroneggiare a Venezia, il problema è che non paga tasse, e non è il solo, l’elusione fiscale implica che costruisci legalità attorno al farti i cazzi tuoi. Quelli che verranno a finire di spolparsi per bene le Dolomiti sono persone che sanno fare questo: costruire leggi attorno ai cazzi propri, con una discreta folla di seguaci pulciosi che applaudono. Sul biodinamico: potrò avere anch’io i miei dubbi sul cornoletame ma ho la certezza che non nuoce all’ambiente anzi, avrà il foulard il ristoratore ma magari paga le tasse, no? Se ha 30.000 bottiglie buone fa solo bene, alla salute!

  11. Non volevo dire che Jesolo o Gallipoli sono meglio dell’ Alta Badia. Volevo solo dire che l’ economia del turismo, anche in condizioni di lavoro regolare, non è efficiente perché non distribuisce reddito, genera forte esclusione, è invasiva per l’ ambiente. Non sto nemmeno dicendo, per quel Ciro dall’ aggressività facile, che si sta meglio con l’ agricoltura di sussistenza, dico solo che genera un’ economia fortemente distorsiva. Io sono cuoco, vorrei tanto lavorare in Val Badia, adoro le montagne, ma ho una famiglia e il mio stipendio deve essere commisurato all’ affitto di una casa per esempio. Tempo fa mi proposero un lavoro a New York e, botta di conti, sotto i 200K annui non era conveniente eppure mi avrebbero pagato molto bene.

  12. Però sono anche dalla parte di Cominetti. Proprio perché lui vive in quei posti, può vedere meglio di altri le cose buone che ci sono. Non si può demonizzare una provincia o una regione senza vederne la complessità e gli aspetti positivi. Con persone del luogo (di San Candido, Spinga, Rio di Pusteria e via dicendo) ho toccato con mano il buono che c’è. 

  13. “Perché la luce, quella vera, non è mai cieca. E i limiti, quelli veri, sono il primo atto d’amore verso la vita.”
     
    Chi l’ha scritto? un filosofo? un asceta?
    😀 😀 😀

  14. Ora godetevi i turisti cafoni!

    Del resto chi ha seminato vento non può che raccogliere tempesta. Quindi amen…
    Il senso del limite ci vorrebbe anche nel non voler riempire a dismisura il proprio caveau, in un’ingordigia delirante,  fino a farlo travasare.

  15. Tutto o quasi condivisibile quanto scritto in questo articolo… Se non fosse minato alla base dal fatto che troppa gente potrebbe togliere alle montagne l’attrattivitá di cui l’autore ha evidentemente bisogno per fare pagare 850 euro a notte per una stanza doppia nel suo “ospitale” hotel.
    No grazie, non è neanche di questo modello di sviluppo della montagna ipocrita ed elitario che abbiamo bisogno.
    La montagna è di tutti e la colonizzazione elitaria è tanto grave quanto l’overtourism. 
    La cultura del limite si deve sviluppare perciò contro entrambi questi due fenomeni perniciosi.

  16. 49), certo che detto da uno che neppure si firma con nome e cognome, dev’essere tutto vero.
     
    E comunque, su molte cose che hai scritto concordo, ma non su tutte.
    Si vede che sei uno che ragiona “per sentito dire”.
    Dai che oggi non piove e vado fuori a scalare. Speriamo non sia marcita anche la roccia…

  17. Ma finiscila Cominetti che li c’è più marcio che in tutta l’Italia intera! Che gestendo quasi tutto in autonomia ve ne stra fregate tutti di limiti e leggi e i controlli sono al limite del finto! E non lo dico io ma i molti locals conosciuti!
    Il grosso problema è proprio aver lasciato autonomia nel gestire tutto. Ora è stupido lamentarsi e mettere i tirnelli quando prima si è costruito senza controllo, sbancato per piste e impianti, aumentato a dismisura i prezzi e trattato a stracci e allontanato chi davvero la montagna la amava e la rispettava! Ora godetevi i turisti cafoni!
    L’altra cosa ancora più ipocrita è la parvenza che si vuole dare di rispettosi dell’ambiente quando non frega nulla a nessuno se non del denaro e di come spennare di più chiunque venga in visita li.
    Io sono anni che ho cambiato regione per la montagna, ci sono molte zone e valli, anche in Lombardia oer esempio, dove c’è un turismo lento, più rispettoso non affollato, dove i comuni non fanno costruire a vaso e non incentivano le folle e dove si accetta chiunque: chi vuol spendere ooco, chi di più, chi va in giornata chi si ferma ma soprattutto rispetto per gli amanti veri della montagna.

  18. Dovremmo ricordarci che alpinisti di primo piano hanno fatto parte del team No Limits

  19. Dai, Cominetti, seriamente: capisco benissimo la tua esperienza diretta, e mi fa piacere sapere che tu non abbia mai visto casi di lavoro nero.
    Ma, come sempre, tra l’esperienza individuale e il quadro complessivo può esserci una significativa differenza.
     
    Come anche altri hanno fatto notare, ci sono casi documentati in Alto Adige e nelle valli dolomitiche. E questo non lo dice il web, ma inchieste giornalistiche e rapporti delle forze dell’ordine.
    Ci sono articoli che parlano di strutture ricettive e cantieri con irregolarità, alcuni con multe pesanti e lavoratori persino minorenni.
    Ci sono casi in Val Pusteria, Gardena, Sciliar — quindi in Dolomiti, e molto vicini anche geograficamente all’Alta Badia.
     
    È perfettamente legittimo basarsi sulla propria esperienza, ma negare che esistano problemi più ampi “Qui lavoratori in nero non ce ne sono!” solo perché non li si è vissuti di persona rischia di non rendere giustizia nè alla complessità della situazione nè a quei lavoratori spesso – come parte debole – vittime della necessità.
    Che ci siano imprenditori corretti — come forse quelli che conosci tu — è altrettanto vero e importante da riconoscere.
    Ma non sono tutti così, purtroppo, e la realtà lo conferma.

  20. Si potrebbe dire che ‘troppa perfezione nasconde l’imperfezione’, senza scomodare il dialetto romano che recita, esagerando, che “er più pulito c’ha la rogna”.

  21. Però, a guardare gli interventi della Guardia di Finanza in Alto Adige anche nel settore del turismo, non sembrerebbe tutto così perfetto e limpido.

  22. Balsamo, anch’io ricordo di averti detto che sei uno che fa sempre mille domande (alla commissario Maigret) e pretende risposte, possibilmente che ti diano ragione. E ricordo che tu imputi al fatto che io sia una guida l’essere troppo sicuro di me e cose così.
    Ritengo così di esserci spiegati sul “come siamo”, ok.
    L’articolo del cuoco/sindacalista campano è di uno che vive e lavora a Merano, che non mi risulta essere nelle Dolomiti. Io parlo di quello che vedo e di persone che conosco, ripeto. Qui lavoratori in nero non ce ne sono!
    Sono 3 anni che impazzisco per poter fare lavorare un amico brasiliano qui, dove ci sono mille opportunità di lavoro e a causa della legge sui flussi non c’è verso, (ci sono liste che se va bene ti accettano dopo 10 anni) ma soprattutto NESSUNO, pur avendone estremo bisogno, lo assumerebbe se non in regola. Quindi il mio amico non può lavorare. Questo io tocco con mano.
    Neppure io andrei in vacanza in Alta Badia o Gardena manco se mi pagassero. Su questo siamo d’accordo.

  23. Un amico svizzero mi dice che in Svizzera (dico io ormai ‘montagna reinventata’ e non più originaria), gli arabi ricchi stanno facendo affari d’oro colonizzando zone stupende, togliendo ad esse la loro autenticità. Purtroppo vedo un parallelo tra Svizzera e Trentino Alto Adige. In Svizzera, i montanari vanno a vivere in città perché i treni sono ormai troppo cari per loro, e il turismo diventa sempre più esclusivo e costoso. Siamo di fronte a una nuova conclamata colonizzazione, mentre altre zone delle Alpi divengono depresse e si spopolano, con il medesimo effetto: la perdita del tessuto sociale e dei suoi valori. Turismo di massa e turismo per pochi (che sono pur tanti) stanno danneggiando parti significative delle Alpi. Peccato.

  24. P.S. “se uno cerca nel web, trova quello che vuole e come lo vuole. Io parlavo di realtà
     
    Cominetti, è troppo facile risponderti che anche chi parla di realtà, spesso vede solo ciò che vuol vedere, ovvero una parte della realtà (quella che più gli piace, in genere) e che l’esperienza personale, oltre a non fare mai statistica, altrettanto spesso è molto sopravvalutata. Specie da chi ha una grande opinione di sé e fa certi mestieri. Ma ci sta, eh, ed è un discorso che abbiamo già fatto, non è vero? 🙂

  25. @ 14
    Eugenia, Matteo non ha certo bisogno che qualcuno prenda le sue difese. Io però mi domando come si possa ancora giudicare e offendere così coloro che si confrontano su un blog. Certamente, anche la grazia femminile è in forte crisi.

  26. Cominetti, ti ringrazio per il tuo intervento, ma di articoli ne ho proposti due: il primo parla di lavoro nero e sfruttamento (@29), il secondo di costo della vita (di cui l’abitazione è una componente importante). Inoltre, l’ultima volta che ho controllato l’Alta Badia era ancora in Alto Adige 🙂
     
    E ti ho fatto anche qualche domanda in merito a questi articoli e alle tue affermazioni, alle quali devo constatare che non hai (ancora) risposto (non che tu sia obbligato a farlo, naturalmente).
     
    Nemmeno io penso che essere ricco sia una colpa di per sé, dipende uno come c’è arrivato e quale postura etica tiene nei confronti del mondo.
    Costa io non lo conosco, ma alcune cose presenti sul sito dell’hotel di Corvara mi lasciano perplesso sul suo concetto di “limite“. Su tutte il menù all’astice in quota e le “oltre trentamila bottiglie provenienti da tutta Italia, Svizzera, Austria e ça va sans dire, dalla Francia” (tratto dal sito).
    Inoltre, il fatto che sponsorizzi “prodotti biodinamici secondo i principi di Rudolph Steiner” (quello del cornoletame) mi fa pensare che sia anche un pezzo in là.
    Tutti elementi che, per usare un eufemismo, mi sembrano poco allineati a una visione turistica “limitata“.
     
    Quanto all’UNESCO, può essere un “bidone” o un’opportunità a seconda delle intenzioni di chi ne chiede la sponsorizzazione.
    Se lo si è fatto solo per riempire la stagione morta, il risultato non poteva essere che quello che vediamo.
    Ma il problema non è l’UNESCO in sè, ma l’uso opportunistico del marchio UNESCO come promozione turistica predatoria. Un’occasione persa di conservazione.

  27. Balsamo 32, l’articolo che hai linkato parla di tutt’altro. Ovvero del caro abitazioni per chi vive in Alto Adige. Il mio riferimento era all’Alta Badia, visto che Costa è di lì, dove, ribadisco, gli stipendi sono alti e se uno vuole, visto che viene fornito vitto e alloggio al personale, si mette da parte un bel gruzzolo ogni stagione. Io di persone che fanno così ne conosco molte, per questo che scrivo queste cose. Non le ho lette in articoli che manco so chi li ha scritti, tocco con mano.Non sono affatto favorevole al turismo dei ricconi ignoranti! Io faccio la guida e di andare con certi personaggi MI RIFIUTO e perdo volentieri un sacco di giornate di lavoro. Non prendo gli impianti, non pago i parcheggi, non faccio il babysitter come molti dei miei colleghi. Ma questi sono fatti miei. Era solo per dire come la penso.
    Ma parlo di un mondo che conosco e ribadisco che Costa, pur con tutti i difetti  che gli avete trovato, è l’unico che ha il coraggio di prendere certe posizioni.
    Non penso che essere ricchi sia obbligatoriamente una colpa e osservo con cura quello che vedo intorno a me ogni giorno.
    La candidatura UNESCO di parte delle Dolomiti è stata voluta da quasi tutti gli abitanti (da me no) ma nessuno si sarebbe aspettato un simile bidone. UNESCO per tutti i luoghi (che ho visto) a cui ha dato la sua marchetta, ha fatto solo disastri all’ambiente. 2 anni fa ho chiesto pubblicamente alla responsabile della fondazione UNESCO per le Dolomiti: cosa faceva? La risposta è stata evasiva e per nulla consistente. Una buffonata.
    Quello che mi spiace è che molti commenti sono buttati giù con l’accetta senza conoscere certe realtà ma informandosi come fa più comodo. Del resto, se uno cerca nel web, trova quello che vuole e come lo vuole. Io parlavo di realtà.
     
     

  28. Per tagliare la testa al toro: basta non andare più a informarsi al Pordoi, Sella e Gardena, non prendere neanche un caffè a San Cassiano, La Villa e Corvara e non ascoltare Michil Costa col suo foularino e i suoi occhialetti da intellettuale, che pontifica anche in RAI!
    Viva l”altra” Montagna!

  29. Chi ha seminato ora si lamenta di quello che raccoglie.

    Non basta seminare, prima cosa bisogna saperlo fare, poi se quello che nasce non lo curi bene, non togli le erbacce, non lo annaffi come si deve, addio miè…
    Forse si è seminato male…??? E concimato male…???

  30. P.P.S. “Riconosco i danni UNESCO come irreparabili
     
    Ma l’iscrizione delle Dolomiti come patrimonio UNESCO, da dove è arrivata, Cominetti?
    La candidatura, da quali regioni e province è stata proposta? Trentino e Alto Adige erano forse contrari?
     
    Guarda, ricordo bene le mie vacanze in Val Gardena e Val Badia in estate qualche decennio fa (ora non ci andrei neanche se mi pagassero, figuriamoci a 1000 euro al giorno).
    Per gli operatori, rispetto all’inverno, era stagione morta con continue lamentele delle poche presenze (e tralascio come venivamo trattati noi Italiani, con le dovute eccezioni, naturalmente).
    Adesso c’è il problema opposto, ma, nel frattempo, chi è che ha promosso, pubblicizzato, banalizzato?
    Chi ha seminato ora si lamenta di quello che raccoglie.

  31. Ancora un’altra faccia della medaglia:
    https://www.confcommercio.it/-/forza-lavoro-alto-adige
    Cominetti, ti risulta questa emigrazione di forza-lavoro?
     
    P.S. L’affermazione “gli stipendi qui sono molto più alti che nel resto d’Italia” lascia il tempo che trova se non la si rapporta al costo della vita.
    Gli stipendi in Alto Adige sono adeguati al costo della vita in Alto Adige, Cominetti?
    Non ti viene il dubbio che se “gli esercizi commerciali fanno fatica a trovare personale” ci potrebbero essere altre cause oltre al fatto che “la vita in montagna non piace a tutti“?

  32. Bravo Balsamo, la realtà è quella che descrive l’articolo al tuo link, Cominetti si è da tempo schierato in modo acritico a favore dell’Alto Adige, forse sta preparando la sua discesa in campo nell’agone della politica (sarà interessante capire da che parte poi). I veri “limiti” si dovrebbero mettere ai prezzi di questi chef-albergatori che si professano ambientalisti ma se vai a vedere il loro menù ti accorgi subito che in queste strutture il cambiamento climatico è già in atto da tempo. Prezzi in albergo come i 7630 euro di cui parli sono da infarto ma anche per mangiare non te la cavi con poco: una cenetta senza troppi sfizi in quattro ti costa tranquillamente 1000 (mille) euro! il tutto condito con nomignoli da favola come se anche il denaro si raccogliesse come le bacche. Una degustazione di 4 calici ti può costare anche 180 euro ma poi Michil, l’ambientalista, che non vuole troppa gente in montagna (meglio poca ma con la grana) ti dice che “5 EURO DELL’ACCOMPAGNAMENTO VINI VERRANNO DEVOLUTI ALLA COSTA FAMILY FOUNDATION” e tu dovresti essergli quasi riconoscente.

  33. Riconosco i danni UNESCO come irreparabili, ma (Mastronzo) non venirmi a dire che i lavoratori qui sono sfruttati, sottopagati e assunti in nero.
    Preciso che: gli stipendi qui sono molto più alti che nel resto d’Italia. Un cameriere guadagna come un funzionario di banca a Milano e gli viene dato incluso anche vitto e alloggio. I lavoratori stagionali sono assolutamente assunti in regola. Ci sono numerosi controlli dell’ispettorato del lavoro e poi l’assunzione regolare permette al lavoratore di godere della disoccupazione (credo si chiami NASPI) nei mesi in cui non lavora. I turni di lavoro sono intensi perché la stagione è concentrata ma nessuno è sfruttato o sottopagato, anzi… 
    Nonostante ciò gli esercizi commerciali fanno fatica a trovare personale perché comunque la vita in montagna non piace a tutti.
    Conosco Michil Costa piuttosto bene e devo dire che la sua posizione non è per niente facile in un contesto di monocultura del turismo in cui tutti venerano gli impianti di risalita, i cannoni da neve e…il turista un po’ tonto ma spendaccione. E’ vero che in Alta Badia e Val Gardena si concentrano i turisti più cafoni, ricchi e culturalmente ipodotati delle Alpi tutte, ma questo è stato voluto da una politica turistica piuttosto ignorante ma efficace, perché questi spendono felici di pagare oltre il logico.
    Michil è uno dei pochi che si è fatto delle domande e si è messo contro tutti gli altri. Vi assicuro che in un contesto come quello in cui vive e lavora non è facile per nulla. Non voglio difenderlo, perché sa farlo benissimo da solo, ma le sue sono scelte e riflessioni coraggiose e che provengano da un albergatore del suo livello non è poco.

  34. Secondo me sarebbe il caso di essere un filino più oggettivi : se lo sviluppo turistico in Dolomiti è un modello sbagliato, allora , coeteris paribus , quale è il modello sano. ?
    A Pontresina , Surlej , o St.Ankton , hanno un modello che costa poco ?
    Non hanno sbancato per fare piste da discesa ?
    Non hanno orride funivie ?
    Sul Gognablog è facilissimo costruire pentole senza coperchio, indicando finte soluzioni che farebbero ridere qualsiasi imprenditore del turismo….
    Gennaro Veramente dice che in Dolomiti il personale alberghiero è sfruttato, ma è vera ‘sta cosa o sono , come sempre , “parole in libertà” che nessuno andrà mai a verificare ?
    Il cameriere di Jesolo , il cuoco di Finale , il  maitre di Courmayeur, guadagnano meglio dei corrispettivi”dolomitici” ?
    Maddeche’ ?
     
    Quale è la meravigliosa ricetta alternativa a quella in atto in Trentino e in Veneto ?
    A parità di Pil , occupazione, tasse pagate, e manutenzione del territorio ?
     
    So anche io che se Bezos viene a Venezia, per tre giorni mi tocca sopportare movimento di imbarcazioni, yacht ed elicotteri , ma vogliamo parlare dei danni che NON fa rispetto a 10.000  overtourists , ognuno con il suo panino , i suoi vandalismi , la sua spazzatura ?
     
    Vabbè che dobbiamo sempre tradurre che : ” povero è bello e ricco è bastardo” , ma qui sugli occhi non avete solo le fette di prosciutto, avete un pranzo nuziale !
     
    Io detesto le funivie e gli sbancamenti per le piste, ma sulla valutazione di come viene gestito il turismo in Dolomiti ha ragione Cominetti.

  35. Peccato originale: DOLOMITI Patrimonio dell’umanità UNESCO..da quella data c’è stata un accelerazione in negativo in tutti gli aspetti: frequentazione da tutto il mondo, investimenti sulle infrastrutture ( il circo dello sci in inverno), mancanza di tutela ambientale.. sarebbe corretto visto gli accadimenti e avrebbe un senso che Unesco dichiarasse il suo fallimento a riguardo.Solo Dio Denaro…che schifo.

  36. Molto bello, purtroppo un filo rancoroso il dibattito. Il fatto che l’ articolo l’ abbia scritto un albergatore d’élite non mi tocca (pur essendo io un comunista gne-gne), gli argomenti mi sembrano solidi. Purtroppo non è vero che le vacanze in Dolomiti se le possono permettere baristi ed elettrodomestici, almeno io non posso, nonostante io sia di quelle zone, faccio una tremenda fatica a portare i miei figli a sciare. Le Dolomiti sono una sorta di Disneyland di ricchi e cafoni e le passeggiate estive le faccio partendo da casa dei miei ma evitando con attenzione luoghi che però sono belli. È un peccato lasciarli in mano a un’ economia così distruttiva, costosa da gestire per il pubblico, che non distribuisce ricchezza ma anzi genera lavoro mal pagato. Le periferie italiane saranno invase dai migranti ma i più bei posti sono altrettanto invasi. Ah: è più probabile che paghi i suoi danni Ciro da Frosinone che fa il selfie, rispetto a Bezos le sue ben più copiose tasse. Al netto di seghe e sproloqui nel mondo si sta sviluppando una elite di prepotenti che se le spolperanno le nostre montagne E secondo me il signor albergatore che ha scritto l’ articolo se ne sta rendendo conto.

  37. Come le parole tutto” incluso” fanno paura agli albergatori stellati! 
    Effetto Shining …terrore…la massa… paura!
    Vero che la vera Perla è prodotto esclusivo ma un po di origini andrebbero tenute in considerazione senza snobismo.
     

  38. 21 invece no!
    Le astensioni devono tornare ascensioni e principalmente per i tuoi nipoti…e riempire i loro piccoli occhi di colori e gioie che solo le montagne possono regalare ,preferibilmente senza ticket e trenini da Serrai.

  39. Lá dove c’era  l’erba ( e gli alberi…) ora c’è… piana lago delle Malghette 30 anni

  40. Dopo tanti anni di frequenza nelle dolomiti, con relative ascensioni su tutte le cime, arrivo a 81 anni a Sottoguda e mi trovo la “salvezza” dei Serrai con relativo pedaggio. Se questa è la “salvezza” del patrimonio UNESCO dove vogliono arrivare questi falsi salvatori. Io ho goduto le meraviglie delle nostre dolomiti camminando e facendole godere ai miei figli ma i miei nipoti non credo potranno godere della stessa bellezza

  41. Basta evitare di andare in Dolomiti, se non si sopportano sovraffollamento, ipercosti e danni ambientali. Certo riguarda anche molti altri luoghi, dalla Sardegna alle città d’arte, dal Salento a certe valli della VdA. Ma cercando bene, posticini relativamente appartati e genuini si trovano ancora. Questo a titolo individuale. Ovviamente il vero problema strutturale è che la massa informe di turisti produce danni ambientali che probabilmente sono irreversibili.

  42. Non dimentichiamo inoltre che l’industria del turismo non genera sviluppo, e che chi ci guadagna sono i proprietari di alberghi, ristoranti, impianti, ecc.
    I lavoratori (addetti alla cucina, personale di servizio, addetti alla pulizia, catena dei trasporti, ecc.) invece sono sottopagati, precari, devono sottostare ad orari/turni molto impegnativi (eufemismo) e, come se non bastasse, spesso lavorano parzialmente o totalmente in nero.

  43. Bravo Balsamo hai colto nel segno.
    Il Signor Michele Costa è un’altro furbone opportunista  che pretende di spalmare vasellina…

  44. L’articolo mi era anche piaciuto, almeno fino a quando ho provato a prenotare una settimana di vacanza in agosto all’Hotel La Perla di cui l’autore è proprietario: totale 7.630 euro, tasse escluse, colazione inclusa.
    A quel punto, la frase “viva i portafogli pieni di chi arriva, no?” ha assunto un sapore completamente diverso.
     
    Il turismo sfrenato è certamente un problema — per l’ambiente, per chi ci lavora, e per gli stessi turisti.
    Basta vedere, ad esempio, la coda infinita al Seceda di qualche giorno fa: che tipo di esperienza è, passare ore in fila per una cabinovia?
     
    Serve più cultura del limite, su questo sono d’accordo.
    Ma mi chiedo: quali sono davvero i “limiti giusti“, nella visione dell’autore?
    Parliamo di limiti etici, ambientali, culturali, fisici, di “cura per il mondo” (ad esempio no impianti di risalita, no piste levigate, no innevamento artificiale, ecc) o parliamo invece di limiti economici: cioè, poterselo (o volerselo) permettere?
    Nel secondo caso, più che una critica al turismo predatorio sembra una variante elitaria della mercificazione dell’ambiente. Una sofisticata selezione dei predatori.

  45. ma Michil Costa che ha scritto questo articolo, è il 
    patron dell’Hotel La Perla di Corvara”?

  46. Forse perche’ riusciamo a sopportare anchr te
     
     
    Forse perche’ riusciamo a sopportare a fatica anche te
     
     

  47. come sopportate matteo da tutti questi anni? la sua nullità intellettiva è davvero imbarazzante, ha proprio dei grossi problemi cognitivi poverino, oltre a una cultura decisamente sotto la media. Poveretto, è un gran peccato che banalizzi ogni discussione con la sua presenza sul blog, sarebbe tutta un’altra storia se lui e quell* come lui togliessero il disturbo, ma ahinoi la democrazia permette anche questo: l’espressione dell’imbecillità senza pudore

  48. E cos’ha da dire l’anticomunista viscerale e il servo del capitale se Bezos compra il diritto d’accesso del Parco Archeologico del Colosseo per “valorizzarlo” turisticamente, regolare gli accessi, garantire la manutenzione dell’area e poi impone un biglietto da 18€ per 75 minuti?
    Oppure se decide che per un giorno (una settimana, un mese) il parco resta chiuso perché deve farci la sua festa?

  49. Sono sempre più convinto che succederà un “qualcosa” per cui si innescherà il trend completamente opposto. Quel “qualcosa” non è detto che sia un evento specifico, una specie di D Day, ristretto a un momento ben individuato: può essere semplicemente che “il troppo stroppia” e il trend oggi in essere automaticamente genererà il suo contrario. Quindi non resta che aspettare. Purtroppo nel frattempo si registreranno dei “danni”, in particolare all’ambiente, che forse non saranno rattoppabili. Eh… questo è il prezzo che dobbiamo mettere in conto. Ma  circa i cannibali… si (auto)ridurranno per le conseguenze della loro stessa espansione, certo in tempi non brevissimi.

  50. Ogni tanto bisognerebbe discriminare fra :”Lotta ai nemici dell’ambiente” e “Lotta ai miliardari” ; se Bezos e il suo seguito si affittano il Louvre per un giorno , le rivendicazioni “gne gne” di comunisti ed odiatori del capitale mi fanno una sega.Se Innocenzo da Frosinone mi spacca la fontana del Tritone per farsi un selfie , oppure trasforma Roccaraso in un posteggio , qualche problema me lo dà.

  51. “Non vorrei sbagliare, ma questo è quel Michil Costa patron dell’Hotel La Perla di Corvara”
    Sul cui scritto non a caso si lancia, impavida e sprezzante del patetico, la nostra paladina del diritto all’autonomia decisionale e alla difesa fino all’abuso dei “locals” e loro autonominata Interprete Unica…
     
    Nota: il genere usato è riferito alla firma del troll e non è da ritenersi impegnativo del genere effettivo del patetico, rancoroso ed egoriferito mitomane estensore dei molti commenti dalle varie firme che ogni tanto infestano il blog

  52. Critico:
    Queste ferie non se le permette solamente Bezos, la moglie e i suoi amici, ma le fanno tranquillamente: il tuo medico, il tuo avvocato, il tuo meccanico, il tuo elettricista, il tuo manutentore della caldaia, il  barista dove fai colazione la mattina, il tuovicino di casa, quello che trovi al parco con il cane ecc.ecc

  53. Non vorrei sbagliare, ma questo è quel Michil Costa patron dell’Hotel La Perla di Corvara, Hotel 5 stelle con ristorante stellato annesso…
    Non mi sembra molto coerente con quello che dice 

  54. bisognerebbe chiedere ai molti teorici del sovraffollamento turistico che ne pensano, sono certo che liquiderebbero il tutto a beghe localistiche! Nessun problema, a tutto gas!

  55. Ho avuto la fortuna di andare in Dolomiti a camminare e scalare tanti anni fa. C’erano luoghi sconosciuti (lago braies) oggi distrutti.  D’altronde c’è la coda anche sull’Everest. Soluzioni difficili e nello stesso tempo facili. Basterebbe rendere alcune zone non raggiungibili dal cellulare.

  56. Ho una mia idea: più la popolazione aumenta,  più diventa famelica…..in tutto.

  57.  
    In questo caso i social vincono il confronto con la carta stampata. I giornali ospitano volentieri e senza alcuno scrupolo la propaganda commerciale per la distruzione dell’ambiente. Viceversa sui social si trovano spesso riflessioni molto più interessanti.

  58. Questo turismo porta soldi ed è adatto a ricchi ed arricchiti che nella cultura del “no limite” pensano di poter dimostrare agli altri la loro superiorità. 
    Sono quelli che credono in uno sviluppo ed in un consumo illimitato in un mondo limitato. 
    I limiti ci sono già e sono di carattere finanziario.  Molti in quei luoghi non vanno perché troppo cari . Probabilmente non sarebbero graditi perché poco capaci di spendere.
     

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