Cartoline dalla machosfera – 1

Cartoline dalla machosfera – 1
di Mirko Giorgi

“Il comportamento del passato [di noi umani], più simile a quello dei lupi, è diventato il comportamento del presente, più simile a quello dei cani (Richard Wrangham)”.

“La psicoanalisi ci ha insegnato che l’uomo è un lupo non soltanto per il prossimo, ma anche per se stesso (Jean Rostand)”.

C’è violenza nell’aria. In tutta Europa (Paolo Rumiz)”.

1. “Come amo tutto questo” disse il Generale George Smith Patton davanti a una spianata fumante di panzer sventrati e corpi carbonizzati. Solo chi nutre una passione mistica per la guerra può pronunciare queste parole senza provare ribrezzo per se stesso, e l’eroe della World War II, celebre per la sua implacabile durezza, era l’incarnazione del guerriero pervaso da un potere sacro inviolabile, da una furia omicida benedetta da Dio. Dopotutto il suo sfacciato amore per la guerra poggiava su solide basi morali, “il generale d’acciaio” guidava un esercito di liberatori, i suoi nemici erano i volonterosi carnefici di Hitler: suprematisti bianchi, robotizzati da un’ideologia genocida, macchine programmate per lo sterminio sistematico delle razze inferiori.

Perfidia (1945)

Le sfumature della perfidia umana sono talmente assortite e bizzarre che riempiono intere biblioteche. Sia che derivino da dottrine aberranti o da improvvisi cortocircuiti psichici, poco conta: ciò che affascina la nostra mente sono gli esiti devastanti, è la cronaca dell’atto violento che ci trascina in una trance di curiosità malsana. L’anima nera dei despoti sanguinari ci fa vibrare di un piacere lurido, appiccicoso, ne siamo inorriditi, ma ci ipnotizza. Fa risuonare la nostra ombra barbarica, per questo ci ripugna.

Sembra essere un’impronta biologica indelebile, un’attitudine criminogena silente, un marchio maledetto che forse nessun processo di civilizzazione, nemmeno le costituzioni più belle del mondo, riusciranno mai a cancellare dal nostro sistema limbico. Gli strati più profondi del nostro cervello custodiscono una verità inquietante: ogni tanto la belva si risveglia. Lo sanno bene i romanzieri di ogni tempo e i geo-politologi contemporanei, costretti a spulciare numerosi trattati di psicopatologia per tentare di raccapezzarsi in un mondo sempre più disintegrato e selvaggio, caotico e violento: quando comincia a perdere l’umanità un leader messianico, investito di un potere assoluto, fuori controllo? Che cosa accadrà quando l’odio e la paura diventeranno così opprimenti che sentiremo il bisogno urgente di spaccare delle teste off line? E quanto potrà mai reggere uno stato di diritto, quando le disuguaglianze diventeranno così profonde e laceranti, che cominceremo a credere che siano l’ordine naturale del mondo?

2. Con l’aura divertita e spietata del ricco oligarca che si vanta di poter comprare chiunque, intimidire chiunque, l’appeal del bullo gode di ottima ribalta mediatica.  Dalle gang di ragazzini allo studio ovale, dalle community misogine alla tratta di schiave sessuali, il maschio alfa sbanca, torna al centro dell’azione e si riprende la scena. Sfodera un fotogenico harem di antifemministe richiedenti asilo, surriscaldate dal suo cazzuto carisma. Il testosterone profuma l’aria, gonfia i muscoli e dà la scossa. Dita sul grilletto e festini hot nelle retrovie. Sangue e sperma. Tutto il resto è noia.

Gli ambienti digitali sono saturi di aria viziata, si nutrono di emozioni crude, impulsi istantanei, piccoli e ripetuti shock biochimici che alterano la nostra capacità di discriminare e distinguere. Proprio per questo l’astio e il disprezzo sono valute forti nell’ “economia dell’attenzione”, innescano la nostra reattività più primitiva ed eccitano quel piacere velenoso chiamato Schadenfreude, il godere delle disgrazie altrui. La spettacolarizzazione del Male attizza un vitalismo cinico e ottuso, cronicizza la rabbia, infiamma la paranoia e genera raccapriccianti dinamiche emulative. È in questo pantano che i giganti del web gettano la loro rete. Il disimpegno etico è la nuova agenda culturale, nobilita il cretino, educa all’indifferenza e spegne l’empatia verso le vittime di turno. Questa pedagogia dell’odio si rifà a un principio semplice e rotondo, ultimativo come un cappio intorno al collo: in principio era la forza bruta. L’esperanto della violenza è una lingua universale, tutti la comprendono alla perfezione, non occorrono traduttori, tantomeno negoziatori. Il mondo è uno Squid Game: ci sono i proprietari del Grande Gioco e i disperati da sacrificare. Dov’è la complessità?

Il corso degli eventi annuncia una regressione disumana: guerra d’attrito al pensiero critico, disprezzo assoluto per l’ambiente e la biodiversità, sciacallaggio di beni comuni, bestializzazione dei nemici, persecuzioni di poveri cristi, apocalissi umanitarie.Tutto in mondovisione. Massima copertura mediatica all’espansionismo aggressivo del sé. Affinché tutti sappiano a quale ego inchinarsi e quali capri espiatori prendere di mira oggi (domani si vedrà). Dove sono finiti “i nostri migliori angeli”?

3. Si usa trumputinismo per condensare in un efficace neologismo, uno stile di leadership rozzo e divisivo fin che volete, ma altrettanto efficace: “sei con me, o contro di me?”. Se la nostra politica è terrorizzare gli altri per poi offrire protezione, non servono tante cerimonie diplomatiche, le virtù tiepide della moderazione sono un intralcio. I fondamentali della mascolinità tossica bastano e avanzano: “tu mi appartieni-non provare a ribellarti-non costringermi a farti del male.”  

Questo scatenamento di brutalità evoca una lifestyle arcaica. Per capirci qualcosa dobbiamo rifarci ai codici ancestrali in vigore nel Pleistocene, quando i concetti raffinati di “inverno demografico del clan” e “guerra preventiva strategica”, venivano prevalentemente discussi in concitati briefing olfattivi e gestuali. Ma, forse, dobbiamo scendere ancora più in basso, fino a connetterci col più grande balzo in avanti compiuto dall’umanità, al tempo del più rivoluzionario settaggio neurologico mai avvenuto nel nostro cervello: il passaggio dal rango infimo di prede al livello apicale di superpredatori altamente specializzati.

Deve essere stato un momento pazzesco per i nostri antenati vivere questo cambio di paradigma esistenziale, davvero qualcosa di sconvolgente per la loro autostima e psicologia collettiva. Dopo aver patito livelli cronici di cortisolo per millenni, a tremare di paura ad ogni fruscio sospetto, a litigarsi la carcassa putrefatta di uno gnu, arriva finalmente il Rinascimento tanto atteso. Dallo status di pezzenti della rete alimentare si scalano i vertici del capitalismo di rapina. In quel preciso tornante della sua storia tribale, il cervello dei Sapiens si è dotato di un sistema operativo fichissimo e ha sviluppato un mindset più positivo e orientato al successo: “ora siamo noi a fare paura, ora sono cazzi amari per tutti!”

In principio erano le orde dei gangster più resilienti a farla franca: kill baby kill. Non era una giungla complessa la loro: o mangi o vieni mangiato. What else?

Cartoline dalla machosfera – 1 ultima modifica: 2025-07-24T04:58:00+02:00 da GognaBlog

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3 pensieri su “Cartoline dalla machosfera – 1”

  1. Non solo lupi e cani, ma anche scimmie pecore eccetera. Mancano però gli avvoltoi, gli indigeni che vivono sulle spalle dei turisti: l’elenco sarebbe troppo lungo!

  2. Ancora lupi e i cani…siamo alle solite e finiti i paragoni si torna al medioevo.I lupi sono migliori!; …noi umani possiamo elevarci con voli verso conoscenza , misticismo e meditazione ma talmente pigri da non farlo e essere quindi molto peggio dei lupi ,con effetti soporiferi sulla coscenza.
    E letali per ogni specie che incontriamo , inclusa la nostra.
    Dormiamo convinti di esser svegli. 

  3. Analisi perfetta. Così perfetta che solo un essere appartenente ad una razza di manigoldi, quella umana appunto, poteva fare. Siamo tutti dei potenziali criminali nei nostri momenti peggiori, questo mi sembra di aver capito, e temo proprio sia così, anche se non vogliamo assolutamente ammetterlo e ci sentiamo degli angeli pieni di buoni propositi di fronte al Male dilagante.

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