Come hanno costruito un passato falso per controllare il nostro presente.
La truffa della storia
di Simona Mattes-Melilli
(pubblicato su luogocomune.net l’11 agosto 2025)
La storia non è ciò che pensi che sia. La versione che ti è stata insegnata a scuola non è una registrazione neutrale degli eventi umani. È una narrazione attentamente curata e altamente selettiva, progettata per plasmare il tuo modo di pensare, ciò in cui credi e, soprattutto, il tuo comportamento. Non è un caso. È il risultato di secoli di manipolazione deliberata da parte di coloro che detengono il potere e vogliono mantenerlo. Non controllano solo il futuro controllando il presente. Controllano il presente controllando il passato.
L’espressione “La storia è scritta dai vincitori” suona poetica, ma è in realtà una confessione. Significa che quando un conflitto finisce, la parte vincitrice non si prende solo la terra, le risorse e il potere politico. Si prende la storia. Decide cosa viene ricordato, cosa viene dimenticato e come vengono inquadrati gli eventi. Brucia i documenti degli sconfitti, vieta la loro lingua, mette fuori legge la loro cultura e ridefinisce la loro identità. I perdenti vengono dipinti come selvaggi, aggressori o sciocchi. I vincitori diventano eroi, liberatori o visionari. La verità viene sepolta insieme ai cadaveri.
Questo processo inizia fin dal momento in cui, da bambini, ti siedi in classe. Ti vengono consegnati libri pieni di cronologie precise e nomi approvati. Ti vengono mostrati ritratti di “grandi leader” ed “eroi” che hanno combattuto per la tua “libertà”. Canti canzoni a bandiere e imperi senza mai comprendere appieno il costo di ciò che quei simboli rappresentano realmente. Non è istruzione. È indottrinamento. E funziona così bene che, quando sarai abbastanza grande da metterlo in discussione, difenderai le bugie come se fossero parte della tua identità.
Quando un impero vince, non si limita a proteggere il territorio. Riscrive la sceneggiatura. Ecco perché la versione romana della storia europea è quella che ancora oggi accettiamo in gran parte. Distrussero o assorbirono le culture che conquistarono. Non si limitarono a prendere il controllo, cancellarono ciò che c’era prima. L’Impero britannico perfezionò quest’arte. Al suo apice, governava su un quarto della superficie terrestre e della popolazione mondiale. Ognuno di quei luoghi aveva la sua storia, i suoi eroi, le sue storie. Una volta sotto il dominio britannico, quelle storie furono soppresse o completamente riscritte. I leader locali divennero “capi tribù”, i combattenti per la libertà divennero “ribelli” e l’impero stesso fu dipinto come un benevolo portatore di civiltà.
In India, ai bambini veniva insegnato che gli inglesi portavano progresso, legge e ordine. La realtà erano carestie di massa causate dalla politica economica britannica, dalla distruzione delle industrie locali e dall’estrazione di ricchezze inimmaginabili. La carestia del Bengala del 1943 uccise milioni di persone, non a causa di una catastrofe naturale, ma perché Winston Churchill dirottò le forniture alimentari verso l’Europa e liquidò le sofferenze degli indiani con disprezzo razzista. In Africa, la terra fu rubata su una scala così vasta che intere comunità furono sradicate e gettate nei campi di lavoro forzato. La rivolta dei Mau Mau in Kenya fu accolta con torture, castrazioni ed esecuzioni di massa, tutti argomenti opportunamente omessi o edulcorati nelle lezioni di storia britannica.
Non furono solo gli inglesi. Gli spagnoli bruciarono intere biblioteche di documenti Maya e Aztechi in Messico e in America Centrale, cancellando secoli di conoscenze avanzate in campo astronomico, medico e ingegneristico. La Chiesa cattolica distrusse attivamente i testi gnostici perché offrivano una versione alternativa del Cristianesimo, che minava il potere della gerarchia ecclesiastica. Intere filosofie e insegnamenti furono spazzati via per garantire che la versione “ufficiale” diventasse l’unica. Questo è il motivo per cui la vostra educazione religiosa, se ne avete avuta una, probabilmente ha dipinto il Cristianesimo come se avesse una storia chiara e incontestata. Questa è una falsificazione creata attraverso secoli di repressione.
Il sistema educativo è il meccanismo di diffusione di questa menzogna. Ci viene detto che esiste per rendere i bambini intelligenti, ma in realtà esiste per renderli obbedienti. Solo nel Regno Unito, un bambino trascorre oltre 12.000 ore nell’istruzione formale prima di compiere 18 anni, la maggior parte delle quali assorbendo contenuti approvati dal governo. La storia non viene insegnata per sviluppare il pensiero critico. Viene insegnata per rafforzare una visione del mondo che mantenga stabile il sistema. Alcuni eventi vengono trattati in interi capitoli, mentre altri vengono sorvolati in un paragrafo. Le guerre che il vostro paese ha combattuto e vinto vengono presentate come nobili, difensive o umanitarie. Le guerre che ha perso o di cui dovrebbe vergognarsi sono assenti o riformulate.
Pensate a come le lezioni scolastiche ritraggono il colonialismo. Spesso viene rappresentato come uno “scambio” tra nazioni, uno scambio reciproco di idee o una missione civilizzatrice. La realtà era un’invasione militare, uccisioni di massa e furto di risorse su scala industriale. Le guerre dell’oppio con la Cina vengono raramente spiegate in dettaglio, eppure in sostanza erano la Gran Bretagna che imponeva droghe che creavano dipendenza a un’altra nazione sotto la minaccia delle armi per mantenere il suo predominio commerciale. Quante persone lasciano la scuola capendo questo? Quasi nessuna.
Gli Stati Uniti non sono migliori. Il loro sistema scolastico ritrae i padri fondatori come amanti della libertà rivoluzionari, eppure molti di loro erano schiavisti. Presenta l’America come la liberatrice del mondo in due guerre mondiali, minimizzando il fatto che sia entrata in quelle guerre tardi e per il proprio tornaconto economico e geopolitico. Omette il genocidio dei nativi americani, l’internamento dei giapponesi americani durante la Seconda Guerra Mondiale e il ruolo della CIA nel rovesciamento dei governi democraticamente eletti in America Latina, Africa e Medio Oriente. Le stesse persone che insegnano ai bambini che l’America è sinonimo di democrazia nascondono anche il fatto che gli Stati Uniti hanno ripetutamente distrutto democrazie all’estero quando non servivano i propri interessi.
Le atrocità occultate sono un tema ricorrente nella truffa storica. Personaggi come Churchill vengono ritratti come eroi, mentre i loro crimini vengono minimizzati o ignorati. Gli Stati Uniti celebrano personaggi come Andrew Jackson, menzionando a malapena il Sentiero delle Lacrime, un trasferimento forzato di nativi americani che uccise migliaia di persone. In Belgio, Re Leopoldo II è ricordato da alcuni come un grande monarca, eppure il suo sfruttamento del Congo portò alla morte di milioni di persone attraverso lavori forzati, fame e mutilazioni. Non si tratta di una dimenticanza accidentale. È un’omissione deliberata per proteggere l’immagine del potere.
Il ruolo del Vaticano nella manipolazione della storia non può essere sopravvalutato. Oltre a distruggere gli scritti gnostici, la Chiesa controllò l’alfabetizzazione in Europa per secoli. Per gran parte del Medioevo, le uniche persone in grado di leggere e scrivere erano i membri del clero, il che significa che erano loro a decidere quali testi copiare e quali andare perduti. Inquadrarono la storia attraverso una lente religiosa che rafforzò il predominio spirituale e politico della Chiesa. Persino le scoperte scientifiche furono riscritte per adattarle alla dottrina. Il conflitto di Galileo con la Chiesa sull’eliocentrismo è un esempio ben noto, ma ci furono innumerevoli altri scienziati, guaritori e pensatori il cui lavoro fu sepolto o rubato.
La manipolazione della storia non riguarda il passato. Riguarda il controllo del presente e la definizione del futuro. Se controlli la storia delle origini delle persone, controlli il loro senso di identità. Se controlli la loro identità, controlli le loro aspettative, la loro lealtà e i loro limiti. Chi crede che i propri antenati fossero primitivi e incivili è più propenso ad accettare l’autorità moderna. Chi crede che la propria nazione sia sempre stata nobile è più propenso a giustificarne i crimini attuali.
Questo controllo si estende agli eventi moderni. La guerra in Iraq, spacciata per menzogne sulle armi di distruzione di massa, viene già riformulata nei libri di testo e nei documentari come una missione ben intenzionata che semplicemente “è andata male”. Le disastrose conseguenze dei lockdown per il COVID vengono attenuate in “misure necessarie di salute pubblica”. Il presente viene riscritto in tempo reale, garantendo che quando diventerà storia, corrisponderà già alla narrazione approvata. Se possono alterare la registrazione di eventi che hai vissuto solo pochi anni fa, immagina con quanta facilità possono rimodellare secoli a cui non hai mai assistito.
Ti danno eroi precostituiti per impedirti di cercarne di veri. I vostri libri di testo sono pieni di monarchi, primi ministri e presidenti, ma i leader di base, i dissidenti, i whistleblower e i rivoluzionari che hanno veramente sfidato il potere vengono demonizzati o cancellati. Vi viene insegnato a venerare i governanti, non a metterli in discussione. Questo è intenzionale. Una popolazione che idolatra l’autorità è una popolazione che si autoregola.
Intere linee temporali potrebbero essere state inventate o riorganizzate. Alcuni storici suggeriscono che i cosiddetti “Secoli Bui” in Europa siano stati esagerati o addirittura inventati per far apparire certi imperi più antichi e legittimi. Spostare date, fondere eventi o inventare ere è un modo sottile ma efficace per riscrivere la storia umana. Una volta radicati, questi cambiamenti sono quasi impossibili da annullare perché diventano il fondamento su cui si fondano tutti gli altri insegnamenti storici.
Il fine ultimo della truffa storica è il controllo psicologico. Non basta che nascondano la verità. Vogliono che vi coinvolgiate emotivamente nella menzogna. Vogliono che tu provi orgoglio nazionale quando vedi una bandiera, che provi lealtà quando ascolti un inno, che provi indignazione quando qualcuno contesta la versione ufficiale. Vogliono che tu difenda la loro versione dei fatti come se fosse la tua, perché in un certo senso, è su di essa che è stato costruito tutto il tuo senso di identità.
La truffa della storia è il fondamento dell’intero sistema di controllo. Senza di essa, la legittimità di governi, monarchie e istituzioni crollerebbe da un giorno all’altro. Il modo in cui giustificano la guerra, la tassazione e le leggi autoritarie si basa sulla tua fede nella loro versione del passato. Se la verità fosse ampiamente conosciuta, se le persone comprendessero la portata della manipolazione, l’entità della conoscenza rubata e i crimini commessi in nome del “progresso”, il sistema non sopravvivrebbe.
Ed è esattamente per questo che non ti insegneranno mai la verità.
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Kámilon o kámilon?Portale o cruna?
Cammello o cordone?
Truffa o fuffa? Chissà?..
Complottisti?o semplicemente storici del pressappoco e del parechė…mistero!
My opinion…
Delfo è l’abbreviazione di Filadelfo…classico nome siciliano di origine greca. Se non sbaglio. Aggiungerei Sicilia orientale. Ad ogni modo l’ultima settimana di ottobre sarò nella Sicilia orientale, se non sbaglio, se Delfo scali ci si può incontrare…..e per parlare di storia naturalmente
@ilfetido che bello se insegnassero antropologia. Servirebbe come il pane!
@ Marcello Cominetti dev’essere colpa mia, non se la prenda. Per descrivere cose (che paiono) complesse con semplicità bisogna essere molto bravi: ci ho provato ma posso non farcela. Riguardo al nickname, è una questione a suo modo storica pure quella: nelle community su internet si sono sempre usati alias. Ha presente Neo e Morpheus in Matrix, o Viol@ nel film con Stefania Rocca? Solitamente non viene considerata come un’infrazione del galateo. E mi conceda che non lo dico da interessato, non uso nickname.
Delfo hai pienamente ragione quando dici che c’è troppa ignoranza. Infatti io non ho capito neppure una parola di quelle che hai scritto in tutti i tuoi commenti.
Comunque tutto è relativo. Io pensa che considero ignorante chi si da un nickname, ma è un un’evidente problema mio.
Mi impegnerò per risolverlo. Promesso.
Si mi piace il paragone con l’ingegneria…tra l’altro ti chi un punto importante…la storia insegnata a scuola e quella insegna all’università….. forse alle medie più che la storia bisognerebbe insegnare antropologia…..
Però educare la popolazione?!?!?!……meglio ritoccare la paga di qualche ispettore ….giudice….insomma è una questione di cime si vuole investire…..
Chiedo venia per la risposta chilometrica: m’è sfuggita di mano 🙂
Intanto bisogna vedere in quale ordine scolastico te la “propinano”. La storia che ricordo (vagamente) alle medie era parecchio diversa dalla storia che ho sentito all’università. Siccome a nessuno è vietato per censo o per casta di andare ad ascoltarla all’università (anzi, pur non essendo iscritti solitamente non è vietato ascoltare le lezioni) direi che il “nostro” sistema non è affatto male. È la “storia” così come è andata? È una domanda che pare legittima ma non ha senso: noi interpretiamo la storia secondo le categorie che ci paiono più utili (senti anche qui risuonare l’Eco delle risorse enciclopediche, vero? :). In questi anni s’è capito che in USA interpretano la storia attraverso un filtro culturale/etnico, e non è di per sé sbagliato (almeno finché non diventa limitante). Però si potrebbe trattare la storia per altri versi, per le sue implicazioni economiche, o sociali, o di politiche e persino filosofiche o psicologiche. Non voglio andare fuori argomento, ma forse posso provare un esempio. Diciamo che è come chiedere: ma secondo te è “giusta” l’ingegneria o l’architettura che insegnano ora a Genova? Una buona risposta mi sembrerebbe: in un mondo dove hai a disposizione certi materiali, cemento armato e acciaio, un certo grado di competenze per le manovalanze e la necessità di far star assieme migliaia di persone in pochi chilometri quadrati sì, va benissimo quella di Genova, come va benissimo quella – differente ma non tanto – che insegneranno a Torino o a Toronto. Se invece volessimo costruire con i giunchi palafitte nella foresta forse non andrebbero tanto bene. Cosa vuol dire che è giusta? È adeguata per capire molto ed è consistente, nel senso che ha una coerenza d’insieme tra premesse e risultati. Spero di render l’idea.
Scusa Delfo vuoi dire che tutta la storia che ci propinano a scuola va bene così? O meglio che e studiare la storia così come è stato fatto fino ad ora è corretto? La questione per come la vedo io e riconducibile ad una divisione tipo apocalittici vs integrati…..visto che ci tenete ( Umberto Eco)
Grazie Gianni Battimelli, era tutta farina del mio sacco. Chiaramente è bello giocare sul filo del non sense, almeno fino a quando qualcuno ci crede davvero, per ignoranza o per convenienza. Non è tutto uguale, non è tutto un mistero. Sarebbe (per venire ai giorni nostri) come dire che il fascismo di San Sepolcro era uguale alla Repubblica di Salò che è uguale alla Meloni, o che Mao era uguale a Che Guevara che è uguale a D’Alema. Anche solo a volerli immaginare simili, senza distinguere le specificità, i contesti dove si muovevano, le premesse e le conseguenze… è abbastanza chiaro quanto sarebbe assurdo e mortificante ragionare così? Spiace dover essere tranchant, ma dire cose del genere al bar già farebbe ridere (o piangere) mentre il fatto che testi come quello abbiano un minimo di presa sul pubblico dimostra solo quanto sia misero il livello di preparazione culturale nella nostra società.
Balsamo, ringraziami che ti do sempre il la per enunciare le tue controteorie del melograno che s’arricciano così bene su loro stesse che descrivono un circolo perfetto che riporta da dove erano partite.
Ricorda che dio c’è sempre stato e sempre ci sarà.
Buone ore Daria, domani è sabato!
E tra l’altro, oltre a rubare la citazione si sbagliano anche i tempi (la sequenza corretta è quella che ho dato io)
“Non controllano solo il futuro controllando il presente. Controllano il presente controllando il passato.”
Se si vuole citare una frase da “1984” di Orwell (“chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”) sarebbe quanto meno carino riconoscerne l’autore. Usare quel pensiero come se fosse farina del proprio sacco è, appunto, una truffa.
—— PARLA LA STORIA ——
“Io ho visto cose che la Simona non può neppure immaginare: esseri umani alla ricerca della gloria, dell’avventura, del potere e alla scoperta dei misteri del mondo, alla ricerca dei perché. E ho visto giovani combattere per un ideale, a dispetto delle pisquanate dei luoghi comuni.
Ma tutti quegli esseri finiranno perduti nell’oblio, perché cosí è nella natura delle cose, non perché l’ha scoperto la Simona, che ora ci informa dell’esistenza dell’acqua calda e racconta a me, che ne ho viste di tutti i colori, che il male è solo a ovest. Non anche al nord, al sud, all’est. Solo a ovest. Mah!”
Quello che descrive l articolo è semplicemente ciò che ogni impero in espansionein ogni epoca ha fatto cioè distruggere il più possibile usi e costumi ma sopratutto conoscenze chimiche alchimistico e erboristiche dei cosiddetti nemici indigeni delle terra di conquista , senza trascurare la mistica e i loro adepti. E quindi tutta la loro storia.
Un danno che nessun archeologo o studioso di testi antichi potrà mai riparare perché tutto estinto o introvabile.
E apponendo al loro posto il nuovo status, tacendo magari gli orrori compiuti nei secoli dei secoli amen.
Nessun complotto è la storia.
Quando ero a scuola ( alle medie) ci insegnavano che un parametro per capire se uno stato fosse ricco o povero era di valutare il numero di occupati per settore…..in cui se il numero di occupati in agricoltura era alto allora il paese è era povero ecc Ecc. Ecc..nessuno ci ha mai spiegato in base a quali studi foss ro arrivati a queste conclusioni….
Altro esempio…valutazione del pil…..pil alto paese ricco , oil basso paese povero….
Nessuno dice però che se ti schianti in auto il pil aumenta…..se stai bene è tu fai i cazzi tuoi non c’è crescita
È con la storia più o meno……andatelo raccontare ai pochi indigeni sud americani ….
“il tono complottistico […] è quello che semmai serve a mettere dubbi nei cervelli di chi invece prende tutto come oro colato per comodità”
Veramente, ciò che servirebbe a mettere dubbi nei cervelli è lo spirito critico. Una capacità della cui diffusione avremmo un gran bisogno, di questi tempi.
La comodità, semmai, sta proprio nel “tono complottistico“: attribuire tutti i mali a cause esterne, oscure e malvagie, è un modo facile per non affrontare la complessità (e, spesso, l’ineluttabilità) del reale.
Comodo perché semplifica: ti dice che nulla avviene per caso, che c’è sempre una regia occulta dietro ogni evento.
Comodo perché gratifica: ti convince di aver capito tutto e di saperne più degli altri. Illusioni, naturalmente. Però comode.
E’ su questi meccenismisi che si regge l’attività di siti come “luogocomune”.
D’altronde la sindrome dell’illuminato è proprio la convinzione di “vedere oltre“, unita al senso di superiorità verso la “massa appecorata” (cit.) e manipolata.
E chi gestisce quei siti lo sa benissimo.
Perché loro vi stanno dicendo la Verità, non vi stanno mannipolando, non sono mica il mainstream…
Ma certo, come no… 🙂
È chiaro che le massa vanno manipolare e guidate e bisogna cominciare dall’infanzia. Poi gli individui più curiose coraggiosi sapranno ribellarsi e liberarsi da tutte le catene mentali a cui sono stati soggiogati.
Un mio caro amico che è stato educato in scuole di preti è diventato un forte anticlericale ateo..ecc ecc…ognuno deve trovare la sua strada….se vuole e se può……
E chi è contento di seguire il gregge meglio così…..
Ma raga, l’autrice si riferiva proprio a come la storia viene insegnata a scuola, nel periodo della nostra vita in cui siamo più ricettivi e in cui ce le beviamo tutte.
È logico che uno poi possa approfondire quello che vorrà, ma le basi su cui la più parte fonderà le sue idee sono quelle propinate a scuola.
Mi sembra che l’articolo parlasse di quello.
E comunque il tono complottistico, visto dal 2020 come qualcosa di onnipresente, è quello che semmai serve a mettere dubbi nei cervelli di chi invece prende tutto come oro colato per comodità.
Sono decenni che i criteri di narrazione descritti nell’articolo non sono più adottati: infatti la ricerca storica non si ferma mai, pure se accusata di “revisionismo”, anzi il revisionismo è il compito principale della Storia. Chi si interessa davvero del passato può trovare una massa di documenti, opere e testimonianze che aiuta la comprensione e delinea nuove interpretazioni. Certo, non può avvenire subito: è necessario che passino alcuni decenni perché l’approccio emotivo faccia posto ad un approccio scientifico, ma questo prima o poi accade. Chi vede la Storia tramite luoghi comuni di solito ha un interesse superficiale e conoscenze scolastiche, ma la scuola difficilmente può entrare nel dettaglio dovendosi limitare, per ragioni di tempo disponibile, a fornire un quadro generico di riferimento, talvolta forzatamente superficiale, tuttavia ciò non toglie che appunto sia disponibile una pletora di differenti interpretazioni, raggiungibili con ogni mezzo (dal tradizionale libro ad articoli in rete). Innegabile comunque la rassegna di falsificazioni da parte delle generazioni passate, ma ciò non è più possibile, avendo una molteplicità di tesi e la libertà di esprimerle; curioso tuttavia come siano citati solo episodi che vedono responsabili gli Occidentali, come se la stessa cosa non fosse avvenuta presso altre culture (islamiche, indiane, cinesi ecc).
Delfo. Come si dice, novanta minuti di applausi. Non so se la storia dell’urbanistica è farina del tuo sacco o la hai pescata altrove, ma è semplicemente geniale.
Più in generale: “la storia la scrivono i vincitori”. No, la storia la scrivono gli storici. Però bisognerebbe leggerli, prima di cianciare di quelli del potere, che “non ce lo dicono”.
Esempio: “La storia delle guerre indiane negli USA, almeno come la conosciamo noi, è descritta da uomini bianchi, non da storici dei Sioux.” In effetti, Dee Brown era un uomo bianco. Ma vorrei capire come è possibile che questo onnipotente potere, che controlla così capillarmente le narrazioni che ci vengono propinate al fine di esaltare esclusivamente le virtù dei vincitori, sia stato così distratto e inefficiente da permettere che fosse pubblicato, e diventasse un best seller, “Seppellite il mio cuore a Wounded Knee”, sulle cui pagine io, e quasi tutti quelli della mia generazione (e forse anche di quelle successive) abbiamo imparato cosa sono state le guerre indiane.
Qui c’è davvero tanta, tanta, tanta confusione.
E pensare che il ruolo dello studio della storia è quello di cercare di chiarire, di ricordare fatti e proporre chiavi di lettura. Che poi è il ruolo anche dell’antropologia. O delle scienze umane in generale. Che non vuol dire avere delle verità in tasca (non è teologia: anzi anche lì si discute), ma cercare documenti e nessi, e poi proporre alla comunità che se ne occupa (storici, università, centri studi, fondazioni, riviste, giornali italiani e internazionali..) una possibilità, che dagli stessi attori può essere accettata o meno. Pressoché ogni riga del testo è discutibile, nel metodo e nel merito. Vien da chiedersi da dove le derivi la presunzione dell’autrice di capire come va la storia senza averla (si intuisce) mai approfondita.
Dai giochiamo ad armi pari.
Io penso che l’urbanistica, capito, c’è qualcosa sotto. E non è una metafora.
“Vogliamo parlare di come l’architettura ci chiude in gabbie di cemento dotate di ogni comforts (di cui non abbiamo bisogno: non c’avevano i comforts gli antichi egizi o i sumeri o numidi, eppure…) e dopo averci rinchiuso ci fa sembrare che lo vogliamo, che ci stiamo bene lì dentro quelle quattro mura pagate a caro prezzo. E ci cresciamo i figli, che vieppiù si abituano. E ci rinchiudiamo i nonni, così non rompono i coglioni (perché sono già abituati: nesso causale). E così moltiplichiamo le case, i cubi cementizi, ad ognuno il suo. Ricordiamo che gli impianti elettrico, idraulico e fognario non sono un caso: sono precise scelte fatte da non si sa chi non si sa quando. Ma i miei amici dicevano che giravano come, cito testuale, “merda nei tubi” per cercare posteggio, e visto che non erano laureati ma neppure imbecilli, come voi sapientoni rosiconi sareste disposti a credere, questa cosa del posteggio e dell’architettura dev’essere collegata da un disegno più alto. Visti gli autosilos su più piani? Hanno i bagni? Se schiacci il bottone o tiri la cordicella dopo aver fatto il bisogno grosso i tubi lasciano fluire il malloppo? Bene, i miei amici, non so perché e per come, lo sapevano, lo presagivano. Forse l’architettura e la viabilità sono collegate, forse da tubi straripanti liquami. Concludo: nessun assiro-babilonese, nessuna cantante queer della Cina Ming ha lasciato descrizioni di water, turche, bagni chimici. Noi invece le troviamo dappertutto. Facciamocele due domande.”
Cosa ne saprai Crovella degli scimpanzé!?
E comunque ti rifai sempre a una storia di scimmie, leoni, lupi, ecc. che però dovrebbe scrivere l’uomo.
– La storia descritta dai bianchi, salvo rare eccezioni irrilevanti statisticamente, tende a camuffare le negatività dei bianchi. Ecco perché la storia è “falsa” o può apparire falsa (e finalmente mi sono ricollegato all’articolo): e come se la cronaca della partita di calcio fosse scritta da un tifoso di una delle due squadre coinvolte. La storia delle guerre indiane negli USA, almeno come la conosciamo noi, è descritta da uomini bianchi, non da storici dei Sioux.
Tutto ciò premesso, non voglio lascia spazio a equivoci: io sono contentissimo di esser nato in occidente, ritengo che sia il miglior posto dove vivere. Non solo i difetti dell’uomo bianco non mi pesano, ma li considero come il prezzo implicito da pagare per far parte della schiera degli uomini bianchi, caucasici, giudaico-cristiani, insomma degli Occidentali. Lo stesso vale per la storia: a me “piace” la storia descritta da uomini bianchi, con l’approccio degli uomini bianchi e destinata lettori che siano a uomini bianchi. Cioè la storia che gira fra le nostre mani, volenti o nolenti, a cominciare dalla storia che si insegna a scuola. Questa storia bianca non vi piace? Andate a cercare altre fonti , ma fatelo per voi, non appioppatele a chi non ne sente il bisogno.
– All’interno della specie umana, che (sfruttando in modo errato l’intelligenza) è la specie più malvagia del pianeta, la razza bianca (si piò dire? mi correggo per gli schiavi del “politically correct”: gli uomini bianchi, cioè gli occidentali, ma direi principalmente gli europei, caucasici, di forma mentis giudaico-cristiana, anziché sfruttare la più raffinata “civiltà” 8maggior cultura, maggior capacità di pensiero, maggior sviluppo della tecnologia…) che, nei secoli anzi nei millenni, hanno elaborato rispetto alle altre forme di umanità (= tutti i “non bianchi”), nuovamente utilizzano questa maggior raffinatezza di civiltà per distaccarsi dalle altre compagini della specie umana.
– Parentesi: all’interno degli occidentali, gli ebrei hannop non una marcia in più, ma dieci marce in più e quindi ancora una volta ripetono lo stesso meccanismo: si considerano il polo eletto e io stesso convengo. Ammiro gli ebrei proprio per queste loro capacità.
– Ebbene la storia, che ho definito come una infinita sequenza di guerre, è sostanzialmente scritta dai bianchi. Quanto meno la storia che leggiamo perché più diffusa qui fra noi. La storia che impariamo a scuola. CONT
torno al tema generale e riassumo sinteticamente:
– La vita a qualsiasi livello è malvagia, anche nei regni non animali, a maggior ragione fra gli animali. Ogni individuo, di qualsiasi specie, per sopravvivere si ciba del vicino, in genere di altre specie, a volte uccide esemplari della sua stessa specie per i più svariati motivi, non ci interessano in questa sede.
– la specie umana è dotata di un’intelligenza superiore a qualsiasi altra forma di vita. Anziché utilizzare questa facoltà eccezionale per distaccarsi in positivo dalla malvagità di fondo dell’esistenza, dimostra che la usa per accentuare la malvagità, elaborando forme organizzate di guerra infinitamente più raffinate di quelle eventualmente ravvisabili fra le specie animali e soprattutto utilizzando la tecnologia non già per portare il bene, ma principalmente per creare nuovi strumenti di morte. La bomba atomica è l’esempio classico, ma se ne potrebbero fare miliardi.
– Vi sono alcune eccezioni a questo processo tipico della specie umana, o in termini di singoli individui (Madre Teresa di Calcutta) o in termini di episodi (il saladino), ma statisticamente NON sono rappresentativi del comportamento dell’umanità, né passato, né presente, né (presumibilmente futuro). La nostra intelligenza la usiamo per aumentare la malvagità di fondo del modello creato dalla natura, non per contrapporci alla malvagità, distaccarcene e nobilitarci. CONT
Mah… La volontà deterministica (mi verrebbe da dire “helegliana”) nel voler fare la guerra a me pare una prerogativa della specie umana. Sbaglio? A mio parere no 8no credo che gli scimpanzè si rafunino in uno specie di Stato maggiore per pianificare l’attacco all’altro gruppo di scimpanzè: sarà più una cosa istintuale e non ragionata). E’ irrilevante, perché ho già detto che nessuno scrive la storia dei leoni o degli scimpanzè.
Se uno si mettesse a scrivere la storia degli scimpanzè, partendo dalla notte dei tempi, probabilmente stilerebbe un’infinita sequenza di guerre fra loro, così come avviene per la stopria della specie umana. Bene, conferma l’assioma di fondo del mio pensiero, ovvero che la “vita” in sé è malvagia nel suo intimo e per tutte le specie viventi
“Parlavo di guerre, non di duelli fra il maschio alfa in carica e il giovane pretendente”
Bisogna intendersi sul concetto di guerra.
Se la definiamo come “conflitto organizzato tra gruppi della stessa specie”, allora non è affatto una esclusiva umana.
Gli scimpanzè, ad esempio, mostrano comportamenti che rientrano perfettamente in questa definizione: pattugliano i confini del territorio, invadono quelli confinanti, attaccano – fino all’uccisione – membri di altri guppi e in certi casi usano armi rudimentali.
Tutto osservato e documentato.
Le formiche sono ancora più estreme: formano eserciti e si scontrano in battaglie che durano fino alla completa distruzione della colonia avversaria.
Hai mai visto una guerra fra formicai, Crovella? Impressionante.
Ciò che eventualmente distingue la specie umana, oltre alla scala dei danni, è la dimensione culturale e simbolica che la guerra ha assunto e assume tuttora nella nostra civiltà.
Ed è questo il punto specifico e dolente: una specie che si autodefinisce “Sapiens” ma che dopo migliaia di anni di evoluzione ricorre ancora alla guerra come relazione tra i popoli, non fa certo una gran figura 🙂
P.S.
Articolo per certi versi interessante, anche se dice (ma soprattutto, non dice) poco di realmente nuovo.
Il taglio complottaro ha un che di esilarante, ma del resto parliamo di “luogocomune”. Quindi, vabbè.
Matteo, tu ti arrabbi sempre col buon Carlone. Ma se non ci fosse lui, con chi litigheresti, anche solo per le povere formichine?
Tutto è un’eccezione quando tu la ignori.
Per rimanere nel campo della tua ignoranza, fanno vere e proprie guerre le formiche, gli scimpanzé e i lupi. Con esiti letali.
Nel caso degli scimpanzé, letteralmente premeditate e pianificate.
Ovviamente questi sono solo quelli che conosco io, curioso di tutto ma ingegnere: ci fosse uno studioso del ramo di sicuro te ne trova altri.
Sinan Capudan Pascià era uno schiavo che fece carriera alla corte del feroce Saladino, salvandolo da una tempesta in mare.
De André ne fece una bellissima canzone per celebrare l’universalità dell’essere mediterranei. Persone solari più simili ai gatti che ai sabaudi.
Mizzega ma avete proprio tare mentale.
Parlavo di guerre, non di duelli fra il maschio alfa in carica e il giovane pretendente maschio alfa che vuole scalzarlo. A volte ci riesce a volte no. A volte questi duelli (one-to-one) terminano con la morte di uno dei contendenti: certo, è meccanismo di natura, ma non c’entra una mazza con il concetto di guerra come lo concretizza la specie umana.
Per cui la questione dei duelli non è un discorso paragonabile alle guerre della specie umana. Le guerre umane sono costituite dallo scontro premeditato fra un folto agglomerato (=un esercito) che sfida/aggredisce/assalta (a volte anche all’improvviso, pensiamo a Pearl Harbour) un altro esercito, con la volontà specifica di uccidere quanti più nemici possibili.
Non mi risulta che IN MODALITA’ SISTEMATICA e PRENETERMINATA esistano, in modo sistematico, bande di leoni/giaguari/squali ecc che si organizzino in eserciti per aggredire con lo scopo esplicito di uccidere altre bande di leoni/giaguari/squali, a loro volta organizzate in eserciti. E’ così? bah, anche se NON fosse come penso io, non incide sulla “storia di quelle specie”. Nessuno racconta la storia dei leoni elencando la sequenza cronologico delle guerre fra bande di leoni che si sono susseguite nel tempo. Viceversa la storia dell’umanità è innegabilmente costituita da una infinita sequenza di guerre fra umani. Sono le guerre che determinano addirittura le fase storiche: si parla sempre di anni d’ante guerra e anni post bellici, anche riferendosi a fenomeni culturali o sociologici. Quindi l’elenco che connota in profondità la specie umana è la guerra, non la pace.
Saladino: è un’eccezione (come, in altri campi, Madre Teresa di Calcullata), peraltro limitato a un preciso episodio, in cui la riconquista all’Islam della citta di Gerusalemme era più IMPORTANTE (specie in tempi brevi) di ogni altra cosa. Gli serviva per affermarsi definitivamente nell’ambiente musulmano, in quanto il suo popolo non era arabo ma turco e convertito all’Islam (su decisione sua). di fatti da lì è partita l’ascesa dei turchi che, non a caso, piano piano sono arrivati fino a Costantinopoli e ne hanno fatto la capitale del loro impero. L’impero degli ottomani è un impero turco e non arabo e probabilmente è una delle massime manifestazioni di potere militare e politico dell’islam. Forse tutto è partito da quelle episodio di Gerusalemme e la mia impressione è che il Saladino abbia avuto più lucidità politica che senso di umanità verso altri umani.
Carlo, sei stato inserito in elenco con Hitler, Pol Pot, Stalin (però manca Tamerlano).
Che ne pensi?
Il pessimismo crovelliano e la visione guerrafondaia che ne deriva, sono prerogativa di quelli che ambiscono al potere. Forse si sentono superiori o forse non riescono a raggiungere un equilibrio interiore che li soddisfi. Chissà.
Io penso che la maggior parte degli umani sia più come Madre Teresa che non come Hitler, Polpot, Stalin o Crovella.
È che chi anela alla tranquillità non ha abbastanza tempo per combattere certe assurdità perché è già impegnato a godersela. Cosa che comunque richiede energie e tempo.
Una visione più ampia della storia, secondo me, la si può avere mettendo in discussione quello che non ci convince e andando a informarsi di più. È scomodo, per quello in molti si accetta quello che è già bell’e confezionato.
Matteo, in cosa è precostituita?
Fare domande suggerendo la risposta è sleale e da furbi. Così fanno spesso gli avvocati.
Io ho solo detto che bisogna farsi delle domande, che non vuol dire negare a priori quello che è stato raccontato.
Essere complottisti non va bene, ma non si può certo affermare in assoluto che i complotti, le balle, i raggiri, non esistano.
Appunto, farsi delle domande su quello che ci viene insegnato e interpretato.
“La specie umana aggiunga una negatività in più che (a quello che mi risulta) è esclusiva delle nostra specie: la guerra fra individui della stessa specie. “
E come al solito quello che ti risulta è sbagliato.
E’ pieno di razze animali che uccidono individui della stessa specie, sia in lotte per l’accoppiamento che per la supremazia, che durante l’accoppiamento ma anche in vere e proprie guerre tra bande, dalle formiche fino agli scimpanzé.
Come è pieno di animali che fanno tutte le cose che a te fanno scandalo o ribrezzo e consideri contro natura: infanticidio, cannibalismo, omosessualità, mutamento dei caratteri sessuali fino al cambio di sesso effettivo.
Quanto alla tua truculenta disamina storica ti sei dimenticato di dire che 86 anni dopo Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb, il feroce Saladino, riconquista Gerusalemme offrendo la resa e la vita salva a tutti i “franchi”.
Così come i mongoli del terribile Gengis Khan distruggevano solo quelli che gli si opponevano e non torcevano un capello a chi si sottometteva.
Eppure Carlo se guardi la “storia”o meglio l evoluzione che ha avuto la cosiddetta storia della guerra perche mica nasce come la conosciamo nei popoli primitivi era rituale mimica danzante con armi che fingevano la ferita mortale …questo nelle tribù nella notte dei tempi e studiate nei rimasugli nelle isole del pacifico boreale ed aveva una sua logica.
Poi sappiamo come è proseguita …
No Benassi, farsi domande non è paranoico.
Ma è falso e falsificante porre delle domande in maniera da suggerire la risposta. Che è la tua precostituita.
Leggi attentamente queste affermazioni:
“La truffa della storia è il fondamento dell’intero sistema di controllo. Senza di essa, la legittimità di governi, monarchie e istituzioni crollerebbe da un giorno all’altro. Il modo in cui giustificano la guerra, la tassazione e le leggi autoritarie si basa sulla tua fede nella loro versione del passato. Se la verità fosse ampiamente conosciuta, se le persone comprendessero la portata della manipolazione, l’entità della conoscenza rubata e i crimini commessi in nome del “progresso”, il sistema non sopravvivrebbe.”
Suonano chiare, logiche e inoppugnabili, ma:
Non è la truffa della storia, ma semmai di come la storia viene intesa ed insegnata.
Che la legittimità di governo ed istituzioni dipenda da come la storia viene narrata, che guerre, tasse e leggi si basino sulla fede in una versione del passato o, peggio, che se si conoscesse la verità il sistema crollerebbe sono solo assunzioni -o speranze- dell’autore.
Potrebbe essere o potrebbe essere stato in alcuni casi, ma di certo non in altri, sia riguardo alle leggi che riguardo alle tasse; compito della storia sarebbe accertare in quali casi si e in quali no e perché.
Affermare come verità assolute quelle preposizioni è è semplicemente falsificante e indebito. E’ commettere lo stesso errore che l’autore imputa alla storia: imporre come verità una cosa che non lo è.
E quindi non risponde alla domanda vera: cosa fare di diverso e come.
É quindi inevitabilmente chi descrive la storia raramente insiste sull’assenza di umanità della specie umana. Di conseguenza è molto ingenuo, la limite dell’esser un babbeo, chi pretende oggi, “senso di umanità” da una specie (la nostra) che ha sistematicamente dimostrato di non possederla nel suo DNA (se non per eccezioni rarissime: di Madre Teresa di Calcutta ce n’è stata una nell’intera storia umana, di politici che, in un clima di guerra, hanno anche ordinato azioni che prevedevano anche o addirittura prioritariamente il massacro di civili inermi ne possiamo contare migliaia, se non milioni…). Quindi la truffa della storia consiste nel fatto che gli storici indorano la pillola nella descrizione di ciò che è avvenuto, ma i fatti sarebbero avvenuti lo stesso, perché il “male” è dentro all’umanità oserei dire in ciascuno di noi, perché è nel ma DNA. villaggi, Stati, Nazioni non sono altro che aggregazioni di individui che, alla fonte, sono malvagi e quindi anche le aggregazioni non possono che avere una malvagità di fondo
Faccio un esempio, che calza a pennello, per la comunanza dei luoghi, con l’attualità. La prima crociata (1096-98), il cui obiettivo era liberare i Luoghi santi (dagli arabi che si erano stanziati a Gerusalemme e si erano messi a “perseguitare” i pellegrini cristiani intenzionati a visitare tali luoghi), la prima crociata, dicevo, si è conclusa con l’assedio di Gerusalemme (immagino utilizzando anche la “fame” come mezzo per indebolire le difese) e la presa della città, cui è seguita una notte intera di carneficina dei abitanti arabi, cioè civili inermi (comprese donne, vecchi e bambini) la cui unica colpa era… risiedere in quella città e in quel preciso momento. E a effettuare questa carneficina sono stati i “Crociati”, cioè europei con la croce di Cristo dipinta sul petto e che si sono mossi su esplicito invito del papa (se non ricordo male Urbano IV) il quale diceva “Dio lo vuole!”. Intendeva che Dio, il nostro Dio (quello del Nuovo Testamento, del perdono e del “porgi l’altra guancia”) voleva la liberazione dei Luoghi Santi. tutti sapevano, il papa in primis, che tale liberazione presupponeva la conquista di Gerusalemme dopo un assedio, cui, “normalmente” (per la specie umana – vedi sopra) segue il saccheggio, con ogni efferatezza possibile: uccisione a manetta, stupri, bambini sgozzati, case depredate e incendiate e via dicendo. Le cronache dell’epoca, per descrivere la notte di efferatezze ma senza “infierire” in un mea culpa in termini umanitari, descrisse che in quella notte il sangue scorreva per le vie di Gerusalemme fino a mezza gamba dei cavalli. Come vedete sono passati mille anni e… non è cambiato nulla. CONT
l’avrò giò scritto milioni di volte, ma mi ripeto: io sono un pessimista cosmico. così si autodefinicono quelli che vedono sempre “nero”. La cita è una sofferenza, non una gioia, che sia per il leone che se non uccide la gazzella muore di fame, che sia per la gazzella che , se non riesce a sfuggire al leone, muore sbranata. Non ho creato io le regole del gioco, ma il gioco è questo.
La specie umana aggiunga una negatività in più che (a quello che mi risulta) è esclusiva delle nostra specie: la guerra fra individui della stessa specie. Voglio dire: anche i predatori più spietati (chessò: squali, giaguari, ecc) ammazzano sì e anche in modo cruento, ma ammazzano le prede, cioè individui di altre specie e lo fanno per nutrirsi, perché così è la loro natura.
La specie umana, fin dalla notte dei tempi, organizza operazioni logisticamente anche molto complicate e coinvolgenti un gruppo o un esercito i un’intera nazione per uccidere altri individui della specie umana, a loro volta raggruppati in eserciti, popoli o nazioni. Inutile girarci intorno; è la “nostra” natura che c fa agire così e l’intelligenza acuta, facoltà che ci distingue da ogni altra specie vivente, è proprio il fattore chiave che si ha spinto a fare guerre fra di noi.
Tutto ciò premesso, trovo ingenuo quelli aspettarsi che la storia, intesa come descrizione dei fatti “umani”, sia oggettiva e terza. La storia dell’umanità è principalmente un’infinita sequenza di guerre, le quali al loro interno comprendono infinita atti nefasti (dalla strage degli abitanti di una specifica località alle bombe atomiche). Ovviamente chi scrive, a posteriori, la storia tende ad ammantarla di buone intenzioni o quanto meno ad attenuare la vera natura dell’agire umano, la cui variabile chiave è la malvagità.
Farsi domande è essere paranoici?
Forse è vero, meglio essere menefreghisti, beato chi crede e non vede.
L articolo si conclude con un pensiero e rifflessione sulla verità…come fosse una cosa semplice ,probabilmente una chimera che riporta alle famose lacrime cinematografiche che si perdono nella pioggia.
La Storia è materia fondamentale e talmente importante per la società dominante che viene insegnata spesso e volentieri con testi e teste da culo.
I polli d allevamento devono stare in batteria portare occhiali e produrre, non pensare alla storia.
Poi esistono ruspanti o galline in fuga ma sono rarità.
Bello che ci sia un Gogna blog che lascia ancora questi spazi per dibattere e conoscere.
La vedo grigia per i futuri polli d a. quando sarà l ora della Intelligenza Artiuffuciale a stampare i testi…
Ottime le precedenti precisazioni e opinioni, aggiungo solo che già nella prima guerra si bombardavano città sia Venete/Friulane che Austriache ma gli aerei e i loro sistemi di puntamento erano primitivi se si può usare questa parola.Dovevano ancora arrivare fiere expo mondiali e sistemi di precisione svizzeri comperati poi da tutti.
Articolo bellissimo. Forse restano solo i Boscimani, gli Aborigeni, e pochi altri…
Quando si racconta la storia, bisognerebbe farlo onestamente, raccontare gli eventi come sono realmente accaduti. Invece spesso e volentieri, gli storici o sono ignoranti, quindi sarebbe meglio che stessero zitti, o peggio (!!) sono schierati, raccontando quello che conviene a qualcuno. In poche parole ci raggirano prendendoci per il culo. Girando il mondo, si impara, si capisce che le cose non sono sempre come ce le raccontano, sui giornali, sui libri alle televisione e anche si internet. Alla faccia di chi dice che per sapere e conoscere basta stare sul divano tanto c’è internet.
L’articolo è una serie di ovvietà ben note e accettate, ma incomplete e scelte con un tono fastidiosamente recriminatorio e “complottista”.
Non mi è piaciuto, non mi ha insegnato nulla di nuovo ma sopratutto non risponde alla domanda fondamentale: e quindi?
Dovremmo smetterla di fare storia, di capire cosa è successo e perché è successo?
Sarebbe il proverbiale tagliarsi gli zebedei per dar fastidio alla moglie, ignorare il passato ci consegnerebbe ancora di più alle manipolazioni del potere.
La storia, come dice Barbero, è il catalogo e il risultato di tutte le azioni umane in tutti i tempi, e la storiava approcciata e studiata come tutte le altre azioni umane. Come si affronta per esempio un’autobiografia (o l’amico che racconta di cosa è successo con la fidanzata), consci che spesso (ma non sempre) è sincera, ma altrettanto spesso non è veritiera.
Non capisco cosa ci sia da stupirsi o tantomeno da indignarsi.
Comunque la storia è cosa differente dall’educazione scolastica della storia o dalla narrazione della storia.
Ho trovato l’articolo molto interessante e controinformativo.
Sarà che già da piccolo al catechismo, dove mia madre mi mandava perché sarei diventato un bravo bambino, secondo lei, quando la maestra ci disse che dio c’era sempre stato e sempre ci sarebbe stato, avevo capito che ci prendevano per il culo.
Poi, viaggiando molto a causa del lavoro di mio padre, scoprivo sul posto che molte cose erano andate diversamente da come le avevo imparate sui banchi di scuola. Non tutte, ovviamente, ma si capiva che spesso te la raccontavano a modo loro.
Già adulto mi sono incaponito su certe storie sudamericane (resto volutamente sul generico) in cui persino nostri connazionali ne sono usciti da eroi mentre erano solo degli sfigati approfittatori.
E sono certo, trattandosi di storia contemporanea, che qualcuno di loro è tra i lettori del gognablog e sa perfettamente cosa intendo.
In troppi la mattina non si guardano allo specchio mentre si lavano la faccia. Oppure lo fanno e se ne compiacciono ma io credo nella giustizia universale che se fai del male ti ritorna. Cosi come il bene (antico proverbio cimbro).
Articolo un po’ paranoico
@1. Non “furono gli angloamericani a praticare per primi durante la seconda guerra mondiale i bombardamenti sui civili e massacrare la popolazione”. Furono, prima ancora del 1939, i piloti tedeschi della Legione Condor, col supporto della Aviazione Legionaria fascista, che rasero al suolo Guernica nell’aprile del 1937; operazione ripetuta su più larga scala, a ruoli scambiati, col bombardamento di Barcellona su ordine diretto di Mussolini nel marzo 1938. All’inizio della seconda guerra mondiale i tedeschi bombardarono massicciamente le città inglesi prima che le sorti della guerra si invertissero e gli alleati iniziassero i bombardamenti strategici, in una escalation culminata con le atomiche sul Giappone.
Telleschi, qualcuno disse: chi non ha mai peccato scagli la prima pietra.
Infatti è così. Non ha alcun senso paragonare Gaza ad Auschwitz e Netanyahu ad Hitler. Piuttosto bisogna accostare Gaza a Hiroshima e Netanyahu a Churchill o Roosevelt e Truman. Furono gli angloamericani a praticare per primi durante la seconda guerra mondiale i bombardamenti sui civili e massacrare la popolazione: italiani tedeschi e giapponesi. Ma non basta neppure riflettere sui crimini degli occidentali. La storia degli arabi non è meno inquietante. Dopo la scoperta dell’America furono loro a organizzare periodiche razzie in Africa per rifornire di schiavi i mercati della tratta. Né conviene dimenticare i crimini commessi dai russi in tutta l’Europa orientale e in Asia centrale: l’occupazione ottocentesca del Caucaso apre una lunga scia di sangue che non si conclude con i massacri in Cecenia, ma prosegue in Ucraina con la complicità o l’indifferenza dei cosiddetti occidentali.