Estate insanguinata: un morto ogni 5 giorni

In Veneto, l’Ulss diffonde i dati del periodo dal 1° giugno al 21 settembre 2025: 21 decessi, cifra in linea con quelli dello scorso anno, 508 le missioni dei due elicotteri Falco.

Estate insanguinata: un morto ogni 5 giorni
di Daniela De Donà
(pubblicato su Il Gazzettino del 23 settembre 2025)

L’analisi
Ultima missione estiva, due giorni fa, per Falco 1. Solo una pausa autunnale per il secondo elicottero in forze al Suem 118 – con base all’aeroporto di Belluno – che riprenderà i voli il 5 dicembre 2025. Intanto si tirano le somme dell’attività di soccorso nel periodo tra 1° giugno e 21 settembre 2025 con ben 177 persone che ogni giorno erano in campo nella rete di emergenza-urgenza: 2 equipe di elisoccorso, 20 medici nei Pronto Soccorso e nei Punti di primo intervento. 72 infermieri. 30 Oss e autisti, 45 volontari di ambulanze, più gli uomini delle squadre a terra di Soccorso alpino e Guardia di Finanza.

La presenza
Squadre di persone e mezzi che, presenti 24 ore su 24, hanno risposto bene alle richieste” ha affermato il direttore generale del Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben. In particolare l’elisoccorso ha coperto le chiamate per 15 ore al giorno (dalle 6 alle 21). Le chiamate al Suem 118 (sempre nel periodo 1° giugno-21 settembre 2025) ammontano a 15.030, con 6.706 uscite: “si tratta di un +3,9% rispetto al 2024” precisa Dal Ben. Alcune chiamate hanno reso necessario l’intervento dell’elicottero. Sono state 508 le missioni totali, in linea sostanzialmente con il 2024 (+0,6%): 270 i voli di Falco 1, 189 di Falco 2. E per 49 volte si è reso necessario avvalersi di elicotteri da Treviso, Trento, Bolzano: “A dimostrare quanto sia importante fare rete con le Regioni contermini nel caso di nostri mezzi già impegnati”, sottolinea il direttore Ulss.

Giuseppe Dal Ben e Cristina Barbarino

La media
La media giornaliera è stata di 5 missioni, con tre giornate “da paura” ed elicotteri gialli sempre attivi: il 18 luglio (11 le uscite), 31 luglio (13), 11 agosto (14). Tra le aree di intervento spiccano Cadore ed Agordino. Ma a farla da padrone è l’Ampezzo che mostra il record: ben 23 sono state le chiamate per andare in aiuto a persone in difficoltà lungo i sentieri che portano al rifugio Vandelli e al lago del Sorapiss. A proposito di età delle persone soccorse: la fetta maggiore riguarda la fascia tra 50 e 64 anni (27,5%) seguita da chi ha tra 65 e 79 anni (21,7%). Le persone soccorse per un terzo (28.4%) sono residenti in provincia di Belluno, il 22% è veneto, il 22,3% da extra Veneto.

Ma c’è un dato che colpisce, così sintetizzato da Dal Ben: “Il 26% è rappresentato da stranieri, con un salto in crescita di 4 punti e mezzo rispetto al 2024 (era il 22%)”. Spiccano, tra le persone soccorse, i tedeschi (29), i francesi (14), gli americani (8). A causare la chiamata di soccorso è il trauma (54%, per lo più di escursionisti). Il 10% del totale è illeso, numero diminuito: 55 le persone recuperate, senza ferite o traumi, nel 2024, scese a 43 in questa estate 2025. La provenienza degli illesi? Il 73% proviene dall’estero. Risultano costanti, invece, le missioni che hanno impegnato le squadre di soccorso nel portare a casa i deceduti: 21 nel 2024 così come nel 2025. In 110 giorni fanno una media di un morto ogni 5 giorni.

In calo
Dal Ben, elencando i dati, ha sottolineato che, rispetto all’anno scorso, si registra una buona notizia: «il numero di accessi al Pronto Soccorso è diminuito, -2,1%-. Durante la stagione estiva era stato rinforzato, seppur con diverse modalità, pure il servizio ambulanze ad Alleghe, Alpago, Auronzo, Livinallongo. Particolare è stato il caso del servizio di Cortina trasferito a giugno a San Vito di Cadore in relazione al problema della chiusura della strada (ora tornato a Cortina). «L’investimento totale per l’assistenza sanitaria estiva è di oltre un milione e 130mila euro – fa due conti il direttore sanitario, Giuseppe Dal Ben – di questi 862.700 euro sono serviti per il secondo elicottero, 165.700 per le ambulanze aggiuntive, 84mila per prestazioni aggiuntive, 18mila per medicina turistica».

Estate insanguinata: un morto ogni 5 giorni ultima modifica: 2025-10-14T05:14:00+02:00 da GognaBlog

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8 pensieri su “Estate insanguinata: un morto ogni 5 giorni”

  1. P.S.: mi piacerebbe conoscere i dettagli dei 23 interventi relativi al sentiero che portano al rifugio Vandelli e al lago del Sorapiss, che oramai è diventato una camionabile (con il medesimo traffico della statale di Alemagna).
    Per mera curiosità…

  2. Scusate, sono un ingegnere e quindi “sensibile” ai numeri. Lo so, in questo mondo di verità alternative e notizie fluide sono un po’ fuori moda e magari annoio un po’.
    Chi non è interessato, chi ha ferme convinzioni a priori, chi pensa dei fatti quello che Tajani pensa del diritto internazionale (conta fino a un certo punto) può saltare a piè pari il mio intervento. 
    Però ci sono alcune cose che non mi tornano, nell’articolo.
    – se il 22,3% dei soccorsi è residente extra Veneto e il 26% è rappresentato da stranieri, vuol dire che il 3.7% dei soccorsi sono stranieri residenti in Veneto? 
    – a fronte di un+3.9% di interventi e di un +0.6% di missioni di elicottero si sono spesi 862700€ per un secondo elicottero (pari al 76% del costo annuale del soccorso)?? Soldi ben spesi, mi vien da dire…
    – con invariati il numero di interventi e quello dei morti e in diminuzione i ricoveri in PS, che senso ha parlare i “estate insanguinata“?

  3. Alberto (forse)la risposta sta nelle grosse cifre finali…è ò sistema chiagne e fotte!Sono tempi tristi ;se lo alzi,perché lo alzi se non lo alzi …ti cito.

  4. @benassi perché a mio modesto avviso palesemente c’è chi spinge il marketing del soccorso per renderlo unico, inimitabile al solo fine di giustificarne la totale privatizzazione. 
     
    per farti 4 risate, fai i paragoni con i costi sociali del calcetto! Che domina le poco invidiabili classifiche degli sport che finiscono al pronto soccorso con un bel 46% del totale. 

  5. Mi domando e dico, ma perchè sugli incidenti in montagna si devono scrivere titoli del genere?!?!?!?
    Qual’è il senso???
    E quelli che muoiono affogati al mare, dopo essere stati a ore ad arrostorsi sulla spiaggia, o gli altri che affogano nel fiume o nel lago,  non la insanguinano l’estate?

  6. Mi sono già espresso abbondantemente sul tema per cui riduco ai minimi termini: encomiabile l’opera del Soccorso alpino, in tutti i suoi risvolti; viceversa la stragrande maggioranza di incidenti, fatta salva la cosiddetta fatalità (che può colpire anche l’esperto e non solo come evento del tutto imprevedibile, ma anche in termini di “errore individuale”), la stragrande maggioranza di incidenti, dicevo, deriva dalla diffusa impreparazione di chi oggi affronta le montagne… Se non si risolve, in un modo o nell’altro, questo problema, non vedremo ridursi le statistiche, anche mortali, anzi entriamo nell’ottica che il trend crescerà, anno dopo anno, per il crescere dei frequentatori impreparati.

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